FENICI E PUNICI IN SARDEGNA I Fenici portarono con sé il loro particolare bagaglio di usi e tradizioni di ogni genere, compresi quelli culinari e di cottura. Portarono con sé la pentola da fuoco e i coperchi, strumenti importantissimi per la cottura dei cibi e la loro conservazione. Non di minore importanza è il sale che portarono anche in Occidente e che cambiò la conservazione dei cibi. CONSERVAZIONE DEI CIBI A POMPEI Gli antichi pompeiani facevano uso di erbe e spezie per la conservazione del cibo. Usavano il miele per conservare la frutta come avveniva nella preistoria del Nord Italia. Fin almeno dall’età del Ferro, con la cultura dei Golasecca (IX-V secolo a.C.), era diffusa nel Lago maggiore e nel Lago di Como la pesca dell’agone. I pesci vengono puliti, strofinati con sale e, dopo un eventuale taglio dorsale, vengono disposti in un pentolone, ancora con sale, dove vengono girati ogni 12 ore. Dopo un paio di giorni, vengono risciacquati e infilzati in uno spago, così da poterli essiccare all’aria aperta. L’essiccamento dura alcuni giorni, poi i pesci sono disposti in un contenitore di legno insieme ad erbe aromatiche. Deterioramento degli alimenti qualunque modifica dell’aspetto, dell’odore o del sapore di un prodotto alimentare che lo renda inaccetabile al consumatore In alcuni casi il deterioramento può essere causato da microrganismi PATOGENI Lo sviluppo dei microrganismi negli alimenti segue gli standard della crescita microbica La velocità di crescita durante la fase esponenziale dipende dalla temperatura e dalle proprietà nutritive dell’alimento DETERIORAMENTO DEGLI ALIMENTI La proliferazione microbica negli alimenti è influenzata da: FATTORI INTRINSECI correlati con l’alimento stesso FATTORI ESTRINSECI legati all’ambiente in cui il cibo FATTORI INTRINSECI FATTORI INTRINSECI Sostanze nutritive Temperatura Presenza di gas (CO2 e O2) Tipo e numero di microrganismi presenti pH nell’alimento Contenuto di umidità Attività dell’acqua Potenziale di ossido riduzione Struttura fisica dell’alimento Eventuale presenza di antimicrobici naturali (lisozima nel latte e nelle uova, alcune erbe e spezie) MODALITA’ DI CONTAMINAZIONE DEI CIBI ENDOGENA: all’origine (materie prime) ESOGENA: della lavorazione STOCCAGGIO: Depositi non idonei, Scarsa pulizia delle celle frigo, con promiscuità degli alimenti. DURANTE LA MANIPOLAZIONE: Attrezzature e superfici di lavoro contaminate; Promiscuità cotto/crudo, sporco/pulito; Inosservanza delle norme igieniche personali. DOPO LA PREPARAZIONE: Promiscuità cotto/crudo; Confezionamento in condizioni igieniche inadeguate. PRESENZA DI INSETTI e RODITORI. Per trattamento e conservazione dei cibi si intende l’insieme dei processi realizzati per proteggere il cibo da microrganismi e da altri agenti nocivi e per consentire il consumo anche non immediato del prodotto. L’alterazione degli alimenti è causata da fattori biologici e fisici, spesso collegati tra loro Le cause dell'alterazione degli alimenti Gli alimenti sono delle emulsioni di grosse molecole organiche in acqua che vanno incontro ad alterazioni chimiche e fisiche, in un tempo più o meno lungo, se non si prendono adeguati provvedimenti di conservazione. L'uomo ha sempre cercato di risolvere il problema con la cottura, la salagione, l'essicamento, l'affumicatura, e altri metodi di conservazione. Dal XIX secolo, grazie allo studio di molti scienziati fra i quali Pasteur, la conservazione degli alimenti ha assunto carattere scientifico e sono stati fatti passi da gigante. L'industria della conservazione nacque proprio durante l'800, grazie appunto ai progressi scientifici in questo campo ma anche alle esigenze di una società che allontanava sempre più le persone dai luoghi di produzione del cibo. L'alterazione degli alimenti è causata da fattori biologici e fisici, spesso concatenati fra loro. Le cause biologiche sono due, quasi sempre concorrenti: microorganismi e enzimi presenti nell'alimento stesso. Le cause fisico-chimiche