notizie di varia “vaticanità” ANNO 2 | N. 2 foglio informale per i dipendenti del Governatorato 11 Aprile 2008 Dove giunge Maria è presente Gesù. Chi apre il suo cuore alla Madre incontra ed accoglie il Figlio ed è invaso dalla sua gioia. Benedetto XVI Madonna del Sangue Santuario di Re Festa: 29 Aprile 2 La bandiera dello S.C.V. 3 Un po’ di storia Buon appetito, pittori! 4 Ritratto del Card. Agostino Casaroli Concerto spirituale 5 Notizie dalle Direzioni e Uffici 6 Poetesse e poeti “nostri” 7 Il Cuore che pensa L’angolo di cultura 8 Per fare buon sangue Notizie liete e ...tristi EDITORIALE Lettera del Presidente P er cominciare con una confidenza, devo dirvi che, qualche volta, viene anche a me la voglia di gettarmi nel polveroso agone culturale italiano per chiarire qualche idea: tradizione e modernità, razionalità e fede, laicità ed “ingerenza” della Chiesa, diritto naturale e libertà individuali, e via dicendo. Problemi stravecchi, argomenti cotti e stracotti. E’ un continuo torneo, come quello degli antichi paladini, a lancia in resta, ma senza che alcuno, per sua fortuna, venga, o si senta disarcionato. Mi verrebbe dunque voglia di far sentire anch’io la mia, e liberare il campo. Ma le ragioni pro e contro ad un mio entrare in lizza sono anch’esse così forti, che anch’io, con una semplice mossa manzoniana, “ le mando insieme a spasso”. E poi, farei davvero chiarezza o … aumenterei solo il polverone? Allora non montiamo a cavallo – voglio dire su alcun cavallo (o cavillo) ideologico; ed invece poiché siamo in Vaticano, rimaniamo con i piedi per terra in questo nostro piccolo fazzoletto di territorio, e, per dirla con un celebre illuminista (per vero, non molto amico della Chiesa) “il vaut mieux cultiver notre jardin”. Ed è, appunto, mentre trascinavo lentamente i miei stanchi piedi per i Giardini Vaticani (anche se con la testa tra le nuvole), in una mia passeggiatina pomeridiana, che un pomeriggio mi incontrai per caso con un nostro “operatore ecologico”, il quale con il suo piccolo motocarro si dava cura dei viottoli e delle stradine, vuotando i recipienti dei rifiuti. Ci scambiammo qualche parola di saluto, e poi - non ricordo più come - si venne a parlare delle brevi passeggiate del Santo Padre nei Giardini. Qui il mio simpatico interlocutore mi disse – e questo lo ricordo bene – “Cerchiamo di curare tutto per bene: siamo fieri che il Santo Padre viene a passeggiare nei nostri Giardini!” Sono parole dette con amabile semplicità, e su cui si può anche sorridere, ma che involontariamente manifestano un atteggiamento spirituale esemplare. V’è la consapevolezza dell’impegno nel campo di lavoro affidato, come se si trattasse di cosa propria; e v’è insieme la fierezza di svolgere tale lavoro in riferimento al Papa. Mi venne allora spontaneo di chiedermi: “Io, che vengo annoverato tra i Superiori, posso dire di avere un atteggia- | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2008 mento così limpido e responsabile?” Beninteso: la domanda resta solo per me, perché so bene che, quanto ai miei Lettori, essa non potrebbe avere che un valore puramente retorico … Paulo majora canamus. Passiamo dai ben ordinati spazi dei Giardini a quella policroma selva di ombrelli in cui il maltempo di Pasqua aveva trasformato Piazza S. Pietro. Forse l’interesse per la pioggia battente avrà distratto più d’uno dal messaggio pasquale del Papa, che era, a mio avviso, molto bello, e degno di grande attenzione. Benedetto XVI svolse l’idea dell’ “evento sorprendente” della Resurrezione di Gesù, come, essenzialmente, “un evento d’amore” ed “un appello a convertirci all’amore”. E diceva: “Fissando lo sguardo dell’animo nelle piaghe gloriose del suo corpo trasfigurato, possiamo capire il senso ed il