SPETTACOLI 27 LUNEDÌ 11 OTTOBRE 2010 MILANO ALLA SCALA REPLICHE FINO AL 13 NOVEMBRE Il debutto di Roberto Bolle per la prima di «Onegin» MILANO Valentina Bonelli II Dall’«Onegin» di Puskin, solo Cajkovskij era riuscito a trarre un’opera di complementare intensità e struggimento. In tutt'altro contesto storico e artisti- co, nella Germania del 1965, il coreografo di cultura inglese John Cranko ebbe l’ardire di trasferire in danza il romanzo in versi fondante della letteratura russa. Il suo «Onegin» è un luminoso esempio di «dance drama», che in questo finale di stagione torna alla Scala dopo sei anni di assenza. Per nulla invecchiato: perché Cranko tratteggiò lo scenario con lievi tocchi di folklore russo e destinò la sua scrittura coreografica più ispirata alla definizione dei ritratti dei protagonisti: Onegin e Tatjana (come nell’opera la vera protagonista del balletto), ma anche Grandi interpreti Il pas de deux alla Scala. (FOTO BRESCIA/SCALA) Ol'ga e Lenskij. I due pas de deux della coppia principale parlano come i versi di Puskin e risuonano quanto le note di Cajkovskij. Nella scena della lettera, la tempesta di sentimenti che investe Tatjana ha i guizzi e i voli di un sogno fiammeggiante, con una specularità coreografica ispirata allo specchio da cui Onegin esce. Nella scena finale, in cui sarà Tatjana a dire addio ad Onegin stracciando la sua lettera, l’amore negato è espresso da una coreografia in cui le catene del dovere sembrano ancorare al suolo i voli del rimpianto. Balletto che vive di grandi interpreti, alla prima scaligera MUSICA IN LUTTO EBBE UN SUCCESSO TARDIVO MA MERITATO RICORDI PARMIGIANI Solomon Burke: addio al grande re del «rock & soul» Una rosa rossa per ogni donna Ci voleva Solomon Burke per far ballare il pubblico parmigiano sul palco del Regio: è successo nel dicembre 2008, quando il «re del rock'n'soul» ha invitato la platea a scatenarsi al ritmo del suo irresistibile repertorio. Il «copione» del suo concerto prevedeva anche l'omaggio di una rosa rossa a tutte le donne presenti, invitate a salire ad una ad una al cospetto del suo «trono». Era successo anche in occasione del suo concerto del 2006 in Pilotta: in quella circostanza, addirittura, una ragazza del pubblico aveva duettato con lui in una scatenata «Proud Mary». Scrisse «Everybody needs somebody to love» Memorabili i suoi spettacoli in Pilotta e al Regio II E' morto a 70 anni all'aeroporto Schiphol di Amsterdam il celebre cantante e compositore Solomon Burke, detto «la leggenda del rock'n'soul». A lui si deve uno dei titoli più famosi della storia della black music: «Everybody needs somebody to love», un pezzo diventato un manifesto. Burke lo ha scritto e cantato nel 1964, molti grandi l’hanno registrato, da Wilson Pickett ai Rolling Stones, ma a dargli il passaporto per l'eternità sono stati i Blues Brothers nell’indimenticabile concerto in teatro, di fronte alle forze di polizia dell’Illinois, che chiudeva il celebre film di John Landis e contribuì all'enorme successo della colonna sonora. Per molti aspetti Solomon Burke rappresenta l’incarnazione «classica» dei soulmen degli anni d'oro: dall'incerta data di nascita, che oscilla tra il 1936 e il 1940, alla formazione in chiesa a base di gospel e alla forte componente religiosa, passando per lo stile predicatorio, la sconfinata famiglia (con 21 figli e 90 nipoti) e l’amore per il cibo che lo ha portato a raggiungere i 200 chili di peso. Come molti grandi della musica nera, anche il buon Solomon ha conosciuti alti e bassi nel corso della sua carriera, ma invece di votarsi all’autodistruzione ha risolto la faccenda facendo altro e gestendo una ditta di pompe funebri. Alla ribalta si è affacciato Eri ai suoi concerti? Ricordalo sul sito www.gazzettadiparma.it quasi subito, visto che negli anni '60 è entrato nella squadra dell'Atlantic, una delle etichette storiche della musica soul e rock. Il suo primo grande successo, un classico del soul, è «Cry to me», poi qualche anno dopo arriva «Everybody needs somebody to love». Però Burke, benchè dotato di una bella voce baritonale, di una travolgente presenza scenica e di una naturale capacità di comunicare