COLLECTION DE L’ É C O L E FRANÇAISE DE ROME 466 LA MUSIQUE À ROME AU XVIIe SIÈCLE ÉTUDES ET PERSPECTIVES DE RECHERCHE Études réunies par Caroline GIRON-PANEL et Anne-Madeleine GOULET ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME 2012 Cet ouvrage est publié avec le soutien de l’Agence Nationale de la Recherche. La musique à Rome au XVIIe siècle : études et perpectives de recherche / études réunies par Caroline Giron-Panel et Anne-Madeleine Goulet Rome : École française de Rome, 2012 (Collection de l’École française de Rome, 0223-5099 ; 466) ISBN 978-2-7283-0959-7 (br.) 1. Musique -- Italie -- Rome (Italie) -- 17e siècle -- Histoire et critique 2. Rome (Italie) -- Vie intellectuelle -- 17e siècle I. Giron-Panel, Caroline, 1979- II. Goulet, Anne-Madeleine CIP – Bibliothèque de l’École française de Rome ' ISO/CD 9706 © - École française de Rome - 2012 ISSN 0223-5099 ISBN 988-2-7283-0959-7 À la mémoire de Jean Lionnet LISTE DES ABRÉVIATIONS A-Wn B-Bc D-Rp F-CAc F-Pn GB-Lbl GB-Och I-Bc I-Fc I-Mt I-PeSo I-Rar I-Ras I-Rasc I-Rasv I-Rc I-Rchg I-Rdp I-Rf I-Rli I-Rn I-Rsgf I-Rsmo I-Rug I-Rv I-Rvat I-Rvic n. p. Vienne, Österreichische Nationalbibliothek, Musiksammlung Bruxelles, Conservatoire Royal de Musique, Bibliothèque Ratisbonne, Bischöfliche Zentralbibliothek Cambrai, Cathédrale Paris, Bibliothèque nationale de France Londres, British Library Oxford, Christ Church Library Bologne, Museo internazionale e biblioteca della musica Florence, Conservatorio di Musica Luigi Cherubini, Biblioteca Milan, Biblioteca Trivulziana Pesaro, Biblioteca comunale Oliveriana Rome, Archivum Romanum Societatis Iesu (ARSI) Rome, Archivio di Stato Rome, Archivio storico capitolino Rome, Archivio segreto vaticano Rome, Biblioteca Casanatense Rome, Chiesa del Gesù - Archivio Rome, Biblioteca privata e Archivio Doria Pamphili Rome, Archivio dei PP. dell’Oratorio della Chiesa Nuova (Filippini) Rome, Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana Rome, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emmanuele II Rome, Archivio dell’Arciconfraternità di San Giovanni dei Fiorentini Rome, Archivio dell’Arciconfraternità di Santa Maria dell’Orto Rome, Università Gregoriana, Archivio storico Rome, Biblioteca Vallicelliana Rome, Biblioteca Apostolica Vaticana Rome, Archivio del Vicariato non paginé LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ* NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO : IL GIORNALE E IL DIARIO DI ROMA DEL FONDO BOLOGNETTI ALL’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO I trecentosessantaquattro volumi del Fondo Bolognetti giunsero nell’Archivio Segreto Vaticano tra il 1810 e il 1878. Il loro ultimo proprietario fu un conte Bolognetti-Cenci1. Il fondo contiene materiale in gran parte memorialistico2 e alcuni volumi raccolgono testi manoscritti di lavori teatrali in prosa e in musica3. La famiglia patrizia Bolognetti, originaria di Bologna, si stabilì a Roma nel 1567 con il segretario apostolico Giovanni Battista, che aveva legami di parentela con Gregorio XIII, il quale nel 1583 nominò cardinale il pronipote Alberto Bolognetti. Baldassarre, vissuto tra la seconda metà del ‘500 e morto nel 1629, fece parte dell’Ordine dei Servi di Maria4. Giorgio (Roma, 1595-1686) fu nunzio apostolico in Francia, vescovo di Rieti e Ascoli Piceno5. Tra i membri della famiglia sono da ricordare il conte Ferdinando (Bologna 1662 Roma 1737) e la moglie Flavia Theodoli (1671-1754), appassionati di lettere e di teatro, che fecero loro palazzo a Piazza Venezia un centro della vita mondana e culturale dell’epoca, dove erano organizzate anche esecuzioni musicali6. Sappiamo che il conte * I primi due paragrafi e la trascrizione dei documenti è stata realizzata dai due autori : Luca Della Libera ha scritto il paragrafo sugli oratori e la musica sacra e la Tabella 1 ; José María Domínguez quello sulle opere e le serenate e le Tabelle 2 e 3. Ringraziamo Claudio Annibaldi per averci fornito precisazioni sul doc. 174. 1 T. Natalini, S. M. Pagano e A. Martini, L’Archivio Segreto Vaticano, Roma, 1991. 2 L’indice del fondo si trova nella sala di consultazione dell’Archivio, con la segnatura 1049. 3 Il vol. 82, primo tomo, intitolato Opere di Clemente IX, raccoglie testi de La Sofronia, La vita humana, La Datira, La comica del cielo ovvero la Baldassarra, Asurondo. Il vol. 216 contiene commedie tradotte dal francese e il testo de L’amore eroico fra pastori, « Favola pastorale per musica recitata l’anno 1711 in Roma dedicata alli signori accademici della Arcadia ». Il 264.41 contiene il libretto de La contesa dei numi di Metastasio, il 257.10 la cantata Diana e Endimione. 4 G. De Caro, sub voce, Dizionario biografico degli Italiani, Roma, 1969, p. 316-320. 5 Ibid., p. 323-326. 6 S. Franchi e O. Sartori (ed.), Dizionario storico biografico del Lazio. Personaggi e famiglie nel Lazio (esclusa Roma) dall’antichità al XX secolo, Roma, 2009, I, p. 273. 122 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Ferdinando organizzò nel proprio palazzo due serenate, una nel 1692 e una nel 1699, e l’oratorio Santa Maddalena de’ Pazzi nel 17067. Una dama Bolognetti, forse proprio Flavia, partecipò ad un « gioco d’ombre » nel palazzo del marchese Maidalchini, dopo l’esecuzione di un oratorio di Stradella, nel 16928. Nel Fondo Bolognetti ci sono otto volumi, in un arco di tempo che va dal 1691 al 1703, ricchissimi di nuove informazioni sulla vita musicale romana, fino ad oggi quasi completamente ignorati dalla comunità musicologica9. Questa imponente mole documentaria è trascritta alla fine di questo scritto, sebbene non integralmente. Per non appesantirla ulteriormente, abbiamo deciso di raggruppare in tre Tabelle le notizie riguardanti rispettivamente le esecuzioni di oratori, opere e serenate, tralasciando quindi la trascrizione dei documenti corrispondenti. Alcune eccezioni sono costituite da quelle fonti che contengono non solo la notizia di un’esecuzione, ma anche elementi interessanti, come giudizi, valutazioni o particolari che abbiamo ritenuti degni di interesse. Abbiamo anche deciso di non trascrivere le testimonianze relative ad eventi generici e con riferimenti vaghi ad esecuzioni musicali e prive dell’indicazione dei nomi degli interpreti. Le informazioni talvolta contengono degli errori e imprecisioni, come ad esempio la notizia che nel 1697 Francesco Gasparini fu eletto maestro di cappella del Viceré di Sicilia (doc. 179), e anche quando definisce un tale Basetti maestro di cappella di Santa Maria Maggiore (doc. 90) ; talvolta il Il fascicolo 201.35 del fondo contiene il testo di una cantata a tre di Bononcini « fatta a casa del conte Bolognetti parole del signor avvocato Zoppi ». 7 G. Staffieri, Colligite Fragmenta. La vita musicale negli « Avvisi Marescotti » (1683-1707), Lucca, 1990, p. 104, 140, 167. 8 Vedi il doc. 24, alla fine di questo testo. 9 La scansione è la seguente : 67 (diario di Roma 1700), 68 (diario di Roma 1701), 69 (diario di Roma 1702), 70 (diario di Roma 1703), 77 (giornale dell’anno 169293), 78 (giornale dell’anno 1694-1695), 79 (giornale dell’anno 1696), 80 (giornale dell’anno 1697). Nella serie mancano gli anni 1698 e 1699. L’indicazione « Diario di Roma » è posta sulla costa di ogni volume ; in realtà all’inizio di ciascuno di essi ci sono diversi titoli : Memorie istoriche, Memorie Giornali, Relatione delli successi di Roma, Trattati, negotiati, casi seguiti, Gratie e Giustitie eseguite principiando l’anno del Santissimo Giubileo 1700, Del giornale di Roma. D’ora in poi tale serie sarà indicata con I-Rasv, FB. In due casi sono stati citati solo alcuni documenti del fondo : R. Heyink, « Ad honorem nostrae nationis germanicae ac decorem almae urbis Romae ». Festa e musica come strumento della politica imperiale, in M. Engelhardt e C. Flamm (a cura di), Musik im Rom des 17. und 18. Jahrhunderts : Kirche und Fest, Atti del convegno internazionale (Roma, 27-29 ottobre 1999), Laaber, 2004, (Analecta musicologica, 33), p. 195, n. 73 ; M. L. Rodén, Church politics in Seventeenth-Century Rome. Cardinal Decio Azzolino, Queen Christina of Sweden, and the Squadrone Volante, Stockholm, 2000, p. 307, n. 31. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 123 diarista si corregge10. Questo dimostra che dobbiamo considerare le fonti con cautela. I primi quattro volumi, relativi all’arco temporale che va dal 1691 al 1697, sono redatti da un’unica mano, mentre i rimanenti quattro da un’altra. Ciò è confermato anche dal loro contenuto e dai giudizi espressi su una figura chiave della Roma barocca, il cardinale Pietro Ottoboni : in un caso, nel 1691, egli è definito senza mezze misure « il primo degli epicurei », mentre in una nota del 1701 l’anonimo cronista ne parla come se il porporato fosse un suo superiore (doc. 10 e 204). La diversa identità dei due cronisti si rispecchia anche nello stile della scrittura : il primo si lascia andare a considerazioni, punti di vista e osservazioni spesso originali, distaccandosi in modo molto netto da fonti simili, come gli Avvisi Marescotti, altri avvisi di Roma (come quelli della biblioteca Corsiniana o quelli altri conservati a Monaco di Baviera e studiati da Thomas Griffin nella sua dissertazione dottorale), il diario di Carlo Cartari, e il diario di Nipho11. Lo stile del secondo cronista, che copre gli anni che vanno dal 1700 al 1703, è molto più distaccato, e le informazioni sulla vita musicale romana sono molto scarne, evidentemente anche a causa del maggior peso che avevano le informazioni sulla difficile situazione politica europea, in seguito alla guerra di successione spagnola. Pare inoltre abbastanza chiaro che il primo cronista fosse un religioso che aveva competenze legali, da quanto risulta della seguente citazione tratta dal Diario del 1694 e 1695, dove egli stesso descrive i dieci giorni che non ebbe notizie di Roma per aver partecipato alla « missione ove si fanno 10 giorni di esercitii 10 Ad esempio, il 25 febbraio 1693 è corretta un’informazione di quattro giorni prima, sull’oratorio San Nicola di Bari di Bononcini, che il diarista ha confuso con un’accademia musicale (I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 339v-340). 11 Cfr. A. Morelli, La musica a Roma nella seconda metà del Seicento attraverso l’archivio Cartari Febei, in B. M. Antolini, A. Morelli e V. V. Spagnuolo (ed.), La musica a Roma attraverso le fonti d’archivio, Atti del convegno internazionale (Roma, 4-7 giugno 1992), Lucca, 1994, p. 107-136 ; G. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit. Gli avvisi della Biblioteca Corsiniana sono stati citati da F. D’Accone, The History of a Baroque Opera. Alessandro Scarlatti’s Gli equivoci nel sembiante, New York, 1985 e da E. Tamburini, Due teatri per il principe. Studi sulla committenza teatrale di Lorenzo Onofrio Colonna (1659-1689), Roma, 1997, p. 442. Il diario di Agostino Nipho, segretario dell’Ambasciatore spagnolo a Roma, è conservato manoscritto presso l’Istituto Spagnolo di Roma, con la collocazione Ms. 404. Thomas Griffin ha trascritto le notizie musicali conservate in un altro manoscritto (Ms. 402), forse di mano dello stesso Nipho (www.ascarlatti2010.net, consultato il 18-11-2011). Molti Avvisi di Roma sono pubblicati in T. Griffin, The Late Baroque serenata in Rome and Naples : a documentary study with emphasis on Alessandro Scarlatti, Ph.D diss., University of California (Los Angeles), 1983. 124 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO spirituali » in un palazzo « in mezzo dell’antico monte citatorio » (la modesta altura dove sorge il Palazzo Montecitorio, attuale sede della Camera dei Deputati) dove, entrando, gli fu chiesto di scrivere i suoi dati anagrafici e poi dovette consegnare tutta la sua roba « restando a me la sola berretta da prete »12. Da altri passi del testo si può desumere le persone con cui aveva rapporti di amicizia13 e, inoltre, dati riguardanti la sua formazione legale14. Oltre a fornire numerosissime e dettagliate informazioni su vari aspetti della vista musicale romana, il cronista per i primi cinque anni descrive sistematicamente i cicli oratoriali realizzati nell’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso a San Marcello. Questo ci ha portato a ipotizzare che egli avesse una relazione diretta con questo ambiente e anche con la famiglia Bolognetti : il citato Baldassarre apparteneva, infatti, alla congregazione dei Servi di Maria, che aveva come sede proprio l’Oratorio del Crocefisso a San Marcello. L’anonimo estensore dimostra di essere costantemente aggiornato rispetto alle vicende interne alla corte pontificia, come dimostrano, tra l’altro, ampi resoconti sulle vicende che portarono alla demolizione del Teatro Tor di Nona, avvenuta nel 1697, e uno straordinario sonetto anonimo, intitolato Il cembalo di Torre di Nona, uno sferzante attacco contro monsignor Fabbroni, il governatore di Roma, responsabile della demolizione del teatro15. Altro punto di forza di queste fonti rispetto a quelle già note è l’annotazione degli interpreti, come si può leggere nelle Tabelle dedicate alle esecuzioni di opere, serenate e oratori, e talvolta anche degli organici. Su tutti gli strumentisti degli oratori spicca la presenza sistematica di Arcangelo Corelli, affiancato in alcuni casi da Bernardo Pasquini, Bernardo Gaffi e Giovanni Bononcini. Sul fronte vocale le esecuzioni oratoriali sono affidate essenzialmente a cantanti attivi nella Cappella Pontificia, oltre ad alcuni cantanti « forestieri » presenti in quel periodo a Roma. 12 I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 253r. Nella missione parteciparono il padre Francesco Negri Genovese ed il padre Silva Portoghese (fol. 257r), due dati che possono essere utili per ricercare l’identità dell’anonimo cronista. 13 I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 284v, elenco di persone conosciute « dallo scrittore » : il secondo cocchiere del cardinale Panciatici, il venditore di caffè nel Corso passato San Carlo ed il signore Gioseppe Ugolino che « cortegiava gl’Eminentissimo Altieri et il signore Ambasciatore di Venetia ». 14 I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 316r. 15 I-Rasv, FB, vol. 80, fol. 345-349. Un’altra fonte manoscritta del sonetto, conservata nella Biblioteca Nazionale di Roma, Cod. Miscell. 1733, fol. 124, è pubblicata parzialmente da A. Cametti, Il Teatro Tor di Nona poi di Apollo, Tivoli, 1938, I, p. 98. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 125 Il fondo Bolognetti come punto di partenza per nuove ricerche La mole dei documenti è tale che in questa sede non è stato possibile approfondirle una per una. Molte di esse possono rappresentare un punto di partenza per ulteriori percorsi di ricerca. La questione metodologica chiave che permette di comprendere il potenziale scientifico della fonte ritrovata è evidenziare la sua stessa natura, che si esplica nella relazione dialettica mittente vs destinatario. Questo ci aiuta non solo a collocare la fonte in un contesto ma anche a capire perché l’informazione contenuta è redatta in questa e non in un’altra maniera. A questo fine ci serve mettere la nostra fonte a confronto con altre simili relative agli stessi avvenimenti musicali. Concentriamoci sul Diario redatto dall’autore che abbiamo già cercato di identificare. Se prendiamo come campione sperimentale l’informazione sulla festa dell’Assunta celebrata nel Collegio Clementino la domenica 19 agosto 1691, vedremo come ogni fonte, oltre a fornire un aspetto diverso dell’evento, rende un’immagine piuttosto chiara del proprio autore. Diario Bolognetti : Nel Collegio Clementino domenica mattina da quei signori nobili convittori si celebrò la festa nella loro cappella dell’Assunta, trasportata nella domenica tra l’ottava con musica celebre volgare a 4 voci, e sinfonia, e da 3 nobili si recitò l’oratione, poema et altra piccola oratione in greco, con l’assistenza di 7 cardenali cioè Acciaioli, Bonsi, Ovard [Howard], Santa Susanna, Ciceri, d’Adda e Ginneti e molti prelati16. Avvisi di Roma al cardinale Marescotti, 25 agosto 1691 : Nel Collegio Clementino domenica mattina si celebrò da quei nobili convittori la festa dell’Assunta trasportata nella domenica tra l’ottava con musica, e da 3 nobili si recitò un oratione, e poema in lingua greca con l’intervento di sette cardinali, e 18 prelati, e molta nobiltà17. Diario Cartari, 19 agosto 1691 : Actus solemnis in Clementino. Domenica 19 di agosto dalle hore tredici sino alle quindici e due quarti mi trattenni in collegio nella sala del quale si solennizzò (conforme gli altri anni) la festa della Ss. Vergine Assunta con vaghissima sinfonia per tre volte di dodici tra violini e violoni, con cimbalo e tromba di concerto, e con belle musiche a diverse voci. Il primo recitamento in prosa latina in catedra fu detto da Girolamo Vicentini mio pronipote. Il secondo fu in versi, che apparì assai spiritoso. Il terzo, 16 I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 46v. Roma, Biblioteca Nazionale, Avvisi Marescotti, 788, fol. 281, pubblicato da C. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit., p. 99, nº 117. 17 126 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO un convittore assai giovinetto di famiglia Roma, milanese, in greco, e con questo senz’altra sinfonia o musica terminò la solennità. Intervennero sette cardinali, benché le sedie fussero preparate per sedici, e furono Acciaioli, Bensi, Houard, Ciceri, Barbarico, Adda e Ginetti. Sette prelati e d’avvocati concistoriali io solo18. Dal confronto si capisce che Cartari era il più competente riguardo la musica, mentre l’autore dell’avviso al cardinale Marescotti fa una sintesi piuttosto breve, adeguandosi allo stile degli avvisi, trascurando i particolari tecnici riportati da Cartari. D’altro canto, Bolognetti non è tanto preciso quanto Cartari ma, a sua volta, è più attento ai dettagli tecnici : la differenza che fa tra musica a quattro voci e sinfonia corrisponde alla differenza tra musica vocale e strumentale, più dettagliatamente descritta da Cartari. Esempi analoghi possono essere fatti anche in altri generi, come l’opera e la serenata19. Un’ultima considerazione metodologica. Come sottolineato da Annibaldi, il significato di ogni documento deriva del « contesto antropologico d’appartenenza » e quindi « l’immagine più attendibile di questo sta nella totalità della documentazione disponibile »20. Il Diario Bolognetti descrive gli eventi quotidiani della città, tra i quali la musica ha un interesse in quanto tale, ma è parte della società romana, descritta anche in altre occasioni quali le udienze papali, le uscite del pontefice, i fatti degli ambasciatori stranieri, le celebrazioni dei cardinali, o gli avvenimenti curiosi e scabrosi21. Molte volte, come succede nel caso delle opere, i riferimenti non hanno a che vedere con un interesse puramente musicale, ma con uno scandalo o con un fatto straordinario. Le tipologie di percorsi di ricerca che potranno scaturire da queste fonti sono varie : 18 I-Ras, Fondo Cartari-Febei, b. 104, fol. 200v, pubblicato da A. Morelli, La musica a Roma... cit., p. 136, n. 83. 19 Per la serenata La nemica d’amore fatta amante di Stampiglia-Bononcini, eseguita il 10 agosto 1693, si vedano gli Avvisi di Roma citati da L. Lindgren, A bibliographic scrutiny of dramatic works set by Giovanni and his brother Antonio Maria Bononcini, PhD, Harvard University, 1972, p. 36 ; gli Avvisi Marescotti riportati in G. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit., p. 109-110 ; il Diario di Nipho, p. 139 e I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 457v. Per l’opera si veda il caso de Il Seleuco di Morselli-Pollarolo, rappresentato il 3 gennaio 1693 : I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 314v (G. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit., p. 109). 20 C. Annibaldi, La musica e il mondo. Mecenatismo e committenza musicale in Italia tra Quattro e Settecento, Bologna, 1993, p. 23. 21 Si vedano le storie di assassini e cornuti tra fol. 474v e 476 del vol. 77, o la storia della monaca che bruciò il cadavere di un’altra monaca appena morta per scappare così dal monastero con il suo amante facendo credere gli altri che era morta tra le fiamme (I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 275). LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 127 1) Identificazione di oratori Il primo caso ancora aperto è rappresentato da quello attribuito a Stradella, Il miracolo di Sant’Antonio, eseguito a Palazzo Maidalchini il 29 marzo 1692 : esso non risulta nei cataloghi stradelliani22. Un secondo esempio è Maria Assunta in cielo, attribuito a Francesco Gasparini, eseguito il 18 agosto 1697 al Collegio Clementino, il cui titolo non compare nei repertori23. 2) Identificazione di opere È certamente una novità la notizia del 6 febbraio 1697, che dà conto del fiasco di un’opera per marionette, Ambage [recte : Amage] regina de’ Sarmati, attribuendone la musica ad Alessandro Scarlatti.24 L’informazione è particolarmente curiosa, perché tale titolo non risulta nel catalogo operistico di Scarlatti e non è presente in analoghe fonti diaristiche25. 3) Biografie di compositori La notizia più importante, senza dubbio, è quella del marzo 1695, che segnala la presenza di Alessandro Scarlatti e Giovanni Bononcini a Roma, il primo « per passare in Spagna Maestro di Cappella di Sua Maestà Cattolica », il secondo « passerà in Napoli maestro di Cappella di quel signor Viceré » (doc. 105). In realtà né Scarlatti né Bononcini ebbero mai questi incarichi, ma il fatto che tali notizie siano state scritte significa perlomeno che la voce di questo ingaggio circolasse a Roma. Questo ipotetico incarico potrebbe essere collegato al fatto che Luca Giodano, il più grande pittore napoletano del tempo, nel 1692 fu inviato da Santisteban alla corte di Carlo II. Tracce di questa ipotesi potrebbero quindi forse emergere dalla ricognizione di altri fondi archivistici napo- 22 I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 145r. L’unico libretto conosciuto su questo argomento è Il primo miracolo di Sant’Antonio, e fu pubblicato a Modena nel 1687 con musica di Pier Simone Agostini. 23 I-Rasv, FB, vol. 80, fol. 182. 24 Ivi, fol. 29v. 25 Non è presente in G. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit. e neanche in S. Franchi, Drammaturgia romana. Repertorio bibliografico cronologico dei testi drammatici pubblicati a Roma e nel Lazio. Secolo XVII, Roma, 1988. Un’opera omonima fu eseguita per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia nel 1694 con libretto di Giulio Cesare Corradi. Lo stesso titolo fu eseguito l’anno dopo a Spoleto, con musica di Carlo Francesco Pollarolo, per poi essere replicato a Brescia nel 1696 e a Pesaro nel 1698 (cfr. C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Cuneo, 1990-94, I, p. 103). 128 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO letani e spagnoli non ancora indagati. Un caso analogo, sul fronte delle novità biografiche, è l’annotazione nella quale Francesco Gasparini è definito « maestro di cappella del gran prencipe di Toscana » (doc. 126). Non abbiamo trovato cenno di tale incarico nella bibliografia relativa al compositore toscano, ma certamente si tratta di una notizia che merita una rilettura delle altre sue fonti biografiche, magari anche per essere smentita. Un’altra informazione finora sconosciuta è la trattativa condotta nel 1700 tra la corte polacca e il Segretario di Stato per avere al proprio servizio Alessandro Melani (doc. 199), così come la vicenda che portò Pasquini ad un passo dal licenziamento da parte del principe Giovanni Battista Borghese (doc. 33). Non mancano novità anche su compositori « forestieri » del calibro dei fratelli Bononcini e Giovanni Paolo Colonna, oltre ad informazioni sulla più scontata attività di maestri di cappella attivi stabilmente a Roma, tra i quali Giuseppe Ottavio Pitoni, Francesco Foggia, Alessandro Melani, Pietro Franchi. 