valore della sofferenza, possiamo lenire le tante ferite che continua- no ad insanguinare l’umanità anche ai nostri giorni”. E poi invitava, sulle orme ed in nome del Risorto, “a porre gesti d’amore”. Nel suo messaggio “Urbi et orbi” lo sguardo ed il cuore del Papa si stendevano anche a regioni lontane devastate dalla violenza, a popolazioni insanguinate dalla guerra. A noi non si chiede di andare tanto lontano. Possiamo porre “gesti d’amore” nelle nostre famiglie, tra le persone che frequentiamo, ed anche – perché no, anzi, perché non in modo particolare? – nel nostro luogo di lavoro, in Vaticano, dove passiamo la maggior parte della nostra giornata. L’invito del Papa è così anche l’augurio, affettuoso, del vostro Presidente. G. Card. Lajolo La bandiera dello Stato della Città del Vaticano di Claudio Ceresa A lla legge fondamentale 26 novembre 2000, come alla precedente del 7 giugno 1929, è allegata la riproduzione della bandiera ufficiale dello Stato, con la descrizione “drappo partito di giallo e bianco, col bianco caricato al centro delle Chiavi incrociate (decussate) sormontate del Triregno”. Le dimensioni del vessillo non vengono specificate; però, nel disegno citato, la larghezza risulta uguale all’altezza. Esiste, molto probabilmente, un legame con i colori dell’oro e dell’argento, con i quali sono state quasi sempre raffigurate le Chiavi di San Pietro; del resto, erano costituite con i suddetti metalli le due chiavi che, secondo un’antica tradizione, venivano presentate al Pontefice quando prendeva possesso della sua cattedrale, l’Arcibasilica Lateranense. I colori tradizionali della città eterna sono il giallo ed il rosso, che, nei primi anni dell’800, comparivano nella coccarda delle milizie pontificie. Nel febbraio 1808, Roma fu occupata dalle truppe napoleoniche, il cui comandante, generale Miollis, ordinò che le forze armate del Papa fossero incorporate in quelle imperiali. Per gli ufficiali che rimasero fedeli al regnante Pio VII, della famiglia Chiaramonti, vi furono arresti e deportazioni; le reazioni non furono però molto notevoli, anche perché era stata fatta circolare la notizia che il Pontefice fosse al corrente, e non avesse sollevato difficoltà. Per sottolineare l’unificazione, e probabilmente anche per aumentare la situazione di confusione e di incertezza, la coccarda gialla e rossa venne poi imposta a tutti i militari, inclusi i transalpini, le cui uniformi erano in precedenza contrassegnate dal tricolore nazionale, bianco, rosso e blu. In realtà il Papa aveva ben chiaro che Napoleone voleva assoggettare lo Stato Pontificio, ed il 13 marzo 1808 protestò energicamente. Ordinò, tra l’altro, ai corpi che gli erano rimasti fedeli di sostituire la coccarda dai colori romani con una bianca e gialla. Anche questa volta, non mancarono repressioni tra quanti eseguirono la volontà del legittimo Sovrano, e, in particolare, furono arrestate molte Guardie nobili; ad ogni modo, il generale Miollis fece adottare il nuovo distintivo anche ai militi pontifici passati alla sua obbedienza. La controversia venne infine risolta da una disposizione dell’imperatore, il quale, in data 27 marzo, ingiunse l’adozione della coccarda tricolore, italiana o francese. Successivamente, Pio VII fu condotto, praticamente in condizioni di prigionia, a Grenoble, a Savona ed ancora in Francia. Quando tornò, nel 1814, non aveva dimenticato l’episodio di sei anni prima; infatti, ordinò che le sue truppe portassero sul cappello la coccarda bianca e gialla. Nel 1824, gli stessi colori passarono alla bandiera della Marina Pontificia, e nel 1831 furono adottati dalla Guardia Civica. I colori medesimi erano allora posti in diagonale, con al centro lo stemma del Papa regnante, sormontato dalla Tiara