Rassegna Stampa di
mercoledì 28 maggio 2014
SNALS / CONFSAL
Corriere di Verona
(Corriere della Sera)
Il Tirreno - Ed. Lucca
La Provincia (CO)
il Mattino
Il Piccolo
La Nuova Provincia di
Biella
L'ARENA
Italia Oggi
Testate on line
28/05/2014
MAESTRE-COMUNE, SPIRAGLIO PER LE TRATTATIVE
SNALS FA I RICORSI PER TUTTI I DOCENTI ESCLUSI
GLI 80 EURO IN PIU' CI SONO DAVVERO BONUS ARRIVATO A
50MILA COMASCHI
28/05/2014 TROPPI IMMIGRATI IN GIRO E' VIETATO SPUTARE A TERRA
28/05/2014 GITA IN CROAZIA
28/05/2014 CHI SONO GLI ESCLUSI DAL BENEFICIO DI 80 EURO VOLUTO DAL
GOVERNO REMI
28/05/2014 "MAESTRE, IL COMUNE ORA SI ARRENDA"
28/05/2014 LA FUNZIONE PUBBLICA E' LA PRIORITA'
28/05/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB
28/05/2014
28/05/2014
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
Corriere della Sera
Avvenire
Avvenire
UN'ASSEMBLEA COSTITUENTE PER RIPENSARE LA SCUOLA
TONI ADEGUATI. E A SCUOLA SI PUO' PARLAR DI TUTTO
28/05/2014 NAPOLITANO A SCUOLA DAI NON UDENTI E I RAGAZZI SI
ESERCITANO A GOVERNARE
04/06/2014 E' GIUSTO ANDARE A SCUOLA A 5 ANNI?
OGGI
28/05/2014 LEGGETE PIU' JANE AUSTEN
il Foglio
28/05/2014 SETTIMANA CORTA IN CLASSE, I GENITORI INSORGONO
il Gazzettino
28/05/2014 ADDIO AI TEST D'ACCESSO IN MEDICINA IL GOVERNO SI SPACCA
Italia Oggi
SULLA RIFORMA
28/05/2014 TEST DI MEDICINA PERCHE' LA LORENZIN HA CAMBIATO IDEA?
il Mattino
28/05/2014 TEST DI MEDICINA LORENZIN CONTRO IL NO DI GIANNINI
il Mattino
28/05/2014 RICORDARE LE INTENZIONI, STUDIOSI A CONFRONTO
il Mattino
Donna Leader (Il Giornale) 01/05/2014 Int. a C.Messa: PRESENTE E FUTURO DELL'UNIVERSITA' ITALIANA
28/05/2014 GIANNINI LASCIA UN ASSEMBLEA PER RIFONDARE SCELTA CIVICA
Corriere della Sera
28/05/2014 SCELTA CIVICA A 0,7% LA SEGRETARIA GIANNINI OFFRE LE
la Repubblica
DIMISSIONI
28/05/2014 RISSA CIVICA, DOPO IL FLOP TUTTI CONTRO TUTTI GIANNINI: SE
il Messaggero
VOLETE LASCIO
28/05/2014
Giornale di Sicilia
VELENI E SCAMBI DI ACCUSE IN GRILLINI E FORZA ITALIA
28/05/2014
28/05/2014
Economia, Lavoro, Previdenza
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
Corriere della Sera
FOCUS - PRIMI A DEBUTTARE I MINISTERI E 1'INPS
MADIA SBLOCCO CONTRATTI GRAZIE ALLA RIFORMA PA
28/05/2014 PETROLIO FRENATO DALLA BUROCRAZIA
28/05/2014 MOBILITA' E ASSUNZIONI PER A2A
28/05/2014 MADIA DICE NO AL BLOCCO DEI CONTRATTI PUBBLICI JOBS ACT,
POLETTI ACCELERA
28/05/2014 ARRIVANO GLI 80 EURO FAMIGLIE MONOREDDITO, IL TETTO SARA'
il Messaggero
PIU' ALTO
28/05/2014 STATALI, DIRIGENTI IN PROVA PER TRE ANNI
il Messaggero
28/05/2014 CONSUMATORI, PIU' FIDUCIA E ARRIVANO GLI 80 EURO
L'Unita'
Donna Leader (Il Giornale) 01/05/2014 Int. a M.Magnani: LAVORO, SI RIPARTE DAL JOBS ACT
28/05/2014 RENZI A BRUXELLES "ORA DOBBIAMO CAMBIARE L'EUROPA"
la Stampa
28/05/2014 TASI-CATASTO, LE TASSE SULLA CASA MANDANO IL GOVERNO NEL
il Giornale
CAOS
28/05/2014
28/05/2014
Quotidiano
RTIRRENO
IL TIRRENO
Data
Pagina
LUCCA
Foglio
28-05-2014
3
1
Snals fa i ricorsi
per tutti i
docenti esclusi
La segreteria provinciale del
sindacato Snals promuove ricorsi per tutti gli insegnanti
che, per vari motivi, non sono
stati inseriti nelle graduatorie
a esaurimento e che hanno
presentato domanda cartacea.
Gli interessati sono invitati
a rivolgersi entro il3 giugno alle sedi del sindacato Snals
(Lucca in viaS. Donato, Castelnuovo Garfagnana in via XX
Settembre e Viareggio in via
Largo Risorgimento) per avviare la procedura dei ricorsi.
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~.~.g~~~. ~. ~:m Luca dalle 19 alle 20
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SNALS
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Pag. 4
Quotidiano
La Provincia
28-05-2014
27
1
Data
Pagina
Foglio
Gli 80 euro in più ci sono davvero
Bonus arrivato a 50mila comaschi
Primo stipendio con la detrazione. In COlnune sorridono due lavoratori su tre
A fine anno i controlli sull'iInponibile, mentre qualcuno fa un selfie con la busta paga
Nelle scuole
beneficiano
del bonus
5mila
tra bidelli
e insegnanti
Il tributarista:
«,Calcoli complessi
E bene controllare
la busta paga»
e provincia che hanno ricevuto il su conto corrente il 27
bonus sono circaSmila, i bidelli, del mese. Anche dali collaboratori scolastici, 2mila. l'azienda ospedaliera
Sant'Annafanno sape«Misure che danno speranza»
<<Arrivati - conferma anche re che i dipendenti che
AdriaBartolich per Cisl Scuola avevano diritto al bo- Sono anni che i contratti sono nus l'hanno ricevuto.
fermi, la gente ha bisogno di soldi. N elle buste paga oltre
Si può pensare male della tempi- agli 80 euro tanti distica, ma ritengo che questa e al- pendenti però hanno anche trotre misure diano un po' di speran- vato una comunicazione che speza». 1126 maggio via mail sono cifica che il sistema dei pagamenarrivati gli stipendi anche ai di- ti verificherà il loro imponibile
pendenti comunali. Nel Comune annuale per controllare che adidi Como ha beneficiato del bonus cembre non abbiano sforato il
circa i17S% dei lavoratori su un tetto massimo.
Traducendo, la busta paga di
totale di 900, i19% ha ricevuto il
bonus in misura ridotta, i116% è maggio assegna il bonus sulredrimasto escluso perché incapien- dito presunto 2014, su una stima
te o perché ha un reddito superio- Non è però detto che da qui a
dicembre, con straordinari, prere ai 26mila.
Ma chi sfora deve restituire
mi aziendali o scatti qualche lavoPer la Provincia, i lavoratori di ratore dipendente riesca a supevilla Saporiti, le notifiche degli rare la sogliamassimadi 26mila
stipendi sono arrivate euro,oltrelaqualenonèprevista
pnma ancora, 11 22,
nemmeno una briciola «Le buste
con accreditamento
paga di questo mese - spiega il
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tributarista Giorgio Pozzoli - sono elaborate sul presunto reddito
dell'anno. Chi sforerà la soglia a
dicembre in teoria dovràrestituireil bonus, si vedrànelladichiarazione dei redditi. Sono casistiche limite però, riguardano chi ha
un reddito molto vicino ai 26mila
euro, oppure neo assunti che devono dichiarare redditi precedenti. E' un calcolo difficile e anche gli stessi lavoratori è bene
controllino». Secondo Pozzoli
circailSS% dei dipendenti delle
aziende private che assiste, 400
lavoratori di ditte medio piccole
del comasco, ha beneficiato del
bonus. Tetto massimo a parte, il
bonus è sicuro e certo fino a dicembre, poi il govemo dovrà verificarele coperture finanziarie. Da
maggio a fine anno comunque
sono 640 euro in più, non briciole, difficile pensare non abbiano
pesato su quel 37% di elettori comaschi che domenica ha votato
Partito democratico. _
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068391
SERGIO BACOLIERI
_ _ Bustapagacon80euro
in più: promessa mantenuta. CircaSOmilalavoratoridipendenti
comaschiil27 del mese spulciando le voci del loro salario hanno
potuto verificare la presenza di
una riduzione dell'imposta sul
lavoro pari a 80 euro (qualcuno
ha esultato postando la busta pagasuFacebook). I1famoso bonus
insomma, valido peri dipendenti
che hanno un reddito imponibile
annuo compreso tra
8milae 24milaeuro, in
misura ridotta fino a
26mila Due giorni dopolaschiacciantevittoria elettorale, Renzi
può dire di essere stato
di parola. «Vero, sono
arrivati - conferma
Angelo Cassani per
!m!!!lIil sindacato della scuola - i cedolini
che abbiamo visionato hanno il
bonus». Gli insegnanti di Como
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Codice abbonamento:
1,00
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La busta paga di un lavoratore comasco, contenente il bonus da 80 euro
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Quotidiano
IL~MA.TTINO
Data
Pagina
Foglio
28-05-2014
11
1 /2
Troppi immigrati in giro
èvietato sputare a terra
Il sindaco di Palma Campania: per il decoro e l'igiene
PALMA CAMPANIA. Sputare non
sta bene, dicono le regole della
buona creanza. Sputare in questo paese vesuviano, soprattutto se si è di «diversa etnia», può
costare una multa da 25 a 500
euro. SÌ, perché da 6 giorni qui è
vietato sputare. E non solo dai
finestrini, come ammonivano i
cartellini sui treni, ma in qualsiasi luogo pubblico. Scritto e firmato dal sindaco Vincenzo Carbone (nella foto a destra), primo cittadino da 6 anni.
Lui la spiega cosÌ: «Siamo stati sollecitati dai nostri concittadini a richiamare all' ordine la
folta comunità di immigrati.
Ho firmato l'ordinanza nell'interesse di tutti, per favorire ancora di più !'integrazione degli
stranieri tra noi». N elle premesse dell' ordinanza, il sindaco fa
espresso cenno all'obiettivo di
«integrazione sociale».
Scrive il sindaco: «Le continue e diffuse lamentele dei cittadinirendono necessario proced
l
ere con urgenza per evitare g i
inconvenienti di sputare in luogo pubblico e/o privato ad uso
pubblico, alfine di evitare possibili episodi di
intolleranza,
che scaturiscono tra gli apVigili
partenenti alpronti:
le diverse etnienell'ambiè prevista
to
della stessa
dal minimo
collettività 10di 25 euro
cale e che posal massimo sono causare
di 500 euro pericolo per
l'ordineelasi-
Ritaglio
Conf.s.a.l.
stampa
ad
no spaccandosi la schiena nei
campi, sfruttati dai caporali, ma
soprattutto nelle fabbrichette vesuviane. Venti euro per dieci ore al
giorno, a confezionare magliette,
camicie, pantaloni. Da dieci a trenta in piccole stanze. Tutti al nero, a
lavorare per più ditte, soprattutto
campane, che sui prodotti poi ci
affibbiano iloro marchi. Un sommerso, in mano a titolari locali,
ma anche a cinesi e bengalesi.
Dice Giovanni Di Pietro, responsabile nazionale per il settore
immigrazione del sindacato
uso esclusivo
del
Sia-Confsal: «Vivo a Palma, la sede del sindacato è qui. Da anni,
nell' area vesuviana, si vive un succedersi di insofferenze dei locali
versi gli immigrati. Gliextracomunitari sono sfruttati e guardati
spesso con prevenzione. Certo,
l'ordinanza sugli sputi firmata dal
sindaco mi sembra strana. Direi
molto anomala, tanto da spingere
a sentimenti razzisti».
