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Cin-ci-la
Un'operetta fuori dal tempo, per la regia del comico di cabaret Pippo Santonastaso. Guest star il
comico di Zelig, Diego Parassole"
Paola De Ambrosis Vigna
Sabato 18 e domenica 19 febbraio la Compagnia dell’Oniro ha intrattenuto il pubblico
novarese riunito al Teatro Coccia, con il divertente spettacolo di Operetta Cin-ci-la. Su libretto
di Carlo Lombardo e musiche di Virgilio Ranzato, la prima rappresentazione dello spettacolo
risale al 18 dicembre 1925, in uno storico ambiente dell’arte scenica milanese, il Teatro Dal
Verme.
Il successo di ’Cin ci là’ lo si deve forse al suo carattere progressista che non finisce di fornire
spunti e ispirazione nemmeno oggi. Ibrido tra la tradizione del teatro di rivista e l’operetta vera
e propria, è da sempre considerata un caso atipico di operetta. Si tratta di una commistione
che, pur dando respiro alla lirica, lascia largo spazio al teatro d’improvvisazione e a dialoghi
reinterpretabili secondo le contingenze storiche. E proprio in questa sua caratteristica Cin-ci-la
trovò nel ’25, e incontra tutt’ora, il suo punto di forza, che ne fa una delle operette più amate
dal pubblico e più rappresentate.
Le musiche per questa rappresentazione proposta dalla Compagnia dell’Oniro sono state
registrate dall’Orchestra Filarmonica di Karkov diretta da Stefano Sovrani. La scenografia di
Naoko Watanabe e i costumi di Monica Contri contribuiscono a ricreare l’atmosfera naîve di
una Macao fuori dal tempo. Un paesaggio esotico, lontano dalla realtà occidentale, che proprio
per questo fornisce allo spettatore un riposo dalle cure del presente. Paesaggi lontani e gusto
per l’Oriente: questi i temi vincenti, che permettono l’evasione. Ma la proposta della
Compagnia, in linea con la tradizione, non è solo questa, ma anche cercare di fornire nella
rappresentazione dei chiari riferimenti all’attualità, offrendo così maggiori spunti e occasioni di
divertimento.
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Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale reperibile al link http://www.lindro.it/cultura/2012-02-22/6937-cin-ci-la
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
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Regista dello spettacolo il poliedrico Pippo Santonastaso, che avrebbe dovuto far parte del
cast in scena, ma, per motivi di salute, è stato sostituito all’ultimo momento dal brillantissimo
Diego Parassole, diventato famoso tra i comici del seguitissimo Zelig. Bravissimo e
preparatissimo, nonostante il poco tempo a sua disposizione per entrare in sintonia con la
Compagnia, anche in questo si vede la professionalità di un attore. La peculiarità della sua
inflessione dialettale piemontese è stata quel tocco misto di assurdo e originale che ha portato
in scena un riuscitissimo Petit Gris.
Quanto al regista, “Malgrado abbia tagliato il traguardo dei quarant’anni di palcoscenico
- scrivono di Pippo Santonastaso - è ancora oggi alla ricerca di nuovi stimoli, di creazioni
artistiche capaci di stupire un pubblico che non lo ha mai abbandonato e che fa ormai parte
integrante della sua vita”.
E questo è stato il principale merito di questa rappresentazione, la ricerca d’innovazione.
Lo si è visto anche nella predisposizione di microfoni agli artisti sul palcoscenico, anche per
i brani lirici. L’effetto sortito ha stupito i più, anche perché le calde note dell’ottimo
soprano Piera Grifasi sono state poco esaltate dai microfoni ad archetto, ma chiaro è stato
l’intento: rinnovare, tentare nuove strade. Un connubio forse tra operetta e musical; il tempo
lo chiarirà. In ogni caso il risultato complessivo è stato felicemente accolto dalla gremita sala. Il
pubblico ha accompagnato con molti applausi tutto lo spettacolo, che si è retto sul contributo di
tutti i bravi attori e cantanti, tra i quali sono emersi per doti istrioniche e simpatia proprio
Parassole, nei panni di Petit Gris, e l’attore brillante Italo Ciciriello, che ha interpretato Fon-ky,
il reggente di Macao.
Tra i cantanti molto apprezzata è stato proprio il soprano Piera Grifasi nei panni di Myosotis,
l’ingenua principessa che deve andare in sposa all’altrettanto inesperto principe Ciclamino,
interpretato dal tenore Massimiliano Drapello. Un altro contributo vitale, simpatico e di valore
è stato quello offerto dal baritono Guido Trebo che è stato il simpaticissimo consigliere Blum,
e dal soprano Cosetta Gigli, che ha dato un’interpretazione molto moderna di Cin-ci-la,
facendone un’autentica soubrette dei nostri giorni.
Il pubblico ha applaudito anche al gentile e inaspettato fuori programma che ha visto
riproporsi sul palco al termine dello spettacolo Grifasi, Drapello, Trabo e Gigli, ed
esprimere un sentito arrivederci sulle note del Brindisi di La Traviata.
Graziose anche le coreografie curate da Ruggero Bogani, che hanno visto protagonisti sei
ballerini del corpo di ballo della Compagnia, nelle vesti di contadini, popolani e musmé,
simpatiche spalle dei protagonisti in molte scenette.
L’accento di tutto la rappresentazione è stata un’esaltazione della frivolezza e spensieratezza,
un invito a non prendersi sempre sul serio, e sdrammatizzare le difficoltà. L’operetta non ha
finalità morali, né catartiche, ma nella fantasiosità dei temi proposti mantiene sempre un filo,
seppur molto sottile con i fatti della realtà, che come delle schegge piombano improvvisamente
sulla scena. La diffusa presenza dell’operetta nella programmazione nei teatri di tutta Italia ci fa
poi riflettere. Come genere non è più tanto pubblicizzata sui principali media, ma è un dato di
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fatto che molte realtà teatrali italiane, anche provinciali, vedono nel loro calendario
appuntamenti e recite che danno il tutto esaurito per simili spettacoli. Non sarebbe forse il caso
di parlarne di più?
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