con le Chiavi; solo nel 1848 Pio IX li mise “a palo”. Il vessillo, però, non fu adottato da tutte le milizie del Papa: ad esempio, la bandiera dell’artiglieria era di colore azzurro, e quella dei dragoni verde. Tra gli stendardi dei Corpi Militari Pontifici sciolti nel 1970, solo quello della Guardia Palatina era diviso nei due campi bianco e giallo; esso, inoltre, recava al centro lo stemma del Pontefice regnante, e, pertanto, era diverso dall’attuale bandiera dello Stato. all’ombra del cupolone | 11 Aprile 2008 Un po’ di storia di Maria Antonietta De Angelis P articolare del Cortile della Pigna in una foto poco prima del 1936 (a sinistra). Si vede il Monumento al Concilio Vaticano I (attualmente smembrato) progettato dall’architetto Virginio Vespignani per ordine di Pio IX nel 1869. I bassorilievi, rappresentanti allegorie del Concilio stesso e virtù papali, vennero realizzati dallo scultore Pietro Galli. Pensato per essere posto avanti alla chiesa di S. Pietro in Montorio al Gianicolo, il monumento fu invece poi realizzato nel 1889, al centro del Cortile della Pigna, raggiungendo la ragguardevole altezza di 36 metri, in virtù di una colonna che sosteneva la statua di S. Pietro, opera dello scultore Filippo Gnaccarini. Eliminata la colonna, il monumento assunse l’aspetto che si vede nella foto. Nel 1936 il monumento venne tolto dal Cortile e posto nei pressi della fontana dell’Aquilone. Sullo sfondo si vedono una porzione dalla cupola di San Pietro e la Torre dei Venti. (Foto Musei Vaticani) [Continua] Buon Appetito, pittori! di Edith Cicerchia T ra le tante cose “curiose” esistenti presso l’Archivio Segreto Vaticano, figura un “Libretto delle spese della tavola che si fa per li Pittori nel Palazzo a San Pietro”. Esso riporta le spese fatte nel periodo giugno-ottobre 1702 per i pranzi di Carlo Maratta e dei suoi collaboratori durante il restauro delle Stanze di Raffaello. Il Papa aveva dato ordine affinchè Carlo Maratta “fosse provveduto di tavola” e che in seguito anche i suoi “giovani fossero parimenti provveduti di tavola”. Da questo documento risulta che i pranzi venivano preparati per Carlo Maratta e per uno, due o quattro giovani e che erano portati da Monte Cavallo al Vaticano in canestri assieme a boccioni di vino. Dalla nota quotidiana delle spese si può dedurre che si trattava di pranzi completi e piuttosto sostanziosi. Figurano infatti antipasti (alici, tarantello – salume fatto di pancetta di tonno – mortadella, fegato o cervella di vitella, prosciutto), minestre (a base di riso, verdure, erbe, uva spina, mandorle, tagliolini, uova) o maccheroni, carne (mongana ossia vitella da latte, trippa, agnello, capretto, piccione, allodole, “polastri cola gresta”) o pesce (triglie, sarde, merluzzi, ombrine, cefali, spigole, caviale), uova, contorni (fagioli, fagiolini, cavoli, pomidoro, insalata di borragine e lattuga), formaggio (vaccino, olandese, ricotta, parmigiano), frutta (graffioni – ossia ciliegie di color rosso chiaro – visciole, albicocche, fragole, pere, meloni, fichi e caldarroste). Compaiono inoltre conti per la fornitura di limoni “lustrati”, melangoli (arance amare), bergamotte, nonché di zucchero raffinato di Venezia “per fare l’acque fresche”. I pranzi terminavano spesso con la cioccolata accompagnata a volte da biscottini di Savoia. Per cucinare erano usati il burro e il lardo, per friggere lo strutto, mentre per rinfrescare i cibi era adoperata la neve (quando c’era!). Questo libretto di spese ci permette inoltre di comprendere quali fossero i gusti di Carlo Maratta: sembra infatti che egli gradisse in modo particolare il piccione col brodetto, le uova e i biscottini di Savoia con la cioccolata. | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2008 Ritratto