4) Biografie di cantanti e strumentisti Roma si conferma ancora una volta un crocevia nel quale s’incontrano e gareggiano canterine ed evirati, contesi dalle più importanti casate nobiliari e cardinalizie, e arrivano anche a sfidarsi a duello « per la precedenza di dire un mottetto » (doc. 27), o ad azioni di boicottaggio, come l’episodio che vede protagonisti il soprano Giovannino di Savoia e i cantori pontifici (doc. 35). La gara, da parte degli uomini di potere, per assicurarsi i migliori virtuosi sulla piazza, è un altro motivo ricorrente, come accade tra il soprano Giovannino di Savoia, al servizio del Principe di Savoia, e « Matteuccio » (Matteo Sassano), il celebre castrato che il viceré di Napoli, Conte Santisteban, aveva « imprestato » all’allora ambasciatore spagnolo a Roma, il duca di Medinaceli (doc. 52)26. I cantanti si confrontavano tra loro in esecuzioni ravvicinate : è il caso della festa della Madonna del Carmine del 1696, patrocinata dalla famiglia Colonna, quando Salvatore Mellini e il Cortona, rispettivamente al servizio dell’imperatore e del Duca di Mantova, si esibiscono cantando un mottetto ciascuno (doc. 140). Talvolta sono segnalati anche arrivi e partenze dei cantanti verso altre piazze, come nel caso di due cantori pontifici, che nel 1693 vanno a Napoli « a far sentire a quei principi la loro virtù » (doc. 57). Tali 26 J. M. Domínguez, Mecenazgo musical del IX duque de Medinaceli : RomaNápoles-Madrid, 1687-1710, tesi di dottorato, Universidad Complutense de Madrid, 2010, vol. I, p. 84. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 129 fonti contribuiscono quindi ad arricchire la mappa degli spostamenti continui dei cantanti, sempre alla caccia delle piazze più remunerative. Sullo stesso fronte vanno segnalate molte notizie, finora inedite, sulla presenza, la partenza e l’arrivo di famosi cantanti « forestieri », tra i quali Giovanni Francesco Grossi (alias Siface), il citato Matteuccio, Cortona e anche, in alcuni casi, sui loro strabilianti ingaggi, se confrontati a quelli molto più modesti dei loro colleghi attivi nelle varie istituzioni musicali romane. Siface è segnalato a Roma « per porre un zampetto sul palco del bel rinuovato teatro di Pompeo Capranica, et alla bella prima s’intende habbi richiesto 1500 scudi, e che di già ne gli siano stati offerti mille » (doc. 113), per poi ripartire verso Milano pochi mesi dopo (doc. 116). Il soprano Giovannino di Savoia lascia Roma nel febbraio del 1693 : « con la sua bella voce si è portato via i cuori di tutti li virtuosi di Roma, e lo che più importa, 1200 scudi » (doc. 53). Il suo collega Matteuccio, dopo essersi esibito in varie occasioni, è segnalato in partenza per Vienna per prendere servizio presso l’imperatore il 30 aprile 1695 (doc. 106). Il soprano Pasqualino Tiepoli, ammesso nella Cappella Pontificia il 19 marzo 1690, definito in un documento il « famoso soprano Pasqualini venetiano », protetto da Ottoboni, avrebbe dovuto cantare al teatro Capranica nella stagione del 1692 con un onorario di cinquecento scudi, ma il porporato veneziano lo consigliò di non accettare, perché così sarebbe stato espulso dalla Cappella Pontificia, e per convincerlo gli offrì la stessa cifra (doc. 15)27. Grazie alla dettagliata informazione fornita dal Diario si possono ricostruire facilmente gli eventi a cui hanno partecipato diversi cantanti della Roma di fine Seicento, confermando così l’alto grado della loro mobilità tra i diversi tipi di musica. Si veda il caso del contralto della Cappella Pontificia, Silvio (probabilmente Garghetti, assunto come tenore il 23 ottobre 1689 e attivo anche nella corte di Ottoboni28). Secondo il Diario cantò in sette oratori tra il 1692 e il 1696 (vedi Tabella 1), nella serenata del 5 agosto 1693, ne L’Applauso musicale a quattro voci nell’azione collegiale con musica al Collegio Clementino il 23 agosto 1693 (doc. 65), nell’opera per burattini Santa Rosalia alla Cancelleria il 15 gennaio 1696 (vedi Tabella 2). Un altro esempio di mobilità dei cantanti lo troviamo nella grande Messa a cinque cori, eseguita il 18 gennaio 27 A. Adami, Osservazioni per ben regolare il coro de i cantori della Cappella Pontificia, ed. G. Rostirolla, Lucca, 1988, p. 213. Pasqualini aveva cantato in due opere su libretto di Ottoboni : La Statira (1690) e Colombo (1691). 28 Ibid., p. 212 ; H. J. Marx, Die Musik am Hofe Pietro Kardinal Ottoboni, in Analecta Musicologica, 5, 1968, p. 176. 130 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO 1696, nella quale « mescolatamente nel primo coro vi cantarono tutti li musici forastieri destinati per il teatro di Capranica » (doc. 126), per arrivare al caso più estremo, quando l’arcivescovo Caccia scomunicò un sacerdote che recitava in un’opera : le repliche furono sospese fino a quando un sostituto non avesse imparato la parte (doc. 158). Per quanto riguarda gli strumentisti, troviamo impegnati al clavicembalo in esecuzioni oratoriali Bernardo Pasquini, Bernardo Gaffi, Bononcini (probabilmente Giovanni)29, mentre il violinista Pietro Paolo « genovese » fu applaudito nella festa di Santa Cecilia del 1693, organizzata dalla Congregazione dei musici a San Carlo ai Catinari : in quell’occasione sappiamo che egli era stato assunto nei ruoli della famiglia dell’ambasciatore spagnolo come « cameriere » (doc. 73)30. Il « Caetano arciliuto » che suona con Corelli e Bononcini nella stagione oratoriale al Crocefisso nel 1696 potrebbe essere Gaetano Cailò31. Gli oratori, la musica sacra e la musica « d’occasione » I Diari danno notizia sistematica delle stagioni oratoriali promosse dall’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso, nella chiesa di San Marcello, tra il 1692 e il 1696. L’elenco di tutti gli oratori citati è riportato nella Tabella 1, dove sono indicati il titolo, il nome del compositore e del librettista (quando conosciuti), il luogo, la data, gli eventuali interpreti e il riferimento archivistico. La lista, pur coincidendo in linea generale con i repertori, non è priva di sorprese. Le prime, già menzionate, riguardano il presunto oratorio di Stradella Il miracolo di Sant’Antonio e Maria Assunta in cielo di Gasparini. Sul fronte delle attribuzioni, vale la pena menzionare la notizia dell’esecuzione di Giuditta il 21 marzo 1694 al Palazzo della Cancelleria. Il Diario non fornisce il nome del compositore (Alessandro Scarlatti) ma solo quello del librettista (Pietro Ottoboni) : la notizia, incrociata con i documenti pubbli- 29 Nei documenti non si nomina mai esplicitamente il fratello Antonio Maria, ma sempre Giovanni. Antonio Maria fu un apprezzato violinista : cfr. G. Rostirolla, La professione di strumentista e cantante a Roma nel Sei e Settecento, in Studi musicali, 23, 1994, p. 114n. 30 Questo musicista dovrebbe coincidere con il « Genovese di [ambasciatore di] Spagna attivo tra il 1694 e il 1695 nella corte Ottoboni », segnalato in H. J. Marx, Die Musik... cit., p. 169. 31 Quest’identificazione è data dalla consultazione del data base on line Philidor, del Centre de Musique Baroque de Versailles http://philidor.cmbv.fr/ catalogue/intro-bio, consultato il 18-11-2011. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 131 cati da Marx, conferma la paternità scarlattiana32. Al contrario, nel caso del Samson vindicatus del 1695 è smentita l’attribuzione scarlattiana ed è invece attribuito a Carlo Cesarini33. Significativo è poi l’uso dell’aggettivo « antico » per il San Giovani Battista di Stradella in un’esecuzione del 1692 guidata da Corelli (doc. 23). La notizia sulla Santissima Annunziata, eseguita alla Cancelleria nel 1700, non chiarisce la paternità del compositore. I cataloghi scarlattiani ed anche quelli del New Grove e della MGG lo attribuiscono a Scarlatti, ma in realtà l’autore fu il romano Giovanni Lorenzo Lulier, musicista attivo nella corte ottoboniana. Tale attribuzione è contenuta in un documento segnalato per la prima volta da Gloria Staffieri e poi pubblicato da Saverio Franchi34. La paternità di Lulier, perlomeno della seconda parte di questa versione, sembra confermata da un documento della fine di marzo del 1700 rintracciato e pubblicato da Teresa Chirico in un suo recente studio sulla corte di Ottoboni35. Nel 1691 troviamo varie notizie di esecuzioni musicali per festeggiare le vittorie militari, come quella contro i turchi, nelle quali la comunità spagnola e quella asburgica facevano a gara per le « dimostrazioni d’allegrezza ». Nello stesso anno, sappiamo che in occasione della Madonna della Vittoria, una festa che ricordava il successo contro i turchi nella battaglia di Lepanto nel 1571, furono eseguiti brani di Alessandro Melani e Corelli, sebbene alcuni importanti ascoltatori pensassero più a « dameggiare » alcune nobildonne (doc. 12). I documenti testimoniano anche esecuzioni musicali organizzate in occasione di lauree, come quelle sostenute 32 I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 39v. Nella contabilità di Ottoboni c’è una nota del 7 marzo 1694 di « aggiunte nello Oratorio della Giuditta di Scarlatti » (H. J. Marx. Die Musik... cit., p. 140-141). L’oratorio fu replicato anche nel 1695 al Seminario Romano (cfr. I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 248v). L’esecuzione del 21 marzo 1694 conferma l’indicazione di Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, Bärenreiter, 2005, vol. 14, col. 1079. 33 I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 264r. L’attribuzione a Scarlatti è in G. Rostirolla, Catalogo generale delle opere di Alessandro Scarlatti, in R. Pagano, Alessandro Scarlatti, Torino, 1972, p. 501, e nel catalogo scarlattiano in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, London, 2001, vol. 21, p. 389. 34 I-Rli, 35.A.12, fol. 32v, segnalato in G. Staffieri, Colligite fragmenta... cit., p. 143 e pubblicato in S. Franchi (ed.), Percorsi dell’oratorio romano. Da « Historia sacra » a melodramma spirituale. Atti della giornata di studi (Viterbo 11 settembre 1999), Roma, 2002, p. 290. 35 T. Chirico, L’inedita serenata alla regina Maria Casimira di Polonia : Pietro Ottoboni committente di cantate e serenate (1689-1708), in N. Maccavino (ed.), La Serenata tra Seicento e Settecento : musica, poesia, scenotecnica. Atti del convegno internazionale di studi (Reggio Calabria, 16-17 maggio 2003), Reggio Calabria, 2007, I, p. 428. 132 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO da due alunni del Collegio Germanico a Sant’Ignazio nel 1695, la prima « con musica scelta di 40 voci, battuta dal celebre maestro Pitone, con 50 stromenti di sinfonia guidata dal primo violino del mondo, e del terrestre paradiso, mentre è un arcangelo », e la seconda « accompagnata con musica celebre di Gioseppe Ottavio Pitone con 24 buone voci, e sopra 40 stromenti guidati dal Bolognese » (doc. 118 e 119). Solenni esecuzioni musicali accompagnavano anche funerali di nobili e di musicisti : nel primo caso quello avvenuto il 15 settembre 1695 a San Lorenzo in Lucina, per Eleonora Buoncompagni, moglie di Giovanni Battista Borghese, con la direzione di Alessandro Melani (doc. 120) ; il secondo, quando il 7 aprile 1696 a San Carlo ai Catinari ci furono quelli di Giovanni Paolo Colonna, con la musica diretta dal suo allievo Giovanni Bononcini (doc. 136). Sono registrate poi vere e proprie bizze di cantanti, come quella del soprano Battistino, che avendo ricevuto la sua parte di un mottetto scritta un tono sotto, la strappò in faccia al maestro di cappella, e questo provocò il suo licenziamento da parte del cardinale Ottoboni (doc. 148), il quale, durante la villeggiatura ad Albano portava con sé molti musicisti, tra i quali Corelli e Pitoni, per farli esibire nella locale abbazia di San Paolo (doc. 191). Nuove e importanti notizie riguardano le esecuzioni sovvenzionate dall’abate Carlo Colonna (che fu nominato cardinale nel 1706 da Clemente XI) in occasione della festa della Madonna del Carmine, il 16 luglio, nella chiesa di Santa Maria in Montesanto. Questa festa fino ad oggi era nota ai musicologi per la partecipazione di Alessandro Scarlatti nel 1703 e di Händel nel 1708. Queste nuove fonti testimoniano che già a partire dall’ultimo decennio del Seicento per tale occasione erano chiamati i musicisti più acclamati. Nel 1692 vi partecipò Corelli insieme a tre cantanti « forestieri », Valentino e Ballarino di Mantova e Giovannino di Savoia (doc. 31) ; nel 1694 fu diretta da Giovanni Paolo Colonna (doc. 86), mentre nel 1695 il protagonista fu il celebre cantante Giovanni Francesco Grossi, alias Siface. L’anno successivo gareggiarono nell’esecuzione di due mottetti due celebrati cantanti « forestieri », il contralto senese Salvatore Mellini, al servizio della corte imperiale di Vienna, e il soprano Domenico Cortona, al servizio del duca di Mantova (doc. 140)36. Nel 1697 per la stessa occasione troviamo addirittura insieme tre grandi nomi : i due fratelli Giovanni e Antonio Maria Bononcini a dirigere e Corelli a 36 Mellini fu al servizio della corte viennese almeno fino al 1717, come risulta dal libretto della cantata encomiastica Applauso festivo di Francesco Gasparini (C. Sartori, I libretti italiani... cit., n. 2313). LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 133 suonare, e in questo caso sappiamo anche che Colonna spese ben duecento scudi (doc. 175)37. Numerosi sono i musicisti impegnati nella direzione di musica sacra : Giuseppe Ottavio Pitoni dirige per la festa di San Marco, il 25 aprile, nell’omonima Chiesa di Piazza Venezia (doc. 25). Le importanti feste liturgiche, come quelle della dedicazione di una chiesa, potevano prevedere la presenza della Cappella Pontificia, che talvolta cantava « alla gregoriana » (doc. 40), di sontuosi apparati sonori policorali, con la presenza di rinomati cantori virtuosi, ma anche di esecuzioni con il solo accompagnamento dell’organo, come accade alla Chiesa Nuova, per la festa di San Filippo Neri (doc. 83). Un caso a parte è rappresentato da alcuni documenti relativi ad un concorso per entrare a far parte della Cappella Pontificia che descrivono i contrasti tra i cardinali Maidalchini (che era il protettore della Cappella) e Albani. La prova non dà alcun esito e il Papa decide di non far eleggere nessuno dei candidati (doc. 89, 91, 92, 95). Particolarmente interessante è la descrizione del doc. 104, dal quale sappiamo che in occasione dell’esposizione del Santissimo a San Lorenzo in Damaso l’intera orazione papale era accompagnata dall’« armoniosa sinfonia » di Corelli. Una messa particolarmente solenne, con la partecipazione di cinque cori, e con un’orchestra formata da quarantaquattro strumenti ad arco, due arciliuti e due trombe, composta a più mani da « Manzi » e Francesco Gasparini, fu eseguita il 18 gennaio nella chiesa degli Orfanelli alla presenza di una folla inverosimile : « L’udienza fu così numerosa, che non vi era ove potere gettare un grano di miglio, e chi scrive ancora se ne sente con un fisso dolore di cosce, obligato per la calca a stare storto » (doc. 126)38. La musica profana : cantate e accademie, serenate e opere Forse non è un caso che il Diario inizia nell’anno 1691, dopo la scomparsa di Alessandro VIII e la riapertura di costumi che il suo 37 Segnaliamo che la Biblioteca Apostolica Vaticana possiede un Fondo Colonna, relativo alle « Giustificazioni », non ancora catalogato, dal quale potrebbero emergere nuovi dati interessanti su queste esecuzioni. Al nome del cardinale Carlo Colonna è collegata la nota partecipazione di Händel alla festa della Madonna del Carmine del 1708, durante la quale probabilmente Alessandro Scarlatti suonava l’organo del secondo coro : cfr. H. J. Marx, Händels lateinische Kirchenmusik und ihr gattungsgeschichtlicher Kontext, Göttinger Händel-Beiträge, 5, 1993, p. 131. 38 L’identificazione di questo autore non è sicura : potrebbe trattarsi di Luigi Mancia, attivo a Roma in quel periodo come autore delle opere Il Giustino e Flavio Cuniberto (Tabella 2). 134 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO pontificato aveva significato. Questa circostanza viene notata dal diarista, che malgrado l’elezione di Innocenzo XII Pignatelli, nel carnevale dell’anno successivo sottolinea come « quando Roma titubava dover provar mestizia in tempo di carnevale sotto il glorioso e santo governo di un pontefice per li nostri peccati non meritato di tanta rettitudine e bontà, vive e prova contenti esposti in abbondanza con tutta modestia, poiché vi sono due teatri con opere duplicate in musica con pagamento » e prosegue l’elenco di tutti gli altri luoghi della città dove si rappresentarono opere in musica e commedie il suddetto anno (doc. 18). Le notizie sulle conversazioni musicali con i dettagli dei cantanti e dei committenti che parteciparono sono abbondanti. Si veda, ad esempio, la « conversatione musicale » offerta dal duca di Medinaceli alla principessa di Vaudémont nella quale partecipò il contralto Silvio (Garghetti) e la famosa Giorgina con l’accompagnamento di Corelli, il 7 ottobre 1693 (doc. 68). Sono parimenti frequenti le notizie sulle serenate eseguite a Roma, concentrate soprattutto nei mesi estivi, tra luglio e settembre39. Ancora una volta l’informazione più preziosa è quella che riguarda gli interpreti : si veda, ad esempio, la descrizione della serenata fatta a piazza di Spagna il 5 agosto 1692, dal titolo sconosciuto, ma di cui abbiamo i nomi dei cantanti grazie al nostro diarista (doc. 34). Anche se per lo più queste esecuzioni si possono rintracciare grazie ai libretti pubblicati, il Diario Bolognetti documenta delle occasioni in cui probabilmente non furono pubblicati libretti, come quella fatta nel cortile dei Rospigliosi a Montecavallo il 13 agosto 1692 (Tabella 3). La descrizione dell’organico strumentale è talvolta molto precisa, come succede con una serenata di Gasparini fatta vicino alla fontanella dei Caetani il 24 giugno 1693 con l’intervento di due voci, quattro violini, violone, cembalo, arciliuto e tromba40. L’opera è l’evento musicale, insieme alla vita teatrale romana, che attira maggiore attenzione nel Diario Bolognetti. Ancora una volta il diarista fornisce dettagli sui cantanti e suonatori : ad esempio, dell’opera Il Seleuco si dice il 4 gennaio 1693 che i cantanti « sono di consideratione », sottolineando i nomi di Pistocchino, Ballarino 39 Sulla serenata a Roma si vedano gli articoli di N. Maccavino (ed.), La Serenata tra Seicento e Settecento... cit. 40 « La sera sulle due della notte fu fatta una serenata a due voci con 4 violini, violone, cimbalo, arcileuto e tromba, compositione del maestro Gasparini e perche fu fatta vicino la fontanella de’ signori Caetani all’incontro del fornaco decinante, non si sa se fosse fatta per la bella fornarina o pure per il signor Ballarino celebre cantante che sta ivi vicino, o pure per tutti e due : Gasparini lo sa » (I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 423r). LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 135 e Finalino di cui si aggiunge che « pure sono celebri » (doc. 45). Il Diario narra anche le dispute degli ambasciatori intorno ai palchetti : il ritardo nell’apertura del Capranica nel carnevale 1693 fu dovuto alla lite tra il cardinale Forbin-Janson e l’ambasciatore dell’imperatore (doc. 15 e 16), ancora ci furono « aggiustabili differenze » tra l’ambasciatore spagnolo e l’austriaco nel carnevale 169641. Inoltre, si accenna spesso ai problemi degli impresari con i mecenati. Il diarista spiega il fallimento nel gennaio 1695 dell’opera Il Giustino nel Tor di Nona : i protettori del teatro scelsero questo titolo invece di un altro che gli impresari avevano visto a giugno e che forse avrebbe avuto più successo, ma che non andò in scena perché il librettista preferito dagli impresari non aveva « un principe in Roma protettore che porti e raccomandi le sue deboli fatiche » (doc. 99). Luca DELLA LIBERA José María DOMÍNGUEZ APPENDICE A - DOCUMENTI Le abbreviazioni sono state sciolte e poste in corsivo. Sono state normalizzate le maiuscole e le minuscole, i segni d’interpunzione così come l’uso arcaico degli accenti (ad es. « fù », « à », ecc.) e sciolte le altre abbreviazioni (ad es. « 4.o » in « quarto », ecc.). Per ciascun documento è stata indicata la nuova numerazione, che si trova nell’angolo basso di ciascuna carta. 