-4- Ma i loro occhi erano impediti di riconoscerlo (Luca 24,7-16) - 49 - PROSSIMO NUMERO PAROLA ALLA REDAZIONE PENSIERO SPIRITUALE FOGLIE D'AUTUNNO OGGI PARLIAMO ...... CORSO DI FORMAZIONE VITA ASSOCIATIVA LA NOSTRA BIBLIOTECA L'ANGOLO DEI LETTORI UNA NUOVA RICETTA *************************** - 48 Il giorno prima pulire le acciughe e lavarle in acqua acidula con la aceto. Sgocciolatele in un scolapasta, poi stenderle su due fogli di carta assorbente da cucina. Tamponarle delicatamente e lasciarle asciugare. Lavare le patate, lessarle con la buccia per circa 30 minuti; scaldarle al dente, sbucciarle ancora calde e tagliarle a fette di 8 mm. di spessore. Lavare i capperi e tritarli con l'aglio e poi metterli in una ciottola, unite il prezzemolo, la maggiorana, 8 cucchiai di pangrattato e mescolare. Ungere con olio una pirofila, cospargetela del pangrattato rimasto; formare sul fondo uno strato di patate, salare pepare e spolverizzate con pangrattato mescolato al trito aromatico. Sovrapporre alle patate uno strato di acciughe, cospargetele con il trito aromatico rimasto, irrorate con un filo d'olio, spicchietti di pomodorini a ciliegia e pezzetti di pomodori secchi; ripetere gli strati terminando con le patate e il resto del pangrattato aromatico, irrorate con un filo d'olio e brodo di pesce o vegetale. Coprite e mettete in frigo. Il giorno dopo cuocere il tortino in forno già caldo a 170° per circa 45 minuti. Lasciate riposare 10 minuti prima di servire. Consiglierei un buon bianco e .... buon appetito. Una Buona Pasqua a voi e alle vostre famiglie. La Cuoca -5SOMMARIO PAROLA ALLA REDAZIONE PENSIERO SPIRITUALE FOGLIE D'AUTUNNO LA FORMAZIONE ETICA CONTINUA: UNA PRIORITA'? IL BAMBINO IN OSPEDALE C'E' QUALCUNO, NON QUALCOSA L'UOMO DELLA SINDONE E' VERAMENTE GESU'? VITA ASSOCIATIVA UNA SERATA DI SOLIDARIETA' ANGOLO DEI LETTORI LA NOSTRA BIBLIOTECA UNA NUOVA RICETTA PROSSIMO NUMERO ****************** - 6- PAROLA ALLA REDAZIONE - 47 - UNA NUOVA RICETTA Tortino di patate e acciughe Ingredienti per 8 persone: 1 kg. di acciughe 2 kg di patate 3 cucchiai di capperi sotto sale 1 bicchiere di aceto bianco 2 cucchiai di maggiorana tritata 2 spicchi di aglio 5-6 cucchiai di prezzemolo tritato 10 cucchiai di pangrattato 250 gr. di pomodori ciliegia 5-6 pomodori secchi sott'olio 1 bicchiere di brodo di pesce o vegetale olio extra vergine d'oliva sale pepe - 46 – "Chi ci rivolterà la pietra del sepolcro? " Ma, guardando, videro che la pietra già stava rivolta da un lato. (Marco 16,4) -7- La redazione Augura Buona Pasqua a tutti voi e alle vostre famiglie. -8- PENSIERO SPIRITUALE Don Ercole Colautto - 45 accaduti che riguardano l'individuazione e l'intrepretazione di un documento inedito e straordinario. La Cronaca di Imerward, e la natura, tuttora avvolta nel mistero, di un oggetto eccezionale ed enigmatico. Un oggetto che, da secoli, affascina e confonde chiunque ne venga in contatto. L' Autore, dopo varie vicissitudini, ha deciso di divulgare ciò che alcuni uomini camuffano illudendosi che la memoria de la Cronaca rimanga nell'oblio. R.F. - 44 - LA NOSTRA BIBLIOTECA In questo numero vi proponiamo un libro particolare che vi coinvolgerà fin dalle prime pagine: " L'Enigma del Crociato" edito dalle Edizioni Segno, il costo è di 20,00 €. Due parole sullo scrittore che è Fabio Piuzzi puro friulano nato a S. Daniele del Friuli, laureato a Venezia in Architettura, indirizzandosi verso l'archeologia mediovale, è diventato collaboratore esterno con varie Università e della Soprintendenza per i beni e le attività culturali del Friuli Venezia Giulia. Dal 1980 ad oggi ha partecipato a numerosi scavi sia in Italia che all'estero. Ha pubblicato un centinaio fra libri, saggi e articoli inerenti ricerche archeologiche, studi su reperti, strutture archeologiche, didattica archeologica e museale. Possiamo dire che il romanzo, è intenso e ricco di tensione fino dalle prime pagine riesce a coinvolgere. E' ispirato a fatti realmente -9Il Padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro. (Luca 15.20) -Misericordioso e pietoso è il Signore (dal Salmo 102) La parabola del Padre misericordioso è la sintesi perfetta dell'annuncio evangelico: ciò che è morto a causa del peccato, che è il pungiglione della morte, ritorna alla vita, ciò che è perduto nella notte del male, ritorna allo splendore della luce. Lo vedremo nella veglia pasquale quando, entrando nell'aula buia seguendo la luce del Risorto, toccheremo con mano che il nostro peccato non è stato in grado di spegnere la luce dell'amore di Dio. Sarebbe bello poter raccontare le innumerevoli storie di conversione che pulsano nella nostra Chiesa: dal carcerato che trasforma la sua detenzione in un ritiro spirituale, al datore di lavo ro che non cerca solo il profitto, all'adultera che dopo aver tradito il consorte torna alla fedeltà dell'amore. Mille storie che ci raccontano di un Dio che proprio perché offre sempre il perdono, permette la conversione, il cambiamento, la novità. Dio è proprio come quel Padre