n°
1
ANNO VII
MAGGIO 2007
In caso di mancato recapito il
mittente si impegna al pagamento
dei resi che dovranno essere
spediti a VICENZA 36100 C.P.O.
Il giornale dello specialista del raccolto
PARIGI, TRAMPOLINO
EUROPEO PER
LE MIETITREBBIE ROSSE
Al salone Sima notevole interesse degli operatori
per le diverse novità della gamma. Intanto
in Francia, come in Italia, cresce la rete vendite
LAVERDA
È AL FIANCO
DEI CLIENTI
pag. 2
LA NUOVA REV 200
I BRITANNICI
UNA RISPOSTA
APPREZZANO
ALLE ESIGENZE
LE QUALITÀ
DEI MERCATI
BY BREGANZE
pag. 3
pagg. 5-6
COSI’ CRESCE
LA RETE
SUL MERCATO
IBERICO
pag. 6
ABBIGLIAMENTO
OROLOGI
MODELLISMO,
IL MONDO GADGET
pagg. 12-13
Gruppo Industriale ARGO
Il punto di Mario Scapin
Pronti per un buon raccolto
Mario Scapin
direttore generale
Il momento cruciale si avvicina:
saremo giorno per giorno al fianco dei clienti
Il destino dell’agricoltore è da
sempre legato al fattore meteorologico, ma anche alla buona
pratica agricola ed al rispetto dell’ambiente. Purtroppo quest’ultimo aspetto non sembra aver
avuto una gran considerazione
da parte dell’uomo, specie negli
anni della forte crescita industriale, in cui la corsa al benessere a
tutti i costi ha fatto dimenticare
alcune regole fondamentali della
natura che ci circonda ed è fonte
di risorse indispensabili.
Oggi fortunatamente stiamo
prendendo atto di ciò e proprio
partendo dall’agricoltura si sta
avviando il processo di recupero
d’energie rinnovabili che daranno respiro sia all’ambiente sia all’economia.
A tal proposito l’Unione Europea
ha approvato recentemente una
serie di linee guida in merito alle
energie rinnovabili e ai biocombustibili, con l’obiettivo di condurre, entro il 2020, il consumo
di biocarburanti al 10% del consumo totale di benzina e gasolio
per ogni singolo stato membro.
L’Italia già nella finanziaria 2007
ha iniziato a fissare obiettivi indicativi nazionali con le seguenti percentuali di biocarburanti,
ottenuti da fonti rinnovabili, sul
consumo dei carburanti in uso:
il 2,5 per cento entro la fine del
2008, il 5,75 per cento entro il
2010. Tali misure, unite ad altre
importanti iniziative quali l’implementazione, in quasi tutti i Paesi
membri, di nuovi impianti per la
produzione di biodiesel e bioetanolo, porteranno ad incrementare la domanda sia d’oleaginose
sia di grano, orzo e soprattutto
mais nel caso di bioetanolo (Italia
e Ungheria tra i Paesi maggiormente coinvolti).
Si prevede quindi che da queste
politiche deriveranno senz’altro dei benefici per l’agricoltura,
quanto meno in termini di maggior utilizzo dei terreni e conseguente aiuto al reddito.
Si tratta di premesse che non
escludono l’impegno di tutti a far
sì che i risultati di un’annata agricola siano sempre soddisfacenti,
senza perdite o sprechi a causa di
poca attenzione e mancanza di
prevenzione.
In Laverda siamo tutti convinti
che il successo dell’oggi è il frutto
del buon lavoro fatto ieri e la premessa di un sereno domani. Per
questo, a garanzia di un raccolto “non stop” per i nostri clienti,
abbiamo dato spazio ad attività
formative e predisposto servizio e
logistica con altrettanta attenzione e perizia.
Avevamo già annunciato un
grande cambiamento a livello di
servizio post-vendita, affidando
il management di assistenza e ricambi ad un’unica persona di notevole esperienza e competenza:
Pietro Dal Santo.
Operativamente è coadiuvato,
per il servizio assistenza tecnica,
da tre responsabili d’area a livello
nazionale ed internazionale. Invece per il servizio ricambi, Dal
Santo può contare sullo staff interno al servizio stesso che già si
è distinto per l’eccellente attività
apprezzata dalla clientela italiana
ed estera.
Riprendendo però il concetto
della prevenzione vorremmo rilevare che Laverda opera senza
sosta, specialmente nei periodi
cosiddetti “di bassa stagione”,
con una serie di attività che consentono al cliente utilizzatore di
predisporre le proprie macchine
al meglio perché il raccolto possa
essere veramente la conclusione
più felice di tutto un anno di lavoro. Tra le attività poco note ma
indispensabili citiamo ad esempio
l’attenzione che il nostro “service” pone alle problematiche in
campo. Ogni reclamo o suggerimento è raccolto, analizzato e
processato al fine di offrire soluzioni e proporre miglioramenti o
innovazioni di prodotto.
A livello statistico vengono analizzati i consumi di ricambi, la
messa in opera delle macchine, il
grado di percezione della qualità
sia del prodotto sia dell’operatività delle macchine in campo. Tutto
con un respiro internazionale. E’
chiaro che alle analisi seguono
poi sintesi e decisioni che portano ad offrire, quando ne esistono
i presupposti in termini di mercati
e volumi, macchine eccellenti in
ogni campo.
Naturalmente accanto ai servizi
esiste un’azienda che, con i vari
comparti dalla qualità alla produzione, dall’amministrazione agli
acquisti nonché al marketing di
comunicazione, prodotto e commerciale, si rende parte attiva nel
far scaturire quella eccellenza
espressa dal prodotto.
Siamo altresì convinti che tale
operosità di Laverda può solo
dare buoni frutti, proprio come
i vostri raccolti, se saremo capaci
insieme di basare i nostri rapporti
su sana collaborazione e reciproca fiducia.
Buon raccolto a tutti.
Il giornale dello specialista
del raccolto
Anno VII, n. 1, maggio 2007
Periodico trimestrale
Registrazione Tribunale di Vicenza
n. 1017 del 5 marzo 2002
direzione editoriale
Mario Scapin
Angelo Benedetti
Simonetta Lambrocco
direttore responsabile
Claudio Strati
progetto grafico
Andrea Rosset
Piergiorgio Laverda
hanno collaborato:
Patrick Fantinelli
ufficio acquisti ricambi
Fabrice Rondeau
direttore vendite Francia
Mike Garwood
importatore Laverda per l’Hampshire
Andres Moradas Lopez
responsabile vendite Laverda Spagna
Piergiorgio Laverda
curatore dell’Archivio Storico
“Pietro Laverda”
fotografie
Archivio Laverda spa
© by Laverda spa
36042 Breganze (VI) Italy
via F. Laverda, 15/17
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fax +39.0445.873355
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L’ Italia a cura di Simonetta Lambrocco
In Emilia si allarga la rete vendite
Entra nella squadra Laverda la modenese Agri-Moto, che ha quasi 50 anni di storia
All’inizio della campagna vendite
2006-2007 è entrata a far parte
della rete vendite Laverda in Italia la
società Agri-Moto srl di Villafranca
di Medolla, società che fa capo alle
famiglie Bozzali e Calzolari.
E a fine febbraio, nel tradizionale
open day che Agri-Moto, ogni due
anni, organizza fin dal 1996 con i
clienti presso la propria sede, tutta
la gamma Laverda era presente nel
parco espositivo della società emiliana.