con la platea, non ha mai raggiunto la popolarità di altri grandi quali Sam Cooke, Otis Redding, Ray Charles, Aretha Franklin, Marvin Gaye, James Brown per fare solo qualche esempio. E come spesso succede, ha raccolto tardi i frutti del suo lavoro. Nel 2001 ad esempio è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame, mentre l’anno dopo REGGIO EMILIA APPLAUSI AL TEATRO VALLI PER «KONTAKTHOF» L'incanto di Pina Bausch torna con i giovani interpreti REGGIO EMILIA Sul palcoscenico lo spettacolo di ragazze e ragazzi dai 14 anni in su Valeria Ottolenghi II Si è rinnovato così, meraviglio- samente, il sentimento del dono: perché tra gli intrecci di commozione all’incontro con «Kontakthof», lo spettacolo di Pina Bausch con ragazze e ragazzi dai quattordici anni, presentato al Teatro Valli di Reggio Emilia nell’ambito del Festival Aperto, si avvertiva intensa, profonda, emozionante - tra quel rumore di passi, le sedie che ridisegnavano lo spazio insieme ai corpi, le singole azioni tra le vaste coralità - la definitiva traccia, preziosissima e amata, che la Bausch ha regalato alla danza, al teatro, all’arte. L'alternanza emotiva, i ritmi tra musiche e silenzi, la difficoltà del vivere tra piccole quotidianità e onde d’angoscia, le distanze che mutano tra solitudini, attrazioni di coppia e azioni di gruppo, il variare fluido di stilizzazioni e ripetizioni, il gusto delle citazioni in dimensioni oniriche, e gli innumerevoli altri i segni rintracciabili - nelle posture dei corpi, le espressioni dei volti, sensualità continuamente negate / svelate - sono confluiti così naturalmente in tante poetiche, in una tale miriade di spettacoli, da ricordare, anche seguendo questa ulteriore versione di «Kontakthof», coreografia che il Tanztheater Wuppertal non ha mai abbandonato, come la Bausch abbia in qualche modo risposto ad un bisogno espressivo del tempo, la sua ricerca assorbita come necessità e naturale nutrimento d’innumerevoli artisti. MERCOLEDI' ALLA PRESENZA DI VALÉRY GISCARD D'ESTAING Da Coigny l'«Andrea Chénier» arriva alla Rocca di Soragna II Rappresentata per la prima volta a New York il 15 novembre 1896, l’opera di Umberto Giordano «Andrea Chénier» ritorna protagonista a Soragna, nell’ormai consueto appuntamento autunnale con la «lirica d’autore», promosso dall’Associazione musicale culturale Nausica Opera International. L'opera «Andrea Chénier» composta da Umberto Giordano dal libretto di Luigi Illica, sarà Soragna La Rocca Meli Lupi. rappresentata nella Rocca Meli Lupi di Soragna, mercoledì sera, 13 ottobre, con inizio alle 21. Il capolavoro di Giordano è ambientato negli anni tormentati della Rivoluzione Francese, in un freddo inverno del 1789, nel castello dei conti di Coigny. A fare da cornice all’evento culturale e musicale sarà la maestosa Galleria Bibiena della splendida Rocca, resa ancora disponibile per l’occasione dal mecenate Principe Dio- Reggio Emilia I giovani protagonisti di «Kontakthof» sul palco del Valli. Il «luogo dei contatti» è un vasto salone spoglio, un’austera sala da ballo, in un altro tempo, giovani in completo e cravatta, ragazze con abiti di seta e raso: lo spettacolo ha oltre trent'anni, presentato dalla compagnia an- che alla Scala di Milano, successive le versioni per interpreti over-65 e, quindi, per adolescenti, per Aperto nel suo più recente riallestimento. Si entra quindi in un’altra dimensione, di non professionismo, ma, nella rinuncia febo Meli Lupi di Soragna, sempre attento sostenitore di preziosi progetti culturali e importanti appuntamenti con la musica classica e la lirica, sostenuta dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna e dal Principe Meli Lupi con il patrocinio dell’ufficio cultura del Comune di Soragna e della Provincia. L'appuntamento lirico alla Rocca, arrivato alla sua terza edizione con Nausica Opera, vedrà tra gli importanti ospiti invitati alla serata, Valéry Giscard d’Estaing, ex Presidente della Repubblica francese dal 1974 al 1981 e Accademico di Francia, oltre ai sostenitori e alle autorità invitate dell’amministrazione nazionale, locale e provinciale. La regia e la narrazione della selezione d’opera sarà affidata