COLLECTION
DE
L’ É C O L E
FRANÇAISE
DE
ROME
466
LA MUSIQUE À ROME
AU XVIIe SIÈCLE
ÉTUDES ET PERSPECTIVES DE RECHERCHE
Études réunies
par
Caroline GIRON-PANEL et Anne-Madeleine GOULET
ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME
2012
Cet ouvrage est publié avec le soutien de l’Agence Nationale de la Recherche.
La musique à Rome au XVIIe siècle : études et perpectives de recherche /
études réunies par Caroline
Giron-Panel et Anne-Madeleine Goulet
Rome : École française de Rome, 2012
(Collection de l’École française de Rome, 0223-5099 ; 466)
ISBN 978-2-7283-0959-7 (br.)
1. Musique -- Italie -- Rome (Italie) -- 17e siècle -- Histoire et critique
2. Rome (Italie) -- Vie intellectuelle -- 17e siècle I. Giron-Panel,
Caroline, 1979- II. Goulet, Anne-Madeleine
CIP – Bibliothèque de l’École française de Rome
'
ISO/CD 9706
© - École française de Rome - 2012
ISSN 0223-5099
ISBN 988-2-7283-0959-7
À la mémoire de Jean Lionnet
LISTE DES ABRÉVIATIONS
A-Wn
B-Bc
D-Rp
F-CAc
F-Pn
GB-Lbl
GB-Och
I-Bc
I-Fc
I-Mt
I-PeSo
I-Rar
I-Ras
I-Rasc
I-Rasv
I-Rc
I-Rchg
I-Rdp
I-Rf
I-Rli
I-Rn
I-Rsgf
I-Rsmo
I-Rug
I-Rv
I-Rvat
I-Rvic
n. p.
Vienne, Österreichische Nationalbibliothek, Musiksammlung
Bruxelles, Conservatoire Royal de Musique, Bibliothèque
Ratisbonne, Bischöfliche Zentralbibliothek
Cambrai, Cathédrale
Paris, Bibliothèque nationale de France
Londres, British Library
Oxford, Christ Church Library
Bologne, Museo internazionale e biblioteca della musica
Florence, Conservatorio di Musica Luigi Cherubini,
Biblioteca
Milan, Biblioteca Trivulziana
Pesaro, Biblioteca comunale Oliveriana
Rome, Archivum Romanum Societatis Iesu (ARSI)
Rome, Archivio di Stato
Rome, Archivio storico capitolino
Rome, Archivio segreto vaticano
Rome, Biblioteca Casanatense
Rome, Chiesa del Gesù - Archivio
Rome, Biblioteca privata e Archivio Doria Pamphili
Rome, Archivio dei PP. dell’Oratorio della Chiesa Nuova
(Filippini)
Rome, Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e
Corsiniana
Rome, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emmanuele II
Rome, Archivio dell’Arciconfraternità di San Giovanni
dei Fiorentini
Rome, Archivio dell’Arciconfraternità di Santa Maria
dell’Orto
Rome, Università Gregoriana, Archivio storico
Rome, Biblioteca Vallicelliana
Rome, Biblioteca Apostolica Vaticana
Rome, Archivio del Vicariato
non paginé
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ*
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA
DI FINE SEICENTO : IL GIORNALE E IL DIARIO
DI ROMA DEL FONDO BOLOGNETTI
ALL’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO
I trecentosessantaquattro volumi del Fondo Bolognetti giunsero
nell’Archivio Segreto Vaticano tra il 1810 e il 1878. Il loro ultimo
proprietario fu un conte Bolognetti-Cenci1. Il fondo contiene materiale in gran parte memorialistico2 e alcuni volumi raccolgono
testi manoscritti di lavori teatrali in prosa e in musica3. La famiglia patrizia Bolognetti, originaria di Bologna, si stabilì a Roma
nel 1567 con il segretario apostolico Giovanni Battista, che aveva
legami di parentela con Gregorio XIII, il quale nel 1583 nominò
cardinale il pronipote Alberto Bolognetti. Baldassarre, vissuto tra
la seconda metà del ‘500 e morto nel 1629, fece parte dell’Ordine
dei Servi di Maria4. Giorgio (Roma, 1595-1686) fu nunzio apostolico in Francia, vescovo di Rieti e Ascoli Piceno5. Tra i membri della
famiglia sono da ricordare il conte Ferdinando (Bologna 1662 Roma 1737) e la moglie Flavia Theodoli (1671-1754), appassionati di lettere e di teatro, che fecero loro palazzo a Piazza Venezia
un centro della vita mondana e culturale dell’epoca, dove erano
organizzate anche esecuzioni musicali6. Sappiamo che il conte
*
I primi due paragrafi e la trascrizione dei documenti è stata realizzata dai
due autori : Luca Della Libera ha scritto il paragrafo sugli oratori e la musica sacra
e la Tabella 1 ; José María Domínguez quello sulle opere e le serenate e le Tabelle
2 e 3. Ringraziamo Claudio Annibaldi per averci fornito precisazioni sul doc. 174.
1
T. Natalini, S. M. Pagano e A. Martini, L’Archivio Segreto Vaticano, Roma, 1991.
2
L’indice del fondo si trova nella sala di consultazione dell’Archivio, con la
segnatura 1049.
3
Il vol. 82, primo tomo, intitolato Opere di Clemente IX, raccoglie testi de La
Sofronia, La vita humana, La Datira, La comica del cielo ovvero la Baldassarra,
Asurondo. Il vol. 216 contiene commedie tradotte dal francese e il testo de L’amore
eroico fra pastori, « Favola pastorale per musica recitata l’anno 1711 in Roma
dedicata alli signori accademici della Arcadia ». Il 264.41 contiene il libretto de La
contesa dei numi di Metastasio, il 257.10 la cantata Diana e Endimione.
4
G. De Caro, sub voce, Dizionario biografico degli Italiani, Roma, 1969, p. 316-320.
5
Ibid., p. 323-326.
6
S. Franchi e O. Sartori (ed.), Dizionario storico biografico del Lazio. Personaggi
e famiglie nel Lazio (esclusa Roma) dall’antichità al XX secolo, Roma, 2009, I, p. 273.
122
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Ferdinando organizzò nel proprio palazzo due serenate, una nel
1692 e una nel 1699, e l’oratorio Santa Maddalena de’ Pazzi nel
17067. Una dama Bolognetti, forse proprio Flavia, partecipò ad un
« gioco d’ombre » nel palazzo del marchese Maidalchini, dopo l’esecuzione di un oratorio di Stradella, nel 16928.
Nel Fondo Bolognetti ci sono otto volumi, in un arco di tempo
che va dal 1691 al 1703, ricchissimi di nuove informazioni sulla vita
musicale romana, fino ad oggi quasi completamente ignorati dalla
comunità musicologica9. Questa imponente mole documentaria è
trascritta alla fine di questo scritto, sebbene non integralmente. Per
non appesantirla ulteriormente, abbiamo deciso di raggruppare in
tre Tabelle le notizie riguardanti rispettivamente le esecuzioni di
oratori, opere e serenate, tralasciando quindi la trascrizione dei
documenti corrispondenti. Alcune eccezioni sono costituite da
quelle fonti che contengono non solo la notizia di un’esecuzione,
ma anche elementi interessanti, come giudizi, valutazioni o particolari che abbiamo ritenuti degni di interesse. Abbiamo anche
deciso di non trascrivere le testimonianze relative ad eventi generici e con riferimenti vaghi ad esecuzioni musicali e prive dell’indicazione dei nomi degli interpreti. Le informazioni talvolta contengono degli errori e imprecisioni, come ad esempio la notizia che
nel 1697 Francesco Gasparini fu eletto maestro di cappella del
Viceré di Sicilia (doc. 179), e anche quando definisce un tale Basetti
maestro di cappella di Santa Maria Maggiore (doc. 90) ; talvolta il
Il fascicolo 201.35 del fondo contiene il testo di una cantata a tre di Bononcini
« fatta a casa del conte Bolognetti parole del signor avvocato Zoppi ».
7
G. Staffieri, Colligite Fragmenta. La vita musicale negli « Avvisi Marescotti »
(1683-1707), Lucca, 1990, p. 104, 140, 167.
8
Vedi il doc. 24, alla fine di questo testo.
9
La scansione è la seguente : 67 (diario di Roma 1700), 68 (diario di Roma 1701),
69 (diario di Roma 1702), 70 (diario di Roma 1703), 77 (giornale dell’anno 169293), 78 (giornale dell’anno 1694-1695), 79 (giornale dell’anno 1696), 80 (giornale
dell’anno 1697). Nella serie mancano gli anni 1698 e 1699. L’indicazione « Diario
di Roma » è posta sulla costa di ogni volume ; in realtà all’inizio di ciascuno di essi
ci sono diversi titoli : Memorie istoriche, Memorie Giornali, Relatione delli successi
di Roma, Trattati, negotiati, casi seguiti, Gratie e Giustitie eseguite principiando
l’anno del Santissimo Giubileo 1700, Del giornale di Roma. D’ora in poi tale serie
sarà indicata con I-Rasv, FB. In due casi sono stati citati solo alcuni documenti
del fondo : R. Heyink, « Ad honorem nostrae nationis germanicae ac decorem
almae urbis Romae ». Festa e musica come strumento della politica imperiale, in
M. Engelhardt e C. Flamm (a cura di), Musik im Rom des 17. und 18. Jahrhunderts :
Kirche und Fest, Atti del convegno internazionale (Roma, 27-29 ottobre 1999),
Laaber, 2004, (Analecta musicologica, 33), p. 195, n. 73 ; M. L. Rodén, Church
politics in Seventeenth-Century Rome. Cardinal Decio Azzolino, Queen Christina of
Sweden, and the Squadrone Volante, Stockholm, 2000, p. 307, n. 31.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
123
diarista si corregge10. Questo dimostra che dobbiamo considerare
le fonti con cautela.
I primi quattro volumi, relativi all’arco temporale che va dal
1691 al 1697, sono redatti da un’unica mano, mentre i rimanenti
quattro da un’altra. Ciò è confermato anche dal loro contenuto e
dai giudizi espressi su una figura chiave della Roma barocca, il
cardinale Pietro Ottoboni : in un caso, nel 1691, egli è definito
senza mezze misure « il primo degli epicurei », mentre in una nota
del 1701 l’anonimo cronista ne parla come se il porporato fosse un
suo superiore (doc. 10 e 204). La diversa identità dei due cronisti
si rispecchia anche nello stile della scrittura : il primo si lascia
andare a considerazioni, punti di vista e osservazioni spesso originali, distaccandosi in modo molto netto da fonti simili, come gli
Avvisi Marescotti, altri avvisi di Roma (come quelli della biblioteca Corsiniana o quelli altri conservati a Monaco di Baviera e
studiati da Thomas Griffin nella sua dissertazione dottorale), il
diario di Carlo Cartari, e il diario di Nipho11. Lo stile del secondo
cronista, che copre gli anni che vanno dal 1700 al 1703, è molto
più distaccato, e le informazioni sulla vita musicale romana sono
molto scarne, evidentemente anche a causa del maggior peso che
avevano le informazioni sulla difficile situazione politica europea,
in seguito alla guerra di successione spagnola.
Pare inoltre abbastanza chiaro che il primo cronista fosse
un religioso che aveva competenze legali, da quanto risulta della
seguente citazione tratta dal Diario del 1694 e 1695, dove egli
stesso descrive i dieci giorni che non ebbe notizie di Roma per
aver partecipato alla « missione ove si fanno 10 giorni di esercitii
10
Ad esempio, il 25 febbraio 1693 è corretta un’informazione di quattro giorni
prima, sull’oratorio San Nicola di Bari di Bononcini, che il diarista ha confuso con
un’accademia musicale (I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 339v-340).
11
Cfr. A. Morelli, La musica a Roma nella seconda metà del Seicento attraverso
l’archivio Cartari Febei, in B. M. Antolini, A. Morelli e V. V. Spagnuolo (ed.), La musica
a Roma attraverso le fonti d’archivio, Atti del convegno internazionale (Roma, 4-7
giugno 1992), Lucca, 1994, p. 107-136 ; G. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit. Gli
avvisi della Biblioteca Corsiniana sono stati citati da F. D’Accone, The History of
a Baroque Opera. Alessandro Scarlatti’s Gli equivoci nel sembiante, New York, 1985
e da E. Tamburini, Due teatri per il principe. Studi sulla committenza teatrale di
Lorenzo Onofrio Colonna (1659-1689), Roma, 1997, p. 442. Il diario di Agostino
Nipho, segretario dell’Ambasciatore spagnolo a Roma, è conservato manoscritto
presso l’Istituto Spagnolo di Roma, con la collocazione Ms. 404. Thomas Griffin ha
trascritto le notizie musicali conservate in un altro manoscritto (Ms. 402), forse di
mano dello stesso Nipho (www.ascarlatti2010.net, consultato il 18-11-2011). Molti
Avvisi di Roma sono pubblicati in T. Griffin, The Late Baroque serenata in Rome
and Naples : a documentary study with emphasis on Alessandro Scarlatti, Ph.D diss.,
University of California (Los Angeles), 1983.
124
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
spirituali » in un palazzo « in mezzo dell’antico monte citatorio »
(la modesta altura dove sorge il Palazzo Montecitorio, attuale sede
della Camera dei Deputati) dove, entrando, gli fu chiesto di scrivere i suoi dati anagrafici e poi dovette consegnare tutta la sua roba
« restando a me la sola berretta da prete »12. Da altri passi del testo
si può desumere le persone con cui aveva rapporti di amicizia13 e,
inoltre, dati riguardanti la sua formazione legale14.
Oltre a fornire numerosissime e dettagliate informazioni su vari
aspetti della vista musicale romana, il cronista per i primi cinque
anni descrive sistematicamente i cicli oratoriali realizzati nell’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso a San Marcello. Questo
ci ha portato a ipotizzare che egli avesse una relazione diretta
con questo ambiente e anche con la famiglia Bolognetti : il citato
Baldassarre apparteneva, infatti, alla congregazione dei Servi di
Maria, che aveva come sede proprio l’Oratorio del Crocefisso a San
Marcello. L’anonimo estensore dimostra di essere costantemente
aggiornato rispetto alle vicende interne alla corte pontificia, come
dimostrano, tra l’altro, ampi resoconti sulle vicende che portarono
alla demolizione del Teatro Tor di Nona, avvenuta nel 1697, e uno
straordinario sonetto anonimo, intitolato Il cembalo di Torre di
Nona, uno sferzante attacco contro monsignor Fabbroni, il governatore di Roma, responsabile della demolizione del teatro15. Altro
punto di forza di queste fonti rispetto a quelle già note è l’annotazione degli interpreti, come si può leggere nelle Tabelle dedicate alle
esecuzioni di opere, serenate e oratori, e talvolta anche degli organici. Su tutti gli strumentisti degli oratori spicca la presenza sistematica di Arcangelo Corelli, affiancato in alcuni casi da Bernardo
Pasquini, Bernardo Gaffi e Giovanni Bononcini. Sul fronte vocale
le esecuzioni oratoriali sono affidate essenzialmente a cantanti
attivi nella Cappella Pontificia, oltre ad alcuni cantanti « forestieri »
presenti in quel periodo a Roma.
