i
QUADERNI della
RIABILITAZIONE
manuale
di autobendaggio per linfedema di arto inferiore
Struttura Complessa di Cure Palliative
(Terapia del Dolore - Riabilitazione)
Fondazione IRCCS - Istituto Nazionale dei Tumori
Via Venezian, 1 - 20133 Milano
Telefono 02.2390.2534 Fax 02.2390.3656
[email protected]
www.istitutotumori.mi.it
FONDAZIONE IRCCS
ISTITUTO NAZIONALE
DEI TUMORI
FONDAZIONE IRCCS
ISTITUTO NAZIONALE
DEI TUMORI
A CURA DI
Reparto di Riabilitazione
DIRETTORE
Dott. Augusto CARACENI
GRAFICA E
IMPAGINAZIONE
Sara BELLIA
FOTOGRAFIE
Tullo FICCARELLI
Per superare la malattia è necessario anche riprendere
il proprio ruolo nel lavoro, nella famiglia, nella vita.
Ognuno di noi ha risorse per riuscire, ma per ognuno
può essere di aiuto un supporto professionale e attento
come quello offerto dalla riabilitazione oncologica.
La riabilitazione oncologica serve a superare le limitazioni fisiche, ma non solo, che possono accompagnarsi
alle terapie e alla malattia, in tutte le sue fasi: dalla
chirurgia alla radioterapia, dalla chemioterapia alle
terapie palliative, dalla diagnosi alla guarigione.
La riabilitazione oncologica è da sempre impegno della
nostra Fondazione. Grazie al supporto fondamentale
della LILT, Sezione Provinciale di Milano, ha enfatizzato
la continuità delle cure riabilitative con le cure oncologiche, riconoscendola come parte integrante della cura
per accompagnare la persona in tutti i momenti importanti del percorso, insieme a tutte le altre competenze
professionali e assistenziali qui disponibili.
La presenza dei volontari della LILT che operano a
fianco dei professionisti conferma la nostra visione del
malato, del paziente, come ospite e come persona che
frequenta le nostre strutture. Vogliamo che chi si rivolge
a noi trovi anche aiuto in questa pubblicazione, che
intende fornirgli gli strumenti per guardare di nuovo
con fiducia e partecipazione attiva e consapevole ai
momenti presenti e a quelli futuri.
Il Direttore Generale
Dott. Alberto Scanni
Fondazione IRCCS, Milano
© 2009 Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sezione Provinciale di Milano
Il Presidente
Prof. Gianni Ravasi
LILT, Sezione Provinciale di Milano
IL BENDAGGIO ELASTO-COMPRESSIVO
Come confezionare il bendaggio
Il bendaggio rappresenta l’elemento
1 Prima di procedere al bendaggio assicurarsi che la cute dell’arto da bendare sia integra, non vi siano cioè abrasioni, tagli, piccole lesioni. E’ sempre
buona regola lavare e asciugare accuratamente l’arto, specie a livello delle
pieghe cutanee e negli spazi interdigitali, evitando di frizionare la cute con
troppa energia. Se la cute è particolarmente secca applicare un sottile strato
di crema emolliente o idratante (all’aloe, alla calendula,ecc). All’interno di
eventuali pliche cutanee utilizzare una polvere antibiotica o antifungina.
fondamentale del programma terapeutico del linfedema ed è indispensabile che venga sempre associato
ad ogni altro tipo di terapia decongestiva. L’azione del bendaggio è
quella di stimolare il flusso linfatico
e di favorire il drenaggio venoso
attraverso il potenziamento dell’attività muscolare. Quando il bendaggio
viene applicato in più strati sull’arto
“gonfio” forma una sorta di guscio
semirigido esterno ai tessuti edematosi. La contrazione muscolare
durante il lavoro, le attività domestiche o la ginnastica in palestra, determina un aumento di pressione al di
sotto del guscio. I tessuti edematosi
che si trovano tra i muscoli contratti
e aumentati di volume e il guscio
esterno vengono compressi e svuotati
dal liquido in essi contenuto.