«Ci siamo concentrati sulla presentazione ai nostri clienti dei prodotti
Laverda – spiega il contitolare Sandro Bozzali - e abbiamo registrato
una affluenza di pubblico più che
soddisfacente, stimata in 800 persone. Ora stiamo raccogliendo i risultati del post “open day “ in termini
di vendite».
L’open day come sempre ha offerto anche l’occasione di intrattenere
clienti e visitatori in modo piacevole:
«Con i molti visitatori abbiamo assaporato alcune prelibatezze e brindato con del buon Sangiovese, augurandoci reciprocamente futuri nuovi
successi» dice l’imprenditore.
Agri-Moto è una delle più “vecchie”
aziende commerciali di Modena e
provincia. Basti pensare che i fondatori iniziarono la loro attività permutando le attrezzature che commercializzavano con animali, ancora
prima di entrare in società.
La fondazione dell’azienda risale al
1960 ad opera delle due famiglie
Bozzali e Calzolari, tuttora contitolari. Nata con una vocazione specifica verso le attrezzature, negli ultimi
anni si è affiancata all’attività iniziale
una forte specializzazione anche nel
settore dei trattori e delle macchine
da raccolta.
La società ha raggiunto nel 2006 un
fatturato di oltre 4 milioni e mezzo
di euro. Da sempre il punto di forza
di Agri-Moto è il vasto e super assortito magazzino ricambi, nel quale
è possibile reperire tutto ciò che serve in agricoltura. In questo reparto
sono attive quattro persone che vi
operano a tempo pieno.
Il reparto commerciale conta invece
su sei addetti che svolgono la loro
attività sul territorio fornendo informazioni relative ai mezzi commercializzati e occupandosi della vendita di trattori, macchine da raccolta e
mietitrebbie. Inoltre, chi necessita
di mezzi usati, trova il necessario
supporto di un esperto dedicato
esclusivamente a questa attività.
Il servizio assistenza post-vendita è
affidato a quattro addetti, due dei
quali seguono specificamente il prodotto Laverda. Completano lo staff
di Agri-Moto quattro impiegati ai
quali è affidata la gestione amministrativa, e un autista che garantisce
la massima tempestività nelle consegne.
Sopra: un momento dell’open day.
Sotto da sinistra a destra: i titolari Alfredo Bozzali e Cesare Calzolari, Giuseppe
Bozzali, Giuseppe Zanasi e Paolo Diegoli, produttori, e Sandro Bozzali, titolare.
REV, una pioggia di richieste su numerosi mercati
E la serie si amplia con la nuova 200
In seguito alla crescente richiesta di mietitrebbie della categoria “economy” proveniente da mercati
quali Turchia, Iran, Russia, Kazakistan, Romania, ove i modelli di segmento medio Laverda Serie
REV, 256 REV, 255 REV e 225 REV hanno dimostrato di possedere caratteristiche superiori e più
apprezzate rispetto ai diretti concorrenti, Laverda propone un ampliamento della propria offerta
con la nuova REV 200.
La nuova nata si colloca al top del suo segmento per le proprie qualità di affidabilità e prestazioni
essendo equipaggiata di telaio, trasmissioni e apparato trebbiante identici a quelli in dotazione per
le sorelle maggiori. Sarà però più vicina alle nuove esigenze di convenienza economica, grazie ad
alcuni accorgimenti quali gli innesti degli organi trebbianti di tipo meccanico, il serbatoio del cereale
da 5.200 litri e la potenza del motore, un NEF Tier III da 133 kW.
Caratteristiche di questo tipo bene incontrano anche le necessità recentemente emerse nei mercati
più maturi quali Francia, Germania, Polonia, Spagna e Finlandia, dove, in seno alla piccola azienda
di tipo familiare, si sta sviluppando un’attività agricola part-time che si affianca ad altre attività ma che richiede, al pari dell’agricoltura più moderna e organizzata,
produttività e tempestività nella raccolta.
Le mietitrebbie 256 REV, 255 REV e 225 REV, oltre ad essere caratterizzate dal nuovo sistema di trasmissione comando piattaforma di taglio a cinghia, presentano
nuovi colori: grigio sia per i cerchi dei pneumatici che per la tela coperchio del serbatoio cereale. Rinnovati anche il rivestimento interno e la piattaforma di guida della
cabina, Elegance, che per il 2007 garantirà all’operatore un comfort ancora maggiore, grazie alla migliore distribuzione degli spazi all’insegna di maggiore ergonomia
e funzionalità superiore.
Andrea e la sua flotta di mietitrebbie
D’Ippoliti, modellista ferrarese, costruisce perfette riproduzioni in scala. E ha fondato un club
Benché l’agricoltura italiana non
stia attraversando uno dei suoi momenti migliori, la meccanizzazione
agricola in generale è un argomento che suscita forte interesse e
passione in tutti gli agricoltori e i
contoterzisti.
A testimonianza della grande attenzione verso questo settore,
sta prendendo sempre più piede
l’hobby del modellismo agricolo,
attività che annovera un numero di
appassionati in continua crescita,
come ci racconta Andrea D’Ippoliti
di Argenta, in provincia di Ferrara.
Andrea è un agricoltore, nasce e
vive tuttora nell’azienda agricola di famiglia, alla quale si dedica
anima e corpo. Sin da bambino si
occupa delle molteplici attività della sua azienda passando dai lavori
manuali a quelli meccanizzati, utilizzando attrezzature e guidando
trattori e mietitrebbie Laverda.
Il fascino esercitato dal mondo della meccanizzazione agricola lo porta sin da giovanissimo a collezionare macchine agricole in miniatura.
Con gli anni la passione cresce alla
ricerca del modello sempre più perfetto.
«Ad oggi la mia collezione - ci
racconta con entusiasmo Andrea
- conta più di 240 modellini sistemati con cura in apposite vetrinette che riescono quasi sempre a
meravigliare tutti, anche le persone
che non sono legate o interessate
al mondo della meccanizzazione
agricola».
A queste miniature si aggiungono i
modelli che costruisce lui stesso, interamente in legno. Veri capolavori
che solo il tempo, la dimestichezza
e la vera passione per le macchine
Laverda possono far nascere.
Per quanto si possano notare piccolissime imperfezioni, si tratta di
modelli unici che hanno comunque
un certo valore costruttivo dato che
non vengono stampati industrialmente, ma nascono dal niente, o
meglio da cataste di legno o pezzi
riciclati di vario genere, che a suon
di lima, stucco e carta vetrata, il
nostro novello “mastro Geppetto”
sa trasformare in modellini come la
Laverda M120, la M132, la 3890,
la M 306 e la L 521, queste ultime
addirittura con fanalini, lampeg-
gianti e barra di taglio funzionanti.
Alla fine del lavoro tutto deve coincidere: le dimensioni, la scala, in
questo caso 1/20, i singoli particolari e la loro disposizione, le decalcomanie e il colore.
«La lavorazione - spiega Andrea
D’Ippoliti - è molto complicata.
Inizia dalla scelta del modello da
costruire, a questo deve seguire
un dettagliato disegno corredato
di misure ben precise, sulla base di
fotografie e documenti che riproducono la macchina».
Alcuni macchinari e tanti utensili manuali aiutano Andrea nella
costruzione e nell’assemblaggio
dell’esemplare, ma il vero aiuto
sono la pazienza e l’orgoglio di
mostrare agli altri il risultato finale,
testimonianza di un lungo lavoro e
di tante, tante ore passate nel suo
laboratorio.