sono scatenate da ossigeno, radiazioni, calore e variazione del contenuto idrico. FATTORI CHE INFLUENZANO LA CRESCITA MICROBICA PARAMETRI CHIMICO - FISICI pH ridotto favorisce la crescita di muffe e lieviti pH neutro o alcalino i batteri sono responsabili del deterioramento e della putrefazione macinazione o impastamento aumenta la superficie esposta alla contaminazione e distribuisce i microrganismi contaminanti in tutto l’alimento Fattori che influenzano lo sviluppo microbico negli alimenti Temperatura (mesofili, termofili, psicrofili) pH Tensione di ossigeno Attività dell’acqua (Aw) Concentazione salina Composizione dell’alimento LA TEMPERATURA 0-25°C I vari tipi di microrganismi prediligono temperature diverse per il proprio habitat ottimale intervallo t. ottimale di crescita Psicrofili -5°C-20°C 10-12°C Mesofili 20-45°C 32-37°C Termofili 45-75°C 55°C Psicrotrofi 0-5°C-35°C 25-30°C Moltiplicazione dei batteri in condizioni favorevoli 69 miliardi Tempo indicativo di moltiplicazione: 4°C: 6 ore 10°C: 2 ore 21°C: 1 ora 32°C: 20’ Numero batteri 1 miliardo 17 milioni 260000 1 ore 0 64 2 4000 4 6 8 10 12 ATTIVITA’ DELL’ACQUA La crescita ed il metabolismo dei microrganismi richiede acqua Non tutta l’acqua degli alimenti è disponibile per i microrganismi attività dell’acqua (aw) esprime il grado di disponibilità dell’acqua è il rapporto tra la tensione di vapore acqueo di una soluzione e quella dell’acqua pura alla stessa temperatura aw = p sol./pwater 0 < aw < 1 VALORI DI AW DEGLI ALIMENTI E LORO FLORA MICROBICA aw > 0.98 Alimenti Carne fresca Pesce fresco Frutta fresca Vegetali freschi Conserve vegetali in acqua e sale Conserve di frutta in sciroppo leggero (< 3,5% sale, 26% zucchero) 0.93-0.98 Salsicce fermentate Formaggio stagionato Pane Latte evaporato Conserva di pomodoro VALORI DI A NEGLI (10% sale, 50% W zucchero) Flora microbica (C. perfringens Salmonella) (Pseudomonas) (B. cereus, C. botulinum, Salmonella) lattobacilli, bacilli e ALIMENTI E micrococchi Le tecnologie alimentari - parte III - 7 LORO FLORA MICROBICA aw 0.85-0.93 0.6-0,85 < 0.6 Alimenti Salsicce essiccate e fermentate Prosciutto crudo (17% sale, saturato con saccarosio) Frutta secca Farina Cereali Pesce sotto sale Nocciole Dolciumi Miele Uova e latte in polvere Tagliatelle Flora microbica S. aureus Muffe che producono micotossine; lieviti alteranti e muffe Funghi xerofili Alofili Lieviti osmofili Nessuna crescita ma rimane vitale Le tecnologie alimentari - parte III - 8 Ad aw<0.6 gli alimenti iniziano ad essere stabilizzati, poiché non vi è crescita microbica anche se i microrganismi rimangono vitali. Questo significa che non appena viene aggiunta acqua all’alimento deidratato, devono essere adottate le precauzioni richieste per un alimento fresco, poiché i microrganismi sopravvissuti possono nuovamente svilupparsi. LIVELLI MINIMI DI AW CHE CONSENTONO LA CRESCITA (alla temperatura ottimale) Muffe Lieviti Batteri Aspergillus chevalieri Aspergillus ochraceus Aspergillus flavus Penicillium verrucosum Fusarium moniliforme Saccharomyces rouxii Saccharomyces cerevisiae Bacillus cereus Clostridium botulinum (proteolitico) Clostridium botulinum (non proteolitico) Escherichia coli Salmonella Staphylococcus aureus 0.71 0.78 0.80 0.79 0.87 0.62 0.90 0.92 0.93 0.97 0.93 0.95 0.83 Le tecnologie alimentari - parte III - 6 ACQUA LIBERA (Aw - activity water) I microrganismi necessitano di acqua per il loro metabolismo. Ogni substrato per consentire la crescita microbica deve presentare una fase acquosa che funge da solvente per le sostanze nutritive. L’acqua libera rappresenta la quota d’acqua del substrato che i microrganismi possono utilizzare per il loro metabolismo. Aw = p/p0 p = tensione di vapore dell’acqua del substrato. p0 = tensione di vapore dell’acqua pura. Nell’acqua pura p = p0 e quindi aW = 1 L’aggiunta di uno o più soluti abbassa la tensione di vapore dell’acqua del substrato e quindi aW diventa inferiore a 1. Esiste un optimum di aw per la