del Cardinale Agostino Casaroli di S. E. il Card. Giovanni Lajolo avendolo prima come Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, e poi come Presidente dello stesso Consiglio e Segretario di Stato. Con il secondo avevo collaborato dal dicembre 1989 al giugno 1995, quando ero Segretario dell’A.P.S.A., mentre egli ne era Presidente. I due quadri erano troppo lontani da quei tratti di distinzione e di amabile umanità, che caratterizzavano l’immagine dei due Cardinali, quale io avevo conosciuto e mi portavo in cuore. Con modica spesa ottenni pertanto la sostituzione dei due ritratti con quelli che ora si possono ammirare. In questo numero del nostro Foglio pubblichiamo il ritratto del Cardinale Agostino Casaroli, opera del pittore Prof. Alberto Giuseppini. Il Cardinale, di cui ricorre quest’anno il 10° anniversario della morte, vi è raffigurato in quei suoi fini lineamenti in un caratteristico atteggiamento di attenzione, benevolo e sereno. In un prossimo numero sarà pubblicato il ritratto del Cardinale Rosalio J. Castillo Lara. Q uando, dopo la mia nomina a Presidente del Governatorato, entrai nel corridoio che dà al mio ufficio e vidi i ritratti dei miei Predecessori, non potei adattarmi a come vi erano raffigurati il Cardinale Agostino Casaroli (24.11.1914 - 09.06.1998), Presidente della Pontificia Commissione per lo S.C.V. dal 1979 al 1984, ed il Cardinale Rosalio J. Castillo Lara (04.09.1922 - 16.10.2007), Presidente della Pontificia Commissione per lo S.C.V. dal 1990 al 1997. Entrambi erano stati miei Superiori. Con il primo avevo collaborato al Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa dal novembre del 1974 al novembre del 1988, Nomine Il Santo Padre ha nominato Consigliere dello Stato l’Ing. Daniele Dalvai, che con la fine del mese di febbraio ha lasciato il servizio come Direttore dei Servizi Generali. I Superiori e colleghi del Governatorato hanno voluto esprimere in modo familiare all’Ingegnere il loro saluto in un breve incontro conviviale il 3 marzo scorso. Concerto Spirituale di Mons. Giorgio Corbellini G iovedì 13 marzo, alle ore 17:00, nella chiesa di S. Maria, Madre della Famiglia, presso il Palazzo del Governatorato, ha avuto luogo un Concerto “spirituale” in preparazione alla Settimana Santa, su invito dell’Em.mo Cardinale Presidente. Il Concerto - che ha comportato l’esecuzione della parte centrale della Passione di N.S. Gesù Cristo secondo Matteo - è stato aperto dal canto a più voci delle antifone Pueri Hebraeorum di G.P. Da Palestrina e Coenantibus omnibus di M. Haller e concluso dai mottetti Adoramus te, Christe di G.P. Da Palestrina, e Christus factus est di A. Bruckner, anch’essi a più voci. In onore di Maria, a cui è intitolata la chiesa, è stato eseguito in fine il dolcissimo canto dell’Ave Maria di T.L. de Victoria. Il canto della Passione, in gregoriano secondo la forma tradizionale, è stato arricchito dall’intervento del coro e di voci singole per la parte propriamente riservata alla “Turba” e a qualche figura particolare (ad es., le “serve”, che mettono in imbarazzo Pietro, affermando che era tra i discepoli di Gesù), con la magnifica musica di T.L. de Victoria Il concerto, eseguito dal Coro della Filarmonica Romana, diretta dal M° Mons. Pablo Colino, è stato da lui stesso presentato ed illustrato nelle sue specificità. Egli lo ha diretto con la vivacità, la passione e la finezza interpretativa che gli sono proprie, suscitando un grande interesse da parte del pubblico presente. Vivissimi gli applausi. Tra gli altri, hanno preso parte al concerto, oltre agli Em.mi Cardinali Szoka e Lajolo, gli Ecc.mi Mons. Renato Boccardo, Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti ed Itineranti, Felix Del Blanco Prieto, Elemosiniere