D’Ippoliti ha sempre sostenuto
insieme ad altri collezionisti il suo
hobby, tanto da fondare proprio
di recente, insieme all’amico Sandro Poli di Budrio e ad altri, il club
“Gaima” che coinvolge e coinvolgerà chiunque voglia unirsi e condividere questa passione.
«Il nostro club - racconta orgoglioso Andrea - ha organizzanto un
raduno a livello nazionale a Budrio, in provincia di Bologna, il 19
aprile con la partecipazione dei più
importanti collezionisti italiani che
hanno esposto migliaia di modelli
artigianali e non, dai trattori alle
mietitrebbie, dalle seminatrici ai
rimorchi. La festa ha ospitato anche un’esposizione di macchine
agricole, gimcane di trattori, gare
di tractor-pulling. Io ero là con il
mio angolo Laverda ed esponevo i
miei modelli in legno, fiero di farli
toccare con mano».
Simonetta Lambrocco
I mercati a cura di Simonetta Lambrocco
Un terzista inglese “racconta” la 255 REV
“Nelle sue prime 150 ore di lavoro ha rispettato pienamente le aspettative”
Il rapporto con le mietitrebbie alla
Hilltop Farm ebbe inizio nel 1979,
quando mio padre acquistò una nuovissima M 132 con piattaforma di taglio da 3,6 metri dalla società Power
Farming Ltd. di Stamford.
Questa macchina avrebbe offerto
molti anni di onorato servizio e di raccolti affidabili fino al 1992, anno in
cui il considerevole incremento delle
aree di raccolta da 240 a 420 ettari
ed il desiderio di poter disporre del
maggior comfort offerto da macchine con cabina condussero alla sostituzione con una 3750 di due anni,
con piattaforma di taglio da 4,8 metri, proveniente dalla società Burgess
di Melton Mowbray.
Anche questa macchina diede prova
di grande affidabilità e di costi di gestione contenuti. All’epoca si lavorava
omai su oltre 600 ettari, ma nessun
tecnico dovette intervenire per fermo
macchina durante la raccolta. Proprio
grazie alla semplicità della gestione e
della manutenzione ordinaria, tutte
le operazioni necessarie durante la
raccolta furono sempre effettuate da
noi, ad eccezione di una ricarica del
condizionatore dell’aria nel 1996.
Furono queste innegabili doti di semplicità di gestione (e costi contenuti)
ed affidabilità che ci portarono a scegliere un’altra Laverda per lavorare
nella nostra azienda. La 255 REV con
piattaforma di taglio da 5,4 metri arrivò proprio in tempo per trebbiare i
raccolti del 2006. Ci fu fornita dalla
società C&M Tractors Ltd. di Oakham.
Facemmo installare un sistema di
mappatura GPS da LH Agro Ltd.
Tutti gli inconvenienti della 3750
sono stati risolti con la Serie REV. La
frizione meccanica è stata sostituita
dalla guida idrostatica e a ciò è stato davvero facile abituarsi come agli
innesti elettroidraulici, al sistema di
comando piattaforma di taglio e alla
cabina, molto più silenziosa.
La scarsa potenza talvolta rilevata
con la 3750, ad esempio quando si
scaricava in movimento su una collina o quando si trinciava la paglia in
un raccolto pesante di grano, è stata
ampiamente risolta dal motore Iveco
da 255 cavalli. E anche il consumo di
carburante è inferiore, 15 litri per ettaro sul frumento trinciando la paglia
e 10 litri/ettaro sui fagioli. Ma altre
cose sono state migliorate, ad esem-
pio l’accessibilità che ora è ottimale
per raggiungere i punti di ingrassaggio (i punti sono meno numerosi e gli
accessi sono stati ampliati).
Anche l’accessibilità per le operazioni
di pulizia è decisamente migliorata:
per esempio il filtro rotante a sgancio
rapido permette un rapido accesso al
radiatore.
L’aumentata capacità del serbatoio
cereale significa inoltre che un trattore con rimorchio può ancora continuare a caricare il cereale per lo stoccaggio in magazzino.
L’affidabilità nel corso della prima
stagione è stata eccellente. L’unico
guasto è stato la rottura di un cavo
per l’autolivellamento automatico
sulla testata. Abbiamo semplicemente cambiato in manuale fino a che la
mattina seguente è arrivato un cavo
sostitutivo direttamente dall’Italia ed
è stato montato prima che la rugiada
fosse asciutta.
La qualità del prodotto trebbiato,
come con tutte le Laverda, è stata
eccellente.
La trinciatura e la spargitura della
paglia sono molto migliorate, grazie
alla semplicità stessa dell’inserimento
e del disinserimento di trinciapaglia
e spargipula. La qualità della paglia
lasciata in andana per la successiva
fase di imballo è ancora molto buona, perfino in condizioni di lavoro
molto asciutte.
In tutto e per tutto, nelle sue prime
150 ore di lavoro, la nuova Laverda
255 REV è stata all’altezza delle nostre aspettative e lo sarà certamente
per molti anni a venire.
Robert Allen
La 255 REV al lavoro nella campagna inglese.
Spagna, la rete
«Risparmi e qualità
con la nostra M 304 LS» commerciale
La soddisfazione degli agricoltori inglesi
programma
David e Tim Mendus-Edwards
ulteriori crescite
David e Tim Mendus-Edwards gestiscono la loro azienda agricola di
famiglia ad Alton, Hampshire.
«La nostra è un’azienda agricola a conduzione familiare - spiegano i
due agricoltori, padre e figlio -. Abbiamo acquistato la nostra prima
mietitrebbia Laverda M 304 Levelling System per la campagna di
raccolta 2006, dopo avere assistito ad una dimostrazione in campo di
grande successo l’anno precedente. Noi lavoriamo con la mietitrebbia
su una superficie di 325 ettari, con una grande varietà di prodotti:
frumento, fagioli, avena, colza, orzo primaverile e invernale. Per molti
anni abbiamo lavorato con una mietitrebbia New Holland e uno dei
principali vantaggi che abbiamo rilevato immediatamente è senza
dubbio il considerevole risparmio di carburante che otteniamo ora che
utilizziamo la nostra M 304 LS Laverda».
I Mendus-Edwards sono molto soddisfatti delle modalità di raccolta
grazie alla loro Laverda.
«La qualità di tutti i prodotti raccolti con la nostra Laverda si è
dimostrata eccellente - confermano i due imprenditori agricoli - ;
le regolazioni da effettuare a seconda dei prodotti che dovevamo
trebbiare e il sistema studiato per effettuare la pulizia si sono rivelati
molto semplici, richiedendo pochissimo tempo. Fra l’altro, alcuni dei
nostri terreni hanno pendenze scoscese e suoli difficili, ma la M 304 LS,
con la sua trazione, è stata fantastica. Ha vinto tutte le pendenze».
La manutenzione anche per i clienti inglesi si conferma un punto
forte della macchina: «Le mietitrebbie Laverda sono molto facili da
tenere pulite, durante il periodo della raccolta la migliore soluzione
che abbiamo trovato è stata quella di aprire gli ampi portelloni laterali
e dare alla macchina un soffio regolare con un compressore a benzina.
Anche il climatizzatore si è rivelato estremamente efficiente».
Insomma, una soddisfazione a 360 gradi. «L’acquisto della mietitrebbia
Laverda è stato un grande successo sotto ogni aspetto - sottolineano
David e Tim -. Ci ha consentito di ridurre i costi operativi, di ottenere
un prodotto di alta qualità e di condurre una campagna di raccolta
pienamente soddisfacente, senza difficoltà e senza problemi».