1691 r Doc. 1 fol. 17 [31 maggio] Si fa processo contro li due musici de l’eminentissimo Ottobono, et il signor cardinale Maidalchino, come protettore de le armonie mondane, vuole fuori di Cappella li suddetti due soprannumerarii, Pasqualino, e Bolsena, e gli altri juxta genus suum. Doc. 2 fol. 29v-30r [5 luglio] Giovedì mattina si seppe improvisamente morto il celebre cantante di voce soprana in Cappella Marc’Antonio Pasqualino alias Malagigi, antico et affettionato servitore della casa Barberina sin dal tempo di Urbano ottavo, d’anni 72 et ha lasciato un valsente di più di 60 mila scudi ereditati ab intestato da un suo povero, malvisto e strapazzato fratello. Doc. 3 fol. 49v [19 agosto] Due belle nuove hanno recato le ultime lettere di Napoli [...] la seconda che sia stato impiccato il famoso musico del serenissimo di Mantova, detto il Ballarino, il quale havendo fatto una fede 41 I-Rasv, FB, vol. 79, fol. 12v. 136 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO falsa simile a quella, che se fanno per la sanità, lo havessero piccato in una conversatione, da la quale uscendo fu fatto prigione, e convinto in 24 ore, fu mandato a ballare su la corda […]. Con il suddetto Francesco Ballarino celebre cantante (che volle pagare 4 mila ducati per non essere impiccato, ma decapitato) fu impiccato in compagnia anche il servitore. Doc. 4 [9 settembre] fol. 55 Domenica da li fratelli della compagnia del nome di Maria nella chiesa di Santo Stefano del Cacco fu fatta la nobile e pomposa festa della nattività della gran Madre di Dio : vi fu musica scelta, e nel fine della messa grande fu cantato il Te Deum a coro pieno. Vi furono ad orare prima il signor ambasciatore dell’imperatore e poi il signor cardinale de’ Medici e nel coretto sopra quello degli musici vi stiete il signor cardinal Bonsi a sentire la musica fin che cantò il soprano di Savoia, e per essere tardi non volle assistere al Te Deum non cantato per la famosa vittoria contro turchi. Doc. 5 fol. 59v [17 settembre] Le gare tra spagnoli e tedeschi sono state bellissime nelle dimostrazioni d’allegrezza per la scritta vittoria, e se fu bella la festa fatta da’ cardenali tedeschi lunedì sera nella chiesa dell’Appollinare, non è stata di minor grandezza l’altra fatta da signori spagnoli nella loro chiesa di San Giacomo a tre cori. [Fu] cantato il vespro et il Te Deum con armonie di voci e di suoni concordi e celebri, nobilitata la festa dalla divotione dell’espositione del venerabile per 4 ore continue, con l’assistenza del signor cardinale don Gioseppe d’Aguirre, con lo sparo di mortaletti in piazza d’Agona, fuochi e luminari ad ambi le porte. Doc. 6 fol. 59v [18 settembre] Il giorno poi li nobili convittori tedeschi nel Collegio da l’Apollinare vollero a parte dimostrare i loro segni d’allegrezza per la scritta imperial vittoria fu cantato un vespero solenne da primi musici di Roma, cori pieni d’istromenti, trombe, e timpani. E nel fine fu intuonato il Te Deum. Doc. 7 fol. 59r [18 settembre] Una di queste sere avendo risaputo il papa che il signor contestabile voleva fare una serenata vicino il monastero delle monache di San Silvestro in Capite, si fece venire il barigello, glielo disse e gli ordinò che vi stesse avvertito e che facendosi, prendesse tutti in prigione, anche se vi fosse stato un cardinale. Volle il barigello usare un atto di convenienza, fece sapere con destrezza l’ordine avuto, et il signor contestabile non fece fare la serenata. Passò la sera destinata et il buon vecchio [= il papa], chiamato il barigello, le domandò se si era fatta la serenata. Rispose : « Beatissimo Padre, no ! ». Allora il benedetto, e sagace pontefice disse : « stabbiamo inteso ! ». Doc. 8 fol. 67v [7 ottobre] Vi sono lettere di Genova de li 29 settembre, che dicono, essersi veduto Francesco Ballarino musico in Piacenza, dunque non fu impiccato in Napoli, come si scrisse a li 19 di agosto. Doc. 9 fol. 68r [8 ottobre] Giovannino il celebre soprano di madama di Savoia, destinato per il teatro di San Giovanni Grisostomo Grimano di Venetia, partì di qua con il procaccio di Firenze, per portarsi subito a Venezia. Doc. 10 fol. 72v [20 ottobre] Se si havesse da eleggere il capo a gl’epicurei de la villa di Frascati con il voto de li musici e de le puttane, toccar ebbe LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 137 la sorte a Pietruccio Ottobono, per quanto riferiscono i suoi lacchè, che giornalmente vengono di colà. Doc. 11 fol. 72v-73r [21 ottobre] Domenica sera terminarono le feste nella chiesa di Sant’Agostino per l’ottavario di San Giovanni di San Facondo […] et a le due de la notte sopra un palco avanti la chiesa fu cantato un recitativo in musica, accompagnato da varii strumenti in lode del santo, che servì per fine e corona di sì nobil festa. Doc. 12 fol. 80v [11 novembre] Domenica a li 11 furono due feste, San Martino vescovo, e l’anniversario della Madonna della Vittoria, in ambedue vi fu poco concorso a cagione del tempo humido. Et essendo in quella della Vittoria meglior musica, con tutto il mal tempo vi fu alla messa il signore ambasciatore dell’imperatore, li due principi Pii, e don Emilio Altieri. Et il dopo desinare vi furono li signori contestabile Colonna, e principe di Pallestrina, che attesero più a dameggiare le tre ninfe poco vezzose cioè, la Capizucchi, la Rondenini [Rondanini], e la della Bufalina, che a sentire la melodia del Melani, e le sinfonie dell’Arcangelo Bolognese. Et il prete Luigi Omani faceva da introduttore di dame, e mastro di cerimonie de’ cavalieri. Doc. 13 fol. 92r [7 dicembre] Oltre il teatro di Tor di Nona appaltato dal signor Marcello sudetto con recognitione di mille scudi al signor marchese d’Aribert, dovevasi recitare anche nel teatro di Capranica altre due opere in musica, e l’Alibert unito al Rosis hanno ottenuto il divieto a le recite di Capranica, e di più hanno ancora ottenuto da monsignor governatore di fare affiggere un bando sopra il pagamento de palchetti, da pagarsi il fitto a tutto il dì de l’Epifania, altrimenti si daranno ad altri, almeno per metà. E tutto ciò dicesi fatto perché ancora il signor marchese di Cocogliudo deve pagare il palchetto suo noleggiato due anni sono ; si vede però che perciò vi possa nascere qualche garbuglio e che il comico non divenga tragico. Doc. 14 fol. 93 [13 dicembre] L’altra cagione perché non si reciteranno le due opere in musica nel teatro di Capranica è perché finiti di distribuirsi li palchetti, ne pretendeva uno il signor ambasciatore dell’imperatore, un altro quello di Spagna et un altro il signor cardinale de Furbin. Rappresentata da monsignor governatore a Sua Santità la pretensione, e veduto poteano nascere de li disturbi, dalla prudenza pontificia nacque il divieto. Doc. 15 fol. 99v [31 dicembre] Finalmente aggiustatasi le pretenzioni de li palchetti per il signor ambasciatore de l’imperatore e per il signor cardinale di Furbin, Nostro Signore ha dato licenza, che nel teatro di Capranica si reciti l’opera in musica, che sarà in ordine per li 10 di gennaio e nel teatro di Tor di Nona sono all’ordine per la sera doppo l’Epifania e dovendovi recitare il famoso soprano Pasqualini venetiano con premio di 500 scudi, il signor cardinale Ottobono suo protettore lo ha esortato con buone ragioni a non recitarvi, per non perdere il luogo in Cappella, che è perpetuo, benché oggi soprannumerario, e per non farle perdere il premio promessoli dal signor Marcello de Rosis di 500 scudi, il signor cardinale Ottobono [con] tutta generosità le ha dato egli una cedola di simil somma. 138 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO 1692 r Doc. 16 fol. 109 [18 gennaio] L’opera musicale di Tor di Nona intitolata Il ratto delle Sabine, che si recitò la prima volta sabbato sera, non riesce conforme a l’aspettativa, tanto che la prima sera furono regalati li musici con mele fradice, e merangoli, non di Portogalli né hanno mai fatto più di 150 bolettini. Doc. 17 fol. 109v [19 gennaio] Sabbato sera fu fatta per la prima volta l’operina drammatica nel teatro di Capranica, intitolata la Rosaura, poesia del signore abbate Licini [recte : Lucini], rappresentata più volte due anni sono nel teatrino sacro della Cancelleria in Santi Lorenzo e Damaso, quale riuscì molto ben recitata, piacque per la brevità, e per la musica esquisita, benché l’opera sia senza intreccio. Doc. 18 fol. 116v-117r [5 febbraio] Martedì sera cominciò a rappresentarsi per la prima volta la seconda opera musicale nel teatro Tor di Nona, intitolata Il Mauritio, fattasi già in Venezia nel famoso teatro de Grimani di San Giovanni Grisostomo nel 1687. Quando Roma titubava dover provar mestitia in tempo di carnevale sotto il glorioso, e santo governo di un pontefice per li nostri peccati non meritato di tanta rettitudine, e bontà, vive, e prova contenti, esposti in abbondanza con tutta modestia, poiché vi sono due teatri aperti con opere dupplicate in musica con pagamento. In casa de signori duca, e duchessa di Zagarolo si rappresentano due opere sceniche in musica con due donne, e vi si entra a vederle gratis con cortesia de bolettini. In casa del signor duca di Bracciano vi sono comedie impa[ga]te belle, in casa del principe Savelli altra comedia in musica ; in casa de signori Mandosi d’Amelia comedia in musica ; in casa del nipote del signor Antonio Tauri comedia burlesca ; nel Collegio Clementino, nel Seminario Romano, e nel Collegio Nazareno de le scole Pie, due comedie per ciascun luogo, una in musica, et una rappresentata da convittori ; nella Pallacorda di Firenze vi sono gl’istrioni, detti gl’uniti ; nel palazzo nuovo di Ludovisio a Piazza Colonna vi è la compagnia de’ rappreziati. A gl’otto Cantoni vi è un’altra compagnia, ove con mezzo grosso si vede comedia, ballo, e battimenti. Vi è una compagnia de’ ballarini su la corda nel cortile de signor Maculani. Vi sono ancora 4 piccioli teatri de burrattini, uno al Vicolo del Paone [recte : Parione] uno a Tor Sanguigna, uno sotto il palazzo degli signori Maculani e l’altro vicino al Macel de’ Corvis ; onde si può dire che Roma gode i suoi passatempi senza occasione di scandalo con tutti li rigori, ma salutiferi, del pastore universale, e se sono stati vietati li festini, non mancano modi da trattenersi onestamente. Doc. 19 fol. 121r [12 febbraio] La sera medesima nel palchetto del signor duca di Sermoneta al teatro di Tor di Nona fu veduta riccamente adornata [...] la signora principessa di San Nicandro, visitata dal signor conte Carpegna, e dal signor ambasciatore del imperatore, che la favorisce continuamente [...]. Et al partire fu osservata inchinarsi alla signora ambasciatrice di Spagna, alla signora contestabilessa cognata, et alla Giorgina, che stavano tutte tre nel medesimo palchetto. Doc. 20 fol. 124 [17 febbraio] [Il duca di Airola è tornato da Loreto ed è ospitato dal principe di San Nicandro] e la sera con la sposa donna LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 139 Isabella andarono alla Cancelleria a vedere con altre molte dame l’opera musicale rappresentata nel sacro teatro dell’eminentissimo Ottobono. Doc. 21 fol. 125v-126r [19 febbraio] Calata la tenda nel volersi spogliare li musici le fu addosso il capitan Gioseppe con due o tre altri sbirri, per farsi consegnare gli habiti, e tutti li finimenti, cioè croatte, fertucce, guanti, piume, scarpe, e calzette, con dichiaratione che se non rendevano tutto no sariano stati pagati. Vedendo una simil baronata, Speroncino musico del signor duca di Mantova, si ritirò a spogliarsi nel palchetto del signor contestabile, e nello spogliarsi rupe, squarciò e pose in pezzi tutto il suo habito, sino li guanti, le piume, et il merletto di fiandra alto 6 dita, che aveva attorno al gonnelino da guerriero e lasciando così lacere le spoglie di Mauritio in terra, se ne andò in casa Colonna e la sera seguente fece citare il signor Marcello de Rosis a pagarle 740 scudi, tanti appunto seco accordati per poliza per suo pagamento. E gl’altri signori musici, si sono tutti uniti per dare un memoriale al Papa, affine d’essere pagati, lo che facilmente sarà rimesso a monsignore governatore, il quale con il ritratto de’ palchi che deve venire in mano sua, pagherà tutti. In tanto, il signor Speroncino ha formato una bella narrativa di tutto il successo per inviarlo sabbato sera al serenissimo di Mantova. Doc. 22 fol. 138v [18 marzo] Martedì vigilia di San Gioseppe il signor cardinale Pietro Ottobono, dichiarato protettore de’ virtuosi, particolarmente di quei che si dilettano di pittura, si portò sulle 22 ore nella antica chiesa detta la Rotonda [...] a prendere il possesso, accompagnato da numeroso corteggio di 24 prelati et altri cavalieri, ove fu ricevuto da quei signori pittori deputati, e capi della festa adornata di varie scritture e nel portico di più di cento quadri di mano eccellente, tra quali vi era il ritratto di Tommaso Aniello, già 44 anni sono capo e duce della memorabile popolare revolutione della bella Partenope, con un bel mottetto a pieno coro guidato dal signor Pitone e con sinfonia concorde all’entrare della chiesa, e fatta la nobile funtione del posesso fu cantato con armonia soave il Te Deum Laudamus, accompagnato da sinfonia dell’Arcangelo, e compagni, bolognese, e trombe. Doc. 23 fol. 143v [27 marzo] Giovedì sera in casa dell’eminentissimo Maidalchino fu rappresentato da musici scelti l’antico oratorio, intitolato La Decollatione di San Giovanni Battista, questi lo faceva Montalcino, Erode, Verdone, Erodiade, Gioseppino d’Orsino, e la madre Bocca di Lepre, et il fratello di Erode Silvio. La musica di Stradella, la sinfonia era guidata dal violino Bolognese, il cembalo lo toccava Caffi, allievo di Bernardo ; tutto insieme fu un bellissimo oratorio. Doc. 24 fol. 145r [29 marzo] Sabbato sera con titolo di conversatione in casa del signor marchese Maidalchino fu fatto un oratorio, con le medesime voci del’altro, e sinfonie, essendosi rappresentato in questo il miracolo di Santo Antonio portughese, quando resuscitò il putto morto, e perché pareva fosse di totale sodisfazione al principe Ferdinando quarto di Danimarca, e sua comitiva, fu licenziata la musica, compositione del famoso Stradella. Prima di finire la seconda parte, posti al’ordine in un momento 24 tavolini con carte e lumi di cera furono ripartite le 40 dame con li cavalieri forastieri, e con alcuni de nostri italiani, cioè due dame et un cavaliere, due cavalieri et una dama con bellissimo ordine, e fu dato 140 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO principio al gioco dell’ombre. Al tavolino del principe vi giocarono la Bolognetti, e la Gabrielli, sapendo queste due parlare un poco francese ; delle altre tavole non ne ho avuto notitia, per formarne le miste litanie vi furono rinfreschi nobilissimi, vi furono alcuni prelati, nessun cardinale ; per convenienza cominciò il nobile ridotto quasi alla venetiana sulle 23 ore, e finì dopo le cinque della notte. Doc. 25 fol. 163r [25 aprile] la festa di San Marco venerdì ne la sua chiesa fu celebrata pomposamente al pari de gl’anni scorsi, con musica scelta battuta dal celebre maestro Ottavio Pitoni. Doc. 26 fol. 187r [26 maggio] Lunedì mattina non si fece da san Pietro in Vaticano a Santo Spirito in Sassia la solita processione de’ signori cardinali con l’indulgenza in forma di giubileo, ma invece di ciò furono 23 eminentissimi a formare la cappella cardinalitia divota in Santa Maria in Vallicella per la festa di San Filippo Neri, ove fu cantata la messa da monsignor Altoviti vescovo di Fiesole con musica scelta a due cori, et all’elevatione cantò soavemente un mottetto il celebre Giovannino Savoiardo, cognominato Campanello d’Argento. Doc. 27 fol. 206r [21 giugno] Venuti a parole alli passati, mentre cantavano nella chiesa di Santa Maria in Vallicella due celebri soprani per la precedenza di dire un mottetto, Valeriano musico di Cappella e del Signor Cardinale Cybo, e Giovannino musico della serenissima Altezza Reale di Savoia, per all’ora fu quietata la contesa a la meglio che si potè, ma incontratisi un giorno della scorsa settimana questi due terribili campioni nella strada detta de’ Giupponari, vennero all’ingiurie, e da queste all’armi bianche, e Valeriano non portando spada sfoderò quella del suo bravo lacchè, e cominciatisi a tirare disperatamente, ma 14 passi lontani, onde vedendosi non si poter trafiggere, si appressarono tanto da potersi toccare insieme le punte degl’acciari, quando quei circostanti sartori, vedendo potersi sbudellare li due usignoli terreni, possero mano alle forbici e troncarono la rissa, che insaputasi da scrittori ne passano l’avviso a tutt’il mondo. Doc. 28 fol. 215v-216r [6 luglio] [I nobili tedeschi del Collegio Germanico a Sant’Apollinare hanno preparato delle dimostrazioni di allegrezze per il dopo cena]. Doppo il vespero (che sarebbe stato solenne e niente inferiore all’armonia della messa della matina, se non havessero più volte sconcertato le voci mal guidate dal maestro di cappella, un tal Signorini perugino, che il tal caso perdè molto di concetto, facendo anche la parte sua una canna dell’organo mal riveduta pochi giorni prima dall’organaro, che lo ripulì tutto ; insomma, un tale sconcerto fece anche ridere il signor ambasciatore, che incognito in un palchetto vi si era portato ad onorare i suoi compatrioti), doppo il mal ordinato vespero fu intuonato il Te Deum laudamus, et il bombardiere a gara di quei del coro di dentro, volle fuori nella piazza fare la sua parte, poiché nel dar fuoco alli 50 mortaletti, tenuti all’ordine all’intuonare del Te Dum, li sparò al mezzo della Magnificat. Non perciò perdè la lode l’attione fatta da quella nobiltà tedesca, che pagò tutti puntualmente, anche Giovannino soprano il Savoiardo, che volse dall’avaro gesuita rettore mezza doppia per un solo piccolo mottetto. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 141 Doc. 29 fol. 216v [6 luglio] Sono comparsi in Roma alcuni musici di esperimentato valore venuti da Fabriano, ove hanno recitato un’operetta musicale, tra quali fu veduto nella sudetta chiesa dell’Anima, osservare la voce meravigliosa di Giovanni il Savoiardo, quel celebre cantante, detto Ballarino, che fu impiccato a Napoli l’anno scorso, per havere falsificato il bolettino della sanità. Doc. 30 fol. 221v [15 luglio] Volse il marchese Sigismondo Raggi dare un nobile e virtuoso trattenimento la sera di lunedì alle sue figlie, che devono monacarsi, forse domenica ventura nel monastero della Concettione in Campo Marzo e la ricreatione consistè con invito di dame parenti, e con l’intervento del signor cardinale Sacchetti, in suoni, e canti. Vi sonò il Pasquini, vi cantarono diversi musici de migliori di Roma, vi cantò anche la signora Margarita già sua cameriera. Doc. 31 fol. 222r [16 luglio] Per la festa della Madonna Santissima del Carmine celebrata solennemente nella chiesa detta di Monte Santo con musica la più celebre di Roma, pagata 50 doppie dall’abbate don Carlo Colonna, in ambedue li vesperi, martedì e mercoledì cantarono tre musici forastieri con applauso universale, e furono Valentino mantoano, Ballarino di Mantoa, e Giovannino di Savoia, oltre la sinfonia del Bolognese. Doc. 32 fol. 228r [25 luglio] Sta forte più che mai monsignor Spinola governatore nel prolungare le licenze di far opere musicali nel carnevale venturo ne’ due teatri Torre di Nona e Capranica, persistendo nel volere che da ambedue si finiscano prima di sodisfare gl’artisti, e tanti altri creditori, e volendo che da quello di Torre di Nona depositino almeno 5 mila scudi, per pagare prontamente gl’artisti, li musici e tutti gl’altri operarii. Il tempo è breve, e li pretendenti del teatro di Tor di Nona non sono concordi. Doc. 33 fol. 230v [30 luglio] Si è risaputo, che volendo il detto prencipe [Giovanni Battista Borghese] applicare a qualche risparmio, nella settimana scorsa licenziasse dal suo servitio il signor Bernardo Pasquini celebre maestro di musica, ma non fu tanto secreta la licenza, che non penetrasse alle orecchie del figlio don Marco Antonio, il quale riflettendo alla poca prudenza di suo padre malconsigliato, e di tutta la sua casa si pose a piangere, e poi fece dire al Pasquini che non si movesse punto, e che non toccasse nè meno un chiodo, che se il padre le mancava riconoscesse in avvenire il figlio. Passò anche alle orecchie del signor cardinale Pietro Ottobono, protettore de’ virtuosi, e subito mandò a dire al Pasquini che in Cancelleria vi erano due e 3 stanze per lui, e più, se bisognava, ma il prudente Bernardo, accettata la protetione di Marco Antonio si portò di persona a rendere grazie a sua eminenza dell’offerta cortesissima. Doc. 34 fol. 233r [3 agosto] Domenica sera si fece una bella serenata in casa del signor prencipe Don Giulio Savelli senza veruno scandalo, o rumore e senza impertinenze de’ temerarii sbirri. E martedì sera se ne fece un’altra famosa in Piazza di Spagna sopra un eminente palco avanti il palazzo di S. E. ambasciatore incognito, nella quale cantarono il signor Matteo de Grandis Lucchese, basso del re Giacomo d’Inghilterra, il Ballerini contralto e Valentino, soprano del serenissimo di Mantova. La serenata fu breve e galante, ornata da un’armoniosa sinfonia. Furono regalate le voci et i suoni, con un nobile rinfresco di 4 bacili di canditi, 4 tra savoiardi e 142 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO confetture e copiosi rinfreschi di acque gelate e sorbetti ; zecchini nihil. Non vi seguì rumore alcuno, come si credea, che li signori spagnoli non sono tanto furiosi quanto qualch’altra natione incostante, e poi fu veduta una carrozza di monsignor illustrissimo governatore piena di giudici e notari, et altri criminalisti stare incontro al palazzo di S. E. nella piazzetta de’ signori Mignanelli, vicino alle colonne con cento e più sbirri per guardia con ogni buon fine. Doc. 35 fol. 234v-235r [7 agosto] Non sa come si farà a risolvere con tutta la sua prudenza il signor cardinale Maidalchino protettore de i musici della Cappella di Sua Santità per comporre le differenze vertenti tra questi et il famoso cantante soprano Giovannino di Savoia, mentre cantando prima nelli vespri, e nelle messe delle festività il Savoiardo, tutto soddisfatto il popolaccio se ne parte dalle chiese, senza aspettare il canto d’altri mottetti, ancorchè ottimamente portato da quei di Cappella. La mattina della messa a San Gaetano havendo accordato il Savoiardo con il Foggia di cantare il primo mottetto all’offertorio, lo cantò, quale finito, subito il popolo cominciò a partirsene, lo che osservato da musici di Cappella, accordatisi in 5 cioè, Verdone, Valeriano, Gioseppino di Orsino, Checchino di Sforza, e Paoluccio, senza fare alcun motto scesero dal coro, e non solo non cantarono alla messa, ma ne meno vi comparvero alli secondi vesperi con tutto che vi andasse il Papa. Avvedutosi di ciò, il padre reverendissimo Coppola tenne seco a desinare il Savoiardo e lo pregò di assisterli a li secondi vesperi, come fece senza prendere altro premio. Doc. 36 fol. 239v [17 agosto] Ottava dell’Assunta al Collegio Clementino : fu cantato un recitativo in italiano da tre scelte voci, Francesco Verdone basso di Cappella, da Girolamo contralto de signori Rospigliosi, e da Giovannino soprano della serenissima altezza reale di Savoia, con armonia concorde, e doppo l’oratione con una nobile sinfonia di varii strumenti. Doc. 37 fol. 246v-247r [29 agosto] Tanto havea fatto il padre reverendissimo Gusman domenicano, che havea ridotto il pontefice a volere onorare con la sua presenza la festa di Santa Rosa di Lima, celebrata solennemente nella chiesa della Minerva a sue spese con il costo di 500 scudi, tra la musica, e sinfonia celebre d’Arcangelo il Bolognese, ricco apparato, e mensa lautamente imbandita per 120 frati. Doc. 38 fol. 253r [9 settembre] Martedì sera il signor duca di Ceri don Livio, per far vedere che ha spuntata la lesina, e che è più splendido di quello, che ciarla la corte di Roma, fece un lautissimo banchetto a principi, principesse, e dame di Roma, nel palazzo reale Riario alla Longara, ove fu imbandita la menza con posate, e prima fu cantato da tre canterine, cioè Faustina la figlia del capitano di Piazza, madama Carò, e la Turinese con voce di contralto, e cantarono ancora altri musici, cioè li 3 forastieri Ballarino, Savoiardo e Valentino a quali tutti fu dato anche da cena oltre i copiosi rinfreschi che andarono attorno sino alle 5 della notte. Doc. 39 fol. 258v [19 settembre] [Cena di Marcantonio Borghese nella sua villa fuori Porta del Popolo con 46 coperti] Prima però della cena vi fu un breve divertimento di musica, e vi cantò la scritta Faustina, e durando la cena fino al tocco della campana de’ frati di Aracoeli (che vuol dire 5 ore LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 143 e mezza) furono poi poste le carte in tavola e furono rimaneggiate fin le 8 della notte ; nè mai fu trovato quel punto delle sere passate onde con poca perdita e meno rammarico terminò la ricreatione. Doc. 40 fol. 282r [4 novembre] Martedì matina festa di San Carlo Borromeo cardinale, nella sua chiesa della natione milanese al Corso fu cappella cardinalizia, e con l’assistenza di 28 porporati ; cantò la messa monsignor Visconte vescovo di Novara con l’armonia de musici di cappella alla gregoriana, et all’altra chiesa de’ Catinari vi fu musica esquisita, battuta e guidata dal Bianchini, maestro di cappella di San Giovanni Laterano. Doc. 41 fol. 291v [26 novembre] La medesima sera di mercoledì su le 23 ore un prete genovese servitore del signor cardinale Franzoni andò pensatamente ad assaltare il signor Gasparini, maestro di musica habitante dietro le reverende monache di Campo Marzo, e le tirò una mezza stoccata in casa propria. Al rumore vi accorse la signora Maria Rosa sua consorte e poco mancò che il crudele genovese non facesse un altro buco nella panza della bella cantante. Doc. 42 fol. 295 [2 dicembre] Il signor Marcello de Rosis appaltatore del teatro di Torre di Nona è stato dal papa, per supplicarlo della licenza per far recitare le due opere musicali, Vespasiano, e la Pace tra Tolomeo e Seleuco, et ha trovato il pontefice di buon umore, che non solo le ha concesso la licenza, ma straordinaria, cioè che possa cominciare le recite, per essere il carnevale breve, la sera dell’Innocenti ; con patto, però, che se alla porta farà pagare il bolettino 5 giulii, per havere recitanti eccellenti, li farà pagare 6, cioè 5 giulii et uno da applicare all’Ospedale nuovo de Poveri. Oh ! Che care opere musicali ! Doc. 43 fol. 301v [16 dicembre] La medesima sera tornando a casa don Martino aragonese, maestro di ballo, che istruiva gl’intermedii in Tor di Nona le fu sparata un’arcobujata, e le colpì in petto, e morì poco lontano da casa sua, vicino la chiesa di San Gioseppe a Capo le Case. Doc. 44 fol. 302v [19 dicembre] Si sente dire, che il pontefice, concedendo licenza al signor Marcello de Rosis, appaltatore delle opere musicali nel teatro di Tor di Nona, di potere incominciare le sue recite nella sera di San Giovanni, gli dicesse che oltre il giulio del bolettino, voleva per ogni palchetto uno scudo per una volta sola, e di più le disse, che il palchetto solito darsi o vendersi a nipoti de Papi, o al nepotismo pro tempore, lo voleva per i suoi figli collocati nel nuovo Ospedale lateranense. Or qui sì, che si può dire « O vere Pater pauperum ». E poi « Et tu Marcellus eris date manibus pecunia plenis », ma non è per finire qui solamente. 