Lo scorso ottobre, il sindaco
chiese al prefetto la convocazione
di un comitato per l'ordine pubblico per discutere di convivenza tra
locali e immigrati. L'occasione
erano state delle risse e una denuncia per molestie partita da
una ragazza di Palma Campania.
Da allora, si sono moltiplicati i controlli nelle piccole fabbriche tessili
e nelle case del centro storico.
Spiega Eleonora Cornacchia, comandante della polizia locale:
«Con 7 agenti in organico, operiamo due controlli a settimana nelle
case fittate e decine di verifiche
nelle fabbriche con Inps, Asl e
Ispettorato. Emerge un quadro poco trasparente».
Oltre 20 segnalazioni di irregolarità in opifici, centinaia di denunce per immigrazione clandestina. La comunità bengalese si
riunisce in via Trento, dove ha creato la «Association of Bangladesh». Un luogo di aggregazione e
preghiera. Si aggiunge a piazza De
Martino, dovei bengalesi siincontrano non sempre ben visti dalla
gente locale. Dice il sindaco: «Le
mie iniziative nascono da un bisogno di integrazione e tutela della
salute. Ho concesso spesso il teatro per riunioni religiose, aiuto la
comunità straniera. Tanto è vero
che l'ambasciatore del Bangladesh è venuto qui ad incontrarci in
maniera cordiale».
destinatario,
non
068391
INVIATO
curezza PUDblica». Finquilanuovaordinanza del sindaco di Palma Campania, perchè il sindaco non è nuovo a ordinanze mirate agli stranieri.Sempreamaggio,dueanni fa, firmò un altro provvedimento per «garantire dignità ai
numerosi immigrati, perfetta
integrazione e collaborazione
sociale nel rispetto delle diverse culture». Era un invito a proprietari e fittuari a rispettare le
leggi sull'idoneità e le condizioni
delle case date in locazione. Richiamo diretto forse più agli speculatorilocali, che fittano stamberghe senza luce nel centro storico,
anche a 10-15 immigrati in situazioni igieniche precarie. Via Marconi, via San Felice, via Nola sono
i luoghi dove si concentrano di più
gli immigrati, in prevalenza originari del Bangladesh.
Palma, come San Giuseppe Vesuviano, Terzigno fino a Nola, centri di immigrazione asiatica. Cinesi, ma anche bengalesi. Qui, su
15187 residenti, gli stranieri regolari sono 1054. Girando per strada,
se ne vedono tanti e il numero di
immigrati che vivono a Palma
sembra sia vicino ai 4mila. Lavora-
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Gigi Di Fiore
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Pag. 6
Bisettimanale
Pagina
28-05-2014
27
Foglio
1
Data
I PROVINCIA DI BIEllA
Chi sono gli esclusi
dal beneficio di 80 euro
voluto dal Governo Renzi
seguito delle numerose richieste pervenute dai lettori, è opportuno ritornare
sull' argomento de bonus per chiarire chi
sono gli esclusi dal beneficio: Oltre ai pensionati,
restano fuori dall'agevolazione, i cosiddetti "incapienti", ossia i contribuenti che hanno IRPEF
pari a zero per effetto delle detrazioni; più precisamente, la norma dispone che il credito viene
riconosciuto quando l'imposta lorda calcolata sui
redditi che danno diritto al bonus supera la
detrazione per lavoro dipendente, cioè la "no tax
area". Fortunatamente, non rilevano le eventuali
detrazioni per carichi di famiglia e quelle per
oneri (ad esempio, le spese mediche, gli interessi
passivi sul mutuo,ecc.). Perciò, se non si paga
IRPEF, ciò non vuoI dire necessariamente che il
bonus non spetta: se infatti l'imposta è azzerata
non dalla detrazione per lavoro dipendente ma da
altre detrazioni (per
esempio, quella per il coniuge a carico), il cr~dito
spetta ugualmente E bene tener presente che,
poiché i sostituti d'imposta sono tenuti a riconoscere il bonus in via
automatica sulla base
delle informazioni in loro possesso.
Chi non ha i presupposti per il riconoscimento del beneficio, ad
esempio perché titolare
di un reddito complessivo superiore a 26.000
euro derivante da ulteriori redditi, deve darne
comunicazione al sostituto d'imposta e quest'ultimo recupererà le somme eventualmente già
erogate (e non spettanti) dagli emolumenti corrisposti nei periodi di paga successivi a quello nel
quale ha ricevuto la comunicazione da parte del
lavoratore e, comunque, entro i termini delle
operazioni di conguaglio di fine anno o di fine
rapporto. Se per qualche motivo ciò non dovesse
accadere, l'interessato dovrà restituire il bonus in
sede di dichiarazione
dei redditi. Per maggiori informazioni ci si può
rivolgere al CAF CONFSAL di Biella via Pietro
Micca n.l0 che rimane a disposizione per ogni
ulteriore eventuale chiarimento relativamente alle suesposte tematiche e ad ogni altro argomento
di interesse dei lettori , negli orari seguenti :
8,30-12,00- 15,00-18.00 tel. 015352430 dal lunedì
al venerdì.
Franco Saldì
CHIUDE PER RISTRUTTURAZIONI
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Quotidiano
Pagina
28-05-2014
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Foglio
1
Data
L'Arena
IL CASO. Appello dei sindacati dopo l'ennesima sconfitta giudiziaria. «Basta ricorsi, vanno ripristinati i vecchi contratti»
<<Maestre, il Comune ora si arrenda»
«L'amministrazione comunale smetta di essere così miope
e testarda: è troppo facile giocare al rialzo cori i soldi della
comunità».
Dopo la quarta sconfitta incassata in tre anni, per le sigle
sindacali della scuola è giunto
il momento che a Palazw si
sotterri l'ascia di guerra, e si
pensi piuttosto a ripristinare
quanto prima il vecchio contratto e le 25 ore di lavoro settimanali a tutte le maestre delle
scuole dell'infanzia comunali.
TI 19 maggio il 1ìibunale di
Verona ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato
dallo stesso Comune teso a dichiarare la nullità dell'accordo integrativo del 1997 che aveva stabilito l'applicazione del
contratto Scuola, di cui è stata
invece ribadita la validità ed efficacia. TI cambio unilaterale
dei contratti applicato dall'amministrazione che dal 2010 ha
adottato quello per gli enti loeali facendo lievitare a 30 ore
l'orario di lavoro settimanale,
per l'ennesima volta è stato
quindi dichiarato illegittimo.
Dicono compatti i sindacati
FIc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuolae Snlas tIlimmU! «TI Comune
ha perso su tutti i fronti ed è
stato anche condannato al pagamento delle spese legali con
aggravio per le casse dell'Ente
e per le tasche dei cittadini veronesi che, a loro insaputa,
hanno sponsorizzato con migliaia di euro anche i costi degli studi legali esterni a cui
l'amministrazione ha affidato
il sostegno delle proprie argomentazioni».
L'ultima sentenza emessa
dalla sezione lavoro del tribunale scaligero, per i sindacati
avrebbe messo la parola fine
«a ogni ragione di legittimità
con cui il Comune ha per troppo tempo mascherato le proprie responsabilità». E questo
dopo che, accogliendo il ricorso individuale delle 54 lavoratrici assunte dopo il 1997, lo
scorso gennaio il tribunale aveva già costretto l'amministrazione a restituire a quest'ultime l'orario delle 25 ore.
Prima di procedere con il ricorso per riportare al vecchio
contratto anche le 140 insegnanti assunte con determina
prima del 1997, i sindacati confidano in una resa a Palazzo visto che la determinazione a
proseguire in appelli e ricorsi,
ribadita di recente dall'assessore al personale Enrico Toffali, risulterebbe «sterile».
Concludono i sindacati: «Abbiamo già chiesto al Thr di intervenire perché il Comune ottemperi a quanto deliberato
dallaCortediVeneziaeconfermato dal tribunale di Verona.
ffiteriori ricorsi andrebbero
per le lunghe e l'iter richiederebbe almeno 6 mesi. Se invece il datore di lavoro pubblico
la smettesse con questo accanimento e ripristinasse tutti i
vecchi contratti, la faccenda si
chiuderebbe in breve e da settembre le insegnanti potrebbero mettersi al lavoro con la necessaria serenità». e c.a.
Il!e
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Quotidiano
Data
Pagina
IItalla0g9i
I
Foglio
28-05-2014
38
1 /2
La valorizzazione del personale attraverso il rinnovo dei contratti è decisiva
La funzione pubblica è la priorità
La riforma della pa è un primario fattore di sviluppo
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Marco Paolo Nigi
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re per l'espletamento della
prestazione sia in termini
di riduzione del reale potere di acquisto delle retribuzioni, che ha dilatato in
questi ultimi anni la fascia
della "nuova" povertà.
Tutto questo viene clamorosamente e forse volutamente ignorato dalla
proposta di riforma - nonostante la magistratura si
sia espressa chiaramente
sul blocco dei rinnovi contrattuali con l'eccezione
di dubbia costituzionalità,
e nella stessa riforma siano affermate la centralità
del ruolo del personale e
la necessità del suo reale
coinvolgimento nei processi
riformistici.
Se si considera anche il
palese autoritarismo del
governo nell'escludere dal
confronto i corpi intermedi
rappresentativi del lavoro,
si può vedere quanto pecchi
di populismo e di a~eatorietà
la via intrapresa dal governo
stesso.
Di fronte a un simile "atteggiamento" va senz'altro
ricordato lo "stile" della rI!'mI
mm:Jl che ha sempre privilegiato il confronto costruttivo
e propositivo con il governo,
nella rigorosa distinzione dei
ruoli istituzionali.
Del resto, la -"(Il'lTl'I"',"'' ' m-.'' 1 non
ha mai neppure apprezzato
la commistione delle funzioni istituzionali ai tavoli di
concertazione.
A questo punto, la nostra
Confederazione chiede "semplicemente" al governo e al
parlamento l'opportunità
- dovuta, senza dubbio - di
esprimere proposte, pareri
e valutazioni in nome e per
conto -dei lavoratori e dei
pensionati rappresentati,
che sono tanti!
Del resto, tra le proposte di
riforme costituzionali non ci
risulta ci sia anche la "cancellazione" del sindacato dei
lavoratori e dei pensionati o
la mortificazione del suo ruolo istituzionale, a meno che
non si tratti di una riforma
di fatto, figlia di un autoritarismo senza prospettive
per il paese e per le stesse
istituzioni repubblicane.
Non ci resta che concludedel
destinatario,
non
re con un appello al premier
Renzi e al suo governo affinch~ ripristini il confronto deiflocratico con tutti i sindacati rappr.esentativi, nessuno
escluso, nell~ambito di un
regolare e corretto sistema
rei azionale.
Soltanto così il governo
potrà scoprire il valore delle proposte dei' lavoratori e
dei pensionati organizzati,
proposte che non sono tutte
uguali, come sembra si voglia far credere. Esistono,
infatti, proposte pensate
ed elaborate in autonomia
che possono contribuire a
trovare soluzioni giuste ad
annose questioni. Il governo
potrebbe scoprire così una
proposta riformistica e costruttiva raccordata con le
ragioni delle tutele e delle
garanzie per lavoratori e
pensionati.
Tutto questo è provato
dai nostri atti depositati, in
sede di audizione, presso le
commissioni parlamentari
competenti e potrebbe essere presentato ufficialmente,
a Palazzo Chigi, al Consiglio
dei ministri.
La C'M:n!,"1 è pronta per
il confronto su tutti questi
temi: sulle condizioni per
valorizzare l'azione amministrativa in funzione della
crescita economica e occupazionale, sull'organizzazione
del lavoro pubblico, sulla
qualità dei servizi pubblici
primari e sul relativo fabbisogno, sull'efficienza della
pubblica amministrazione e
sull'efficacia dell'azione amministrativa, sul rapporto
fra l'azienda pubblica e i
cittadini e le imprese, sulle dannose incursioni della
"cattiva" politica, nonché
sulla responsabilità dei dirigent~bblici.