Nella foto, padre e figlio posano orgogliosi davanti alla loro Laverda.
A Breganze l’appuntamento annuale dei
concessionari di Agriargo Iberica
In febbraio l’organizzazione commerciale di Agriargo Iberica, insieme
alla rete nazionale di concessionari Laverda, ha visitato la fabbrica
di mietitrebbie di Breganze e ha svolto la sua riunione annuale nel
prestigioso Hotel Villa Michelangelo, ad Arcugnano in provincia di
Vicenza.
L’incontro annuale della rete dei concessionari è sempre un
appuntamento molto importante per tutti. Da un lato i concessionari
colgono l’occasione per incontrarsi e conoscersi, visto che le grandi
distanze e il lavoro impegnativo impediscono incontri di routine;
dall’altro hanno la possibilità di capire da vicino l’evoluzione del
marchio negli ultimi anni e, cosa più importante, apprendere quali sono
i progetti industriali a livello di prodotto e di strategie commerciali.
L’incontro ha avuto inizio con il saluto Angelo Benedetti, direttore
vendite e marketing, che ha dato il benvenuto all’organizzazione e
ai concessionari e ha presentato il programma della giornata e alcune
novità importanti di Laverda.
Di seguito ha preso la parola Antonio Esteve, direttore generale della
filiale spagnola, che ha presentato l’organigramma di Agriargo Iberica,
il bilancio delle vendite degli ultimi 10 anni e alcune informazioni di
interesse per il mercato spagnolo, come il piano di rinnovamento.
A prendere successivamente la parola è stato Mario Scapin: il direttore
generale dell’azienda di Breganze ha spiegato l’evoluzione storica di
Laverda in questi ultimi anni, sottolineando cambiamenti significativi
quali l’essere diventata nel 2000, da semplice impianto produttivo di
una multinazionale, nuovamente una vera industria, unica in Italia, per
lo sviluppo, la realizzazione e la commercializzazione di mietitrebbie.
Il rilancio della storica e prestigiosa marca ha coinciso con la crescita
costante dei volumi di vendita, con significativi investimenti industriali
e con l’assunzione di nuovi addetti anche in un contesto di mercato
difficile e di economia stagnante.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla capacità imprenditoriale del Gruppo
Industriale Argo, al dinamismo della direzione, alla professionalità ed
al rinnovato entusiasmo dei collaboratori di Laverda. Gli investimenti
strategici, la razionalizzazione delle installazioni esistenti, lo sviluppo
e la ricerca unite all’aggiornamento costante dei prodotti sono stati
le prime attività affrontate con passione, professionalità e forte
attenzione alle esigenze dei mercati.
Mario Scapin ha concluso il suo intervento illustrando i grandi
investimenti realizzati a Breganze per migliorare il sistema produttivo.
Fra questi, la moderna stazione automatizzata di taglio laser, le diverse
isole dei robot di saldatura, i moderni sistemi di meccanizzazione e
i sofisticati strumenti elettronici installati per migliorare i controlli di
qualità.
È quindi toccato ad Andres Moradas, responsabile commerciale
del mercato spagnolo, soffermarsi sull’evoluzione del marchio nella
Penisola Iberica negli ultimi sei anni. Moradas ha analizzato i dati
di vendita raggiunti durante la prima stagione, la campagna vendite
2000 - 2001, nella quale si sono ottenuti risultati vicini al 3 % di
quota di mercato, e ha concluso sottolineando l’importante crescita
sperimentata da Laverda nell’ultima
campagna del 2006 con la quale
ha superato l’8% di market share
nelle zone di presenza, risultato
molto interessante e ricco di auspici
per le campagne vendita future,
soprattutto se si osserva che il 70 %
delle vendite di Laverda corrisponde
alla gamma alta di prodotto o gamma
top, destinata principalmente a
professionisti o imprese di servizi.
Luciano Parise, responsabile del
prodotto, ha invece illustrato le novità
per la campagna 2007, tra le quali ha
sottolineato le nuove mietitrebbie
della serie M Special Power, la
nuova serie LCS e la M 304 Special
Power Levelling System Integrale.
Fra le innovazioni, vanno menzionati
il nuovo sistema elettronico di
adeguamento per la piattaforma
di taglio al suolo GSAX, le barre da
7,60 metri, i nuovi motori Tier III Sisu
e Iveco, e l’aumento, nella serie M,
della superficie di separazione del
20%.
In seguito Gianfranco Dal Santo,
responsabile del servizio tecnico per
il mercato spagnolo, ha sottolineato
l’importanza della collaborazione del
suo reparto per quanto concerne il
supporto del prodotto in campo, la
formazione tecnica, le garanzie, la
documentazione tecnica specifica e
i ricambi.
Del programma di comunicazione
aziendale ha parlato Simonetta
Lambrocco, responsabile comunicazione e pubbliche relazioni. Gli
strumenti, le forme, i livelli di comunicazione ideati ed utilizzati fino ad
oggi hanno contribuito a valorizzare
la marca e i prodotti Laverda e a consolidare la sua presenza sul territorio.
Un programma di comunicazione
completo, ha spiegato Lambrocco, si
realizza attraverso tutti i mezzi: pubblicità, comunicati stampa, articoli,
interviste, conferenze stampa, incontri coi giornalisti, incontri con i clienti,
visite allo stabilimento, presenza alle
fiere nazionali ed internazionali.
Prima di accompagnare gli ospiti nella visita allo stabilimento e ai reparti
produttivi, Andres Moradas ha illustrato le iniziative da sviluppare per la
prossima campagna 2007 in Spagna,
basate sostanzialmente su tre azioni
fondamentali: crescere nell’immagine, ampliare le conoscenze, imporsi
nel territorio. E ha concluso sintetizzando il piano di lavoro e gli obiettivi
per le campagne future, che soprattutto punteranno ad aumentare la
copertura a livello nazionale cercando nuovi concessionari in zone non
ancora coperte, e a proseguire la crescita agli stessi ritmi delle campagne
precedenti per aumentare il proprio
market share sul mercato spagnolo.
Si è trattato di una piacevolissima
giornata di lavoro, che ha visto i numerosi ospiti soddisfatti e motivati in
vista delle prossime sfide.
E Laverda raccoglie consensi a Parigi
Al salone Sima il pubblico specializzato affascinato dalle nuove mietitrebbie
Dopo un periodo di mercato sostenuto, la direzione Laverda spa
per la Francia ha concentrato le
sue aspettative sul salone Sima
2007.
In una congiuntura attualmente favorevole e con il morale di
agricoltori e contoterzisti abbastanza alto, possiamo esprimere
una certa soddisfazione per l’andamento di questa edizione per i
contatti che abbiamo avuto, sia
in termini di qualità, sia in termini di diversità e di quantità.
In effetti, nelle precedenti partecipazioni di Laverda all’importante salone parigino, la nostra
esposizione veniva visitata principalmente da clienti da sempre
fedeli alla marca e da operatori
curiosi, intrigati dal fatto di vedere nuovamente sul mercato il
marchio Laverda.
Oggi la situazione è cambiata. Il
viavai dei concorrenti al nostro
stand ci ha dimostrato che le
mietitrebbie Laverda “disturbano”. Fino a pochi anni fa non
molti credevano al ritorno di
queste macchine, costruite con
la competenza di una tradizione
esemplare, accumulata in decenni di attività nello stabilimento di
Breganze.