crescita microbica. Via via che l’aw si abbassa diminuisce la possibilità di sviluppo microbico fino ad un livello di aw al quale si ha il blocco della moltiplicazione Valori minimi approssimativi di Aw per la crescita dei microrganismi Aw Batteri Attività dell’acqua Lieviti o Muffe Acqua libera Batteri alofili Muffe xerofile Lieviti osmofili 0.91 0.88 0.80 0.75 0.65 0.60 Xerofilo: capace di vivere a basse Aw e ad alte conc. saline Alofilo: capace di vivere ad alte concentrazioni saline Osmofilo: capace di vivere ad alte concentrazioni di zuccheri Valori medi approssimativi di Aw per alcuni alimenti Frutta e verdura Uova Carni 0.95 – 0-97 Formaggi freschi Formaggi 0.87 – 0.93 Salumi stagionati Marmellate 0.82 – 0.93 Legumi secchi Latte concentrato zuccherato 0.80 – 0.87 Farina, Riso Frutta secca 0.72 Uova in polvere 0.40 Biscotti 0.30 Latte in polvere 0.20 CONTROLLO DEL DETERIORAMENTO ALIMENTARE • RIMOZIONE FISICA DEI MICRORGANISMI (filtrazione) • CAMBIAMENTO DELLA TEMPERATURA • CAMBIAMENTO DELL’ATTIVITA’ DELL’ ACQUA • UTILIZZO DI SOSTANZE CHIMICHE • UTILIZZO DI RADIAZIONI • INIBIZIONE DELLA PROLIFERAZIONE INDOTTA DA SOSTANZE DI ORIGINE MICROBICA TERMORESISTENZA DEI MICRORGANISMI 120° Distruzione delle spore in 10’-20’ 100° Distruzione rapida di tutte le forme vegetative 80° Zona termica di pastorizzazione 60° Zona di massimo sviluppo per i batteri termofili 40° Zona di massimo sviluppo per i batteri mesofili 20° Sviluppo massimo psicrofili, attenuato dei mesofili 0° Sviluppo attenuato degli psicrofili - 20° - 40° Cessazione progressiva dello sviluppo microbico METODI DI CONSERVAZIONE CAMBIAMENTO DELLA TEMPERATURA BASSE TEMPERATURE (conservazione a freddo) - Refrigerazione a 5°C rallenta la proliferazione microbica - Limite del metodo elimina solo gli organismi più sensibili al freddo TEMPERATURE ELEVATE PASTORIZZAZIONE 63°C per trattamento a calore controllato di alcuni alimenti che NON sterilizza ma riduce il livello di batteri responsabili del deterioramento 5min PASTORIZZAZIONE BASSA 72°C per 15sec 120-150°Cper 1-3sec UTH (Ultra High Temperature) PASTORIZZAZIONE-FLASH (alta) RISCALDAMENTO E CONSERVAZIONE IN SCATOLA L’alimento viene sigillato in un contenitore, riscaldato in modo da uccidere qualunque organismo vivente o per escludere la proliferazione di microrganismi rimasti vivi dopo il trattamento ACIDITA’ ATTIVITÀ DELL’ ACQUA (4) (conservazione sott’aceto) Ladell’ACQUA aw si può ridurre:può ridurre: ATTIVITA’ •Togliendo acqua (essiccamento) •Diminuendo dell’acqua METODIlaDIdisponibilità ESSICCAMENTO attraverso la cristallizzazione (congelamento) •Diminuendo la disponibilità dell’acqua ATTIVITÀ DELL’ ACQUA (4) Esempi di metodi di essiccamento sono: attraverso agenti leganti come zucchero, sale •Essiccamento al sole La aw•Essiccamento si può ridurre: ad aria •Essiccamento (liofilizzazione) •Togliendo acquaspray (essiccamento) Le tecnologie alimentari - parte III - 9 •Essiccamento per congelamento •Diminuendo la disponibilità dell’acqua attraverso la cristallizzazione (congelamento) Le tecnologie alimentari - parte III - 13 •Diminuendo la disponibilità dell’acqua attraverso agenti leganti come zucchero, sale Metodi Fisici Calore Pastorizzazione Sterilizzazione Freddo Refrigerazione Congelazione Surgelazione Disidratazione Concentrazione Essiccamento Liofilizzazione Affumicamento Irraggiamento Conservazione con il calore I microrganismi sono sensibili al calore umido. La composizione chimica e il grado di acidità influenzano la termoresistenza dei microrganismi. I trattamenti con il caldo sono due: La pastorizzazione consiste nel riscaldamento veloce a 70-80° di liquidi, come il latte. La sterilizzazione che consiste nel riscaldamento dei cibi a temperature di 120-150° per un quarto d’ora. IMPIEGO DEL CALORE Sottoponendo un alimento ad una temperatura superiore a 75°C in modo uniforme in tutti i suoi punti per 8-10’, i batteri patogeni asporigeni vengono eliminati. Più la temperatura è alta, maggiore è la