12
I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 253r. Nella missione parteciparono il padre Francesco
Negri Genovese ed il padre Silva Portoghese (fol. 257r), due dati che possono essere
utili per ricercare l’identità dell’anonimo cronista.
13
I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 284v, elenco di persone conosciute « dallo scrittore » :
il secondo cocchiere del cardinale Panciatici, il venditore di caffè nel Corso passato
San Carlo ed il signore Gioseppe Ugolino che « cortegiava gl’Eminentissimo Altieri
et il signore Ambasciatore di Venetia ».
14
I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 316r.
15
I-Rasv, FB, vol. 80, fol. 345-349. Un’altra fonte manoscritta del sonetto,
conservata nella Biblioteca Nazionale di Roma, Cod. Miscell. 1733, fol. 124, è
pubblicata parzialmente da A. Cametti, Il Teatro Tor di Nona poi di Apollo, Tivoli,
1938, I, p. 98.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
125
Il fondo Bolognetti come punto di partenza per nuove ricerche
La mole dei documenti è tale che in questa sede non è stato
possibile approfondirle una per una. Molte di esse possono rappresentare un punto di partenza per ulteriori percorsi di ricerca.
La questione metodologica chiave che permette di comprendere
il potenziale scientifico della fonte ritrovata è evidenziare la sua
stessa natura, che si esplica nella relazione dialettica mittente vs
destinatario. Questo ci aiuta non solo a collocare la fonte in un
contesto ma anche a capire perché l’informazione contenuta è
redatta in questa e non in un’altra maniera. A questo fine ci serve
mettere la nostra fonte a confronto con altre simili relative agli
stessi avvenimenti musicali.
Concentriamoci sul Diario redatto dall’autore che abbiamo già
cercato di identificare. Se prendiamo come campione sperimentale l’informazione sulla festa dell’Assunta celebrata nel Collegio
Clementino la domenica 19 agosto 1691, vedremo come ogni fonte,
oltre a fornire un aspetto diverso dell’evento, rende un’immagine
piuttosto chiara del proprio autore.
Diario Bolognetti :
Nel Collegio Clementino domenica mattina da quei signori nobili
convittori si celebrò la festa nella loro cappella dell’Assunta, trasportata
nella domenica tra l’ottava con musica celebre volgare a 4 voci, e sinfonia,
e da 3 nobili si recitò l’oratione, poema et altra piccola oratione in greco,
con l’assistenza di 7 cardenali cioè Acciaioli, Bonsi, Ovard [Howard], Santa
Susanna, Ciceri, d’Adda e Ginneti e molti prelati16.
Avvisi di Roma al cardinale Marescotti, 25 agosto 1691 :
Nel Collegio Clementino domenica mattina si celebrò da quei nobili
convittori la festa dell’Assunta trasportata nella domenica tra l’ottava con
musica, e da 3 nobili si recitò un oratione, e poema in lingua greca con
l’intervento di sette cardinali, e 18 prelati, e molta nobiltà17.
Diario Cartari, 19 agosto 1691 :
Actus solemnis in Clementino. Domenica 19 di agosto dalle hore
tredici sino alle quindici e due quarti mi trattenni in collegio nella sala
del quale si solennizzò (conforme gli altri anni) la festa della Ss. Vergine
Assunta con vaghissima sinfonia per tre volte di dodici tra violini e violoni,
con cimbalo e tromba di concerto, e con belle musiche a diverse voci. Il
primo recitamento in prosa latina in catedra fu detto da Girolamo Vicentini
mio pronipote. Il secondo fu in versi, che apparì assai spiritoso. Il terzo,
16
I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 46v.
Roma, Biblioteca Nazionale, Avvisi Marescotti, 788, fol. 281, pubblicato da
C. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit., p. 99, nº 117.
17
126
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
un convittore assai giovinetto di famiglia Roma, milanese, in greco, e con
questo senz’altra sinfonia o musica terminò la solennità. Intervennero sette
cardinali, benché le sedie fussero preparate per sedici, e furono Acciaioli,
Bensi, Houard, Ciceri, Barbarico, Adda e Ginetti. Sette prelati e d’avvocati
concistoriali io solo18.
Dal confronto si capisce che Cartari era il più competente
riguardo la musica, mentre l’autore dell’avviso al cardinale
Marescotti fa una sintesi piuttosto breve, adeguandosi allo stile
degli avvisi, trascurando i particolari tecnici riportati da Cartari.
D’altro canto, Bolognetti non è tanto preciso quanto Cartari ma,
a sua volta, è più attento ai dettagli tecnici : la differenza che fa
tra musica a quattro voci e sinfonia corrisponde alla differenza
tra musica vocale e strumentale, più dettagliatamente descritta da
Cartari. Esempi analoghi possono essere fatti anche in altri generi,
come l’opera e la serenata19.
Un’ultima considerazione metodologica. Come sottolineato da
Annibaldi, il significato di ogni documento deriva del « contesto
antropologico d’appartenenza » e quindi « l’immagine più attendibile di questo sta nella totalità della documentazione disponibile »20. Il Diario Bolognetti descrive gli eventi quotidiani della città,
tra i quali la musica ha un interesse in quanto tale, ma è parte della
società romana, descritta anche in altre occasioni quali le udienze
papali, le uscite del pontefice, i fatti degli ambasciatori stranieri,
le celebrazioni dei cardinali, o gli avvenimenti curiosi e scabrosi21.
Molte volte, come succede nel caso delle opere, i riferimenti non
hanno a che vedere con un interesse puramente musicale, ma con
uno scandalo o con un fatto straordinario.
Le tipologie di percorsi di ricerca che potranno scaturire da
queste fonti sono varie :
18
I-Ras, Fondo Cartari-Febei, b. 104, fol. 200v, pubblicato da A. Morelli, La
musica a Roma... cit., p. 136, n. 83.
19
Per la serenata La nemica d’amore fatta amante di Stampiglia-Bononcini,
eseguita il 10 agosto 1693, si vedano gli Avvisi di Roma citati da L. Lindgren,
A bibliographic scrutiny of dramatic works set by Giovanni and his brother Antonio
Maria Bononcini, PhD, Harvard University, 1972, p. 36 ; gli Avvisi Marescotti
riportati in G. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit., p. 109-110 ; il Diario di Nipho,
p. 139 e I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 457v. Per l’opera si veda il caso de Il Seleuco di
Morselli-Pollarolo, rappresentato il 3 gennaio 1693 : I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 314v
(G. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit., p. 109).
20
C. Annibaldi, La musica e il mondo. Mecenatismo e committenza musicale in
Italia tra Quattro e Settecento, Bologna, 1993, p. 23.
21
Si vedano le storie di assassini e cornuti tra fol. 474v e 476 del vol. 77, o la
storia della monaca che bruciò il cadavere di un’altra monaca appena morta per
scappare così dal monastero con il suo amante facendo credere gli altri che era
morta tra le fiamme (I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 275).
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
127
1) Identificazione di oratori
Il primo caso ancora aperto è rappresentato da quello attribuito a Stradella, Il miracolo di Sant’Antonio, eseguito a Palazzo
Maidalchini il 29 marzo 1692 : esso non risulta nei cataloghi stradelliani22. Un secondo esempio è Maria Assunta in cielo, attribuito
a Francesco Gasparini, eseguito il 18 agosto 1697 al Collegio
Clementino, il cui titolo non compare nei repertori23.
2) Identificazione di opere
È certamente una novità la notizia del 6 febbraio 1697, che
dà conto del fiasco di un’opera per marionette, Ambage [recte :
Amage] regina de’ Sarmati, attribuendone la musica ad Alessandro
Scarlatti.24 L’informazione è particolarmente curiosa, perché
tale titolo non risulta nel catalogo operistico di Scarlatti e non è
presente in analoghe fonti diaristiche25.
3) Biografie di compositori
La notizia più importante, senza dubbio, è quella del marzo
1695, che segnala la presenza di Alessandro Scarlatti e Giovanni
Bononcini a Roma, il primo « per passare in Spagna Maestro di
Cappella di Sua Maestà Cattolica », il secondo « passerà in Napoli
maestro di Cappella di quel signor Viceré » (doc. 105). In realtà
né Scarlatti né Bononcini ebbero mai questi incarichi, ma il fatto
che tali notizie siano state scritte significa perlomeno che la voce
di questo ingaggio circolasse a Roma. Questo ipotetico incarico
potrebbe essere collegato al fatto che Luca Giodano, il più grande
pittore napoletano del tempo, nel 1692 fu inviato da Santisteban
alla corte di Carlo II. Tracce di questa ipotesi potrebbero quindi
forse emergere dalla ricognizione di altri fondi archivistici napo-
22
I-Rasv, FB, vol. 77, fol. 145r. L’unico libretto conosciuto su questo argomento
è Il primo miracolo di Sant’Antonio, e fu pubblicato a Modena nel 1687 con musica
di Pier Simone Agostini.
23
I-Rasv, FB, vol. 80, fol. 182.
24
Ivi, fol. 29v.
25
Non è presente in G. Staffieri, Colligite Fragmenta... cit. e neanche in
S. Franchi, Drammaturgia romana. Repertorio bibliografico cronologico dei testi
drammatici pubblicati a Roma e nel Lazio. Secolo XVII, Roma, 1988. Un’opera
omonima fu eseguita per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia nel 1694
con libretto di Giulio Cesare Corradi. Lo stesso titolo fu eseguito l’anno dopo a
Spoleto, con musica di Carlo Francesco Pollarolo, per poi essere replicato a Brescia
nel 1696 e a Pesaro nel 1698 (cfr. C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini
al 1800, Cuneo, 1990-94, I, p. 103).
128
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
letani e spagnoli non ancora indagati. Un caso analogo, sul fronte
delle novità biografiche, è l’annotazione nella quale Francesco
Gasparini è definito « maestro di cappella del gran prencipe di
Toscana » (doc. 126). Non abbiamo trovato cenno di tale incarico nella bibliografia relativa al compositore toscano, ma certamente si tratta di una notizia che merita una rilettura delle altre
sue fonti biografiche, magari anche per essere smentita. Un’altra
informazione finora sconosciuta è la trattativa condotta nel 1700
tra la corte polacca e il Segretario di Stato per avere al proprio
servizio Alessandro Melani (doc. 199), così come la vicenda che
portò Pasquini ad un passo dal licenziamento da parte del principe
Giovanni Battista Borghese (doc. 33). Non mancano novità anche
su compositori « forestieri » del calibro dei fratelli Bononcini e
Giovanni Paolo Colonna, oltre ad informazioni sulla più scontata
attività di maestri di cappella attivi stabilmente a Roma, tra i quali
Giuseppe Ottavio Pitoni, Francesco Foggia, Alessandro Melani,
Pietro Franchi.
4) Biografie di cantanti e strumentisti
Roma si conferma ancora una volta un crocevia nel quale s’incontrano e gareggiano canterine ed evirati, contesi dalle più importanti casate nobiliari e cardinalizie, e arrivano anche a sfidarsi a
duello « per la precedenza di dire un mottetto » (doc. 27), o ad
azioni di boicottaggio, come l’episodio che vede protagonisti il
soprano Giovannino di Savoia e i cantori pontifici (doc. 35). La
gara, da parte degli uomini di potere, per assicurarsi i migliori
virtuosi sulla piazza, è un altro motivo ricorrente, come accade
tra il soprano Giovannino di Savoia, al servizio del Principe di
Savoia, e « Matteuccio » (Matteo Sassano), il celebre castrato che
il viceré di Napoli, Conte Santisteban, aveva « imprestato » all’allora ambasciatore spagnolo a Roma, il duca di Medinaceli (doc.
52)26. I cantanti si confrontavano tra loro in esecuzioni ravvicinate :
è il caso della festa della Madonna del Carmine del 1696, patrocinata dalla famiglia Colonna, quando Salvatore Mellini e il Cortona,
rispettivamente al servizio dell’imperatore e del Duca di Mantova,
si esibiscono cantando un mottetto ciascuno (doc. 140). Talvolta
sono segnalati anche arrivi e partenze dei cantanti verso altre
piazze, come nel caso di due cantori pontifici, che nel 1693 vanno
a Napoli « a far sentire a quei principi la loro virtù » (doc. 57). Tali
26
J. M. Domínguez, Mecenazgo musical del IX duque de Medinaceli : RomaNápoles-Madrid, 1687-1710, tesi di dottorato, Universidad Complutense de Madrid,
2010, vol. I, p. 84.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
129
fonti contribuiscono quindi ad arricchire la mappa degli spostamenti continui dei cantanti, sempre alla caccia delle piazze più
remunerative. Sullo stesso fronte vanno segnalate molte notizie,
finora inedite, sulla presenza, la partenza e l’arrivo di famosi
cantanti « forestieri », tra i quali Giovanni Francesco Grossi (alias
Siface), il citato Matteuccio, Cortona e anche, in alcuni casi, sui
loro strabilianti ingaggi, se confrontati a quelli molto più modesti
dei loro colleghi attivi nelle varie istituzioni musicali romane.
Siface è segnalato a Roma « per porre un zampetto sul palco del
bel rinuovato teatro di Pompeo Capranica, et alla bella prima s’intende habbi richiesto 1500 scudi, e che di già ne gli siano stati
offerti mille » (doc. 113), per poi ripartire verso Milano pochi mesi
dopo (doc. 116). Il soprano Giovannino di Savoia lascia Roma nel
febbraio del 1693 : « con la sua bella voce si è portato via i cuori di
tutti li virtuosi di Roma, e lo che più importa, 1200 scudi » (doc. 53).
Il suo collega Matteuccio, dopo essersi esibito in varie occasioni,
è segnalato in partenza per Vienna per prendere servizio presso
l’imperatore il 30 aprile 1695 (doc. 106). Il soprano Pasqualino
Tiepoli, ammesso nella Cappella Pontificia il 19 marzo 1690, definito in un documento il « famoso soprano Pasqualini venetiano »,
protetto da Ottoboni, avrebbe dovuto cantare al teatro Capranica
nella stagione del 1692 con un onorario di cinquecento scudi, ma
il porporato veneziano lo consigliò di non accettare, perché così
sarebbe stato espulso dalla Cappella Pontificia, e per convincerlo
gli offrì la stessa cifra (doc. 15)27.
