ONLUS
Notiziario
rivolto ai malati
di Parkinson
( e non solo)
di Vicenza
( e non solo)
VP
AM
ASSOCIAZIONE
VICENTINA
MALATTIA
DI PARKINSON
Anno VIII Numero 10
Direttore Editoriale: Leonilde Grigoletto
Giovedì 25 Novembre 2010
Proprietà: ASSOCIAZIONE VICENTINA MALATTIA DI PARKINSON Viale Mercato Nuovo, 41C 36100 VICENZA Codice Fiscale 03034960249
Autorizzazione del Tribunale di Vicenza 8 Maggio 2003 n. 1049 - Stampa in proprio - Direttore Responsabile Piero Erle
LA NOSTRA BATTAGLIA CONTRO I TAGLI ALLA SANITÁ
Le nostre richieste per l’Ambulatorio Integrato e per la DBS al S.Bortolo inviate a tutti i consiglieri regionali
IL PUNTO
DEL
DIRETTORE
di
Leonilde Grigoletto
Cari amici,
ci ritroviamo anche quest’anno in
prossimità delle festività per fare un bilancio della nostra attività e per indicare
nuovi obbiettivi sulla scorta di quella
speranza e in virtù di quell’ottimismo che
da sempre ci accompagnano.
Ciò che facciamo “in casa”, senza i tempi morti delle burocrazie, sembra sempre
funzionare bene, grazie alla buona volontà, al tempo impiegato, alla creatività
di uno stuolo di amici sui quali possiamo contare. Tante sono le attività che
sono state condotte con successo in questi ultimi mesi.
Ci piace ricordare, tra tutte, la buona
riuscita della vacanza a Jesolo conclusasi con grande soddisfazione dei partecipanti, che hanno trovato un ambiente
piacevolmente accogliente e due guide
competenti: Ampelio e Pulcheria. La loro
presenza ha permesso di coniugare felicemente attività ludica e recupero funzionale in un’atmosfera di amicizia e di
voglia di stare assieme.
E poi la nostra collaborazione con
l’ULSS 6 e il Centro per il Volontariato
per l’Indagine Epidemiologica sulla Malattia di Parkinson: un lavoro importante
che ci ha impegnato moltissimo.
Ci sono tanti motivi di ottimismo e di
speranza per l’avvenire. Il nostro impegno non verrà certamente meno e ci auguriamo che, da queste pagine, il prossimo Quartino, possa registrare risultati
ancora più significativi.
L’arrivederci è per la Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson del 27
Novembre e poi per Domenica 19 Dicembre per scambiarci in sede gli auguri di fine anno. Un felice Natale e un
sereno Anno Nuovo a tutti.■
Era il 2003. Non era ancora trascorso un
anno dalla fondazione che la nostra associazione già si era fatta interprete della
esigenza degli associati e aveva chiesto
alle autorità competenti la realizzazione,
presso l’ospedale San Bortolo, di un ambulatorio integrato per i malati di Parkinson. Molto spesso i malati di Parkinson
presentano, oltre ai disturbi motori, disfunzioni che coinvolgono funzioni cognitive, psichiche, disturbi del sonno e disfunzioni autonomiche, includendo in
Sabato 27 Novembre 2010
SECONDA GIORNATA NAZIONALE
DELLA MALATTIA DI PARKINSON
Ospedale Civile San Bortolo di Vicenza
dalle ore 9.00 alle ore 16,00
La nostra associazione sta collaborando fattivamente all’organizzazione di
questa giornata di sensibilizzazione
sulla malattia. Dalle 15 alle 16 saremo
presenti con una nostra postazione
nell’atrio dell’ingresso principale
dell’Ospedale San Bortolo per distribuire “Il Quartino” a chi fosse interessato a conoscere le attività della
AVMP a favore dei malati. (a pagina 6)
queste ultime turbe della funzione vescicale, intestinale, sessuale. Questi disturbi
non motori, da quanto testimoniato da
vari centri nazionali ed esteri, sono i maggiori responsabili del peggioramento della
qualità della vita dei pazienti perchè aumentano i sintomi della malattia anticipando il ricorso ad istituti di cura o a case di
riposo. Quindi un ambulatorio che consenta un approccio integrato al malato di
Parkinson, risulterebbe una carta vincente
sia come risposta al malato, sia come occasione di risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale grazie alle complicanze
ritardate o evitate.
Come si realizza? Un ambulatorio integrato per i malati di Parkinson richiede un
team, coordinato da un parkinsonologo, in
cui siano coinvolti: neurochirurgo, riabilitatore, urologo, pneumologo, psichiatra,
neuropsicologo, dietologo ed, eventual-
mente, un gastroenterologo. Non chiediamo la luna nel pozzo: all’Ospedale San
Bortolo di Vicenza sono in funzione da
tempo
ambulatori integrati per altre
patologie: alcoologia, ematologia, gastroenterologia e sclerosi multipla.
E veniamo al problema DBS. Questa
estate, mentre stavamo battendoci per
raddoppiare il numero degli interventi
DBS, è arrivata la doccia fredda della
loro totale sospensione, per la mancanza
di fondi. C’erano almeno dieci malati in
attesa dell’intervento. Per tutto queste
esigenze, dati alla mano, abbiamo ripetutamente interessato il direttore Sanitario,
il direttore Medico fino al direttore Generale del San Bortolo e, in ambito regionale, i due assessori alla Sanità che si sono
succeduti. Per i nostri problemi abbiamo
contattato anche l’On. Elena Donazzan,
oggi assessore regionale, che nel 2009,
era venuta in associazione, in visita preelettorale, per ascoltare le nostre esigenze. Ultimamente abbiamo bersagliato di
raccomandate e di mail tutti gli assessori
e tutti i consiglieri regionali fino al presiLa convocazione in Regione
Il 19 Ottobre scorso il nostro presidente Ing. Cappelletti e medici della
commissione scientifica
dell’associazione sono stati convocati
in Regione a Venezia. Con loro anche
il Dott. Lorenzo Volpin, primario del
reparto di Neurochirurgia del San
Bortolo. A riceverli, il funzionario
Ginesi che, a nome dell’assessore alla
Sanità Coletto, ha riascoltato le nostre
richieste, assicurando il suo interessamento per una pronta risposta da parte
del Consiglio Regionale.
dente Luca Zaia. Purtroppo, fino ad oggi, le nostre richieste sono state disattese,
salvo aver prodotto l’incontro in Regione
presso l’assessorato alla Sanità, durante il
quale si è parlato però solo di DBS. Per
ora a noi nessuna risposta. Sembra però
che, per la DBS, qualcosa si muova. Forse un accordo è stato raggiunto. Non
con noi.■
2
Lettere
al
direttore
Caro
direttore,
ti espongo un fatto successo
nel febbraio di quest’anno
per farti comprendere quanto poco noi invalidi civili
siamo considerati dalle auGino Bernardini
torità locali e nazionali.
Abito a Montecchio e partecipo alle vostre
attività. Sono malato di Parkinson da 10
anni e usufruisco dell’ “accompagnatoria”
e, quindi, da circa 8 anni mia moglie mi
“scarrozza” da un posto all’altro in quanto
mi hanno giustamente bloccato la patente
di guida (per ora non ci riconoscono la
“macchina blu”…). La mattina del 10 Febbraio, alle 7,50, abbiamo parcheggiato la
vettura all’esterno dell’ospedale di Montecchio Maggiore, nella zona riservata agli
invalidi, ed abbiamo esposto il contrassegno regolamentare che consente di usufruire degli spazi delimitati dalle righe gialle.
Alle ore 8,00 terminato il consueto esame,
ritorniamo al parcheggio e con grande
sorpresa troviamo sul parabrezza una multa di Euro 78,00 a causa del permesso scaduto: tutto in meno di un quarto d’ora!
Francamente mi stava montando la rabbia:
pensavo, infatti, che per essere così solerte, così mattiniero e così rapido
nell’esecuzione, il vigile dovesse essere
già lì prima del nostro arrivo e che, probabilmente, ci stava spiando nascosto nel
buio con la torcia elettrica in mano, in attesa che noi ci allontanassimo dalla macchina per poter sanzionare immediatamente la
presunta infrazione.
Molto scioccati per la rapidità degli eventi,
decidiamo di cercare l’autore della contravvenzione per chiedere spiegazioni ma
non riusciamo a vedere nessun tutore
dell’ordine all’interno del parcheggio. Ci
rechiamo perciò al Comando dei Vigili
Urbani per cercare di chiarire quanto accaduto. La vigilessa di servizio allo sportello utenti, con modi molto gentili ci conferma che siamo “fuorilegge”. Da parte
nostra possiamo soltanto giustificarci confessando che non eravamo al corrente che
il permesso avesse una scadenza annuale
dal momento che il motivo per cui mi è
stato concesso “non scade mai”, essendo il
Parkinson una malattia dalla quale non
riuscirò a liberarmi per tutto il resto della
mia vita. A questo punto, forse impietosita, la signora ci viene incontro dicendoci
che se avessimo provveduto a rinnovare il
permesso entro quella mattina stessa avremmo potuto usufruire di uno “sconto”
pari alla metà dell’importo, ossia avremmo
25 Novembre 2010
pagato “solo” Euro 39,00. Pur considerando strana questa procedura riteniamo conveniente accettare il compromesso. Mia
moglie si incarica di recarsi immediatamente all’ufficio preposto per rinnovare
il permesso e, finalmente, alle 11,30
ritorna al Comando sventolando il nuovo tesserino aggiornato. Ma qui subiamo
la seconda doccia fredda: il nuovo interlocutore al di là del vetro, che ha dato il cambio alla collega, ci comunica che il nostro
“ritorno alla legalità”, pur se lodevole, non
prevede alcun tipo di sconto. Abbiamo fatto
soltanto il nostro dovere e non esiste nessuna facilitazione circa l’importo della contravvenzione. In altre parole: dobbiamo
pagare l’intero importo di 78,00 Euro, punto!