possibilità di distruzione pastorizzazione ebollizione sterilizzazione 65°C-80°C per 5 minuti vengono distrutti i patogeni asporigeni si ottiene la distruzione degli asporigeni; molte spore e alcune tossine possono resistere. si ha la distruzione anche delle spore CALORE Utilizzato per bonificare alimenti (uccidere i microrganismi patogeni): Pastorizzazione 65°C per 30’ – 72°C per 15’ Ebollizione 100°C per 5’-10’ Sterilizzazione 121°C per 15’ Abbiamo due tipi di pastorizzazione: • Pastorizzazione bassa: si applica solo in presenza di latte a minimo rischio di contaminazione, viene portato a 65°C per un periodo di 30 minuti. • La pastorizzazione rapida HTST: il latte è portato a temperatura di 72°C per almeno 15 secondi. Questa temperatura uccide il 95% dei batteri, mentre resta un 5% costituito dalle spore. Per rallentare la crescita dei batteri, il latte viene immediatamente raffreddato a 4°C. Il latte pastorizzato può essere conservato a 4°C per 4 giorni. • Il trattamento UHT: il latte viene scaldato a 135°C per 2-5 secondi. Il latte UHT può essere conservato anche per più di tre mesi. • La sterilizzazione: è un trattamento termico che assicura l’eliminazione completa di tutti i batteri, anche delle spore. Il metodo più usato è l’upperizzazione: il vapore viene iniettato a 13 bar nel latte portandolo in 4 secondi a 140°C. Il latte poi passa in camera di decompressione, sotto vuoto parziale e a 75°C il vapore è riceduto . Il latte così sterilizzato ha un lungo mantenimento a temperatura ambiente, che dura dai 4 ai 6 mesi. Il latte sterilizzato è più sicuro del latte UHT, ma assume un sapore di “cotto”. Conservazione con il freddo Le basse temperature consentono di conservare più a lungo gli alimenti grazie al fatto che rallentano sia le reazioni chimiche degli enzimi. I prodotti conservati con il freddo possono essere refrigerati o congelati. Il congelamento consiste nel raffreddare i cibi a temperature di -15° o -20°. La surgelazione consiste invece nel raffreddare i cibi a temperature di ben -40° o -50°. FREDDO Utilizzato per la conservazione degli alimenti: Refrigerazione: 0 + 4°C Congelamento: • Rapido: raggiungimento di –18°C all’interno dell’alimento in meno di 4 ore (surgelazione) • Lento: raggiungimento di –18°C all’interno dell’alimento in molte ore Il congelamento è una tecnica di conservazione il cui scopo è quello di portare l'alimento a temperature molto basse, con conseguente solidificazione dell'acqua presente all'interno dell'alimento. Nessuna reazione enzimatica è possibile in un prodotto nel quale il 100% dell'acqua sia solidificata, in realtà, però, la totale congelazione del prodotto è impossibile da realizzare e quindi le reazioni di degradazione, per quanto molto rallentate, avvengono ugualmente. Il prodotto congelato, quindi, non può mantenersi oltre un certo periodo di tempo. Acqua Gli alimenti contengono quantità rilevanti di acqua ;la sua presenza è importante ai fini strutturali ,organolettici e strutturali.Non si trova mai allo stato puro,ma sempre in soluzioni piu o meno concentrate. Secondo una teoria classica l’acqua negli alimenti si divide in due categorie: -acqua legata con ponti idrogeno alle molecole organiche(proteine e sali),organizzata in strati sovrapposti ,non congelabile e non utilizzabile dai microrganismi; -acqua libera che è la maggior parte dell’ acqua contenuta negli alimenti,trattenuta dalle forze fisiche,che congela a temperature inferiori rispetto all’ acqua pura ed in relazione ai soluti disciolti,ed utilizzabile dai microrganismi. L’ACQUA CORPOREA SI TROVA COSI’ DISTRIBUITA -acqua intercellulare che si trova all’interno delle cellule rappresenta il 40% del peso corporeo -acqua extracellulare, in totale circa il 20% -acqua plasmatica rapidamente scambiabile -acqua interstiziale e linfa con un ricambio più lento -acqua nel tessuto connetivo e osseo -liquidi transcellulari, prodotti dalle ghiandole esocrine e dalle mucose dell’apparato respiratorio , gastroenterico