di Sua Santità, Emery Kabongo Kanundowi e Francesco Cuccarese, Canonici Vaticani, Mons. Corbellini, alcuni Ambasciatori accreditati presso la S. Sede e vari dirigenti del Governatorato. Alla fine l’Em.mo Cardinale Presidente ha ringraziato il Maestro, tutti i componenti del coro - ed in particolare le voci soliste - che con la loro interpretazione hanno permesso a tutti di potersi interiormente unire all’evento drammatico e glorioso della Passione del Signore Gesù. all’ombra del cupolone | 11 Aprile 2008 NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI I° Torneo Open di Tennis di Francesco Riccardi stode Fabrizio Natoni. Le gare finali sono state onorate dalla presenza dell’Eccellentissimo Segretario Generale, Mons. Renato Boccardo, e dal Rev.do Mons. Paolo Nicolini, oltre che da vari funzionari e dipendenti dei Musei, accompagnati dai loro familiari. Le tre finali: A. Calcagni – Sabatucci; B. Piccinini – Alviti; C. Cocco – Dezi; S i è concluso venerdi 14 marzo u.s., presso i campi sportivi del Crowne Plaza Hotel, il 1° TORNEO OPEN DI TENNIS, riservato ai dipendenti del Governatorato in servizio presso i Musei Vaticani, magistralmente organizzato dal cu- sono state meritatamente vinte rispettivamente da Calcagni, Piccinini e Cocco. A seguire, si è svolta la premiazione dei vincitori, con la consegna delle coppe da parte dell’Amministratore dei Musei, allietata da un buffet offerto dall’organizzazione a tutti i presenti. Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile di Antonio Perfetti Ritiro spirituale In preparazione alla Santa Pasqua, nei giorni di martedì 12 e mercoledì 13 febbraio 2008, i Gendarmi e i Vigili del Fuoco si sono raccolti, in due turni, per una giornata di ritiro spirituale presso la “Fraterna Domus” di Sacrofano. Le giornate, guidate dal Cappellano Mons. Giulio Viviani, sono iniziate con la celebrazione delle lodi e proseguite con le meditazioni di Sua Ecc.za Mons. Flavio Roberto Carraro, O.F.M. Cap., Vescovo emerito di Verona, sul tema “La glorificazione di Gesù Cristo e la sua misericordia”. Dopo una breve riflessione e condivisione con Mons. Carraro si è svolto il cammino della Via Crucis alla luce della Sindone. Nel pomeriggio, dopo il pranzo e una pausa di distensione, la preghiera del Santo Rosario e la Santa Messa hanno concluso il ritiro. Saluto all’ultimo Gendarme pontificio Con profonda partecipazione ed emozione nella serata di giovedì 21 febbraio u.s., è stato salutato il Sovrastante Maggiore Comm. Giuseppe D’Amico che, dopo ben 37 anni di servizio, lascia il Corpo della Gendarmeria per raggiunti limiti di età, ultimo dei Gendarmi Pontifici ancora in servizio. Nei locali della Mensa, per l’occasione gentilmente messa a disposizione dai Superiori del Governatorato, circa 200 persone hanno voluto ringraziare il Comm. D’Amico per il servizio svolto durante questi lunghi anni. Parole di ringraziamento sono state indirizzate, anche a nome del Cardinale Presidente, da Sua Ecc.za Mons. Renato Boccardo, Segretario Generale del Governato, nonché dal Dr. Giani, Direttore dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile, il quale ha tratteggiato le lunghe tappe di una brillante carriera, soffermandosi con particolare commozione sul grave malore subito nel 2005 dal Comm. D’Amico, dal quale, ringraziando Dio, egli è venuto completamente fuori. Erano presenti gli Ecc.mi Vescovi Marini e Calcagno, Mons. Corbellini, Vice Segretario Generale del Governatorato, il Cappellano Mons. Giulio Viviani, alcuni Direttori del Governatorato, il Dr. Gasbarri, con il quale il Comm. D’Amico ha collaborato nei numerosi viaggi all’estero al seguito del Santo Padre, il Prefetto Festa, il Dr. Chiusolo ed il Dr. Castiglione dell’Ispettorato Generale di P.S. presso