Caro direttore, permettimi un paio di considerazioni. L’operato degli agenti è stato
certamente ineccepibile ma, forse nel mio
caso, degno di miglior causa. Ritengo plausibile che lo scopo del loro intervento sia
quello di contrastare la brutta abitudine,
purtroppo molto diffusa, di utilizzare gli
spazi gialli nei parcheggi da parte di coloro
che invalidi non sono. Ma io, purtroppo,
invalido lo sono e già da molti anni e, come
dicevo prima, purtroppo lo sarò fino alla
fine. Quindi non sono certo io che uso impropriamente i parcheggi riservati agli invalidi e non vedo perché mi si debba sanzionare per qualcosa che non ho commesso.
Inoltre, stento a comprendere come il mio
errore nel non aver tenuto conto della scadenza del permesso possa essere considerato tanto grave da giustificare una sanzione
così pesante. Mi sarebbe piaciuto che in
quella fredda mattina d’inverno il solerte e
sconosciuto agente mi avesse chiesto il
permesso per poterlo controllare e che mi
avesse fatto notare che esso era scaduto
piuttosto che procedere silenziosamente ad
elevare la contravvenzione. Ma questo,
probabilmente, accade soltanto nei sogni o
in paesi diversi dal nostro.
Grazie per l’ospitalità.
Francesca
Da Meda
ari
i
d
i
a
D nostri
dei ciati
asso
AL
CENTRO
DI
RIABILITAZIONE
MAUGERI
DI
MONTESCANO
21 Settembre 2010: comincia l’avventura.
Si parte per la provincia di Pavia, la segnaletica per Montescano è precisa, il paesaggio finora pianeggiante e senza nessun
rilievo particolare ora si apre a dolci colline
dal bellissimo colore dell’autunno. A perdita d’occhio vigneti magnifici, i filari diritti a inerpicarsi su per la collinetta per poi
IL QUARTINO
precipitarsi dall’altra parte dolcemente,
con tutti i colori della tavolozza che
l’autunno può produrre. Nell’aria c’è il
profumo dell’uva pronta per essere raccolta e i filari sembrano proprio braccia
protese che invitano il contadino alla
raccolta: ”siamo pronti, venite ad abbracciarci e noi vi daremo in premio il
nostro nettare migliore”.
Siamo nell’oltrepò pavese, regno di vini
eccellenti.
E appunto in mezzo ad un grande vigneto
sorge l’istituto scientifico Maugeri , una
struttura dal colore rosso veneziano sbiadito.
Al ricevimento per il ricovero, che è convenzionato, una gentile signora mi spiega
dove e cosa fare.
Il reparto è RRF1, terzo piano. Ci riceve
la caposala Monica che ci presenta poi
al dottor Frazzitta, il neurologo che mi
seguirà in questi giorni.
Dopo le visite d’obbligo mi viene assegnato il letto. Per i parkinsoniani la disponibilità della struttura è, per ora, di 10
letti. Adesso sono occupati da 6 donne e
4 uomini, provenienti da tutta Italia. Io
sono l’unica veneta.
Il giorno dopo incomincia il lavoro.
Vengo presentata a una fisioterapista che
mi manipola come fossi un canovaccio
da strizzare, mi allunga, mi piega, mi
massaggia, mi torce gambe, collo e braccia. E questo tutti i giorni per un’ ora
abbondante. Poi si passa ai tapis roulant,
alle presse per elasticizzate i muscoli
delle gambe, e alle pedane per allenare le
caviglie.
Il lavoro prosegue con il computer. Sembrano giochi, ma in realtà sono sistemi
per mantenere il movimento le mani e il
cervello: slalom gigante, rigori, tennis,
palline che cadono e bisogna prenderle. Il
tutto con tempi, punteggi e percentuali di
riuscita.
Anche con la psicologa si fanno dei test
di entrata, per poi confrontarli alla fine
del percorso.
Il pomeriggio, che in genere è libero da
impegni, si utilizza per ripassare la ginnastica, per leggere o per fare amicizia con
gli altri pazienti.
Ho trascorso al Centro 39 giorni e la mia
iniziale paura per la novità e per la lontananza da casa si è trasformata un po’ alla
volta in consapevolezza che con il Parkinson, compagno indesiderato ma costantemente presente, si può convivere.
Si può fare una vita più dignitosa solo
con tanto movimento. Qualsiasi movimento: dal Tai Chi di Roberto, agli esercizi di Ampelio, con macchine e attrezzi
vari, purchè sia un lavoro costante, giornaliero. Anche con le viti e bulloni che
servono per le mani. Sono felice perché
la mia permanenza è servita a farmi recuperare un po’ più di mobilità, sono più
sciolta ma anche molto più positiva.■
IL QUARTINO
LA GIOIA DI STARE INSIEME
Leila e Aldo Krivitz
Ampelio e Pulcheria sono stati eccezionali.
Il nostro allenatore, ogni giorno, proponeva
nuovi esercizi ginnici per cui l’attenzione
di tutti era al massimo, anche per non incorrere nei rimbrotti e nel solito “movarla”.
La grande varietà di esercizi proposti si è
rivelata molto importante perché evitava la
ripetizione e, di conseguenza, la noia e la
disattenzione nell’esecuzione di quanto
proposto.
Pulcheria si è distinta per l’aiuto dato ad
Ampelio e per la totale disponibilità nel
risolvere in modo impeccabile le piccole
difficoltà che si presentavano.
Entrambi sono riusciti a far si che si formasse un gruppo in grado di aiutarsi vicendevolmente.
Passando alle mie considerazioni personali,
devo dire che ero partita molto, ma molto
scettica, conoscendo sia il mio carattere
che quello di mio marito.
Lui è stato sempre un po’ solitario e la malattia ha peggiorato questo lato del suo
carattere.
E’ stata grande la mia meraviglia nel vederlo parlare con le altre persone, partecipare alle varie gare di bocce e di briscola
divertendosi e ridendo di gusto. In poche
parole, non ha fatto come a casa “il morto
che non sa di esserlo”.
Il mio grazie di cuore va , pertanto, ad Ampelio e Pulcheria e all’Associazione per
questo soggiorno.
In questo periodo mi sono sentita meno
sola e meno depressa ad affrontare la malattia di mio marito.
Per quanto riguarda mio marito, mi ha confermato che si è trovato benissimo con una
compagnia particolarmente simpatica, divertente e disponibile.
Tutto è stato perfetto; al massimo, se posso
dare un mio piccolo personale suggerimento, gradirei più spazio per gli esercizi ginnici in spiaggia.
Mi auguro, infine, che questa vacanza venga riproposta anche l’anno prossimo.
Grazie, grazie e mille grazie ancora. ■
3
25 Novembre 2010
Cesarina Truzzi
Nei primi giorni di settembre, grazie
all’interessamento da parte della nostra
Associazione, ho trascorso al mare una
serie di giornate indimenticabili. Non saprei come esprimermi perché è stato tutto
così bello, organizzato alla perfezione.
Ampelio e Pulcheria ci hanno fatto vivere
giorni indimenticabili trasmettendoci una
gran voglia di vivere. Ringrazio di cuore
gli organizzatori augurandomi di poter
ripetere l’esperienza anche l’anno prossimo, assieme ai cari amici che frequentano
la ginnastica.■
Renata Gianese
Sono state giornate meravigliose. Ci siamo resi conto che siamo un gruppo molto
affiatato grazie anche all’aiuto di una coppia meravigliosa e speciale: Ampelio e
Pulcheria. A loro auguro molta felicità e
tutto il bene che si meritano. Mio nonno,
che era una persona molto saggia, diceva
che quando si è giovani ci si vuole bene
ma, quando si è più anziani, ci si vuole
bene ancora di più!
Penso che ciò sia profondamente vero e
ne ho avuto esperienza in questi bei giorni
trascorsi a Jesolo.■
Luciano Silvestri
Ampelio ci segue con occhio vigile: una
brusca sgridata per farti rimettere in fila,
una parolina sussurrata all’orecchio per
farti capire che quello che stai facendo va
bene. In quei giorni di vacanza a Jesolo lui
è diventato il capo-branco, il nostro capobranco. Questo è il mio parere e il mio
sentire nei riguardi di questa vacanza, che
è andata al di là di ogni più rosea previsione. Un grazie, con la a maiuscola, ad Ampelio e Pulcheria per averci fatto vivere
questa esperienza.■
Favoletta russa
C’era una vodka...
Rosy e Alessio Dall’Oco
Un altro giorno è volato via e ci avviciniamo al giorno del rientro a casa dopo
un bellissimo periodo vissuto assieme a
tanti amici a Jesolo.
Il tempo trascorso qui è stato vissuto da
me molto intensamente. Potrei dire che
ogni giorno ha rappresentato, un valore
doppio.
C’è stato un crescendo di attività e proposte sempre all’altezza della situazione.
Alla sera sono molto stanco; ma questa
stanchezza non mi pesa, anzi mi dà soddisfazione perché la considero salutare e
significativa di una giornata che meritava
di essere vissuta.
Il mio pensiero riguardo alla vacanza a
Jesolo con gli amici dell’Associazione è
semplice ma concreto. Il tempo trascorso
assieme, le attività svolte, l’amicizia che
si è instaurata sono occasioni positive e
utili, per affrontare meglio il Parkinson.
