Anticipazioni 1945, la fine di Hitler Anticipazioni 1945, la fine di Hitler Apocalisse a Berlino L’anno prossimo sarà il settantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, che segnò il crollo della Germania nazista e dei suoi alleati. E’ prevista una valanga di ricostruzioni storiche di quegli eventi che hanno condizionato la vita del pianeta. In Italia il via lo danno le Edizioni White Star, con un nuovo saggio, «Adolf Hitler. Il tempo della svastica», che il nostro Luciano Garibaldi ha scritto assieme alla figlia Simonetta. Per gentile concessione, pubblichiamo il capitolo che ricostruisce la fine del Nazismo a Berlino nell’aprile 1945 di Luciano e Simonetta Garibaldi S ebbene al sicuro nel bunker della Cancelleria, Hitler e la sua corte vivevano ogni ora l’avvilente incubo dei bombardamenti a tappeto che ogni notte devastavano ciò che ancora restava in piedi delle città del Reich. Dopo Dresda era stata la volta di Chemnitz, poi di Kassel, Worms, Würzburg, Duisburg. Le notizie catastrofiche (decine di migliaia di morti ogni giorno tra la popolazione civile) giungevano nella prima stanza a destra del corridoio, subito dopo l’ingresso sotterraneo, dove era sistemato l’ufficio di Martin Bormann, con le radio riceventi, le telescriventi e le grandi carte geografiche sulle quali gli addetti segnavano, aggiornandole di continuo, le rotte dei bombardieri. Da qui partivano, via radio, gli ordini per i piloti suicidi, i «kamikaze» tedeschi pronti a morire per contrastare l’alluvione aerea alleata: una pagina misconosciuta di quel crepuscolo della seconda guerra mondiale. Un episodio per tutti: il 7 aprile 1945 centottanta Messerschmitt 109 si levarono in volo da Hannover per intercettare una flotta | STORIA IN RETE 78 di bombardieri americani in arrivo. Centotré Me-109 furono abbattuti (e 77 piloti tedeschi, che non erano riusciti a lanciarsi con i paracadute, persero la vita). I bombardieri americani colpiti furono 23. Questa feroce contabilità, non appena ricevuta da Bormann, veniva portata nell’appartamento del Führer cui si accedeva a metà del corridoio, sulla sinistra. Era composto di una sala riunioni con tavolo di legno e panche, un soggiorno con divano e scrivania (dietro la scrivania, il ritratto di Federico il Grande), una camera da letto dove Hitler dormiva su una branda militare. Eva Braun aveva la sua stanza più avanti. Collegato attraverso un passaggio sotterraneo con quel lugubre tugurio dove pulsava il cuore morente del Terzo Reich, c’era il cosiddetto «Vossbunker», capace di ospitare 2.000 persone, trasformato in un ospedale. Qui venivano portate al sicuro le giovani spose incinte e qui nascevano i bambini. Per ogni bimbo venuto alla luce, Hitler faceva recapitare un mazzo di fiori alla madre e un libretto di risparmio con 100 Reichsmark Maggio 2014 Berlino, 1945: un soldato tedesco disfatto davanti alle rovine in fiamme del Reichstag Maggio 2014 | 79 STORIA IN RETE