Grazie alla dettagliata informazione fornita dal Diario si
possono ricostruire facilmente gli eventi a cui hanno partecipato
diversi cantanti della Roma di fine Seicento, confermando così
l’alto grado della loro mobilità tra i diversi tipi di musica. Si veda il
caso del contralto della Cappella Pontificia, Silvio (probabilmente
Garghetti, assunto come tenore il 23 ottobre 1689 e attivo anche
nella corte di Ottoboni28). Secondo il Diario cantò in sette oratori
tra il 1692 e il 1696 (vedi Tabella 1), nella serenata del 5 agosto
1693, ne L’Applauso musicale a quattro voci nell’azione collegiale
con musica al Collegio Clementino il 23 agosto 1693 (doc. 65),
nell’opera per burattini Santa Rosalia alla Cancelleria il 15 gennaio
1696 (vedi Tabella 2). Un altro esempio di mobilità dei cantanti lo
troviamo nella grande Messa a cinque cori, eseguita il 18 gennaio
27
A. Adami, Osservazioni per ben regolare il coro de i cantori della Cappella
Pontificia, ed. G. Rostirolla, Lucca, 1988, p. 213. Pasqualini aveva cantato in due
opere su libretto di Ottoboni : La Statira (1690) e Colombo (1691).
28
Ibid., p. 212 ; H. J. Marx, Die Musik am Hofe Pietro Kardinal Ottoboni, in
Analecta Musicologica, 5, 1968, p. 176.
130
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
1696, nella quale « mescolatamente nel primo coro vi cantarono
tutti li musici forastieri destinati per il teatro di Capranica » (doc.
126), per arrivare al caso più estremo, quando l’arcivescovo Caccia
scomunicò un sacerdote che recitava in un’opera : le repliche
furono sospese fino a quando un sostituto non avesse imparato la
parte (doc. 158).
Per quanto riguarda gli strumentisti, troviamo impegnati al
clavicembalo in esecuzioni oratoriali Bernardo Pasquini, Bernardo
Gaffi, Bononcini (probabilmente Giovanni)29, mentre il violinista
Pietro Paolo « genovese » fu applaudito nella festa di Santa Cecilia
del 1693, organizzata dalla Congregazione dei musici a San Carlo
ai Catinari : in quell’occasione sappiamo che egli era stato assunto
nei ruoli della famiglia dell’ambasciatore spagnolo come « cameriere » (doc. 73)30. Il « Caetano arciliuto » che suona con Corelli e
Bononcini nella stagione oratoriale al Crocefisso nel 1696 potrebbe
essere Gaetano Cailò31.
Gli oratori, la musica sacra e la musica « d’occasione »
I Diari danno notizia sistematica delle stagioni oratoriali
promosse dall’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso, nella
chiesa di San Marcello, tra il 1692 e il 1696. L’elenco di tutti gli
oratori citati è riportato nella Tabella 1, dove sono indicati il titolo,
il nome del compositore e del librettista (quando conosciuti),
il luogo, la data, gli eventuali interpreti e il riferimento archivistico. La lista, pur coincidendo in linea generale con i repertori,
non è priva di sorprese. Le prime, già menzionate, riguardano il
presunto oratorio di Stradella Il miracolo di Sant’Antonio e Maria
Assunta in cielo di Gasparini. Sul fronte delle attribuzioni, vale la
pena menzionare la notizia dell’esecuzione di Giuditta il 21 marzo
1694 al Palazzo della Cancelleria. Il Diario non fornisce il nome del
compositore (Alessandro Scarlatti) ma solo quello del librettista
(Pietro Ottoboni) : la notizia, incrociata con i documenti pubbli-
29
Nei documenti non si nomina mai esplicitamente il fratello Antonio Maria,
ma sempre Giovanni. Antonio Maria fu un apprezzato violinista : cfr. G. Rostirolla,
La professione di strumentista e cantante a Roma nel Sei e Settecento, in Studi
musicali, 23, 1994, p. 114n.
30
Questo musicista dovrebbe coincidere con il « Genovese di [ambasciatore di]
Spagna attivo tra il 1694 e il 1695 nella corte Ottoboni », segnalato in H. J. Marx,
Die Musik... cit., p. 169.
31
Quest’identificazione è data dalla consultazione del data base on line
Philidor, del Centre de Musique Baroque de Versailles http://philidor.cmbv.fr/
catalogue/intro-bio, consultato il 18-11-2011.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
131
cati da Marx, conferma la paternità scarlattiana32. Al contrario,
nel caso del Samson vindicatus del 1695 è smentita l’attribuzione
scarlattiana ed è invece attribuito a Carlo Cesarini33. Significativo
è poi l’uso dell’aggettivo « antico » per il San Giovani Battista di
Stradella in un’esecuzione del 1692 guidata da Corelli (doc. 23). La
notizia sulla Santissima Annunziata, eseguita alla Cancelleria nel
1700, non chiarisce la paternità del compositore. I cataloghi scarlattiani ed anche quelli del New Grove e della MGG lo attribuiscono
a Scarlatti, ma in realtà l’autore fu il romano Giovanni Lorenzo
Lulier, musicista attivo nella corte ottoboniana. Tale attribuzione è
contenuta in un documento segnalato per la prima volta da Gloria
Staffieri e poi pubblicato da Saverio Franchi34. La paternità di
Lulier, perlomeno della seconda parte di questa versione, sembra
confermata da un documento della fine di marzo del 1700 rintracciato e pubblicato da Teresa Chirico in un suo recente studio sulla
corte di Ottoboni35.
Nel 1691 troviamo varie notizie di esecuzioni musicali per
festeggiare le vittorie militari, come quella contro i turchi, nelle
quali la comunità spagnola e quella asburgica facevano a gara per
le « dimostrazioni d’allegrezza ». Nello stesso anno, sappiamo che
in occasione della Madonna della Vittoria, una festa che ricordava
il successo contro i turchi nella battaglia di Lepanto nel 1571,
furono eseguiti brani di Alessandro Melani e Corelli, sebbene alcuni
importanti ascoltatori pensassero più a « dameggiare » alcune
nobildonne (doc. 12). I documenti testimoniano anche esecuzioni
musicali organizzate in occasione di lauree, come quelle sostenute
32
I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 39v. Nella contabilità di Ottoboni c’è una nota del
7 marzo 1694 di « aggiunte nello Oratorio della Giuditta di Scarlatti » (H. J. Marx.
Die Musik... cit., p. 140-141). L’oratorio fu replicato anche nel 1695 al Seminario
Romano (cfr. I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 248v). L’esecuzione del 21 marzo 1694
conferma l’indicazione di Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil,
Bärenreiter, 2005, vol. 14, col. 1079.
33
I-Rasv, FB, vol. 78, fol. 264r. L’attribuzione a Scarlatti è in G. Rostirolla,
Catalogo generale delle opere di Alessandro Scarlatti, in R. Pagano, Alessandro
Scarlatti, Torino, 1972, p. 501, e nel catalogo scarlattiano in The New Grove
Dictionary of Music and Musicians, London, 2001, vol. 21, p. 389.
34
I-Rli, 35.A.12, fol. 32v, segnalato in G. Staffieri, Colligite fragmenta... cit., p.
143 e pubblicato in S. Franchi (ed.), Percorsi dell’oratorio romano. Da « Historia
sacra » a melodramma spirituale. Atti della giornata di studi (Viterbo 11 settembre
1999), Roma, 2002, p. 290.
35
T. Chirico, L’inedita serenata alla regina Maria Casimira di Polonia : Pietro
Ottoboni committente di cantate e serenate (1689-1708), in N. Maccavino (ed.), La
Serenata tra Seicento e Settecento : musica, poesia, scenotecnica. Atti del convegno
internazionale di studi (Reggio Calabria, 16-17 maggio 2003), Reggio Calabria,
2007, I, p. 428.
132
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
da due alunni del Collegio Germanico a Sant’Ignazio nel 1695, la
prima « con musica scelta di 40 voci, battuta dal celebre maestro
Pitone, con 50 stromenti di sinfonia guidata dal primo violino
del mondo, e del terrestre paradiso, mentre è un arcangelo »,
e la seconda « accompagnata con musica celebre di Gioseppe
Ottavio Pitone con 24 buone voci, e sopra 40 stromenti guidati dal
Bolognese » (doc. 118 e 119). Solenni esecuzioni musicali accompagnavano anche funerali di nobili e di musicisti : nel primo caso
quello avvenuto il 15 settembre 1695 a San Lorenzo in Lucina, per
Eleonora Buoncompagni, moglie di Giovanni Battista Borghese,
con la direzione di Alessandro Melani (doc. 120) ; il secondo,
quando il 7 aprile 1696 a San Carlo ai Catinari ci furono quelli
di Giovanni Paolo Colonna, con la musica diretta dal suo allievo
Giovanni Bononcini (doc. 136). Sono registrate poi vere e proprie
bizze di cantanti, come quella del soprano Battistino, che avendo
ricevuto la sua parte di un mottetto scritta un tono sotto, la strappò
in faccia al maestro di cappella, e questo provocò il suo licenziamento da parte del cardinale Ottoboni (doc. 148), il quale, durante
la villeggiatura ad Albano portava con sé molti musicisti, tra i quali
Corelli e Pitoni, per farli esibire nella locale abbazia di San Paolo
(doc. 191).
Nuove e importanti notizie riguardano le esecuzioni sovvenzionate dall’abate Carlo Colonna (che fu nominato cardinale nel
1706 da Clemente XI) in occasione della festa della Madonna del
Carmine, il 16 luglio, nella chiesa di Santa Maria in Montesanto.
Questa festa fino ad oggi era nota ai musicologi per la partecipazione di Alessandro Scarlatti nel 1703 e di Händel nel 1708. Queste
nuove fonti testimoniano che già a partire dall’ultimo decennio
del Seicento per tale occasione erano chiamati i musicisti più
acclamati. Nel 1692 vi partecipò Corelli insieme a tre cantanti
« forestieri », Valentino e Ballarino di Mantova e Giovannino di
Savoia (doc. 31) ; nel 1694 fu diretta da Giovanni Paolo Colonna
(doc. 86), mentre nel 1695 il protagonista fu il celebre cantante
Giovanni Francesco Grossi, alias Siface. L’anno successivo gareggiarono nell’esecuzione di due mottetti due celebrati cantanti
« forestieri », il contralto senese Salvatore Mellini, al servizio della
corte imperiale di Vienna, e il soprano Domenico Cortona, al
servizio del duca di Mantova (doc. 140)36. Nel 1697 per la stessa
occasione troviamo addirittura insieme tre grandi nomi : i due
fratelli Giovanni e Antonio Maria Bononcini a dirigere e Corelli a
36
Mellini fu al servizio della corte viennese almeno fino al 1717, come risulta
dal libretto della cantata encomiastica Applauso festivo di Francesco Gasparini
(C. Sartori, I libretti italiani... cit., n. 2313).
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
133
suonare, e in questo caso sappiamo anche che Colonna spese ben
duecento scudi (doc. 175)37.
Numerosi sono i musicisti impegnati nella direzione di musica
sacra : Giuseppe Ottavio Pitoni dirige per la festa di San Marco,
il 25 aprile, nell’omonima Chiesa di Piazza Venezia (doc. 25). Le
importanti feste liturgiche, come quelle della dedicazione di una
chiesa, potevano prevedere la presenza della Cappella Pontificia,
che talvolta cantava « alla gregoriana » (doc. 40), di sontuosi apparati sonori policorali, con la presenza di rinomati cantori virtuosi,
ma anche di esecuzioni con il solo accompagnamento dell’organo,
come accade alla Chiesa Nuova, per la festa di San Filippo Neri (doc.
83). Un caso a parte è rappresentato da alcuni documenti relativi
ad un concorso per entrare a far parte della Cappella Pontificia che
descrivono i contrasti tra i cardinali Maidalchini (che era il protettore della Cappella) e Albani. La prova non dà alcun esito e il Papa
decide di non far eleggere nessuno dei candidati (doc. 89, 91, 92,
95). Particolarmente interessante è la descrizione del doc. 104, dal
quale sappiamo che in occasione dell’esposizione del Santissimo a
San Lorenzo in Damaso l’intera orazione papale era accompagnata
dall’« armoniosa sinfonia » di Corelli. Una messa particolarmente
solenne, con la partecipazione di cinque cori, e con un’orchestra
formata da quarantaquattro strumenti ad arco, due arciliuti e due
trombe, composta a più mani da « Manzi » e Francesco Gasparini,
fu eseguita il 18 gennaio nella chiesa degli Orfanelli alla presenza
di una folla inverosimile : « L’udienza fu così numerosa, che non
vi era ove potere gettare un grano di miglio, e chi scrive ancora se
ne sente con un fisso dolore di cosce, obligato per la calca a stare
storto » (doc. 126)38.
La musica profana : cantate e accademie, serenate e opere
Forse non è un caso che il Diario inizia nell’anno 1691, dopo la
scomparsa di Alessandro VIII e la riapertura di costumi che il suo
37
Segnaliamo che la Biblioteca Apostolica Vaticana possiede un Fondo
Colonna, relativo alle « Giustificazioni », non ancora catalogato, dal quale
potrebbero emergere nuovi dati interessanti su queste esecuzioni. Al nome del
cardinale Carlo Colonna è collegata la nota partecipazione di Händel alla festa
della Madonna del Carmine del 1708, durante la quale probabilmente Alessandro
Scarlatti suonava l’organo del secondo coro : cfr. H. J. Marx, Händels lateinische
Kirchenmusik und ihr gattungsgeschichtlicher Kontext, Göttinger Händel-Beiträge,
5, 1993, p. 131.
38
L’identificazione di questo autore non è sicura : potrebbe trattarsi di Luigi
Mancia, attivo a Roma in quel periodo come autore delle opere Il Giustino e Flavio
Cuniberto (Tabella 2).
134
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
pontificato aveva significato. Questa circostanza viene notata dal
diarista, che malgrado l’elezione di Innocenzo XII Pignatelli, nel
carnevale dell’anno successivo sottolinea come « quando Roma titubava dover provar mestizia in tempo di carnevale sotto il glorioso
e santo governo di un pontefice per li nostri peccati non meritato
di tanta rettitudine e bontà, vive e prova contenti esposti in abbondanza con tutta modestia, poiché vi sono due teatri con opere
duplicate in musica con pagamento » e prosegue l’elenco di tutti
gli altri luoghi della città dove si rappresentarono opere in musica
e commedie il suddetto anno (doc. 18). Le notizie sulle conversazioni musicali con i dettagli dei cantanti e dei committenti che
parteciparono sono abbondanti. Si veda, ad esempio, la « conversatione musicale » offerta dal duca di Medinaceli alla principessa
di Vaudémont nella quale partecipò il contralto Silvio (Garghetti) e
la famosa Giorgina con l’accompagnamento di Corelli, il 7 ottobre
1693 (doc. 68).
