S T A G I O N E D ’ O P E R A 2 0 1 2 - 2 0 1 3 Evgenij Onegin Scene liriche in tre atti (e sette quadri) Libretto di Pëtr Il’ič Čajkovskij e Konstantin Šilovskij dall’omonimo poema di Aleksandr Puškin Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij Personaggi Interpreti Evgenij Onegin baritono Vasilij Ladjuk Vladislav Sulimskij* Tat’jana, figlia di Larina soprano Svetla Vassileva Radostina Nikolaeva* Vladimir Lenskij tenore Maksim Aksënov Aleksey Tatarintsev* Ol’ga, figlia di Larina contralto Nino Surguladze Iryna Zhytynska* Il principe Gremin basso Aleksandr Vinogradov La vedova Larina, possidente mezzosoprano Marie McLaughlin Triquet, un maestro di francese tenore Carlo Bosi La njanja Filipp’evna mezzosoprano Elena Sommer Zareckij basso Scott Johnson Un capitano della guardia basso Vladimir Jurlin / Marco Sportelli (18, 22, 24, 26) Guillot, cameriere mimo Giuseppe Cannizzo / Andrea Frisano* La giovane Tat’jana mimo Francesca Raballo / Veronica Morello* Il giovane Onegin mimoAndrea Frisano / Giuseppe Cannizzo* Direttore d’orchestra Gianandrea Noseda Regia Kasper Holten Scene Mia Stensgaard Costumi Katrina Lindsay Luci Wolfgang Göbbel Coreografia Signe Fabricius Video Leo Warner e Lawrence Watson per 59 Production Aiuto regista Justin Way Costumi ripresi da Elena Cicorella - Luci riprese da John Charlton Coreografia ripresa da Toniah Pedersen - Video ripresi da Benjamin Pierce Direttore dell’allestimento Maestro del coro Saverio Santoliquido Claudio Fenoglio Orchestra e Coro del Teatro Regio Nuovo allestimento in coproduzione con Royal Opera House Covent Garden, Londra e Opera Australia Maggio 2013: Venerdì 17 ore 20, Sabato 18* ore 20, Domenica 19 ore 15, Mercoledì 22 ore 20, Giovedì 23* ore 20, Venerdì 24 ore 20, Sabato 25* ore 20, Domenica 26 ore 15 Evgenij Onegin Argomento La giovane e romantica Tat’jana scrive una lettera all’affascinante Evgenij Onegin, dichiarandogli il suo amore. Onegin però la rifiuta, non è pronto per il matrimonio. Anni dopo si rincontrano e gli antichi sentimenti si ridestano. Insieme rievocano dolorose memorie ma comprendono che è impossibile cambiare il passato. Scena I: Casa di Larina Tat’jana e sua sorella Ol’ga stanno cantando una canzone d’amore. La loro madre, la vedova Larina, insieme alla nutrice delle ragazze Filipp’evna, riflette amaramente sull’ingenuità della gioventù. Un gruppo di braccianti della proprietà di Larina, festeggia il raccolto. Sentendoli cantare, Tat’jana sogna a occhi aperti; Ol’ga la prende in giro e descrive il proprio atteggiamento leggero nei confronti della vita. Arriva il fidanzato di Ol’ga, il poeta Lenskij, insieme al suo vicino di casa Evgenij Onegin. Subito si instaura un legame tra Tat’jana e Onegin. Scena II: Quella notte Incapace di dormire, Tat’jana pone alcune domande a Filipp’evna a proposito della sua giovinezza e del suo precoce matrimonio. Quando Filipp’evna esce, la ragazza scrive una lettera a Onegin confessandogli il suo amore per lui. Lei sente di aver incontrato spesso Onegin nei suoi sogni, anche prima che si conoscessero, e che sono fatti l’uno per l’altra. All’alba, chiede a Filipp’evna di recapitare la lettera a Onegin. Scena III: Il giorno seguente Tat’jana aspetta con ansia Onegin; quando questi sopraggiunge, le confida di essere stato molto toccato dalla sua lettera, ma teme che non sarebbe un buon marito per lei né per chiunque altra, nonostante nutra nei suoi confronti teneri sentimenti. Le raccomanda di essere meno impulsiva in futuro, lasciandola confusa e distrutta. Scena