Numerosi visitatori, agricoltori,
contoterzisti, giornalisti, professionisti settoriali si sono fermati
e hanno trascorso molto tempo
nello stand per scoprire le gamme esposte, facendo una grande
quantità di domande sui nostri
prodotti.
Sia la nuovissima LCS 296, una
macchina a 6 scuotipaglia, che la
M 304 SP Levelling System 4WD
Integrale, o ancora la M 306 SP,
hanno catalizzato le attenzioni.
Per i nostri addetti commerciali
e i nostri tecnici non c’è stato un
attimo di tregua, dovendo soddisfare in continuo aspettative e
domande dei visitatori.
Il Sima 2007 si è chiuso con un
considerevole numero di potenziali clienti e, da parte di molti,
è apparsa forte la propensione
all’acquisto nei mesi a venire.
Numerose anche le richieste di
concessionarie interessate a rappresentare e promuovere il mar-
chio ed i prodotti Laverda.
Oggi possiamo asserire con grande umiltà che il marchio Laverda è
tornato ad essere e sta diventando nuovamente il grande marchio di un tempo.
Per il prossimo Sima l’appuntamento è tra due anni, nel 2009.
Fabrice Rondeau
In alto: la M 304 SP Levelling System ha
suscitato molto interesse a Parigi.
In basso: lo stand Laverda continuamente
affollato da operatori del settore.
Interessanti passi avanti in Francia
Nuove concessionarie per una rete commerciale sempre più specializzata
La campagna vendite della scorsa stagione
ha permesso a Laverda di riconquistare un
posizionamento significativo sul mercato
francese della mietitrebbia.
«Siamo pienamente soddisfatti dei nostri
risultati per l’esercizio 2005-2006 - ha dichiarato il direttore commerciale Laverda in
Francia Fabrice Rondeau - e a metà della
campagna vendite 2006-2007, in un clima
favorevole grazie ad una serie di elementi
positivi che dovrebbero sostenere e incoraggiare gli investimenti (i prezzi dei cereali
in rialzo, i prezzi della carne bovina e suina
ben orientati), il bilancio delle vendite Laverda ad oggi è positivo».
Per mantenere questa crescita e questo
ritorno di fiducia da parte della clientela
francese Laverda si appoggia su molteplici
leve.
Dal punto di vista commerciale, il rafforzamento della squadra permetterà a breve
termine una migliore gestione della rete,
una reattività commerciale accresciuta ed
una maggiore padronanza degli strumenti
di marketing sia operativi che sul campo e
relazionali con il cliente finale.
Una specifica politica di promozione e
marketing diretto rafforzerà l’immagine e
la distribuzione dei prodotti Laverda.
Inoltre è previsto lo sviluppo di un’intensa
attività di formazione tecnica e commerciale, per adeguare le competenze delle concessionarie. «Dobbiamo creare la nostra
specificità in un mondo agricolo che cambia
rapidamente – sostiene Rondeau – e che si
adatta molto rapidamente ai nuovi dati del
mercato». Performance, efficacia, relazioni, reattività, queste le parole chiave.
Quanto alla rete, Laverda intende rafforzare ulteriormente la sua presenza. Con
la nomina delle nuove concessionarie nel
corso dell’esercizio precedente e in considerazione dell’interessamento dimostrato
da molti nuovi pretendenti per lo sviluppo
del marchio Laverda, la direzione francese,
in diretto contatto con la casa madre, si appresta a nominare un considerevole numero di nuove concessionarie per l’esercizio in
corso.
«Siamo molto attenti a tutte le possibilità
e a tutte le richieste di distribuzione nelle
aree non ancora provviste di concessionarie, oppure sulle quali operano concessionarie Laverda che non diano soddisfazione
per lo sviluppo del nostro marchio a lungo
termine» ha dichiarato Rondeau.
«La nostra indipendenza ci permette la
scelta del reclutamento: il nuovo venuto
deve necessariamente avere la fibra di chi
si occupa di raccolta, cosa che non sempre
si è verificata in precedenza. La sinergia di
sviluppo - ha aggiunto il direttore commerciale Francia - funziona e resta una priorità
con il resto del Gruppo Argo nel caso in cui
ci sia una possibile nomina e se ne verifichi
la fattibilità con uno dei marchi di trattori e
prodotti del gruppo».
In merito al prodotto, le doti di qualità e
l’affidabilità esemplare delle mietitrebbie
Laverda sono ovunque riconosciute. «Da
qui deriva il ritorno di fiducia che abbiamo
constatato in Francia da parte di utilizzatori
di mietitrebbie di tutte le marche», ha detto Rondeau.
Grazie all’attività svolta dal momento dell’acquisizione dello stabilimento Laverda da
parte del Gruppo Argo nel 2000, oggi si
conta su un’offerta di prodotto molto articolata: 4 gamme con 20 modelli declinati
in 34 versioni permettono di soddisfare la
domanda francese e del resto del mondo in
termini di macchine convenzionali.
Partner indispensabili per le regioni connotate da forti pendenze, le Levelling System
sono un vero riferimento in termini di affidabilità e redditività per i loro utilizzatori.
La gamma media, la Serie LCS lanciata nel
corso della precedente stagione, è stata arricchita con il modello 296 LCS molto ben
accolto dalla rete e dalla clientela.
«Le mietitrebbie Laverda – ha concluso
Rondeau – sono macchine affidabili, performanti e semplici da utilizzare, macchine che a queste doti uniscono l’innegabile
vantaggio di costi di manutenzione ordinaria davvero contenuti e che ci permettono
oggi e ci permetteranno domani di fare la
differenza sul campo».
10
Gli eventi
La tecnologia nella saggezza tibetana
Il primo ministro in esilio, Samdong Rimpoche, in visita a Breganze
Un incontro di grande profondità
spirituale, quello che si è svolto
poco prima di Natale in Laverda, il
15 dicembre 2006.
L’ospite era una figura di grande rilievo, il Primo Ministro del Governo
tibetano in esilio, il prof. Samdong
Rimpoche. Designato nel 1991
membro dell’Assemblea dei deputati del popolo tibetano dal Dalai
Lama, durante il suo viaggio in
Veneto, benché occupato da molti
impegni istituzionali, ha voluto inserire nella fitta agenda anche una
visita in Laverda.
L’invito a visitare la nostra regione
è partito dalla Comunità Montana
dall’Astico al Brenta e dalla spedizione Makalu 2006 organizzata
da Luciano Covolo, nel corso della
quale la fiaccola olimpica è salita in
vetta, trasportata nell’ultima parte
del percorso dall’alpinista scalzo
Tom Perry, ed è stata firmata dal
Dalai Lama. La fiaccola, proprio
durante il viaggio di Samdong Rimpoche nel Veneto, è stata messa
all’asta e il ricavato sarà devoluto
alla costruzione di una scuola a
Dharamsala (India) per gli orfani
tibetani.
L’interesse di Samdong Rimpoche
per la visita in Laverda trova la sua
origine nella storicità dell’azienda e
nella tipologia dei suoi prodotti, le
mietitrebbie.
Infatti, come il monaco tibetano ha
avuto modo di spiegare nel corso
della conferenza tenutasi durante la
mattinata, il mondo dispone di due
diversi tipi di teconologia, la tecnologia “cattiva”, quella che sfrutta
le risorse senza contribuire al progresso e al benessere dell’umanità,
e la tecnologia “buona”, quella
che contribuisce allo sviluppo ed
al miglioramento della condizione
umana, sia alleviandone le fatiche,
sia partecipando al processo del
sostentamento alimentare.