e riproduttivo FUNZIONI E FABBISOGNO: -è solvente di gas, elettroliti e colloidi; -trasporta alle cellule le sostanze nutritive ed allontana quelle di rifiuto; -partecipa ai processi di termoregolazione; -costituisce il mezzo in cui avvengono le reazioni metabolich e digestive -è costituente fondamentale delle secrezioni -svolge una funzzione plasmatica, conferendo turgore alle cellule. Questo avviene perché l'acqua è presente negli alimenti sottoforma di acqua libera, che congela a temperature poco inferiori allo zero, e acqua legata attraverso legami di natura elettrostatica a proteine, glucidi, cellulosa, ecc. Quest'ultima ha un punto di congelamento molto inferiore rispetto all'acqua libera. Durante il congelamento, l'acqua legata passa allo stato di acqua libera: l'acqua legata residua si concentra sempre più e abbassa il suo punto di gelo fino a oltre -40 gradi, e quindi rimane allo stato liquido consentendo lo sviluppo delle reazioni di degradazione. Congelamento lento e rapido Il processo di congelazione si svolge in due fasi: - nucleazione: si formano i cristalli di ghiaccio appena si sorpassa il punto di gelo; - accrescimento: i cristalli formati nella prima fase diventano sempre più grandi, fino alla totale solidificazione dell'alimento. Se l'alimento viene sottoposto a temperature superiori a -20 gradi, si parla di congelamento lento. In questo caso prevale la fase di accrescimento: si formano pochi cristalli di grandi dimensioni che distruggono la parete delle cellule rovinando la tessitura dell'alimento, che perde liquidi e si presenta stopposo e di sapore sgradevole. È il caso della congelazione casalinga. Se invece l'alimento viene sottoposto a temperature di -30, -50 o inferiori, prevale la fase di nucleazione e si parla di congelamento rapido o di surgelazione: si formano molti cristalli di piccole dimensioni che non danneggiano le cellule. Allo scongelamento, l'alimento conserva la propria tessitura e i propri liquidi intracellulari. A livello industriale il congelamento lento è stato totalmente abbandonato. I metodi più utilizzati per congelare gli alimenti sono i seguenti: - per contatto con piastre: il prodotto viene pressato tra due piastre a -40, -50 gradi. È adatto per prodotti di forma regolare come i classici cubi di spinaci. -ad aria forzata: gli alimenti sfusi vengono sottoposti a un getto di aria a -40, -50 gradi dentro a tunnel o celle di congelamento. È il sistema utilizzato dagli abbattitori in uso anche in alcuni ristoranti. Nei congelatori a letto fluido, gli alimenti (di piccole dimensioni) vengono tenuti in sospensione da un getto di aria proveniente dal basso. Con questo sistema si congelano in tempi brevi piselli, fagiolini, carote a cubetti, ecc. - ad immersione in liquidi incongelabili: il prodotto, sigillato in confezioni impermeabili, viene immerso in soluzioni che congelano a temperature molto basse. È il caso del pollame. - con utilizzazione diretta dell'agente congelante: viene cosparso sull'alimento azoto liquido (-196 gradi) o anidride carbonica (80), che non sono tossici e, passando allo stato gassoso, non rimangono sull'alimento. Conservazione per disidratazione Poiché l’attività degli enzimi e dei microrganismi necessita d’acqua, si ritiene utile eliminarla dall’alimento stesso. Per fare ciò ci sono due possibilità: ridurre l’acqua totale e allora si parla di concentrazione o essiccazione oppure agire solo sull’acqua libera, aggiungendo sostanze naturali che sottraggono quest’ultima aumentando la concentrazione della soluzione. Lo scopo dell'essicazione è quello di rimuovere la quasi totalità dell'acqua contenuta negli alimenti, fino a un massimo del 10-15%. I metodi naturali sono utilizzati fin dall'antichità esponendo al sole gli alimenti fino ad una loro totale disidratazione, un esempio classico è quello del pesce secco dei paesi orientali ma anche dei paesi nordici (lo stoccafisso). Hanno il difetto di essere molti lunghi, e di non impedire la contaminazione