Data: 26/04/2014 | Testata: Corriere del Trentino | Pagina: 1
LIBRETTI DI ISTRUZIONI
IL NAVIGATORE NON ELABORA LA
NOSTRA VITA
Nel fissare l'appuntamento, mi avevano avvertito che avrei dovuto tenermi libero per un paio d'ore. Comprendo la
ragione appena arrivo in concessionaria: il premuroso addetto alla consegna mi spiega che occorrerà molto tempo per
illustrare ciascun dispositivo tecnologico che la nuova autovettura monta di serie. È convinto di tranquillizzarmi quando
dice che, se qualcosa dovesse sfuggirmi, tutto è spiegato fin nei minimi dettagli nel libretto di istruzioni che fa bella
mostra di sé sul cruscotto. Un volumetto di circa 400 pagine: più meno quanto serve per preparare, all'università, un
esame complementare di media difficoltà. Comprende dall'espressione del mio viso che mai verrà sfogliato. Comincia a
spiegare, ma la mia mente si astrae: torna al 1977 quando ebbi in regalo la mia prima automobile. Gli unici optional,
allora, erano le cosiddette «quattro frecce», il lunotto termico e i sedili reclinabili. Il signor Arturo mi fa vedere
spalliere che si elevano, si staccano, si graduano, si modellano, si riscaldano, eccetera. Allora avevano solo due
posizioni: angolo retto o angolo piatto. Il signor Arturo continua a parlarmi di regolatori della velocità e correttori di
frenata. Io, destinato a credere che il maggior talento sia riuscire a invecchiare senza diventare adulti, penso che mi
piacerebbe avere questi ritrovati dentro di me: un servo freno che scatta all'occorrenza per prevenire ogni dolore; un
segnalatore di ostacoli utile a evitare almeno qualcuna delle disillusioni; un antifurto satellitare per ritrovare quei libri
di poesie che qualcuno mi ha rubato senza neanche sapere bene cosa farsene; uno stabilizzatore ad assetto variabile per
apparire a mio agio in tutte le situazioni; un rilevatore di parcheggio in grado di indicarmi gli approdi veramente adatti
a me. È ormai sera quando il signor Arturo termina le spiegazioni. Lo ringrazio assicurandolo che gli avrei dato il voto
massimo nella telefonata, che sarebbe arrivata, del servizio customer satisfaction. Comincio a guidare pensando
all'indubbia sensazione di maggiore sicurezza che le conquiste tecnologiche forniscono. Il navigatore rompe il silenzio e
mi chiede se voglio impostare una mèta. Con un pizzico di perfidia pronuncio il nome del posto nel quale mi piaceva
andare da ragazzo. Il riconoscitore vocale non può sapere dove si trova: così ignoro il percorso improbabile che viene
indicato sul monitor. Una voce suadente inizia a ripetere: «Tornate indietro quando potete». Le rispondo: «Mia cara,
tornare a quei giorni è esattamente quello che mi piacerebbe poter fare». All'iniziale silenzio segue un: «La richiesta
non può essere elaborata. Ripetere destinazione». Non mi preoccupa questo limite della tecnologia: mi piace pensare
che il giovanile inquieto miscuglio di passione e speranza non è ancora venuto meno.
Ritaglio stampa ad esclusivo uso del destinatario, non riproducibile
di GIOVANNI PASCUZZI
Documento generato da Università di Trento (Università di Trento) il 26/04/2014 alle 10:26:40
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