Laverda rientra a pieno titolo in
questa seconda categoria. L’azienda di Breganze, va ricordato, ha
condotto e accompagnato lo sviluppo della meccanizzazione agricola in Italia: la prima mietitrebbia
semovente fu prodotta qui nel
1956 e fu l’origine della grande
svolta verso la meccanizzazione.
Samdong Rimpoche, ricevuto in
Laverda dal direttore generale
Mario Scapin, dal direttore marketing e vendite Angelo Benedetti e
dalla responsabile comunicazione
e pubbliche relazioni Simonetta
Lambrocco alla presenza delle cariche istituzionali locali, ha ascoltato
attentamente la presentazione della storia di Laverda e la descrizione
delle esclusività tecniche dei prodotti e ha manifestato un sincero
interesse per la visita allo stabilimento produttivo.
La conferenza della mattinata si
è conclusa con i ringraziamenti di
rito e la firma di una pergamena
da parte del direttore generale e
del primo ministro, a memoria dell’evento.
Il programma è proseguito con la
visita in fabbrica a conclusione della quale il professore è salito su una
mietitrebbia e non solo ha richiesto
che gli fossero spiegate più in dettaglio le modalità di funzionamento, ma ha anche voluto metterla in
moto.
Nel pomeriggio, l’incontro con alcuni imprenditori della zona, anch’essi ospiti in Laverda, per un’intervista al primo ministro condotta
dal giornalista Claudio Tessarolo.
Il messaggio più significativo e toc-
cante di Samdong Rimpoche si può
riassumere nell’invito a preservare
le risorse della terra perché esse
non sono illimitate, e nell’invito a
raccogliere, per sconfiggerle, le
grandi sfide dell’umanità che coinvolgono quattro importanti temi: la
disparità economica, la violenza, il
degrado ambientale, l’intolleranza.
Un messaggio espresso con la massima semplicità, ma denso di significati profondi.
Simonetta Lambrocco
Samdong Rimpoche insieme al
direttore generale di Laverda,
Mario Scapin, e la rituale foto di
gruppo nel parco espositivo dello
stabilimento a ricordo della visita.
Nell’altra pagina, la performance
improvvisata di Tom Perry.
11
E Tom Perry
si arrampica a piedi nudi
sulla mietitrebbia
Fra i molti presenti durante la visita di Samdong Rimpoche il 15
dicembre scorso in Laverda, non poteva mancare Tom Perry, il
famoso alpinista scalzo. Fu lui che portò la fiaccola olimpica, oggi
all’asta a scopo benefico, fin sulla vetta del Makalu per la firma del
Dalai Lama, dopo 140 chilometri di trekking a piedi nudi.
Allo stabilimento di Breganze, alla simpatica guardia forestale non
è parso vero di togliersi le scarpe e “scalare” a piedi nudi anche
una mietitrebbia Laverda.
«Conosco il marchio e i prodotti Laverda da quando avevo otto
anni - racconta Tom - e vidi nei campi sotto casa una mietilegatrice
ed una motofalciatrice Laverda all’opera. Sento un forte legame
con la terra e con i prodotti che essa ci fornisce, quindi anche con
l’agricoltura e con la tecnologia che permette all’uomo di lavorare
nei campi senza le dure fatiche di un tempo. Per questo anche con
un’azienda che, come Laverda, opera da sempre nella meccanizzazione agricola».
Ma perché scalare le montagne o i vulcani a piedi nudi?
«Camminare a piedi nudi ti tiene, per usare un gioco di parole,
con i piedi per terra. Ti ricorda che sei un uomo, che la tua origine
è la terra e alla terra ritornerai, ti fa capire che le cose semplici
sono le più importanti e le più vere, ti aiuta a capire che gli uomini
sono tutti uguali e hanno un unico padre sotto lo stesso cielo».
Un messaggio semplice ma di grande valenza che Tom Perry ha
trasmesso giovedì 29 marzo anche dalla vetta di uno dei vulcani
attivi più famosi del mondo, l’Etna. La sua nuova impresa, che lo
ha visto cimentarsi ancora una volta con una scalata a piedi nudi,
ha voluto tra l’altro onorare l’anno europeo dedicato alla donna.
L’alpinista scalzo ha dedicato simbolicamente la sua impresa alla
vedova dell’ispettore Raciti, ucciso mentre prestava servizio allo
stadio di Catania, e alla vedova del campione di volo libero D’Arrigo, morto lo scorso anno in un incidente.
La scalata ai vulcani continuerà successivamente in Giappone,
dove a maggio Tom porterà le ceneri dell’Etna sul Fujiama, in una
sorta di gemellaggio simbolico.
Argo informa
Gruppo Industriale ARGO
TechnoFarm in versione Europa
una gamma Utility da campo aperto
Rappresentano una novità per i mercati internazionali i nuovi trattori serie TechnoFarm “Europa”, una gamma di veri “utility” per campo aperto, lanciata
da Landini in occasione del Sima 2007. Inserita nella fascia di potenza tra 60
e 75 CV, la famiglia TechnoFarm Europa presenta come peculiarità un ottimo
equilibrio tra le caratteristiche di robustezza ed affidabilità e la ricerca di soluzioni
tecniche efficaci e tendenti a minimizzare l’impatto di costo: un’esigenza che è
sempre più sentita in molti paesi europei. La nuova gamma Landini è equipaggiata delle stesse motorizzazioni della serie Rex. Vale a dire: per il “TechnoFarm 60”,
3 cilindri aspirato; per i “TechnoFarm 70” e “80”, 3 cilindri turbo; per il “TechnoFarm 75”, 4 cilindri aspirato. La presenza di semi-piattaforma sospesa consente
di mantenere la rumorosità entro gli 86 dBA, limite imposto nei paesi dell’Unione
Europea. Disponibile nelle versioni a 2 e 4 ruote motrici, la serie TechnoFarm
Europa è strutturata per svolgere con efficienza le operazioni da campo aperto
in funzione del peso e della potenza della macchina, operare nella preparazione
del letto di semina, negli impieghi alla presa di forza e nel trasporto.
Si tratta dunque di una gamma versatile, il cui obiettivo di fare fronte a tutte
le necessità di lavorazione e movimentazione in modo semplice ed economico
si concretizza nelle dimensioni tipiche da trattori da campo aperto con passo
di 2030 mm per i tre cilindri e 2140 per la versione quattro cilindri, un peso di
2300 Kg e un’ampia scelta di pneumatici da 28” e da 30”, fino al 16.9-30 che
rappresenta lo pneumatico di riferimento per il modello più potente. La trasmissione è in linea con le richieste del mercato ed offre una frizione doppia a secco,
cambio 24+24, provvisto di inversore meccanico completamente sincronizzato.
La trasmissione si completa con
riduttori posteriori di tipo epicicloidale. L’ampio posto guida
e le leve laterali confermano
l’impostazione accurata del
progetto TechnoFarm definito,
inoltre, da ampi ed avvolgenti
parafanghi fissati al telaio di sicurezza posteriore abbattibile.
Il serbatoio posto tra vano motore e volante da 65 litri conferisce la tipica impostazione
del trattore Utility, così come
i pedali connessi direttamente
ai tiranti dei freni, questi ultimi
multidisco in bagno d’olio.
Nuovo look per la gamma McCormick
che al rosso accosta il grigio antracite
In occasione del Sima 2007 McCormick ha presentato la nuova cromia e le decalcomanie che in futuro identificheranno tutte le famiglie di prodotto del marchio.