e la modificazione delle qualità nutritive e organolettiche degli alimenti. I metodi artificiali, nati all'inizio del '900, avvengono riscaldando il prodotto tramite gas, radiazioni infrarosse, soffianti che inviano un getto di aria calda o contatto con superfici calde. il processo di essiccazione determina la concentrazione di tutti gli elementi nutritivi accentuando quindi le proprietà del frutto fresco. Oltre agli zuccheri questi frutti hanno quantità elevate di proteine, fibre, vitamine e sali minerali. Non c’e’ da stupirsi, perciò se i nutrizionisti considerano la frutta essiccata come un prezioso complemento alimentare, ottima soprattutto per bambini e anziani bisognosi di alimenti rimineralizzanti e fortificanti PRUGNE SECCHE Sono al top come ricchezza di sostanze antiossidanti, cioè protettive contro malattie degenerative, anche se devono la loro fama alla capacità di stimolare l'intestino, data dalle fibre ma anche da altre sostanze caratteristiche della prugna. Liofilizzazione La liofilizzazione è il metodo industriale di conservazione degli alimenti che ne aumenta la conservabilità mediante la sottrazione d’acqua. Essa viene sottratta sottoponendo l’alimento a riscaldamento. In un primo momento il prodotto viene congelato velocemente a -40°C, poi viene sottoposto a riscaldamento in contenitori sotto vuoto, passando dallo stato liquido a quello solido. Dopo questo trattamento l’alimento sembra poroso e secco. Questa tecnica, chiamata anche crioessicamento, consiste nell'essicazione per sublimazione di prodotti congelati. L'acqua contenuta nell'alimento sublima, ovvero passa dallo stato solido a quello di vapore senza passare dallo stato liquido. Questo fenomeno avviene a temperature inferiori ai zero gradi e sotto vuoto. Il prodotto conserva le caratteristiche nutritive e organolettiche originarie, non cambia la sua forma, è fragile e si presenta spugnoso. Il processo è piuttosto costoso e originariamente era destinato solo a medicinali ed alimenti particolari (per gli astronauti e per l'infanzia). Oggi le applicazioni sono svariate grazie all'abbassamento dei costi di produzione. La principale caratteristica dei prodotti liofilizzati è la facilità di reidratazione, molto più veloce dei prodotti essicati in maniera tradizionale: basti pensare allo stoccafisso, che necessita di tre giorni di permanenza in acqua per la completa reidratazione. Metodi di conservazione mediante sostanze chimiche: - sostanze chimiche naturali - sostanze chimiche artificiali - atmosfere modificate o controllate CONSERVANTI CHIMICI NATURALI La conservazione con metodi chimici è una alternativa più economica a quelli fisici, anche se meno sicura. I conservanti chimici si possono suddividere in naturali e artificiali, I conservanti naturali sono: - il cloruro di sodio (sale da cucina); - il saccarosio (zucchero da cucina); - l’alcool etilico; - l’ olio; - l‘ acido acetico (aceto). Metodi di conservazione casalinghi IL CLORURO DI SODIO La salagione è utilizzata per conservare gli alimenti, si ritiene sia stata inventata da cinesi ed egiziani. L’azione del sale è dovuta a molti fattori, prima fra tutti l’aumento della concentrazione del mezzo. Anche la diminuzione dell’acqua libera costituisce un’ulteriore azione di conservazione. La salagione può essere fatta a secco o a umido. SACCAROSIO Lo zucchero viene usato per la conservazione di marmellate, gelatine, ecc. Il meccanismo d’azione è lo stesso del sale ALCOOL ETILICO Viene utilizzato per produrre conserve di frutta, in concentrazioni dal 50 al 70%. OLIO L’olio non ha un azione conservante diretta, ma serve solo come isolante dall’aria, bloccando l’azione dei microrganismi aerobi. ACETO Viene utilizzato soprattutto per conservare gli ortaggi grazie all’acido acetico contenuto in esso. Conservazione dei cibi nel passato CONSERVARE NELLA PREISTORIA DELL’ITALIA NORD-OCCIDENTALE Nell’Italia nord-occidentale con la nocciola si ricavava una pasta conservata in vasi coperta dal