che non chiude nel cliché del peccato il figlio fuggitivo. Solo Lui può darci sempre nuove occasioni, perché è lui l'unico in grado di vederci non solo per quello che siamo, ma per quello che possiamo diventare. Forse il figlio prodigo si è ravveduto all'incontro con gli impoveriti in una terra lontana. Sono loro, i poveri, che ci riportano alla ricerca del tuo abbraccio di Padre. Ruggero Ruvoletto don Ercole Colautto - 10 - FOGLIE D'AUTUNNO - 43 - scusatemi se ho fatto tardi e ho fatto tardi, ma ho dovuto cuocere le fave perché domani devo seminare. Come! - Tutti in una gran risata. - E vorreste seminar le fave cotte? Ma questa è grossa: e come volete che i semi possano germogliare una volta bolliti? Eh, lo so anch'io, signor giudice rispose Pasqualon - ma nemmeno dalle sei uova sode sarebbero nati i pulcini. E il giusto trionfò anche stavolta, fra le risate di tutti. F.T. - 42- RACCONTO BREVE ************** Le sei uova di Pasqua. Sotto la Settimana Santa, un tale era tanto povero che non aveva nemmeno un po' di uova da far benedire. Va da un usuraio suo vicino e gli dice pressa poco così:" lo devo andare in America a lavorare, ma intanto vorrei festeggiare la Pasqua anch'io con i miei. Avreste sei uova da prestarmi, che ve ne do altrettante e più al mio ritorno?" Quello va a prendere sei uova sode calde calde dal tegame e gliele dà cotte. Ringraziamenti, benedizioni; poi va in America e dopo quattr'anni ritorna, non ricco ma benestante. Va dall'usuraio: " Ecco dodici uova in cambio delle sei che mi avete prestato"." Dodici uova sole?". A lui, a un usuraio, a un farabutto simile? Mi meraviglio! Prende e lo cita in tribunale, per danni, truffa e mancamento di parola. Con quelle sei uova prestate, avrebbe potuto fare non so quante galline, uova e pulcini e altre uova; insomma, mille non bastavano. Voleva portargli via il pollaio, l'orto, la casa; mandarlo in prigione con tutta la famiglia. E quell'altro, poveretto, non sapeva cosa fare. Camminava, mogio mogio, tutto in pensieri. Lì incontra un amico, un certo Edoardo Giansanti, poeta dialettale, pesarese, detto Pasqualon, un amico sul serio. Che succede? Domani - gli disse - devo presentarmi in causa. - E gli raccontò delle sei uova; come le aveva avute, come è tornato, l'offerta fatta e la pretesa dell'altro, la denuncia, ecc. ecc. Ti difenderò io - fa Pasqualon. A che ora è la causa? Alle nove. Aspettami nell'aula e ti verrò a difendere. Viene il giorno dopo, arrivano le nove, tutti aspettano e Pasqualon non si vede. Anche il giudice si impazientiva. Cosa fa questo vostro avvocato che non viene? L'altro, l'usuraio, godeva del proprio veleno. Arrivano le nove e un quarto, e niente, le nove e mezzo, e niente... .Finalmente eccoti Pasqualon di corsa, mettendosi la giacca, spolverandosi i calzoni. Scusatemi, Signor Giudice, - 11 - MOMENTI Cammino per la strada, il gemito del vento passa tra ruderi di case in rovina. Una voce che grida un nome poi silenzio. La nebbia avvolge tutto in un grigio velato. La luce dei lampioni, illumina giovani falene in attesa. Pensieri sfumati nel tempo, immagini chiuse nell'oblio. Una pallida luna avvolta di seta, cerca di specchiarsi nel fiume. Accendo una sigaretta….. aspiro una boccata….. con lo sguardo l'accompagno fino a che scompare nell'acqua. Rinaldo ******************** - 12 - LA FORMAZIONE ETICA CONTINUA: UNA PRIORITA'? Relatrice: Dr.ssa Maria Cristina Orsi Docente di Deontologia generale e Bioetica applicata – Corso di Laurea in Infermiere Università degli studi di Pisa – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Polo Didattico e Formativo SMC,, Asl 2 Lucca - Responsabile Formazione E.learning, Asl 2 Lucca. - 41 - - 40 - UN PENSIERO Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che ho camminato sulla sabbia accompagnato dal Signore e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita. Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita, apparivano due orme sulla sabbia: una mia e una del Signore. Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi punti c'era solo un'orma... Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggior angustia, di maggiore paura e di maggior dolore. Ho domandato, allora: " Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, ed io ho accettato di vivere con te, perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili? " Ed il Signore rispose: " Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo; i giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia, sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio ". ~ Anonimo ~ - 13 Sintesi della relazione La Formazione Etica dell'Operatore Sanitario è una priorità. Attraverso le linee di indirizzo della politica professionale, attraverso l'evoluzione del Codice Deontologico dell'infermiere, diventa importante la visione dell'uomo per un'etica della formazione sanitaria e lo spessore etico del "prendersi cura". Le questioni da met tere in primo piano riguardano la dignità dell'uomo: il principio della dignità umana dal primo