destra forte che sappia mettersi in contrapposizione all'Svp. Oggi si rinnova il presidente, ma non il programma. Il nostro obiettivo rimane quello di aumentare le competenze da Roma, fino ad arrivare completamente indipendenti con l'autodeterminazione». Sul palco sono saliti anche Maurizio Fugatti della Lega Nord Trentino e Marco Omenigrandi Grossmann di Nuovo Trentino-Nuovo Tirolo. «Sono molto contento di essere qua — spiega Fugatti — per noi significa molto. Con voi Freiheitlichen abbiamo costruito un ottimo rapporto, costruito sull'autodeterminazione che vogliamo tutti quanti. Spero che questo rapporto possa continuare anche con il nuovo Obmann». Grossmann aggiunge: «Siamo un movimento giovane, nato su una base identitaria e con idee molto chiare. Non vogliamo nessun rapporto con la realtà politica italiana, siamo aperti alla sinergia con i Freiheitlichen». La tensione in sala aumenta ri all'interno del partito». L'Obfrau uscente si confessa per la prima volta dopo gli episodi che l'hanno vista coinvolta. «In questo periodo ho vissuto momenti terribili, pressioni e minacce per messaggi ed email da quelli che consideravo amici. Ho avuto anche paura di essere scaricata dal partito, che invece mi è sempre rimasto accanto. Sono stati fatti molto errori, sicuramente quello più grave è di non essere andati d'accordo tra colleghi all'interno del partito. Mi sono scusata, ora è tempo di ripartire — dice — Siamo un partito forte, a cui non mancano né idee né tantomeno motivazioni o visioni. Oggi dunque deve essere un nuovo inizio. Faccio i migliori auguri a Walter Blaas, spero possa continuare il percorso che abbiamo costruito negli ultimi anni». E fra gli applausi del pubblico è tornata a sedersi, dando il via libera alla presentazione dei candidati per il ruolo di presidente del partito. L’ Obmann L’appello: dobbiamo migliorare la nostra comunicazione interna «I panni sporchi si lavano in casa» BOLZANO — «Il partito ha bisogno di qualche cambiamento. Cominceremo subito, a partire da domani, cercando di migliorare la comunicazione fra i colleghi all'interno e tra il partito e gli elettori. Le linee guida, invece, rimarranno pressoché invariate, anche perché nessuno le ha mai messe in discussione». Il neoeletto Obmann dei Freiheitlichen, Walter Blaas, ha le idee chiare e non intende concedersi nemmeno un giorno di riposo. Consigliere provinciale classe '59, eletto con 3.594 preferenze alle scorse elezioni di ottobre, Blaas ha già elencato quale sarà il percorso che intende percorrere al comando del partito. Blaas, un cambiamento al vertice del partito era inevitabile. Ma che cosa succederà effettivamente? «Sicuramente non andremo a toccare le linee guida, anche perché non siamo qui perché sono stati criticati o messi in discussione i nostri punti del programma. Deve assolutamente cambiare, invece, la comunicazione. I panni vanno lavati prima in casa, ed allo stesso modo le critiche vanno espo- ste prima all'interno del partito e poi magari ci si va a lamentare dai media». Ci saranno cambiamenti anche all'interno del partito? «Sicuramente, ci sarà anche una riorganizzazione dei vertici. Darò maggiore visibilità ai miei due sostituti ed al segretario generale, che saranno in grado di dare nuovi impulsi. Insomma non andremo a stravolgere nulla, ma qualche giro di vite serviva». Come commenta i risultati delle elezioni europee? «Un risultato da dimenticare, ma dettato da tanti fattori negativi che sono intervenuti contemporaneamente. Siamo capitati in un torrente elettorale che ci ha spazzati via, non potevamo fare di più. Poi per colpa della legge elettorale eravamo costretti a presentarci insieme ad un partito italiano, senza poter presentare il nostro simbolo. Questo in un territorio di nicchia come il nostro ha il suo peso». Per quanto riguarda, invece, lo scandalo