Il bendaggio viene quindi impiegato
allo scopo di:
• migliorare il flusso linfatico
• ridurre le dimensioni del linfedema
• “ammorbidire” l’edema riducendo
la fibrosi dei tessuti
• migliorare le condizioni della cute
• mantenere i risultati ottenuti con le
altre terapie (linfodrenaggio manuale,
pressoterapia, ecc).
Se i risultati di queste ultime sono
stati buoni o se avete difficoltà ad
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utilizzare in modo costante e continuativo il tutore elastico, il bendaggio
può essere proseguito al proprio
domicilio utilizzando le istruzioni
che vi forniamo qui di seguito.
Materiale per confezionare
il bendaggio
Il materiale da impiegare è lo stesso
che vi è stato fornito durante il trattamento o che avete acquistato prima
della terapia:
2 Iniziare a bendare le dita con le bende bianche da 4 cm. Se il dorso del piede
o le dita non sono edematose questo passaggio può essere evitato.
3 Per facilitare l’operazione la benda va impugnata con la mano destra in
modo che l’angolo della benda sia rivolto verso l’alto.
4 Ancorare senza tensione la prima benda alla base delle dita.
tubolare di cotone per
• proteggere la pelle
• assorbire il sudore
bende bianche per
• avvolgere le dita
imbottitura di cotone di germania
e/o di gommapiuma per
• proteggere le zone sensibili (cavo
del ginocchio, malleoli)
• rendere uniforme l’arto riducendo le
differenze di volume tra le varie parti
in modo da garantire una compressione graduale dal basso verso l’alto
• creare nelle zone di maggiore
edema o di maggiore consistenza
una compressione più forte
bende elastiche di diversa altezza
(8 cm, 10 cm, 12 cm) per
• effettuare il bendaggio vero e proprio dell’arto
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5 Dopo aver fatto un paio di giri portarsi al primo dito e iniziare ad avvolgere
la benda partendo dalla base dell’unghia.
7 Dopo un nuovo giro di ancoraggio al dorso del piede si procede a bendare
tutte le altre dita ad eccezione del mignolo.
6 Con giri circolari sovrapposti procedere verso il basso fino alla base del
dito. Il dito deve risultare completamente coperto dalla benda e non deve
intravedersi la cute al di sotto del bendaggio.
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9 Al di sopra del tubolare applicare il cotone di germania con giri sovrapposti
a partire dal piede e terminare all’altezza dell’inguine, appena al di sotto
della maglia tubolare.
8 Applicare la maglia tubolare sull’intero arto in modo da coprirlo dalle dita
del piede all’inguine.
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10 Nelle aree soggette ad attrito (malleoli, ginocchio, cavo popliteo) possono
essere inseriti al di sotto del cotone degli spessori in lattice o il cotone stesso
può essere utilizzato in doppio o triplice strato.
11 Se l’edema è particolarmente voluminoso o è di consistenza dura può
essere utilizzata una benda in caucciù o in gommapiuma sottile o una
“sagoma” in gommapiuma. In questo caso per evitare che il bendaggio
diventi troppo ingombrante si potrà fare a meno del cotone di germania.
12 Si passa quindi al bendaggio vero e proprio dell’arto iniziando dal piede
e utilizzando la benda da 8 cm. Il piede va tenuto flesso a 90° rispetto alla
gamba e la benda va impugnata con la mano destra.
13 La sinistra aiuta ad appianare la benda in modo che non faccia pieghe.
Il numero di bende da utilizzare dipende dalle dimensioni e dalla lunghezza
dell’arto. Le bende vanno applicate senza troppa trazione per evitare di confezionare bendaggi eccessivamente stretti e poco tollerati. L’azione compressiva del bendaggio è infatti legata in parte alla trazione impressa alla benda
ma soprattutto al numero di strati applicati sull’arto.