Sono stata molto contenta per l’intesa che
si è creata tra di noi e molto soddisfatta
dei due nostri animatori, Ampelio e Pulcheria, che hanno reso possibile tutto
questo.
Ora che la nostra vacanza è terminata
desidero ringraziare, tramite il giornalino, i nostri abilissimi e simpaticissimi
animatori. Li ringrazio di cuore per la
solidarietà e complicità con noi ammalati.
Questa convivenza con il gruppo ci ha
dato modo di riscoprire i limiti imposti
dalla malattia ma, anche, di imparare a
migliorarci giorno per giorno per affrontare meglio e con più fiducia le nostre
difficoltà.
Speriamo che questa iniziativa possa essere riproposta anche per gli anni prossimi, perché riteniamo sia molto importante godere ancora di questa bella esperienza, convinti – come siamo – che
“l’unione fa la forza”. Grazie ancora.■
Giuseppe Rossetto
E’ stata un’esperienza bellissima, utile,
gioiosa e gratificante.
A mio parere sono stati ampliamente raggiunti gli obiettivi prefissati dagli organizzatori, ossia:
creare un clima di amicizia, collaborazione e solidarietà all’interno del nostro
gruppo, famigliari compresi;
correggere le errate posture del corpo e
dei piedi allo scopo di ottenere una maggior scioltezza e stabilità nei movimenti;
trasmettere fiducia, entusiasmo per ricavare sempre maggior autonomia.
Gran merito del successo ottenuto va
all’eccezionale animatore Ampelio, che
con l’entusiasmo, ma anche con la dovuta
severità, è riuscito a coinvolgere e amalgamare il gruppo e a seguire
► Pag. 4
4
25 Novembre 2010
tutti individualmente con pazienza e amore.
Preziosissima anche la collaborazione di
Pulcheria che, con gioiosa abnegazione, ha
dato tutta se stessa per il buon esito di ogni
singola attività, per rendere piacevole e
fruttuoso il soggiorno di tutto il gruppo.
Sono certo che anche i famigliari abbiano
provato grande gioia e soddisfazione nel
notare, giorno per giorno, la nostra progressiva autonomia, la maggiore fiducia di
fronte alle difficoltà, l’accettazione entusiasta e senza proteste, delle stimolazioni
dell’istruttore.
Ho apprezzato molto la loro vigile ma discreta presenza.
Anche l’ambiente naturale, con le numerose strutture immerse nel verde dei prati
ben curati ed abbelliti da aiuole fiorite ed
alberi d’alto fusto, ha contribuito a rendere
sereno e piacevole il soggiorno.
Eccezionale pure la cordialità del personale, sempre pronto a soddisfare le nostre
esigenze, specialmente al momento dei
pasti.
Il tempo inclemente, con sferzate di vento
e pioggia, che ci aveva accompagnato nel
viaggio di andata facendoci presagire un
soggiorno poco confortevole, ha lasciato
invece il posto a belle giornate, e il desiderio è di ripetere l’esperienza.■
Francesca Da Meda
Il mare, il sole, il vento, la sabbia, gli amici
nella loro essenza: senza veli…senza sovrastrutture. Tutto questo mi fa dire: grazie!
Grazie perché vedo in loro le mie stesse
debolezze, i miei stessi desideri, le mie
stesse aspirazioni, le mie stesse ansie e preoccupazioni che mi spronano a superarmi,
ad essere più umili.
Grazie a due persone speciali , Ampelio e
Pulcheria, che con la loro esuberanza mi
hanno trasmesso tanta gioia per la vita. La
dolcezza dei loro atteggiamenti nei nostri
confronti mi ha commosso. La capacità di
trasmettere il romanticismo guardando il
mare di notte, in spiaggia, mi ha fatto riflettere sull’Infinito a cui dobbiamo tutto, anche la nostra sofferenza, da accogliere come un dono prezioso, difficile, ostico, a
volte rifiutato perché mette a repentaglio la
nostra stessa vita, ma prezioso perché fa
maturare, fa crescere, fa riconoscere i nostri
limiti, ridimensiona il nostro orgoglio
(sempre troppo), i nostri piccoli desideri, i
nostri egoismi.
Grazie per questa vacanza che si è rivelata
una bella esperienza, carica di nuove opportunità da cogliere. Peccato sia stata troppo corta. L’estate sta finendo…e io sono
ancora qua…■
IL QUARTINO
mobili in semicerchio sulla battigia, con i
piedi lambiti dalla risacca, in reverente
silenzio, lo sguardo che percorre l’azzurro
sconfinato del mare il quale si estende fino
a confondersi con l’infinito. Guidando a
ritroso, a volte contromano, ritrovo uno
per uno i giorni trascorsi in allegria, amicizia e condivisione.
Velia e Teresa si sono sempre aiutate l’un
l’altra, in amicizia. Per loro il soggiorno è
stato positivo e produttivo, quindi un modo per crescere insieme. Renata, Mario,
Francesca e Luciana ritengono questo soggiorno gioioso, positivo e terapeutico.
Cesarina e Argenia, Mariuccia e Giuseppe, Christa e Luciano affermano emozionati che il soggiorno per loro è stato stupendo, appagante e certamente costruttivo
perché hanno imparato cosa significano
veramente condivisione e aiuto reciproco.
Da parte di Giulia e Adriano, Lelia e Aldo,
Lisa e Beppe sono stati espressi entusiasmo e partecipazione certamente attiva e
costante. Tutti hanno confermato il desiderio di avere più libertà individuale, più
spazi liberi, anche da condividere con gli
altri. Per Zelinda e consorte, per Teresa,
per Rossella e Alessio è stato un percorso
gioioso, una bella esperienza da ripetere
più e più volte, valutazione condivisa senza dubbio anche da tutti noi, perché è stata
Luciana Dusi
Da alcuni giorni sono ospite, con un gruppo di amici come me sofferenti di Parkinson e con il nostro istruttore Ampelio e la
sua collaboratrice Pulcheria, presso il
complesso residenziale Marzotto di Jesolo.
Qui sto godendo di una vacanza splendida,
in un parco molto ampio e ricco di alberi,
di aiuole fiorite, dotato di due piscine. La
giornata è densa di attività diverse: come
percorsi attrezzati abbastanza ardui da
superare (ma Ampelio modifica di volta in
volta le difficoltà inserite nel percorso a
seconda delle nostre esigenze), esercizi
specifici per il consolidamento della muscolatura, per una corretta postura e per
una deambulazione senza intoppi. Tutta
questa attività fisica, all’aria aperta, mi ha
tenuto così impegnata che non sono stata
in grado di completare il libretto di parole
crociate che mi ero portata in vacanza.
Abbiamo potuto godere anche di momenti
di pausa, di meritato relax per trascorrere
qualche ora in spiaggia a prendere il sole,
a giocare a carte o a fare interminabili
partite a bocce. Tutto, naturalmente, sotto
la supervisione di Ampelio, sempre creativo e instancabile per farci divertire.
A lui e a Pulcheria dico un grande grazie
per quanto ha fatto per noi ed un grazie
anche agli amici che hanno condiviso con
me questa bellissima esperienza, in particolare a quelli che mi hanno offerto il loro
braccio per sorreggermi durante le passeggiate.■
Velia
La vacanza che abbiamo fatto è stata interessante perché, oltre al sole e alla ginnastica, ci ha dato modo di fare conoscenze
e, per me , questo è stato molto utile.
Un grazie a tutti.■
Lisa Trentin
Pronti per la vittoria; vincere o morire.
Questa volta lascio da parte l’inizio e comincio dalla fine.
Ho ancora davanti agli occhi il ricordo
vivido, abbagliante e stupendo del penultimo giorno passato al Villaggio Marzotto.
Il ricordo di noi, del gruppo del quale faccio parte, il gruppo dell’Associazione Parkinson di via Mercato Nuovo; di noi im-
una vacanza entusiasmante e costruttiva
per il “gruppo” . I giorni sono trascorsi in
allegria ed amicizia, con gioiosa partecipazione e condivisione. Il feeling reciproco è
scattato sin dal primo giorno: più passavano le ore più il legame cresceva.
Ci siamo divertiti molto, anche solo chiacchierando fra di noi.
Anche la ristorazione è stata ritenuta ottima da tutti, così pure i servizi, la struttura
e lo stupendo parco. Consideriamo poi
che Pulcheria e Ampelio, vigilando costantemente su di noi con mille attenzioni,
sono stati presenti per soddisfare ogni
nostro bisogno.
Concludendo: abbiamo trascorso una vacanza principesca e un’esperienza come
questa merita sicuramente di essere ripetuta più e più volte.■
IL QUARTINO
L’arte e il corpo
5
25 Novembre 2010
Strategie di azione corporea nel deficit di movimento
Roberto Benetti, Maestro di Tai Chi
Con questo nome si è svolto a Fiuggi dal 5
al 7 Novembre scorso il primo incontroseminario sulle Strategie di Azione Corporea nel Deficit di Movimento, organizzato dalle Associazioni "I Farmalibri",
"Il Cantiere della Salute", "Global Art" e
“Associazione P.M.C” di Vicenza in collaborazione con la Farmacia Olistica di
Fiuggi, i Comuni di Fiuggi e Ferentino, la
P r o l o c o
d i
F i u g g i .
Medici, terapisti, educatori
ed esperti hanno partecipato
a questo evento
portando testimonianze,
competenze ed
esperienze per
costituire
un
Gruppo di studio-laboratorio
sulle modalità
e le tipologie di intervento con persone di
ridotta capacità motoria.