La temI soprattutto,
chiede l'immediato rinnovo
dei contratti per i dipendenti pubblici per qualificare e
sostenere l'attuazione della
riforma della pubblica amministrazione e per le ragioni forti dell' equità sociale.
In conclusione, la (Il'lTl'Iì!m1
paventa per il paese il pericolo che venga sprecata
l'ennesima occasione per
far entrare a pieno titolo la
riproducibile.
Pag. 11
068391
I
partecipato approfondimento. La stessa consultazione
non avrà gli esiti sperati
per la parzialità e l'incompletezza della proposta.
Sulle politiche del personale non basta affermare la
centralità del fattore umano e l'esclusione del metodo
della denigrazione (accusa
generica di fannullaggine)
per depotenziare l'eventuale azione di tutela legale e/o
sindacale.
Al contrario, si rende
indispensabile il rigoroso
rispetto per le situazioni
giuridiche ed economiche
maturate in carriera attraverso lo studio, l'impegno
lavorativo e le competenze professionali spese nel
regolare svolgimento del
lavoro.
E poi va ricord~to che il
rapporto di lavoro nel pubblico impiego è regolato,
in quasi tutti i comparti,
dal sistema privatistico,
recentemente "ridotto" a
sistema semi-privatistico
con la Legge n. 15/2009 e
con il Decreto legislativo n.
150/2009 (Legge Brunetta),
e soltanto in pochi comparti
dal sistema pubblicisti co.
Ed è stata proprio questa normativa a intaccare
e a compromettere pes'antemente la contrattualizzazione del rapporto di lavoro,
sottraendo al negoziato una
parte importante della materia,come quella dell'organizzazione e delle condizioni strumentali e ambientali
del lavoro.
Infatti, in regime di contrattualizzazione del rapporto di lavoro, nOn si può
mortificare la correlazione
fra prestazione e controprestazione, il cosiddetto
"sinallagma", con inaudite
incursioni legisl-ative di
dubbia costituzionalità.
Il blocco per legge dei
rinnovi contrattuali, a decorrere dal 1 gennaio del
2010, unito a quello del
turn-over, ha di fatto e di
diritto sospeso il sistema di
privatizzazione e di contrattualizzazione del rapporto
di lavoro, con grave danno
per i lavoratori pubblici sia
in termini di maggiore one-
Codice abbonamento:
l 2 aprile scorso, il ministro pllr la Semplificazione e la pubblica
amministrazione Marianna Madia ha presentato le linee programmatiche
del governo per la riforma
della Pa e ha indicato gli
obiettivi dell'intervento riformistico, dalla semplificazione alla trasparenza, dalla centralità dei dipendenti
pubblici alla revisione della
spesa (spending review).
Successivamente, il 30
aprile, il Consiglio dei ministri ha confermato le
linee-guida anticipate dal
ministro Madia e ha aperto- fino al 30 maggio - una
consultazione su una serie
di provvedimenti proposti
nell'ambito delle politiche
del personale, riguardanti
la riorganizzazione dell'amministrazione, la semplificazione e la digitalizzazione dei servizi.
La proposta governativa, però, è priva dell'approfondimento necessario.
Manca una seria analisi
dell'attuale situazione e
della legislazione vigente,
manca la previsì·one degli
effetti in merito all'erogazione dei servizi pubblici
primari, manca una visione
pertinente della funzione
pubblica in relazione ai settori strategici del paese.
E' evidente che con questa proposta il governo intende affermare la filosofia
"del cambiamento di tutto
a ogni costo", senza però
fornire ragioni chiare e
motivazioni logiche, né illustrare modalità e percorsi
d'intervento.
La rtl'l'tttml- che da tempo ritiene indispensabile e
improcrastinabile una "giusta" riforma della pubblica
amministrazione in funzione dello sviluppo e della valorizzazione professionale
e economica dei dipendenti
pubblici, in linea con gli
standard-eurozona - valuta "ricevibile" la proposta
governativa.
La considera, però, \incora sommaria, incomplèta e
priva della necessaria motivazione per un corretto e
Quotidiano
Data
ItaliaOggi
Pagina
Foglio
iiMIIa far mancare il proprio part-time, dalla dirigenza spetta ascoltare e interpreapporto qualora si giungesse a un'organica proposta
governativa di riforma della Pa e del lavoro pubblico
e qualora si prospettassero
chiare politiche del personale per tutti gli istituti
giuridici, dalla mobilità al
alla conciliazione dei tempi
di vita e di lavoro, dalla riorganizzazione della pubblica
amministrazione alle nuove
procedure di trasparenza,
semplificazione e digitalizzazione,
Infine, la
cui
(tl'lmm" -
tare il disagio dei lavoratori
del pubblico impiego - non si
sottrarrà di certo dal ricorrere a azioni di protesta e di
lotta in mancanza dell'apertura del negoziato per il rin e
novo dei contratti di lavoro
dei pubblici dipendenti, con
la previsione della relativa
copertura finanziaria.
Codice abbonamento:
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pubblica amministrazione
italiana nel Sistema amministrativo europeo e per garantire ai nostri lavoratori
pubblici uno status giuridico ed economico di livello
eurozona.
Ed è per tutti questi motivi che non sarà certo la lilIm!I
28-05-2014
38
2/2
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Marco Paolo Nigi
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Emilia Romagna, Flc/Cgil, Cisl/Scuola, Uil/Scuola, Snals/Confsal e
Gilda/Unams: “anno scolastico 2014-2015 sempre di più è emergenza”
Per il prossimo anno scolastico 2014/2015, si riconferma per le scuole dell’Emilia Romagna l’ormai
pluriennale “EMERGENZA ORGANICI “. Dal quadro complessivo illustrato alle Organizzazioni
Sindacali dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale risulta che a fronte di un aumento di circa
9000 studenti, il Ministero ha assegnato solo 146 docenti in più per ogni ordine e grado di scuola.
Non sono ancora stati comunicati i numeri del personale ATA.
Occorre rilevare altresì che la ricognizione dei dati iscrizioni/ posti assegnati non è omogenea e
nasconde una ulteriore criticità: da un lato il numero delle iscrizioni non contengono tutte le
richieste relative alle scuole dell’infanzia, dall’altro il totale dei posti assegnati deve coprire anche
questo segmento di istruzione.
Per il dodicesimo anno consecutivo, a seguito dei tagli complessivi che hanno devastato e
impoverito tutta la scuola italiana e del contemporaneo aumento degli studenti nella nostra regione
(in media 10.000 all’anno), il sistema scolastico dell’Emilia Romagna ha pagato un prezzo altissimo
ed ha raggiunto la sua soglia di tenuta e di sostenibilità.
Anche quest’anno l’Emilia Romagna mantiene il primato tra le regioni italiane dell’aumento più
elevato di studenti (+ 1,98% contro una media nazionale di 0, 51%) e del maggior numero di alunni
per classe (21,8 contro la media nazionale di 20,7).
Oltre a queste differenze numeriche che ci offrono la dimensione della gravità del problema,
esistono altre caratteristiche peculiari che connotano il sistema scolastico emiliano-romagnolo:
- forte richiesta di iscrizioni alla scuola dell’infanzia statale;
- forte richiesta del tempo pieno e del tempo prolungato non solo per esigenze sociali ma per una
specifica scelta educativa;
- la più alta media nazionale di studenti che frequentano gli istituti tecnici e professionali;
- alta presenza di giovani immigrati che richiedono particolari modalità di gestione della didattica in
modo da garantire una piena integrazione;
- un crescente bisogno di istruzione degli adulti;
- un aumento degli alunni disabili che accedono anche alla scuola superiore e un consolidamento
dell’alta percentuale di allievi con bisogni educativi speciali.
I nuovi tagli degli organici non consentono di confermare i modelli orari e il progetto formativo che
le scuole avevano presentato ai nuovi iscritti.
EMILIA ROMAGNA
In molti casi non verranno garantiti, per le classi successive alle prime, i percorsi già avviati lo
scorso anno interrompendo continuità didattica e organizzativa e smantellando un patrimonio di
buone pratiche basato sulle compresenze e sulla contitolarità.
C’è inoltre la necessità di garantire un grado di sicurezza coerente con le norme vigenti: classi
normodimensionate e non classi pollaio.
Ricordiamo che questi numeri, al di là di evidenti motivazioni di vivibilità e di didattica, in troppi
casi, non consentono nè di rispettare le norme per la sicurezza nè i parametri numerici previsti per la
formazione delle classi.
Viene smentito, per l’ennesima volta, il proclamato annuncio di investimenti sulla scuola:
continuare a privarla delle risorse necessarie, significa assumersi la stessa responsabilità di chi l’ha
portata al collasso.
Non è possibile fronteggiare l’incremento degli alunni, drenando risorse interne al sistema e
mettendo i territori in contrapposizione fra di loro, privando di fatto del diritto allo studio i nostri
ragazzi.
Per questo chiediamo alle istituzioni, alle scuole, alle famiglie, alla politica di non abbassare la
guardia.
Al più presto devono essere assegnati posti aggiuntivi per l’Emilia Romagna per rispondere
correttamente alle emergenze rappresentate alla luce delle ormai inconfutabili necessità. Stiamo
parlando di:
- una ulteriore assegnazione di almeno 600 docenti, a cui deve seguire anche una adeguata
assegnazione di personale ausiliario, tecnico, amministrativo;
- una assegnazione di 100 docenti dedicata alla generalizzazione della scuola dell’infanzia;
- una assegnazione di docenti e di ATA, finalizzata alle scuole delle zone terremotate.
La mancanza investimenti nella formazione e nell’istruzione, costituiscono una condanna per
l’insensibilità culturale dei governi che da troppi anni hanno operato tagli lineari alle risorse dello
Stato in materia di istruzione, nella convinzione che tutti i capitoli di bilancio abbiano la stessa
importanza per l’Italia sia dell’oggi che del domani.
Una convinzione del tutto errata, puramente economicistica. Oggi, sottrarre preziose risorse
all’istruzione pubblica, significa pregiudicare l’arricchimento culturale e le potenzialità della ricerca
scientifica e tecnologica dei prossimi vent’anni ed implica una grave responsabilità nei confronti
delle generazioni future.
Il diritto all’istruzione non può essere materia di pareggio di bilancio!
Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, chiediamo di rappresentare con determinazione al
Ministero la condizione allarmante del sistema scolastico emiliano-romagnolo che non può essere
ulteriormente indebolito sia in quantità che in qualità, soprattutto nel pieno di una crisi economica
senza precedenti, se si vogliono difendere diritti legittimi di famiglie e studenti.
EMILIA ROMAGNA
Le Organizzazioni Sindacali regionali, consegnano questa richiesta al Governo perchè dia seguito
agli impegni programmatici, ma anche alle Istituzioni locali, Comuni, Province e Regione affinchè
ciascuna dia forza e sostegno alle esigenze del territorio e assuma quale obiettivo prioritario della
propria azione amministrativa, quello di garantire il diritto all’istruzione come principio
costituzionale.
FORMAZIONE PROFESSIONALE, SNALS: “IL PARLAMENTO
SICILIANO FACCIA APPLICARE AL GOVERNO LE LEGGI”
Giuseppe Milazzo, Coordinatore Regionale SNALS Confsal settore formazione professionale in
Sicilia: “Chiediamo una verifica sulle procedure di licenziamento adottate dagli Enti non in grado di
offrire le giuste garanzie di corresponsione delle mensilità maturate dal personale e non pagate”
Catania 27 maggio 2014 - A seguito degli incontri con l’Amministrazione Regionale, sulle
problematiche della formazione professionale, il Coordinatore regionale SNALS CONFSAL settore
formazione Giuseppe Milazzo ha molte perplessità sulle
proposte dell’Amministrazione Attiva e sulle mancate soluzioni per il funzionamento del sistema
della formazione professionale, la salvaguardia dei livelli occupazionali e retributivi dei lavoratori
della categoria. Il sistema della formazione professionale, in Sicilia, è un sistema che,
prioritariamente, penalizza il lavoratore, sminuendo l’attività che svolge e denigrando la dignità
della persona.