Sono parimenti frequenti le notizie sulle serenate eseguite
a Roma, concentrate soprattutto nei mesi estivi, tra luglio e
settembre39. Ancora una volta l’informazione più preziosa è quella
che riguarda gli interpreti : si veda, ad esempio, la descrizione
della serenata fatta a piazza di Spagna il 5 agosto 1692, dal titolo
sconosciuto, ma di cui abbiamo i nomi dei cantanti grazie al nostro
diarista (doc. 34). Anche se per lo più queste esecuzioni si possono
rintracciare grazie ai libretti pubblicati, il Diario Bolognetti documenta delle occasioni in cui probabilmente non furono pubblicati
libretti, come quella fatta nel cortile dei Rospigliosi a Montecavallo
il 13 agosto 1692 (Tabella 3). La descrizione dell’organico strumentale è talvolta molto precisa, come succede con una serenata di
Gasparini fatta vicino alla fontanella dei Caetani il 24 giugno 1693
con l’intervento di due voci, quattro violini, violone, cembalo, arciliuto e tromba40.
L’opera è l’evento musicale, insieme alla vita teatrale romana, che
attira maggiore attenzione nel Diario Bolognetti. Ancora una volta
il diarista fornisce dettagli sui cantanti e suonatori : ad esempio,
dell’opera Il Seleuco si dice il 4 gennaio 1693 che i cantanti « sono
di consideratione », sottolineando i nomi di Pistocchino, Ballarino
39
Sulla serenata a Roma si vedano gli articoli di N. Maccavino (ed.), La
Serenata tra Seicento e Settecento... cit.
40
« La sera sulle due della notte fu fatta una serenata a due voci con 4 violini,
violone, cimbalo, arcileuto e tromba, compositione del maestro Gasparini e perche
fu fatta vicino la fontanella de’ signori Caetani all’incontro del fornaco decinante,
non si sa se fosse fatta per la bella fornarina o pure per il signor Ballarino celebre
cantante che sta ivi vicino, o pure per tutti e due : Gasparini lo sa » (I-Rasv, FB,
vol. 77, fol. 423r).
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
135
e Finalino di cui si aggiunge che « pure sono celebri » (doc. 45).
Il Diario narra anche le dispute degli ambasciatori intorno ai
palchetti : il ritardo nell’apertura del Capranica nel carnevale 1693
fu dovuto alla lite tra il cardinale Forbin-Janson e l’ambasciatore
dell’imperatore (doc. 15 e 16), ancora ci furono « aggiustabili differenze » tra l’ambasciatore spagnolo e l’austriaco nel carnevale
169641. Inoltre, si accenna spesso ai problemi degli impresari con
i mecenati. Il diarista spiega il fallimento nel gennaio 1695 dell’opera Il Giustino nel Tor di Nona : i protettori del teatro scelsero
questo titolo invece di un altro che gli impresari avevano visto a
giugno e che forse avrebbe avuto più successo, ma che non andò in
scena perché il librettista preferito dagli impresari non aveva « un
principe in Roma protettore che porti e raccomandi le sue deboli
fatiche » (doc. 99).
Luca DELLA LIBERA
José María DOMÍNGUEZ
APPENDICE A - DOCUMENTI
Le abbreviazioni sono state sciolte e poste in corsivo. Sono state normalizzate le maiuscole e le minuscole, i segni d’interpunzione così come l’uso
arcaico degli accenti (ad es. « fù », « à », ecc.) e sciolte le altre abbreviazioni
(ad es. « 4.o » in « quarto », ecc.). Per ciascun documento è stata indicata
la nuova numerazione, che si trova nell’angolo basso di ciascuna carta.
1691
r
Doc. 1 fol. 17 [31 maggio] Si fa processo contro li due musici de l’eminentissimo Ottobono, et il signor cardinale Maidalchino, come protettore de
le armonie mondane, vuole fuori di Cappella li suddetti due soprannumerarii, Pasqualino, e Bolsena, e gli altri juxta genus suum.
Doc. 2 fol. 29v-30r [5 luglio] Giovedì mattina si seppe improvisamente morto
il celebre cantante di voce soprana in Cappella Marc’Antonio Pasqualino
alias Malagigi, antico et affettionato servitore della casa Barberina sin dal
tempo di Urbano ottavo, d’anni 72 et ha lasciato un valsente di più di 60
mila scudi ereditati ab intestato da un suo povero, malvisto e strapazzato
fratello.
Doc. 3 fol. 49v [19 agosto] Due belle nuove hanno recato le ultime lettere
di Napoli [...] la seconda che sia stato impiccato il famoso musico del
serenissimo di Mantova, detto il Ballarino, il quale havendo fatto una fede
41
I-Rasv, FB, vol. 79, fol. 12v.
136
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
falsa simile a quella, che se fanno per la sanità, lo havessero piccato in una
conversatione, da la quale uscendo fu fatto prigione, e convinto in 24 ore,
fu mandato a ballare su la corda […]. Con il suddetto Francesco Ballarino
celebre cantante (che volle pagare 4 mila ducati per non essere impiccato,
ma decapitato) fu impiccato in compagnia anche il servitore.
Doc. 4 [9 settembre] fol. 55 Domenica da li fratelli della compagnia del
nome di Maria nella chiesa di Santo Stefano del Cacco fu fatta la nobile e
pomposa festa della nattività della gran Madre di Dio : vi fu musica scelta,
e nel fine della messa grande fu cantato il Te Deum a coro pieno. Vi furono
ad orare prima il signor ambasciatore dell’imperatore e poi il signor cardinale de’ Medici e nel coretto sopra quello degli musici vi stiete il signor
cardinal Bonsi a sentire la musica fin che cantò il soprano di Savoia, e
per essere tardi non volle assistere al Te Deum non cantato per la famosa
vittoria contro turchi.
Doc. 5 fol. 59v [17 settembre] Le gare tra spagnoli e tedeschi sono state
bellissime nelle dimostrazioni d’allegrezza per la scritta vittoria, e se fu
bella la festa fatta da’ cardenali tedeschi lunedì sera nella chiesa dell’Appollinare, non è stata di minor grandezza l’altra fatta da signori spagnoli
nella loro chiesa di San Giacomo a tre cori. [Fu] cantato il vespro et il
Te Deum con armonie di voci e di suoni concordi e celebri, nobilitata la
festa dalla divotione dell’espositione del venerabile per 4 ore continue, con
l’assistenza del signor cardinale don Gioseppe d’Aguirre, con lo sparo di
mortaletti in piazza d’Agona, fuochi e luminari ad ambi le porte.
Doc. 6 fol. 59v [18 settembre] Il giorno poi li nobili convittori tedeschi
nel Collegio da l’Apollinare vollero a parte dimostrare i loro segni d’allegrezza per la scritta imperial vittoria fu cantato un vespero solenne da
primi musici di Roma, cori pieni d’istromenti, trombe, e timpani. E nel
fine fu intuonato il Te Deum.
Doc. 7 fol. 59r [18 settembre] Una di queste sere avendo risaputo il papa
che il signor contestabile voleva fare una serenata vicino il monastero
delle monache di San Silvestro in Capite, si fece venire il barigello, glielo
disse e gli ordinò che vi stesse avvertito e che facendosi, prendesse tutti in
prigione, anche se vi fosse stato un cardinale. Volle il barigello usare un
atto di convenienza, fece sapere con destrezza l’ordine avuto, et il signor
contestabile non fece fare la serenata. Passò la sera destinata et il buon
vecchio [= il papa], chiamato il barigello, le domandò se si era fatta la
serenata. Rispose : « Beatissimo Padre, no ! ». Allora il benedetto, e sagace
pontefice disse : « stabbiamo inteso ! ».
Doc. 8 fol. 67v [7 ottobre] Vi sono lettere di Genova de li 29 settembre, che
dicono, essersi veduto Francesco Ballarino musico in Piacenza, dunque
non fu impiccato in Napoli, come si scrisse a li 19 di agosto.
Doc. 9 fol. 68r [8 ottobre] Giovannino il celebre soprano di madama di
Savoia, destinato per il teatro di San Giovanni Grisostomo Grimano di
Venetia, partì di qua con il procaccio di Firenze, per portarsi subito a
Venezia.
Doc. 10 fol. 72v [20 ottobre] Se si havesse da eleggere il capo a gl’epicurei
de la villa di Frascati con il voto de li musici e de le puttane, toccar ebbe
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
137
la sorte a Pietruccio Ottobono, per quanto riferiscono i suoi lacchè, che
giornalmente vengono di colà.
Doc. 11 fol. 72v-73r [21 ottobre] Domenica sera terminarono le feste nella
chiesa di Sant’Agostino per l’ottavario di San Giovanni di San Facondo
[…] et a le due de la notte sopra un palco avanti la chiesa fu cantato un
recitativo in musica, accompagnato da varii strumenti in lode del santo,
che servì per fine e corona di sì nobil festa.
Doc. 12 fol. 80v [11 novembre] Domenica a li 11 furono due feste, San
Martino vescovo, e l’anniversario della Madonna della Vittoria, in ambedue
vi fu poco concorso a cagione del tempo humido. Et essendo in quella
della Vittoria meglior musica, con tutto il mal tempo vi fu alla messa il
signore ambasciatore dell’imperatore, li due principi Pii, e don Emilio
Altieri. Et il dopo desinare vi furono li signori contestabile Colonna, e
principe di Pallestrina, che attesero più a dameggiare le tre ninfe poco
vezzose cioè, la Capizucchi, la Rondenini [Rondanini], e la della Bufalina,
che a sentire la melodia del Melani, e le sinfonie dell’Arcangelo Bolognese.
Et il prete Luigi Omani faceva da introduttore di dame, e mastro di cerimonie de’ cavalieri.
Doc. 13 fol. 92r [7 dicembre] Oltre il teatro di Tor di Nona appaltato dal
signor Marcello sudetto con recognitione di mille scudi al signor marchese
d’Aribert, dovevasi recitare anche nel teatro di Capranica altre due opere
in musica, e l’Alibert unito al Rosis hanno ottenuto il divieto a le recite di
Capranica, e di più hanno ancora ottenuto da monsignor governatore di
fare affiggere un bando sopra il pagamento de palchetti, da pagarsi il fitto
a tutto il dì de l’Epifania, altrimenti si daranno ad altri, almeno per metà.
E tutto ciò dicesi fatto perché ancora il signor marchese di Cocogliudo
deve pagare il palchetto suo noleggiato due anni sono ; si vede però che
perciò vi possa nascere qualche garbuglio e che il comico non divenga
tragico.
Doc. 14 fol. 93 [13 dicembre] L’altra cagione perché non si reciteranno
le due opere in musica nel teatro di Capranica è perché finiti di distribuirsi li palchetti, ne pretendeva uno il signor ambasciatore dell’imperatore, un altro quello di Spagna et un altro il signor cardinale de Furbin.
Rappresentata da monsignor governatore a Sua Santità la pretensione, e
veduto poteano nascere de li disturbi, dalla prudenza pontificia nacque il
divieto.
Doc. 15 fol. 99v [31 dicembre] Finalmente aggiustatasi le pretenzioni de li
palchetti per il signor ambasciatore de l’imperatore e per il signor cardinale di Furbin, Nostro Signore ha dato licenza, che nel teatro di Capranica
si reciti l’opera in musica, che sarà in ordine per li 10 di gennaio e nel
teatro di Tor di Nona sono all’ordine per la sera doppo l’Epifania e dovendovi recitare il famoso soprano Pasqualini venetiano con premio di 500
scudi, il signor cardinale Ottobono suo protettore lo ha esortato con
buone ragioni a non recitarvi, per non perdere il luogo in Cappella, che è
perpetuo, benché oggi soprannumerario, e per non farle perdere il premio
promessoli dal signor Marcello de Rosis di 500 scudi, il signor cardinale
Ottobono [con] tutta generosità le ha dato egli una cedola di simil somma.
138
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
1692
r
Doc. 16 fol. 109 [18 gennaio] L’opera musicale di Tor di Nona intitolata
Il ratto delle Sabine, che si recitò la prima volta sabbato sera, non riesce
conforme a l’aspettativa, tanto che la prima sera furono regalati li musici
con mele fradice, e merangoli, non di Portogalli né hanno mai fatto più di
150 bolettini.
Doc. 17 fol. 109v [19 gennaio] Sabbato sera fu fatta per la prima volta
l’operina drammatica nel teatro di Capranica, intitolata la Rosaura, poesia
del signore abbate Licini [recte : Lucini], rappresentata più volte due anni
sono nel teatrino sacro della Cancelleria in Santi Lorenzo e Damaso, quale
riuscì molto ben recitata, piacque per la brevità, e per la musica esquisita,
benché l’opera sia senza intreccio.
Doc. 18 fol. 116v-117r [5 febbraio] Martedì sera cominciò a rappresentarsi
per la prima volta la seconda opera musicale nel teatro Tor di Nona, intitolata Il Mauritio, fattasi già in Venezia nel famoso teatro de Grimani di
San Giovanni Grisostomo nel 1687. Quando Roma titubava dover provar
mestitia in tempo di carnevale sotto il glorioso, e santo governo di un
pontefice per li nostri peccati non meritato di tanta rettitudine, e bontà,
vive, e prova contenti, esposti in abbondanza con tutta modestia, poiché
vi sono due teatri aperti con opere dupplicate in musica con pagamento.
In casa de signori duca, e duchessa di Zagarolo si rappresentano due
opere sceniche in musica con due donne, e vi si entra a vederle gratis con
cortesia de bolettini. In casa del signor duca di Bracciano vi sono comedie
impa[ga]te belle, in casa del principe Savelli altra comedia in musica ; in
casa de signori Mandosi d’Amelia comedia in musica ; in casa del nipote
del signor Antonio Tauri comedia burlesca ; nel Collegio Clementino, nel
Seminario Romano, e nel Collegio Nazareno de le scole Pie, due comedie
per ciascun luogo, una in musica, et una rappresentata da convittori ;
nella Pallacorda di Firenze vi sono gl’istrioni, detti gl’uniti ; nel palazzo
nuovo di Ludovisio a Piazza Colonna vi è la compagnia de’ rappreziati.
A gl’otto Cantoni vi è un’altra compagnia, ove con mezzo grosso si vede
comedia, ballo, e battimenti. Vi è una compagnia de’ ballarini su la corda
nel cortile de signor Maculani. Vi sono ancora 4 piccioli teatri de burrattini, uno al Vicolo del Paone [recte : Parione] uno a Tor Sanguigna, uno
sotto il palazzo degli signori Maculani e l’altro vicino al Macel de’ Corvis ;
onde si può dire che Roma gode i suoi passatempi senza occasione di
scandalo con tutti li rigori, ma salutiferi, del pastore universale, e se sono
stati vietati li festini, non mancano modi da trattenersi onestamente.