1693 v Doc. 45 fol. 314 [4 gennaio] La sera antecedente si diede principio all’apertura del teatro di Torre di Nona, e si recitò anche domenica sera il Seleuco, dramma musicale recitato altre volte in Venetia, il quale, considerata la compositione poetica non vale molto, la musica non è di gran stima. Li rappresentanti sono di considerazione, tra quali un tal Pistocchino, contralto del Serenissimo di Parma, riesce mirabilmente tanto che poco riescono plausibili le altre voci, di Ballarino e Finalino, e pure sono celebri. 144 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Il teatro di Capranica sarebbe stato all’ordine per lunedì sera, se non l’havesse impedito il signor cardinale Furbin de Gianson, che ha preteso un palchetto a posta al pari di quello del signor ambasciatore dell’imperatore in faccia per dirittura del palco recitativo, e pure il signor Duca di Medina si è contentato del suo ordinario, occupato l’anno passato, e pure la sua virtuosa farsi sentire. Doc. 46 fol. 318v [7 gennaio] Nel teatro del signor Pompeo Capranica mercoledì sera si recitò la prima volta un’opera in musica, intitolata Teodora, che riuscì assai bene anche giovedì sera, piacendo l’intreccio, la musica, e portandosi bene i musici recitanti. Nacque un non so che nella seconda recita a cagione di qualch’uno dell’udienza che le parea duro che un recitante, chiamato Leone, si lasciasse la moglie da pochi armati (quando senz’armi alla mano si levano ancora a più gradi degl’elefanti) e dicendo qualche motto, dispiacque al mansueto leone. Risaputo ciò, all’abbate don Carlo Colonna prohibì al musico suo cameriere (che facea da leone) il più recitare. Doc. 47 fol. 323r-323v [21 gennaio] La sera istessa nel teatro di Tor di Nona si recitò per la prima volta, la seconda opera musicale similmente recitata molti anni sono in Venetia, e poi in Fabriano, e quest’anno in Roma, intitolata Vespasiano, e la sera seguente, che fu giovedì, nel teatro di Capranica si recitò per la prima volta la seconda opera musicale intitolata il Nemico di sé stesso, compositione nuova dell’abbate Contini. E fin ora di quante se ne sono rappresentate non vi è stata la più stimata di quella similmente in musica rappresentata in casa de’ signori Rospigliosi, intitolata Amore un Impossibile. Doc. 48 fol. 323v [22 gennaio] Giovedì sera nel teatro di Tor di Nona non finì di recitarse l’opera detta il Vespasiano a cagione d’alcuni vaghi della musica, e di sentire replicare la terza volta una bell’arietta del terzo atto, gridarono fortemente queste parole : un’altra volta, un’altra volta, cioè che replicassero l’arietta e non volendola più replicare, uscì un musico in palco pregando l’udienza a contentarsi e tacere, e vedendo che più impertinentemente strepitava, un cavaliere d’eccellenza disse : « calate la cortina e così taceranno ». Fu obbedito e terminò così l’opera ; anche al bello e nobile teatrino del signor duca di Zagarolo seguì l’istessa sera un’altro accidente, e fu che mentre si recitava il secondo atto, sopraggionse la febbre a Maria Rosa, una delle due celebri cantanti di sua eccellenza, per lo che fu necessario tralasciare in quel punto la recita. Doc. 49 fol. 325v [26 gennaio] La sera poi al Collegio Clementino mentre stava per rappresentarsi l’opera da quei nobili convittori, intitolata la Tirisbe, fu fatto intendere al signor cardinale Ottoboni se vi voleva essere ; sua eccellenza rispose irresolutamente. Venne il signore ambasciatore di Venetia, et essendo ora competente, fu dato principio non tanto in riguardo di sua eccellenza quanto del Petruccioli [recte : Petriccioli] musico, che recitando ivi da satiro nel prologo dovea portarsi in Tor di Nona a recitare in tempo la sua parte nel Vespasiano. Porta il caso che venne capriccio al signor cardinale Ottobono di esservi, e gionse appunto che si stava rappresentando la quarta scena. Andò sulle furie per non essere stato aspettato, e non volse smontare (entrarono LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 145 però alcuni suoi gentilhuomini), e se ne andò a fare doglianze con il signor cardinale Cybo, non come decano del sacro Collegio, né come capo d’ordini, ma come cardinale protettore del detto Collegio, il quale con la sua e di tutta la sua casa connatural furia, e rigore, subito mandò un biglietto a quel padre rettore che faccesse immediatamente fermare la recita e gionto un lacchè presentò a quel padre rettore un biglietto da parte dell’eminentissimo Cybo, e l’opera, senza riguardo del signor ambasciatore di Venetia fu fermata nella settima scena del secondo atto con calare giù la tenda, et affacciarsi uno di quei patrassi somaschi, e dire all’udienza « scusino signori per un accidente venuto ad un recitante » e così si restò con la bocca asciutta, anzi a molti venne la sete di sapere la verità del fatto. Doc. 50 fol. 326r [26 gennaio] Sono stati riconosciuti quei discoli personaggi che furono cagione che una sera della passata non fu finita l’opera musicale nel teatro di Torre di Nona, e furono il signor Nicoletto degl’Albici cavallarizzo dell’eminentissimo Lorenzo Altieri e questi d’ordine di monsignor illustrissimo governatore ha avuto l’esilio da Roma. L’altro fu un certo Valeriano soprano dell’eminentissimo Cybo, e musico di Cappella e questi è stato mortificato dalli medesimi musici e giudici di Cappella, con sequestrarlo in casa durante il carnevale, privato di voce attiva e passiva nella cappella, e sminuitali la paga per un anno, restandoli solo 3 scudi al mese il resto si dividerà in tante propine alli giudici e gl’altri due discoli sono stati carcerati. Doc. 51 fol. 331r [3 febbraio] L’ultima sera di carnevale il signor Pompeo Capranica fece una lauta cena alli musici che hanno rappresentato le due opere nel suo teatro, e nel fine della cena, diede a ciascuno un piatto di confetture. Sotto ciascun piatto vi era la poliza del premio convenuto et il signore ambasciatore di Spagna fece un altro banchetto nel suo palazzo ove furono diversi virtuosi musici dell’uno e l’altro sesso, et in particolare il Ballarino musico del serenissimo di Mantova che similmente entro la confettura ebbe la sua poliza. Sono state due azzioni attrattive, esemplari e memorabili. Doc. 52 fol. 338v [20 febbraio] La medesima sera gionse venendo da Napoli incontrato dal signor Pompeo Azzolino con muta a sei del signor duca di Medina il Matteuccio eccellente musico soprano del signor conte di Santo Stefano Viceré di Napoli, concesso per un mese al signor duca di Medina, ansioso di vedere, e sentire la gara delle voci, tra questi e Giovannino soprano altissimo del signor duca di Savoia, il quale per non cimentarsi con il Napoliello, va mostrando lettera precettiva di S. A. Reale che lo richiama alla Corte, e partirà in breve. Intanto, subito arrivato, il soprano Matteuccio fece pompa della sua umiltà e virtù, a cenni della signora donna Maria della Neve completissima ambasciatrice, cantò e fece sentire la stipendiata cantatrice incantata alle voci di una improvisa sirena venuta dalla bella Partenope, quale si sentirà altre volte. Doc. 53 fol. 340v [26 febbraio] Giovedì mattina partì per Torino a mezza posta con calesse di cambiatura Giovannino, celebre soprano detto il Savoiardo, che con la sua bella voce si è portato via i cuori di tutti li virtuosi di Roma, e lo che più importa, 1200 scudi. 146 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 54 fol. 341r [27 febbraio] Venerdì sera 4 signori cardinali cioè, Paluzzio Altieri, de Giudici, Ottoboni et Astalli furono a sentire un ben cantato oratorio che rappresentò Adamo et Eva scacciati dal terrestre paradiso, e le voci furono di Pistocchino, Speroncino, Silvio, del Basso di Marino, e del Savoiardo, che non era partito per Torino (come si è notato) partirà domenica ; al quale, il signor conte Capizucchi capo dell’oratorio de’ fratelli del Santissimo Crocefisso in San Marcello, donò 6 doppie et a gl’altri 4, una rosetta di diamanti per ciascuno, valore di 30 scudi per cadauna, e 12 doppie ad Arcangelo Bolognese, unico nel violino. Le parole dell’oratorio erano del Ciampelletti, musica del Caffi (che fu il medesimo terzo oratorio rappresentato nel medesimo oratorio dall’istesso Bernardo Caffi). Vi furono molte dame ad udirlo, cioè, la signora ambasciatrice dell’imperatore e suo corteggio, quella di Spagna con la contestabilessa cognata e damigelle, la prencipessa di Rossano Borghese e la cognata vedova, già prencipessa della Mirandola. Fu usata qualche diligenza alla porta dell’oratorio per fare entrare et accomodare le genti più divote e civili, ma non fu possibile di trattenere la furia popolare predestinata, mentre vogliosa di godere gl’armonici concenti, che non forzasse la porta, e con rottura, entrando con impeto inconsiderato, e trovando impensatamente li banchi, furono costretti, cadendo, inchinarsi a bocca per terra, pagare il fio dell’impatienza e con qualche male patito adorare il crocefisso Gesù che li liberò dal più di male che gli potea succedere. Doc. 55 fol. 345v [8 marzo] Domenica sera la sudetta fu nella chiesa di S. Giacomo de Spagnoli replicato il tanto bello oratorio già rappresentato in casa del signor duca di Medina a 4 voci tra le quali fu quella del gran Matteuccio napolitano, con sinfonia bellissima, le di cui parole sono di Silvio Stampiglia, portate in armonia dal famoso Giovanni Boloncino [sic]. Cominciò dopo le 2 della notte e fini dopo le 5. Vi furono l’eccellenze spagnole, grande quantità di dame, e cavalieri e popolo infinito che rese gran disagio all’udienza. Dopo gl’altri musici del sererenissimo di Parma, domenica partì il celebre Pistocchino per trovarsi colà il dì di Pasqua [...]. Dopo si è risaputo che all’oratorio famoso fatto in San Giacomo de Spagnoli domenica sera vi furono 18 cardenali. Doc. 56 fol. 370r [2 aprile] Pompeo Capranica ricevè l’onore della licenza da Sua Santità di potere fabricare nel suo giardino un nuovo teatro per farvi recitare nel venturo carnevale le opere in musica. Partì per Venezia a prendere le misure d’uni di quei più belli, e famosi teatri, si va intanto provedendo di musici eccellenti, per fare cose mirabili a gara dell’emulo Marcello. Doc. 57 fol. 374r [10 aprile] Mancano da Roma due musici di cappella eccellenti soprani, Gioseppino d’Orsino e Valeriano di Cybo, e sono andati nel regno di Napoli a far sentire a quei principi la loro virtù, ma non si crede riporteranno quei regali da principi napolitani, che riportò da Roma lo scritto Matteuccio, e di primo alloggio sono andati a Montecassino, a provare come sono fatte le frittate di quei ricchi religiosi. Doc. 58 fol. 377v [17 aprile] Festa di Sant’Aniceto Papa nel palazzo Altemps con musica celebre battuta dal signor Ottavio Pitone, et armonia soavissima del Bolognese. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 147 Doc. 59 fol. 386v [30 aprile] Subito data la benedittione con tutta l’acqua partì a Albano cioè alla sua abbadia di San Paolo il signor cardinale Ottobono, volendovi giongere ad ora di desinare ove starà per più di 15 giorni con tutte le più allegre e divote possibili conversationi, avendo condotto seco i suoi musici affettionati, il Bolognese dal violino et altri virtuosi, destinando insino farvi caccia di toro, lotte, e corse de barbari di giorno e di notte ancora qualche modesto festino. Doc. 60 fol. 395v [17 maggio] La detta festa della Santissima Trinità fu celebrata da padri spagnuoli detti del Rescatto alle 4 fontane ; da padri francescani alla Trinità de’ Monti e dalla compagnia della Santissima Trinità de Convalescenti e Pellegrini, con musica solenne, cantandovi il celebre soprano Finalino, battuta da Raffaellino dell’eminentissimo Altieri, e la mattina fu data la dote a 21 zitelle. Doc. 61 fol. 446v [29 luglio] Ancora non si sa il regalo dovuto alla signora Faustina celebre nella musica, che cantò con li due, basso e contralto : Gioseppe, allievo di Fede, e Matteo del grande Lucchese, per havere cantato nella serenata fatta lunedì sera su le 3 della notte in casa del signor abbate Giaccetti, doppo l’accademia fatta nel suo giardino con l’impresa del Platano, alle quali funtioni vi assisterono cavalieri romani e forastieri, e diversi prelati et alla serenata il signor cardinale Ottobono, e la già principessa donna Maria Moretti Ottobona sua madre. Doc. 62 fol. 453r [5 agosto] Sono molti giorni, che il signor ambasciatore dell’imperatore fece fare avvertito il musico celebre insolente contralto del Serenissimo di Mantova a frenare la lingua, ma non temendo tale avviso, e non raffrenando la lingua, la corte di monsignor governatore ha penetrato, essere preparate per lui quattro dozzine di legnate, e forse farli tagliare la lingua (che in Roma, sebene non vi sono gl’Ussari Ahiduchi42, ci sono quelli che vengono da Porta San Giovanni, che sanno ancor loro menar le mani, e meglio li piedi) ; qui la prudenza di monsignor governatore è stata considerata che fatto avvisato il Santo Pontefice, et il signor cardinale Spada delle preparate legnate, si è risoluto dare lo sfratto al detto signor Francesco Ballarino da Roma, e suo distretto in termine di 24 ore sotto pena eccetera. Et appunto mercoledì insalutato ospite montato in calesse da cambiatura egli et il suo allievo Valentino voltarono le spalle alla porta Flaminia senza aspettare di sentire la serenata che così bella e vaga di cantanti, ed armonia su le due della notte la medesima sera in Piazza di Spagna fece fare donna Maria della Neve della Cerda consorte del signor marchese di Coccogliudo a sue spese in memoria del suo Natale. Fu l’armonia superbamente concertata sino con l’echo dal famoso Violino d’Arcangelo Bolognese, con sinfonia, e trombe, cantata a 4 voci, cioè da Pasqualino Tiepolo, da Girolamo de Rospigliosi, da Silvio di Cappella contralto, e da un altro baritono nuovo tra musici ; le parole della serenata furono di Silvio Stampiglia, celebre nel verseggiare. 42 Gli Ahiduchi, originari della Valacchia, sono citati in Francesco Sansovino, Historia universale dell’origine et imperio de’ Turchi, Venezia, 1600, p. 654. 148 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 63 fol. 456v [8 agosto] Sono stati di qualche consideratione li regali fatti da donna Maria della Neve della Cerda la sera della serenata 5 di agosto. Tra musici e la sinfonia furono divise cento doppie di Spagna, oltre il rinfresco di dolce e di sorbetti, e poi volle la medesima far conoscere il suo simulato affetto alla virtuosa Giorgina con donarle un ventaglio ricamato e con 2 dozzene di pietre pretiose incastrate, stimato di valore, intorno a cento scudi, che tanto piacque a Sua Eccellenza […] Sabbato sera, prima di terminare la clausura delle lettere volle il signor marchese di Coccogliudo, che fosse resa nota a tutta l’Italia la sua splendidezza verso la musica, poiché fatto chiamare Archangelo dal violino, celebre nella sua professione, e virtù, le fece consegnare una cedola di 600 scudi, dichiarandolo anche scarso premio da ripartire a virtuosi dell’armonia di quell’orchestra, che in numero di 70 renderono angelica la sinfonia di si nobile serenata, le di cui parole furono del Paglia, che per essere di peso hanno tirato al fondo il premio solito a darsi a poeti. Doc. 64 fol. 457r [9 agosto] La sera ad un’ora di notte nella sala della Cancellaria fece fare il signor cardinale Ottobono vicecancelliere una bella accademia, e di musica, e di poesia, in occasione della festa di San Lorenzo celebrata solenne, e pomposa con musica ordinaria nella sua chiesa, ove egli assistì al suo luogo in coro alli primi vespri. Assistì anche alla messa nella quale cantò tra soprani il suo licenziato Pasqualino Tiepolo, e cantò anche alli secondi vesperi a quali non assistè sua eminenza, e solo alla messa fu sentita la bella sinfonia di molti violini, viole, bassi e trombe, del Bolognese. Doc. 65 fol. 467v [23 agosto] Trasportata l’attione per la festa dell’Assontione della Beata Vergine nella domenica doppo l’ottava di detta festa, dalli signori convittori del Collegio Clementino, per il commodo de signori cardinali tanto solamente ve ne furono 8 cioè de Goes, Acciaoli, Carpegna, Carlo Barberino, Overd.o [=Howard], Bichi, Del Giudice, et Ottobono, e 25 prelati, oltre che la nobiltà romana, e forastiera, tra quali vi fu un abbate canonico del San Celso, e Giuliano, il quale l’anno santo del 1650 toccò a lui recitare il poema, come convittore, sopra il punto della Cantica : « Quasi plantatio rosae in Jerico » alla presenza di 22 cardinali e due ambasciatori di Francia Valensè, e di Venezia Sacredo che poi morì doge. E riferisce il detto canonico, non havere mai più dopo sentita una attione così nobile, e così bella, con musica così scelta, e con armonia così concorde, e così bizzarra, e vaga ; vi cantarono Pasqualino Tiepolo soprano di cappella, Girolamo contralto del signor Duca di Zagarolo, Silvio contralto di Cappella, et il Gratiani celebre soprano. Vi furono trombe, sopra la soffitta, e nel coro del gran salone fatto a scalinata, 24 violini, 3 bassi, 2 contrabassi, cembalo, arciliuto, et arpa doppia, era guidata tutta l’armonia da Nicolino romano da Gasparino, recitò l’oratione doppo la prima lunga cantata il signor Morandi genovese convittore, e doppo una bella sinfonia recitò il poema il signor don Luigi Gambeos de Medina spagnolo, doppo un’altra cantata. Doc. 66 fol. 469r [25 agosto ?] Martedì mattina per la festa di San Ludovico nella chiesa della natione francese si celebrò solenne con musica esquisita et armonia del Bolognese, tanto in ambedue li vesperi quanto alla messa LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 149 cantata da monsignor Barlocci, alla quale in forma di cappella cardinalitia assistirono 23 signori cardenali. Doc. 67 fol. 495v [26 settembre] Et alle sere passate le fu fatta [al principie di Vaudémont] una bella serenata nella quale arrischiò cantarvi il famoso contralto Ballarino, con tutto il bando rigoroso di monsignor governatore lo che, risaputosi dalla giustitia, mandò subito per farlo prendere dove fosse trovato. Ma dove ricercarono non trovarono nè lui, nè Valentino, ma il solo servitore quale fu condotto prigione. Et il signor Ballarino in compagnia del suo allievo Valentino, mercoledì della passata furono veduti ascoltar messa nella chiesa di Santa Maria del Popolo (quando si credea in Firenze o pure in Mantova) et il seguente giovedì, al’improviso partirono da Roma. Doc. 68 fol. 502v [7 ottobre] La sera poi su le due della notte nel palazzo del signor duca di Medina con l’intervento della principessa di Vaudémont fu data una conversatione musicale, ove cantò il Silvio, la cara Giorgina, più virtuosa che bella, con l’accompagnamento armonioso del violino Bolognese, e consocii. Doc. 69 fol. 532r [28 ottobre] Con le lettere poi dell’ordinario di Milano si sentono altre novità a cagione delle vicine turbolenze, non si faranno ne meno colà opere musicali, anzi si sente che quella compagnia de musici, per non stare otiosi, verrà in Roma, e reciterà opere musicali nel teatro della Pace, si che in Roma haveremo 4 teatri da opere musicali, 3 venali, et uno inestimabile, e per grandezza sarà quello del signor duca di Zagarolo. Doc. 70 fol. 535r [2 novembre] Alli primi vespri a San Carlo de Catinari non vi fu gran bella musica, ancorchè fosse guidata dal Pitoni. Doc. 71 fol. 535v [4 novembre] In San Carlo de Catinari nel mentre dal famoso Bolognese con l’armonia di molti violini si suonava una bella e nuova sinfonia, nel formare una pausa nel fine della seconda parte, il sacerdote parato per la messa cantata, che haveva appetito, senza dare altra riflessione cominciò ad intonare il prefatio, e nel dire « Per omnia secula seculorum Dominum Vobiscum » il Bolognese postosi a ridere (e consequentemente tutta la gente, che stava a sentire) e fatto cenno a’ compagni proseguì la sinfonia, che fu bellissima, e tanto più piacque con la riflessione del scritto accidente. Doc. 72 fol. 546v [22 novembre] La medesima mattina il signor ambasciatore dell’imperatore e la signora contessa de Thun sua carissima consorte, l’uno doppo l’altro furono ad ascoltare la messa nella Chiesa di Santa Maria dell’Anima, ove si celebrò con musica scelta l’anniversario della sacra [sic] et il violino bolognese portò il vanto nell’armonia. Doc. 73 fol. 547r [22 novembre] Il giorno poi nella chiesa de padri Bernabiti, ove la Congregatione de musici celebrò la festa di Santa Cecilia, fu sentito Pietro Paolo genovese, toccare si dolcemente il suo violino, che fece stupire tutti gl’astanti a tale effetto in gran quantità concorsivi, tanto che ogn’uno applaude alla nobile risolutione del signore marchese Coccogliudo, e di donna Maria delle Neve d’haverlo preso al loro servitio di cameriere. Doc. 74 fol. 548v-549r [24 novembre] Recò ancora un ordine il corriere di domenica mattina spedito da Parma preciso di sua altezza al detto signor 150 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Felini di assistere con tutte le sue forze possibili al signor Manzi celebre maestro di musica e di cappella di sua altezza, che se ne viene a questa volta cum fustibus e lanternis, per operare nel teatrino della Pace con la recita di due opere in musica (per le quali già secretamente si lavora) al dispetto del signor Marcello de Rosis appaltatore del famoso teatro di Tor di Nona : le gare saranno per gl’artisti. Doc. 75 fol. 568v [19 dicembre] Si vanno ponendo all’ordine per il teatro di Torre di Nona le due famose opere da recitarsi nel principio dell’anno nuovo. La prima intitolata Xerse in Persia e la seconda Tullio Ostilio così bene ripartite a valorosi musici, che Roma da un tempo in qua non ha sentito di meglio e per il contrario si sforza un’altra compagnia de musici rappresentare altre due opere nel teatro de Cupis alla Pace, ove incessantemente si lavora, e vi saranno 7 mutanze di scene nuove fatte da buon pittore a gara di quelle del teatro di Torre di Nona e vi saranno ancora abiti superbi e bizzarri per li rappresentanti, quali sono stati mandati dal serenissimo di Parma, e sono li medesimi serviti colà per le feste dello sposalitio. 