Capitolo 20 Politica fiscale e commercio estero Alcune definizioni • Politica fiscale – decisioni del governo in materia di spesa pubblica e tassazione • Politiche di stabilizzazione – azioni di politica fiscale volte a mantenere il prodotto corrente il più vicino possibile al prodotto di piena occupazione • Deficit pubblico – eccesso di uscite del governo rispetto alle entrate • Debito pubblico – somma dei deficit contratti dallo Stato meno gli eventuali avanzi 18.1 Lo Stato, nel modello reddito-spesa • Imposte dirette – influenzano la pendenza della funzione del consumo – e dunque la pendenza della funzione SA=AD. • Spesa pubblica – influenza la posizione della funzione SA=AD 18.2 La politica fiscale retta a 45o AD1 AD0 Un aumento della spesa pubblica determina un aumento dell’output poiché implica uno spostamento della spesa aggregata da AD0 ad AD1, Il reddito di equilibrio aumenta da Y0 ad Y1. Y0 Y1 Reddito Tuttavia, ricordiamo che stiamo trascurando alcuni importanti fenomeni quali: il livello dei prezzi, dei tassi di interesse e la necessità di finanziare la spesa pubblica. 18.3 Il bilancio dello Stato Un deficit di bilancio deriva da un eccesso di spesa del governo rispetto alle entrate. La spesa pubblica è Imp. nette indipendente dal reddito mentre le entrate fiscali Bilancio in pareggio dipendono dal reddito, allora il bilancio registrerà G un deficit per bassi livelli di reddito Reddito ma un surplus per livelli maggiori Il moltiplicatore del bilancio in pareggio afferma che un aumento della spesa pubblica compensato da un uguale aumento dell’ imposizione fiscale conduce ad un maggior livello di reddito. 18.4 Stabilizzatori automatici • meccanismo che all’interno del sistema economico ammortizza gli shock del reddito nazionale – ad esempio, in una recessione: – i sussidi di disoccupazione aumentano – e le entrate derivanti dall’IVA diminuiscono 18.5 I limiti di una politica fiscale attiva Perché uno shock della spesa aggregata non può essere compensato immediatamente con una politica fiscale? • Tempo: richiede tempo – rilevare il problema – compiere un’azione che metta in moto il meccanismo del moltiplicatore • Incertezza – sul valore numerico del moltiplicatore – il livello della spesa aggregata futura • Cambiamenti indotti sulla spesa autonoma – variazioni della politica fiscale potrebbero provocare variazioni su altre componenti della spesa aggregata che (per adesso) abbiamo considerato autonome 18.6 I limiti di una politica fiscale attiva (2) Perché il governo non effettua una politica fiscale espansiva quando la disoccupazione è alta? • Deficit di bilancio – dimensione del debito (che aumenterebbe) – pericoli di inflazione • Forse siamo già in piena occupazione! – la disoccupazione potrebbe essere (almeno parzialmente) volontaria 18.7 Il commercio estero nella formazione del reddito • Introduciamo ora le esportazioni (X) e le importazioni (Z) • La bilancia commerciale – il valore delle esportazioni nette (X - Z) • Deficit della bilancia commerciale – quando le importazioni eccedono le esportazioni • Surplus della bilancia commerciale – quando le esportazioni eccedono le importazioni • L’equilibrio del reddito sarà ora: – Y=C+I+G+X-Z 18.8 Esportazioni, importazioni e bilancia commerciale Le importazioni Importazioni aumentano con il reddito. Le esportazioni Esportazioni dipendono dal reddito dei paesi esteri. Y* Reddito A livelli bassi di reddito, X>Z e c’è un surplus della bilancia commerciale, evidenziato in verde. La bilancia commerciale è in pareggio per un reddito pari ad Y*, ma non vi è certezza che questo sia anche il reddito di piena occupazione. 18.9 Il commercio estero e il moltiplicatore • La propensione marginale alle importazioni – è la frazione di ogni unità addizionale di reddito che gli individui desiderano spendere per acquistare beni e servizi stranieri. • L’effetto del commercio estero è quello di ridurre il valore del moltiplicatore – tanto maggiore è la propensione marginale alle importazioni, tanto più basso il moltiplicatore. 18.10 Approfondimento: Un “gioiello” di Made in Italy di Angela Besana L’export italiano di prodotti orafi è di successo soprattutto sui mercati arabo, svizzero e russo. Nel primo semestre 2007 il fatturato del settore è pari a 6,1 miliardi di euro. L’export è salito del 7%, ma l’import del 15%. Il saldo è comunque positivo: l’export di 4,73 miliardi di euro supera di 3,37 miliardi l’import. In fortissima crescita il mercato russo (+94%) mentre, a causa del crollo del dollaro, risulta sofferente il mercato americano che rimane comunque il primo per importanza (circa il 20%). Fonte: rielaborazione di E. Scarci, “I gioielli brillano in Russia e Oriente” in Il Sole 24 Ore, 5.11.2007. 18.11