Doc. 19 fol. 121r [12 febbraio] La sera medesima nel palchetto del signor
duca di Sermoneta al teatro di Tor di Nona fu veduta riccamente adornata [...] la signora principessa di San Nicandro, visitata dal signor conte
Carpegna, e dal signor ambasciatore del imperatore, che la favorisce continuamente [...]. Et al partire fu osservata inchinarsi alla signora ambasciatrice di Spagna, alla signora contestabilessa cognata, et alla Giorgina, che
stavano tutte tre nel medesimo palchetto.
Doc. 20 fol. 124 [17 febbraio] [Il duca di Airola è tornato da Loreto ed
è ospitato dal principe di San Nicandro] e la sera con la sposa donna
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
139
Isabella andarono alla Cancelleria a vedere con altre molte dame l’opera
musicale rappresentata nel sacro teatro dell’eminentissimo Ottobono.
Doc. 21 fol. 125v-126r [19 febbraio] Calata la tenda nel volersi spogliare li
musici le fu addosso il capitan Gioseppe con due o tre altri sbirri, per farsi
consegnare gli habiti, e tutti li finimenti, cioè croatte, fertucce, guanti,
piume, scarpe, e calzette, con dichiaratione che se non rendevano tutto
no sariano stati pagati. Vedendo una simil baronata, Speroncino musico
del signor duca di Mantova, si ritirò a spogliarsi nel palchetto del signor
contestabile, e nello spogliarsi rupe, squarciò e pose in pezzi tutto il suo
habito, sino li guanti, le piume, et il merletto di fiandra alto 6 dita, che
aveva attorno al gonnelino da guerriero e lasciando così lacere le spoglie
di Mauritio in terra, se ne andò in casa Colonna e la sera seguente fece
citare il signor Marcello de Rosis a pagarle 740 scudi, tanti appunto seco
accordati per poliza per suo pagamento. E gl’altri signori musici, si sono
tutti uniti per dare un memoriale al Papa, affine d’essere pagati, lo che
facilmente sarà rimesso a monsignore governatore, il quale con il ritratto
de’ palchi che deve venire in mano sua, pagherà tutti. In tanto, il signor
Speroncino ha formato una bella narrativa di tutto il successo per inviarlo
sabbato sera al serenissimo di Mantova.
Doc. 22 fol. 138v [18 marzo] Martedì vigilia di San Gioseppe il signor cardinale Pietro Ottobono, dichiarato protettore de’ virtuosi, particolarmente di
quei che si dilettano di pittura, si portò sulle 22 ore nella antica chiesa detta
la Rotonda [...] a prendere il possesso, accompagnato da numeroso corteggio
di 24 prelati et altri cavalieri, ove fu ricevuto da quei signori pittori deputati,
e capi della festa adornata di varie scritture e nel portico di più di cento
quadri di mano eccellente, tra quali vi era il ritratto di Tommaso Aniello,
già 44 anni sono capo e duce della memorabile popolare revolutione della
bella Partenope, con un bel mottetto a pieno coro guidato dal signor Pitone
e con sinfonia concorde all’entrare della chiesa, e fatta la nobile funtione
del posesso fu cantato con armonia soave il Te Deum Laudamus, accompagnato da sinfonia dell’Arcangelo, e compagni, bolognese, e trombe.
Doc. 23 fol. 143v [27 marzo] Giovedì sera in casa dell’eminentissimo
Maidalchino fu rappresentato da musici scelti l’antico oratorio, intitolato
La Decollatione di San Giovanni Battista, questi lo faceva Montalcino,
Erode, Verdone, Erodiade, Gioseppino d’Orsino, e la madre Bocca di
Lepre, et il fratello di Erode Silvio. La musica di Stradella, la sinfonia
era guidata dal violino Bolognese, il cembalo lo toccava Caffi, allievo di
Bernardo ; tutto insieme fu un bellissimo oratorio.
Doc. 24 fol. 145r [29 marzo] Sabbato sera con titolo di conversatione in
casa del signor marchese Maidalchino fu fatto un oratorio, con le medesime voci del’altro, e sinfonie, essendosi rappresentato in questo il miracolo di Santo Antonio portughese, quando resuscitò il putto morto, e
perché pareva fosse di totale sodisfazione al principe Ferdinando quarto
di Danimarca, e sua comitiva, fu licenziata la musica, compositione del
famoso Stradella. Prima di finire la seconda parte, posti al’ordine in un
momento 24 tavolini con carte e lumi di cera furono ripartite le 40 dame
con li cavalieri forastieri, e con alcuni de nostri italiani, cioè due dame et
un cavaliere, due cavalieri et una dama con bellissimo ordine, e fu dato
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NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
principio al gioco dell’ombre. Al tavolino del principe vi giocarono la
Bolognetti, e la Gabrielli, sapendo queste due parlare un poco francese ;
delle altre tavole non ne ho avuto notitia, per formarne le miste litanie
vi furono rinfreschi nobilissimi, vi furono alcuni prelati, nessun cardinale ; per convenienza cominciò il nobile ridotto quasi alla venetiana sulle
23 ore, e finì dopo le cinque della notte.
Doc. 25 fol. 163r [25 aprile] la festa di San Marco venerdì ne la sua chiesa
fu celebrata pomposamente al pari de gl’anni scorsi, con musica scelta
battuta dal celebre maestro Ottavio Pitoni.
Doc. 26 fol. 187r [26 maggio] Lunedì mattina non si fece da san Pietro in
Vaticano a Santo Spirito in Sassia la solita processione de’ signori cardinali con l’indulgenza in forma di giubileo, ma invece di ciò furono 23
eminentissimi a formare la cappella cardinalitia divota in Santa Maria
in Vallicella per la festa di San Filippo Neri, ove fu cantata la messa da
monsignor Altoviti vescovo di Fiesole con musica scelta a due cori, et all’elevatione cantò soavemente un mottetto il celebre Giovannino Savoiardo,
cognominato Campanello d’Argento.
Doc. 27 fol. 206r [21 giugno] Venuti a parole alli passati, mentre cantavano nella chiesa di Santa Maria in Vallicella due celebri soprani per la
precedenza di dire un mottetto, Valeriano musico di Cappella e del Signor
Cardinale Cybo, e Giovannino musico della serenissima Altezza Reale
di Savoia, per all’ora fu quietata la contesa a la meglio che si potè, ma
incontratisi un giorno della scorsa settimana questi due terribili campioni
nella strada detta de’ Giupponari, vennero all’ingiurie, e da queste all’armi
bianche, e Valeriano non portando spada sfoderò quella del suo bravo
lacchè, e cominciatisi a tirare disperatamente, ma 14 passi lontani, onde
vedendosi non si poter trafiggere, si appressarono tanto da potersi toccare
insieme le punte degl’acciari, quando quei circostanti sartori, vedendo
potersi sbudellare li due usignoli terreni, possero mano alle forbici e troncarono la rissa, che insaputasi da scrittori ne passano l’avviso a tutt’il
mondo.
Doc. 28 fol. 215v-216r [6 luglio] [I nobili tedeschi del Collegio Germanico
a Sant’Apollinare hanno preparato delle dimostrazioni di allegrezze per
il dopo cena]. Doppo il vespero (che sarebbe stato solenne e niente inferiore all’armonia della messa della matina, se non havessero più volte
sconcertato le voci mal guidate dal maestro di cappella, un tal Signorini
perugino, che il tal caso perdè molto di concetto, facendo anche la parte
sua una canna dell’organo mal riveduta pochi giorni prima dall’organaro,
che lo ripulì tutto ; insomma, un tale sconcerto fece anche ridere il signor
ambasciatore, che incognito in un palchetto vi si era portato ad onorare i
suoi compatrioti), doppo il mal ordinato vespero fu intuonato il Te Deum
laudamus, et il bombardiere a gara di quei del coro di dentro, volle fuori
nella piazza fare la sua parte, poiché nel dar fuoco alli 50 mortaletti, tenuti
all’ordine all’intuonare del Te Dum, li sparò al mezzo della Magnificat.
Non perciò perdè la lode l’attione fatta da quella nobiltà tedesca, che pagò
tutti puntualmente, anche Giovannino soprano il Savoiardo, che volse
dall’avaro gesuita rettore mezza doppia per un solo piccolo mottetto.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
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Doc. 29 fol. 216v [6 luglio] Sono comparsi in Roma alcuni musici di esperimentato valore venuti da Fabriano, ove hanno recitato un’operetta
musicale, tra quali fu veduto nella sudetta chiesa dell’Anima, osservare la
voce meravigliosa di Giovanni il Savoiardo, quel celebre cantante, detto
Ballarino, che fu impiccato a Napoli l’anno scorso, per havere falsificato il
bolettino della sanità.
Doc. 30 fol. 221v [15 luglio] Volse il marchese Sigismondo Raggi dare un
nobile e virtuoso trattenimento la sera di lunedì alle sue figlie, che devono
monacarsi, forse domenica ventura nel monastero della Concettione in
Campo Marzo e la ricreatione consistè con invito di dame parenti, e con
l’intervento del signor cardinale Sacchetti, in suoni, e canti. Vi sonò il
Pasquini, vi cantarono diversi musici de migliori di Roma, vi cantò anche
la signora Margarita già sua cameriera.
Doc. 31 fol. 222r [16 luglio] Per la festa della Madonna Santissima del
Carmine celebrata solennemente nella chiesa detta di Monte Santo con
musica la più celebre di Roma, pagata 50 doppie dall’abbate don Carlo
Colonna, in ambedue li vesperi, martedì e mercoledì cantarono tre musici
forastieri con applauso universale, e furono Valentino mantoano, Ballarino
di Mantoa, e Giovannino di Savoia, oltre la sinfonia del Bolognese.
Doc. 32 fol. 228r [25 luglio] Sta forte più che mai monsignor Spinola
governatore nel prolungare le licenze di far opere musicali nel carnevale
venturo ne’ due teatri Torre di Nona e Capranica, persistendo nel volere
che da ambedue si finiscano prima di sodisfare gl’artisti, e tanti altri creditori, e volendo che da quello di Torre di Nona depositino almeno 5 mila
scudi, per pagare prontamente gl’artisti, li musici e tutti gl’altri operarii. Il
tempo è breve, e li pretendenti del teatro di Tor di Nona non sono concordi.
Doc. 33 fol. 230v [30 luglio] Si è risaputo, che volendo il detto prencipe
[Giovanni Battista Borghese] applicare a qualche risparmio, nella settimana scorsa licenziasse dal suo servitio il signor Bernardo Pasquini
celebre maestro di musica, ma non fu tanto secreta la licenza, che non
penetrasse alle orecchie del figlio don Marco Antonio, il quale riflettendo
alla poca prudenza di suo padre malconsigliato, e di tutta la sua casa si
pose a piangere, e poi fece dire al Pasquini che non si movesse punto, e
che non toccasse nè meno un chiodo, che se il padre le mancava riconoscesse in avvenire il figlio. Passò anche alle orecchie del signor cardinale
Pietro Ottobono, protettore de’ virtuosi, e subito mandò a dire al Pasquini
che in Cancelleria vi erano due e 3 stanze per lui, e più, se bisognava, ma
il prudente Bernardo, accettata la protetione di Marco Antonio si portò di
persona a rendere grazie a sua eminenza dell’offerta cortesissima.
Doc. 34 fol. 233r [3 agosto] Domenica sera si fece una bella serenata in casa
del signor prencipe Don Giulio Savelli senza veruno scandalo, o rumore e
senza impertinenze de’ temerarii sbirri. E martedì sera se ne fece un’altra
famosa in Piazza di Spagna sopra un eminente palco avanti il palazzo
di S. E. ambasciatore incognito, nella quale cantarono il signor Matteo
de Grandis Lucchese, basso del re Giacomo d’Inghilterra, il Ballerini
contralto e Valentino, soprano del serenissimo di Mantova. La serenata fu
breve e galante, ornata da un’armoniosa sinfonia. Furono regalate le voci
et i suoni, con un nobile rinfresco di 4 bacili di canditi, 4 tra savoiardi e
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NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
confetture e copiosi rinfreschi di acque gelate e sorbetti ; zecchini nihil.
Non vi seguì rumore alcuno, come si credea, che li signori spagnoli non
sono tanto furiosi quanto qualch’altra natione incostante, e poi fu veduta
una carrozza di monsignor illustrissimo governatore piena di giudici e
notari, et altri criminalisti stare incontro al palazzo di S. E. nella piazzetta de’ signori Mignanelli, vicino alle colonne con cento e più sbirri per
guardia con ogni buon fine.
Doc. 35 fol. 234v-235r [7 agosto] Non sa come si farà a risolvere con tutta
la sua prudenza il signor cardinale Maidalchino protettore de i musici
della Cappella di Sua Santità per comporre le differenze vertenti tra questi
et il famoso cantante soprano Giovannino di Savoia, mentre cantando
prima nelli vespri, e nelle messe delle festività il Savoiardo, tutto soddisfatto il popolaccio se ne parte dalle chiese, senza aspettare il canto d’altri
mottetti, ancorchè ottimamente portato da quei di Cappella. La mattina
della messa a San Gaetano havendo accordato il Savoiardo con il Foggia
di cantare il primo mottetto all’offertorio, lo cantò, quale finito, subito
il popolo cominciò a partirsene, lo che osservato da musici di Cappella,
accordatisi in 5 cioè, Verdone, Valeriano, Gioseppino di Orsino, Checchino
di Sforza, e Paoluccio, senza fare alcun motto scesero dal coro, e non solo
non cantarono alla messa, ma ne meno vi comparvero alli secondi vesperi
con tutto che vi andasse il Papa. Avvedutosi di ciò, il padre reverendissimo
Coppola tenne seco a desinare il Savoiardo e lo pregò di assisterli a li
secondi vesperi, come fece senza prendere altro premio.
Doc. 36 fol. 239v [17 agosto] Ottava dell’Assunta al Collegio Clementino :
fu cantato un recitativo in italiano da tre scelte voci, Francesco Verdone
basso di Cappella, da Girolamo contralto de signori Rospigliosi, e da
Giovannino soprano della serenissima altezza reale di Savoia, con armonia
concorde, e doppo l’oratione con una nobile sinfonia di varii strumenti.
Doc. 37 fol. 246v-247r [29 agosto] Tanto havea fatto il padre reverendissimo Gusman domenicano, che havea ridotto il pontefice a volere onorare
con la sua presenza la festa di Santa Rosa di Lima, celebrata solennemente nella chiesa della Minerva a sue spese con il costo di 500 scudi, tra
la musica, e sinfonia celebre d’Arcangelo il Bolognese, ricco apparato, e
mensa lautamente imbandita per 120 frati.