1694 Doc. 76 fol. 4v [3 gennaio] Sono state composte dalla prudenza del signor cardinale de Goes le differenze e le pretensioni del signor ambasciatore dell’imperatore circa il numero de palchi nel teatro di Torre di Nona. Anche era insorta un’altra differenza per un palchetto del medesimo teatro, che era in due, cioè, tra il cavaliere Acciaioli et uno di casa Massimi. Questi partito da Roma, e restando solo l’Acciaioli, il governatore di Roma mandò la chiave al signor principe Borghese43 picco di ciò l’Acciaioli ricorse a Marcello. Questi scrisse al cardinale di Medici, e sua altezza rispose al signor marchese Coccogliudo, e questi chiamato a sè il musico Ferrini fiorentino, le levò la parte, e la rimandò al Rosis e così s’impicciarono malamente le carte, e sino a martedì mattina sul mezzo giorno non furono spicciate, e ne riportò l’onore chi ? Non si sa : così disse in Cappella il musico Bolsena. Doc. 77 fol. 14r [24 gennaio] Domenica poi si viddero affissi due altri cartellini, ma stampati, che invitavano per lunedì sera, una per l’opera musicale di Tor di Nona, detta Il Xerse e l’altro per il teatro della Pace, intitolata Roderigo. Doc. 78 fol. 14v-15r [26 gennaio] Appena fu giorno martedì matina, che si sentirono gl’applausi differenti dati alli due teatri. Quello della Pace fu giudicato di migliore riuscita, si per le scene, per li recitanti, e per l’opera ben intrecciata dall’autore. Non così fu sentito dire di quella del Teatro di Tordinona, dichiarata sciocchissima poesia, con tutto che il Bononcini si sia con tutte le forze adoperato per bene ornarla con l’armonia, e credendo il signor Marcello de Rosis abbellirla con farvi recitare il signor Carlo Antonio Corno, nano del serenissimo di Parma, per la parte gratiosa appunto vale un corno, sì nell’attione, sì anche perché la parte non è 43 « marchese Coccogliudo » è cancellato. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 151 fatta con sua misura. Tanto che l’udienza fu forzata a replicare più volte, quando il Nano usciva in scena, a dire : « Basta, basta, dentro rapunzolo ». Doc. 79 fol. 22r [9 febbraio] Havendo risaputo Sua Santità, che la signora duchessa di Zagarolo una sera habbi fatto recitare la sua opera in musica solamente per i religiosi, se n’è acremente doluto [sic] e per dimostrarne il suo giusto sentimento ha inviato a quell’eccellenza un suo paonazzo a passarne doglianze, et ad avvertirla mai più incorrere in tale mancamento, dovendo i claustrali dare esempio di retiratezza, e non andare a ridere delle oscenità inorpellate per trattenimenti scenici e di qui è uscito un ordine rigoroso al governatore et al fiscale di far carcerare tutti li religiosi, che andaranno alle dette opere musicali, et ad altre comedie, e de fatto ce ne sono incappati quattro. Doc. 80 fol. 23r [13 febbraio] La sera poi li seguenti teatri venali incominciarono le recite delle loro seconde opere musicali ; a Torre di Nona si rappresentò il Tullio Ostilio, opera vecchia già rappresentata 9 anni sono nel teatro di San Luca in Venezia ; et al teatro della Pace si rappresentò l’Orfeo, opera famosa, già rappresentata nel bel teatro di Parma et al teatro di Capranica si rappresentò Pirro Re degl’Epiroti, et alla Pace lunedì sera si ripigliarono il Roderico. Doc. 81 fol. 24v [18 febbraio] La medesima mattina al consueto degl’altri anni l’eminentissimo Ottobono vicecancelliere volse fare risplendere con 1500 lumi di cera la sua divota generosità nella chiesa de Santi Lorenzo, e Damaso con la maestosa espositione del venerabile figurato non con machine di pittura in conformità degl’anni scorsi, ma con scalinate, fiaccole, e lampadarii, e candelieri d’argento tutti con cera di mezza libra, di una, due e quattro, conforme all’ordinanza, e lo che ha reso maggiore lo stupore e la maraviglia, è, che devono tutte ardere dalla detta mattina di giovedì da 17 ore, sino alle 18 di domenica ventura. Doc. 82 fol. 40v-41r [24 marzo] […] Il serenissimo gran duca di Toscana ha eletto suo agente alla corte di Roma, il signor Antonio Maria Fede fratello del signor Gioseppe, e del signor Francesco Maria, ambedue celebri soprani della Cappella Pontificia, in vece del defunto abbate Giovanni Battista Mancini. Doc. 83 fol. 75 [26 maggio] Per la festa di san Filippo Neri la matina 17 signori cardinali, doppo terminata da alcuni di loro la congregazione del Sant’Offizio, furono nella chiesa di Santa Maria in Vallicella ad assistere alla messa celebrata da monsignor illustrissimo Sperelli viceregente, e cantata da migliori musici di Cappella, e di Roma, con l’accompagnamento del solo organo, e senza stromenti conforme lo istituto di San Filippo. Doc. 84 fol. 92r [5 luglio] Martedì morì il celebre maestro di cappella di Santo Spirito, e di San Pietro in Vaticano, Berretta, e mercoledì mattina le furono fatti li funerali in Santo Spirito. Doc. 85 fol. 93v [5 luglio] La medesima mattina furono fatti 3 funerali […] et al signor Francesco Verdone celebre basso di Cappella d’anni 56 nella chiesa di Gesù, e Maria con 12 torce accese in conformità della prammatica de musici di Cappella, quali tutti vi furono ad intuonare la requie alla messa. 152 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 86 fol. 95v [16 luglio] Venerdì alli 16 festa della Madonna Santissima del Carmine ; fu celebrata solennemente nella Chiesa di Monte Santo con Musica scelta battuta dal signor Giovanni Paolo Colonna celebre maestro di cappella di San Petronio di Bologna e tutta la festa, e musica si fece a spese del signor abate don Carlo Colonna. Doc. 87 fol. 105v-106r [9 agosto] La sera del medesimo lunedì di vigilia della festa di San Lorenzo martire nel giardino della Cancellaria (doppo cantati li primi vespri in quella chiesa, a quali assistì l’eminentissimo Ottobono vice cancelliere) fu fatta la solita accademia sacra con l’intermezzo di una bella serenata cantata a 3 voci, et accompagnata da sopra 60 istromenti con echi replicati sonori e plausibili, alla quale funtione vi assistirono oltre l’eminentissimo Ottobono sudetto, anche altri otto signori cardinali e quantità di dame. Doc. 88 fol. 118v [2 settembre] Giovedì doppo desinare il signor ambasciatore di Venezia con nobile treno, e corteggio, si portò al Collegio Clementino ad assistere con 24 prelati ad una nobile, bella, e degna dell’assistenza d’un monarca, accademia fatta da quei nobili convittori, eseguendo in prosa, in versi, et anche in musica le glorie, e le grandezze del serenissimo Silvestro Valier Doge veneto […] Doc. 89 fol. 172 [30 ottobre] Essendo stati mandati da Sua Santità al signor cardinale Albani alcuni memoriali dati da diversi musici per il concorso nella Cappella di Sua Santità, e risaputolo l’eminentissimo signor cardinale Maidalchino prima ne passò un biglietto risentito e gratioso con il Santo Pontefice, e poi si portò a passarne rigorose doglianze con l’eminentissimo Albano, quale scusandosi con bella disinvolta rovesciò il fallo al commandamento ponteficio, e rimandò a Sua Santità li memoriali. Non contento di ciò l’eminentissimo Maidalchino, protettore della Cappella Pontificia, cioè de musici, si portò da Sua Santità e fatto un bel discorso fece intendere con eminentissima energia a Sua Santità, che egli come protettore de musici di Cappella toccava ad assistere a loro interessi e non dare ad altri. Mosso a riso, il Pontefice le disse : « dunque V. E. è protettore della nostra cappella, non lo sapevamo ; si facci dunque stimare da questi nostri musici », e sorridendo di nuovo le diede la sua benedittione, e disse : « dunque se così è unusquisque utatur jure suo ». Doc. 90 fol. 197v [8 dicembre] Nella chiesa di San Giacomo de spagnuoli per la festa della concettione di Maria vi si portò la signora donna Maria della Neve della Zerda consorte del signor duca di Medina ad assistere in panegirico in lingua spagnuola fatto eloquentemente da un religioso dell’ordine de Predicatori, e la messa celebrata dal novello vescovo di Parma monsignor Ulgiati e cantata da megliori musici di Roma, sotto la battuta del Basetti maestro di cappella della Basilica Liberiana, et in oggi fermato maestro di cappella nella suddetta chiesa di San Giacomo, dove è stata rimessa la musica. Doc. 91 fol. 197v-198r [8 dicembre] Fanno un gran fracasso li musici di cappella per far occupare il luogo del concorso a più meritevoli di una voce da basso e di una da contralto. Per quella da basso si fe’ sentire fortemente un tal Nicola mezzo tedesco, e se gl’oppongono i poco amorevoli con dire, LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 153 non essere egli sacerdote (pretesto ridicolo), e deve essere fatta l’elettione per la seconda festa di Natale. Maidalchino il signor cardinale come protettore della Cappella si fa sentire in tale occasione ma per havere in contrario il signor cardinale Albani pare che stuoni nella voce delaso[l]re. Doc. 92 fol. 202v [16 dicembre] Il medesimo giorno su le 20 ore si radunarono al Quirinale i signori musici della Cappella per votare nel concorso delle due voci mancanti, basso e contralto, con l’assistenza delli due signori cardinali Maidalchino protettore, et Albani commesso da Sua Santità, et il medesimo santo Pontefice volle calarvi, e cominciatosi a sentire le voci per il concorso quando era passata poco più della mezz’ora, fu avvisato il Santo Pontefice che veniva il signor cardinale de Gianson a farsi sentire nella sua udienza ordinaria, e convenne a sua santità ritornare di sopra nella stanza solita di quell’udienza, la quale durò circa due ore, et il concorso de’ musici restò scontentato per l’assenza di Sua Beatitudine, onde non fu votato ne risoluto cosa alcuna. Doc. 93 fol. 208v [25 dicembre] Subito finita la cappella della mattina di Natale al Quirinale con calessi di cambiatura il signore cardinale Ottobono e l’eccellentissimo signor già principe don Antonio suo padre s’incamminarono alla volta di Napoli a dare una vista a quella bella città, et in questo imminente carnevale vedere le belle opere musicali, quali non saranno mai tanto belle e vaghe quanto quelle di Venezia, ne meno il carnevale, se bene li signori Ottoboni non vi staranno che una ventina de giorni, volendo tornare in tempo di vedere il nostro divotissimo carnevale di Roma, e le 4 opere musicali nei nostri due teatri. 1695 Doc. 94 fol. 216v [1 gennaio] Essendo stato eletto Gioseppino d’Orsino insigne soprano, maestro della cappella pontifica, sabbato dopo li vesperi del Quirinale si fece sentire valorosamente alli secondi vesperi nel Giesù. Doc. 95 fol. 217r [1 gennaio] Non essendo riuscito la prima volta il concorso radunatosi al Quirinale per eleggere le due voci mancanti nella Cappella Papale, s’intende non sia per farsi più, havendo detto Sua Santità che bastano quelle che vi sono. Doc. 96 fol. 219 [7 gennaio] Il medesimo giorno si viddero affisse stampate per le cantonate più pubbliche di Roma due notificationi, una avvisando a gl’otiosi, che alli 8 di gennaio il famoso Trappolino de burattini sotto il palazzo de signori Maculani haverebbe incominciato le sue comediole, e l’altra, che la medesima sera si sarebbe aperto il famoso teatro di Torre di Nona, per ivi rappresentare la prima opera in musica, intitolata Giustino. Doc. 97 fol. 220 [8 gennaio] La medesima sera si diede principio alle recite del Giustino opera drammatica nel famoso teatro di Torre di Nona, alla quale si portò anche il signor contestabile Colonna con don Marcantonio suo fratello e gli signori che solo poco prima erano tornati dalle cave di Cisterna, ove dimorati alcuni giorni più si lodano de buoni trattamenti ricevuti da quelle eccellenze, che non lodano la compositione, e l’intreccio del Giustino, non biasimando però la bontà della maggior parte de musici recitanti, e lodando l’esquisitezza dell’orchestra. 154 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 98 fol. 220v [8 gennaio] Raccontano di più li signori Ottoboni et esagerano la nobiltà de trattamenti da quel signor viceré, essendo stato di persona a visitare sua emminenza, e condottolo seco in carrozza la sera alla commedia, e poi ad un nobile fatto a posta di dame di palazzo, dove invitato don Antonio Ottobono ballò con dama galante e bella, con la quale complì galantemente, ma non si vede che egli possa essere riuscito, come seguì nel ballo delle dame d’Ancona, non essendovi in Napoli ne da per tutto le Cornelie Nembrine Doc. 99 fol. 221v-222r [12 gennaio] L’opera di Torre di Nona non a tutti piace la compositione poetica, e perciò ogni sera va calando l’esito de bolettini e quelli che hanno affittato i palchetti di prima fila a pian terreno per 80 scudi ogni sera, fin ora vi hanno rimesso 50 scudi per sera. E l’impresarii del teatro, che nel mese di giugno videro un certo dramma eroicomico di un certo abbate Caetano, e non solo lo accettarono, ma le fecero mutare il primo atto a modo loro, poi lo rifiutarono, havendo scelto il Giustino, ora dicono l’opera del Caetano era più bella. E per non havere il povero Caetano un prencipe in Roma protettore, che porti, e raccomandi le sue deboli fatiche, la sua opera vive sperando ogn’anno per l’altro (anche la virtù ha bisogno di protettione). Si querelano di più li detti impresarii della gravezza imposta da Sua Santità, cioè, dice il Santo Pontefice, che ogni teatro è obligato dare un palchetto gratis per li nipoti del regnante Pontefice, Sua Santità non ha altri nipoti, che li poveri lateranensi, a questi dunque vuole che si dia il valore del palco del nipotismo, cioè cento scudi. Et una simil somma vuole ancora che paghi il teatro di Capranica, e se li due teatrini de burattini hanno voluto la licenza anche loro per rappresentare le loro comediole, una col titolo di Trappolino a Sant’Agnese, e l’altro di Pasquino alla Sapienza hanno pagato dieci scudi per ciascuno. Doc. 100 fol. 225v [18 gennaio] La sera medesima cominciò la sua prima opera in musica il teatro rinnovato dal signor Pompeo Capranica, intitolata Clearco in Negroponte, la quale dicono quei che gli piacque, che fu assai bella nella [quale] stando al palchetto la signora principessa sposa di Pellestrina, non so come le cadde dal deto [recte : dito] quel suo bel diamante che altra volta perdè, lavandosi le mani, e ritrovò ; ma questa seconda volta non si sente ancora ritrovato. Doc. 101 fol. 227v [22 gennaio] Due maestri falegnami, o siano ingegnieri, che haveano cura di accomodare il moto alle scene al rinnovato e bello teatro di Capranica sono stati fatti prigione d’ordine di monsignore illustrissimo governatore a contemplatione del cavaliere Filippo Acciaioli di Pompeo Capranica, per havere questi scoperto, che per colpa loro non andavano bene, ne havevano il dovuto moto le scene, e le machine, e ciò per havere preso buone mance dagl’affittuarii del teatro di Torre di Nona, affin che non vi cominciasse così presto quello di Capranica. Doc. 102 fol. 231v [30 gennaio] La sera della domenica d’ordine di Sua Santità furono sospese tutte le recite, tanto delle opere musicali, quanto de burattini, balli su la corda, et ogn’altro trattenimento scenico et osceno su la riflessione della mestitia considerabile per tanta pioggia. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 155 Doc. 103 fol. 233 [1 febbraio] La sera del medesimo martedì si fece la prova generale d’ambedue le 2 opere musicali in ambedue li teatri Torre di Nona e Capranica, ma le loro recite si riserbano a sabbato venturo. La notte seguente morirono il maestro di ballo del teatro Capranica di pontura, e di pontura e di una postema in gola morì il musico soprano Magnavacca che rappresentava la parte di regina, anzi d’imperatrice Arianna consorte di Anastasio nel dramma Giustino, con particolare dispiacere della bella vedova Lancetti sua favorita. Doc. 104 fol. 238 [11 febbraio] Il giorno doppo desinare, fattasi parentesi al diluvio, con farsi vedere tutto il giorno il sole, Sua Santità invitata dall’eminentissimo Ottobono si fece portare in sedia con il suo solito positivo corteggio, e cavalcata, ad orare nella chiesa de santi Lorenzo e Damaso avanti il Santissimo con sì vago e divoto ornamento esposto, e mentre s’inginocchiò nel fare l’atto dovuto di venerazione con umilissimo inchino all’ostia consacrata il grand’Arcangelo dal violino incominciò a far rimbombare una sua armoniosa sinfonia, che durò appunto tutto il tempo della pontificia oratione. Doc. 105 fol. 270 [5 aprile] Si ritrova in Roma il celebre Alessandro Scarlatti per passare in Spagna maestro di cappella di sua maestà cattolica e Giovanni Bononcino altro celebre par suo passerà in Napoli maestro di Cappella di quel signor viceré. Doc. 106 fol. 291r [30 aprile] Sta sul partire per Vienna al servitio della maestà di Cesare il celebre soprano di sua eccellenza viceré detto Matteuccio, venuto da Napoli. Doc. 107 fol. 303v [24 maggio] Su le 15 ore poi nella chiesa di Santo Antonino della natione di Portogallo si portò con numeroso corteggio il signor marchese Fonseca residente a questa corte per il re don Pietro con una nuova livrea di gala, ad assistere ad una messa solennemente cantata con il Te Deum laudamus nel fine, in segno di allegrezza e di rendimento di grazia per la natività del terzo genito, e per la recuperata salute della regina madre neoburga. La musica fu scelta delle meglio voci di Roma, e di palazzo, guidata dalla battuta del signor don Pietro Franchi maestro di cappella della Madonna de Monti, e de signori Rospigliosi, con la sinfonia del grand’Arcangelo Bolognese. Doc. 108 fol. 305r [22 maggio] Perché improvvisamente partirono domenica doppo desinare alla volta di Bologna a divertirsi in forma di villeggiatura nel vedere Il Nerone fatto Cesare opera drammatica, recitata in musica nel teatro de signori Malvezzi, don Carlo, e don Marco Antonio Colonna, senza far motto, ne pur dire addio al fratello maggiore Contestabile, quale nel medesimo tempo partì per Marino, subito si sparse voce essere passata poco prima nuova contesa tra di loro. Doc. 109 fol. 308v [2 giugno] Essendo il sito della dogana vecchia di terra giurisdittione di San Luigi de Francesi, e restando disaffittata nell’aprirsi la dogana nuova di piazza di Pietra, con perdita di quel luogo pio di circa 800 scudi annui, pensa il signor Cardinale di Gianson fabbricarci un teatro da comedia, e ricavarne molto più, in tanto in breve il signore marchese d’Aribert [recte : Alibert] è in procinto di poner mano alla fabrica di Tor di Nona, e rivoltare, et ingrandire quel teatro. 156 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 110 fol. 313r [6 giugno] Il signor cardinale Ottobono partì giovedì della passata al tardi su le poste verso Spoleti per vedere ivi la comedia in musica fattavi più volte, e ritornò lunedi su le 21 ora, incontrato dal principe don Antonio suo padre, venuto per trovarsi alla funtione di giovedi mattina. Doc. 111 fol. 317v [12 giugno] Il giorno medesimo per la festa di Sant’Antonio di Padoa celebrata in 3 chiese non vi fu gran bella musica, mancando li due migliori Girolamo contralto de signori Rospigliosi, e Pasqualino Tiepolo soprano della Cappella Pontificia, essendo andati a servire uno il signor contestabile a Marino, per la festa di San Barnaba trasportata, e l’altro il signor duca di Sermoneta a Cisterna per la festa di Sant’Antonio, celebrata con tutte le pompe, lotta e corsa de Palii. Doc. 112 fol. 321v-322r [19 giugno] Nel principio della scorsa settimana fu dato principio al guasto dell’antico teatro di Tor di Nona, per riformarlo a dirittura del fiume e della strada dell’Orso, che va al ponte di Sant’Angelo, ad una grand’impresa si è posto il piccolo architetto Fontana, obbligatosi per scrittura a darlo finito per il 29 del venturo ottobre, et io dico a tutto dicembre, pur che le cose siano ben formate. Doc. 113 fol. 338v [16 luglio] Alla festa della Madonna del Montesanto, tanto alli primi, quanto alli secondi vesperi, et alla messa cantata solennemente vi fu un gran concorso di popolo, non tanto per la divotione, quanto per sentire cantare Giovanni Francesco Grossi da Pescia celebre contralto (alias Siface) venuto in Roma per porre un zampetto sul palco del bel rinuovato teatro di Pompeo Capranica, et alla bella prima s’intende habbi richiesto 1500 scudi, e che di già ne gli siano stati offerti mille. Doc. 114 fol. 355v [5 agosto] La medesima sera in Piazza di Spagna si replicò la scritta suddetta serenata a 3 voci a contemplatione delle signora duchessa di Medina donna Maria della Neve della Zerda, per essere la festa della Madonna della Neve, et in tal giorno fu deposto il lutto44. Doc. 115 fol. 365r La medesima sera [15 agosto] lo sposo Capizucchi fece una galante serenata alla sua sposa Isabella Cesi, e vi cantò a voce sola Vittoria Bolognese la figlia del cocchiere, accompagnata da varii stromenti con generale applauso […]. Alle 2 della notte, come ottava di San Lorenzo nel cortile del signor contestabile Colonna fu fatta un’altra bella serenata a 3 voci, le di cui parole furono dello Stampiglia, la musica di Bononcino, e vi cantarono Girolamo de Rospigliosi, Pasqualino, e Peribeo, con l’armonia degli stromenti da arco del Bolognese, e con tal congiuntura si riseppe il regalo fatto dal signor duca di Medina alli 3 musici della sua serenata replicata 2 volte, cioè 3 doppie a Pasqualino, 3 a Peribeo, e 30 a Siface. Non si sa ancora il regalo, che farà il signor contestabile alli suoi tre musici, che doveranno replicarla sotto il palazzo del signor duca di Medina a Caetani al Corso. Doc. 116 fol. 368v [23 agosto] Quando il signor duca di Medina fece dare le suddette 30 doppie a Giovanni Francesco Grossi, alias Siface, le disse 44 Fa riferimento alla serenata eseguita il 2 agosto. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 157 di propria bocca, che stimava bene se ne andasse a fare il carnevale a Milano, et egli per mostrare la stima, che faceva de cenni di un sì qualificato soggetto 24 ore doppo partì per Firenze per proseguire per Modena e poscia a Milano. Doc. 117 fol. 370r [25 agosto] La medesima sera su le 2 della notte nel Corso avanti il portone del palazzo de signori Caetani sopra un palco illuminato da 8 torce fu cantato un duetto da due delle migliori cantatrici di Roma e furono Faustina, e Giovanna la figlia della vedova, con l’armonia de violini, ed’altri stromenti dell’insigne Bolognese. Doc. 118 fol. 370v [26 agosto] Il giorno doppo desinare nella chiesa di Sant’Ignatio parata superba, e riccamente di damaschi cremisi tutta a trine, e frange d’oro vi si tenne conclusione di teologia un alunno del Collegio Germanico, detto il baron Paolo Sckisctich [recte : Schittich] ungaro, dedicata al re de romani con musica scelta di 40 voci, battuta dal celebre maestro Pitone, con 50 stromenti di Sinfonia guidata dal primo violino del mondo, e del terrestre paradiso, mentre è un’Arcangelo. Doc. 119 fol. 377v [5 settembre] Il medesimo giorno nella chiesa di Sant’Ignatio più riccamente parata della settimana scorsa (ancorchè la matina vi fossero stati li maestri delle cerimonie di palazzo ad ammonire quei reverendi avidi Patrassi, che era contro il cerimoniale il fare una tal pomposa conclusione in una chiesa, ove si permettono solamente le conclusioni capitolari di teologia, che sarebbe stato più proporzionato uno de loro saloni, ma perché si era di già fatto l’apparecchio per questa volta si lasciava correre) fu sostenuta un’altra conclusione di teologia dal signor conte Emerico Csaky de Keresztszegh canonico agriense, et alunno ungaro del Collegio Germanico consacrata alla Santità di Nostro Signore Papa Innocenzo XII con musica celebre di Gioseppe Ottavio Pitone con 24 buone voci, e sopra 40 stromenti guidati dal Bolognese. Doc. 120 fol. 385r [15 settembre] La messa fu cantata a pieno coro de musici sotto la battuta del signor Alessandro Melani45. Doc. 121 fol. 393r [3 ottobre] Nel medesimo giorno, et ora nel Collegio Clementino da quei signori convittori fu fatta l’accademia di belle lettere, ballo, scherma, gioco di picca e cavallarizza alla presenza di 22 signori cardinali, e 25 prelati con applauso universale. Doc. 122 fol. 431r [22 ottobre] Si lavora al Tor di Nona per finire avanti le sante feste di Natale il famoso e rinuovato teatro, e con tanta furia più assai che si fa alla gran nuova curia di Monte Citatorio. Doc. 123 fol. 435v [30 ottobre] Sono all’ordine due curiosi e belli matrimoni. Il signor Ottavio Pitone, celebre maestro di musica e di cappella dell’Apollinare e di San Lorenzo, e Damaso prende la figlia del Foggia insigne maestro di musica, e di cappella de Padri Teatini e dell’Ara Coeli. 