IV: La festa per l’onomastico di Tat’jana Larina dà una festa per l’onomastico di Tat’jana, ma la ragazza non desidera affatto essere al centro dell’attenzione. Onegin balla con Tat’jana, ma quando sente che gli ospiti spettegolano su di loro, inizia a danzare con Ol’ga. Triquet, un anziano signore francese, canta una canzone composta da Lenskij per Tat’jana. Onegin continua a ballare con Ol’ga. Lenskij si ingelosisce e affronta Ol’ga, che ride davanti alla sua agitazione e continua a flirtare con Onegin. Lenskij quindi sfida Onegin a duello. Scena V: In campagna, mattina presto Lenskij, nell’attesa di Onegin, riflette disperato sulla possibilità di morire prematuramente e teme che tutti lo dimenticherebbero in breve tempo. Giunge Onegin con un amico e i duellanti preparano le pistole. Onegin spara per primo e uccide Lenskij. Scena VI: Un ballo, San Pietroburgo Onegin, per sfuggire al ricordo di Lenskij, parte per l’estero. È perseguitato dal rimorso e si sente depresso. Al suo ritorno, anni dopo, incontra il principe Gremin, un suo parente. Gremin lo accoglie e gli presenta sua moglie: Tat’jana. L’incontro inaspettato turba profondamente Onegin e Tat’jana. Gremin racconta a Onegin quanto lei l’abbia reso felice. Quando lasciano il ballo, Onegin comprende il suo terribile errore nell’aver rifiutato Tat’jana e le scrive una lettera per dichiararle il suo amore. Scena VII: La stanza di Tat’jana nella casa del principe Gremin Tat’jana e Onegin si vedono la mattina successiva. Incontrarsi nuovamente è doloroso per entrambi. Onegin le dichiara di essere dispiaciuto per tutto ciò che è accaduto: ora gli è chiaro che Tat’jana è la sua anima gemella. Nonostante lei ammetta di condividere questo sentimento, è ormai troppo tardi: non abbandonerà mai suo marito, rovinandogli la vita per la propria felicità. Testo di Kasper Holten, tratto dal libretto di sala della Royal Opera House, 2013; traduzione di Sara Dapino. Prima rappresentazione assoluta: Mosca, Malyj Teatr’, 29 marzo 1879 (17 marzo secondo il calendario giuliano). Questa edizione dell’opera prevede un solo intervallo dopo la quarta scena. Restate in contatto con il Teatro Regio: facebook.com/teatroregio | @TeatroRegio Il mio Onegin Intervista a Kasper Holten Kasper Holten è balzato agli onori delle cronache prima per la sorprendente regia del Ring des Nibelungen di Wagner, messo in scena alla Royal Danish Opera – esiste anche in dvd – e poi per essere stato nominato, non ancora quarantenne, Direttore artistico della Royal Opera House di Londra. Lo scorso febbraio ha debuttato nel suo Teatro con Evgenij Onegin di Čajkovskij, realizzato in coproduzione con il Teatro Regio. Perché ha scelto questo titolo? «Vidi quest’opera per la prima volta a Copenhagen, quando avevo tredici anni: mi sono immediatamente identificato con la teenager Tat’jana, che lotta con le sue emozioni e affronta le difficoltà e i rischi che l’espressione dei sentimenti comporta. Da allora ho amato quest’opera sempre, ma non l’avevo mai messa in scena. Crescendo, credo di essere arrivato a comprendere e simpatizzare anche per Onegin». Chi è Evgenij Onegin? «Spesso viene ritratto come un uomo annoiato, che esibisce la sua arroganza e, per questo, ci si chiede perché Tat’jana si innamori di lui. Io ho voluto penetrare sotto la sua pelle e catturare la strana innocenza di un uomo che non ha mai conosciuto problemi o emozioni: un uomo di mondo, ma anche curioso, vulnerabile e solitario. Quando arriva nella società borghese e limitata in cui vive Tat’ jana, si