Doc. 38 fol. 253r [9 settembre] Martedì sera il signor duca di Ceri don
Livio, per far vedere che ha spuntata la lesina, e che è più splendido di
quello, che ciarla la corte di Roma, fece un lautissimo banchetto a principi, principesse, e dame di Roma, nel palazzo reale Riario alla Longara,
ove fu imbandita la menza con posate, e prima fu cantato da tre canterine,
cioè Faustina la figlia del capitano di Piazza, madama Carò, e la Turinese
con voce di contralto, e cantarono ancora altri musici, cioè li 3 forastieri
Ballarino, Savoiardo e Valentino a quali tutti fu dato anche da cena oltre i
copiosi rinfreschi che andarono attorno sino alle 5 della notte.
Doc. 39 fol. 258v [19 settembre] [Cena di Marcantonio Borghese nella sua
villa fuori Porta del Popolo con 46 coperti] Prima però della cena vi fu un
breve divertimento di musica, e vi cantò la scritta Faustina, e durando la
cena fino al tocco della campana de’ frati di Aracoeli (che vuol dire 5 ore
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
143
e mezza) furono poi poste le carte in tavola e furono rimaneggiate fin le 8
della notte ; nè mai fu trovato quel punto delle sere passate onde con poca
perdita e meno rammarico terminò la ricreatione.
Doc. 40 fol. 282r [4 novembre] Martedì matina festa di San Carlo Borromeo
cardinale, nella sua chiesa della natione milanese al Corso fu cappella
cardinalizia, e con l’assistenza di 28 porporati ; cantò la messa monsignor Visconte vescovo di Novara con l’armonia de musici di cappella alla
gregoriana, et all’altra chiesa de’ Catinari vi fu musica esquisita, battuta
e guidata dal Bianchini, maestro di cappella di San Giovanni Laterano.
Doc. 41 fol. 291v [26 novembre] La medesima sera di mercoledì su le 23
ore un prete genovese servitore del signor cardinale Franzoni andò pensatamente ad assaltare il signor Gasparini, maestro di musica habitante
dietro le reverende monache di Campo Marzo, e le tirò una mezza stoccata
in casa propria. Al rumore vi accorse la signora Maria Rosa sua consorte e
poco mancò che il crudele genovese non facesse un altro buco nella panza
della bella cantante.
Doc. 42 fol. 295 [2 dicembre] Il signor Marcello de Rosis appaltatore del
teatro di Torre di Nona è stato dal papa, per supplicarlo della licenza
per far recitare le due opere musicali, Vespasiano, e la Pace tra Tolomeo
e Seleuco, et ha trovato il pontefice di buon umore, che non solo le ha
concesso la licenza, ma straordinaria, cioè che possa cominciare le recite,
per essere il carnevale breve, la sera dell’Innocenti ; con patto, però, che se
alla porta farà pagare il bolettino 5 giulii, per havere recitanti eccellenti,
li farà pagare 6, cioè 5 giulii et uno da applicare all’Ospedale nuovo de
Poveri. Oh ! Che care opere musicali !
Doc. 43 fol. 301v [16 dicembre] La medesima sera tornando a casa don
Martino aragonese, maestro di ballo, che istruiva gl’intermedii in Tor di
Nona le fu sparata un’arcobujata, e le colpì in petto, e morì poco lontano
da casa sua, vicino la chiesa di San Gioseppe a Capo le Case.
Doc. 44 fol. 302v [19 dicembre] Si sente dire, che il pontefice, concedendo
licenza al signor Marcello de Rosis, appaltatore delle opere musicali nel
teatro di Tor di Nona, di potere incominciare le sue recite nella sera di
San Giovanni, gli dicesse che oltre il giulio del bolettino, voleva per ogni
palchetto uno scudo per una volta sola, e di più le disse, che il palchetto
solito darsi o vendersi a nipoti de Papi, o al nepotismo pro tempore, lo
voleva per i suoi figli collocati nel nuovo Ospedale lateranense. Or qui sì,
che si può dire « O vere Pater pauperum ». E poi « Et tu Marcellus eris date
manibus pecunia plenis », ma non è per finire qui solamente.
1693
v
Doc. 45 fol. 314 [4 gennaio] La sera antecedente si diede principio all’apertura del teatro di Torre di Nona, e si recitò anche domenica sera il Seleuco,
dramma musicale recitato altre volte in Venetia, il quale, considerata la
compositione poetica non vale molto, la musica non è di gran stima.
Li rappresentanti sono di considerazione, tra quali un tal Pistocchino,
contralto del Serenissimo di Parma, riesce mirabilmente tanto che poco
riescono plausibili le altre voci, di Ballarino e Finalino, e pure sono celebri.
144
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Il teatro di Capranica sarebbe stato all’ordine per lunedì sera, se non l’havesse impedito il signor cardinale Furbin de Gianson, che ha preteso un
palchetto a posta al pari di quello del signor ambasciatore dell’imperatore
in faccia per dirittura del palco recitativo, e pure il signor Duca di Medina
si è contentato del suo ordinario, occupato l’anno passato, e pure la sua
virtuosa farsi sentire.
Doc. 46 fol. 318v [7 gennaio] Nel teatro del signor Pompeo Capranica
mercoledì sera si recitò la prima volta un’opera in musica, intitolata
Teodora, che riuscì assai bene anche giovedì sera, piacendo l’intreccio, la
musica, e portandosi bene i musici recitanti. Nacque un non so che nella
seconda recita a cagione di qualch’uno dell’udienza che le parea duro
che un recitante, chiamato Leone, si lasciasse la moglie da pochi armati
(quando senz’armi alla mano si levano ancora a più gradi degl’elefanti)
e dicendo qualche motto, dispiacque al mansueto leone. Risaputo ciò,
all’abbate don Carlo Colonna prohibì al musico suo cameriere (che facea
da leone) il più recitare.
Doc. 47 fol. 323r-323v [21 gennaio] La sera istessa nel teatro di Tor di Nona
si recitò per la prima volta, la seconda opera musicale similmente recitata
molti anni sono in Venetia, e poi in Fabriano, e quest’anno in Roma, intitolata Vespasiano, e la sera seguente, che fu giovedì, nel teatro di Capranica
si recitò per la prima volta la seconda opera musicale intitolata il Nemico
di sé stesso, compositione nuova dell’abbate Contini. E fin ora di quante
se ne sono rappresentate non vi è stata la più stimata di quella similmente
in musica rappresentata in casa de’ signori Rospigliosi, intitolata Amore
un Impossibile.
Doc. 48 fol. 323v [22 gennaio] Giovedì sera nel teatro di Tor di Nona non
finì di recitarse l’opera detta il Vespasiano a cagione d’alcuni vaghi della
musica, e di sentire replicare la terza volta una bell’arietta del terzo atto,
gridarono fortemente queste parole : un’altra volta, un’altra volta, cioè
che replicassero l’arietta e non volendola più replicare, uscì un musico in
palco pregando l’udienza a contentarsi e tacere, e vedendo che più impertinentemente strepitava, un cavaliere d’eccellenza disse : « calate la cortina
e così taceranno ». Fu obbedito e terminò così l’opera ; anche al bello e
nobile teatrino del signor duca di Zagarolo seguì l’istessa sera un’altro
accidente, e fu che mentre si recitava il secondo atto, sopraggionse la
febbre a Maria Rosa, una delle due celebri cantanti di sua eccellenza, per
lo che fu necessario tralasciare in quel punto la recita.
Doc. 49 fol. 325v [26 gennaio] La sera poi al Collegio Clementino
mentre stava per rappresentarsi l’opera da quei nobili convittori, intitolata la Tirisbe, fu fatto intendere al signor cardinale Ottoboni se vi
voleva essere ; sua eccellenza rispose irresolutamente. Venne il signore
ambasciatore di Venetia, et essendo ora competente, fu dato principio
non tanto in riguardo di sua eccellenza quanto del Petruccioli [recte :
Petriccioli] musico, che recitando ivi da satiro nel prologo dovea portarsi
in Tor di Nona a recitare in tempo la sua parte nel Vespasiano. Porta
il caso che venne capriccio al signor cardinale Ottobono di esservi, e
gionse appunto che si stava rappresentando la quarta scena. Andò sulle
furie per non essere stato aspettato, e non volse smontare (entrarono
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
145
però alcuni suoi gentilhuomini), e se ne andò a fare doglianze con il
signor cardinale Cybo, non come decano del sacro Collegio, né come
capo d’ordini, ma come cardinale protettore del detto Collegio, il quale
con la sua e di tutta la sua casa connatural furia, e rigore, subito mandò
un biglietto a quel padre rettore che faccesse immediatamente fermare
la recita e gionto un lacchè presentò a quel padre rettore un biglietto
da parte dell’eminentissimo Cybo, e l’opera, senza riguardo del signor
ambasciatore di Venetia fu fermata nella settima scena del secondo atto
con calare giù la tenda, et affacciarsi uno di quei patrassi somaschi, e
dire all’udienza « scusino signori per un accidente venuto ad un recitante » e così si restò con la bocca asciutta, anzi a molti venne la sete di
sapere la verità del fatto.
Doc. 50 fol. 326r [26 gennaio] Sono stati riconosciuti quei discoli personaggi che furono cagione che una sera della passata non fu finita l’opera
musicale nel teatro di Torre di Nona, e furono il signor Nicoletto degl’Albici cavallarizzo dell’eminentissimo Lorenzo Altieri e questi d’ordine di
monsignor illustrissimo governatore ha avuto l’esilio da Roma. L’altro fu
un certo Valeriano soprano dell’eminentissimo Cybo, e musico di Cappella
e questi è stato mortificato dalli medesimi musici e giudici di Cappella,
con sequestrarlo in casa durante il carnevale, privato di voce attiva e
passiva nella cappella, e sminuitali la paga per un anno, restandoli solo 3
scudi al mese il resto si dividerà in tante propine alli giudici e gl’altri due
discoli sono stati carcerati.
Doc. 51 fol. 331r [3 febbraio] L’ultima sera di carnevale il signor Pompeo
Capranica fece una lauta cena alli musici che hanno rappresentato le due
opere nel suo teatro, e nel fine della cena, diede a ciascuno un piatto di
confetture. Sotto ciascun piatto vi era la poliza del premio convenuto et il
signore ambasciatore di Spagna fece un altro banchetto nel suo palazzo
ove furono diversi virtuosi musici dell’uno e l’altro sesso, et in particolare
il Ballarino musico del serenissimo di Mantova che similmente entro la
confettura ebbe la sua poliza. Sono state due azzioni attrattive, esemplari
e memorabili.
Doc. 52 fol. 338v [20 febbraio] La medesima sera gionse venendo da
Napoli incontrato dal signor Pompeo Azzolino con muta a sei del signor
duca di Medina il Matteuccio eccellente musico soprano del signor conte
di Santo Stefano Viceré di Napoli, concesso per un mese al signor duca
di Medina, ansioso di vedere, e sentire la gara delle voci, tra questi e
Giovannino soprano altissimo del signor duca di Savoia, il quale per non
cimentarsi con il Napoliello, va mostrando lettera precettiva di S. A. Reale
che lo richiama alla Corte, e partirà in breve. Intanto, subito arrivato, il
soprano Matteuccio fece pompa della sua umiltà e virtù, a cenni della
signora donna Maria della Neve completissima ambasciatrice, cantò e
fece sentire la stipendiata cantatrice incantata alle voci di una improvisa
sirena venuta dalla bella Partenope, quale si sentirà altre volte.
Doc. 53 fol. 340v [26 febbraio] Giovedì mattina partì per Torino a mezza
posta con calesse di cambiatura Giovannino, celebre soprano detto
il Savoiardo, che con la sua bella voce si è portato via i cuori di tutti li
virtuosi di Roma, e lo che più importa, 1200 scudi.
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NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 54 fol. 341r [27 febbraio] Venerdì sera 4 signori cardinali cioè,
Paluzzio Altieri, de Giudici, Ottoboni et Astalli furono a sentire un ben
cantato oratorio che rappresentò Adamo et Eva scacciati dal terrestre
paradiso, e le voci furono di Pistocchino, Speroncino, Silvio, del Basso di
Marino, e del Savoiardo, che non era partito per Torino (come si è notato)
partirà domenica ; al quale, il signor conte Capizucchi capo dell’oratorio
de’ fratelli del Santissimo Crocefisso in San Marcello, donò 6 doppie et
a gl’altri 4, una rosetta di diamanti per ciascuno, valore di 30 scudi per
cadauna, e 12 doppie ad Arcangelo Bolognese, unico nel violino. Le parole
dell’oratorio erano del Ciampelletti, musica del Caffi (che fu il medesimo
terzo oratorio rappresentato nel medesimo oratorio dall’istesso Bernardo
Caffi). Vi furono molte dame ad udirlo, cioè, la signora ambasciatrice
dell’imperatore e suo corteggio, quella di Spagna con la contestabilessa
cognata e damigelle, la prencipessa di Rossano Borghese e la cognata
vedova, già prencipessa della Mirandola. Fu usata qualche diligenza alla
porta dell’oratorio per fare entrare et accomodare le genti più divote e
civili, ma non fu possibile di trattenere la furia popolare predestinata,
mentre vogliosa di godere gl’armonici concenti, che non forzasse la porta,
e con rottura, entrando con impeto inconsiderato, e trovando impensatamente li banchi, furono costretti, cadendo, inchinarsi a bocca per terra,
pagare il fio dell’impatienza e con qualche male patito adorare il crocefisso Gesù che li liberò dal più di male che gli potea succedere.
Doc. 55 fol. 345v [8 marzo] Domenica sera la sudetta fu nella chiesa di
S. Giacomo de Spagnoli replicato il tanto bello oratorio già rappresentato in casa del signor duca di Medina a 4 voci tra le quali fu quella del
gran Matteuccio napolitano, con sinfonia bellissima, le di cui parole sono
di Silvio Stampiglia, portate in armonia dal famoso Giovanni Boloncino
[sic]. Cominciò dopo le 2 della notte e fini dopo le 5. Vi furono l’eccellenze
spagnole, grande quantità di dame, e cavalieri e popolo infinito che rese
gran disagio all’udienza. Dopo gl’altri musici del sererenissimo di Parma,
domenica partì il celebre Pistocchino per trovarsi colà il dì di Pasqua
[...]. Dopo si è risaputo che all’oratorio famoso fatto in San Giacomo de
Spagnoli domenica sera vi furono 18 cardenali.
Doc. 56 fol. 370r [2 aprile] Pompeo Capranica ricevè l’onore della licenza
da Sua Santità di potere fabricare nel suo giardino un nuovo teatro per
farvi recitare nel venturo carnevale le opere in musica. Partì per Venezia
a prendere le misure d’uni di quei più belli, e famosi teatri, si va intanto
provedendo di musici eccellenti, per fare cose mirabili a gara dell’emulo
Marcello.