Per l’Associazione PMC di Vicenza erano
presenti i maestri di Tai Ji Quan Roberto
Benetti e Franca Rizzi, che hanno tenuto
alcuni seminari tecnici sull’applicazione
del Tai Ji Quan alla Malattia di Parkinson,
di impostazione posturale e didattica del
movimento corporeo.
Il tema conduttore del Convegno si può
riassumere nella frase che segue:
"Non esistono malati ma individui con
maggiore o minore libertà di azione o di
elaborazione dovuta ad impedimenti di
natura interna od esterna che limitano la
pratica di qualsivoglia disciplina" (Roberto Benetti)
Partendo da questa affermazione si è sviluppata una tavola rotonda sul rapporto tra
i diversamente abili ed i diversamente
disabili, su come l’Arte e la Scienza possono far fronte a tale problematica.
Si riscontra un aumento continuo dei disagi riguardanti l’equilibrio corpomente, disturbi posturali e di movimento,
che si manifestano spesso in condizioni
patologiche quali artrosi, stress, insonnia,
depressione, Parkinson, Alzheimer, iperattività nei bambini. L'Arte, in tutte le
sue espressioni, pittura, musica, poesia,
teatro, danza, Tai Ji Quan, ha dimostrato
la sua capacità di stimolare consapevolezza del movimento e di riattivare i meccanismi di equilibrio sia organicosistemico sia psichico-mentale. La pratica
di un’Arte è perciò utile a chiunque, per
conservare benessere o ripristinare un
equilibrio compromesso, migliorando la
qualità della vita
Il convegno era dunque rivolto a tutti, ai
“sani”, ai “malati”, a chi è a loro vicino, a
medici, operatori sanitari, fisioterapisti,
educatori professionali, strutture sociali,
associazioni, artisti, a coloro che praticano
Tai Ji Quan, per esporre le basi scientifiche di varie pratiche, determinare i tempi e
i modi necessari per ottenere benefici.
In particolare sono stati affrontati i deficit
motori dovuta a trauma, età, malattia, in
particolare verso la malattia di Parkinson e
Alzheimer. Il Dott. Salvatore Cassarino,
medico ricercatore presso l'Università di
Tor Vergata di Roma che collabora con il
San Raffaele di
Roma per introdurre il Tai Ji come pratica riabilitativa, ha illustrato
i recenti studi sia
in ambito nazionale che internazionale che dimostrano, soprattutto per
il Parkinson, come
la pratica delle arti
corporee come il
Tai Ji Quan abbia una buona efficacia nel
ridurne gli effetti e rallentarne la progressione.
Anche il Dott. Raimondo Pisano
dell’Associazione Global Art che opera
con i Centri Diurni Psichiatrici di Ceccano
e Ferentino ha confermato, attraverso una
singolare performance musicale ottenuta
con strumenti ricavati da materiale di scarto, come la pratica artistica consenta di
sviluppare una maggiore consapevolezza e
quindi favorire
la riduzione del
disagio.
E’
stato
poi
proiettato
il
video “Il Soffio di Colore”
sempre a cura
di Global Art,
nel quale si
vedono le opere
artistiche
prodotte
dai
pazienti con semplici cannucce e colori
liquidi. Interessante e ricco di spunti di
riflessione è stato l’intervento del gruppo
de I Farmalibri. Il gruppo è composto da
medici, farmacisti e artisti, (Alessandra
Ricci, Gabriele Carcano, Eva Incocciati). Ormai da dieci anni studiano il rapporto tra Scienza e Arte nella promozione
della Salute in quanto Dinamico Equilibrio
tra Corpo Mente e Ambiente.
Avvincente e stimolante è stata la proiezione del video “La leggenda del saggio
Ch’i Po - La legge dei 5 movimenti” di
Eva Incocciati che ha posto l’attenzione
sull’importanza dell’aspetto funzionale e
organico dei nostri organi interni collegati,
secondo la tradizione medica cinese, ai
cicli della natura. E’ seguita la mostra pittorica sull’argomento appositamente allestita
per
il
Convegno.
Il Dott. Gabriele Carcano ha svolto il
tema “ Da Ippocrate a Lao Tzu, da
'Bios' a 'Tai ji'” un’interessante analisi
comparativa tra la medicina orientale e
quella occidentale che ha messo in luce
l’impressionante analogia tra le due medicine al punto da poter essere considerate
come le due facce della stessa medaglia.
Il Maestro di Tai Ji Quan, Roberto Benetti, che da anni opera con malati di Parkinson di Vicenza e collabora con la Facoltà
di Medicina e di Scienze Motorie dell'Università di Padova in qualità di docente esterno di Tai Ji Quan, ha confermato attraverso la sua esperienza gli effetti positivi
nel corpo e nella mente di una corretta
pratica del Tai Ji Quan. Ha sottolineato
l’importanza di formare operatori qualificati e preparati sia da un punto di vista
tecnico che umano-relazionale per poter
ottenere risultati positivi con persone affette da patologie invalidanti o con deficit di
movimento. E’ stato proiettato il video
“Prove di Tai Ji Quan” realizzato dal M°
Benetti in collaborazione con i soci
dell’Associazione Vicentina Malattia di
Parkinson, che ha colpito la platea per la
precisione e l’equilibrio nel movimento
corporeo dimostrato dal gruppo vicentino
che segue i corsi di Tai Ji Quan.
Roberto Benetti e Franca Rizzi hanno tenuto nel corso dell’evento vari seminari
tematici:
▪ una Lezione di
Postura aperta a
tutti con applicazione del Principio Tai
Ji nelle posizioni
fondamentali e con
una dimostrazione di
Ginnastica Consapevole (Nei Gong) nei
casi di ridotta capacità motoria.
▪ un Seminario di
Approfondimento
Didattico di Tai Ji Quan dedicato ad operatori e terapisti che si rivolgono a persone
affette da ridotta capacità di movimento
dovuta a malattia, età, trauma.
In conclusione, le esperienze e testimonianze che da vari fronti si sono intrecciati
durante questo Convegno hanno dimostrato l’estrema necessità di creare degli spazi
di scambio tra operatori qualificati, sia per
migliorare, approfondire ed affinare gli
interventi nel proprio percorso professionale, sia per rappresentare un punto di riferimento nella formazione precisa e rigorosa di personale adatto ad affrontare con
professionalità ed efficacia le problematiche presentate da persone con ridotta capacità motoria. ■
6
25 Novembre 2010
Sabato 27 Novembre 2010
SECONDA GIORNATA NAZIONALE
DELLA MALATTIA DI PARKINSON
In Italia la Malattia di Parkinson colpisce
circa 6.000 persone ogni anno e in un caso su quattro il suo esordio avviene prima
dei 50 anni. Riconoscerne i sintomi è molto difficile, soprattutto nella fase iniziale,
per questo è importante rivolgersi al medico per saperne di più e accedere ad una
cura migliore.
LE TERAPIE FARMACOLOGICHE
DISPONIBILI E LE NOVITÀ DELLA
RICERCA
Tradizionalmente la terapia farmacologica
della Malattia di Parkinson si basa su molecole che aumentano i livelli di dopamina
cerebrale o che si sostituiscono alla dopamina mancante.
Al primo gruppo appartiene la levodopa,
un precursore della dopamina, al secondo
gruppo appartengono gli agonisti dopaminergici, sostanze capaci di stimolare direttamente gli stessi recettori dopaminergici.
Vi sono poi sostanze in grado di inibire gli
enzimi responsabili della distruzione della
dopamina: la classe degli inibitori delle
monoaminossidasi B (MAO-B), di cui
fanno parte selegilina e rasagilina, bloccando il metabolismo ossidativo della dopamina, ne aumentano la disponibilità
cerebrale ed esercitano quindi un effetto
sintomatico.
Anche gli inibitori delle catecolossimetiltransferasi (COMT) permettono
di ottimizzare l’azione della levodopa,
aumentando i livelli di dopamina cerebrale. Tuttavia, questi farmaci, a differenza
degli inibitori MAO, non sono efficaci se
somministrati da soli.
Accanto alla terapia farmacologica bisogna ricordare il ruolo crescente della terapia chirurgica (limitata però ad un piccolo
gruppo di pazienti in una fase molto avanzata della malattia) e le terapie di supporto
(attività motoria assistita, riabilitazione,
etc.).
L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI
PRECOCE
La diagnosi della Malattia di Parkinson si
basa principalmente sulla presenza di alcuni sintomi, per questo motivo è fondamentale aver cura di descriverli al medico nel
modo più accurato possibile.
La diagnosi è prevalentemente clinica e si
basa sulla presenza di almeno due o più
sintomi motori tra tremore, lentezza dei
movimenti, rigidità muscolare e instabilità
posturale; altre volte, la malattia può esordire in modo subdolo con sintomi aspecifici. Secondo una recente indagine, i pazienti aspettano quasi cinque mesi per andare
dal medico perché la maggior parte di essi
IL QUARTINO
Parkinson, cosa ne sai?
e dei loro familiari non è in grado di riconoscere i sintomi iniziali della malattia e
ben 9 su 10 non hanno avuto alcun sospetto; il 15-20% si è rivolto al medico a distanza di 1-2 anni dai primi sintomi: un
tempo di attesa troppo lungo che si riscontra soprattutto tra i pazienti più giovani. La
parola d’ordine è, dunque, rivolgersi subito
al medico poichè ritardare la diagnosi e
l’inizio della terapia significa avere una
ridotta qualità di vita, mentre un intervento
farmacologico precoce può favorire un migliore decorso della malattia.
LA GIORNATA NAZIONALE
DELLA
MALATTIA DI PARKINSON
E’ una campagna destinata a combattere
la scarsa informazione, sensibilizzare
sull’importanza della diagnosi precoce
e diffondere la conoscenza sulle opportunità terapeutiche di questa grave patologia.