suo stesso olio che resterà tradizionale della cucina piemontese. La necessità di conservare la frutta durante l’inverno crea la tradizione di conserve con miele, con il quale si conservavano le mele scottate. Cloruro di sodio La salagione viene utilizzata da millenni per conservare gli alimenti, si pensa fu inventata da cinesi ed egiziani. L'azione del sale è dovuta a molto fattori, primo fra tutti l'aumento della concentrazione del mezzo. Se un microorganismo si trova immerso in una soluzione più concentrata, a causa dell'osmosi esso tenderà a perdere acqua, finché la disidratazione non raggiunge un livello tale da uccidere l'organismo. Il sale agisce selettivamente su alcuni microorganismi favorendo la crescita di alcuni e inibendo quella di altri. Questa caratteristica viene utilizzata nella preparazione di vegetali fermentati come crauti, cetriolini, olive. Il Clostridium botulinum viene inibito da concentrazioni di sale superiori al 10%. CONSERVANTI CHIMICI NATURALI Saccarosio Lo zucchero viene usato per la conservazione di marmellate, gelatine, ecc. in concentrazioni del 65-70%. Concentrazioni inferiori consentono la conservazione solo in abbinamento ad altri metodi oppure con alimenti con pH basso (marmellate di agrumi, per esempio). Spesso le marmellate vengono addizionate con acidificanti proprio per abbassare il pH e garantire in questo modo la conservazione. Il meccanismo di azione è lo stesso del sale, ovvero l'aumento della concentrazione della soluzione. Alte concentrazioni di zucchero non inibiscono la formazione di alcuni microorganismi: è sempre bene sterilizzare le marmellate fatte in casa e curare l'igiene degli strumenti utilizzati. Alcool etilico Viene utilizzato per produrre conserve di frutta, in concentrazioni dal 50 al 70%: è letale per tutte le forme vegetative ma non nei confronti delle spore batteriche. Olio L'olio (di qualunque tipo) non ha una azione conservante diretta, ma serve solo come isolante dall'aria, bloccando l'azione dei microorganismi aerobi. È quindi inefficace nei confronti di quelli anaerobi (come il botulino): va sempre associato ad altre forme di conservazione. Gli alimenti sott'olio (come i vegetali e il tonno) subiscono sempre un pretrattamento di cottura o di salagione, e una successiva sterilizzazione. Aceto Viene utilizzato soprattutto per conservare gli ortaggi, grazie al suo contenuto in acido acetico, che non deve essere inferiore al 6%. L'azione conservativa è dovuta all'abbassamento del pH e alla tossicità dell'acido acetico nei confronti dei microorganismi. L'attività degli enzimi e la vita dei microorganismi necessita della presenza di acqua allo stato liquido. L'acqua utilizzabile non è tutta quella presente nell'alimento ma solo quella libera, effettivamente disponibile. L'eliminazione completa o parziale di una parte dell'acqua libera presente nell'alimento costituisce un metodo per la sua conservazione. Per ridurre l'acqua libera ci sono due possibilità: - ridurre l'acqua totale, e allora si parla di concentrazione o essicamento; - agire solo quella libera, aggiungendo sostanze naturali (sale, zucchero, ecc.) che sottraggono quest'ultima aumentando la concentrazione della soluzione .La disidratazione delle cellule microbiche causa l'arresto delle attività metabolica, e l'uccisione di alcune specie di microorganismi. Le spore batteriche non vengono uccise dalla disidratazione. Gli alimenti disidratati si distinguono a seconda del contenuto residuo di acqua libera: avremo alimenti ad elevata e media umidità, e alimenti a bassa umidità. Gli alimenti ad elevata e media umidità non possono essere conservati a lungo, e devono quindi sfruttare anche altri metodi di conservazione: è il caso di formaggi e insaccati (che utilizzano le proprietà di conservazione del sale), confetture, biscotti, frutta disidratata. Gli alimenti a bassa umidità sono stabili per lunghi periodi poiché i microorganismi vengono inibiti completamente dall'assenza quasi totale di acqua