il Vaticano, nonché numerosi funzionari del Governatorato e della Curia. Via Crucis nei Giardini Vaticani Nella serata di venerdì 7 marzo u.s., un gruppo di Gendarmi, Vigili del Fuoco e Guardie Svizzere, con alcuni familiari, si è riunito per il cammino della Via Crucis che, partendo dalla Stazione Ferroviaria, si è snodato nei giardini vaticani fino alla Grotta di Lourdes. La pia pratica è stata guidata dai rispettivi Cappellani Mons. Giulio Viviani e Mons. Alain De Raemy sui testi delle meditazioni di un missionario “martire”, Padre Mario Borzaga, o.m.i. Saluto al Sig. Marcello Giorgetti Nella serata di lunedi 31 marzo u.s., il personale della gendarmeria ha salutato il Sig. Marcello Giorgetti, che lascia dopo ben 42 anni il servizio, per raggiunti limiti di età. Entrato in servizio il 1° aprile 1966 nel Corpo della Gendarmeria Pontificia, vi è rimasto fino al 1° luglio 1977, poi è stato trasferito all’Ufficio Rilascio Permessi, sotto la direzione del Corpo della Gendarmeria, rimanendovi fino ad oggi. Dopo i ringraziamenti da parte del Dr. Giani, Direttore della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile, per il servizio svolto, S.E. Mons. Boccardo, Segretario Generale del Governatorato, ha insignito il Giorgetti dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine di San Silvestro Papa, in segno di gratitudine per la dedizione dimostrata in questi lunghi anni al servizio del Governatorato e della Santa Sede. Al termine dell’incontro conviviale, al quale ha partecipato anche Mons. Corbellini, Vice Segretario Generale del Governatorato, i colleghi hanno consegnato al Giorgetti un piccolo dono in segno di amicizia ed affetto. | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2008 Farmacia Vaticana Festa di San Giovanni di Dio e inaugurazione dei nuovi locali della profumeria di Fr. Joseph Kattackal L ’8 marzo è stata celebrata nella Cappella del Governatorato “Maria Madre della Famiglia” la festività di San Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine dei Fatebenefratelli ai quali è affidata la cura della Farmacia Vaticana. Alla Celebrazione, presieduta da S.E. Mons. Boccardo, si sono uniti Mons. Corbellini, Padre Elia Tripaldi, priore della Comunità dei Fatebenefratelli della Farmacia, e Padre Felix Lizaso. Hanno partecipato i dipendenti della Farmacia e i Fatebenefratelli, che prestano anche servizio di assistenza presso la Direzione di Sanità ed Igiene. Durante l’omelia, S.E. Mons. Boccardo, ha sottolineato, in riferimento alla parabola del Buon Samaritano, l’importanza del servizio e la disponibilità verso il prossimo alla luce della vita e dell’insegnamento di San Giovanni di Dio. Successivamente, S.E. Mons. Boccardo, alla presenza del Direttore della Farmacia, Fr. Joseph Kattackal, e di Mons. Corbellini, ha inaugurato i nuovi locali della profumeria. Alla cerimonia hanno partecipato il Direttore della Direzione di Sanità ed Igiene, Prof. Giovanni Rocchi, il vicediret- tore, Dott. Francesco Berti, il Direttore dei Servizi Tecnici, Ing. Pier Carlo Cuscianna, il vicedirettore Arch. Giuseppe Facchini. POETESSE E POETI “NOSTRI” I Colori dei Neri Io sono nera. Nera come l’Africa d’oggi. Sono bianca. Bianca come la neve. Sono ad immagine e somiglianza di Dio. Io sono nera. Nera. Nera come l’Africa, che qualcuno dei miei antenati ha visto nascere. Sono rossa. Rossa come il sangue che scorre nelle mie vene. Io sono fuoco. Sono blu. Blu come il pensiero celeste. Io sono leale come la promessa di Dio. Sono verde. Verde come la nostra primavera. Io sono la speranza che un giorno tutti saremo uguali. Sono gialla. Gialla come il sole, che illumina il giorno. Io sono preghiera a Dio. Io sono nera. Nera come la notte, che invita all’amore. Io sono