Per una serie di meccanismi poco chiari, si verifica che circa il 95% dei lavoratori si trova a
lavorare regolarmente, stando realmente a contatto con l’utenza, in classe, in amministrazione o
presso i centri per l’impiego, ma effettivamente, alla fine del mese, non percepisce gli emolumenti
(si rimane senza stipendio dai 8 ai 24 mesi).
La mancata applicazione delle Leggi regionali da parte del Governo ha messo in discussione la
concreta garanzia occupazionale dei lavoratori in servizio. Infatti, si è creato un sistema che vede,
da un lato licenziamenti, dall’altro apertura a nuove assunzioni!
Per Giuseppe Milazzo “occorre seguire la strada del risanamento imponendo regole, certezze,
ordine tra gli enti, individuare ed intervenire sui diretti responsabili dell’attuale crisi e non su chi vi
lavora!!! Si colpisce il muro più basso senza scardinare il vero ostacolo, cioè chi ha reso il settore
un ambiente selvaggio e senza regole.”
Lo Snals Confsal – settore formazione professionale chiede un verifica sulle procedure di
licenziamento adottate dagli Enti che, se da una parte si considerano soggetti morali nella loro
natura giuridica, in quando non in grado di offrire le giuste garanzie di corresponsione delle
mensilità maturate dal personale e non pagate, dall’altra operano come Impresa nell’applicare le
previsioni della Legge 233/91 utilizzate per licenziare il personale; tutto ciò, senza cercare, e quindi
trovare, tutte le forme di tutela aggiuntive, integrative e/o sostitutive per il personale, disattendendo,
in particolare la normativa regionale, il CCNL ed ancor più la Circolare Assessoriale 10/94, che
invita gli Enti ad impiegare i lavoratori già in forza e privi di incarico, prima di assumere nuovo
personale.
Come più volte proposto, è fondamentale e prioritaria la garanzia di tutti i lavoratori che operano
nelle tre filiere (interventi, servizi e obbligo formativo). Tale garanzia è realizzabile attraverso la
piena attuazione del combinato disposto degli artt. 2 della L.R. 25/93 e 39 della L.R. 23/02, e l’
applicazione del CCNL della formazione professionale.
Infine, si chiede una riforma che possa assicurare agli utenti siciliani una formazione professionale
in grado di offrire qualifiche effettivamente spendibili sul mercato del lavoro, ed ai lavoratori il
diritto di percepire la retribuzione con cadenza mensile, a fronte della prestazione lavorativa offerta.
Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
Data
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Foglio
28-05-2014
1
1
EMERGENZE
UN'AsSEMBLEA
COSTITUENTE
Un'Assemblea Costituente per la scuola
di PAOLO GIORDANO
PER RIPENSARE
LASCUOLA
di PAOLO GIORDANO
ella gestione.di ogni
emergenza
N
distinguono una
SI
componente «veloce» e una
più <denìa». La politica, per
sua vocazione, dimostra
maggiore talento
nell'occuparsi di quella
«veloce». Inquieta com'è,
segue il volgere della brezza
mediatica e spesso, dopo il
fermento iniziale, tralascia
di apportare quelle misure
che permettono un
risanamento profondo e
duraturo. Un esempio
recente su tutti: l'Aquila
del dopo terremoto.
Non c'è dubbio che la
scuola italiana si trovi in
uno stato di emergenza.
Non nel post ma dentro
un sisma. Lo sanno
empiricamente coloro che
ci studiano e lavorano ogni
giorno, e lo confermano
con freddezza i dati
(si vedano, per tutti,
quelli disponibili su
un.vw.oecd.org).
TI governo attuale ha dimostrato un certo
slancio verso la componente «veloce» del
problema. La messa in sicurezza di parte
delle strutture oscenamente inadeguate
che ospitano ogni giorno bambini e ragazzi
era auspicata da tempo e, forse, comincerà.
TI ministro Giannini, poi, annuncia un programma graduale di inserimento dei docenti precari e al contempo si interroga su
come restituire dignità agli insegnanti tutti, dopo una fase lunga di stasi e confusione
che ha bruciato o quasi l'entusiasmo di una
generazione, obbligandola a percorsi
astrusi le cui regole cambiavano di anno in
anno.
È doveroso, tuttavia, richiamare l'attenzione su una componente più lenta e inafferrabile dell'emergenza scolastica, che ha
a che fare non troppo con l'ordinamento,
ma con i metodi e i contenuti. Possiamo ormai affermare con certezza che è avvenuto
un cambiamento culturale significativo e
generalizzato: la forma mentis dei ragazzi
in età scolare è più lontana dalla mia di
quanto la mia non lo fosse da quella dei
miei nonni. In dieci anni sono mutati i
meccanismi di apprendimento, i tempi di
concentrazione, la struttura stessa del ragionamento critico. Nessuno di noi ne ca-
pochissimi, a causa dell'eccesso di descrizioni, del linguaggio troppo aulico, dello
sfoggio di nozionismo.
Il rischio connaturato a una situazione
del genere è alto: un'istruzione che non
parla ai più diventa il mezzo privilegiato per
il perpetuarsi (e l'aggravarsi) dell'ineguaglianza sociale. Per decenni, oltre che un
vanto, la scuola pubblica è stata per l'Italia
uno strumento potente di unificazione. Se
abbandonata a se stessa, a programmi e linguaggi ormai muti, si trasformerà nel suo
esatto contrario: nel garante più severo della disparità.
È tempo, perciò - mentre ci si assicura
che i soffitti gonfi di umidità non crollino
sulle teste degli studenti -, di creare una
vera e propria Assemblea Costituente della
scuola, alla quale partecipino non solo gli
insegnanti, gli allievi, i dirigenti scolastici, i
politici e i sindacati, ma anche psicologi, filosofi ed esperti di ogni settore: tutti insieme per tentare un'interpretazione del mutamento in corso e l'abbozzo di una nuova
strada, congeniale al pensiero dei più giovani. Bisogna iniziare subito, prima che il
venticello mediatico del rinnovamento giri
a sfavore e lasci la componente «lenta» dell'emergenza scolastica, ancora una volta,
negletta.
© RIPRQDUllONI: RISERVATA
pisce ancora abbastanza. Ciò che sappiamo, però, è che non si tratta di un naturale
avvicendamento, della consueta frizione
fra mondo dei padri e mondo dei figli, e che
non saranno !'introduzione delle lavagne
interattive né l'aumento delle ore di informatica a colmare il divario. In un attimo si è
rivelato obsoleto perfino definire obsoleti i
programmi scolastici in atto e le metodologie applicate, quasi in ogni ambito: in italiano e nelle lingue straniere, in matematica e in storia dell'arte, in chimica e nelle
materie tecniche. Se alle elementari !'impalcatura ancora faticosamente regge, nelle
medie inferiori e superiori lo scollamento
fra i ragazzi e cosa e come imparano si fa
drammatico. La scuola di oggi assomiglia
sempre di più per loro a uno di quei classici
della letteratura che comunicano ormai a
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CONTINUA A PAGINA 36
SEGUE DALLA PRIMA
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Quotidiano
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28-05-2014
2
1
Toni adeguati.
E a scuola si può parlar di tutto
botta
e ri sposta
.,.............
III
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aro direttore,
su "Avvenire" del 30 aprile
scorso in seconda pagina è apparso un articolo che condivido sostanzialmente (ma l'autore non ha
bisogno del mio consenso), a firma
di Luciano Moia, sul caso del Liceo Giulio Cesare di Roma. In esso si legge una frase che, presa in
se stessa, avulsa dal contesto, mi
suona problematica e si presta a
una riflessione e chiarificazione
sul ruolo della scuola pubblica, in
specie quella statale, anche alla luce dell'incontro che c'è stato ilIO
maggio con papa Francesco. La
frase è la seguente: «Di tutto si può
e si deve parlare a scuola». A me
pare che ci siano almeno due limiti, invalicabili, al «tutto». Il primo è il programma ministeriale,
che va svolto e non oltrepassato,
invadendo campi riservati ad altre
competenze. Si diceva ai miei tempi (vale ancora oggi?) che nella
scuola dell'obbligo c'è libertà di
metodo ma non di insegnamento,
cioè di contenuto, di programma
(come invece avviene giustamente nell'Università): si può e si deve
parlare di quanto rientra nel programma ufficiale, senza trascurarlo per favorire ricerche personali.
Il secondo limite è il rispetto dell'alunno, come ricorda l'antico
detto: maxima debetur puero reve- vita), gli affetti, le relazioni persorentia; rispetto non solo della per- nali ... solo così si salvano la laicità
sona fisica, ma anch.e della me~te, e il p~ural~s~? di vis~one, e si ~vi­
del cuore, della COSCIenza, deglI af- tano I casI dI mcresclOSO conflItto
fetti del ragazzo (e di ogni perso- o di indebita intromissione, come
na). La scuola non è uno strumen - avvenuto del Liceo Giulio Cesare.
to, la cinghia di trasmissione della
Cornelio Barra, Verzuolo (Cn)
ideologia, né dello Stato, né del sinentile signor Barra,
golo insegnante, che non può e
condivido, sostanzialmente,
non deve servirsi della scuola per CIO che lei scrive. A proposito,
trasmettere, tanto meno inculcare, però, del delicatissimo crinale tra
la propria filosofia o concezione «educare» (o, come lei dice, «non
della vita: in questo campo il do- diseducare») e «insegnare» non facente deve essere molto rigoroso rei differenze tra scuole statali e
con se stesso. Quando nel passato scuole paritarie. Credo che tutto
esisteva una certa condivisione di quello che passa nella scuola pubvalori e di princìpi, la scuola pote- blica (che, appunto, è statale e pava svolgere (ed effettivamente ritaria) non possa essere neutro.
svolgeva) un ruolo specificamen- E di fatto non lo è mai. IIinsete educativo; oggi, dove esiste una gnante che approfondisce contepluralità e spesso una conflittualità nuti di singole materie - pensiadi valori, la scuola deve innanzi - mo a storia, filosofia, letteraturatutto non diseducare (come pur- finisce per trasmettere, più o metroppo avviene) e poi limitarsi al no esplicitamente, il proprio orizsuo compito specifico di insegna- zonte di valori. Al di là dei prore (contenuti e competenze delle grammi ministeriali, esiste tutta
singole discipline, senso critico una serie di progetti collaterali
verso le medesime, ricerca since- che, grazie anche all'autonomia, i
ra e appassionata della verità: A-singoli istituti possono avviare. In
micus Plato, sed magis amica veri- questo senso ho scritto che a scuotas); e lasciare il campo dell' edu- la «di tutto si può e si deve parlacazionea chi di dovere (famiglia, re». Perché questo di fatto già avassociazioni, movimenti, giornali- viene. E parlando - anche di fasmo di opinione, intellettuali, par- miglia, sessualità, affettività - si
titi, chiesa ... ) fuori dell' ambito sco- insegna e allo stesso tempo si elastico, soprattutto quando si trat - duca. Laicità e pluralismo non si
ti di opinioni religiose, politiche, o salvano tacendo, ma affrontando
di temi cosiddetti "sensibili", qua- ogni argomento con toni pacati e
li la famiglia (vari modelli di fami- adeguati all'età e alla sensibilità
glia), la sessualità (tendenze e 0- dei ragazzi.
rientamenti), la vita (inizio e fine
Luciano Moia
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1
Napolitano a scuola dai non udenti
E i ragazzi si esercitano a governare
Roma, In aula, tra i banchi ad a-
to manuale italiano e accennando, con i bimbi, un applauso con
il linguaggio dei segni.
«Abbiamo il difetto di non parlare delle cose buone che si fanno
nel nostro Paese». Nelle simulazioni di governo alla piccola Livia,
seduta al fianco di Napolitano, è
toccato recitare il ruolo di capo
dello Stato. «È una collega», ha
scherzato il presidente, stringendole la mano.