L’iniziativa è patrocinata da LIMPE
(Lega Italiana per la lotta contro la Malattia di Parkinson, le Sindromi Extrapiramidali e le Demenze) e da DISMOVSIN (Associazione Italiana Disordini del
Movimento e Malattia di Parkinson) in
collaborazione con PARKINSON ITALIA e AIP (Associazione Italiana Parkinsoniani). Collaboreranno le varie
associazioni di pazienti sparse in Italia
a livello locale. La Giornata prevede
l’organizzazione di un’attività capillare
sul territorio: una cinquantina di centri
Parkinson sparsi in tutta Italia, di cui
due nel vicentino, aprono le porte ai
cittadini, ai quali viene offerta la possibilità di informarsi con i medici della
propria città. A Vicenza, presso
l’Ospedale San Bortolo, dalle ore 9.00
alle 15.00 di Sabato 27 Novembre, medici neurologi e parkinsonologi e neurochirurghi daranno, a chiunque si presenti, informazioni sulla malattia e sulle
terapie e risponderanno alle domande
del pubblico. Anche ad Arcugnano,
presso la struttura privata Casa di Cura
Villa Margherita, i medici parkinsonologi saranno a disposizione dei cittadini
negli stessi orari.
Il motto della campagna è: “Cambia
ritmo, informati: il Parkinson si può
curare”. Una speranza per chi, affetto
da questa patologia, può continuare a
vivere la propria quotidianità grazie ad
una diagnosi precoce e ad una cura corretta, perché “se anche il ritmo cambia,
la melodia continua”.
SINTOMI PRINCIPALI
• Rigidità muscolare
Spesso erroneamente attribuita a
un’infiammazione articolare, un reumatismo o una postura scorretta, potrebbe rappresentare l’esordio della malattia
• Tremore
Può non essere presente in tutti i malati
(circa il 30% delle persone affette da Malattia di Parkinson non lo manifesta).
Nelle fasi iniziali della malattia, colpisce
solo una parte del corpo, spesso le mani, i
piedi e le dita ed è un tremore a riposo:
diminuisce afferrando un oggetto, come ad
esempio un bicchiere, o nel sonno
• Lentezza dei movimenti (Bradicinesia)
Si manifesta come una maggiore difficoltà
a svolgere movimenti fini come lo scrivere,
il cucire e il radersi: si impiega più tempo e
ci si sforza di più per effettuare le normali
attività, oppure per passare da una posizione all’altra (alzarsi da una sedia, scendere
dalla macchina, girarsi nel letto) o per vestirsi (indossare una giacca o un cappotto)
SINTOMI NON MOTORI
La Malattia di Parkinson presenta anche
sintomi non legati ai movimenti (cosiddetti
non motori) che in alcuni casi possono precedere di anni l’inizio del disturbo e che
devono far scattare un campanello
d’allarme:
• Stipsi
Può precedere di 20 anni la comparsa dei
sintomi motori
• Depressione
Anticipa di molti mesi la comparsa dei sintomi motori in circa il 30% dei casi
• Ridotta sensibilità olfattiva (Iposmia)
Interessa ben il 70% delle persone con Malattia di Parkinson
• Dolore
Può essere di vario tipo (crampi, sensazione
di intorpidimento, di bruciore) e riguardare
soprattutto le gambe
• Disturbi durante il sonno
Agitazione con emissione di urli, movimenti bruschi e violenti
• Minore espressività del volto
• Cambiamenti della voce o del modo di
esprimersi
Parlare più lentamente, con voce flebile,
monotona, rauca, esitante o più veloce
• Difficoltà di concentrazione e memoria
Nelle fasi iniziali, spesso notata da un familiare più che dal malato
• Riduzione della capacità di eseguire
compiti complessi o più attività nello
stesso momento.■
IL QUARTINO
Sabato 27 Novembre 2010
SECONDA GIORNATA NAZIONALE
DELLA MALATTIA DI PARKINSON
L’esercizio fisico è importante?
Sì, per “contrastare” i sintomi motori, e
facilitare in questo modo i movimenti.
L’esercizio fisico deve essere lieve, e non
estenuante, anche una semplice passeggiata giornaliera è sufficiente a migliorare la
flessibilità delle articolazioni, e a contrastare la rigidità.
In generale l’esercizio fisico migliora:
● la forza muscolare
● la flessibilità delle articolazioni
●l’equilibrio
● l’andatura
● la coordinazione (fluidità e precisione
del movimento)
● la capacità di svolgere le normali attività
della vita quotidiana
E aiuta a prevenire:
● la stipsi
● i disturbi del sonno
● l’osteoporosi
Esistono altri approcci non farmacologici utili?
Oltre all’esercizio fisico, è parere di molti
pazienti che le terapie non farmacologiche
siano molto utili nel promuovere uno stato
di benessere psico-fisico generale e nel
migliorare la qualità di vita. Prendete pertanto in considerazione la fisioterapia, che
migliora il movimento e la forza muscolare, la logopedia, la terapia occupazionale
(valuta i pazienti nelle loro attività quotidiane, in modo da suggerire le strategie
che permettano loro di essere il più possibile autosufficienti, nonchè di adattare
l’ambiente in cui vivono al progredire della malattia), la terapia sessuale.
7
25 Novembre 2010
Parkinson, dieci domande
malattia in sé, ma anche di alcuni farmaci
che possono essere prescritti per la cura
del Parkinson. Avere una buona funzione
intestinale è utile soprattutto se si assume
levodopa: per essere assorbita, deve passare dall’intestino al sangue, e da questo al
cervello. Tutto quello che rallenta
l’intestino può ridurre, quindi, a sua volta
l’effetto della terapia.
Alcuni semplici consigli vi aiutano in questo:
1. Dedicatevi a un’attività fisica regolare
2. Consumate liquidi in maniera adeguata
(1,5 litri d’acqua al giorno, 8-10 bicchieri
al giorno)
3. Scegliete un’alimentazione ricca di frutta e verdura e di fibre in generale.
Ho problemi di insonnia, è normale?
Sì, molti sintomi legati alla malattia di
Parkinson, e anche più generali, come la
rigidità, il dolore, l’ansia, la depressione,
possono avere un impatto negativo sul
sonno. Tuttavia, anche alcuni farmaci usati
per curare la malattia possono avere un
effetto eccitante, riducendo le ore di sonno.
Parlatene con il medico, per trovare la giusta soluzione, che può andare da semplici
accorgimenti che vi aiutano a dormire meglio, a tecniche di rilassamento, fino alla
prescrizione di alcuni farmaci come un
ansiolitico.
Un “buon” sonno è molto importante, per
spendere al meglio le energie.
Come posso evitare le cadute?
Le cadute sono più frequenti nelle fasi
avanzate della malattia, in genere aumentano dopo il decimo anno. Sono imputabili a
cause diverse: episodi di “freezing”, durante i quali il paziente percepisce i piedi come incollati, congelati al pavimento, e
tende a protendere il busto in avanti; ma
anche l’ipotensione ortostatica, cioè un
calo della pressione arteriosa quando si
passa dalla posizione seduta a quella eretta.
Seguire un programma di riabilitazione
motoria aiuta non solo a ridurre il rischio
di caduta, ma insegna anche come cadere,
in modo da farsi meno male.
Se il rischio di caduta è elevato può anche
essere consigliato l’utilizzo di un deambulatore, nei momenti della giornata in cui si
verificano i blocchi motori.
Mi sento spesso stanco, da cosa dipende?
La stanchezza fisica e/o mentale è molto
comune nei malati di Parkinson, e può
essere uno dei primi sintomi che compaiono.
La stanchezza può essere causata da più di
un fattore, tra cui i farmaci, la malattia
stessa (gli sforzi per gestire i sintomi ma
anche le variazioni chimiche nel cervello),
un sonno disturbato, la depressione.
La stanchezza si può “correggere”, per
questo è però importante identificare la
causa sottostante. Alcuni accorgimenti
comunque utili a livello generale sono i
seguenti:dedicate tutto il tempo necessario
a svolgere le varie attività, imparate a riconoscere e sfruttare i momenti in cui i farmaci sono più efficaci e vi sentite meno
stanchi, assicuratevi che la dieta sia bilanciata come apporto energetico ed evitate la
stitichezza che causa stanchezza, effettuate
un regolare esercizio fisico in modo da
mantenere i muscoli tonici.
Perché soffro di stipsi?
La stitichezza o stipsi è una conseguenza
della lentezza dei movimenti e quindi della
La dieta va cambiata?
Sì, la composizione dei cibi, e il momento
in cui consumarli può variare, a seconda
della terapia che si sta assumendo. Per
esempio, è stato dimostrato scientificamente che una dieta ipoproteica a pranzo
aiuta a migliorare l’efficacia della levodopa. La levodopa andrebbe assunta 15-30
minuti prima dei pasti, se però causa nausea può essere presa insieme a una piccola
merenda a basso contenuto proteico.
Tenuti presente questi accorgimenti, la
dieta non deve però essere restrittiva, ma
bilanciata e soprattutto variata nella scelta
degli alimenti, e anche nei modi di cottura.
E’ consentito inoltre consumare non più di
1-2 bicchieri al giorno di vino, privilegiando il rosso, mentre i superalcolici andrebbero ridotti o eliminati. Sì a caffè e thé.
Ho difficoltà ad ingerire il cibo, cosa
posso fare?