14 Si inizia con un giro di ancoraggio al di sotto della base delle dita.
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15 Si fa passare la benda sulla pianta del piede e passando sul dorso coprire
la base del primo e ultimo dito.
18 Far risalire la benda a coprire il malleolo interno (o esterno) e ritornare di
nuovo sul dorso del piede.
16 Dal dorso del piede portarsi con direzione obliqua verso il tallone coprendo
la faccia laterale del calcagno e il malleolo esterno (se bendate il piede
destro) o il malleolo interno (se bendate il piede sinistro) .
19 Far ripassare la benda sulla pianta del piede ed effettuare un nuovo giro sul
malleolo posizionando la benda subito al di sopra del giro precedente. Il margine
superiore della benda deve trovarsi a un dito dal margine del giro precedente.
17 Avvolgere il tallone esercitando sulla benda una leggera trazione.
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20 Ripassare sul malleolo interno e sul dorso del piede. Effettuare un nuovo
giro sovrapponendosi a quello precedente avvolgendo la benda in modo da
realizzare sul dorso del piede una sorta di “spina di pesce”. I giri devono
trovarsi alla distanza di 1 centimetro tra loro.
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21 Procedere con giri successivi in modo da coprire interamente il tallone e
da portarsi progressivamente sulla caviglia.
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22 Terminare il bendaggio del piede con uno o due giri orizzontali sulla
caviglia e fissare la benda con un cerotto.
24 Dopo aver ancorato la benda con un giro morto alla caviglia, risalire e
procedere al bendaggio della gamba utilizzando giri a spirale. Ciascun giro
deve coprire più della metà del giro precedente.
23 Iniziare il bendaggio della gamba con la benda da 10 cm. La benda va
applicata in direzione contraria alla precedente.
25 Se effettuate il bendaggio da soli, è bene tenere il tallone appoggiato al
piano del letto e il ginocchio lievemente flesso. Se è un familiare a farlo,
stando sempre sdraiati sollevare il tallone di qualche centimetro con l’aiuto
di un piccolo cuscino e mantenere il ginocchio flesso.
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27 Per il bendaggio del ginocchio utilizzare la benda da 10 cm. Inserire nella
faccia posteriore del ginocchio uno spessore in lattice o in cotone di germania
ripiegato in triplice strato. Questo per ridurre la pressione esercitata dal bendaggio sulle strutture vascolari, nervose e tendinee di questa zona.
26 Terminare il bendaggio della gamba al di sotto del ginocchio.
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28 Far passare la benda sulla rotula, con un giro orizzontale, in modo da
coprire tutto il ginocchio e fissare lo spessore inserito nel cavo popliteo.
29 Portarsi con direzione obliqua appena sotto il ginocchio.
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30 Ripassare la benda sul cavo popliteo e tornare a coprire il ginocchio.
32 Proseguire con tecnica a spirale lungo la coscia con giri sovrapposti di
circa un terzo rispetto al giro precedente.
31 Far risalire la benda con direzione obliqua al di sopra del ginocchio.
33 Continuare il bendaggio con la benda da 12 cm. Applicare la benda in
modo che ciascun giro non sia eccessivamente sovrapposto al precedente.
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34 Terminare al di sotto della piega dell’inguine. Fissare la benda con il cerotto.
35 Per rendere il bendaggio più “sostenuto” utilizzare un’altra benda da 10
cm, applicata in direzione contraria a partire dalla caviglia e fatta risalire con
tecnica spirale fino all’inguine.
36 Per evitare “arrotolamenti” della benda mettendosi le calze o le scarpe,
fissare il bendaggio del piede con una striscia di cerotto di tela applicata longitudinalmente sul tallone.
37 Il bendaggio va tenuto in sede il più possibile e se ben tollerato anche
durante tutto il riposo notturno.
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NOTE
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