dei vitalizi? Data: 15/06/2014 | Testata: Corriere dell'Alto Adige | Pagina: 4 Federico Mele © RIPRODUZIONE RISERVATA «Questo ci ha penalizzati particolarmente, si vede che i nostri elettori sono più sensibili. Ci tengo, comunque, a sottolineare che i nostri due colleghi coinvolti sono pronti a riversare subito la somma completa dei vitalizi. Stiamo solamente aspettando la legge regionale, si risolverà, spero, nel giro di qualche settimana». Ulli Mair è stata molto dura nel suo intervento. «Comprensibile, ha subito in prima persona la pressione mediatica e di quelli che riteneva "amici". Ha sempre pensato al bene del partito, anche perché ha deciso di dimettersi pur avendo la fiducia completa dei colleghi». Le prossime scelte politiche dei Freiheitlichen? «C'è molta carne al fuoco, la disoccupazione giovanile è una delle nostre priorità. Il nostro compito, comunque, sarà sempre quello di mettere il dito nella piaga dove ci sono diseguaglianze». F. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA Volti del Sudtirolo Il Sessantotto nella capitale, poi docente alla Lub. Ha contribuito a fondare Alphabeta «Io e Benno, due compagni di gioco» Sandra Montali: «Siamo solari, insieme non ci annoiamo mai» di ANNA QUINZ rienze significative, pezzi di storia culturale di questa terra, che anche lei ha cercato di migliorare con le sue competenze e il suo travolgente entusiasmo. Sandra, lei era all’università a Roma in pieno ’68. Cosa le ha lasciato quel periodo? E quelli successivi? «Io non ero una rivoluzionaria, ero una brava bambina di provincia che voleva studiare. Dopo un mese che mi ero iscritta hanno chiuso la facoltà e hanno dipinto un drago sulle scale. Io andavo chiedere degli esami, ma nulla da fare, c’erano i maosti con il libretto rosso: ho respirato questo clima, vissuto in una grande città, ho conosciuto i problemi sociali che a Merano "non arrivavano". È stata un’importante esperienza di vita e di studio. Poi il ritorno a Bolzano, l’insegnamento e a un certo punto il bisogno di cambiare. Ho lasciato la scuola e fondato insieme ad altri insegnanti Alphabeta, ci occupavamo principalmente di aggiornamento dei metodi di insegnamento Le passioni «Mi piacciono la musica di ogni genere e l’arte contemporanea. La letteratura, grande amore» delle lingue, pensandoli insieme. Questo è quel che si dovrebbe fare qui: fare le cose insieme, non pensare in una lingua e poi tradurre. Questo principio era cruciale per noi, per vedere le lingue come culture e non come fatto tecnico. Sono stati anni belli e pionieristici, abbiamo fatto esperimenti, ci siamo divertiti. Io tendenzialmente sono una adatta alle fasi iniziali, quando si istituzionalizzano sento il bisogno di cambiare, e così a un certo punto ho lasciato alpha&beta, per il desiderio di fare altre esperienze. Lei ha una vita sociale e culturale molto attiva, la si può incontrare spesso e volentieri lì dove ci sono arte, musica, giovane creatività, quali le sue principali passioni? «Sono prezzemolina, perché sono curiosa. Mi sento una buona complice di artisti e innovatori. Sono affascinata dai mutamenti e da tutta la vita cerco di essere lievito per innovazioni e cambiamenti. Dunque, sono arrivata ad artisti e musicisti. Tutti i miei amori sono stati musicisti. Mi piace la musica di ogni genere, e poi l’arte contemporanea, anche se non capisco tutto. La letteratura rimane il grande amore. Altro hobby, la formazione degli insegnanti nell’insegnamento innovativo delle lingue, con creatività e letteratura. Ho scritto un libro su questo, sto recuperando e riadattando sperimentazioni didattiche degli anni ’70, quando si pensava all’immaginazione al potere». Lei e Benno Simma formate una coppia invidiabile. L’assemblea nazionale Pd, anche gli altoatesini a Roma «Selfie» Piccinotti e De Pascalis a Roma BOLZANO — Tra i