Nella malattia di Parkinson diventa difficile deglutire velocemente. Ecco cosa fare:
■ Siediti diritto mentre mangi e bevi
■ Prima di iniziare a mangiare pensa alle
varie fasi della deglutizione: labbra chiuse,
denti uniti, il cibo sulla lingua, solleva la
lingua in su e poi indietro e manda giù (su,
indietro, giù)
■ Piega la testa leggermente in avanti, non
indietro quando deglutisci
■ Mangiando lentamente e prendendone
piccole quantità alla volta si evita che il
cibo si fermi in bocca
■ Deglutisci piccoli bocconi dopo averli
ben masticati
■ Mastica bene e muovi il cibo con la lingua
■ Fai uno sforzo per masticare prima da
una parte poi dall’altra
■ Non aggiungere altro cibo in bocca finché non è stato deglutito il boccone precedente
■ Come opzione, si possono fare degli
spuntini piuttosto che tre pasti principali.
Perché la depressione è così frequente?
Dipende da vari fattori. E’ esperienza comune che i pazienti con malattia di Parkinson soffrano di depressione a un certo
punto della loro malattia, o anche al momento della diagnosi, come naturale reazione. Alcuni casi di depressione dipendono però dalla stessa malattia di Parkinson,
nel senso che quest’ultima può ridurre i
livelli di alcuni neurotrasmettitori che controllano l’umore. In genere, prevalgono
più la melanconia e l’anedonia, cioè
l’incapacità di trovare piacevoli attività o
situazioni che normalmente lo sono
(perdita di motivazione, di energia e degli
interessi). Altri sintomi sono i disturbi del
sonno
e
della
memoria.
La depressione può essere “curata” in vari
modi e su più fronti: cercando di ►Pag.9
8
25 Novembre 2010
Sabato 27 Novembre 2010
SECONDA GIORNATA NAZIONALE
DELLA MALATTIA DI PARKINSON
Che cos’è la Malattia di Parkinson
E’ una malattia neurodegenerativa (lo specialista di riferimento è il neurologo) causata dalla progressiva morte delle cellule
nervose (neuroni) situate nella cosiddetta
sostanza nera, una piccola zona del cervello che, attraverso il neurotrasmettitore
dopamina, controlla i movimenti di tutto il
corpo. Chi ha il Parkinson, proprio per la
progressiva morte dei neuroni, produce
sempre meno dopamina, perdendo il controllo del suo corpo. Arrivano così tremori, rigidità, lentezza nei movimenti. E’
stato dimostrato che i sintomi iniziano a
manifestarsi quando sono andati perduti
circa il 50-60% dei neuroni dopaminergici.
Cause e nuove ipotesi
Le cause della malattia sono ancora sconosciute, nonostante sia stata descritta per la
prima volta nel 1817 dal dottor James Parkinson. Le ultime ipotesi sulle cause della
malattia sono di due tipi: ambientali e genetiche. Studi epidemiologici hanno dimostrato che l’esposizione a fattori quali pesticidi e metalli pesanti aumenta il rischio
di sviluppare la malattia. Ma anche la tesi
di un difetto genetico sta ottenendo maggiori evidenze: nel 20% dei pazienti con
precedenti di Parkinson in famiglia il gene
difettoso è stato, infatti, identificato. Un
importante sistema deposto alla detossificazione e alla pulizia dei metabolici neurotossici è quello della ubiquitinaproteasomi che pulisce il cervello dalle
proteine e le ricicla in aminoacidi riutilizzabili. Se questo sistema si inceppa o funziona male, come sembra succedere nel
Parkinson, le proteine tossiche possono
accumularsi bloccando il corretto funzionamento delle cellule dopaminergiche.
Quante persone colpisce?
Oggi la malattia colpisce circa il 3 per
mille della popolazione generale, e circa
l’1% di quella sopra i 65 anni. In Italia i
malati di Parkinson sono circa 300.000,
per lo più maschi (1,5 volte in più), con
età d’esordio compresa fra i 59 e i 62 anni.
Età d’esordio da riconsiderare: l’immagine
che la malattia riguardi solo le persone
anziane non corrisponde più alla realtà.
L’età d’esordio del Parkinson si fa, infatti,
sempre più giovane (un paziente su 4 ha
meno di 50 anni, il 10% ha meno di 40
anni), per il fatto che la scienza è oggi in
grado di porre una diagnosi ai primi sintomi, quando la malattia è ancora in fase
precocissima. Inoltre, si ipotizza che mediamente, rispetto al momento della prima
diagnosi, l’inizio del danno cerebrale sia
da retrodatare di almeno 6 anni. Quindi,
IL QUARTINO
Parkinson, certezze e nuove scoperte
l’immagine che la malattia riguardi solo le
persone anziane non corrisponde più alla
realtà.
Quali sono i sintomi più importanti?
Il Parkinson coincide, nell’immaginario
collettivo, con il tremore che colpisce soprattutto una mano del paziente. Il tremore
non è invece più il sintomo più significativo per la diagnosi, anche se rimane fra i
più appariscenti: il 30% dei pazienti, infatti, non ha questo problema. Più importante
è quello che si esprime nella lentezza dei
movimenti (bradicinesia). Altri sintomi
caratteristici sono la rigidità muscolare
(viene vissuto dal paziente come una sorta
di rigidità o resistenza di un arto-braccio,
gamba- al movimento passivo, quando
questo è rilassato) e l’instabilità posturale
(più tipica delle fasi avanzate). Soffrire di
Parkinson significa, però, avere anche
dolore (presente nel 46% dei casi), problemi motori generali con perdita della stabilità, fino a subire frequenti cadute. La malattia di solito inizia da un lato solo, con
disturbi lievi e limitati agli arti, e progredisce lentamente nella maggior parte dei
casi. La demenza compare nella fase avanzata e può riguardare il 20-25% dei parkinsoniani.
Ci sono dei sintomi che non hanno a che
fare con il movimento?
Sì: fra i più diffusi la depressione (più
frequente nelle donne e in chi sviluppa il
Parkinson prima dei 50 anni) e l’insonnia
(soprattutto disturbi del sonno in fase
REM). Sospetta, per esempio, la depressione resistente al trattamento con antidepressivi, se il paziente ha 60 anni e non ha
mai sofferto di disturbo in passato.
“Sintomi premonitori” Si è scoperto che
sintomi banali quali la stipsi, l’iposmia
(ridotta sensibilità olfattiva: i cibi sembrano senza sapore) e l’ipotensione ortostatica (sbalzo pressorio quando da seduti ci si
alza in piedi) possono precedere i sintomi
motori del Parkinson anche di alcuni anni.
In particolare, ben il 70% dei parkinsoniani è affetto da iposmia, sintomo da approfondire soprattutto se colpisce una persona
che non soffre di malattie delle vie aeree
superiori (se non sporadicamente) e non
fuma. O la stipsi, se risulta resistente a
qualsiasi trattamento e non si riesce a spiegarne la causa (la dieta non è cambiata,
non ci sono problemi al colon). Allora, è
importante che il medico curante non sottovaluti questi indizi, per quanto banali
possano sembrare, soprattutto se non riesce a spiegarli con diagnosi precise. La
visita specialistica neurologica, in tutti
questi casi, porterà chiarezza.
Che impatto hanno i sintomi non motori?
La comparsa dei sintomi non motori contribuisce largamente a compromettere la
“qualità della vita” (sia fisica sia sociale)
dei pazienti, peggiorandola. E’ stato, anzi,
dimostrato che i fattori di maggiore impatto sulla qualità della vita sono costituiti da
depressione, disturbi del sonno e sensazione di ridotta indipendenza.
Ci sono dei fattori protettivi?
Il consumo di caffè proteggerebbe dalla
malattia di Parkinson. Uno studio su 8004
soggetti seguiti per oltre 30 anni ha scoperto che chi non beveva caffè aveva un
rischio 5 volte più elevato rispetto ai soggetti che bevevano una grande quantità di
caffè al giorno. Meno chiara la relazione
con il fumo: non è infatti ancora certo se
sia il fumo a proteggere in quanto tale, o
se i soggetti inclini a sviluppare la malattia
di Parkinson tendano, per qualche ragione
ancora non nota, ad evitare il fumo.
Come si scopre il Parkinson?
La diagnosi si basa essenzialmente sui
sintomi. Gli esami strumentali (RMN encefalo, esami ematochimici) possono essere utili per escludere numerose altre patologie che possono avere gli stessi sintomi
della malattia, pur avendo cause differenti.
Esami particolari come SPECT e PET
possono confermare la diagnosi. A tale
proposito una nuova metodica di immagine funzionale (DaTSCAN) è in grado di
confermare o escludere la compromissione
del sistema dopaminergico anche in uno
stadio precoce della malattia. Questo esame, che consiste nell’iniezione di un particolare tracciante in vena, e quindi
nell’acquisizione di scansioni cerebrali
con apparecchi SPECT, mostrerà
un’alterazione dei livelli di dopamina nei
gangli della base nei casi di Parkinson
idiopatico e nei parkinsonismi veri, sarà
normale nei casi di tremore essenziale e
nelle condizioni cliniche di rallentamento
non-parkinsoniano. Gli apparecchi per
l’esecuzione delle immagini SPECT sono
simili a quelli per la TAC, ma forniscono
immagini cerebrali “funzionali” invece
che anatomiche.
Rispetto alla PET, la SPECT è più diffusa
per il minore costo sia dell’apparecchio
che dei traccianti utilizzati. considerarsi
come conclusivo nella diagnosi di Parkinson, ma indubbiamente una buona visita
neurologica, con l’ausilio dell’esame
SPECT con DaTSCAN può portare a una
diagnosi molto accurata. Inoltre l’esame
può essere di conforto nel confermare o
IL QUARTINO
escludere definitivamente una diagnosi di
Parkinson.