Doc. 57 fol. 374r [10 aprile] Mancano da Roma due musici di cappella
eccellenti soprani, Gioseppino d’Orsino e Valeriano di Cybo, e sono andati
nel regno di Napoli a far sentire a quei principi la loro virtù, ma non si
crede riporteranno quei regali da principi napolitani, che riportò da Roma
lo scritto Matteuccio, e di primo alloggio sono andati a Montecassino, a
provare come sono fatte le frittate di quei ricchi religiosi.
Doc. 58 fol. 377v [17 aprile] Festa di Sant’Aniceto Papa nel palazzo Altemps
con musica celebre battuta dal signor Ottavio Pitone, et armonia soavissima del Bolognese.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
147
Doc. 59 fol. 386v [30 aprile] Subito data la benedittione con tutta l’acqua
partì a Albano cioè alla sua abbadia di San Paolo il signor cardinale
Ottobono, volendovi giongere ad ora di desinare ove starà per più di 15
giorni con tutte le più allegre e divote possibili conversationi, avendo
condotto seco i suoi musici affettionati, il Bolognese dal violino et altri
virtuosi, destinando insino farvi caccia di toro, lotte, e corse de barbari di
giorno e di notte ancora qualche modesto festino.
Doc. 60 fol. 395v [17 maggio] La detta festa della Santissima Trinità fu celebrata da padri spagnuoli detti del Rescatto alle 4 fontane ; da padri francescani alla Trinità de’ Monti e dalla compagnia della Santissima Trinità
de Convalescenti e Pellegrini, con musica solenne, cantandovi il celebre
soprano Finalino, battuta da Raffaellino dell’eminentissimo Altieri, e la
mattina fu data la dote a 21 zitelle.
Doc. 61 fol. 446v [29 luglio] Ancora non si sa il regalo dovuto alla signora
Faustina celebre nella musica, che cantò con li due, basso e contralto :
Gioseppe, allievo di Fede, e Matteo del grande Lucchese, per havere
cantato nella serenata fatta lunedì sera su le 3 della notte in casa del signor
abbate Giaccetti, doppo l’accademia fatta nel suo giardino con l’impresa
del Platano, alle quali funtioni vi assisterono cavalieri romani e forastieri,
e diversi prelati et alla serenata il signor cardinale Ottobono, e la già principessa donna Maria Moretti Ottobona sua madre.
Doc. 62 fol. 453r [5 agosto] Sono molti giorni, che il signor ambasciatore
dell’imperatore fece fare avvertito il musico celebre insolente contralto del
Serenissimo di Mantova a frenare la lingua, ma non temendo tale avviso, e
non raffrenando la lingua, la corte di monsignor governatore ha penetrato,
essere preparate per lui quattro dozzine di legnate, e forse farli tagliare
la lingua (che in Roma, sebene non vi sono gl’Ussari Ahiduchi42, ci sono
quelli che vengono da Porta San Giovanni, che sanno ancor loro menar
le mani, e meglio li piedi) ; qui la prudenza di monsignor governatore è
stata considerata che fatto avvisato il Santo Pontefice, et il signor cardinale Spada delle preparate legnate, si è risoluto dare lo sfratto al detto
signor Francesco Ballarino da Roma, e suo distretto in termine di 24 ore
sotto pena eccetera. Et appunto mercoledì insalutato ospite montato in
calesse da cambiatura egli et il suo allievo Valentino voltarono le spalle
alla porta Flaminia senza aspettare di sentire la serenata che così bella
e vaga di cantanti, ed armonia su le due della notte la medesima sera in
Piazza di Spagna fece fare donna Maria della Neve della Cerda consorte
del signor marchese di Coccogliudo a sue spese in memoria del suo Natale.
Fu l’armonia superbamente concertata sino con l’echo dal famoso Violino
d’Arcangelo Bolognese, con sinfonia, e trombe, cantata a 4 voci, cioè da
Pasqualino Tiepolo, da Girolamo de Rospigliosi, da Silvio di Cappella
contralto, e da un altro baritono nuovo tra musici ; le parole della serenata
furono di Silvio Stampiglia, celebre nel verseggiare.
42
Gli Ahiduchi, originari della Valacchia, sono citati in Francesco Sansovino,
Historia universale dell’origine et imperio de’ Turchi, Venezia, 1600, p. 654.
148
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 63 fol. 456v [8 agosto] Sono stati di qualche consideratione li regali
fatti da donna Maria della Neve della Cerda la sera della serenata 5 di
agosto. Tra musici e la sinfonia furono divise cento doppie di Spagna, oltre
il rinfresco di dolce e di sorbetti, e poi volle la medesima far conoscere
il suo simulato affetto alla virtuosa Giorgina con donarle un ventaglio
ricamato e con 2 dozzene di pietre pretiose incastrate, stimato di valore,
intorno a cento scudi, che tanto piacque a Sua Eccellenza […] Sabbato
sera, prima di terminare la clausura delle lettere volle il signor marchese
di Coccogliudo, che fosse resa nota a tutta l’Italia la sua splendidezza
verso la musica, poiché fatto chiamare Archangelo dal violino, celebre
nella sua professione, e virtù, le fece consegnare una cedola di 600 scudi,
dichiarandolo anche scarso premio da ripartire a virtuosi dell’armonia di
quell’orchestra, che in numero di 70 renderono angelica la sinfonia di si
nobile serenata, le di cui parole furono del Paglia, che per essere di peso
hanno tirato al fondo il premio solito a darsi a poeti.
Doc. 64 fol. 457r [9 agosto] La sera ad un’ora di notte nella sala della
Cancellaria fece fare il signor cardinale Ottobono vicecancelliere una bella
accademia, e di musica, e di poesia, in occasione della festa di San Lorenzo
celebrata solenne, e pomposa con musica ordinaria nella sua chiesa, ove
egli assistì al suo luogo in coro alli primi vespri. Assistì anche alla messa
nella quale cantò tra soprani il suo licenziato Pasqualino Tiepolo, e cantò
anche alli secondi vesperi a quali non assistè sua eminenza, e solo alla
messa fu sentita la bella sinfonia di molti violini, viole, bassi e trombe, del
Bolognese.
Doc. 65 fol. 467v [23 agosto] Trasportata l’attione per la festa dell’Assontione della Beata Vergine nella domenica doppo l’ottava di detta festa, dalli
signori convittori del Collegio Clementino, per il commodo de signori
cardinali tanto solamente ve ne furono 8 cioè de Goes, Acciaoli, Carpegna,
Carlo Barberino, Overd.o [=Howard], Bichi, Del Giudice, et Ottobono,
e 25 prelati, oltre che la nobiltà romana, e forastiera, tra quali vi fu un
abbate canonico del San Celso, e Giuliano, il quale l’anno santo del 1650
toccò a lui recitare il poema, come convittore, sopra il punto della Cantica :
« Quasi plantatio rosae in Jerico » alla presenza di 22 cardinali e due ambasciatori di Francia Valensè, e di Venezia Sacredo che poi morì doge. E riferisce il detto canonico, non havere mai più dopo sentita una attione così
nobile, e così bella, con musica così scelta, e con armonia così concorde,
e così bizzarra, e vaga ; vi cantarono Pasqualino Tiepolo soprano di
cappella, Girolamo contralto del signor Duca di Zagarolo, Silvio contralto
di Cappella, et il Gratiani celebre soprano. Vi furono trombe, sopra la
soffitta, e nel coro del gran salone fatto a scalinata, 24 violini, 3 bassi,
2 contrabassi, cembalo, arciliuto, et arpa doppia, era guidata tutta l’armonia da Nicolino romano da Gasparino, recitò l’oratione doppo la prima
lunga cantata il signor Morandi genovese convittore, e doppo una bella
sinfonia recitò il poema il signor don Luigi Gambeos de Medina spagnolo,
doppo un’altra cantata.
Doc. 66 fol. 469r [25 agosto ?] Martedì mattina per la festa di San Ludovico
nella chiesa della natione francese si celebrò solenne con musica esquisita
et armonia del Bolognese, tanto in ambedue li vesperi quanto alla messa
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
149
cantata da monsignor Barlocci, alla quale in forma di cappella cardinalitia assistirono 23 signori cardenali.
Doc. 67 fol. 495v [26 settembre] Et alle sere passate le fu fatta [al principie
di Vaudémont] una bella serenata nella quale arrischiò cantarvi il famoso
contralto Ballarino, con tutto il bando rigoroso di monsignor governatore
lo che, risaputosi dalla giustitia, mandò subito per farlo prendere dove
fosse trovato. Ma dove ricercarono non trovarono nè lui, nè Valentino,
ma il solo servitore quale fu condotto prigione. Et il signor Ballarino
in compagnia del suo allievo Valentino, mercoledì della passata furono
veduti ascoltar messa nella chiesa di Santa Maria del Popolo (quando si
credea in Firenze o pure in Mantova) et il seguente giovedì, al’improviso
partirono da Roma.
Doc. 68 fol. 502v [7 ottobre] La sera poi su le due della notte nel palazzo
del signor duca di Medina con l’intervento della principessa di Vaudémont
fu data una conversatione musicale, ove cantò il Silvio, la cara Giorgina,
più virtuosa che bella, con l’accompagnamento armonioso del violino
Bolognese, e consocii.
Doc. 69 fol. 532r [28 ottobre] Con le lettere poi dell’ordinario di Milano si
sentono altre novità a cagione delle vicine turbolenze, non si faranno ne
meno colà opere musicali, anzi si sente che quella compagnia de musici,
per non stare otiosi, verrà in Roma, e reciterà opere musicali nel teatro
della Pace, si che in Roma haveremo 4 teatri da opere musicali, 3 venali, et
uno inestimabile, e per grandezza sarà quello del signor duca di Zagarolo.
Doc. 70 fol. 535r [2 novembre] Alli primi vespri a San Carlo de Catinari
non vi fu gran bella musica, ancorchè fosse guidata dal Pitoni.
Doc. 71 fol. 535v [4 novembre] In San Carlo de Catinari nel mentre dal
famoso Bolognese con l’armonia di molti violini si suonava una bella e
nuova sinfonia, nel formare una pausa nel fine della seconda parte, il
sacerdote parato per la messa cantata, che haveva appetito, senza dare
altra riflessione cominciò ad intonare il prefatio, e nel dire « Per omnia
secula seculorum Dominum Vobiscum » il Bolognese postosi a ridere
(e consequentemente tutta la gente, che stava a sentire) e fatto cenno a’
compagni proseguì la sinfonia, che fu bellissima, e tanto più piacque con
la riflessione del scritto accidente.
Doc. 72 fol. 546v [22 novembre] La medesima mattina il signor ambasciatore dell’imperatore e la signora contessa de Thun sua carissima consorte,
l’uno doppo l’altro furono ad ascoltare la messa nella Chiesa di Santa
Maria dell’Anima, ove si celebrò con musica scelta l’anniversario della
sacra [sic] et il violino bolognese portò il vanto nell’armonia.
Doc. 73 fol. 547r [22 novembre] Il giorno poi nella chiesa de padri Bernabiti,
ove la Congregatione de musici celebrò la festa di Santa Cecilia, fu sentito
Pietro Paolo genovese, toccare si dolcemente il suo violino, che fece stupire
tutti gl’astanti a tale effetto in gran quantità concorsivi, tanto che ogn’uno
applaude alla nobile risolutione del signore marchese Coccogliudo, e di
donna Maria delle Neve d’haverlo preso al loro servitio di cameriere.
Doc. 74 fol. 548v-549r [24 novembre] Recò ancora un ordine il corriere di
domenica mattina spedito da Parma preciso di sua altezza al detto signor
150
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Felini di assistere con tutte le sue forze possibili al signor Manzi celebre
maestro di musica e di cappella di sua altezza, che se ne viene a questa
volta cum fustibus e lanternis, per operare nel teatrino della Pace con la
recita di due opere in musica (per le quali già secretamente si lavora) al
dispetto del signor Marcello de Rosis appaltatore del famoso teatro di Tor
di Nona : le gare saranno per gl’artisti.
Doc. 75 fol. 568v [19 dicembre] Si vanno ponendo all’ordine per il teatro
di Torre di Nona le due famose opere da recitarsi nel principio dell’anno
nuovo. La prima intitolata Xerse in Persia e la seconda Tullio Ostilio così
bene ripartite a valorosi musici, che Roma da un tempo in qua non ha
sentito di meglio e per il contrario si sforza un’altra compagnia de musici
rappresentare altre due opere nel teatro de Cupis alla Pace, ove incessantemente si lavora, e vi saranno 7 mutanze di scene nuove fatte da buon
pittore a gara di quelle del teatro di Torre di Nona e vi saranno ancora
abiti superbi e bizzarri per li rappresentanti, quali sono stati mandati dal
serenissimo di Parma, e sono li medesimi serviti colà per le feste dello
sposalitio.
1694
Doc. 76 fol. 4v [3 gennaio] Sono state composte dalla prudenza del signor
cardinale de Goes le differenze e le pretensioni del signor ambasciatore
dell’imperatore circa il numero de palchi nel teatro di Torre di Nona. Anche
era insorta un’altra differenza per un palchetto del medesimo teatro, che
era in due, cioè, tra il cavaliere Acciaioli et uno di casa Massimi. Questi
partito da Roma, e restando solo l’Acciaioli, il governatore di Roma mandò
la chiave al signor principe Borghese43 picco di ciò l’Acciaioli ricorse a
Marcello. Questi scrisse al cardinale di Medici, e sua altezza rispose al signor
marchese Coccogliudo, e questi chiamato a sè il musico Ferrini fiorentino,
le levò la parte, e la rimandò al Rosis e così s’impicciarono malamente le
carte, e sino a martedì mattina sul mezzo giorno non furono spicciate, e
ne riportò l’onore chi ? Non si sa : così disse in Cappella il musico Bolsena.
Doc. 77 fol. 14r [24 gennaio] Domenica poi si viddero affissi due altri
cartellini, ma stampati, che invitavano per lunedì sera, una per l’opera
musicale di Tor di Nona, detta Il Xerse e l’altro per il teatro della Pace,
intitolata Roderigo.
Doc. 78 fol. 14v-15r [26 gennaio] Appena fu giorno martedì matina, che
si sentirono gl’applausi differenti dati alli due teatri. Quello della Pace fu
giudicato di migliore riuscita, si per le scene, per li recitanti, e per l’opera
ben intrecciata dall’autore. Non così fu sentito dire di quella del Teatro di
Tordinona, dichiarata sciocchissima poesia, con tutto che il Bononcini
si sia con tutte le forze adoperato per bene ornarla con l’armonia, e
credendo il signor Marcello de Rosis abbellirla con farvi recitare il signor
Carlo Antonio Corno, nano del serenissimo di Parma, per la parte gratiosa
appunto vale un corno, sì nell’attione, sì anche perché la parte non è
43
« marchese Coccogliudo » è cancellato.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
151
fatta con sua misura. Tanto che l’udienza fu forzata a replicare più volte,
quando il Nano usciva in scena, a dire : « Basta, basta, dentro rapunzolo ».