45 Fa riferimento ai funerali di Eleonora Buoncompagni Borghese, moglie di Giovanni Battista Borghese a San Lorenzo in Lucina. 158 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 124 fol. 453v [30 dicembre] Venerdì doppo desinare anche l’illustrissime signore monache di S. Silvestro […] hebbero la permissione di far cantare da musici li primi vesperi per la loro festa di San Silvestro Papa, e le fece la battuta il cognato del celebre maestro di cappella Alessandro Melani, il quale continuò la messa e li secondi vesperi anche il dì seguente e vi cantarono due voci le megliori tra musici di Roma, Pasqualino Tiepolo soprano della Cappella Pontificia, e Girolamo il celebre contralto provisionato della signora duchessa di Zagarola. 1696 v r Doc. 125 fol. 15 -16 [15 gennaio] Domenica mattina l’eminentissimo signor cardinale Ottobono nelle sue stanze della Cancelleria fece un lauto desinare a 3 delle sue creature, e furono otto a tavola […] e terminata la mensa su le 22 ore si pose all’ordine la bella rappresentatione di Santa Rosalia, rappresentata da burrattini d’inventione del signor cavaliere Filippo Acciaioli, e cantata da sei voci le migliori di Roma. Santa Rosalia nipote di Ruggiero la fece Bolsena ; Ruggiero re di Sicilia la fece Silvio contralto ; Balduino lo fece Montalcino ; Riccardo suo fratello lo fece il tenore di Barberino ; Elisena sorella del re de Tunisi, schiava di Balduino, la fece Peribeo ; Fausta nutrice di Santa Rosalia la fece Giovanni Battista Cappellarino. Le parole del metro parte sono di sua eminenza e parte del conte di San Martino, e sono bellissime ; l’orchestra vienne [sic] sostenuta dall’impareggiabile violino di Arcangelo Bolognese ; finì ad un’ora di notte. Doc. 126 fol. 18v-19r [18 gennaio] La terza funtione di mercoledì mattina si è la gran bella messa cantata a 5 cori nella chiesa degl’Orfanelli, e fu la scritta votiva del signor Pompeo in occasione del suddetto picciolo incendio. La compositione sino all’Evangelio fu del celebre maestro di cappella del Serenissimo di Modona [sic] e si può dire, anche di Parma, il Manzi [Mancia], et il credo fu compositione del Gasparrini, maestro di cappella del gran Prencipe di Toscana. Battè la sua compositione il Manzi e quella del Gasparrini la battè un’altro musico ; mescolatamente nel primo coro vi cantarono tutti li musici forastieri destinati per il teatro di Capranica, e negl’altri cori vi cantarono i nostri, non di Cappella, essendo applicati in San Pietro per la suddetta Cappella. Vi furono 44 stromenti da arco, 2 arciluti, 2 trombetti. L’udienza fu così numerosa, che non vi era ove potere gettare un grano di miglio, e chi scrive ancora se ne sente con un fisso dolore di cosce, obligato per la calca a stare storto ; nel palco grande dell’organo ordinario della chiesa da una parte vi erano 10 voci che formavano il quinto coro, e dall’altra parte vi erano 4 principi […] Doc. 127 fol. 22v-23r [22 gennaio] Domenica mattina si vidde per le cantonate di Roma affisso il primo cartello stampato, che avvisa le recite del teatro di Capranica per la prima volta mercoledì sera alli 25 e giovedì 26, e sabbato 28 del corrente gennaro, e si farà l’opera intitolata Flavio Cuniberto opera vecchia fatta in Venetia nel teatro di San Giovanni Grisostomo l’anno 1682, et la Penelope Casta del medesimo autore, che deve comparire nel nuovo teatro di Tor di Nona si crede, che habbia il male delle donne, che non si può far vedere in scena, non potendosi aggiustare la comparsa luttuosa. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 159 Doc. 128 fol. 25v [25 gennaio] Furono affissi li cartelli sino da domenica, che avvisavano la prima, seconda e terza recita di Flavio Cuniberto al teatro di Capranica, per mercoledì sera la prima volta, e poi all’improvviso sul mezzo dì furono veduti affissi gl’altri cartelli per il teatro di Tor di Nona per la sera di mercoledì, e per la seconda di giovedì ; e nel medesimo tempo furono staccati, e lacerati i cartelli per il teatro di Capranica. Si fece quella di tor di Nona, intolata Penelope la Casta, alla quale vi fu mezza Roma, cominciò quasi alle 3, e finì alle 8 ore con inaspettata riuscita, e sodisfatione particolare di tutta l’udienza. Doc. 129 fol. 26 [25 gennaio] Si come il teatro di Capranica cedè mercoledì sera per la prima volta a quello di Torre di Nona, così era conveniente, che questi si contentasse, che quello di Capranica, rappresentasse solo anch’egli giovedì sera il suo dramma, intitolato Flavio Cuniberto del Noris, già rappresentato in Venetia nel Teatro Grimano l’anno 1682, e dicono chi ha sentito ambedue, che questo di Capranica sia più quello di Tor di Nona più vago [recte : sia più vago di quello di Tor di Nona]. Doc. 130 fol. 28v [27 gennaio] Vedendo li signori interessati del teatro di Tor di Nona, che la loro opera detta Penelope la casta, rappezzata dallo Stampiglia, virtuoso di poesia, non ha quel concorso, che si credea, hanno pensato di calare a 3 giulii il bollettino, che pagava 5, e si crede che ne meno gioverà. Doc. 131 fol. 34r [8 febbraio] Corre voce, che sua eccellenza [Medinaceli] habbi eletto al suo servitio cinque li più insigni nel canto d’Italia : il Cortona, Ballerino, al quale si condonano i trascorsi ruffianesimi fatti e non compiti alla signora Angela Giorgina ; per terzo Giovanni Francesco Grossi alias Siface ; quarto Pistocchino ; e quinto Silvio contralto della Cappella Pontificia. Doc. 132 fol. 42v [22 febbraio] Ripigliò le sue recite martedì sera il teatro di Torre di Nona, et è riuscita l’opera più per la vaghezza, e ricchezza delle scene, che per l’opera male ordinata, anzi sconcertata per la raffazonatura di Silvio Stampiglia. Giovedì sera ripigliò le sue 2 recite il teatro di Pompeo (detto così, per essere di Pompeo Capranica) con la recita della seconda opera intitolata Il Re Infante del gran Matteo Noris, la quale riesce più nell’opera, e nella musica del Ma[n]zi [recte : Luigi Mancia] che nella bellezza delle scene, e negl’accompagnamenti. Negl’altri luoghi particolari non vi sono gran numero di comedie : una d’improviso in casa del Lembri, a spoglia Cristo, è buona assai per due parti ; un Pulcinella natio della cerra [recte : dell’Acerra], et un Ponzeucro in lingua genovese ; un’altra in Borgo, recitata da chiericoni della Basilica Vaticana, et un’altra nella casa de signori Ruccellai al corso incontro al palazzo de signori Caetani. Doc. 133 fol. 43r [24 febbraio] Venerdì la mattina l’eminentissimo Ottobono mandò la chiave del suo bel teatrino alla signora ambasciatrice dell’Imperatore, che per quella sera ne disponesse a suo modo ; la quale vi fu con quasi tutti di sua casa, e con l’accompagnamento di molte dame romane e fu rappresentata da quelle meravigliose figurine una seconda opera, intitolata Gl’Amori Eroici tra Pastori, e dicono chi l’ha veduta, essere più bella prima. 160 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 134 fol. 44r [24 febbraio] Col ritorno del Gamboa con la venuta dell’ordinario di Spagna si sono risapute molte belle curiosità. Il maestro di camera di sua eccellenza di Medina riferisce che in Milano dal padre inquisitore del Sant’Offitio sia stata carcerata Margaritina la famosa cantante bolognese, e che la seconda donna cantante di quel teatro stia molto male ; onde quel teatro resta in vacanza per questo carnevale. Doc. 135 fol. 64r [16 marzo] [Si seppe anche] che con sua eccellenza viceré siano andati due famosi musici, lo Scaglia, e Silano, eccellente buffone del teatro di Tor di Nona. Doc. 136 fol. 78r [7 aprile] La medesima mattina da signori musici (eccetto da quei della Cappella Pontificia) nella chiesa di San Carlo de Catinari furono celebrate l’essequie al defonto celebre maestro di cappella di San Petronio di Bologna Giovanni Paolo Colonna, e fu battuta e guidata la musica da Giovanni Bononcino, allievo del defonto Giovanni Paolo, alla messa cantata con nobile catafalco, e con poca cera, 10 candelotti, da 4 libre in piana terra, e 30 da mezza libra nel catafalco, e vi assistirono 5 maestri di cappella a sedere. Doc. 137 fol. 120r [24 maggio] Fu scritto, che da Roma il principe di Brandemburgo era ito a Napoli, non fu sua altezza che vi andò, fu il Nicolini suo musico, per recitare nell’opera, che fa rappresentare quel signor viceré. Doc. 138 fol. 138v [20 giugno] Che vi erano alcune lettere di Napoli, che dicevano, che in tanto sua eccellenza viceré faceva ritardare le paghe a Nicolino soprano del serenissimo di Brandemburgo, et ad altri musici, che hanno recitato nell’opera musicale colà rappresentata nel maggio scorso, in quanto, che stimava gloria di quei musici, ch’erano stati scelti a recitare nella sua prima opera, e che era vergogna loro pretendere altra mercede. Doc. 139 fol. 156r [12 luglio] E che alla porta del nuovo palazzo di Monte Cittorio la sera antecedente si leggesse affisso in un cartello : domatina al palazzo del Quirinale si reciterà in musica il dramma famoso di Mattio [sic] Noris, intitolato Due nemici al soglio. Doc. 140 fol. 159v [16 luglio] Il giorno alli secondi vesperi, si come l’antecedente alli primi nella chiesa di Monte Santo per la festa della Beata Vergine di Monte Carmelo vi cantarono due mottetti a gara due musici forastieri, Mellini il contr’alto dell’imperatore, e Cortona celebre soprano del serenissimo di Mantova. Doc. 141 fol. 161v [18 luglio] Sua eccellenza [il viceré] ha altro da fare ora, che fa instruire la sua Georgina, per farla recitare in opera nel venturo carnevale a gara della famosa Barbaruccia, che si ritrova in Roma per partire a quella volta con il famoso soprano Cortona ; e questi per recitare un’opera nuova famosa da farsi colà per la nuova del parto della regina sposa Neoburga, finalmente gravida. Doc. 142 fol. 181r [8 agosto] E vi è qualche dubbio, se si facci la sera delli 15 la bella compositione dello Stampiglia nel cortile del signor contestabile Colonna, ove dovevano cantare Cortona, e Barbaruccia, musici forastieri, si crede per rifuggire molt’impegni, e particolarmente a cagione del Martinez [cioè, Georg Adam Martinitz, ambasciatore tedesco a Roma]. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 161 Doc. 143 fol. 184v [8 agosto] Lettere di Napoli ragguagliano la bella serenata fatta fare da sua eccellenza viceré, guidata dalla celebre sua cantante cognita Georgina a Chiaia per la festa di Sant’Anna la sera, con l’intervento di quantità di cavalieri, ma non di dame, che non vollero concorrere ove erano due viceregine per non pregiudicare al cerimoniale. Doc. 144 fol. 190v [15 agosto] La medesima sera dovea il signor principe di Bauco Tassis nella sua casa sul monte della Trinità far fare una bella serenata, poesia di un cavaliere napolitano, ove doveano cantare due virtuose, e non si fece, per non cagionare comedie, se non tragedie, a cagione di havere il principe invitato in sua casa la signora contestabilessa, et il figlio del principe la signora contessa di Martinitz, e perciò fu stimato bene fingere una delle due cantanti malata, e si prese scusa di trasportarla ad altro tempo, ma Dio sa quando. Doc. 145 fol. 194v [20 agosto] La medesima sera, ma concertatamente il signor contestabile Colonna condusse a casa del principe di Belvedere a strada Gregoriana due cantarine, dicono, fossero la Bolognese, e la Piemontese, e con Girolamo de Rospigliosi, e Pasqualino Tiepolo, et ivi fosse cantata la bella serenata dello Stampiglia, e musica del Bononcino, e mentre su le 4 ore stavasi sul fine comparve un cocchio scoperto con due cantarine mascherate, et un soprano, tutti 3 incogniti, et al piccolo spiraglio d’una lanterna si posero a cantare, et una di queste cominciò con un’arietta a desfidare quelle di sopra, che tutte con i due musici si erano poste su la ringhiera ad ascoltare, et una sì bella armoniosa contesa durò sin dopo la mezza notte, e tutto il male fu, che da pochi fu ascoltata, perche fu posta insieme, e concertata all’improvviso. Doc. 146 fol. 205v-206r [6 settembre] Giunto detta sera avanti su le 2 della notte improvisamente in Roma il signor duca di Sermoneta fece dire qualche cosa a questa corte, e vi fu chi disse, essere venuto per concordare un matrimonio, e lo argomentarono dall’essersi fatta un poco di musica il venerdì et il sabbato sera nella sua bella galleria, e dall’essere stata dal suddetto sabbato mattina la signora donna Olimpia Barberina principessa madre, e per essere stati regalati musici, e suonatori (che furono i megliori, Pasqualino, Mont’alcino, e Girolamo, et altri di seconda classe, e vi suonò il violino Arch’Angelo il Bolognese, Tomasino, e compagni), di due carrettate di alabastri cornioli per servitio della cappella loro da farsi in San Carlo de Catinari non vi mancarono bell’ingegni che dissero, che sarebbe stata una musica da sassate, se non vi fossero stati presenti il signor contestabile Colonna, e don Marcantonio suo fratello e pur bastava per nobilitarla la presenza sola dell’eccellentissimo signor duca di Sermoneta. Doc. 147 fol. 208v [10 settembre] Che monsignor Marcello d’Este, in vece di repplicare alli negotii importanti della secretaria de vescovi e regolari, si divertisce giorno e notte sino a 5 ore attorno al cembalo a suonare, e cantare le canzonette, e le ariette de i teatri, et in vece di rimediarvi, avvisato per correttione dalli signori cardenali Marescotti, Petrucci e Coloredo, le sere passate fu veduto con la Ungarinetta stare a sentire la serenata sotto le fenestre del Principe di Bauco e di Belvedere. 162 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 148 fol. 209v [12 settembre] Che il signor cardinale Ottobono volendo cominciare a reformare la famiglia habbi cominciato dall’insolente, e pazzarello soprano Battistino, alias Biribeo, havendo preso al prestesto di ciò ch’ei fece pubblicamente nel coro nella chiesa dell’Anima il giorno della festa della Natività della Beata Vergine, e fu, che havendole dato il maestro a cantare un mottetto un tuono più alto, il signor Biribeo gli lo strappò in faccia. Doc. 149 fol. 215r [19 settembre] Che il signor cardinale Ottobono oltre di havere licentiato dal suo servitio Battistino il musico Biribeo, ha licenziato ancora molti altri alla riserva solo di Bolsena soprano, e del grand’Arcangelo dal violino. Doc. 150 fol. 220r [21 settembre] E la mattina medesima in Santa Maria in Vallicella furono celebrate pompose esequie al Simonelli musico tenore antico di Cappella, e per ciò vi furono tutti li musici della Cappella Papale a cantarle solennemente le requie alla messa. Doc. 151 fol. 221r [23 settembre] Et il giorno doppo desinare nel Collegio Clementino ve ne furono altri sette, cioè Marescotti, Spada, Sacchetti, D’Adda, Panciatichi, Albani, e Lorenzo Altieri, e circa 40 prelati, e diversi figli de prencipi, quali tutti assistirono volentieri, benché infastiditi da un insolito caldo, alla nobile funtione, fatta in forma di accademia in memoria del secolo, altri dicono centesimo dalla fondazione di esso Collegio, fatta dalla felice memoria di Clemente ottavo della nobile famiglia Aldobrandina, e fu portata l’attione con nuovo, e nobile stile di ripartimento tanto nel recitare un triplice poema da 3 nobili convittori, tutti 3 nel medesimo tempo a vista di tutti sovra una catedra vestiti in habito clericale con le loro berrette, et 8 altri convittori a 4 per volta, destinati a compartire i fiori, et i libretti della detta accademia, stampata, a cardinali e prelati, tramezzata con armonia, e musica a 4 voci delle migliori, cioè Bolsena, Battistino, Silvio e Girolamo. Doc. 152 fol. 249v [4 ottobre] La medesima mattina nel Palazzo Apostolico d’ordine del Santo Pontefice fu data la cotta a Marcuccio soprano raccomandato dall’eminentissimo Coloredo, e ben voluto dal padre Francesco Marchesi, successo in luogo del soprano Valeriano, partito per guadagnare molto più nelle recite de veneti teatri. Doc. 153 fol. 266v-267r [1 novembre] Di Napoli habbiamo, essere uscito un altro cartello con una longa iscrittione, parimente attaccato al Gigante, che in sostanza concludeva, chi si attendeva solo a bagordi, comedie, et opere, e musiche, e punto a provedere alla mancanza della farina, e poi andava a terminare con molte rime cadenti alla Giorgina, e piaccia al cielo, che quella benedetta donna non cagioni una tragedia. Doc. 154 fol. 268 [3 novembre] Le lettere dell’ultima staffetta di Napoli di venerdì di data delli 31 ottobre hanno recato la notitia delle superbe, e splendide feste fattesi in Napoli d’ordine, et a spese di sua eccellenza viceré, cioè mascare per 8 giorni, comedie, et opera in musica, e la domenica di giorno, e di notte andò per la città un carro trionfale tirato da 24 cavalli con 400 tra fiaccole, e torce accese, con festa di ballo, ma con poche dame a Palazzo, con luminari e fuochi, et in San Gennaro fu cantata la messa col Te Deum in rendimento di gratia per la recuperata salute del re nostro signore. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 163 Doc. 155 fol. 305v [31 dicembre] La mattina della festa46 fu celebrata una messa solennemente cantata con musica del Melani e con voci le megliori di Roma, e con la celebre armonia dei violini del Bolognese, e Tomasini. 1697 Doc. 156 fol. 4v [2 gennaio] Et ecco che li due famosi teatri di Marcello, e di Pompeo cominceranno le lore opere musicali alli 21 di gennaro, e forse mai, se il negotiato de i zelanti rinforza, e se faranno le opere ne rappresenteranno una sola per teatro, o pure se tutte due, farà sette, o otto recite per ciascuna. Doc. 157 fol. 10r [9 gennaio] Che Sua Santità aveva dato l’autorità a monsignor governatore di Roma di concedere la licenza per la recita delle opere musicali e sabbato incomincerà la sua prima il teatro di Marcello, alias di Torre di Nona. Che si ponerà il prezzo alla porta di 5 giulii al bolettino. Che non sodisfatta l’udienza della qualità delle opere, pretenda pagare i palchetti un terzo meno. Doc. 158 fol. 11 [9 gennaio] Che [a Milano] quell’eminentissimmo arcivescovo Caccia havesse scommunicato un musico sacerdote, che recitava nell’opera di quel teatro, e che perciò si erano fermate le recite, fin che un altro imparasse la parte. Doc. 159 fol. 12v [9 gennaio] Che aspettandosi di sentire per la sera la licenza di recitare le opere, almeno nel teatro di Torre di Nona, non vi sia tale licenza. Altri dicono, che di nuovo li due suddetti cardinali frattanto habbino suggerito nuovi motivi al papa, acciò non permetta le dette rappresentanze, come scandalose. Altri dicono, che veramente non siano ancora all’ordine le scene del teatro di Marcello. Doc. 160 fol. 18v [19 gennaio] Sabbato sera cominciò la recita della sua prima opera musicale il teatro di Marcello, intitolata Fausta restituita all’Impero, e cominciarono ancora alcuni piccioli teatri de burrattini. La matina poi della domenica si riseppe la poco buona riuscita dell’opera del teatro di Tor di Nona e lo dissero alcuni musici, et altri, che la viddero. Doc. 161 fol. 19v [20 gennaio] Così in quel teatro doppo lo scritto prologo si recitò l’Aiace che con l’intermedii matematici del cavaliere Acciaioli, riuscì assai meglio della Fausta restituita all’Impero, di Tor di Nona, portando fin’ora l’applauso Aiace. Doc. 162 fol. 21 [23 gennaio] E nel teatro di Tor di Nona doppo la caduta dello scritto facchino, cadè una tavola, et un pezzo di colonna di legno, et andò a dare nell’orchestra, offendendo leggiermente Caetano dell’arcileuto, et in una mano Arcangelo dal violino il Bolognese, et una donna ch’era nell’orchestra vestita da huomo, timorosa, svenne tanto che con l’emissione del sangue, l’altro ritornò a suo luogo, et ella che fece il prologo con la caduta del facchino malamente vidde una scena. 46 Fa riferimento alla festa di San Silvestro nella Chiesa delle Monache in San Silvestro in Capite. 164 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 163 fol. 22v [25 gennaio] A Parigi il cadetto di Polonia nel sentire un’opera in musica s’innamorò di madama la flore, celebre cantante, e bella, protetta da un duca ; le mandò il Polacchetto ad offerire 2000 doppie per starsi in letto una sol volta con lei ; et ella mostrando al suo duca il biglietto dell’amorosa desfida, quei le disse, che l’accettasse, ma che mandasse prima il regalo ; et il Polacchino mandò un regalo di acque d’odore, e manteche con la borsa delle 2000. Il duca fece, che la flore prendesse le galanterie, e rimandasse le doppie, con dire, che delle dame virtuose si gode il canto, e non altro. Doc. 164 fol. 27 [2 febbraio] Fu detto, che il Santo Pontefice, essendo stato caricatamente informato delle oscenità, che si rappresentavano nell’opera di Tor di Nona, havessene fatto doglianza con monsignor governatore, il quale ne meno haveva rappresentato a Sua Santità tanti successi nel detto teatro, molti di consideratione, e di scandalo, Sua Santità fosse stato astratto a vietare non solo la recita di quel teatro, ma dell’altro ancora di Capranica ; onde ricorsi li signori interessati al signor ambasciatore dell’imperatore, questi ne prese l’impegno, e venerdì su le 21 ora si portò privatamente da sua Santità, e seppe così bene rappresentare del primo teatro la discolpa con dire, che se alle opere vi fossero state oscenità, egli non vi haverebbe condotto la consorte giovane, e le sue due figliole donzelle, per lo che commossosi il pontefice, disse, che a sua contemplatione concedeva la continuatione, e così il teatro di Capranica, che di già haveva mezzo disfatta la positura delle scene della prima opera Aiace, fu necessitato farle riporre a posto, e vi fu recitato la medesima prima opera, l’Aiace il sabbato, e la domenica sera con molto loro lucro, e proseguiranno nella ventura le recite delle seconde opere ciascun teatro. Doc. 165 fol. 28r [3 febbraio] Domenica sera nel teatro di Capranica per l’ultima volta si rappresentò l’Aiace, e lunedì sera nel teatro di Tor di Nona si fece per la prima volta la seconda opera nuova, intitolata La Clemenza d’Augusto, la quale, se non riesce totalmente bene, non è colpa di Carlo Capece, autore del dramma, se bene è comune opinione, che ve ne habbia un terzo il cardinale Pietro Ottobono, e un altro terzo il conte San Martino, la deboleza de musici non la fanno apparire. Doc. 166 fol. 29v [6 febbraio] La seconda opera di Torre di Nona, intitolata la Clemenza d’Augusto non piace, per essere malinconica, e senza buffonerie, e l’altra de burattini in musica con l’inventione del moto di sotto in su, che rappresentato Ambage Regina de sarmati non ha concorso, perché non muovono a proporzione delle figurine, con tutta la musica dello Scarlatti. Doc. 167 fol. 30r [9 febbraio] La medesima sera si recitò la seconda opera per la prima volta nel famoso teatro di Capranica, intitolata l’Eusonia, overo la Dama Stravagante, la quale riuscì assai bene, non tanto per il bello dell’opera in se stessa, quanto per la vaghezza delle scene, e bizzarria degl’Intermezzi. Doc. 168 fol. 36r [17 febbraio] Così scomunicato, e bono tanto il signore ambasciatore cesareo sabbato sera si portò al Collegio Clementino, e per causa sua quei signori convittori rappresentarono l’opera più bella, Povera fede ! Se è vero che la scommunica si attacca, ecco infettato il Clementino, e tutta la religione somasca. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 165 Doc. 169 fol. 68 [15 aprile] Lunedì mattina si aspettava concistoro secreto, ma li signori cardinali per evitare l’otio si applicarono a una congregazione di Propaganda fide et i loro corteggiani furono alla musica in Santo Andrea delle Fratte per la festa trasportata di San Francesco di Paola, celebrata con buona musica da frati calabresi. Et in tale occasione si riseppe, essere stato onorato del luogo in Cappella Pontificia Girolamo Bigelli, celebre contralto, antico servitore, e ben voluto nella casa de signori Rospigliosi. Doc. 170 fol. 75r [28 aprile] Domenica mattina furono molti signori cardinali, invitati da monsignor Fattinelli lucchese, ad orare nella Chiesa della Croce della natione, per la nuova festa fatta ivi celebrare dal detto prelato ad onore di Santa Zita, la quale 400 anni sono fu serva di sua casa, et havendovi fatto erigere un bell’altare a gloria di detta Santa, vi si cantò la messa episcopale, celebrata da monsignor Bottini, e con 4 cori di musica, battuta dal Foggia, sì come anche il vespero. Doc. 171 fol. 87v [22 maggio] In Roma è gionto il principe Lodovisio con la consorte da Messina, et una quantità de musici. Doc. 172 fol. 105v [21 aprile] Nelle 3 sere che il papa stiede [recte : stette] a Nettuno, mentre diceva l’offitio, o dava udienza, il principe [Pamphilj] tratteneva li signori cardinali con varie serenate, delle quali ne compose una all’improviso l’eminentissimo Ottoboni, che fu immediatamente posta in musica47. Doc. 173 fol. 134v [22 giugno] Giovedì sera si fece venire a corte la signora Faustina, celebre cantante, et altri musici, e si stiede in ricreazione sino alle 4 poco prima che suonassero, e poi si fece una ricreatione di rinfreschi e commestibili come se si dovessero celebrare conviti di nozze. Doc. 174 fol. 141v [4 luglio] Giovedì mattina doppo la congregazione del Sant’Offitio a palazzo coram santissimo si tenne una congregatione di stato, che durò un par d’ore, e se si risaprà già qualcosa si noterà sabbato mattina. In tanto da quei otiosi corteggiani fu discorso, che havendo il duca di Modena posto 6 mila scudi di taglia, per iscoprire chi haveva fatto l’eccesso d’haver trucidato Siface, e 3 mila posti dal padrone del medesimo, che il 40 Marsilii habbi scritto a sua altezza, che si risparmi la taglia, per le cagioni mandateli in scritto con giustificate testimonianze, che provavano, haver detto Siface della sorella del Marsilii stando per maritarsi : « si mariti pure, chi la prenderà goderà de miei avanzi ». Le medesime giustificationi ha mandato il Marsilii a Sua Santità. Doc. 175 fol. 150r [16 luglio] Seguì martedì la solita festa del Carmine nella chiesa detta di Monte Santo con musica celebre battuta dalli due fratelli Bononcini, et armonizzata dalli famosi concerti di sinfonia dell’impareggiabile Arcangelo Bolognese, e pagata scudi 200 dall’eccellentissimo don Carlo Colonna. 47 Fa riferimento al viaggio del Papa a Nettuno per restaurare il porto di Anzio. 166 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 176 fol. 171r [7 agosto] Con lettere di Mantova particolari si ha la morte della signora Francesca, e di sua madre, celebre cantatrice, partite da Mantova doppo havere recitato lo scorso carnevale in Venetia, e fatto il quaresimale in Mantoa con piacere di quel serenissimo e volendosene tornare con il suo Marcoantonio, già cameriere del defonto abbate don Andrea Girolamo Caetano, per il viaggio sono morte ambedue di breve malatia, e con suspetto di violenza per essere partite contro voglia di quel serenissimo. Povere ignoranti, e non sapevano le braccia longhe de Principi. Doc. 177 fol. 174 [10 agosto] Che giovedì su le 22 ore de ordine sanctissimo fosse avvisato il principe Tassi a desistere di fare quelle sue serenate solite d’ogni giovedì, e domenica le sere, e dicesi, perché stando egli contiguo alla chiesa della Trinità de Monti lo strepito sonoro di quelle armonie turbavano il silentio, et il riposo a quei religiosi, ma la vera cagione si è, che essendo venuto a notitia dell’eminentissimo cardinale Carpegna, che mentre si facevano le dette serenate sopra le scale di detta chiesa si faceano i sacrifici a Venere. Doc. 178 fol. 178v [11 agosto] La medesima sera con tutto il santissimo divieto tanto il principe Tassis volse fare la serenata, ma non finì senza qualche disturbo, furono vedute lame di spade, bastoni, per aria, e quantità di persone tombolare giù per il monte della Santissima Trinità. Doc. 179 fol. 182 [18 agosto] Domenica mattina infra l’ottava dell’Assunta fu celebrata la sua festa in Collegio Clementino da quei nobili convittori, con musica celebre del maestro signor Francesco Gasparini, eletto maestro di cappella di sua eccellenza viceré di Sicilia, e fu rappresentato in forma d’oratorio in due parti, Maria assunta in Cielo, cantato da 4 voci le migliori della Cappella di Sua Santità, cioè Bolsena, e Pasqualino soprano, Girolamo, e Silvio contralti. Doc. 180 fol. 185r [22 agosto] Il medesimo giovedì non solo si sparsero i rigori della congregatione de costumi, cioè della riforma, ma fu intimato al marchese d’Aribert la demolizione, o sia abolizione del bel teatro di Torre di Nona, et egli rispose spiritosamente, ch’egli non si voleva soggettare alle sassate popolari con fare una tal disgustosa faccenda, ma che haverebbe aperto le porte del teatro, e che li signori cardenali della congregatione della riforma, cioè Coloredo, et Imperiale, mandassero loro a disfarlo, e si sarebbe egli sottratto dall’ingiuria del popolo, e quei sarebbero tenuti all’interesse del damni urgentis e del lucri cessantis. Risposero i signori cardenali, che il signor marchese Aribert in termine di 4 giorni dasse fuori il conto di tutte le spese fatte per la erettione del teatro, e di tutto il lucro. Anche il signor Marcello de Rosis andò il medesimo giovedì a supplicare l’eminentissimo Albani d’intromettersi per la rivocatione di un sì rigoroso decreto, le rispose sua eminenza compatissimamente, che se a gl’affittuarii del teatro bastava l’animo di far recitare le loro opere musicali senza far pagare un soldo a chi le voleva sentire, ch’egli si obligava far revocare il decreto. Doc. 181 fol. 189r [25 agosto] Domenica matina per la festa di San Luigi Cappella cardinalitia nella chiesa del detto Santo, ove fu celebrata la messa con musica celebre del Melani. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 167 Doc. 182 fol. 190 [27 agosto] Martedì mattina, quando andarono i fabri, et i maestri di legname per incominciare a disfare l’intavolatura de palchetti, trovarono un cartello su la porta maggiore del Teatro, il quale a lettere maiuscole, e stampatelle diceva « O vos omnes, qui transitis per viam, accedite, et videte si est dolor similis, sicut dolor meus » fu subito staccato da uno di quei huomini, il quale perché non sapea leggere, se lo fece leggere da un canonico di San Celso, che su le 11 ore et un quarto andava ad assistere al coro della sua chiesa, e perché ne tenne a memoria il contenuto, l’è andato dicendo per tutta Roma, e sabbato ne manderà la copia in Venetia. Doc. 183 fol. 197v [2 settembre] Doveasi la sera fare un’opera in musica nel giardino del signor principe Lodovisio, e per quante istanze habbi fatte per haverne la permissione, non l’ha potuta ottenere, et il torto è stato fatto all’eccellentissima principessa poetessa, per essere sua la compositione delle parole del dramma. Doc. 184 fol. 202v [7 settembre] La medesima sera nel giardino del signor principe Lodovisio si rappresentò in musica per la prima volta l’opera intitolata il Gran Bellisario, portato nelle scene con grande applauso da virtuosi di sua eccellenza, e poco rumore all’entrare. Doc. 185 fol. 202v [8 settembre] La medesima mattina alla chiesa dell’Anima detta di Santa Maria della natione tedesca cantò la messa monsignor di Cartagene con musica scelta, battuta dall’organista di San Pietro in Vaticano. Doc. 186 fol. 204r [9 settembre] Lunedì sera si fece per la seconda volta l’opera musicale nel giardino del signor principe Ludovisio, e dicesi, che nel rappresentare il terzo atto se conoscono le voci de musici deteriorate, et arrochite, per cagione dell’aria umida sotto e sopra, e le corde de violini si allentano. Del rimanente camina con ogni quiete senza confusione all’entrare perché vi assistono persone discrete, e cortesi. Doc. 187 fol. 210r [14 settembre] La medesima sera si rappresentò per la quarta volta l’opera musicale nel giardino del signor principe Lodovisio, ove sua eccellenza si compiacque allargare la mano a fare entrare ogni sorte di persone, e tra certe puttanelle vi entrò anche la Matarazzina, divenuta squaltrina di Silvestrino barigello dell’eminentissimo signor cardinale vicario. Doc. 188 fol. 220r [21 settembre] Havendo saputo l’eminentissimo Spada, che il signor cardinale Ottobono poneva all’ordine un’opera in musica detta La Tutela di Tolomeo, per farla rappresentare con suoi artificiosi pupazzi, venne seco a discorso, e gli significò la determinata sua volontà di non permetter più comedie in vita sua non si conosce però ancora se habbi fatto effetto una tale parlata perché l’opera è stata già provata. Non si sa, se nel rigoroso divieto siano compresi anche i collegii. Doc. 189 fol. 230v [28 settembre] Il buon prelato [il governatore di Roma] soggiunse : « Beatissimo Padre, la stretta unione tra li due ambasciatori [di] Spagna et Imperio non mi piace, e di più stanno cercando di tirare seco loro quello di Malta ; sono li 2 primi quasi ogni sera insieme, o al giardino di Farnese, o a quello di Lodovisio, e con quel principe hanno concertato erigere un teatro nel quartiere de spagnuoli, o in altra parte ove 168 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO debbano assistere in modo che, i miei esecutori non possano impedirli, ne cercaranno a me, ne a Vostra Santità la licenza ; vi vogliono rappresentare opere musicali, faranno venire musici forastieri, e vi vogliono donne cantatrici, che recitino le parte di donne. Io per me non saprò come rimediarvi. Vostra Santità habbia la bontà di riflettervi, e pensare al rimedio ». Doc. 190 fol. 245v [6 ottobre] La sera della domenica avanti alla bottega del caffè in piazza d’Agona sotto il palazzo del signor duca di Bracciano si era alzato un palco per farvi cantare un trattenimento di una serenata, in esaltatione delle glorie di Cesare, per la scritta sì bella, e gran vittoria, ma perché ciò si voleva fare senza licenza di monsignor illustrissimo governatore, questi mandò a prohibirla, e la compagnia de musici, e di suonatori l’andarono a rappresentare dal signor ambasciatore dell’imperatore. Doc. 191 fol. 266v [19 ottobre] Sabbato mattina di buon’ora partirono per Albano invitati dal signor cardinale Ottobono una quantità de megliori musici di Roma con il maestro di cappella Ottavio Pitone, e con il celebre Arcangelo dal violino con un coro di armonia d’istromenti li più eccellenti di Roma per la festa principale che sua eminenza fa fare alla sua abbadia di San Paolo la domenica seguente con la nobile, e divota processione con l’invito di 12 porporati, quali doveranno intervenire con habito, e cappa doppo di che deve seguire corte bandita con lauto banchetto. Doc. 192 fol. 273 [21 ottobre] Si credeva lunedì mattina concistoro, ma essendo il mese della villeggiatura, Sua Santità concede vacanza a signori cardinali essendone andati molti a villeggiare in Albano, in Frascati e nelle altre ville convicine ; pochi ne sono in Roma, sì come de musici, e di suonatori, che furono alla medesima festa, sì come anche non sono tornati Girolamo contralto de Rospigliosi, che si trattiene in Zagarola, ove da quel signor duca si fanno rappresentare due operine in musica ; mancando ancora il celebre Pasqualino Tiepolo per essere andato in Assisi a recitare in una pastorale parimente in musica, quale prima di farsi rappresentare fu mandata qua a rivedere al padre reverendissimo maestro del Sacro Palazzo, il quale ritrovatala modesta, e divota, non solo ha concesso l’imprimatur, ma ha permesso la publica recita. Doc. 193 fol. 288v [4 novembre] La medesima mattina dal signor conte d’Altamira cantò la celebre cantante bolognese, detta la Mignatta la quale poi su le 20 ore partì per Napoli a servire sua eccellenza nel suo teatro per le opere musicali nell’imminente carnevale. Doc. 194 fol. 299r [s.d.] Un passo addietro, venerdì finita la musica nella chiesa dell’Anima su le 20 ore e mezzo, fu carcerato il musico basso, detto Nicola di Caserta il tedesco, e dicasi per havere detto queste parole « Il duca Caetano questa volta non l’ha saputa fare » fu attribuito, che volesse dire per li 3 sicari, che il mercoledì antecedente la sera su le 23 ore tirarono per uccidere i Martinelli. Doc. 195 fol. 301v [23 novembre] Che due teologi siano stati dal Papa a farle vedere San Tommaso d’Aquino […] dove dice circa le recite delle comedie, che « licet, et convenerit, dummodo non sint cum magno scandalo », et il Santo Pontefice mandò subito li due teologi dalli barboni zelanti, cioè dalli due di pelo rosso, Coloredo, e Fabroni, e questi cominciarono a strepitare, LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 169 tanto che furono necessitati accorrervi Imperiali, e Francesco Barberino a contendere, e dire di sì, e la contesa non terminava se non vi andava il Noris, quale gionto tutti cagliarono, e si determinò dare la licenza al signor Pompeo Capranica di far recitare due opere musicali nel suo teatro, dummodo non apparisca il pagamento ; tanto più che sua Beatitudine ne haveva dato intentione al signor ambasciatore dell’imperatore. Oggi poi si disputa sopra il teatrino della Pace, per il quale non vi è ancora sicurezza. Doc. 196 fol. 345r-349r [s.d.] Il cembalo di Torre di Nona a monsignor Fabroni, per il disfatto teatro Al mormorio de sconquassati suoni ergo il mio piede in Tor di Nona, ahi lasso ? Quinci sento una tela, e quinci un sasso gridar vendetta a monsignor Fabroni. Curioso di saper fatto sì strano in ver l’orchestra a lento pie’ m’invio, ma da barbara man rotti vegg’io, giacere in pezzi quei stromenti al piano. Con man pietosa all’or a trattar prendo il cembal, che d’ogn’altro era men guasto, m’appena pongo il dito mio sul tasto, ch’in misto suon tali querele intendo. Sento, che la mia musa appassionata del danno universal, che ne risulta, par, che vogli sgridar fabron, ch’esulta, con questa prima mia rozza sonata. Fabron in van ti fingi un eremita, con il far tutto il giorno da santone, mentre in curia vi son molte persone, che sanno per puntino la tua vita. Non serve andar con la corona in mano, e finger masticare i Pater nostri, per giongere al possesso di quegl’ostri, che risplendere fanno il Vaticano. Ti parlo da fratel, sei troppo tristo, tutta la notte stai per il bordello, e poi ti pensi d’ottener cappello, ma quel cappe non l’haverai per Cristo. T’inganni per mia fe’ messer fabroni, che se tu giongi ad esser cardinale, mi vo tagliar la punta del co… e strapparmi per rabbia li co…. Sai, che fosti scacciato da palazzo, e d’esser porporato hai la speranza, ma in quanto a ciò ti puoi grattar la panza, e con tal speme puoi menarti il ca… 170 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO […] Cosa importano a te li fatti altrui Se dentro a le comedie si fa il chiasso, tu sarai da le puttane a far fracasso come fann’anche li compagni tui. Se con castrati fan l’amor le dame, fallo ancor tu, ch’il diavolo ti porti e non rompere il cu…a queste corti, e non voler, che muoia alcun di fame. […] Così, per non haver musa ad errare, basta ciò, che dicesti, or lascia a Dio la cura di punir fabroni, il rio e mettiti in tantino a riposare. Sì, riposati pur, che per molt’anni, mentre, che porgi tregua al rozzo suono, tante, e tante persone in Roma sono, ch’a tal gente daran mille malanni. 1700 Doc. 197 fol. 51 [4 febbraio] In questa sera l’eminentissimo Ottoboni portatosi dalla regina [di Polonia] per ringratiarla d’haver assistito in San Pietro all’essequie di suo zio, gli fece ancora finezza di trattenersi alla comedia che essa fa recitare all’improvviso per divertirsi, giacchè per l’anno santo non si aprono teatri e meno questa volta è stata conceduta licenza a collegii per le recite scolaresche. Doc. 198 fol. 67 [s.d.] L’eminentissimo Ottoboni in quella di martedì diede un lauto pranzo com’è solito nel carnevale a signori auditori di Rota, ed altri prelati, e cavalieri secolari in numero di 30, e di poi il divertimento d’una cantata e sinfonia ma se questo fu magnifico assai più sontuoso di giovedì mattina a 17 cardinali parte sue creature, quali con altri sette havevano assistito all’espositione del Venerabile in San Lorenzo, e Damaso, chiesa della Cancellaria nel nobilissimo teatro, eretto incanto della vista e dell’arte, rappresentando L’eterna Gierusalemme con spesa di cinque mila scudi. Doc. 199 fol. 68r [13 febbraio] Il maestro di cappella di San Luigi Alessandro Melani, che giorni sono hebbe lo spaccio dal re di Polonia di porsi in figura di residente e che ne haveva fatto parola coll’eminentissimo segretario di stato da monsignor illustrissimo governatore è stato persuaso di scrivere prima a quel re, acciò gli faccia la rimessa delle spese per porsi all’ordine, con fine che fatte queste fossero perdute con ordini contrarij, per ciò che di lui fosse potuto di qui non essere scritto a quella corte circa la nascita di non haver applicato che alla musica. Doc. 200 fol. 111v-112r [27 marzo] L’eminentissimo Ottoboni, che quasi ogni giovedì a sera ha fatto recitare oratorii nel suo palazzo con gran concorso, et applauso in questa ne fece cantare uno della Santissima LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 171 Annuntiata in una gran sala riccamente e pomposamente parata con l’intervento della regina, de 3 prencipi suoi figlioli, e di 23 porporati, con la più scelta nobiltà estera, e di questa corte in forma, che da tutti fu creduta melodia di paradiso tanto per i cantori, quanto per la sinfonia d’Arcangelo del violino […]. Diversi altri oratorii si sono sentiti per Roma ma niuno ha uguagliato questo. Doc. 201 fol. 204 [15 luglio] La casa Colonna, quando doveva darsi principio al vespero, un trave d’un palco de musici dalla parte della navicella, che non era stato incatenato uscito dal luogo, fece cadere la metà d’esso palco, con morte di un musico di Cappella chiamato il Basso di Sora, e sette feriti, e se Dio guardi il caso succedeva verso la metà del Vespero vi perivano altretanti musici, infinite persone di quelle curiose di sentir cantare, e di quelle, che entravano da quella parte. Doc. 202 fol. 216r [20 luglio] L’istesso giorno seguì quella [morte del] famoso musico Fede, havendo lasciato erede il conte di lui fratello. Doc. 203 fol. 223r [31 luglio] Interpostisi da questi interessati de teatri la regina di Polonia acciò impetri a Sua Santità la recita delle opere venali ed sua maestà all’eminentissimo Giansone è stata conceduta la gratia per quello di Capranica e mostrata disposizione acciò si riapri quello di Tordinona […] 1701 v r Doc. 204 fol. 25 -26 [15 gennaio] Il dramma, che dall’eminentissimo Ottoboni si fa recitare al Colleggio Nazzareno vedendo sua eminenza, che ha più applausi di quello credeva in breve ne sarà conferita la protettione et autorità alla regina di Polonia. Con tutta la dependenza che ho dal signor cardinale Ottoboni, non mi incommodarò a vederlo, e sentirlo pago di tante recite sentite per dieci anni continui a Venetia, e Germania, et il mio divertimento in questo carnevale sarà di leggere l’eruditissima vostra ultima opera, havendo in essa ogni piacere, e maggiore sarà se non potrò havere l’altre due per corrette, e non alcune vedutane in queste librarie, attendendo con desiderio questa gratia, mi ridico, Roma, 15 Gennaro 1701. Doc. 205 fol. 28v-29r [22 gennaio] L’altr’hieri l’eminentissimo Ottoboni ch’hebbe udienza, e se discorse del dramma (Intitolato il Console di Roma) che fa andare nelle scene del Collegio Nazzareno, fu amareggiato dalla replica le fece sua Beatitudine che era tempo di piangere invece di divertirsi. Doc. 206 fol. 29v [22 gennaio] La prima recita, del suddetto dramma per la regina seguì martedì sera con piacere della maestà sua, e di circa dicidotto [sic] cardinali di 30 che ne haveva invitati, godutasi tutta la quiete e senza inconvenienti al contrario della sera avanti, mentre alcuni cavalieri francesi corsero pericolo d’esser ammazzati da soldati di guardia alla porta. Non essendovi altre opere in musica il concorso è grande, e non potendovi andare dame liberamente questi si divertono in altre, e principalmente in quelle all’improvviso, che nel teatro di sua casa fa recitare il contestabil Colonna e quelle d’Andrea Muti sono state dismesse per la prencipessa di Forano. 172 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 207 fol. 43v-44r [5 febbraio] La cognata di Sua Santità, non essendosi voluta esporre ad haver rimproveri dalla medesima, ancorchè sia stata scongiurata dalla signora Savelli dama sua camerata, quale molto meno ha ottenuto di condurla pure in maschera e festa e di ballo, et in specie a quella di questa sera, che si fa dall’ambasciatore cesareo, con introduttione d’una burletta in musica. Doc. 208 fol. 243v [10 settembre] La sua Santa gratia giovedì mattina [8 settembre] publicò un’indulgenza […] perché nelle chiese, e particolarmente in tempo di festa si faccia oratione senza astrattione prohibirà le sinfonie de violini, volendo ridurre la musica al canto gregoriano, essendo diversa la casa di Dio dal teatro, tal motivo suggeritole dalla sua devotione, quantunque i musici, et altri l’addossino a Fabroni, et al superiore della missione. Doc. 209 fol. 244v [10 settembre] L’eminentissimo Panciatici ha già incaminato parte della sua famiglia a Firenze, e credo, ch’esso partirà lunedì assieme con un abbate Panciatici et il marchese Nicolò Maria Pallavicini, l’eminentissimi Rubini, et Ottoboni invitati colà dal marchese Ricardi, dovendo passare a Venetia, si dice partiranno anco loro fra poco per trovarsi alle recite di Pratolino. Doc. 210 fol. 279v-280r [22 ottobre] In quella di Frascati si trova il prencipe di Santo Buono che spiegherà il carattere d’ambasciatore straordinario della Regina di Spagna a rendere il complimento al papa. La vostra comare gli tiene ivi conversatione la sera havendocelo introdotto l’agente di Spagna, né si è ingannato che gli piaccia la musica, e l’altra sera fu fatta una serenata alla prencipessa di Rossano in casa, di doppo fu festa di ballo. Doc. 211 fol. 323v [3 dicembre] Circa monsignor Patrizi senza dubio passarà a Napoli, ancorché vi sia qualche torbido per monsignor Castroni supposto da francesi favorevole al partito cesareo nella seguita tumultuatione, quale ancora non è sedata, scoprendosi dentro il corpo del regno nove trame, e con tutto ciò in Napoli si faranno le commedie, essendo già partita a quella volta la Manfredi con il poeta Stampiglia et aspettando la Mignatta di Firenze. Doc. 212 fol. 325 [3 dicembre] L’ambasciatrice cesarea in breve darà principio alla recita del dramma, che fa cantare in sua casa, però col titolo di prove vi farà l’invito de cardinali, e dame, ma pochi degl’uni, e meno dell’altre ve ne anderanno ancorché non vi siano altri pubblici divertimenti. Doc. 213 fol. 331v-332r [10 dicembre] […] da questo Castello Sant’Angelo tutto illuminato fu dato fuoco alla girandola […] Si vidde medesimamente l’illuminatione della regina al casino della Trinità de Monti con sinfonie di varii istromenti, e secondo le relationi non fu certo cosa peregrina. 