I più giovani ignorano i sintomi Il 25% dei
malati di Parkinson non sa di esserlo perché i sintomi sono leggeri e confondibili
con altri, e quindi non ha ottenuto una diagnosi certa: succede soprattutto ai pazienti
nella fascia di età 40-50 anni.
Per esempio, la rigidità di un arto viene
attribuita a cause quali un’infiammazione
articolare, reumatismi, postura scorretta. In
realtà possono essere i primi segnali della
malattia. Il medico di famiglia deve allora
abituarsi a pensare anche all’eventualità del
Parkinson, nonostante la giovane età del
paziente, se i sintomi non trovano sollievo
o conferme sulla causa dagli esami.
Quali terapie per curare la malattia?
Le cure si basano essenzialmente su farmaci che hanno la capacità di bloccare i sintomi del Parkinson, ma che perdono di efficacia man mano che la malattia si aggrava (si
hanno disturbi del cammino e
dell’equilibrio con aumentato rischio di
cadute) o danno problemi psichici
(confusione, allucinazioni).
Fino ad oggi, quindi, la malattia è stata combattuta solo a livello dei sintomi,
non nella sua progressione.
Alcuni recenti studi con farmaci antiossidanti fanno però ritenere possibile che si
possa trattare la malattia non solo contrastandone i sintomi ma anche rallentandone il decorso.
Quando bisogna iniziare le terapie?
Il prima possibile, nelle fasi iniziali della
malattia.
Il vantaggio consiste nella miglior qualità
di vita dei pazienti trattati al comparire dei
primi sintomi motori, rispetto ai pazienti
curati tardivamente, quando i sintomi motori producono invalidità funzionale.
Sappiamo che i sintomi del Parkinson sono
scatenati dalla riduzione della produzione
cerebrale del neurotrasmettitore dopamina,
e che tale inconveniente cresce con il progredire della malattia.
Una delle nuove frontiere della terapia del
Parkinson sta proprio nel cercare di far
fronte non solo ai sintomi invalidanti quale
tremore e rigidità motorie, ma di proteggere le cellule cerebrali dalla progressiva degenerazione che porta, alla fine, anche alla
demenza.
Il futuro: la neuroprotezione.
Attualmente sono in corso diversi studi
sperimentali con farmaci che in laboratorio hanno dimostrato di proteggere le
cellule nervose dai danni della malattia.
Con questa strategia farmacologia innovativa, detta neuroprotezione, ci sono
buone possibilità di sperare ad un futuro
in cui si possa frenare il decorso della
9
25 Novembre 2010
malattia.
La terapia fisica è importante?
Un corretto approccio alla gestione della
malattia di Parkinson non può prescindere
da una presa in carico globale dei pazienti
che preveda anche una specifica attenzione
verso i sintomi non-motori della malattia e
faccia ricorso a interventi di carattere riabilitativo.
Recenti studi hanno concluso che la terapia
fisica, seppur non in grado di modificare la
progressione della malattia, può migliorare
le capacità funzionali dei pazienti, anche se
con benefici limitati nel tempo.
La riabilitazione dei pazienti con malattia
di Parkinson prevede un approccio
“fisiologico” volto a correggere i meccanismi deficitari del controllo motorio, con un
intervento “personalizzato” in base al livello di disabilità e alle caratteristiche individuali del soggetto, e con esercizi “compitospecifici” nel contesto ambientale della vita
quotidiana. ■
◄ Pag.7
Parkinson: 10 domande
ridurre i livelli di stress, impostando la corretta terapia per la malattia di Parkinson in
modo da tenere sotto controllo i sintomi,
svolgendo attività fisica. Anche la terapia
cognitivo-comportamentale migliora i sintomi psicologici, trasformando i pensieri
negativi in positivi, o comunque in un atteggiamento più realistico. Infine, se questi
accorgimenti non bastano, si può ricorrere
anche agli antidepressivi.
Avrò conseguenze sulla vita privata/
sessuale?
E’ normale che la diagnosi di malattia di
Parkinson susciti dubbi e domande relativi
a questi due aspetti. Spesso scoprire di soffrire di Parkinson è fonte di un ripensamento della propria “vita” in generale, degli
obiettivi, dei propri sentimenti, e questo
può portare ad essere meno inclini verso il
partner, sia a livello affettivo sia sessuale, o
a pensare che il proprio partner lo possa
diventare.
Qualunque aspetto vi preoccupi cercate di
parlarne liberamente con il partner, questo
aiuta a ridurre le tensioni, a risolvere i dubbi, e a non allontanarsi.
Un legame affettivo “forte” in tutti i sensi è
infatti fondamentale per affrontare e vivere
una vita che sia comunque pienamente appagante anche soffrendo di Parkinson.
I pazienti non devono, inoltre, temere di
chiedere informazioni/aiuto ai medici, o
alle associazioni dei pazienti, relativamente
a problematiche di coppia o sessuali che
possono emergere.
Una delle domande più frequenti è se la
malattia di Parkinson possa influenzare
l’attività sessuale. Non esiste una risposta
certa e valida per tutti in questo senso, poi-
ché i sintomi e il decorso stesso della malattia è diverso da persona a persona. Secondo alcuni pazienti la malattia influisce
scarsamente sulla relazione affettiva e sessuale, mentre per altri ha un maggiore impatto, e ricercano sostegno in questo senso.
In generale, la malattia di Parkinson può
influire sugli:
▪ aspetti fisici (per es: effetti su erezione,
orgasmo o sull’atto sessuale in sé) a causa
di una ridotta flessibilità/mobilità o aumentata stanchezza. Il fisioterapista o lo specialista possono dare informazioni al riguardo
su come affrontare questi aspetti. A volte
anche gli stessi farmaci per il Parkinson
possono avere effetti sulla funzione sessuale, è quindi importante segnalarli al medico, di modo che possa effettuare le opportune variazioni.
▪ aspetti psicologici come depressione,
stress o ansia possono anch’essi ridurre il
desiderio, o modificare l’atto sessuale, creando a volte un circolo vizioso. Ancora una
volta questi aspetti vanno discussi con il
partner e il medico. ■
UN ELOGIO AGLI ORGANIZZATORI
di Luciano Silvestri
Sono le 15,35: entriamo nella sala. L’invito
era per le 15,00 ma per “sicurezza”, tenendo presente… il passato…: abbiamo sbagliato! In un angolo della sala c’è una tavolata di persone serie, composte, silenziose
(mi sembrano Padri Pellegrini del May
Flower in vacanza) che stanno tranquillamente gustando i marroni bene in vista nei
vassoi. Questa tranquillità dura poco:
un’orda di nuovi arrivati chiassosi travolge
il quadro“idilliaco”: siamo noi, subito alla
ricerca di un posto a sedere. In un attimo
Alpini e Amici provvedono. Due fatti hanno colpito: Puntualità e Servizio…
un’ottima prova degli organizzatori. Così
in pochi minuti l’orda barbarica si trova
sistemata sulle note di una cornamusa, suonata da un impeccabile Ufficiale Scozzese.
L’atmosfera cambia: saluti, abbracci, baci
s’intrecciano, amici che si ritrovano con
agitato piacere per comunicarsi notizie
buone e cattive. Si sente un’aria densa di
sentimenti che si materializza per creare
questo straordinario effetto: siamo noi a
crearlo o siamo noi che ci impregniamo
anche attraverso un saluto che è un contatto
fisico?
Voltiamo pagina. In un angolo della sala
c’è il “distributore automatico”: Amici e
Alpini che servono con un sorriso gioviale
marroni, bevande, anche dolci preparati
dalle nostre “Dame”. Più che soddisfatti e
orgogliosi devono sentirsi gli organizzatori
e collaboratori di questo pomeriggio, ai
quali porgiamo, con sincero affetto, il nostro grazie.
10
25 Novembre 2010
Parkinson, storia della malattia
La malattia di Parkinson porta il nome del
primo medico inglese che l’ha osservata e
descritta in dettaglio: James Parkinson,
nel lontano 1817.
Nel suo celebre saggio la definisce
“Paralisi agitante” e descrive con dovizia
di particolari i pazienti affetti da tremore,
diminuzione della forza muscolare, e con
un particolare modo di camminare, a piccoli passi e con tendenza a inclinare il
busto in avanti.
Di un personaggio così famoso non esiste
curiosamente alcun ritratto, le cronache lo
descrivono piccolo di statura, affabile e
molto loquace, al limite della pedanteria.
Interessi diversificati
Nato a Londra nel 1755, figlio di un farmacista e chirurgo, interpretava la professione di medico come una vera e propria
professione laica, particolarmente attento
alla medicina sociale e del lavoro. Una
personalità, dunque, poliedrica: basti pensare che prima della scoperta della malattia era più noto come paleontologo e chimico, che come medico. Solo dal 1799
Parkinson inizia a dedicarsi completamente alla medicina, e pubblica numerose
opere, tra cui una sulla terapia della gotta
e un’altra sulla peritonite provocata
dall’appendicite perforante, probabilmente la prima opera medica su questo argomento.
Bisognerà poi attendere il 1877 perché il
termine “Malattia di Parkinson” venga
usato per la prima volta sempre in un testo
medico, dal Dr. Julius Althaus, e perché
venga inserita la rigidità muscolare tra i
sintomi della malattia dal professor Jean
Martin Charcot, dell’Università Salpétrière di Parigi.
Le cause
Curiosamente, James Parkinson attribuì la
causa della malattia alla rivoluzione industriale in Inghilterra, e all’inquinamento
atmosferico da essa provocato; molti autori dopo di lui cercarono, peraltro senza
successo, una singola causa della malattia.