istante fino alla sua conclusione naturale, la garanzia di un autentico rispetto della persona e dell'intero ordine planetario. Nel contesto attuale, seppur difficile, esiste una crescente sensibilità nei confronti della vita umana che incoraggia a proseguire con sempre maggiore slancio nel "servizio alla vita e all'educazione ai valori" delle future e vecchie generazioni. Lo spessore etico del "prendersi cura" ha preso forma come: "riflessione morale specificatamente femminile". Rappresenta "la capacità, in ambito etico, di discriminare tra situazioni e di guidare le persone nelle proprie scelte e nelle decisioni quotidiane". Il "prendersi cura" diviene "luogo di possibilità per sviluppare nuovi atteggiamenti sia individuali sia collettivi e strumento stesso di cambiamento o, meglio, approccio per ridisegnare i rapporti con e verso gli "Altri". Le pratiche della cura sono una dimensione fondamentale della società in cui viviamo, in un certo senso ne sono l'espressione paradigmatica. Il senso di responsabilità viene visto sia come valore fondamentale, basato sulla relazione interpersonale, sia come consapevolezza di avere delle responsabilità nei confronti degli altri. Si differenzia dalla morale dei diritti che tende a considerare le persone separatamente. Si fonda sulla sensibilità per i bisogni altrui e la disponibilità a prendersi cura degli altri e sul prestare ascolto a voci diverse e a comprendere nel loro giudizio punti di vista diversi dal proprio. In questi anni i risultati ottenuti con la formazione di base, permanente e continua sono: Aumentata visibilità delle tematiche Bioetiche Maggiore sensibilità alle tematiche Bioetiche Definizione di uno spazio specifico per la Bioetica nei programmi del corso di Laurea in Infermieristica - 14 - L'obiettivo è quello di formare professionisti competenti e con una solida base valoriale (la dimensione tecnico-professionale e motivazionale - relazionale) . Ecco l'importanza della Formazione di base. L'importante è garantire e mantenere nel tempo questa formazione, rinvigorendola, rinforzandola e attualizzandola. Ecco l'importanza della Formazione Permanente/Continua. Spesso c'è il rischio è quello di identificare come compito dell'Etica Clinica quello della risoluzione di un conflitto, piuttosto che la ricerca della decisione migliore e giusta per il paziente che si trova davanti. L'insegnamento della Bioetica al 3° anno del Corso di Laurea in Infermieristica. Lettura dei programmi del corso di Laurea in Infermieristica: OBIETTIVI A l termine del corso lo studente: - avrà fatto propri gli aspetti etici e deontologici della professione, espressi nel Codice Deontologico dell'Infermiere. - 39 - I NOSTRI LETTORI Cari lettori continuate ad inviare le vostre idee ed opinioni per mezzo posta a: Associazione A.C.O.S. c/o Ospedale di Palmanova Via Natisone n° 11 33057 Palmanova (Ud) o Fantino Rinaldo Via G.Carducci 7/ A 33057 Palmanova (Ud). Vi informiamo che la nostra segreteria è aperta : Lunedì dalle 16 alle 18 Mercoledì dalle 16 alle 18 Giovedì dalle 16 alle 18 O contrattarci al numero 0432 921639, sempre durante gli orari di segreteria presso l'Ospedale di Palmanova per qualsiasi informazione, o alla seguente Emai: [email protected] - 38 - SERATA DI SOLIDARIETA' La tematica che ci porterà il prossimo anno al Grande Convegno degli Operatori Sanitari a Roma è: "La persona malata". Dunque alla persona malata e in modo particolare ai malati termina li, noi come Associazione Cattolica Operatori Sanitari abbiamo pensato di organizzare a Palmanova e precisamente al Teatro: "Gustavo Modena" il 21 settembre c.a. alle ore 21, un concerto da parte del coro: " Arrigo Tavagnacco" di Manzano. Il ricavato della serata, che sarà su offerta libera, verrà devuluto: "Associazione - Cure - Palliative - Mirko" Comunichiamo fin d'ora che le prenotazioni verranno effettuate presso la nostra segreteria, di persona o per via telefonica a questi numeri: 0432 921639 - 3475839673. orario e giorni li trovate nella pagina a fianco o per e-mail: [email protected] Per motivi organizzativi, fino all'esaurimento dei posti. La segreteria sarà aperta dai primi di luglio fino al 9 settembre. La serata sarà pubblicizzata per mezzo stampa sulle nostre testate regionali, radio ed emittenti locali. L'invito è aperto a tutti, aspettiamo quindi le vostre prenotazioni a questa serata a scopo benefico. - 15 - sarà in grado di applicare i principi deontologici alla pratica professionale. - identificherà le principali tematiche bioetiche, attraverso l'analisi dei casi. - saprà effettuare una revisione bibliografica sulle tematiche bioetiche riguardanti la professione infermieristica, che necessitano di un approfondimento. ARGOMENTI DELLE LEZIONI: Definizione di Deontologia e Deontologia Professionale Il Codice Deontologico dell'infermiere: analisi generale Il Segreto Professionale Definizioni di Morale, Etica, Bioetica e campi di applicazione. Il passaggio dall'Etica alla Bioetica I Modelli interpretativi in ambito Bioetico