l’amore. Io sono nera. Nera come la notte, che fa splendere la luna. Io sono luce. Io sono nera. Nera come l’Africa di ieri. Io sono nera. Nera. Nera come l’Africa, principio e fine di tutto il mio essere. Doria Maria Perea Figueroa (Direzione dei Servizi Economici) all’ombra del cupolone | 11 Aprile 2008 IL CUORE CHE PENSA Perchè la Croce V i sono stolti che ra, che era riportata dalle dicono: non posue mutazioni all’antica teva la Sapienza di Dio stabilità, affinché impaliberare gli uomini in rassimo, come insegna modo diverso senza aslo stesso Signore, che le sumere l’umanità, seninfermità, che abbiamo za nascere da una donacquistato col peccare, na e patire tutte quelle possono essere sanasofferenze da parte dei te col bene operare. Si peccatori? A costoro rimostrava a noi, infatti, spondiamo: lo poteva a quale fragilità l’uomo certamente; ma se avesse era giunto con la sua colfatto diversamente, sa- Cristo sotto la Croce e la Veronica, E. Le Sueur (1616-1655), Louvre, Parigi. pa, e da quale fragilità rebbe dispiaciuto ugualera liberato con l’aiuto mente alla vostra stoltezza. Se non apparisse agli occhi dei divino. Perciò il Figlio assunse umana natura e in essa ha sofpeccatori, certamente la sua luce eterna, che si vede con gli ferto da uomo. occhi interiori, non potrebbe essere vista dalle menti inquinate. Questo rimedio a favore degli uomini è così grande, che Ora, dal momento che si è degnato di istruirci visibilmente per più non si può immaginare. Quale superbia si può sanare, se prepararci alle cose invisibili, dispiace agli avari, perché non non si sana con l’umiltà del Figlio di Dio? Quale avarizia si ha assunto un corpo tutto d’oro; dispiace agli impudichi, per- può sanare, se non si sana con la povertà del Figlio di Dio? ché è nato da una donna (infatti gli impudichi non hanno molto Quale iracondia si può sanare, se non si sana con la pazienza piacere che le donne concepiscano e partoriscano); dispiace ai del Figlio di Dio? Quale empietà si può sanare, se non si sana superbi, perché ha sopportato con infinita pazienza le offese; con la carità del Figlio di Dio? dispiace ai timidi, perché è morto. E perché non sembri che Innalzi la sua speranza il genere umano e riconosca la sua difendano i loro vizi, dicono che si dispiacciono che ciò sia natura, veda quanto posto abbia nelle opere di Dio. accaduto non in un uomo, ma nel Figlio di Dio. [continua] Non capiscono infatti ciò che sia l’eternità di Dio che ha S. Agostino, De agone cristiano assunto umana natura e che cosa sia la stessa umana creatuL’ANGOLO DI CULTURA E ’ tornato di moda l’Illuminismo. Questo fa onore alla memoria degli interessati, perché esso ebbe la sua fioritura (se così si può dire di un movimento filosofico) trecento anni fa. Il nucleo più intimo di questa corrente di pensiero pare si riscontri in queste parole di Immanuel Kant: Sapere aude!, che Kant traduce: abbi il coraggio di servirti del tuo intelletto; e precisa: senza la guida di un altro (Was ist Aufklärung?). Sapere aude. Da dove deriva questo bel motto pubblicizzato dal filosofo di Königsberg? (Königsberg, allora Prussia Orientale, ora, con il nome di Kaliningrad, nell’enclave russa nell’Unione Europea, tra Polonia e Lituania). Deriva dal poe- ta di Venosa (allora al confine tra Puglia e Lucania, oggi in provincia di Potenza, Basilicata), e precisamente dalla bellissima seconda Epistola del primo libro delle Epistole di Quinto Orazio Flacco. Ecco il passo pertinente: Dimidium facti, qui coepit, habet; sapere aude, incipe. Cioè: chi ben comincia è a metà dell’opera; osa essere saggio, comincia. E’ bello che un filosofo - per di più involuto, come Kant - abbia tratto ispirazione da un poeta limpido come Orazio. Il quale Orazio, ad onor del vero, non