a Pierluigi Cassano, con scenografia di Eugenio Orlandi e la direzione artistica di Yumi Anna Yaginuma. Il ruolo del poeta Andrea Chénier è affidato al tenore Ennio Capace, che sarà affiancato da Maria Grazia Pani (Maddalena), Vasile Chisiu (Gerard), Silvia Cialli (Contessa / Bersi/Madelon), Graziano Schiamone (Abate / Incredibile), Gianluca Di Canito (Fleville/Roucher/Fougier Tinville/Carceriere), accompagnati al pianoforte dal maestro Roberto Sidoli. I costumi sono di Marco Guion della Bottega del Teatro di Reggio Emilia. Per Info: www.nausica.org, tel. 327 337 500 4 - Fax. 0521 1622027, Email: prenotazioni @ nausica.org. V. Str. (FOTO ANCESCHI) del movimento, del gesto assoluto, limpido e perfetto, giungono altri sensi, valori espressivi, con quegli adolescenti - direzione e supervisione di Bénédicte Billiet e Josephine Ann Endicott - che arrivano a condensare, in «Onegin» ha trovato una nuova coppia di toccanti protagonisti: Maria Eichwald, in arrivo dallo Stuttgarter Ballett - la compagnia che custodisce l’eredità di Cranko - è una fanciulla solitaria e introversa, che si trasforma in una donna fragile eppure ferma. Roberto Bolle, molto atteso al suo debutto nel ruolo di Onegin, passa con consapevolezza dal vanesio egotismo della giovinezza alla coscienza del dolore della maturità. Intorno a loro turbinano con lieve sventatezza la Ol'ga di Daniela Cavalleri e il Lenskij di Antonino Sutera. (repliche fino al 13 novembre, www.teatroallascala.org). ha inciso «Don't give up on me», un album, vincitore di un Grammy, che contiene canzoni scritte appositamente da Bob Dylan, Brian Wilson, Van Morrison, Elvis Costello e Tom Waits. Anche Zucchero ha registrato con lui una torrida versione di «Diavolo in me», contenuta nel suo album di duetti e riproposta live alla Royal Albert Hall di Londra. In Italia aveva molti amici e tantissimi fan conquistati con i suoi concerti: presenza quasi fissa al Porretta Soul Festival («la sua scomparsa è un grave lutto anche per noi», ha detto il direttore artistcio Graziano Uliani), è stato anche più volte protagonista dei concerto di Natale in Vaticano. A Parma è ricordato per due grandiosi concerti nel 2006 (rassegna estiva nel Cortile della Pilotta) e nel 2008 al Teatro Regio. In quello stesso anno ha registrato un cd prodotto da Steve Jordan, «Like a fire», con pezzi, tra gli altri, di Eric Clapton e Ben Harper. Nonostante la sua mole che lo «costringeva» a esibirsi seduto su un trono, confacente al suo titolo di «king of rock'n'soul», conduceva un’attività live frenetica ed era rimasto uno dei pochi testimoni viventi della grande stagione del soul, assumendosi volentieri il compito di tramandarla: nel suo show trovava sempre posto un «medley» dedicato ai successi dei colleghi scomparsi. E' morto in tournèe, mentre con quel suo caratteristico entusiasmo di bonario patriarca, si apprestava a ricordare ancora una volta al mondo che «Everybody needs somebody to love». quel tempo sospeso, conflittuale, di stati d’animo confusi, l’universalità dell’incertezza del vivere, in abiti d’altri anni, tra musiche a tratti ironiche, ma soprattutto colme di struggimenti e nostalgie. Un incanto. Volti neutri e improvvise risate, gesti replicati dell’aggiustarsi gli abiti, dispetti e pensieri d’attenzione (morire/ essere salvata), un cavallino come gioco d’infanzia (la monete chiesta agli spettatori), forme di tenerezza e aggressività, timori e voglia di piacere, astrazioni e apparizioni (deliziosa la coppia di fanciulle di rosa vestite), mangiare una mela e muoversi come gruppi contrapposti maschi/ femmine... Bella la scena dei giovani interpreti che, seduti vicini, raccontano al pubblico - e di una commozione indimenticabile lo smarrimento della ragazza toccata nel corpo dal gruppo di maschi... Applausi e applausi per la giovane compagnia, per Pina Bausch. Nuovo disco.Uscirà il 16 novembre Videoclip in 3D per i Negramaro Sarà un ritorno «tridimensionale» quello che i Negramaro hanno in serbo per l’uscita del nuovo album, il 16 novembre. Il videoclip del primo singolo della band salentina (con base in provincia di Parma) sarà infatti realizzato con la tecnologia 3D.