Le ragioni di una riflessione Bioetica Metodologia da utilizzare per attuare una riflessione critica in ambito Bioetica Elementi di Bioetica Applicata: Aborto, PMA, Obiezione di Coscienza Cure Palliative Eutanasia Accanimento Terapeutico e Abbandono Terapeutico Trapianti d'organo. METODI DIDATTICI DI VERIFICA Lezione frontale introduttiva con un questionario. Successivamente viene presentato il programma secondo il metodo del PBL (problem-based Learning) rivisto dai docenti. Definizioni dei termini: Deontologia e Deontologia Professionale, Il Codice Deontologico dell'infermiere (analisi generale), il Segreto Professionale, definizioni di Morale, Etica, Bioetica e campi di applicazione, il passaggio dall'Etica alla Bioetica, i Modelli interpretativi in ambito Bioetica. Presentazione della metodologia da utilizzare per attuare una riflessione critica in ambito Bioetica. Lavoro in piccoli gruppi attraverso: Individuazione ed assegnazione di un caso di bioetica speciale ad ogni gruppo di studenti che effettueranno una revisione bibliogra- - 16 - fica sull'argomento affidato. N.B. (la guida dei docenti sarà necessaria per l'elaborazione e revisione dei lavori). Alla fine del corso verrà nuovamente somministrato un questionario. Questionario fine corso. VERIFICA La verifica del percorso formativo viene fatta in itinere attraverso la supervisione dei gruppi di lavoro da parte dei docenti; finale con un esame per la verifica delle conoscenze acquisite riguardanti le definizioni e gli argomenti presenti nella dispensa di studio elaborata dai docenti. La verifica della parte applicata avviene tramite la presentazione e discussione dei casi analizzati dai grup pi. Un esempio di presentazione dei casi per coinvolgere lo studente. Il miglior interesse per Giovanni è la sospensione dell'alimentazione e idratazione? Giovanni ha 48 anni...ha subito una laringectomia con svuotamento laterocervicale ... sta vivendo la - 37 - - 36 GIORNATA ASSOCIATIVA (Nella foto a sinistra il diacono Renato Danielis, Consulente Ecclesiale dell'ACOS. Don Ercole Colautto, al centro don Naldo Della Bona e a destra don Giovanni Stocco). Il giorno 11 febbraio c.a. alle ore 10 si è celebrata nella nostra chiesetta la giornata del malato. I canti sono stati eseguiti dal coro: "Della Bassa" composta da persone del circondario tra Sevegliano, Ialmicco, Sottoselva e Udine, come ci dice il maestro De Biasio Luigi. Nella sua omelia don Naldo ha parlato dell'impegno del personale medico ed infermieristico nel rapporto umano verso l'uomo sofferente. Un servizio visto non come lavoro ma come una missione nell'ac costarsi all'ammalato, curare si il corpo, ma saper ascoltare e comprederne i bisogni. Anche i sacerdoti che si muovono lungo le corsie dei vari reparti devono essere dei buoni samaritani nel saper curare i bisogni dello spirito e una piena collaborazione e dialogo con le varie figure sanitarie che operano nei vari reparti. La cerimonia si è conclusa con la lettura della preghiera fatta dal Papa Benedetto XVI in occasione di questa giornata. R.F. - 17 sua vita in fase terminale a domicilio, assistito dai familiari... il medico palliativista, consiglia di sospendere la nutrizione e idratazione... La moglie si rifiuta dicendo: "Giovanni mangia ancora volentieri il budino!" . DOMANDE 1) Quale informazione è necessario dare ai familiari e al paziente? 2) Cosa significa accanimento terapeutico? 3) Cosa significa abbandono terapeutico 4) E' lecito in questo caso sospendere l'alimentazione e idratazione? E' sempre molto interessante il dibattito che emerge all'interno della classe. Chiudo il mio intervento con una frase di Qoelet; che è un testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana. La Riflessione Bioetica ha una dimensione diversa del tempo dove c'è un tempo per nascere e un tempo per morire…un tempo per piangere e un tempo per ridere…c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione… (Qoelet 3,2-3,4-3-17) - 18 IL BAMBINO IN OSPEDALE Il bambino malato vive, in maniera sicuramente più difficile dello adulto, l'esperienza della permanenza in ospedale, ambiente per lui sconosciuto e completamente diverso nei ritmi e nelle abitudini da quello in cui è sempre vissuto. Venire incontro alle esigenze del piccolo malato e rendere la degenza ospedaliera a sua misura significa, sicuramente, aiutarlo a conoscere il nuovo mondo in cui è entrato e anche cercare di ricostruire per lui, per quanto pos sibile, un po' della vita a cui è abituato. Per rispondere alla prima - 35 – La giornata del malato non deve considerarsi fine a se stessa, in una celebrazione occasionale, ma deve vederci tutti impegnati come comunità civile ed ecclesiale 365 giorni, poiché la fede in Dio, ci rivela che ogni ammalato ha un tesoro spirituale racchiuso nella sua esperienza e chi si prende cura di lui, singolo o comunità lo riceve in dono imparando il valore e la gioia della prossimità. Vittorio Salerno Responsabile A.C.O.S. Diocesi di Palermo ****************** - 34 - al suo bisogno