1702 v r Doc. 214 fol. 8 -9 [7 gennaio] Questi novi timori per il passo de tedeschi a Napoli torranno il divertimento delle maschere, e forse ancora quelle delle comedie ne collegii e case private, se effettivamente siegue detto passaggio, e per quei giorni di carnevale uscirà fuori un giubileo. Intanto per non dar terrore si permettono le suddette recite, e giovedì sera in casa del signor LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ 173 don Oratio Albani ne fu fatta una de pupazzi, e domenica sera prossima in casa del signor ambasciador cesareo ; s’apre pure pubblice il teatro per la recita del dramma, essendo tanto per parte d’esso che dell’ambasciatrice precorso l’invito al sacro collegio, chiamatesi prove le recite fatte fin hora. Doc. 215 fol. 20v-21r [14 gennaio] Con questi torbidi si vedono svanite (come scrissi) le recite dell’opere anche a collegii, quantunque non vi sia per ora ordine in contrario, tanto più che la regina fece sapere al papa, che haverebbe consacrato alla volontà di sua Beatitudine i divertimenti delle comedie all’improviso, i palii del carnevale sono stati gratiati a Carlo Maratta. Doc. 216 fol. 30r [21 gennaio] In questa sera per la terza volta, e mercordì per la quarta fu recitata la pastorale in musica dall’ambasciatore cesareo senza intervento d’altri cardinali che Grimani ancorché invitati, e di poca nobiltà, stando ciascuno cautelato per non render sospetto, e gelosia. Doc. 217 fol. 42v-43r [28 gennaio] Si è recitata altre volte la comedia dall’ambasciatore cesareo senza considerabil concorso non mancandoci mai la marchesa Naro Santacroce, che non vede l’hora di poter ricevere un pezzo d’eccellenza con qualche carica, che l’imperatrice sia per dare al marito in queste presenti emergenze. Doc. 218 fol. 56r [11 febbraio] Per questi torbidi uniti a tanti altri fece il papa emanare un bando de più rigorosi si siano stampati venendo prohibito non tanto le maschere durante questo carnevale, ma ancora le comedie, tragedie, rappresentationi, festini publici e privati in qualsivoglia luogo, e da qualsivoglia persona con pena anche della vita, da caminarsi [recte : comminarsi] per Inquisitione con tenere segreti i denuncianti, permettendosi le recite solo a teatro del Colleggio Romano, Clementino, e Nazzareno. Doc. 219 fol. 69v [25 febbraio] Le commedie a colleggi principiarono mercordì sera, e seguitano tuttavia, entrando però alle 22 hore, et hanno fine poco doppo l’un hora, non havendo voluto il Papa conceder licenza altrimenti. Doc. 220 fol. 72v [25 febbraio] I poco giuditiosi caricano di più il contestabile, che sia stato più volte a godere il divertimento dell’opera in casa dell’ambasciatore cesareo. Doc. 221 fol. 74 [25 febbraio] Una delle 3 opere che recitarono al Seminario Romano quei colleggianti è la Guerra dell’Oratii Romani con i Curiatii d’Albano, opera di monsieur Cornelio, tradotta dal poeta Gigli di Siena, perché pare troppo allusiva a nomi della casa del papa, particolarmente per Intermedii politici de buoni padri per le presenti guerre fra la casa cesarea, e di Borbone. Doc. 222 fol. 107 [12 marzo] La Giorgina dicono sia venuta in Roma, e che tra poco sia per entrare nel monastero di San Francesco di Sales alla Longara. Doc. 223 fol. 124v [1 aprile] Da quelli [gli spagnoli] è stato spedito di qui a Napoli Silvio Stampiglia per comporre un’ opera da recitarsi. Doc. 224 fol. 323 [15 luglio] Il martedì fu conferito all’eminentissimo Ottoboni quale con quello [l’arcipretato di Santa Maria Maggiore], e con il titolo di San Lorenzo, e Damaso come cancelliere, potrà gratificare di beneficii, e pensioni i suoi gentilhuomini amorevoli e virtuosi dell’Arcadia. 174 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Doc. 225 fol. 339 [22 luglio] La festa del Carmine fu solennizzata a Monte Santo dalla casa Colonna con la solita pompa. Doc. 226 fol. 348r [5 agosto] Quel prencipe [Livio Odescalchi] si diverte più sere della scorsa settimana in fare accademie, e cantate in lode di Leopoldo imperatore. Doc. 227 fol. 352v-353r [29 luglio] In faccia al soglio in fondo del cortile48 si vedeva una mezza luna capace per 20 musici, e suonatori, da quali fu cantato in lode del papa con una famosa sinfonia, et un gustosissimo eco, che stava in una fenestra bene adobbata sopra il pontificio baldacchino. Doc. 228 fol. 368r [5 agosto] Il cardinale Ottoboni che domenica mattina prese possesso dall’arcipretato di Santa Maria Maggiore havendo assistito alla messa cantata, et ammesso al bagio della mano tutto quel capitolo, in questo giorno è intervenuto alla festa celebratavi della Madonna della Neve, havendovi aggiunta a musici della Cappella i virtuosi di suo servitio, e dato a tutti i concorrenti un lautissimo rinfresco come si praticava dal fu cardinale Chigi. APPENDICE B - TABELLE Tabella 1 - Esecuzioni di oratori e azioni sacre citati nel Giornale dal 1691 al 1702 N.B. Tutte le tabelle sono state completate con dati ricavati da repertori d’uso. Titolo Librettista Oratorium de Iosepho vendito a fratribus Compositore Interpreti citati Rif. archiv. Luogo Data Collegio Clementino 15-81691 FB 77 c. 46v Palazzo Caetani a Tor de Specchi 21-101691 c. 72v G. B. Bianchini Crocefisso 29-21692 c.131r Mauritius S. Mesquita F. Federici Crocefisso 7-31692 c. 134v Adam F. Ciampelletti B. Gaffi Crocefisso 14-31692 c. 137v 48 Si parla di una accademia nel cortile del Clementino. LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ Titolo Librettista Bethsabeae melodram- G. F. Rubini ma Compositore Luogo Data 175 Interpreti citati Rif. archiv. Bolsena, Montalcino, Pasqualino, Silvio, Torinese. Corelli e Pasquini c. 139v G. L. Lulier Crocefisso 21-31692 27-31692 Montalcino, Verdone, Giuseppino d’Orsini, Bocca di lepre, Silvio. Corelli, Gaffi. c. 143v San Giovanni Battista A. Ansaldi A. Stradella Palazzo Maildachini Abram in Aegypto P. Figari D. Zazzera Crocefisso 28-31692 Cintio, Gratianino, Silvio Lucchese, Savoiardo, direttore Corelli. c. 144v Il miracolo di Sant’Antonio F. Stradella Palazzo Maildachini 29-31692 Cintio, Gratianino, Silvio Lucchese, Savoiardo, direttore Corelli. c. 145 Atalia F. Gasparini Collegio Clementino 1-41692 c. 146v ? ? Palazzo Farnese 1-41692 c. 146v B. Gaffi Oratorio carmelitani scalzi a Santa Maria della Scala 15-10Corelli 1692 c. 275 P. G. Bacci Crocefisso 13-21693 c. 338v F. Capistrelli Bianchini Crocefisso 20-21693 c. 338v S. Stampiglia G. Bononcini Palazzo dell’ambasciatore spagnolo 25-21693 B. Gaffi Crocefisso 27-21693 La fuga vittoriosa overo Il passaggio di S. Teresa dal secolo alla religione Ioseph adoratus a suis Impii per iustum in Iosue San Nicola di Bari Innocentiae F. occasus Ciampelletti Gesta Iosue C. Messinese F. Lanciani San Nicola di Bari S. Stampiglia G. Bononcini Crocefisso San Giacomo degli Spagnoli 6-31693 8-31693 Ballarino, Pistocchi, Silvio, Speroncino, Matteo napoletano ; Corelli Pistocchino, Speroncino, Basso di Marino e Savoiardo. Corelli. cc. 339340 c. 341 c. 345v Matteuccio c. 345v 176 Titolo Pharaonis infaustus amor (=Abram in Aegypto, 1692) Aglae penitente e Bonifazio martire NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Librettista P. Figari Compositore D. Zazzera P. Vanni Luogo Data Interpreti citati Rif. archiv. Chiesa Nuova 9-31693 Crocefisso 13-31693 c. 347v San Pantaleo 19-41693 c. 379r A casa del barbiere a Piazza Colonna A casa di Francesco San Filippo F. Capistrelli F. Marescialli Marescialli Neri allievo di Bianchini 3-51693 Matteuccio 3 voci, tra le quali Finalino 4-51693 c. 346v c. 387 c. 388 23-81693 Pasqualino, Girolamo di Rospigliosi, Silvio Contralto di cappella, Gratiani soprano, Nicolino romano da Gasparino (Haym ?), 24 violini, 3 bassi, 2 contrabassi, cembalo, arciliuto, arpa doppia, trombe. c. 467v 5-31694 Corelli FB 78 c. 30v Chiesa Nuova 7-31694 Biscioni c. 32v Poenitentia in Davide F. Capistrelli G. A. Costa gloriosa Crocefisso 12-31694 c. 36r Iustus ut palma florebit… Patriarcha Ioseph evectior, quo depressior G. B. Pioselli Crocefisso 19-31694 c. 38v A. Scarlatti Cancelleria 21-31694 c. 39v Collegio Clementino Sacri amoris triumphus Giuditta A. Quintavalle Crocefisso P. Ottoboni LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ Titolo Librettista Compositore Luogo Data 177 Interpreti citati Rif. archiv. Mundi suprema lustratio F. Capistrelli L. Fontana Crocefisso 26-31694 c. 41v Abigail P. Figari Crocefisso 2-41694 c. 46v Collegio Clementino 22-81694 c. 112 Oratorio S. Maria della Scala 17-101694 c. 164r C. Vinchioni Assunzione di Maria Vergine La forza del divino amore B. Gaffi Moyses in Madian P. A. Cennami Crocefisso 25-21695 c. 244v A. Scarlatti Seminario Romano 3-31695 c. 248v Iudas Machabeus G. Cola Crocefisso 4-31695 c. 250v Iefte infelix triumphans F. Acciarelli Crocefisso 11-31695 c. 260v Ibid. Giuditta P. Ottoboni Iachelis de Sisara Triumphatrix A. Cecchi Q. Colombani Crocefisso 18-31695 Samson vindicatus U. Carrara C. Cesarini Crocefisso 25-31695 Casa del duca di Sora 26-31695 c. 264v265r Collegio Clementino 15-08- Pasqualino, Peribeo, 1695 Girolamo, Silvio c. 366v Santa Maria della Scala 15-101695 c. 400v Santa Teresa Casus Ierico sub Iosue G. A. Magnani Gedeon in Harad E. Brasavola G. Cola Ioseph Pudicus M. Appiani Corelli Silvio contralto, Pasqualino soprano, Girolamo di Rospigliosi, Gioseppe baritono, Corelli, Caetano arciliuto, Bononcini cembalo c. 264r FB 79 c. 63r Crocefisso 16-31696 Crocefisso 23-31696 c. 67r P. A. Cennami Crocefisso 30-31696 c. 71r M. Fatioli 178 NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Titolo Librettista Moysis Nativitas A. Checchio Compositore Luogo Q. Colombani Crocefisso Innocentiae de Hypocris F. Capistrelli F. Lanciani triumphus Assunzione di Maria Vergine ? Crocefisso Data Interpreti citati Rif. archiv. 6-41696 c. 77v 13-41696 c. 82r Collegio Clementino 19-81696 Tiepolo, Pasqualino, Girolamo, Silvio e Battistino soprano, Nicola da Caserta Basso c. 192r Maria assunta in cielo F. Gasparini Collegio Clementino 18-81697 Bolsena e Pasqualino soprani ; Girolamo e Silvio contralti FB 80 c. 182 La Santissima P. Ottoboni Annunziata A. Scarlatti/ G. Lulier ? Cancelleria 25-31700 Corelli FB 67 c. 111v Casa del cardinale Spinola 6-121701 FB 68 c. 331r Casa del cardinale Spinola 14-121701 c. 341v Palazzo San Marco fine marzo 1702 FB 69 c. 125r Casa del cardinale Spinola primi giorni di aprile 1702 c. 136 Tabella 2 - Esecuzioni di opere citate nel Giornale dal 1692 al 1702 Si escludono i riferimenti alle comedie d’istrioni e altri spettacoli non chiaramente identificati come opere in musica. Titolo Librettista L’Eraclea o N. Minato vero Il ratto - S. Stampidelle Sabine glia Compositore Luogo A. Draghi - G. Tor di Nona Bononcini Data 12-11692 Interpreti citati Rif. archivistico FB 77 c.109r LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ Compositore Luogo Data 179 Interpreti citati Rif. archivistico Titolo Librettista Gli equivoci in amore overo La Rosaura G. B. Lucini A. Scarlatti Capranica 19-11692 Il Mauritio N. Minato A. Morselli D. Gabrielli Tordinona 5-21692 Due opere sceniche in musica / La Dafne Palazzo Zagarolo Feb1692 c. 116v L’innocenza trionfante o pure Rendere bene per male Palazzo del duca di Bracciano Feb1692 c. 116v Opera di burattini Palazzo del principe Savelli Feb1692 c. 116v Comedia in musica Palazzo de’ sig.ri Mandosi d’Amelia Feb1692 c. 116v Comedia burlesca Palazzo del nipote di Antonio Lauri Feb1692 c. 116v L’oracolo di Navarra Collegio Clementino Feb1692 c. 116v L’Eudosia Seminario romano Feb1692 c. 116v Comedia in musica Collegio nazzareno Feb1692 c. 116v Opera Monasterio delle Filippine a Monte Cittorio 15-21692 c. 123r c. 109v Speroncino (duca di Mantova) Pistocchino (Parma), Francesco Ballerini, Finalino c. 116v Seleuco A. Morselli C. F. Pollarolo Tor di Nona - B. Pasquini 3-11693 Vespasiano G. C. Corradi C. Pallavicino Tor di Nona 21-11693 c. 323r Il nemico di se stesso Abbate Contini A. Scarlatti 22-11693 c. 323r Capranica c. 314v 180 Titolo NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Librettista Compositore Interpreti citati Rif. archivistico Luogo Data Amare un impossibile Casa Rospigliosi Gen1693 Maria Rosa c. 323 La Tirisbe = Il genio violentato da un magico anello ? Collegio Clementino 26-11693 Petriccioli c. 325v L’Ottavio Leoni Francesco Antonio Urio Palazzo del duca di Sora 26-21693 Xerse in Persia N. Minato - S. Stampiglia G. Bononcini Tor di Nona 25-11694 Tullo Ostilio A. Morselli - S. Stampiglia G. Bononcini Tor di Nona 13-21694 c. 568v Roderigo G.B. Bottalino F. Gasparini Teatro Cupis alla Pace 25-11694 c. 568v Comedia Palazzo Bracciano Feb1694 FB 78 c. 26r Comediola (Trappolino a Sant’ Agnese ?) Trappolino de’ burattini sotto il palazzo Maccelari 8-11695 c. 219r, c. 221v Tor di Nona 8-11695 Pasquino alla Sapienza Gen1695 c. 221v c. 225v Il Giustino N. Beregan G. Legrenzi, L. Mancia Opera per burattini c. 340v Carlo Antonio (Corno) Magnavacca c. 568v c. 219r Clearco in A. Arcoleo Negroponte B. Gaffi, G. L. Lulier, C. F. Capranica Cesarini 18-11695 Muzio Scevola F. Cavalli G. Bononcini Tor di Nona 5-21695 Nerone infante = M. Noris Nerone fatto cesare G. A. Perti A. Scarlatti Capranica 6-21695 c. 235v Flavio Cuniberto L. Mancia - G. D. Partenio - A. Scarlatti Capranica 26-11696 FB 79 c. 22v, c. 26v, c. 36v, N. Minato M. Noris Magnavacca Pietro Paolo Benigni c. 235r LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ Titolo Librettista Compositore Penelope la M. Noris - S. G. A. Perti Casta Stampiglia Luogo Data Tor di Nona 25-11696 181 Interpreti citati Felini [Ferrini], Giovanni Ercole Rif. archivistico c. 22v, c. 25v, c. 36r, Il Furio Camillo M. Noris - S. G. A. Perti Stampiglia Sabadini Tor di Nona 22-21696 c. 40v, c. 42r Il Re infante M. Noris Capranica 23-21696 c. 42 Comedia d’improvviso Casa Lembi a Spogliacristo Feb1696 c. 42 Comedia Borgo Feb1696 c. 42 Comedia Palazzo Rucellai al corso incontro al palazzo de’ signori Caetani Feb1696 c. 42 L. Mancia Bolsena, Silvio, Montalcino, il tenore di Barberino, Peribeo, G. B. Cappellarino. Orchestra diretta da Corelli Palazzo della Cancelleria 15-11696 Replica il 17 febbraio L’amore eroico tra pastori Teatrino di Ottoboni alla Cancelleria 24-21696 c. 43r Aiace Capranica 19-11697 FB 80 c. 19v Tor di Nona 19-11697 Santa Rosalia Fausta restituita all’Impero La Clemenza d’Augusto Ambage regina de’ Sarmati P. Ottoboni conte di San P. Palermino Martino M. De Bonis A. Scarlatti C. S. Capece F. Gasparini - Tor di Nona B. Sabadini Opera in musica di A. Scarlatti Burattini, Cancelleria? L’Eusonia o vero P. Ottoboni la dama stravagante Il gran bellisario G. A. Perti G. L. Lulier. B. Sabadini Orchestra diretta da Corelli c. 15v, c. 39v c. 19r 4-21697 c. 28r Feb1697 c. 29v Capranica 9-21697 c. 30r Giardino Ludovisi 7-91697 c. 202v 182 Titolo NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Librettista Compositore Luogo Data Interpreti citati Rif. archivistico Commedia all’improviso Palazzo della Regina di Polonia 4-21700 FB 67 c. 51r Il console di Roma Collegio Nazzareno 14-11701 FB 68 c. 25v, c. 28v-29r Maschera e festa di ballo Burletta in musica Palazzo dell’ambasciatore Cesareo (?) 5-21701 c. 43v-44r 3-121701 c. 325 5-11702 FB 69 c. 8v-9r 8, 21, 28-11702 c. 8v-9r ; c. 30r ; c. 42v Febbraio 1702 c. 56r 25-21702 c. 56r, c. 74 Palazzo dell’ambasciatore cesareo Palazzo di Orazio Albani Teatro del palazzo dell’Ambasciatore Cesareo Teatro del collegio Clementino Dramma cantato Recita dei Pupazzi Pastorale in musica Recita Guerra dell’Oratii romani con i Curiatij d’Albano Corneille (tradotto dal poeta Gigli di Siena) Seminario Romano Tabella 3 - Esecuzioni di serenate citate nel Giornale dal 1692 al 1702 N.B. Si escludono i riferimenti dove la parola serenata non appare chiaramente (ad esempio, quella citata in FB 77, 253), anche se dalla descrizione fatta dal diarista si può dedurre che il pezzo eseguito fosse una serenata. Titolo Serenata nel cortile di palazzo S. Marco Librettista Compositore Luogo Data Conclave 21-51691 Palazzo San Marco 30-71692 Interpreti Pasqualino, Bolsena Rif. archivistico FB 77 c. 13r, c. 17r, c. 239r 183 LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ Titolo Librettista Compositore Luogo Data Palazzo del principe Giulio Savelli 3-81692 Piazza di Spagna 5-81692 Serenata nel cortile dei Colonna Palazzo Colonna, cortile 10-81692 Serenata nel cortile de’ Rospigliosi a Montecavallo Palazzo Rospigliosi a Montecavallo, cortile 13-81692 Palazzo Riario alla Lungara 7-91692 Palazzo Rospigliosi, cortile 25-91692 Fontanella de’ sig.ri Caetani 24-61693 Casa dell’abbate Giaccetti 29-71693 Serenata di Livio Odescalchi Serenata nel cortile de’ Rospigliosi F. Gasparini Serenata [Applauso musicale a 4 voci] F. M. Paglia [La nemica d’amore S. fatta Stampiglia amante] G.. L. Lulier G. Bononcini Piazza di Spagna Palazzo Colonna, cortile Palazzo Zagarolo, cortile Palazzo della principessa vedova di Carbognano a piazza Sciarra, cortile Interpreti Rif. archivistico c. 233v Matteo de Grandis, Francesco Ballerini, Valentino Urbani Il Savoiardo, Girolamo de’ Rospigliosi, un basso venuto da Vienna 2 donzelle protette dalla duchessa, Girolamo de’ Rospigliosi, un tedesco, concerto di vari stromenti c. 233r c. 236v c. 238v c. 252r Donzelle di casa, altri musici, Arcangelo Corelli 2 voci, 4 violini, violone, cembalo, arcileuto e tromba Faustina, Gioseppe allievo di Fede, Matteo del Grande Lucchese c. 263r c. 423r c. 446v 5-81693 Pasqualino Tiepolo (C), Girolamo de’ Rospigliosi (C), Silvio di Cappella (C), Cristofaro allievo di Pasquini, Arcangelo Corelli c. 453r 10-81693 Girolamo del duca di Zagarolo (C), Pasqualino Tiepolo (S), Cristofaro allievo di Pasquini, Arcangelo Corelli, Giovanni Bononcini c. 457v 30-81693 c. 473v 2-91693 c. 477v 184 Titolo NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO Librettista Compositore Serenata al principe di Vaudemont Luogo Data Interpreti Prima del 26- Francesco Ballarini 9-1693 Giardino 11-8- Voci, violini, viole e Ludovisi 1694 trombe Loggia de’ Due donne, una 16-8Borghesi dalla genovese et una 1694 parte di Ripetta italiana detta la Bettina FB 78 c. 106v Palazzo Colonna, cortile 17-81694 c. 109r Palazzo di Pompeo Azzolino a Borgo e piazza di Spagna 23 e 25-81694 Un soprano, un contralto, violini et istromenti da arco e trombe c. 113r 31-81694 Arcangelo Corelli c. 118r 2-81695 Pasqualino Tiepolo, Giovanni Francesco Grossi « Siface », Peribeo, Arcangelo Corelli. c. 352v 5-81695 Idem c. 355v 15-81695 Vittoria Bolognese c. 365v 15-81695 Girolamo de’ Rospigliosi, Pasqualino Tiepolo, Peribeo, Arcangelo Corelli c. 365r Palazzo di Campo Marzo [La costanza non gradita S. nel doppio Stampiglia amore di Aminta] G. Bononcini Serenata La notte festiva [prova] S. Stampiglia G. Bononcini La notte festiva S. Stampiglia G. Bononcini Palazzo Riario, giardino, fatta da Livio Odescalchi Palazzo Caetani (occupato temporalmente da Medinaceli) al Corso Piazza di Spagna Serenata di Capizucchi a sua sposa Isabella Cesi S. Stampiglia G. Bononcini Serenata dalla duchessa di Fiano Palazzo Colonna, cortile Palazzo della duchessa di Fiano S. Stampiglia G. Bononcini Rif. archivistico Palazzo del principe Belvedere a strada Gregoriana Agosto 1696 20-81696 c. 495v c. 109r c.184r La Bolognese, la Piemontese, Girolamo de’ Rospigliosi, Pasqualino Tiepolo FB 79 c. 194v 185 LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ Titolo Librettista Compositore Luogo Due serenate dai principe di Bauco e di Belvedere Data Interpreti Rif. archivistico IX1696 c. 208v Serenata del principe Ludovisi in onore del Conte d’Altamira Piazza di Spagna : replicata in seguito in piazza Navona 6-71696 FB 80 c. 145r Serenata del principe Tassis Trinità de’ Monti 7-71696 c. 174r Piazza di Spagna 23-41701 Serenata del ambasciatore di Spagna S. de Luca Corelli FB 68 c. 129r Serenata del figlio del marchese Santacroce 27-81701 c. 225v Serenata alla ringhiera della Regina (di Polonia) 3-91701 c. 236v Ottobre 1702 c. 279v280r Serenata alla principessa di Rossano Palazzo dei principi di Rossano (?) Serenata dai Rospigliosi 7-101702 Serenata in casa del conte Lambergh 4-111702 Pasqualino, Girolamo, nipote di Paoluccio FB 69 c. 96r c. 138r TABLE DES MATIÈRES Liste des abréviations Caroline GIRON-PANEL et Anne-Madeleine GOULET, Avantpropos. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XI Arnaldo MORELLI, La musica a Roma nel Seicento e la ricerca storica : un quarantennio di studi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 PREMIÈRE PARTIE CONTEXTES Jean DURON, La circulation de la musique au XVIIe siècle : disparité des relations franco-italiennes . . . . . . . . . . . . . Gesa ZUR NIEDEN, O la Francia o la Spagna. Finalità delle rappresentazioni musicali tra storia politica e storia culturale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Giuseppe FIORENTINO, Musica e festa nella Roma barocca : il caso di piazza Navona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 35 55 DEUXIÈME PARTIE SOURCES Anne-Madeleine GOULET, La musique à Rome dans la seconde moitié du XVIIe siècle d’après les fonds d’archives familiales : le cas du fonds Lante Della Rovere . . . . . . . . Caroline GIRON-PANEL, « Si eligge Alesandro Scarlotti per nostro mastro di cappella » : informations inédites sur la chapelle musicale de San Giacomo degli Incurabili . . . . Luca DELLA LIBERA e José Maria DOMINGUEZ, Nuove fonti per la vita musicale romana di fine Seicento : il Giornale e il Diario di Roma del Fondo Bolognetti all’Archivio Segreto Vaticano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 95 121 478 TABLE DES MATIÈRES Alexandra NIGITO, Le lettere di Filippo Silva al principe Giovanni Andrea III Doria Landi (1684-1723) . . . . . . . . 187 TROISIÈME PARTIE CARRIÈRES ET MÉCÉNAT Noel O’REGAN, Orazio Griffi : papal singer, composer, impresario and consummate administrator in early Seicento Rome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Margaret MURATA, Dal ridicolo al diletto signorile. Rospigliosi and the intermedio in Rome. . . . . . . . . . . . . . . . . . Maria LUISI, Le poesie per musica del Cardinale Antonio Barberini nel cod. vaticano Barb. Lat. 4203 . . . . . . . . . . Christine JEANNERET, La construction d’un monstre : la figure de Frescobaldi, virtuose génial et gribouilleur . . . . . . . . Valeria DE LUCCA, Opera e mecenatismo tra Roma e Venezia nella seconda metà del Seicento. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 253 269 291 321 341 QUATRIÈME PARTIE PRATIQUES D’EXÉCUTION ET STYLES MUSICAUX Florian BASSANI, Musiche policorali nella Chiesa del Gesù : aspetti di prassi esecutiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Anne PIÉJUS, La musique intérieure. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Graham SADLER, Adapting an Italian style and genre : Charpentier and the falsobordone . . . . . . . . . . . . . . . . . . Shirley THOMPSON, Marc-Antoine Charpentier and the language of Italy. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dinko FABRIS, « De la source à l’interprétation » : i vespri romani nell’itinerario di ricerca di Jean Lionnet . . . . . . . 357 379 399 417 433 Arnaldo MORELLI, Per una storia della musica a Roma nel Seicento : riflessioni e prospettive di ricerca . . . . . . . . . . 447 INDEX DES NOMS PROPRES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 453 RÉSUMÉS DES ARTICLES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 471 TABLE DES MATIÈRES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 477 Composition : Hélène Franchi Achevé d’imprimer en décembre 2012 sur les presses de la Scuola Tipografica S. Pio X Via degli Etruschi, 7 00185 Roma