si riferiva all’intelletto, ma alla saggezza della vita e precisamente al saper vivere, secondo quel misto di ideologia epicurea e stoica che gli era proprio. Noi cristiani abbiamo però un altro perentorio, e ben più alto, invito al buon uso della ragione (che non è solo guidata dall’intelletto, perché, come diceva Pascal, anche il cuore ha le sue ragioni). Viene nientemeno che da Nostro Signore. Disse: Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? (Lc 12, 57). Ma qui mi devo fermare, perché, a commentare queste parole della Divina Sapienza, quest’angolo di cultura rischierebbe di diventare una spianata vasta come una piazza d’armi. | all’ombra del cupolone 11 Aprile 2008 PER FARE BUON SANGUE Due Leoni e …tre facezie Un giorno Leone XII (Papa dal 1823 al 1829) decise di visitare le vecchie prigioni del Campidoglio. Nel carcere si fermava a conversare con i detenuti, chiedendo loro per quale motivo erano stati condannati. Tutti si dichiaravano innocenti, a parte uno che disse al Papa: - Santità, sono stato un ladro e un assassino e mi sono meritato questa pena. Il Papa, rivolgendosi a quelli che lo accompagnavano e ai custodi del carcere, ordinò: - Desidero che questo furfante sia immediatamente scarcerato: non vorrei che la sua presenza guastasse l’onestà degli altri. Leone XIII (Papa dal 1878 al 1903) aveva fatto piantare una vigna dentro il recinto del Vaticano e la guardava con orgoglio ogni volta che passeggiava nei giardini. una volta chiese al vignaiolo: - Quante botti di vino darà quest’anno? - Tante senz’altro, Santità. Ma al momento della vendemmia il raccolto fu molto più scarso del previsto; il Papa se ne lamentò con il contadino, pensando di essere stato ingannato: - Si figuri, Padre Santo; è solo che non avevo fatto i conti con le sue guardie! E da allora la vigna fu cintata. (Da essa ha preso il nome la zona della “Vignaccia” in Vaticano). Un giorno Leone XIII ricevette in udienza un poeta francese che si recò in Vaticano accompagnato dalla sua giovane moglie, una donna molto attraente. Arrivato dal Papa il poeta gliela presentò; Leone XIII li guardò sorridendo e poi, rivolto al giovane, gli disse con benevolenza: - Certo che a Lei l’osservanza del nono comandamento non deve costare molta fatica! NOTIZIE LIETE E ...TRISTI Matrimoni Nella luce della Gerusalemme celeste Hanno formato una nuova famiglia: - Luca Allocca e Valeria Dabraio (05/04); - Giampaolo Capone e Daniela Domenici (06/04). “Ci sono anch’io!” Diverse famiglie di dipendenti del Governatorato sono state allietate in questo periodo dalla nascita di figli: - Sofia (15/02), di Luca Bottinelli; - Anna (16/02), di Eva Mentelli; - Nicole (23/02), di Piergiorgio Zanetti; - Valentina (08/03), di Mario Tirelli Lepore; - Flavia (09/03), di Danilo Orzilli; - Beatrice (12/03), di Antonio Caputi; - Ginevra (18/03), di Danilo Poli; - Alessandro (29/03), di Marco Pucarelli; - Chantal (09/04), di Massimiliano Zonetti. Alcuni nostri colleghi hanno avuto recentemente lutti in famiglia. Ricordiamo nella preghiera: - Enrico (17/02), padre di Stefano Maria Zuccaro; - Romeo (18/02), padre di Valerio Iovine; - Armando (27/02), padre di Marco Giontarelli; - Maria Costantino (27/02), madre di Alessandro Fontanella; - Pietro (17/03), fratello di Paolo Pallotta; - Carmela Vitali (17/03), madre di Quintino Mele; - Demo (18/03), padre di Vincenzo Ippoliti; - Vanda Cavicchia (22/03), madre di Quirino Neri; - Vincenzo (05/04), padre di Raffaella Ciccia; - Carmen Coppa (07/04), madre di Luca Rinaldi. notizie di varia vaticanità ANNO 2 | N. 2 REDAZIONE presso Mons. Vice Segretario Generale IMPAGINAZIONE Alessandra Murri (Ufficio Vendita Pubblicazioni e Riproduzioni) STAMPA Beatrice Caputi Chantal Zonetti Tipografia Vaticana