di salute nelle strutture civili grazie alle lunghe battaglie sostenute dal mondo del volontariato e dalla Caritas per affermare il suo diritto alla salute. Non basta tutto quello che si è fatto ha ribadito il dott. Affronti, ma bisogna creare una cultura che la diversità, è ricchezza è risorsa in termini umani e socio-culturali per tutta la comunità. L'Ospedale tempio dell'umanità e crocevia dei popoli, può dare all'immigrato attraverso la sensibilità di tutti gli Operatori Sanitari pari dignità alla sua persona. - 19 necessità l'IDI, Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma, ha promosso, in collaborazione con l'èquipe di psicologi operanti nel reparto, la creazione di una piccola guida rivolta ai bambini malati. In forma semplice e con grafica lucida, vengono fornite le infor mazioni utili per conoscere l' ambiente ospedaliero (i suoi ritmi, le sue caratteristiche, le persone che vi lavorano...) e i consigli per seguire al meglio le terapie. Alcune pagine sono dedicate anche al dopo - degenza, con spazi per scrivere i giorni delle visite di controllo e le medicine da continuare a prendere. C'è una pagina staccabile dove è possibile scrivere, a conclusione della permanenza in Istituto, impressioni e suggerimenti da cui il personale medico e infermieristico può prendere spunto per migliorare il ser vizio. Nella guida non si dimenticano neppure i genitori ai quali vengono fornite informazioni pratiche, quali numeri di telefono utili, orari delle visite, indicazioni sui modi in cui si arriva in ospedale e sui servizi di supporto da esso forniti (il bar, il parcheggio). "Un libretto di questo genere, permette sicuramente ai pazienti e alle loro famiglie di avvicinarsi all'ospedale con meno insicurezze e paure e fornisce ai bambini un'occasione per riflettere sull'espe rienza, anche una volta che si è conclusa e per poterla comunicare, nel momento del ritorno alla vita abitudinale, per esempio ai compagni di scuola". La guida è anche certamente un esempio, che altre pediatrie potrebbero seguire, di come dare notizie e informazioni, ponendosi dalla parte del piccolo ammalato. Oltre a questa iniziativa, l'IDI, già alla fine degli anni 90 ha attuato per i suoi giovani pazienti, il progetto della scuola in ospedale. I bambini ritrovano, così, parte della loro vita abitudinale all' interno del nuovo ambiente in cui un periodo, breve o lungo che sia devono vivere (il che rende sicuramente meno psicologicamente difficile la degenza) e possono, anche reintegrarsi più facilmente al ritorno nella classe di partenza. Per realizzare questa iniziativa l'IDI si è collegato alla scuola Media Statale "Don Morosini- Val Favara", scuola che ha realizzato il primo "polo ospedaliero" italiano, riuscendo a seguire contemporaneamente i bambini degenti in quattro ospedali e non in uno solo come avviene abitualmente in Italia. Oltre che all'IDI gli insegnanti di questa scuola (cinquanta su settanta sono impegnati in questo lavoro) si recano - 20 - al Policlinico A.Gemelli e alla clinica ematologica del Policlinico Umberto I°. L'impostazione del progetto, così voluta fortemente dal Provveditore agli studi di Roma, Pasquale Capo, è unitaria per quanto riguarda la programmazione e l'organico e si avvicina al modello europeo che prevede, diversamente dalla situazio ne italiana ancora frammentaria e solo sperimentale, la presenza - 33 Molte iniziative sono messe in atto dal Movimento di aiuto alla vita, per venire incontro alla donna favorendo l'accettazione della vita che è già nel suo grembo. Il bambino ammalato specialmente quando la patologia oncologica è irreversibile e coinvolge tutta la famiglia, argomento trattato dal dott. Angelo Vecchio neuropsichiatra infantile ha sottolineato, che spesso sottovalutiamo il dolore e la sofferenza dei bambini, attribuendoli a dei capricci. Il sostegno alla famiglia specialmente a quelli fuori sede deve essere un impegno della comunità civile ed ecclesiale, per quello che sarà possibile per una accoglienza umana e solidale. Il malato in fase terminale è una persona che conserva la sua dignità,an che quando la scienza si arrende di fronte al guarire, resta sempre però il prendersi cura fino alla sua naturale fine. Questo aspetto, per certi versi molto dibattuto per chi sostiene che l'eutanasia sia la migliore risposta alla sofferenza dell'uomo. Ma il responsabile dell' hospice dell'Ospedale Civico dott. F. Muscarella ha sostenuto che il malato terminale se viene accompagnato in questo suo percorso con il prendersi cura di lui in chiave olistica, sicuramente la sua fine sarà rispettosa della sua dignità e i suoi familiari accetteranno questo distacco con più serenità specialmente quando si tratta di una giovane età. L'anziano che nella sua fragilità ha bisogno di molte attenzioni lo ha evidenziato il dott. G.Di Cara responsabile della Pastorale degli Anziani della Diocesi di Palermo. Egli ha detto che l'anziano non autosufficente ammalato, spesso rifiutato dal nucleo familiare e che non trova nelle