Il colore del telaio dei trattori McCormick sarà diverso da quello della carrozzeria,
al fine di rendere più gradevole l’accostamento cromatico. La carrozzeria mantiene il rosso McCormick, mentre il telaio si tinge di un nuovo grigio antracite. La
nuova grafica delle decalcomanie sarà più moderna ed in linea con l’evoluzione
stilistica del marchio.
12
“Italia che lavora” arriva a Breganze
A Laverda il premio e una menzione speciale per gli oltre 130 anni di storia
A Laverda il premio “Italia che lavora” per il 2007. È accaduto nel
corso del convegno organizzato da
Pragma Grandi Congressi al conference centre del Russot Hotel di
Venezia-San Giuliano sul tema “Le
piccole e medie imprese, diga contro la crisi”, rivolto in particolare alle
aziende del Triveneto.
Il conferimento del premio si deve
ai requisiti di laboriosità, serietà
ed eticità che contraddistinguono
l’azienda di Breganze sin dal 1873,
anno della sua fondazione, rendendola emblema e motore di sviluppo
del tessuto economico e sociale del
Nord Est. Requisiti che la commissione tecnica di esperti ha segnalato
e premiato, volendo incoraggiare
l’opera di uomini e aziende che
attraverso la propria attività contribuiscono alla crescita dell’economia
e del prestigio del nostro Paese nel
mondo.
Davanti agli oltre 800 ospiti delle
varie province di Veneto, Trentino
Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, i
due relatori Gianluca Versace, giornalista televisivo, e Giovanni Agret-
ti, esperto in questioni riguardanti
le piccole e medie imprese, hanno
sottolineato l’importanza dell’attività imprenditoriale delle Pmi, le piccole e medie imprese, assi portanti
dell’economia nazionale.
Madrina e coordinatrice degli interventi dei relatori la brillante presentatrice televisiva Mariolina Cannuli.
A coronamento del convegno, ha
I gadget Laverda,
una linea fresca
e gradevole
Sono molti i nuovi oggetti e i
capi di abbigliamento marchiati
Laverda proposti dal nuovo
catalogo lanciato in occasione del
Sima 2007 di Parigi. Ed è stato
molto forte l’interesse suscitato
tra il pubblico.
Per ogni informazione gli interessati possono contattare la divisione ricambi di Laverda spa, a
Breganze.
avuto luogo la cerimonia di conferimento dei premi ai delegati in rappresentanza di oltre 100 aziende.
Da segnalare una menzione speciale
per Laverda spa per la sua storia di
oltre 130 anni, che è stata la prima
premiata. Ha ritirato l’onorificenza
Simonetta Lambrocco, responsabile
comunicazione e pubbliche relazioni dell’azienda breganzese.
A fianco: il giornalista televisivo
Gianluca Versace consegna il
riconoscimento per Laverda alla
communication and public relations
manager Simonetta Lambrocco.
Sotto nelle due pagine: alcuni articoli
del nuovo catalogo gadget.
13
Largo alle donne in produzione
Maggiore occupazione femminile negli stabilimenti Laverda
Dopo alcuni mesi di pianificazione
prende corpo il progetto “Donne in
Laverda”, avviato dal responsabile
risorse umane dell’azienda breganzese,
Mario Pretto, in collaborazione con
l’agenzia per il lavoro interinale
Adecco, filiale di Thiene, con il Centro
per l’Impiego e le rappresentanze
sindacali.
Il programma ha avuto inizio a gennaio
2007 con un percorso di formazione
professionale dedicato all’apprendimento delle tecniche di assemblaggio
seguito da uno stage in azienda e si
concretizza con un contratto di assunzione a termine.
La recente crisi nel settore tessile ha
creato non pochi problemi all’occupazione femminile con inevitabili ricadute
negative anche nell’area di Breganze.
L’iniziativa di Laverda e Adecco ha un
duplice risvolto positivo, riuscendo a
reinserire con una certa flessibilità nel
mondo del lavoro persone che ne erano state espulse.
L’obiettivo di Laverda prevede la creazione di una “unità operativa” già
addestrata, da inserire ciclicamente
in azienda in funzione dei picchi sta-
gionali che richiedono di aumentare
la produzione in determinati periodi
dell’anno ed in particolari frangenti di
mercato. Grazie alla flessibilità, le donne assunte in Laverda con questo progetto potranno conciliare i propri impegni familiari con l’attività lavorativa.
Visto il successo dell’iniziativa e la difficoltà nel reperire manodopera maschile specializzata, altre aziende della
zona stanno orientando le proprie
assunzioni in modo analogo, offrendo alle donne opportunità di lavoro in
ambiti tradizionalmente appannaggio
degli uomini.
«Dopo il rilancio del marchio Laverda
ad opera del Gruppo Industriale Argo ha spiegato Simonetta Lambrocco, responsabile comunicazione e pubbliche
relazioni di Laverda - appare nuovamente una caratteristica che ha sempre contraddistinto l’azienda di Breganze, vale a dire la speciale sensibilità
verso le problematiche del territorio.
È riemerso anche il senso di appartenenza fra i lavoratori e le lavoratrici che
oggi si sentono orgogliosi di fare parte
di un’azienda vincente. E va ricordato
tra l’altro che il progetto “Donne in La-
verda” si inserisce puntualmente nella
direttiva della Commissione Europea
che ha definito il 2007 come anno delle Pari Opportunità».
Oggi sono già trentuno le donne che
beneficiano del progetto “Donne in
Laverda”.
14
L’ album
Un “mostro” rombante nei campi di grano
27 anni fa i primi test della M 182: si apriva l’era delle “rosse” giganti
Breganze, estate 1980. Nei campi di grano a sud del paese, non
lontano dal nuovo grande stabilimento Laverda da poco entrato
in piena produzione, si muove un
mostro dalle strane sembianze. Il
colore rosso cupo, le curiose scritte a pallini verdi, il grande becco
posteriore su cui spicca un occhio
inquietante, una nuvola di polvere e paglia, un rombo cupo: tutto
lo fa sembrare più un oggetto da
fantascienza che una macchina
agricola.
Ma le presenze umane che si affollano intorno fanno in breve chiarezza su questa scena fantastica:
il Cav. Pietro Laverda che controlla ogni movimento, vestito come
sempre in camicia bianca, cravatta
e stivaloni; i suoi tecnici della progettazione che si agitano avanti e
indietro; i meccanici del “reparto
esperienze” con le tute verde stinto e le cassette degli attrezzi; un
fotografo che documenta passo
passo le evoluzioni della macchina. La nuova mietitrebbia gigante
Laverda M 182 entra in campo per
la prima volta.
L’anno successivo, dipinta nel tradizionale e certamente più rassicurante colore rosso, viene provata sui campi di mezza Europa
per testarne fino in fondo pregi
e difetti. A settembre si mostra in
pubblico in occasione della giornata del mais organizzata a Caorle (Ve) dall’Ente Sviluppo Agricolo
del Veneto, dove ottiene ampi
consensi dagli agricoltori. Infine
nel novembre dello stesso anno
alla fiera Eima di Bologna la nuova
M 182 è la regina dell’esposizione. Vediamo di capire le ragioni di
questo immediato interesse.