dimostra subito pronto a smuovere le cose. È un outsider, che non capisce come la gente possa accontentarsi di così poco nella vita. Ho voluto anche mettere in evidenza la sua crescita e la perdita dell’innocenza primigenia cui si assiste nel corso dell’opera». E Tat’jana? «È un’anima poetica, chiusa in una società che non l’apprezza e che si limita a celebrare le sue convenzioni. Si sente sola, ma quando incontra Onegin immediatamente riconosce in lui la sua anima gemella. Questa è la vera tragedia: sono davvero fatti l’uno per l’altra, ma finiscono per non trovarsi mai. Alla fine lei, che è stata ferita, non osa più cogliere l’occasione: non vuole prendersi la felicità a spese di Gremin, anche se dubito che il loro matrimonio possa essere felice». In scena Tat’jana e Onegin hanno un loro doppio che li osserva vivere e fare quelle scelte dalle quali non potranno più tornare indietro. È una sorta di viaggio nella memoria? «Tutti noi osserviamo le nostre vite e il nostro passato per capire come siamo diventati ciò che siamo, perché le cose si sono risolte in un certo modo. Onegin e Tat’jana fanno questo percorso insieme: nella prima parte dell’opera vediamo crescere lei, nella seconda invece tocca a lui. Nel romanzo di Puškin la storia è raccontata da un narratore, il che le conferisce una certa malinconia. Ho voluto tradurre questa malinconia nello sguardo di Tat’jana e Onegin verso loro stessi: si osservano nel passato e capiscono che le cose non possono più essere cambiate. L’uso dei doppi, poi, serve anche a mostrare come l’essere umano talvolta cerchi di raggiungere o confortare il suo “altro” più giovane: un’operazione impossibile, che lascia spazio solo all’accettazione di quello che si è nel presente». Il coro, con tutti gli artisti vestiti allo stesso modo, rappresenta una sorta di personaggio a sé? «Ho voluto mostrare la società che sta attorno a Onegin e Tat’jana come loro la ricordano: un grande gruppo omogeneo, una folla conforme alla morale e alle regole borghesi. Per questo sono tutti vestiti allo stesso modo, e di nero, senza un proprio colore». Colore che invece caratterizza i personaggi principali, a partire da Tat’jana, che all’inizio è vestita di rosso e alla fine sembra nascondere la passione sotto un abito bianco, elegante e freddo. Che ruolo svolgono i costumi nelle sue regie? «I costumi e i colori sono estremamente importanti: definiscono la nostra prima impressione dei caratteri. Un buon costume può raccontare cose che non necessitano di essere dette in un altro modo, e contribuisce a quel viaggio nella mente dei personaggi che è la messa in scena di un’opera». Testo dell’intervista di Paolo Cairoli, tratta dal mensile Sistema Musica (maggio 2013) Se ritieni che la cultura musicale sia un valore irrinunciabile e pensi che sia importante dare direttamente il tuo appoggio, puoi firmare a favore del tuo Teatro, destinando il 5 per mille dell’IRPEF. È sufficiente scrivere il codice fiscale del Regio (00505900019) nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi. La destinazione del 5 per mille non comporta nessuna spesa e non è alternativa all’8 per mille. Teatro Regio Walter Vergnano, Sovrintendente Gianandrea Noseda, Direttore musicale Orchestra Coro Violini primi Stefano Vagnarelli*, Marina Bertolo, Monica Tasinato, Claudia Zanzotto, Angelica Faccani, Fation Hoxholli, Elio Lercara, Carmen Lupoli, Enrico Luxardo, Miriam Maltagliati, Alessio Murgia, Laura Quaglia, Daniele Soncin, Giuseppe Tripodi, Francesca Viscito, Roberto Zoppi Soprani Sabrina