Il ritorno del Piccolo Principe Giovedì 17 Maggio 2012 Esce un seguito, mentre oggi vanno all'asta due pagine inedite Fonte: Corriere della Sera di Cristina Taglietti Il Piccolo principe ha quasi settant'anni ma continua a esercitare un fascino senza tempo. Da quando il suo autore, Antoine de Saint-Exupéry, nel finale di questo longseller stampato in oltre 130 milioni di copie in tutto il mondo, decise di far tornare alla sua rosa il bambino dai capelli d'oro e dal mantello blu, in molti hanno cercato di immaginare un'altra sua avventura sulla Terra. A sorpresa qualcosa di ancora inedito c'è, come dimostra il manoscritto che oggi viene battuto all'asta da Artcurial a Parigi, un abbozzo sconosciuto finora custodito da un collezionista privato che vuole restare anonimo. Le carte risalgono al 1941, quindi sono anteriori al manoscritto che l'autore consegnò alla giornalista americana Sylvia Hamilton Reinhardt (di cui fu brevemente innamorato) nell'aprile 1943, prima di partire per l'Africa del Nord e ora conservato alla Pierpont Library di New York. Si tratta di due pagine autografe, stimate tra i 40 mila e i 50 mila euro, sei volte il prezzo di una pagina singola, e sono una bozza dei capitoli XVII e XIX, in cui il Piccolo Principe, dopo avere percorso sei pianeti, arriva sulla Terra. Vi compare un personaggio finora sconosciuto che i curatori della Maison Artcurial, che hanno decifrato la minuta e difficile grafia dell'autore, hanno chiamato «il cruciverbista» perché nel dialogo con il Piccolo Principe cerca una parola di sei lettere che significa «gargarismo». Non potendo leggere, per ora, le pagine inedite, bisognerà accontentarsi del possibile seguito immaginato dall'imprenditore e poeta argentino A. G. Roemmers, autore de Il ritorno del giovane principe, romanzo che nel suo Paese è diventato un bestseller e che il 24 maggio arriva anche in Italia, tradotto da Claudia Marseguerra per Corbaccio. Lo stesso autore ha chiarito che il libro non vuole essere un sequel della celebre favola ma piuttosto una «continuazione sentimentale», basata su un richiamo ai valori dell'originale. Un'operazione condotta con una certa furbizia e su cui è stato facile creare un caso editoriale anche perché il libro ha ricevuto una sorta di benedizione da parte della numerosa famiglia d'Agay, i discendenti dello scrittore che si dividono l'eredità con José Martinez Fructuoso, amico e confidente di Consuelo, la vedova di Saint-Ex che, alla sua morte nel 1979, aveva nominato erede universale. E infatti il volume italiano, con una copertina che evoca le atmosfere dell'originale e raffigura un giovane di spalle con i capelli oro e la giacca blu, ha una prefazione di Bruno d'Agay, definito genericamente «parente di Antoine de Saint-Exupéry». Roemmers scrisse il libro in pochi giorni nel 2000 e ne fece avere una copia ai discendenti dello scrittore che però gli comunicarono che la politica della famiglia era di non avvallare nessuna continuazione della favola. La storia diventò così un libretto che l'autore regalò a pochi amici e soltanto anni dopo, in occasione di una mostra fotografica sugli anni di Saint-Ex in 1/2 Il ritorno del Piccolo Principe Giovedì 17 Maggio 2012 Argentina, il libro finì nelle mani di Frédéric d'Agay, cugino di secondo grado dell'autore e allora presidente della fondazione Saint-Exupéry che lo apprezzò al punto da scrivere la prefazione per l'edizione latinoamericana pubblicata da Planeta. «Ero al volante lungo una sperduta strada della Patagonia - inzia il romanzo di Roemmers quando all'improvviso su un ciglio scorsi un fagotto dall'aspetto strano. Rallentai d'istinto, e a quel punto mi accorsi che un ciuffo biondo sbucava da sotto una coperta blu che sembrava adagiata su un corpo umano». Il Piccolo Principe immaginato da Roemmers è ora un adolescente perso in una regione deserta, addormentato sul ciglio della strada e salvato da un adulto. Il loro viaggio è una lunga conversazione sulle grandi domande della vita, quasi un aggiornamento dell'originale anche se la scrittura non può che essere lontana da quell'inarrivabile equilibrio di profondità e leggerezza. Di certo Roemmers conosce bene la vita e l'opera dello scrittore-aviatore che nell'autunno 1929 attraversò l'oceano e arrivò a Buenos Aires per inaugurare la linea aerea più a sud del globo, l'Aéropostale Argentina, che faceva rotta verso la Patagonia. Saint-Exupéry amava molto quel Paese (dove tra l'altro conobbe la moglie Consuelo) e non è un caso che all'asta a Parigi oggi vada anche un manoscritto del 1932 dedicato proprio alla Patagonia. D'altronde proprio il monte Fitz Roy con suoi picchi, che Saint-Ex sorvolò nei suoi viaggi, fu la fonte di ispirazione per i disegni con cui illustrò l'originale. 2/2