Alla fine degli anni ‘70 le accresciute esigenze della moderna
cerealicoltura avevano spinto le
case produttrici verso macchine
sempre più grandi e potenti. Laverda, che deteneva saldamente
la leadership italiana ed era ben
posizionata in mercati importanti
come la Francia e la Spagna, non
poteva restare a guardare. Il top
di gamma era in quel momento la
M 152 a 5 scuotipaglia, massima
evoluzione del progetto M 120. La
strada scelta fu quella di realizza-
re, senza limiti di costo, una mietitrebbia convenzionale, a dispetto
della tendenza allora in atto verso
le macchine assiali, ma di prestazioni elevate e caratteristiche decisamente innovative rispetto a
quanto esisteva sul mercato. Ecco
quindi una macchina di grandi dimensioni e di potenza adeguata
ma soprattutto caratterizzata, per
la prima volta, da un uso massiccio dell’elettronica nel controllo
delle varie funzioni. E questo per
la meccanica agricola era una vera
rivoluzione e una sfida da vincere,
visto il sospetto manifestato dai
più tradizionalisti.
Nella grande cabina, posta in posizione laterale, condizionata e riscaldata, una plancia con ben 45
funzioni includeva tutti i comandi
elettroidraulici controllati elettronicamente, con un display digitale
che informava su velocità e giri del
battitore; inoltre erano presenti di
serie monitor delle perdite, contaore e contaettari. Battitore da
1600 mm, il più largo della categoria, sei scuotipaglia con una superficie complessiva di pulizia di 8
Una bella immagine
in lavoro della rivoluzionaria
M 182.
15
mq, serbatoio da 7000 litri, barra
di taglio fino a 7,60 m, motore da
225 Cv con trasmissione idrostatica e cambio a 3 velocità: erano
queste le principali caratteristiche
tecniche.
E all’esterno una linea imponente
ma accattivante, studiata dall’architetto Olivieri dello studio Nizzoli di Milano, un grande nome del
design industriale italiano che già
aveva lavorato sulla M 120 e sulle
sue successive evoluzioni.
Questa macchina, che successivamente prenderà la sigla 3900, si
dimostrò subito all’altezza delle
aspettative, superando presto gli
inevitabili inconvenienti dovuti alla
gestazione della nuova tecnologia
elettronica.
Le caratteristiche di potenza e produttività la imposero nelle grandi
aziende cerealicole e nel contoterzismo, grazie anche alla versatilità,
caratteristica da sempre presente
nella produzione Laverda.
La macchina era infatti rapidamente allestibile in versione per
la raccolta del riso e con apparecchiature mais da 6 a 8 file.
Rimarrà in produzione fino al
1985, per essere poi sostituita da
un modello di potenza più contenuta e di equipaggiamento semplificato, la 3850, ma soprattutto
per lasciare spazio, al top della
gamma, alla neonata macchina
Laverda “non convenzionale”, la
MX 240, che peraltro, malgrado
le interessanti caratteristiche, non
avrà poi il successo sperato.
Ma la strada tracciata dal progetto
M 182, con le sue soluzioni tecniche realmente innovative nel
panorama delle mietitrebbie europee, consentirà nel giro di pochi
anni il totale rinnovamento della
gamma Laverda a 5 e 6 scuotipaglia e la sua affermazione sui
mercati.
Piergiorgio Laverda
In alto: il primo prototipo della M 182.
Sopra: l’innovativo posto guida con il
pannello dei comandi elettronici.
A sinistra: la M 182 in lavoro su riso.
16
La storia, le storie
Le diverse abilità che valorizzano il lavoro
La Cooperativa Verlata di Villaverla e la partnership (dal ‘90) con Laverda
Il Veneto e la provincia di Vicenza contano tante realtà che operano nel sociale.
Basti pensare che, secondo stime recenti, in Italia su oltre 7.000 unità operanti,
ben 623 sono attive nella Regione Veneto e 105 nella provincia vicentina.
In Italia il fenomeno presenta dati assai
eloquenti: il volume di fatturato complessivo ha abbondantemente superato
nel 2005 i 400 miliardi di euro, coinvolgendo circa 200 mila lavoratori, tra i
quali è significativa l’opportunità offerta
a più di 23.000 persone svantaggiate
(con problematiche collegate alla
disabilità, alla tossicodipendenza, alla
salute mentale, al
carcere, al disagio
sociale, ecc).
Tra le realtà del sociale un’esperienza
rilevante è quella
messa in campo
dalla Cooperativa Sociale Verlata,
nata come associazione nel 1984
a Villaverla grazie
ad un gruppo di
persone che da
anni operava nel
volontariato con
le persone disabili,
cercando di favorirne l’integrazione
nella scuola e nelle attività ricreative del
territorio.
Ancor oggi l’obiettivo della Cooperativa
è quello di promuovere il benessere e
l’integrazione di queste persone, attraverso un intervento finalizzato a ridurre
i deficit sul piano delle autonomie personali e ad accrescere le competenze di
tipo lavorativo.
Negli anni l’intervento si è specializzato
ed è nata Verlata Lavoro, una coopera-
tiva sociale di inserimento lavorativo.
Questa realtà opera come una qualsiasi
impresa all’interno del mercato e gestisce
attività produttive nei settori dell’assemblaggio meccanico, della falegnameria,
della manutenzione del verde, dei servizi
informatici.
I soci della cooperativa gestiscono quotidianamente gli aspetti commerciali, la
produzione, il rapporto con i clienti così
come l’affiancamento delle persone inserite nel lavoro. Un’esperienza, quella
della Verlata, molto positiva, che ha sa-
puto nel tempo conquistare sempre nuove aree di espansione. La stabilità della
compagine sociale conferma l’immagine
di una cooperativa che ha saputo trovare
un equilibrio efficace tra gli impegni, le
difficoltà e la mission che si propone.
Le opportunità di lavoro vengono riservate a persone in stato di disagio sociale
(a causa di disabilità o di altre forme di
svantaggio) con la finalità di preparare un successivo inserimento lavorativo
Laverda S.p.A. via F. Laverda, 15/17 - 36042 Breganze [VI] Italia
t. +39.0445.385311 f. +39.0445.873355
[email protected] www.laverdaworld.com
esterno.
L’inserimento in Cooperativa, con la sperimentazione diretta di un’attività lavorativa, si è dimostrato una via efficace di
accompagnamento al lavoro: oltre 110
persone hanno in questi anni effettuato
un percorso formativo, trovando al termine un efficace inserimento lavorativo
nel mercato del lavoro esterno.
Il fatturato complessivo dell’azienda Verlata ha raggiunto nel 2006 il milione e
850 mila euro, dando occupazione a 33
soci lavoratori, a cui si aggiungono altrettante persone
svantaggiate regolarmente assunte.
Tra le prime collaborazioni con le
aziende del territorio, la Cooperativa
Verlata ha avviato
una
partnership
con Laverda spa
fin dal 1990. Per
la casa di Breganze
infatti la Cooperativa esegue alcune
lavorazioni legate
al confezionamento di ricambistica.
Altrettanto significativo è il servizio
di cura e manutenzione delle aree
verdi dello stesso
stabilimento
di
Breganze, che dura ormai da quindici
anni garantendo occupazione a tre persone. Una collaborazione nel segno dei
valori sociali ma anche del radicamento
territoriale di Laverda, che in 130 anni
di storia ha sempre sviluppato una forte
capacità di dare impulso alle energie del
lavoro e delle idee della sua area, oltre
ad avere sempre un occhio di riguardo
sociale per le vicissitudini della comunità
in cui è insediata.
Nel massimo rispetto per
l’ambiente, questo giornale è
stampato su carta riciclata al 100%
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