delegati del Pd giunti da tutta italia a Roma ieri c’era anche una piccola rappresentanza altoatesina: i renziani Ilaria Piccinotti e Alberto Ghedina e il «cuperliano» Mauro De Pascalis. «Si respirava davvero un bel clima — commenta quest’ultimo sulla via del rientro —. Ho avuto la sensazione di una svolta vera nel segno dell’unità del partito: una scelta ben simboleggiata dall’annuncio di voler ripristinare le feste dell’unità in tutta Italia. Anche la designazione di Matteo Orfini alla vicepresidenza è un segnale positivo». All’assemblea ha partecipato Luisa Gnecchi, che ha illustrato un ordine del giorno a favore degli esodati: un’iniziativa, quella della deputata, apprezzata dai colleghi. Radici meranesi Sandra Montali, moglie di Benno Simma Quali i vostri segreti? «La prima cosa, un grande amore. Poi, io sono il campo base, la parte maschile di questo gruppo (ride, ndr), Benno è una persona di grandissima sensibilità e per me il bello nello stare accanto a lui è che non mi annoio mai. Siamo entrambi piuttosto solari, non ci fissiamo sul negativo dell’esistenza ma cerchiamo di continuare a giocare. Ecco, siamo un po’ compagni di gioco. Questo forse il segreto. I bambini Sandra e Benno, giocano ancora insieme. Attraverso lui ho la possibilità di incontrare mondi che non sono i miei, e questo è molto importante per aprire gli orizzonti, che qui ogni tanto con le montagne, mancano. Altro segreto è non volere essere giovani, ma vecchi in modo meno pesante. Costante della mia vita è la ricerca di leggerezza e colori. Non mi piace il grigio, e quello che manca, lo metto con la fantasia. Le vite che non possiamo vivere, le inventiamo». E l’Alto Adige dei suoi sogni, come lo inventerebbe? «Non credo che sia da inventare, ci sono già delle cellule, anche se minori. Io ho vissuto anche nella famosa epoca langeriana con giornali e teatri bilingui. Mi sembra che per certi versi siamo tornati indietro. L’Alto Adige che sogno, sa elaborare tutti i contributi, compresi quelli degli stranieri, per un arricchimento vicendevole. Mi immagino una terra dove i giovani abbiano spazi, anche un po’ più di cultura urbana. Amo la natura, ne abbiamo bisogno, è una fortuna enorme, ma dobbiamo cominciare a pensare a come andrà avanti. Mi interessa l’evoluzione. Mi piace pensare di cogliere germi di novità, come diceva Italo Calvino: noi possiamo solo tenere aperti spazi, di quello che non è inferno». © RIPRODUZIONE RISERVATA Ritaglio stampa ad esclusivo uso del destinatario, non riproducibile BOLZANO — Che l’età sia questione non di anagrafe ma di spirito, è opinione condivisa. Sandra Montali, lo conferma. Nata nel ’48 a Merano da mamma sarda e papà friulano, Sandra è una delle donne più giovani che si possano incontrare. Amante di arte e musica, la si può trovare a concerti rock e inaugurazioni, negli ambienti più seri e in quelli alternativi. Accanto a lei, il marito Benno Simma, noto designer e musicista. Una coppia, la loro, che trasmette immediatamente luce e positività. Con la vivacità che si legge nei loro occhi, la curiosità che muove cuori e cervelli. Sempre circondata di giovani, che come Benno ama aiutare a crescere nei percorsi creativi e intellettuali, Sandra porta con sé i colori vivaci dei suoi abiti, la sua vispa intelligenza, la voglia costante di confronto e dialogo. Un po’ «zia» per molti altoatesini, Sandra insegna italiano nelle facoltà di Economia e Design all’Università di Bolzano, perché le lingue e la letteratura sono i suoi altri grandi amori. Che ha iniziato a coltivare con gli studi in lettere moderne alla Sapienza di Roma (anno d’immatricolazione ’67/’68), poi insegnando nelle scuole, fino all’università. Passando per tante espe- Documento generato da Philip Santa (unibz) il 16/06/2014 alle 10:38:28 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) 1/1