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scoltare una lezione di educazione civica. Ieri mattina Giorgio Napolitano, con la moglie Clio, si è
recato all'Istituto Statale di istruzione specializzata per non udenti "Antonio Magarotto", intrattenendosi per circa un'ora con i
bambini dell'istituto - dove studiano insieme portatori di handicap e "normodotati" - ricevendo
in regalo una tabella con l'alfabe-
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Settimanale
OGGI
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04-06-2014
17
1
IL MINISTRO DELlJSTRUZIONE
GIANNINI SI t DETTA PRONTA A
FARE COME GRAN BRETAGNA E
OLANDA, DOVE LE ELEMENTARI
INIZIANO PRIMA CHE DA NOI
RISPONOE
Silvia Ban/no, docente
di psicologia dello sviluppo
e dell'educazione,
Università di Torino
bambini non è ancora in grado di affrontare i compiti posti dalla scuola primaria e
incontrerebbe difficoltà e fallimenti - soprattutto nell'imparare a leggere e scrivere
- pregiudicando gli apprendimenti futuri,
che si basano sulla padronanza di lettura e
scrittura. Si può anticipare solo in casi
eccezionali, che vanno attentamente valutati con le insegnanti. Non bastano le
capacità cognitive e linguistiche, ma anche
quelle emotive dì autoregolazione (sapersi
concentrare su un compi w) e di resistenza
verso le tensioni e frustrazioni che il confronto sociale pone. La tendenza all'anticipo va quindi contrastata, ricordando che in
alcuni Paesi europei, come la Germania, si
può andare a scuola entro i sette anni.
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o, un antiòpo della scuola a cinque
anni per tutti i bambini è molto negativo, perché crea difficoltà e fallimenti
del tutto evitabili un anno dopo, con conseguenze dannose a lungo termine. Tra i
cinque e i sette anni c'è un grande sviluppo neurofisiologico e psicologico (cognitivo, emotivo e sociale), con notevoli
differenze tra i bambini. Alcuni sono più
lenti nel maturare le capacità di ragionamento operatorio concreto - che diventano
comuni ai piLI proprio incarno ai sei anni - e
presentano ancora un pensiero egocentrico
e legato al dato percettivo. Questi diversi
ritmi sono normali e non hanno di per sé
alcuna conseguenza sullo sviluppo futuro.
Ma a cinque anni la maggior parte dei
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Quotidiano
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IL FOGLIO
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28-05-2014
1
1
__________________________________ - - - - -
I
Leggete più Jane Austen
TI ministro inglese Gove, il nazionalismo culturale e i (tanti) pregiudizi I
missione che definisce i test d'esame in Inghilterra, ha sostenuto in molte interviste
che le preferenze personali di Gove hanno
influenzato le sue decisioni politiche: "A
Gove non piace 'Uomini e topi' e non è incluso nella lista - dice Dodd - E' un libro
studiato dal 90 per cento degli studenti che
fanno il Gcse, e secondo Gove questa è una
statistica deludente".
Lunedì il ministro ha scritto sul Telegraph per spiegare che in verità non ha vietato un bel niente. I "cultural warriors", come li definisce Gove, sbagliano: "Stiamo
soltanto chiedendo alle commissioni d'esame di allargare - non restringere - la lista
dei libri che i ragazzi studiano per il Gcse".
Certo è che in uno studio fatto sui ragazzi
che si preparano al Gcse quelli che hanno
letto un romanzo scritto da un autore inglese prima del Novecento, un "Orgoglio e
pregiudizio" per dire, sono soltanto l'un
per cento del totale. Non sarebbe meglio
incentivare l'analisi e la lettura di autori
inglesi? (Per quanto ci riguarda, Jane Austen dovrebbe essere una lettura obbligatoria ovunque). Più Harold Pinter non significa meno Steinbeck, ma coccolare la propria tradizione fa bene a un paese, dice Gove. Bethan Marshall, presidente dell'Associazione nazionale per l'insegnamento, si
preoccupa: "Molti studenti che devono leggere Dickens a 16 anni penseranno che è
solo noioso e non leggeranno più niente".
C'è del vero, ma se la noia dei ragazzini diventa il parametro per scegliere cosa leggere, allora ha ragione Gove.
Twitter @paolapeduzzi '
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Milano. Ogni volta che Michael Gove, ministro conservatore dell'Istruzione inglese,
si muove, trova schiere di genitori, insegnanti, laburisti pronte a bloccarlo. Sarà
che si muove tanto, Gove, sta cercando di
riformare il funzionamento delle scuole e
quel che si studia sui banchi, e tanto attivismo non si vedeva da tempo (ottiene anche dei risultati: negli ultimi indici che misurano le performance dell'istruzione il
Regno Unito sale in classifica). L'ultima polemica riguarda i libri. Il ministero dell'Istruzione ha pubblicato un documento in
cui stabilisce gli obiettivi che gli studenti
tra i 14 e i 16 anni alle prese con uno dei
test più famosi del paese - il GeneraI Certificate of Secondary Education (Gcse) devono raggiungere. Nell'ambito della letteratura inglese, un obiettivo prevede: "Apprezzare la profondità e la potenza del patrimonio culturale della letteratura inglese". Il documento insiste sulla necessità di
includere nel programma di studi almeno
un'opera di William Shakespeare, una selezione di poeti romantici, un romanzo del
XIX secolo, un romanzo del XX secolo. Sui
media queste priorità si sono trasformate
in: "Gove vieta 'Il buio oltre la siepe' di
Harper Lee e 'Uomini e topi' di John Steinbeck". Da giorni sui quotidiani inglesi non
si fa che leggere articoli sul nazionalismo
culturale del ministro con venature antiamericane addirittura, mentre ci si indigna
per l"'isolazionismo letterario" sognato da
Gove. Il Labour accusa: i cambiamenti imposti dal ministero sono "ideologici" e "arretrati". Paul Dodd, capo dell'Ocr, una com-
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28-05-2014
36
1
Addio ai test d'accesso in medicina
Il governo si spacca sulla riforma
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Sull'abolizione del numero chiuso a medicina il governo sconfessa se
stesso. A pochi giorni dalla propostà del ministro dell'istruzione e università Stefania Giannini di mettere uno stop agli accessi programmati alle
facoltà di medicina'(si veda ltaliaOggi del 21J5/2014), infatti, arrivano
immediate le «perplessità» da parte della.titolare del dicastero della
salute Beatrice Lorenzin che si dice poco persuasa del modello ipotizzato. Ma non solo, perché in realtà la scelta di riformare gli ingressi
secondo il modello francese, cioè accesso libero al primo anno e selezione alla sua conclusione su base meritocratica, non va giù neppure
alle rappresentanze sindacali dei medici e alla stessa Federazione
nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri che considerano
questo cambiamento impossibile da gestire allo stato attuale. La criticità maggiore è rappresentata dai numeri degli aspiranti al camice
bianco, in media 70 mila ogni anno, che le' università si troverebbero
a dovere gestire senza avere l'attrezzatura in termini organizzativi,
strutturali e ordinamentali. Poi, spiega il ministro Lorenzin, le facoltà
di medicina «sono fortemente interdisciplinari e quindi sono state
costruite per avere un rapporto diretto tra lo studente e il medico
cioè il professore, sul campo. Un rapporto che verrebbe meno con il
passaggio repentino all'abolizione del numero chiuso».
C'è poi il problema degli accessi alle scuole di specializzazione, ga, rantiti per circa il 50% di quanti si laureano. Quindi, dice ancora il
. ministro della salute «dovremmo ipotizzare un diverso modo di programmare: in questi anni abbiamo pensato a un certo numero di borse
di specializzazione per tot studenti. Questa cosa andrebbe vista nel
suo insieme». In assenza di una rivisitazione complessiva del sistema
universitario, dice invece il sindacato dei giovani medici (Sigm) che
scenderà in piazza con una manifestazione di protesta complessiva
il prossimo 3 giugno, «il rischio è quello di far scontare scelte dettate dall'emotività del momento sulle spalle dei singoli studenti, che
rischiano di perdere tempo prezioso con percorsi universitari non
definiti". Il modello francese, dice invece Amedeo Bianco presidente
della Fnomceo, «va contestualizzato in una realtà italiana in cui esiste
un gap tra vocazioni e disponibilità. Anche nel modello francese c'è
una selezione e il numero programmato di accessi. Da noi quest'anno
il rapporto è stato di uno a sette. Un percorso di selezione unico che
raccolga tutti i candidati di medicina, odontoiatria, veterinaria, ci porterebbe ad avere più di centomila aspiranti con problemi per seguirlÌ». Prima di qualsiasi cambiamento sostiene infine l'Anaoo giovani,
l'Associazione medici dirigenti, «occorre avere chiare le modalità con
cui garantire la formazione e i servizi per il primo anno di medicina
a una platea di aspiranti medici, senza abbassare sensibilmente la
qualità formativa dell'iter di studi».
di Benedetta PaceUi
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IL~MA.TTINO
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Test di Medicina
perché la Lorenzin
ha cambiato idea?
Antonio Galdo
G
iusto una settimana di tempo e
il ministro Beatrice Lorenzin ha
pensato bene di cambiare radicalmente idea sull' abolizione dei test
d'ingresso alle facoltà di Medicina
proposta dalla collega Stefania Giannini. Appena il 21 maggio scorso la
Lorenzin parlava di «un' ottima
idea», mentre ieri si è dichiarata «perpessa e dubbiosa», che in gergo politichese significa mettersi di traverso
e stoppare l'iniziativa della Giannini.
Toccherà al premier Renzi dire una
28-05-2014
1
1
parola chiara su una materia cosÌ delicata per decine di migliaia di giovani aspiranti medici, ma a prescindere dalla divergenze di opinione tra
due ministri, è già chiaro che siamo
in presenza di uno dei tanti casi nei
quali il cambiamento, parola magica
quando si pronuncia ma incendiaria
quando si deve realizzare, deve fare i
conti con il muro granitico del corporativismo che avvolge come una nube tossica l'intero Paese.
> Segue a pago 54
Pirro a pag.8
Test di Medicina
perché la Lorenzin
ha cambiato idea?
Antonio Galdo
ni, il tempo di una laurea da oggi, mancheranno 50milamedici. Dunque, il test
che non garantisce né giusta selezione
né pari opportunità di accesso (stiamo
parlando di quiz più ridicoli di un cmciverba) allo stato serve a questo: anon toccare i diritti degli inclusi, i medici e i professori (medici) giustamente preoccupa ti, sulla base dei loro interessi, dal cambiamento dei criteri di selezione secondo la proposta del ministro Giannini che
trai' altro è applicata in decine, centinaia
di paesi del mondo. E la prova che sono
in gioco i diritti, o meglio, i privilegi, degli
inclusi è scolpita in un numero che il ministro Lorenzin dovrebbe imparare a
memoria prima di difendere lo status
quo dell' attuale percorso di formazione
per la professione medica. In Italia, lo dice Alma Laurea, il 40 per cento dei medici sono figli di medici. Tutti bravissimi,
per carità, specie a rispondere ai quiz
permettere piede nell'università.
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Per giustificare la sua rapida e improvvisa inversione di pensiero, il ministro della Sanità tira fuori due argomenti, entrambifondati, che però dovrebbero indurla a dire il contrario di quanto ha dichiarato ieri ed a battersi al fianco del mi nistro dell'Istruzione. Il primo argomento riguarda le difficoltà organizzative alle
quali dovrebbero fare fronte le università' una volta eliminati i test d'ingresso e
con un prevedibile aumento della popolazione degli studenti di circa 70-80mila
unità. E' vero: senza la barriera di quiz
che fanno ridere il mondo, e non solo
l'Italia, per la loro assurdità come prova
decisiva per mettere piede in una facoltà
di medicina, le università dovranno attrezzarsi per riscoprire un meccanismo
di selezione fondato sul merito e sulle capacità. Manon è così, forse, che sirestituisce all'università la sua funzione formativa con la quale si allevano bravi medici? E che futuro può avere, al contrario,
una università che, di fronte ai problemi
organizzativi, si barrica dietro alle statistiche ed ai numeri senza dare alcuna vera
opportunità a chi invece coltiva competenze? Il secondo argomento della Lorenzin riguarda il fatto che lei si sente, forse perché interpreta in modo restrittivo
il molo di ministro della Sanità, la portavoce delle «preoccupazioni dei medici e
dei professori». Quali preoccupazioni?