istituzioni le risposte per una qualità di vita rapportata alle sue condizioni. L'ospedalizzazione spesso con poca attenzione alle condizioni geriatriche che sono molteplici, l'anziano viene considerato un peso e quindi il suo diritto a ricevere cure e attenzione appropriate vengono disattese specialmente quando c'e anche l'abbandono della famiglia. L'immigrato sradicato dal suo naturale contesto socio-culturale viene nella nostra terra con la speranza di una vita migliore, il dott. Mario Affronti direttore dell'ufficio Migrantes della Diocesi di Palermo ha rilevato dal suo autorevole osservatorio che l'immigrato si ammala di patologie fisiche e psichiche e che trova oggi risposte - 32VITA ASSOCIATIVA XXI° Giornata Mondiale del Malato "Va e anche tu fa' lo stesso" In preparazione alla Giornata Mondiale del Malato il 7 febbraio all'Ospedale Civico di Palermo si sono incontrati: Operatori Sanitari, Volontari e semplici cittadini, per dibattere e riflettere sulla necessità che bisogna guardare l'ammalato e non solo la malattia specialmente gli Operatori Sanitari. Il tema indicato da Papa Bene detto XVI trae spunto dal racconto evangelico del Buon Samaritano Cfr.Luca 10,30-37. Nella logica della fede che specialmente in questo Anno siamo invitati a meditare, ogni credente può far del bene a chi soffre ed anche con la propria sofferenza essere soggetto attivo di evangelizzazione. Gli interventi dei responsabili delle diverse Pastorali, nell'ottica di una Pastorale d'insieme, hanno messo in luce che la giornata mondiale del malato non deve intendersi come momento solo celebrativo, ma con interventi mirati anche alla prevenzione. quale obiettivo di una sanità a dimensione d'uomo. L'aspetto della donna in difficoltà ad accettare o rifiutare una gravidanza, lo ha esplicitato con molto calore la dott.sa Rosa Rao responsabile del Movimento per la vita, sostenendo che la prevenzione all'aborto, dipende dalla mancanza di una accoglienza a tutti i livelli sia familiare che socio-sanitario, che culturali, favorendo cosi l'aborto è che la prima vittima oltre che al nascituro, sarà sempre la donna lasciata sola. - 21 - di una scuola ospedaliera completamente autonoma. Il lavoro degli insegnanti in questi ospedali nei prossimi anni a migliorare ulteriomente grazie anche alla introduzione di moderni strumenti di lavoro. Verranno installati, infatti, apparecchi per l'insegnamento a distanza interattivo (donazione della SIP) e il sistema multimediale per l'insegnamiamento della geografia - 22 (fornito dal CNR). Questi strumenti permetteranno anche un più forte collegamento tra gli alunni degenti in ospedale e quelli presenti nelle classi della scuola e renderanno possibile il contatto tra gli ospedali. La lezione interattiva sarà, dunque, un altro modo per rompere l'isolamento e la solitudine, da cui con ogni mezzo i promotori di queste iniziative stanno cercando di far uscire i piccoli malati. E.B. - 31 - - 30 ha appunto il largo rettangolo con la testa al centro che si vede sulle copie del Mandylion. Esistono poi alcune descrizioni del Mandylion come un panno che recava l’immagine dell’intero corpo di Gesù; è quindi logico dedurre che il Mandylion fosse la Sindone ripiegata in modo da mostrare solo il viso. Invece Veronica, secondo una tradizione del XII secolo, è il nome della donna che avrebbe asciugato il viso insanguinato di Gesù sulla Via Dolorosa. Questo nome, secondo Gervasio di Tilbury (XIII secolo), deriva da «vera icona». La raffigurazione della Veronica mostra il Volto di Gesù su un panno ed è certamente ispirata dal Mandylion. Quali sono le tesi più diffuse nell’ambito dell’iconografia sindonica? Non tutti gli studiosi sono concordi nell’identificare la Sindone con il Mandylion, anche se gli indizi favorevoli sono numerosi; però tutti riconoscono che la Sindone è stato il modello ispiratore delle icone che raffigurano Gesù e anche di tutta l’iconografia legata alle scene della Passione, in particolar modo quella riguardante la deposizione di Gesù dalla croce e la sua sepoltura. Sono emerse novità interessanti dal recente congresso Valencia? Alcuni studiosi della storia della Sindone, Ian Wilson, Mark Guscin, Jorge M. Rodriguez, César Barta, hanno portato nuove prove favorevoli all’identificazione della Sindone con il Mandylion di Edessa. Ma anche in altri settori sono emerse nuove prove dell’autenticità della Sindone: ad esempio la palinologa Marzia Boi ha identificato, fra i pollini presenti sulla Sindone, quelli di piante dalle quali si estraevano balsami e unguenti usati dagli Ebrei per le sepolture, come l’elicriso, il galbano, il laudano, il lentisco. Tutto converge verso quel sepolcro dove un cadavere, preparato secondo gli usi giudaici, restò solo per poche ore… M. C. P. (Zenit, 9 maggio 2012) A gentile concessione agenzia stampa "Tricolore" ****************** - 23 C'E' QUALCUNO, NON QUALCOSA E' l'ora di cancellare dal nostro vocabolario la parola feto perchè è davvero un bambino che reagisce, ricorda, impara proprio come un bambino