Amè, Nicoletta Baù, Chiara Bongiovanni, Anna Maria Borri, Caterina Borruso, Sabrina Boscarato, Eugenia Braynova, Serafina Cannillo, Cristina Cogno, Cristiana Cordero, Eugenia Degregori, Alessandra Di Paolo, Manuela Giacomini, Rita La Vecchia, Laura Lanfranchi, Chiara Lazzari, Maria de Lourdes Martins, Pierina Trivero, Giovanna Zerilli Violini secondi Marco Polidori*, Tomoka Osakabe, Bartolomeo Angelillo, Silvana Balocco, Paola Bettella, Lorenzo Brufatto, Maurizio Dore, Anna Rita Ercolini, Silvio Gasparella, Roberto Lirelli, Anselma Martellono, Marco Mazzucco, Paolo Mulazzi, Ivana Nicoletta Viole Enrico Carraro*, Alessandro Cipolletta, Gustavo Fioravanti, Rita Bracci, Maria Elena Eusebietti, Alma Mandolesi, Franco Mori, Roberto Musso, Alessandro Sacco, Francesca Turcato, Claudio Vignetta Violoncelli Relja Lukic*, Giulio Arpinati, Alfredo Giarbella, Augusto Gasbarri, Armando Matacena, Luisa Miroglio, Marco Mosca, Nasim Saad Contrabbassi Davide Ghio*, Atos Canestrelli, Alessandro Belli, Fulvio Caccialupi, Michele Lipani, Stefano Schiavolin Flauti Federico Giarbella*, Maria Siracusa, Roberto Baiocco Mezzosoprani / Contralti Cristiana Arri, Shiow-hwa Chang, Ivana Cravero, Corallina Demaria, Maria Di Mauro, Roberta Garelli, Rossana Gariboldi, Elena Induni, Myriam Rossignol, Marina Sandberg, Teresa Uda, Daniela Valdenassi, Barbara Vivian Tenori Pierangelo Aimé, Janos Buhalla, Gian Luigi Cara, Antonio Coretti, Diego Cossu, Luis Odilon Dos Santos, Alejandro Escobar, Giancarlo Fabbri, Sabino Gaita, Mauro Ginestrone, Roberto Guenno, Leopoldo Lo Sciuto, Vito Martino, Matteo Mugavero, Matteo Pavlica, Gualberto Silvestri, Sandro Tonino, Franco Traverso Baritoni / Bassi Leonardo Baldi, Mauro Barra, Lorenzo Battagion, Enrico Bava, Giuseppe Capoferri, Umberto Ginanni, Vladimir Jurlin, Riccardo Mattiotto, Davide Motta Fré, Gheorghe Valentin Nistor, Franco Rizzo, Enrico Speroni, Marco Sportelli, Marco Tognozzi, Vincenzo Vigo Oboi Luigi Finetto*, Stefano Simondi Ballerine Clarinetti Alessandro Dorella*, Edmondo Tedesco Alessandra Gaboli, Stella Gelardi, Jessica Gillo, Veronica Morello, Maddalena Parise, Francesca Raballo, Martina Scandola, Samia Stilo, Federica Valla Fagotti Andrea Azzi*, Orazio Lodin Corni Ugo Favaro*, Evandro Merisio, Pierluigi Filagna, Fabrizio Dindo Trombe Ivano Buat*, Paolo Paravagna Tromboni Vincent Lepape*, Enrico Avico, Marco Tempesta Timpani Ranieri Paluselli* Arpa Elena Corni* * prime parti Direttori di scena Riccardo Fracchia, Riccardino Massa • Maestro collaboratore di sala Giannandrea Agnoletto • Maestro rammentatore Giulio Laguzzi • Maestro alle luci Andrea Mauri • Maestri collaboratori di palcoscenico Luca Brancaleon, Carlo Negro • Assistente del maestro del coro Paolo Grosa • Assistente alla coreografia Silvana Massacesi • Archivio musicale Enrico Maria Ferrando • Sopratitoli a cura di Sergio Bestente • Servizi tecnici di palcoscenico Antonio Martellotto Realizzazione allestimenti Claudia Boasso • Servizi di vestizione Laura Viglione • Luci di scena e fonica Andrea Anfossi Coordinatore di progetto Enzo Busco Scene, costumi e attrezzeria Royal Opera House, Londra • Calzature C.T.C. di Pedrazzoli, Milano • Videoproiezioni Acuson, Torino • Parrucche e trucco Mario Audello, Torino Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Stefano Vagnarelli (violino Francesco Ruggeri, Cremona 1686) ed Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.). Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola. © Fondazione Teatro Regio di Torino Prezzo: € 0,50 (IVA inclusa)