Probabilmente quelle di aprire le porte
di una professione dove c'è la piena occupazione e dove, per effetto della curva
demografica, in Italia tra appena sei an-
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Test di medicina
Lorenzin contro
il no di Giannini
Cambio di linea, ministri divisi
«Le università non sono pronte»
MariaPirro
amio avviso pre-elettorale. Un obbrobrio» afferma il direttore generale del Policlinico della Federico
II, Giovanni Persico, e in precedenza preside della facoltà di Medicina. Spiega: «In teoria, può sembrare giusto voler abolire il test. In
pratica ogni scuola di medicina ha
i propri limiti di formazione: numero di docenti, peraltro in diminuzione' reparti, sale operatorie e
pazienti. In più le lince guida della
legge 517 obbligano ogni Policlinico ad avere 3 posti letto per ogni
iscritto al primo anno. Come fare?»,
Carlo Melchionna, vicepresidente nazionale dell'Anaao-Assomed, descrive uno scenario meno
catastrofico ripescando nei ricordi personali: «Entrai a Medicina
nel 1968, il corso non era a numero chiuso. La selezione aweniva ai
primi anni in modo naturale, perché se non si superavano gli esami
fondamentali del biennio non era
consentita l'iscrizione al terzo anno. Basterebbe ripristinare quel
metodo di valutazione più attento. Quanto alla questione delle
stnltture, dalle aule ai posti letto, è
un falso problema. Per le lezioni,
non mi sembra che manchino gli
spazi inutilizzati, penso anche alle
caserme dismesse. E per le visite
in reparto, basterebbe raddoppiare i turni: uno la mattina, l'altro il
pomeriggio. In più, si potrebbero
considerare nel conteggio anche i
posti letto degli ospedali». Non ultima stoccata, sul numero di docenti: «Non LTedo che siano così
tanti di meno rispetto a quando seguivo io, ma un' alternativa percorribile sono i contratti di consulenza esterna. Noi medici ospedalieri
sin d'ora siamo disponibili a colmare eventuali carenze».
E qui lo scontro si fa duro: «Solo gli universitari hanno la "patente" per formare i medici. Se poi si
pensa di voler affidare il compito
ad altre istituzioni, sono in totale
disaccordo» esplode il manager
del Policlinico. Test, punto e a capo.
Lo scontro
Lorenzin
eGiannini
contrapposte
sui test di
accesso
a medicina
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tocratica» il messaggio postato in
bacheca. E la responsabile dell'alAbolire il test di ingresso a Medici- tro dicastero aveva dicbiarato:
na:il21 maggio, prima delle eIezio- «Ne parleremo con serenità, io
ni europee, il ministro della salute non ho alcun pregiudizio». NemBeatrice Lorenzin era d'accordo. meno il tempo di entrarenei dettaL'aveva definita «un'ottirna idea», gli, e le perplessità sollevate ieri
quella di immaginare «filtri diver- dalla stessa Lorenzin sono state disi» per selezionare i migliori stu- verse. Essenzialmente, questioni
denti. A distanza di sette giorni, pe- di natura organizzativa ed econorò, la sua posizione è cambiata. mica. «Tutte risolvibili. A costo zeDopo il muro alzato dagli atenei, il ro» l'immedlata risposta di Carlo
governo si è spaccato. Di più. An- Melchionna, vicepresidente nacbe i medici sono divisi. Sulla nuo- zionale del sindacato Anaao-Assova linea, e su due fronti agguerriti. med, sigla dei medici ospedalieri
Da una parte gli universitari so- più rappresentativa.
stengono che cancellarla la prova
In particolare, Lorenzin ha soldi ammissione «è una impresaim- levato questo dubbio: «Se noi paspossibile, percbé sarebbe ingesti- sassimo all'improvviso all'aholibile un numero maggiore di iscrit- zione del numero chiuso, con un
ti». Dall'altra gli ospedalieri repli- aumento di 70-80.000 studenti ancano che «il numero chiuso è solo che solo per il primo anno,
lo strumento per allontanare lo l'interdisciplinarità tipica del nospettro della disoccupazione in ca- stro sistema verrebbe meno» ha armice bianco. Nient'altro che gomentato. Secondo il ministro,
un'autodifesa della cateadattare «le università
goria».
in tempi immediati siSotto il fuoco incro- Medici
gnificherebbe fare un
grosso
investimento
ciato, la rivoluzione an- Favorevoli
economico, che mi panunciata a "Il Mattino"
al
numero
erilanciatasu Facebook
re non ci sia, visto che
non si riescono a copridal ministro dell'lstnl- chiuso
re gli specializzandi».
zione, Stefania Gianni- i docenti
Un modo per allontanani. Prendendo a model- universitari
re l'obiettivo indicato
lo il sistema francese:
da Giannini, ossia can«Accesso al primo anno contrari gli
libero e selezione alla fi- ospedalieri
cellare la prova già a lune di esso su base meriglio. «Solo una proposta
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le raccomandazioni
«I quiz prove asettiche»
«No, per prepararsi
sono favoriti i più ricchi»
Tra medici non c'è accordo
sulle modalità migliori di
selezione. Per il direttore
generale del Policlinico della
Federico Il, Giovanni
Persico, "il test attuale di
ammissione ha abolito le
raccomandazioni in quanto
sistema asettico e perfetto».
Per il vicepresidente Anaao
-
Assomed, Carlo
Melchionna, invece
"esclude quanti non
possono permettersi di
prepararsi adeguatamente
alla prova attraverso corsi
specializzati, e quindi
penalizza soprattutto i meno
abbienti pur se più
motivati».
le specializzazioni
Andrebbe ricalcolato
il numero di borse
per le nuove esigenze
Beatrice Lorenzin tocca
anche il tema del post
laurea: «Dovremmo
ipotizzare un diverso modo
di programmare: in questi
anni abbiamo pensato a un
certo numero di borse di
specializzazione per tot
studenti. Sia per le
specialità che per la
medicina generale».
-
Secondo Giovanni Persico
(Federico Il), il numero di
laureati «renderebbe
ancora più stretto l'imbuto
delle scuole di
specializzazioni». Per
Carlo Melchionna (medici
ospedalieri) «basterebbe
rivedere il numero dei posti
in base al numero di
laureati».
le retribuzioni
Medici e dentisti
possono conseguire
redditi molto elevati
Almalaurea, dentisti e medici
trovano però più sbocchi e
ricevono stipendi più alti. I
dentisti risultano occupati a
cinque anni dallalaureaal
97,4% mentre i medici, per
raggiungere la stessa
percentuale, devono
completare la
specializzazione (che è
retribuita) e il tirocinio. La loro
retribuzione media a un
lustro dalla laurea èdi 1.976
euro mensili.
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Costi o investimento, è un
altro dilemma. A proposito
dell'abolizione del test di
ingresso a Medicina, il
ministro della salute Beatrice
Lorenzin: "Sesi pensaaun
modello come quello
americano o francese, in cui
c'è la soglia al primo anno di
università, ma già al liceo c'è
una preparazione e una
speciedi lavoro di selezione,
poi però l'universitàcosta
molto di più». Secondo
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Foglio
1
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La conferenza internazionale sulla memoria prospettica
Ricordare le intenzioni, studiosi aconfronto
La scoperta del team napoletano:
fare azioni a favore degli altri
aiuta a fortificare i ricordi
GeaFinelii
licol'lvegno
AI Suor Orsola
scienziati di
tutto il mondo
hanno parlato
della memoria
prospettica
ne». Detta così può sembrare semplice. Ma ricordarsi di portare a termine
un'intenzione nei modi e nei tempi
prestabiliti, implica i' attivazione di
una serie di capacità cognitive che
spesso fanno cilecca.
«Fondamentale è il ruolo degli indizi ambientali perriattivare automaticamente il ricordo», continua la Brandimonte. È utile per esempio evitare di
affrontare più impegni contemporaneamente, non rimandare le azioni che
hanno priorità, stilare liste di controllo
per le attività che richiedono molti passaggi, sfruttare la tecnologia più che i
vecchi post-it, associare qualcosa di
atipico da dover fare a un gesto abituale che siamo soliti compiere.
L'ultima scoperta del team di ricercatori del Laboratorio di Psicologia
sperimentale del Suor Orso la? Ricordare di fare qualcosa per un altro migliora il ricordo, rispetto ad un' azione il
cui beneficio è solo a proprio favore.
L'altruismo che prevale sull'individualismo? No, perché se veniamo ricompensati per essere altruisti, la nostra
prestazione peggiora e anche la memoria prospettica subisce un calo. Probabilmente conta più la tenuta dell'immagine sociale della ricompensa.
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Capita a tutti prima o poi nella vita di
dimenticare un oggetto che avevamo
intenzione di portare con noi o di mancare ad un appuntamento che avevamo programmato.
Lo studente si reca all'esame lasciando a casa il libretto universitario,
la mamma esce a fare la spesa dimenticando in casa le chiavi, il manager in
partenza scorda la 24 ore, l'anziano dimentica di assumere la pillola salvavita. Nei casi più gravi poi il padre, abituato a compiere il solito tragitto per
recarsi al lavoro, può dimenticare di fare sosta intermedia all' asilo e lasciare
in macchina suo figlio; il pilota o 1'infermiere, interrottinelloro lavoro, possono considerare fatta un' operazione ancora da fare.
Sono migliaia le situazioni della vita quotidiana in cui entra in gioco quella memoria che fino a tre decenni fa
non si conosceva e che oggi gli studiosi
e ricercatori che indagano su questo
segmento della psicologia sono unanimi nel definire Memoria prospettica.
Dopo la terza edizione ospitata in
Canada nel 2010, stavolta, scienziati e
docenti impegnati in questo tipo di ricerca, provenienti da ogni parte del
mondo, si ritrovano a Napoli, all'Università Suor Orsola Benincasa, per la
Quarta Conferenza Internazionale dedicata all'argomento. Questa sorta di
«memoria delle intenzioni» è infatti diventata oggi motivo di indagine non solo in campo psicologico, ma anche nei
settori delle neuroscienze, della farmacologia' della genetica, dell'economia, in grado di elaborare ben presto
modelli applicativi in campo clinico.
Ad organizzare i' evento la prof. Maria Antonella Brandimonte, direttrice
del Polo di Psicologia e del Laboratorio
sperimentale dell'Università Suor Orsola Benincasa, coautrice, insieme agli
studiosi statunitensi Gilles Einstein e
Mark MacDaniel, del primo libro uscito nel/96 dedicato alla memoria prospettica e prima ricercatrice ad introdurre il concetto in Italia nel 1991.
«La memoria prospettica è la capacità degli esseri umani di portare a termine delle azioni precedentemente
programmate avendo formato un'intenzione - spiega la Brandimonte -i' intenzione può essere portata a termine
poco tempo dopo o può riferirsi ad
un' azione da compiersi a lungo termi-
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Mensile
DonnaLeader
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il Giornale
05-2014
12
1
Presente e futuro
dell'università italiana
Rispetto a quella di altri Paesi, la formazione in Italia
è legata all'andamento economico e, secondo il rettore
Cristina Messa, all'assenza di riforme strutturali coraggiose
econda l'Eurostat, l'Italia è ultima in classifica in Europa per
numero di laureati ma il costo
delle tasse universitarie resta il
più alto tra i cittadini dell'Ue. E nell'ultimo decennio siamo stati superati anche
da nazioni come Slovacchia, Repubblica
Ceca e Romania. «Il numero assoluto di
laureati di un Paese - commenta Cristina
Messa, rettore dell'Università Bicocca di
Milano - è un dato importante e significativo perché espressione di quanto i giovani diano valore alla formazione universitaria e di quanto il mondo del lavoro
consideri la preparazione universitaria
come un plus». Il numero di laureati che il
sistema produce va accompagnato però
da una valutazione dell'adeguatezza della
formazione universitaria e della sua integrazione col mondo produttivo e pro-
S
Gli studenti stranieri che studiano all'Università Bicocca attualmente sono i15,6 per cento del totale. Un dato superiore alla media nazionale. C'è ancora molto da fare per accogliere un maggior numero di studenti stranieri, per questo l'ateneo, in sintonia con
le altre università milanesi, ha iniziato un percorso per aumentare lo scambio di studenti
all'interno dei confini europei, un fattore di crescita per studenti, docenti ma anche per
la città. La mobilità internazionale è un elemento che favorisce il job placement, insìe~
me agli effetti positivi suna formazione degli studenti causata dall'esperienza estera, quali l'apprendimento di 50ft skill particolarmente utili poi nel mondo del lavoro,
zione e quali sono i Paesi da cui si
potrebbe trarre spunto per valorizzare la
parte meno teorica della didattica?