già nato. Il feto già riconosce la voce della madre quando è ancora nel pancione. Questo è quanto mostra uno studio francese - il primo autore è Renuaud Jardri- pubblicato sulla rivista: "International Neuroscieces" di aprile 2012. Questa capacità è stata mostrata con l'uso di raffinate tecniche di risonanza materna, che - 24 registrano l'attivazione della corteccia cerebrale temporale già nella trentesima settimana di gestazione. E' uno studio canadese fatto da Kingston General Hospital mostra che il battito del cuore si accellera nel feto quando sente la voce della mamma. Cosa impara da questi studi chi accetta di non avere pregiudizi? In primo luogo che la scienza è un'apertura alla bellezza: cosa c'è di più bello di vedere uno spettacolo normalmente nascosto come quello della vita prenatale, per millenni rimasto nel mistero del buio uterino?. Il secondo punto è la chiarezza che il feto è davvero un bambino, e che reagisce, ricorda, impara proprio come un bambino già nato. Dentro l'utero c'è un universo in rapido sviluppo: è il mondo della nostra vita prenatale, come ricordava a suo tempo anche Pier Paolo Pasolini, che ricordava alla sinistra come si era allontanata dal sentire del popolo per seguire le sirene di un egoistico individualismo. Il feto in sviluppo sente le voci, i sapori, gli odori e anche il dolore se disgraziamente gliene facciamo. Proprio per questo si è sviluppata anche l'arte di somministrare analgesici al feto durante gli interventi chirurgici che puo' subire prima di nascere. Già, perchè il feto può anche essere curato chirurgicamente, in susseguirsi di stati: dalla vita fetale a quella all'aria aperta seppur attaccato al cordone obelicale quando si opera, e poi ancora vita fetale, fino alla nascita naturale. Chi suppone che la vita inizi alla nascita ha il suo bel daffare per giustificare questo paradosso di una non-vita che diventa vita, poi torna non vita e poi ancora vita.. Paradossi che ci fanno riflettere: la nascita non cambia proprio niente nello stato morale e davvero poco nello stato fisico di un individuo, perchè la vita è un continuum sin dal concepimento, e perchè solo una grossolana disattenzione ci fa pensare che la vita fetale sia una vita "in sospeso" o "in un lungo sonno", mentre è piena di sensazioni, utili sia a modellare il sistema nervoso sia a preparare alla vita all'aria aperta. Proprio per questo esistono addirittura dei corsi di educazione prenatale, che aiutano le mamme a prendere coscienza di questa evidenza e soprattutto a sfruttarla positivamente, entrando in contatto con il loro bambino prima della nascita tramite il canto, il massaggio attraverso il pancione e alla capacità di sentire i movimenti di risposta del feto. Che consolazione per tante donne scoprire di avere in sé questa compagnia, forse - 29 artistica di raffigurare il rivolo di sangue a forma di epsilon presente sulla fronte del volto sindonico; le arcate sopracciliari sono pronunciate; molti volti hanno un sopracciglio più alto dell’altro, come il volto sindonico; alla radice del naso alcuni volti hanno un segno come di un quadrato mancante del lato superiore e sotto di esso c’è un segno a V. Inoltre il naso è lungo e dritto; gli occhi sono grandi e profondi, spalancati, con iridi enormi e grandi occhiaie; gli zigomi sono molto pronunciati, talvolta con macchie; una zona abbastanza larga tra le gote del volto sindonico e i suoi capelli è rimasta senza impronta, cosicché le bande dei capelli appaiono come troppo distaccate dal viso; una guancia è molto gonfia a causa di un forte trauma, perciò il volto risulta asimmetrico; i baffi, che sono spesso spioventi, sono disposti asimmetricamente e scendono oltre le labbra da ciascun lato con un’angolatura diversa; la bocca è piccola, non nascosta dai baffi; c’è una zona senza barba sotto il labbro inferiore; la barba, non troppo lunga, bipartita e talora tripartita, è leggermente spostata da un lato. Esistono delle tecniche per analizzare se le caratteristiche del volto sindonico combaciano con quelle delle icone cristiane dei primi secoli? Alan e Mary Whanger hanno usato la tecnica della sovrapposizione in luce polarizzata per fare questo confronto. È un metodo scientifico che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Applied Optics (24, 6, 1985, pp. 766-772). Con questo metodo si confronta, ad esempio, un identikit con la foto segnaletica di una persona sospetta. Per il criterio forense statunitense sono sufficienti da 45 a 60 punti di congruenza per stabilire l’identità o la similarità di due immagini. La stessa tecnica è stata applicata a uno degli esempi più belli di Pantocrator: quello dell’icona del monastero di S. Caterina al monte Sinai (VI secolo) che presenta 250 punti di congruenza con il volto sindonico. E così molte altre icone o volti di Cristo su monete, reliquiari, ecc. Che rapporto esiste tra la Sindone, la Veronica e il Mandylion? Molte descrizioni e raffigurazioni del Mandylion sono strettamente legate alla Sindone. La presenza sulla