libera: è importante però evitare che l'umidità dell'ambiente penetri nell'alimento. CONSERVANTI CHIMICI ARTIFICIALI Dal punto di vista legale sono considerati additivi alimentari quelle sostanze, normalmente non consumate come alimento in quanto tale e non utilizzate come ingredienti tipici degli alimenti, aggiunte intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico nelle fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o immagazzinamento. Gli additivi sono sostanze indispensabili per molti alimenti, inoltre alcuni di essi sono assolutamente naturali e/o innocui. Gli additivi chimici artificiali si possono suddividere in quattro categorie, secondo la funzione che svolge all’interno del prodotto: A) additivi destinati ad assicurare la conservazione del prodotto: · conservanti · antiossidanti B) additivi che modificano le caratteristiche organolettiche del prodotto: · acidificanti · edulcoranti · esaltatori di sapore · aromi C) additivi che modificano la struttura del prodotto: · emulsionanti · stabilizzanti · addensanti · gelificanti D) additivi che non modificano né migliorano il prodotto: · coloranti CONSERVAZIONE MEDIANTE TRATTAMENTO CHIMICO •Propionato di calcio o sodio •Benzoato di sodio margarine, Pane Bevande gassose, succhi di frutta, conserve •Acido sorbico Formaggio, ingredienti per sandwich •Anidride solforosa, solfiti bisolfiti Frutta secca e verdura, vino • Formaldeide da processi di affumicatura • Nitrito di sodio Carne, Pesce Prosciutto affumicato, pancetta Conservazione in atmosfera controllata o modificata Conservazione in atmosfera controllata È una tecnica molto utilizzata per conservare frutta e verdura (soprattutto mele, pere e agrumi) fino a 7-8 mesi: questo consente di trovare mele e pere tutto l'anno. La composizione dell'atmosfera viene mantenuta costante attraverso l'utilizzo di sistemi automatici di controllo. Il meccanismo di conservazione consiste nel mantenere il tenore di ossigeno al di sotto del fabbisogno respiratorio del prodotto (inferiore al 4%, contro il 21% dell'aria), sostituendolo con azoto e anidride carbonica. Conservazione in atmosfera modificata La seconda si ha quando la composizione dell'aria è modificata dalla respirazione del prodotto: si verifica quindi un'abbassamento del tenore di ossigeno e un aumento di anidride carbonica, che impedisce il deterioramento e la formazione di muffe in frutta, verdura e cereali. Il confezionamento in atmosfera modificata nei contenitori in vendita al pubblico risale agli anni '60: le atmosfere impiegate sono a base di ossigeno, anidride carbonica, azoto. Questi ultimi due composti inibiscono la formazione di muffe, lieviti e batteri, e l'alterazione dei lipidi. Sono anche consentiti argon, elio e protossido di azoto. Sulla confezione deve figurare l'indicazione "prodotto confezionato in atmosfera protettiva". Conservazione sottovuoto o in "cryovac“ La modifica dell'atmosfera può avvenire anche senza l'aggiunta di gas: è il caso del confezionamento sottovuoto: lo scopo è sempre quello di ridurre la quantità di ossigeno inibendo le reazioni ossidative e lo sviluppo dei microorganismi aerobi. Il prodotto viene confezionato sottovuoto in sacchetti di cloruro di polivinile, poi viene immerso per pochi secondi a 90 gradi: questo materiale è termoratraibile perciò aderisce perfettamente all'alimento. Questa tecnica è utilizzata soprattutto per il confezionamento di carni fresche e insaccati (cotechini, wurstel, prosciutti cotti, affettati). L'immersione ad alta temperatura può essere prolungata: in questo caso si ha una vera e propria cottura e si parla quindi di cottura sotto vuoto. Il confezionamento sottovuoto può determinare una perdita delle qualità dell'alimento a causa del fatto che l'umidità e alcuni gas e sostanze volatili possono essere estratti dall'alimento, anche se il fenomeno è limitato dall'ermeticità del confezionamento e dal poco volume a disposizione. IRRADIAZIONE raggi g provenienti da 60Co o da 137Cs