«Alla Bicocca abbiamo avviato un progetto articolato di valorizzazione delle
componenti della didattica che rappresentano un valore aggiunto dell'offerta
universitaria. Tra queste ci sono l'attivìtà
sperimentale, i laboratori e tutti gli
aspetti pratici della formazione molto
utili per l'accesso al mondo del lavoro.
Vogliamo sfruttare al meglio le potenzialità offerte dall'e-learning, che può sia
facilitare l'accesso ai contenuti, estendere la fascia oraria di fruizione delle
lezioni, rendere parti dei corsi più intel'attive, sia liberare parzialmente risorse
che possiamo destinare a potenziare le
attività di didattica non frontale. In questo senso, il modello di riferimento sono
ancora le università anglosassoni, ma
anche in Europa e in Asia questo approccio è largamente adottato».
Quanto la preoccupano i tagli alle
università e come quest'ultima può
agevolare gli studenti?
«1 tagli sono una scelta sbagliata e continuano a essere lineari, danneggiando
tutti, indipendentemente dal merito,
nonostante siano ormai disponibili a
tutti i dati relativi alla valutazione di
Anvur. Stanno mettendo a dura prova la
sopravvivenza di molti atenei, che
dovrebbero, dopo questi anni di razionalizzazione dei costi e sperimentazione di
good practice, essere aiutati a diventare
un punto di riferimento e di attrazione
per i relativi territori. Nel nostro ateneo,
in ogni caso abbiamo adottato un pacchetto di misure a favore degli studenti
valorizzando l'impegno e la bravura. I
crediti di merito lanciati a gennaio
scorso, sono uno strumento innovativo
nel panorama italiano. Si ottengono in
base ai risultati di studio, non al reddito,
e possono essere utilizzati per molti
scopi: dal pagamento delle rette universitarie o di un master all'acquisto di libri.
Abbiamo incrementato le risorse del
bilancio per finanziare borse di studio sia
per i laureandi che per i dottorandi e
stiamo per varare nuove facilitazioni per
tutti, dagli sconti per lo studio delle lingue a quelli per l'acquisto di libri, in
particolare per gli studenti lavoratori».
Renata Gualtieri
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Cristina Messa, rettore
dell'Università Milano-Bicocca
Milano capitale
deU'intemazionalizzazione
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fessi anale. «Non è né chiaro né prioritario l'investimento che il nostro Paese dovrebbe fare nello sviluppo e nell'innovazione, cosa invece già ben delineata in
altri paesi europei. Il sistema dell'alta
formazione che d'altro canto si dovrebbe
impegnare di più a fungere da trampolino verso un'economia basata sulla conoscenza - è il primo a soffrire di tale
indecisione».
Quali crede siano le prospettive per il
futuro? E, nel suo caso specifico, in
quale direzione andrà il contributo che
offrirà durante il suo rettorato?
«Le università italiane hanno compreso
che il futuro sta nell'essere parte di un
sistema che comprende aziende, centri di ricerca, startup e istituzioni.
Bisogna aumentare gli scambi di persone che dall'università vanno verso
le aziende e viceversa. Il trasferimento tecnologico è uno di questi
driver, ma lo è anche la partecipazione
a tavoli di lavoro per la promozione
delle risorse dell'area in cui si opera,
come sta succedendo a Milano con l'iniziativa "MiWorld". Spingerò il più
possibile nella direzione di questa contaminazione, anche attraverso il mio ruolo
nel comitato di Horizon 2020. In questo
lavoro ci confortano alcuni risultati fra i
quali il recentissimo riconoscimento del
ranking Times higher education 100
under SO: l'Università di Milano-Bicocca
si è confermata tra i migliori giovani atenei al mondo, migliorando la sua
posizione, prima fra le italiane e ventunesima in assoluto».
Come andrebbe ripensata la forma-
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5
1
Interessati 18mila uffici e38amministrazioni
Primi a debuttare
i ministeri e l'Inps
Ritaglio
Lavoro e previdenza
tutte le altre amministrazioni,
comprese quelle locali, è stata
anticipata dall'articolo 25 del decreto legge n. 66 del 2014 al 31
marzo 2015.
La tempistica di adeguamento
era stata in precedenza definita
dal decreto ministeriale n. 55 del
2013, che aveva fissato al 6 giugno 2015 la decorrenza per tutte
le amministrazioni pubbliche come indicate nell'elenco Istat, de-
Il SECONDO STEP
Per tutti gli altri soggetti
(a partire dagli enti locali)
debutto al31 marzo 2015
Organizzazione interna definita
entro la fine di quest'anno
legando invece ad un ulteriore regolamento l'individuazione della data di avvio per gli enti locali.
L'anticipazione dell'obbligo al
31 marzo 2015 impone agli enti locali e agli altri enti centrali, ricompresi nell'elenco Istat,l'individuazione, entro il 31 dicembre
2014, degli uffici interni destinatari di fatture elettroniche, così
da consentire al sistema di interscambio di recapitare correttamente le fatture. La loro identificazione avviene per mezzo del
codice univoco denominato Codice univoco ufficio assegnato
dall'Indice delle Pubbliche amministrazioni (Ipa).
~)R[PFlCDUnON[
R!SFRVIITA
I focus del Sole 24 ORE
Settimanale - Reg. Tribunale
di Milano n. 170 del 07-06-2013
DIRETTORE RESPONSABILE
Roberto Napoletano
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Il Sole 24 Ore S.pA.
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L'Unione Editoriale S.pA., via Omodeo sin.
090.10 Elmas (CA)
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_ Le pubbliche amministrazioni destinatarie di fatture elettroniche sono costituite da tutti i
soggetti anche autonomi che
concorrono al perseguimento
degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale e
che sono inseriti nel conto economico consolidato ed individuati entro il30 settembre di ciascun anno nell'apposito elenco
pubblicato dall' Istat.
Si tratta di tutti i soggetti anche autonomi che, a norma
dell'articolo l, comma 2 della legge n. 196 de12009, concorrono al
perseguimento degli obiettivi
di finanza pubblica definiti in
ambito nazionale. L'elenco ricomprende non solo amministrazioni centrali quali organi
costituzionali e di rilievo costituzionale, presidenza del Consiglio dei ministri, ministeri ed
agenzie fiscali, ma anche enti di
origine, natura e compiti alquanto diversificati tra loro.
Si va infatti dagli organismi di
regolazione dell'attività economica, come Aifa ed Aran, agli enti produttori di servizi economici come Anas Spa, Enac, Fit e
gruppo Equitalia, alle autorità
amministrative indipendenti come Agcm, Avcp, Agcom Aeeg e
Garante per la protezione dei dati personali.
L'obbligo grava infine anche
su enti a struttura associativa come Anci, Upi ed Unioncamere,
nonchè su enti produttori di servizi assistenziali, ricreativi e culturali, quali Accademia della
Crusca, Cri, Coni e su enti e istituzioni di ricerca quali Asi, Cnr,
Enea, Infn, Ingv, Isfol e Ispra.
Tra i primi destinatari dell'obbligo e quindi tenuti a ricevere
fatture elettroniche dal prossimo 6 giugno 2014, vi sono i ministeri e le loro articolazioni, le
agenzie fiscali e gli enti nazionali di previdenza ed assistenza sociale tra cui Inpdap, Inail e Inps.
Sono ricompresi tra i primi destinatari anche le casse di previdenza privatizzate. A questo primo appuntamento sono chiamate 38 amministrazioni e circa
l8mila uffici.
La decorrenza dell'obbligo per
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Quotidiano
nSole9]{l mmrn
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1
PUBBLICO IMPIEGO
Madia: sblocco
contratti grazie
alla riforma Pa
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I contratti del pubblico
impiego sono bloccati per
tutto ilz014, ma con la riforma della Pa che il governo
si appresta a varare <<l'amministrazione sarà più efficiente», si potranno così
«recuperare risorse {'er
sbloccare i contratti». E il
messaggio lanciato dal ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, secondo cui gli 80 euro in busta paga «andranno anche
ai lavoratori pubblici più in
difficoltà e in un certo senso sono stati una prima risposta al blocco dei contratti».
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Lavoro e previdenza
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Quotidiano
COBBIEBE DELLA SEBA
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28-05-2014
29
1
~onned=.==la=v=o=ro=-~======~====
Madia dice no al blocco
dei contratti pubblici
Jobs act, Paletti accelera
ROMA - «Non esiste il blocco dei contratti pubblici fino al
2020». II ministro della Funzione pubblica, Marianna
Madia, affronta cosÌ la sua prima contestazione, avvenuta
ieri durante il Forum della Pubblica amministrazione, a
opera del sindacato Usb. «Siamo lavoratori del pubblico
impiego - ha detto un rappresentante degli stessi, cui è
stato concesso di parlare per cinque minuti -: questa è
casa nostra I lavoratori hanno il contratto fermo dal 2009 e
il Documento di economia e finanza prevede che sia
bloccato fino al 2020. Ci sono 250 mila lavoratori precari e il
governo non sta attuando nessun percorso di
stabilizzazione. L'Usb chiama i lavoratori il 19 giugno allo
sciopero del pubblico impiego».
Madia ha ascoltato e poi replicato che «è un'ingiustizia che i
contratti siano bloccati dal 2009. Ma ci sono al~e
ingiustizie nel nostro Paese e nella nostra P.a Eingiusto
che ci siano tante
ragazze e ragazzi,
vincitori di concorso,
Il blocco
non assunti. Ed è una
«Nessun blocco
grandissima ingiustizia
dei contratti pubblici
quella dei tantissimi
precari che ci sono nella
è previsto nei prossimi
P.a».
Secondo il
sei anni, fino al 2020»
ministro, per troppi
anni <<Ilon ci sono stati
canali sani di accesso»,
ma tutti questi «non sono problemi che si risolvono in un
attimo. Ma cerchiamo ogni giorno soluzioni concrete».
Intanto «l'unica certezza è che i contratti sono bloccati fino
alla fine del 2014». Quanto al reperimento delle risorse, il
ministro ha spiegato che «con una P.a. più efficace è
possibile» recuperarle.
Madia ha assicurato che la riforma della P.a «seguirà i
tempi che aveva annunciato il presidente Renzi». Una parte
della riforma (<sarà fatta per legge, ma una parte importante
passerà per l'attuazione ben fatta e rigorosa della legge
DeIrio» che prevede una riorganizzazione degli enti
territoriali.
E a proposito di riforme, il ministro del lavoro, Giuliano
Poletti, ieri ha annu\lciato un'accelerazione della legge
delega sul Lavoro: «E immaginabile che si chiuda entro la
fine dell'anno - ha detto - e se ciò accadesse, noi saremo'
in grado di metterla rapidamente a regime».
A.Bac.
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6
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Arrivano gli 80 euro
Famiglie monoreddito,
il tetto sarà più alto
~ Da ieri il bonus in busta paga.
Il Senato valuta l'innalzamento
della soglia di reddito a 40-50 mila euro per i nuclei con tre figli
IRPEf
_._--"-------ROMA Da ieri, 27 maggio, alcuni
milioni di italiani hanno iniziato
a trovare nel cedolino dello stipendio una nuova voce, denominata "credito d'imposta" o più
sinteticamente "bonus": sono i famosi 80 euro, che però diventano
80,98 se il datore di lavoro, secondo le istruzioni dell' Agenzia delle
Entrate, sceglierà di ripartire
!'importo annuale di 640 euro
sulla base dei giorni del mese
(che a maggio sono 31). Con le
stesse circolari delle Entrate era
stata fissata come scadenza quella relativa alla retribuzione di
questo mese, con la possibilità di
slittare a giugno in caso di particolari esigenze organizzative.