Sindone delle tracce di otto pieghe ha richiamato l’antica descrizione del Mandylion, nascosto a Edessa in Turchia e riscoperto nel VI secolo, come tetrádiplon (quattro volte doppio); piegando la Sindone in otto si - 28 - di Cristo più diffusa nell’arte paleocristiana. Se il viso di Cristo rappresentato nell’arte paleocristiana deriva dalla Sindone, potrebbe esser questo un elemento per anticipare la datazione? Certamente. Dopo un primo periodo di nascondimento, causato dalle persecuzioni, dal IV secolo il volto di Cristo viene raffigurato con numerosi elementi non regolari, difficilmente attribuibili alla fantasia degli artisti, chiaramente di ispirazione sindonica: i capelli sono lunghi e bipartiti; molti volti mostrano due o tre ciocche di capelli nel mezzo della fronte; può essere una maniera - 25 una delle poche persone (è una personcina!) che ti amano non per come sei ma semplicemente perchè ci sei!. Come ho detto in varie occasioni, è proprio il caso di cancellare la parola "feto" dal nostro vocabolario, perchè è un termine stigmatizzante quel livello del nostro sviluppo che si vuole tener distinti dagli altri perchè non gli viene riconosciuto pari diritti rispetto agli adulti. La parola "feto" originariamente significava "cucciolo" tanto che viene da una radice sanscrita che significava "succhiare". Poi nel tempo, soprattutto negli anni 50 si è diviso drasticamente il prima - della - nascita dal dopo. Sarebbe bello se l'utero fosse trasparente, ma con le ecografie e con la scienza in pratica lo è diventato: che guaio per chi sostiene che il feto non è "qualcuno" ma è "qualcosa"! C. B. *Neonatologo-Azienda Ospedaliera Universitaria Senese Fonte: Toscana Oggi, 3 giugno 2012 Pubblicato da "Sienza e Vita" di Siena - 26 L'UOMO DELLA SINDONE E' VERAMENTE GESU'? Risponde la professoressa Emanuela Marinelli Se si parla di Sindone non si può non coinvolgere la Prof.ssa Emanuela Marinelli, studiosa autorevole e appassionata che si de dica da 35 anni a diffondere gli studi sindonici. Laureata in Scienze naturali e geologiche, ha insegnato Iconografia e Simbologia Cristiana alla Lumsa, pubblicato 15 libri, la maggior parte dei quali tradotti in varie lingue, tenuto una media di 100 conferenze l’anno in 20 paesi del mondo, ed il suo sito Collegamento Pro Sindone conta, dal 1997 ad oggi, 168.889 utenti. Il suo primo libro: La Sindone: un enigma alla prova della scienza”, pubblicato nel 1990 da Rizzoli, è stata la prima indagine che, a 2 anni dall’esame del Carbonio 14, ne ha svelato luci ed ombre. Gli studi e le ricerche della prof.ssa Marinelli sono in continuo aggiornamento, tant'è - 27 che abbiamo avuto modo di intervistarla non appena rientrata dal I° Congresso internazionale sulla Sindone organizzato, a fine aprile a Valencia, dal Centro Spagnolo di Sindonologia. Oggi ha tenuto la conferenza “La Sindone e l’iconografia di Cristo". Prof.ssa Marinelli, Lei ha incentrato il suo ultimo studio sulla Sindone e l’iconografia di Cristo. Il telo sindonico è dunque soltanto un’icona? La Sindone è un lenzuolo straordinario perché la sua stoffa, oltre a essere macchiata di sangue umano, reca impressa l’immagine del cadavere che vi fu avvolto per poche ore. Le sofferenze subite dall’Uomo della Sindone coincidono esattamente con quanto descritto dai Vangeli. Una lunga tradizione identifica la Sindone con il lenzuolo funebre di Gesù, la sindón (lenzuolo) acquistata da Giuseppe d’Arimatea per la sua sepoltura, gli othónia (teli) che Pietro e Giovanni troveranno vuoti. La manifattura rudimentale della stoffa, la torcitura Z (in senso orario) dei fili, la rara e pregiata tessitura in diagonale 3 a 1, la presenza di tracce di cotone egizio, l'assenza di tracce di fibre animali, la grande abbondanza di pollini di provenienza mediorientale, la presenza di aloe e mirra, la presenza di un tipo di carbonato di calcio (aragonite) simile a quello ritrovato nelle grotte di Gerusalemme, una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada (un’altura vicina al Mar Morto) rendono verosimile l'origine del tessuto nell'area siro-palestinese del primo secolo. L’unico test che ha fornito risultati contrari all’autenticità della Sindone è la prova del radiocarbonio (C14) che ne collocò l’origine nel Medioevo. La datazione radiocarbonica della Sindone, però, non è ritenuta valida per fondati motivi, in quanto il campione esaminato non era rappresentativo dell’intero tessuto. Dunque la Sindone si può definire reliquia, come ha fatto Benedetto XVI nel suo recente libro Gesù di Nazareth (Vol.2, LEV 2011, pag. 254) e si può definire icona, ma chiarendo bene in che senso si usa il termine! Quando chiamiamo la Sindone “icona” ovviamente non intendiamo dire che si tratta di un dipinto ma di un’immagine che il corpo avvolto vi impresse misteriosamente. Benedetto XVI nella sua omelia del 2 maggio 2010 a Torino, davanti alla Sindone, l’ha definita un’Icona scritta col sangue, l’Icona del Sabato Santo. È questa immagine che ha ispirato la rappresentazione del Volto