Di fatto, questa non è ancora nota, mentre
è stato chiarito da tempo il meccanismo
responsabile dei sintomi della malattia.
Risale infatti alla fine dell’800 la prima
descrizione della perdita di colore di una
zona del cervello strettamente coinvolta
nella malattia che si chiama “susbstantia
nigra”.
Quest’area è ricca di cellule nervose che
utilizzano come neurotrasmettitore la dopamina.
L’intuizione della levodopa
L’intuizione di somministrare levodopa,
per sopperire alla mancanza di dopamina,
si deve allo scienziato svedese Arvid Car-
lsson negli anni Sessanta, che per primo
somministrò levodopa ai roditori con sintomi di Parkinson, ottenendo risultati sorprendenti.
Il ricercatore svedese gettò così le basi di
quella che presto divenne la più importante cura della malattia di Parkinson, scoperta che gli valse il premio Nobel nel
2000.
Una curiosità: già circa mille anni prima
di Cristo gli indiani avevano descritto la
malattia nei loro manuali e consigliavano
a chi ne era affetto di consumare legumi,
soprattutto fagioli e fave, che poi si sono
rivelati ricchi di levodopa! Tuttavia, le
possibilità di assorbimento e assimilazione della levodopa erano scarse, e difficilmente poteva arrivare al cervello.
La malattia dei “grandi”
La malattia di Parkinson è anche nota
come “la malattia dei grandi uomini”:
Francisco Franco, Franklin Delano Roosevelt, Hitler, Arafat, Mao, Bresniev, Michael J. Fox, Giovanni Paolo II, Cassius
Clay e molti altri famosi personaggi ne
hanno sofferto o ne soffrono.■
A PROPOSITO
DELLE STAMINALI
Sembra incredibile, ma accade.
Accade soprattutto ai malati e ai loro cari
che, sopraffatti dalla disperazione per la
drammaticità della situazione, senza più
alcuna fiducia né aspettativa in ciò che la
Medicina offre attualmente, si lascino
cadere nelle mani sporche di certe organizzazioni, colpevoli di fare del vero e
proprio sciacallaggio sulle altrui sofferenze.
Queste organizzazioni (di certo “a delinquere”) si presentano come “cliniche della
speranza” che promettono, grazie alle
cure a base di staminali, miglioramenti o
guarigioni prodigiose a chi è colpito da
Alzheimer, sclerosi multipla e, ovvio,
Parkinson. Non tutti sanno che, clinicamente, i successi delle cure “staminali”
non sono ancora dimostrati e quindi tali
cure possono risultare del tutto inefficaci.
Una cosa è certa: costano tantissimo denaro.
Infatti, a fronte di qualche iniezione di
cellule, tra l’altro prelevate in qualche
caso persino da feti animali, somministrate di solito all’estero in cliniche di lusso,
site in una cornice naturale affascinante,
si sborsano cifre che vanno dai 7.500 ai
36 mila euro. Anticipati, chiaro.
Senza contare le spese di viaggio e il soggiorno dell’accompagnatore (il trattamento va dai 3 ai 6 giorni). Ma chi è disperato, magari malamente consigliato da com-
IL QUARTINO
plici dei “mercanti di speranza”, crede in
queste sirene truffaldine ed è disposto a
fare qualsiasi sacrificio pur di veder tornare alla normalità i propri cari, e quindi
paga.
Il mercato delle cure basate sulle staminali è fiorente e ricchissimo, i “punti vendita” si trovano principalmente in Svizzera,
Germania, Ucraina, Thailandia e Cina.
Ma di recente, sono state “smascherate”
cliniche in Brasile, Messico, Filippine e
Russia. In Italia, per ora, solo un caso,
fortunatamente già sottoposto
all’inchiesta della Magistratura.
Con tutta la valanga di informazioni, notizie e inchieste che arrivano dai mass media riguardanti la salute, prestiamo maggior attenzione a ciò che vogliamo sentirci
dire, ma non ci rendiamo conto che
l’elenco dei presunti successi millantati
dagli sciacalli non sono mai apparsi su
alcun notiziario, articolo o segnalazione
degli organismi internazionali o delle più
accreditate riviste mediche.
Sono invece in aumento le persone che,
nonostante il colpo morale e finanziario
subìto, hanno la forza e il coraggio di denunziare pubblicamente i malfattori, testimoniando la loro infausta esperienza,
facendo intervenire le autorità inquirenti.
Cosa fare per difendersi?
Essere aggiornati sugli sviluppi della ricerca scientifica attraverso il proprio neurologo, partecipando agli incontri della
propria Associazione.
Antonio Ranfagni
(dal Congresso A.I.P., Cervia, Gennaio 2010)
Settimanale Panorama n.4 /2010
AIUTA
L’ ASSOCIAZIONE VICENTINA
MALATTIA DI PARKINSON
destinandole
IL CINQUEPERMILLE
delle imposte che comunque
devi pagare
Nella denuncia 2011 (redditi 2010)
(Mod.730 oppue UNICO oppue CUD)
FAI LA TUA FIRMA NELLA CASELLA
“ Sostegno delle organizzazioni
non lucrative di utilità….”
E SCRIVI IL CODICE FISCALE
DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE
03034960249
Per ulteriori informazioni
chiama la nostra segreteria
0444 963246
Lunedì, Martedì e Giovedì
dalle ore 10 alle ore 12
12
IL QUARTINO
25 Novembre 2010
ASSOCIAZIONE VICENTINA MALATTIA DI PARKINSON
Onlus VI 0530 fondata il 28 Ottobre 2002
Vorrei diventare socio
Cognome……………………………...
Nome……………………………….
Via………………………………….
CAP………………...
Luogo………………………………
DOVE SIAMO
CHI SIAMO
La nostra Sede si trova a Vicenza
in Viale Mercato Nuovo, 41C
E’ aperta lunedì, martedì, giovedì dalle ore 10 alle 12
Siamo un gruppo di
malati e famigliari
che non si rassegnano
alla malattia.
E vogliamo aiutare
anche gli altri
a combattere
la malattia.
CI TROVATE
Al telefono e fax: 0444 963246
Al telefono mobile: 348 8333586
In Internet al sito: www.parkinsonvicenza.it
La casella di posta è: [email protected]
Telefono……………………………
Data di nascita……………………...
I
NOSTRI
OBIETTIVI
Sono affetto/a da Parkinson
Sono parente di un malato/a
di Parkinson
Sono un amico/a e sostenitore
dell’Associazione
In base all’art.10 della legge n. 675/96
riguardo l’utilizzo dei miei dati personali,
autorizzo l’elaborazione dei dati suindicati esclusivamente per motivi statutari.
1
Combattere
Il
Parkinson
●
2
●
Aiutare i malati
e i loro famigliari
a convivere
con la malattia
Data………………………………..
Firma………………………………..
Si prega di compilare e inviare a:
Associazione Vicentina
Malattia di Parkinson
Viale Mercato Nuovo, 41C
36100 VICENZA
QUOTA ASSOCIATIVA
3
Preparare
i famigliari
all’assistenza
4
Migliorare la
qualità di vita
dei malati e dei
loro famigliari
Organizziamo
incontri tra
malati
e famigliari
Organizziamo
incontri
informativi
con medici
e operatori
del settore
● Organizziamo
attività
di rieducazione
fisica
e psicologica
● Cerchiamo
assistenza
e sostegno
presso enti
pubblici e
privati
I MEDICI DELLA NOSTRA
COMMISSIONE SCIENTIFICA
Quota annuale
● Malati:
L’importo può essere versato
presso la segreteria dell’Associazione
oppure a mezzo bollettino
sul c/c postale N. 95830337
o sul c/c presso
Banca del Centroveneto
Il nostro Codice IBAN:
IT 38 S085 9011 8010 0008 1000 002
I PROGETTI
CHE ABBIAMO
REALIZZATO
Insieme è bello
Ins
L’organizzazione di feste
e manifestazioni diverse
per soci e simpatizzanti
Parkinson: conoscerlo
per combatterlo
Organizzazione di
convegni di divulgazione
scientifica
Più forti si vince
Corsi di Tai-Chi e di
Ginnastica ricostruttiva
Capire è un po’ guarire
Ciclo di incontri con la
psicologa per malati
e famigliari
La parola è d’oro
Le tessere scadono il 31 Dicembre
di ogni anno.
€ 30,00.
● Famigliari: € 15,00
● Sostenitori: € 20,00
● Benemeriti: a partire da € 50,00
COSA FACCIAMO
PER
RAGGIUNGERE
GLI OBIETTIVI
• Dott. Luigi Bartolomei, Neurologo
Ospedale San Bortolo di Vicenza
• Dott. Giampietro Nordera, Neurologo
Casa di Cura Villa Margherita di Arcugnano (VI)
• Dott. Massimo Piacentino, Neurochirurgo
Ospedale San Bortolo di Vicenza
●
Conosciamoci meglio e
facciamoci conoscere
Pubblicazione de
“Il Quartino”, il giornale
dell’Associazione
Dott. Manuela Pilleri, Neurologo
Casa di Cura Villa Margherita di Arcugnano (VI)
• Dott. Tiziana Mesiano, Neurologo
Ospedale Civile di Arzignano (VI)
• Dott. Lorenzo Bragagnolo, Neurologo
Ospedale Civile di Bassano del Grappa (VI)
●
Ciclo di incontri con il
logopedista
Dott. Alessio Dalla Libera, Neurologo
Ospedale Civile di Thiene-Schio (VI)
Volere è Potere
Indicazione di un metodo
di cura personalizzato,
non tradizionale,
complementare alle terapie farmacologiche
Scarica

Il Quartino n.10 - Associazione Vicentina Malattia di Parkinson