Nel frattempo il Senato, che
sta esaminando il decreto legge
su Irpef e revisione della spesa,
potrebbe allargare la platea dei
beneficiari alzando la soglia di
ILAVORATORI COINVOLTI
Per ora dunque l'operazione 80
euro riguarda solo i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo compreso tra quello che
dà luogo a un'imposta seppur minima (circa 8.150 euro l'anno in
caso attività lavorativa per tutto
il periodo) e i 24 mila euro. Tra
questa soglia e quella dei 26 mila
!'importo del bonus viene pro-
gressivamente ridotto fino ad azzerarsi. La somma piena di 80 euro riguarda coloro che lavorano
tutto l'anno: in caso di contratti a
termine o comunque di mancata
attività per una parte del periodo
viene decurtata in proporzione.
I datori di lavoro hanno dovuto affrettarsi per attuare la novità
voluta dal governo Renzi. Il ministero dell'Economia (che prepara le buste paga per oltre 1,5 milioni di dipendenti pubblici, su
un totale di circa 3), si è mosso
per tempo e i relativi stipendi
maggiorati sono già stati mandati in pagamento. Tra le amministrazioni che usufruiranno della
possibilità di applicare il bonus
da giugno c'è l'Inps, che in questo
modo dovrebbe uniformare le
procedure con quelle relative all'erogazione del credito d'imposta a disoccupati e cassintegrati.
Il governo lavora anche ad altri prowedimenti fiscali. Gabriella Alemanno, vicedirettore dell'Agenzia delle Entrate, ha confermato che nei prossimi giorni il
governo approverà il primo decreto attuativo relativo alla riforma del catasto, che prevede la ridefinizione delle commissioni
censuarie provinciali, incaricate
di gestire l'operazione a livello locale.
LucaCifoni
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INTANTO Il GOVERNO
PREPARA lA RIFORMA
DEL CATASTO
IN ARRIVO IL DECRETO
SULLE COMMISSIONI
CENSUARIE
reddito dei 26 mila euro nel caso
delle famiglie con almeno tre figli. L'obiettivo è evitare un paradosso: con le regole attuali un nucleo in cui entrambi i genitori lavorano e guadagnano 24 mila euro ciascuno porta a casa due bonus, mentre una famiglia monoreddito con figli e retribuzione di
26 mila non avrebbe nulla. Per
ovviare a ciò la soluzione è alzare
l'attuale asticella fissata appunto
a 26 mila limitatamente a questa
tipologia familiare. Secondo le
prime verifiche però un intervento del genere è sostenibile solo se
limitato ai nuclei con tre figli
(con soglia a 40-50 mila euro). Si
ipotizza una spesa aggiuntiva di
una cinquantina di milioni, che
vuoI dire più o meno riconoscere
il credito d'imposta ad altri 80
mila contribuenti. La decisione
finale sarà comunque presa al
termine dell'iter del prowedimento in commissione.
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Statali, dirigenti in prova per tre anni
~ Il governo accelera, una parte della riforma sarà anticipata ~ Pronte le norme sulla dirigenza, conferme solo per i meritevoli
con un decreto legge: le norme riguardano i nuovi assunti
Le differenze di stipendio tra amministrazioni saranno cancellate
Il PROGETTO
ROMA Dopo la tirata di fiato per le
elezioni europee, il governo riprende la corsa sulle riforme. La
prima in agenda è quella della
Pubblica amministrazione, che
sarà approvata in consiglio dei
ministri il prossimo 13 giugno. Il
31 maggio si concluderà la consultazione on line, per la quale
sono arrivate oltre 30 mila mail,
come ha ricordato ieri il ministro
Marianna Madìa. Ma molti dei
44 punti presentati in forma sintetica stanno prendendo forma.
A cominciare dalla riforma della
dirigenza statale. Domani ci sarà
un incontro «politico» con Regioni, Comuni e Province per sciogliere alcuni nodi. Tra le carte
che iniziano a girare, tuttavia,
emergono alcune novità rispetto
alle indicazioni emerse fino ad
oggi. Tra le ipotesi messe nero su
bianco da parte del governo c'è
l'accesso alla dirigenza con un
contratto a tempo determinato
con la possibilità di trasformarlo
a tempo indeterminato «sulla base del rendimento del primo triennio».
TUTTE lE NOVITÀ
I nuovi dirigenti, insomma, sarebbero in prova per trentasei
mesi, solo a valle di questo arco
temporale verrebbero confermati oppure no. Non sarebbe comunque l'unico meccanismo di
accesso. La seconda porta d'ingresso alla dirigenza sarebbe il
corso-concorso, ma si entrerebbe come funzionari, salvo poi dopo qualche anno sostenere un
esame per diventare dirigenti.
Con Anci, Upi e Regioni, il governo ha intenzione anche di valutare la possibilità che anche gli enti
locali possano reclutare i propri
dirigenti attraverso i concorsi
banditi per la dirigenza statale.
Sullo sfondo, a prescindere dal
meccanismo di ingresso, resta il
tema della licenziabilità. Questa
sarà collegata al ruolo unico. Chi
rimarrà senza incarico per un
certo periodo potrà essere messo
alla porta. I dirigenti potranno
anche essere revocati sulla base
di «presupposti oggettivi» che saranno individuati ed elencati. E
anche le ipotesi di responsabilità
dirigenziale saranno semplificate. Novità anche sulle retribuzioni. Non soltanto, come annunciato, saranno legate al merito con
una valutazione che terrà conto
«di indicatori relativi sia a obietti-
I co~pensi degli alti ~~r}genti pub1?li~i
Stipendio medio in €
MINISTERI
I
Numero
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!'1i~~terodegli. . ~ff~~Le~~d_......._.~.._
Ministero del Lavoro
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!'1inlsteroAella .QL~s!iz.iL. ______
Mjl1iste~_d.e~U~~S.a..lute _____.___ _
Ministero delle Infrastrutture
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vi di interesse generale o dell'amministrazione», oltre che alla valutazione del dirigente. Ci sarà
anche una «perequazione delle
retribuzioni nell'ambito del ruolo unico». Oggi gli stipendi dei dirigenti variano da amministrazione ad amministrazione, con il
paradosso che chi lavora in un
Tar o, per esempio, alla Presidenza del Consiglio, può arrivare a
guadagnare cifre molto più alte
di chi è impiegato alle Entrate o
in un altro ministero. Queste differenze saranno cancellate. Anche i meccanismi di assegnazione degli incarichi cambieranno.
Ci sarà una «preselezione» fatta
da un «soggetto indipendente».
Gli incarichi comunque, saranno
a tempo determinato e con obbligo di rotazione successiva. La riforma prevederà anche la definizione di un rapporto massimo
tra dirigenti e dipendenti e la distinzione tra dirigenti ed «esperti», che non gestiscono risorse
umane o finanziarie. In una lettera inviata al ministro Madìa, il Cida ha chiesto di rendete «le carriere dei dirigenti impermeabili
all'influenza dei vertici politici
delle Amministrazioni».
Andrea Bassi
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PER l'ASSEGNAZIONE
DEGLI INCARICHI
PREVISTA
UNA PRESElEZIONE
UN ESPERTO
INDIPENDENTE
Statali, dirigenti in prova per tre anni
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Ministero dell"lstruzione
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Consumatori, più fiducia
E arrivano gli 80 euro
Le prime buste paga con il bonus Renzi _ Tiene Piazza Mfari, bene
l'asta dei Btp Madia contestata, assicura: le risorse per i contratti ci saranno
ROMA
inviate all'indirizzo [email protected], e di queste 23mila sono state
già catalogate. Tra i temi maggiormente trattati, la proposta di eliminare
l'istituto di trattenimento in servizio
per fare posto ai giovani, la modifica
della mobilità obbligatoria e volontaria, retribuzioni legate ai risultati. Il tema in questi giorni è caldissimo. Ieri la
ministra è stata contestata da un gruppo di lavoratori dell'Usb (Unione sindacale di base) sull'ipotesi di blocco dei
contratti fino al 2020 che secondo il
sindacato sarebbe contenuta nel Def.
In realtà il governo ha già spiegato che
il documento di economia e finanza
non contiene quell'indicazione. <<1 contratti sono bloccati fino al 2014 - ha precisato Madia - Non fa bene veicolare
informazioni sbagliate». Secondo Madia, attuando le riforme e creando una
pubblica amministrazione più efficace
ed efficiente si possono «recuperare risorse per sbloccare i contratti»; per
questo la riforma deve essere fatta «bene e velocemente». Madia ha quindi ricordato che priorità del governo sono
anche la lotta alla corruzione e all'evasione fiscale, combattendo le quali lo
Stato avrà più possibilità di investire.
In serata si sono fatti sentire anche i
Confederali. «Siamo pronti alla sfida
sulle risorse per il rinnovo dei contratti
- hanno detto - E presenteremo le proposte dei lavoratori per cambiare davvero la pubblica amministrazione, migliorando i servizi e recuperando risparmi per retribuire meglio chi lavora
al servizio delle comunità».
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Arrivano gli 80 euro in busta paga e la
fiducia dei consumatori comincia a crescere. Magari le due cose non sono così
direttamente collegate, ma ieri sono arrivate assieme. Secondo l'ultima rilevazione Istat l'indice di fiducia continua
ad aumentare in tutto il Paese tranne
che nel Mezzogiorno. Gli italiani sono
più ottimisti riguardo alla situazione
economica del Paese che alla propria:
un segnale che sembra il riscontro dei
risultati elettorali. Aumentano le opportunità attuali di risparmio e recuperano quelle sulle possibilità future. Anche le valutazioni sull' opportunità di
acquisto di beni durevoli mostrano un
miglioramento. Il saldo dei giudizi
sull'andamento recente dei prezzi al
consumo si conferma in diminuzione.
Rimane stabile sui livelli dello scorso
mese, infine, il saldo sull'andamento futuro dei prezzi.
Insomma, si comincia a vedere una
luce, dopo gli anni bui della crisi. Va
aggiunto che la cifra tonda di 80 euro è
riservata ai redditi fino a 24mila euro
annui lordi, mentre cala fino a zero tra
quella cifra e i 26mila. Twitter è stato
inondato di «cinguettii» con le foto di
diverse buste paga, che mostrano una
voce dedicata al bonus.
Il clima positivo si riflette sugli andamenti di Borsa. Ieri l'Europa ha chiuso
in terreno positivo. Milano per la verità
si è presa una pausa (-0,4%), ma laPiazza italiana veniva da un lunedì in gran
spolvero. Il differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi veleggia su un
mare tranquillo, consistentemente al
di sotto dei 200 punti. Ieri, archiviate
le elezioni e in attesa dell'asta dei titoli
semestrali fissata per oggi, ci si è fermati a 166 punti con il rendimento del decennale italiano che si attesta al 3 per
cento. La Spagna fa meglio, con lo
spread tra i Bonos e i Bund tedeschi a
159 punti base e il rendimento al 2,92
per cento. Per il Tesoro, comunque, la
notizia positiva dei rendimenti in calo
dei Btp zero coupon a due anni, venduti ieri al tasso di aprile (0,786%) dopo il
picco all'l% della scorsa settimana.
Il ministro dell'Economia Pier Carlo
Padoan ha accolto il dato elettorale
con uno sguardo sul prossimo futuro.
«Grande responsabilità ci viene affidata dagli italiani. Ora avanti con le riforme», ha dichiarato. Imminente l'avvio
di quella fiscale, che dovrebbe portare
a una sostanziale semplificazione del sistema, con l'invio dei 730 già compilati
ai lavoratori dipendenti. L'altra riforma in cantiere è quella della Pubblica
amministrazione ancora sul tavolo della ministra Marianna Madia. Sarà varata il 13 giugno, dopo che il ministero
avrà analizzato le indicazioni ricevute
nella consultazione online, e dopo l'incontro annunciato ieri con le sigle sindacali. Finora sono state 33mila le mail
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LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
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Andamento mensile degli indici destagionalizzati (base 2005 = 100)
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Migliora la fiducia
dei consumatori
in Italia, mentre i
primi bonus di 80
euro sono arrivati
in busta paga
100
95
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80+--'"...J..I-L.....~~-+--~J..:-:..~~~i-.LI_-+-';;.......~_~~~"'"-+~~"MGLASONDGFMAMGLASONDGFMAMGLASONDGFMAM
2011
2012
2013
2014
Fonte: Istat (nuove metodologìe di rilevazione da giugno 2013)
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28 maggio - SNALS Lombardia