Doc. 79 fol. 22r [9 febbraio] Havendo risaputo Sua Santità, che la signora
duchessa di Zagarolo una sera habbi fatto recitare la sua opera in musica
solamente per i religiosi, se n’è acremente doluto [sic] e per dimostrarne
il suo giusto sentimento ha inviato a quell’eccellenza un suo paonazzo a
passarne doglianze, et ad avvertirla mai più incorrere in tale mancamento,
dovendo i claustrali dare esempio di retiratezza, e non andare a ridere
delle oscenità inorpellate per trattenimenti scenici e di qui è uscito un
ordine rigoroso al governatore et al fiscale di far carcerare tutti li religiosi,
che andaranno alle dette opere musicali, et ad altre comedie, e de fatto ce
ne sono incappati quattro.
Doc. 80 fol. 23r [13 febbraio] La sera poi li seguenti teatri venali incominciarono le recite delle loro seconde opere musicali ; a Torre di Nona si
rappresentò il Tullio Ostilio, opera vecchia già rappresentata 9 anni sono
nel teatro di San Luca in Venezia ; et al teatro della Pace si rappresentò
l’Orfeo, opera famosa, già rappresentata nel bel teatro di Parma et al teatro
di Capranica si rappresentò Pirro Re degl’Epiroti, et alla Pace lunedì sera
si ripigliarono il Roderico.
Doc. 81 fol. 24v [18 febbraio] La medesima mattina al consueto degl’altri
anni l’eminentissimo Ottobono vicecancelliere volse fare risplendere con
1500 lumi di cera la sua divota generosità nella chiesa de Santi Lorenzo,
e Damaso con la maestosa espositione del venerabile figurato non con
machine di pittura in conformità degl’anni scorsi, ma con scalinate, fiaccole, e lampadarii, e candelieri d’argento tutti con cera di mezza libra, di
una, due e quattro, conforme all’ordinanza, e lo che ha reso maggiore lo
stupore e la maraviglia, è, che devono tutte ardere dalla detta mattina di
giovedì da 17 ore, sino alle 18 di domenica ventura.
Doc. 82 fol. 40v-41r [24 marzo] […] Il serenissimo gran duca di Toscana ha
eletto suo agente alla corte di Roma, il signor Antonio Maria Fede fratello
del signor Gioseppe, e del signor Francesco Maria, ambedue celebri
soprani della Cappella Pontificia, in vece del defunto abbate Giovanni
Battista Mancini.
Doc. 83 fol. 75 [26 maggio] Per la festa di san Filippo Neri la matina 17
signori cardinali, doppo terminata da alcuni di loro la congregazione del
Sant’Offizio, furono nella chiesa di Santa Maria in Vallicella ad assistere
alla messa celebrata da monsignor illustrissimo Sperelli viceregente, e
cantata da migliori musici di Cappella, e di Roma, con l’accompagnamento
del solo organo, e senza stromenti conforme lo istituto di San Filippo.
Doc. 84 fol. 92r [5 luglio] Martedì morì il celebre maestro di cappella di
Santo Spirito, e di San Pietro in Vaticano, Berretta, e mercoledì mattina le
furono fatti li funerali in Santo Spirito.
Doc. 85 fol. 93v [5 luglio] La medesima mattina furono fatti 3 funerali […]
et al signor Francesco Verdone celebre basso di Cappella d’anni 56 nella
chiesa di Gesù, e Maria con 12 torce accese in conformità della prammatica de musici di Cappella, quali tutti vi furono ad intuonare la requie alla
messa.
152
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 86 fol. 95v [16 luglio] Venerdì alli 16 festa della Madonna Santissima
del Carmine ; fu celebrata solennemente nella Chiesa di Monte Santo con
Musica scelta battuta dal signor Giovanni Paolo Colonna celebre maestro
di cappella di San Petronio di Bologna e tutta la festa, e musica si fece a
spese del signor abate don Carlo Colonna.
Doc. 87 fol. 105v-106r [9 agosto] La sera del medesimo lunedì di vigilia
della festa di San Lorenzo martire nel giardino della Cancellaria (doppo
cantati li primi vespri in quella chiesa, a quali assistì l’eminentissimo
Ottobono vice cancelliere) fu fatta la solita accademia sacra con l’intermezzo di una bella serenata cantata a 3 voci, et accompagnata da sopra 60
istromenti con echi replicati sonori e plausibili, alla quale funtione vi assistirono oltre l’eminentissimo Ottobono sudetto, anche altri otto signori
cardinali e quantità di dame.
Doc. 88 fol. 118v [2 settembre] Giovedì doppo desinare il signor ambasciatore di Venezia con nobile treno, e corteggio, si portò al Collegio
Clementino ad assistere con 24 prelati ad una nobile, bella, e degna
dell’assistenza d’un monarca, accademia fatta da quei nobili convittori,
eseguendo in prosa, in versi, et anche in musica le glorie, e le grandezze
del serenissimo Silvestro Valier Doge veneto […]
Doc. 89 fol. 172 [30 ottobre] Essendo stati mandati da Sua Santità al signor
cardinale Albani alcuni memoriali dati da diversi musici per il concorso
nella Cappella di Sua Santità, e risaputolo l’eminentissimo signor cardinale Maidalchino prima ne passò un biglietto risentito e gratioso con il
Santo Pontefice, e poi si portò a passarne rigorose doglianze con l’eminentissimo Albano, quale scusandosi con bella disinvolta rovesciò il fallo al
commandamento ponteficio, e rimandò a Sua Santità li memoriali. Non
contento di ciò l’eminentissimo Maidalchino, protettore della Cappella
Pontificia, cioè de musici, si portò da Sua Santità e fatto un bel discorso
fece intendere con eminentissima energia a Sua Santità, che egli come
protettore de musici di Cappella toccava ad assistere a loro interessi e non
dare ad altri. Mosso a riso, il Pontefice le disse : « dunque V. E. è protettore
della nostra cappella, non lo sapevamo ; si facci dunque stimare da questi
nostri musici », e sorridendo di nuovo le diede la sua benedittione, e disse :
« dunque se così è unusquisque utatur jure suo ».
Doc. 90 fol. 197v [8 dicembre] Nella chiesa di San Giacomo de spagnuoli
per la festa della concettione di Maria vi si portò la signora donna Maria
della Neve della Zerda consorte del signor duca di Medina ad assistere
in panegirico in lingua spagnuola fatto eloquentemente da un religioso
dell’ordine de Predicatori, e la messa celebrata dal novello vescovo di
Parma monsignor Ulgiati e cantata da megliori musici di Roma, sotto la
battuta del Basetti maestro di cappella della Basilica Liberiana, et in oggi
fermato maestro di cappella nella suddetta chiesa di San Giacomo, dove è
stata rimessa la musica.
Doc. 91 fol. 197v-198r [8 dicembre] Fanno un gran fracasso li musici di
cappella per far occupare il luogo del concorso a più meritevoli di una voce
da basso e di una da contralto. Per quella da basso si fe’ sentire fortemente
un tal Nicola mezzo tedesco, e se gl’oppongono i poco amorevoli con dire,
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
153
non essere egli sacerdote (pretesto ridicolo), e deve essere fatta l’elettione
per la seconda festa di Natale. Maidalchino il signor cardinale come protettore della Cappella si fa sentire in tale occasione ma per havere in contrario
il signor cardinale Albani pare che stuoni nella voce delaso[l]re.
Doc. 92 fol. 202v [16 dicembre] Il medesimo giorno su le 20 ore si radunarono al Quirinale i signori musici della Cappella per votare nel concorso
delle due voci mancanti, basso e contralto, con l’assistenza delli due signori
cardinali Maidalchino protettore, et Albani commesso da Sua Santità,
et il medesimo santo Pontefice volle calarvi, e cominciatosi a sentire le
voci per il concorso quando era passata poco più della mezz’ora, fu avvisato il Santo Pontefice che veniva il signor cardinale de Gianson a farsi
sentire nella sua udienza ordinaria, e convenne a sua santità ritornare di
sopra nella stanza solita di quell’udienza, la quale durò circa due ore, et
il concorso de’ musici restò scontentato per l’assenza di Sua Beatitudine,
onde non fu votato ne risoluto cosa alcuna.
Doc. 93 fol. 208v [25 dicembre] Subito finita la cappella della mattina
di Natale al Quirinale con calessi di cambiatura il signore cardinale
Ottobono e l’eccellentissimo signor già principe don Antonio suo padre
s’incamminarono alla volta di Napoli a dare una vista a quella bella città,
et in questo imminente carnevale vedere le belle opere musicali, quali
non saranno mai tanto belle e vaghe quanto quelle di Venezia, ne meno il
carnevale, se bene li signori Ottoboni non vi staranno che una ventina de
giorni, volendo tornare in tempo di vedere il nostro divotissimo carnevale
di Roma, e le 4 opere musicali nei nostri due teatri.
1695
Doc. 94 fol. 216v [1 gennaio] Essendo stato eletto Gioseppino d’Orsino
insigne soprano, maestro della cappella pontifica, sabbato dopo li vesperi
del Quirinale si fece sentire valorosamente alli secondi vesperi nel Giesù.
Doc. 95 fol. 217r [1 gennaio] Non essendo riuscito la prima volta il
concorso radunatosi al Quirinale per eleggere le due voci mancanti nella
Cappella Papale, s’intende non sia per farsi più, havendo detto Sua Santità
che bastano quelle che vi sono.
Doc. 96 fol. 219 [7 gennaio] Il medesimo giorno si viddero affisse stampate
per le cantonate più pubbliche di Roma due notificationi, una avvisando
a gl’otiosi, che alli 8 di gennaio il famoso Trappolino de burattini sotto il
palazzo de signori Maculani haverebbe incominciato le sue comediole, e
l’altra, che la medesima sera si sarebbe aperto il famoso teatro di Torre di
Nona, per ivi rappresentare la prima opera in musica, intitolata Giustino.
Doc. 97 fol. 220 [8 gennaio] La medesima sera si diede principio alle recite
del Giustino opera drammatica nel famoso teatro di Torre di Nona, alla
quale si portò anche il signor contestabile Colonna con don Marcantonio
suo fratello e gli signori che solo poco prima erano tornati dalle cave di
Cisterna, ove dimorati alcuni giorni più si lodano de buoni trattamenti
ricevuti da quelle eccellenze, che non lodano la compositione, e l’intreccio
del Giustino, non biasimando però la bontà della maggior parte de musici
recitanti, e lodando l’esquisitezza dell’orchestra.
154
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 98 fol. 220v [8 gennaio] Raccontano di più li signori Ottoboni et
esagerano la nobiltà de trattamenti da quel signor viceré, essendo stato
di persona a visitare sua emminenza, e condottolo seco in carrozza la
sera alla commedia, e poi ad un nobile fatto a posta di dame di palazzo,
dove invitato don Antonio Ottobono ballò con dama galante e bella, con la
quale complì galantemente, ma non si vede che egli possa essere riuscito,
come seguì nel ballo delle dame d’Ancona, non essendovi in Napoli ne da
per tutto le Cornelie Nembrine
Doc. 99 fol. 221v-222r [12 gennaio] L’opera di Torre di Nona non a tutti
piace la compositione poetica, e perciò ogni sera va calando l’esito de
bolettini e quelli che hanno affittato i palchetti di prima fila a pian terreno
per 80 scudi ogni sera, fin ora vi hanno rimesso 50 scudi per sera. E
l’impresarii del teatro, che nel mese di giugno videro un certo dramma
eroicomico di un certo abbate Caetano, e non solo lo accettarono, ma
le fecero mutare il primo atto a modo loro, poi lo rifiutarono, havendo
scelto il Giustino, ora dicono l’opera del Caetano era più bella. E per non
havere il povero Caetano un prencipe in Roma protettore, che porti, e
raccomandi le sue deboli fatiche, la sua opera vive sperando ogn’anno
per l’altro (anche la virtù ha bisogno di protettione). Si querelano di più li
detti impresarii della gravezza imposta da Sua Santità, cioè, dice il Santo
Pontefice, che ogni teatro è obligato dare un palchetto gratis per li nipoti
del regnante Pontefice, Sua Santità non ha altri nipoti, che li poveri lateranensi, a questi dunque vuole che si dia il valore del palco del nipotismo,
cioè cento scudi. Et una simil somma vuole ancora che paghi il teatro di
Capranica, e se li due teatrini de burattini hanno voluto la licenza anche
loro per rappresentare le loro comediole, una col titolo di Trappolino a
Sant’Agnese, e l’altro di Pasquino alla Sapienza hanno pagato dieci scudi
per ciascuno.
Doc. 100 fol. 225v [18 gennaio] La sera medesima cominciò la sua prima
opera in musica il teatro rinnovato dal signor Pompeo Capranica, intitolata Clearco in Negroponte, la quale dicono quei che gli piacque, che fu
assai bella nella [quale] stando al palchetto la signora principessa sposa
di Pellestrina, non so come le cadde dal deto [recte : dito] quel suo bel
diamante che altra volta perdè, lavandosi le mani, e ritrovò ; ma questa
seconda volta non si sente ancora ritrovato.
Doc. 101 fol. 227v [22 gennaio] Due maestri falegnami, o siano ingegnieri,
che haveano cura di accomodare il moto alle scene al rinnovato e bello
teatro di Capranica sono stati fatti prigione d’ordine di monsignore illustrissimo governatore a contemplatione del cavaliere Filippo Acciaioli di
Pompeo Capranica, per havere questi scoperto, che per colpa loro non
andavano bene, ne havevano il dovuto moto le scene, e le machine, e ciò
per havere preso buone mance dagl’affittuarii del teatro di Torre di Nona,
affin che non vi cominciasse così presto quello di Capranica.
Doc. 102 fol. 231v [30 gennaio] La sera della domenica d’ordine di Sua
Santità furono sospese tutte le recite, tanto delle opere musicali, quanto
de burattini, balli su la corda, et ogn’altro trattenimento scenico et osceno
su la riflessione della mestitia considerabile per tanta pioggia.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
155
Doc. 103 fol. 233 [1 febbraio] La sera del medesimo martedì si fece la
prova generale d’ambedue le 2 opere musicali in ambedue li teatri Torre di
Nona e Capranica, ma le loro recite si riserbano a sabbato venturo.
La notte seguente morirono il maestro di ballo del teatro Capranica di
pontura, e di pontura e di una postema in gola morì il musico soprano
Magnavacca che rappresentava la parte di regina, anzi d’imperatrice
Arianna consorte di Anastasio nel dramma Giustino, con particolare
dispiacere della bella vedova Lancetti sua favorita.
Doc. 104 fol. 238 [11 febbraio] Il giorno doppo desinare, fattasi parentesi al diluvio, con farsi vedere tutto il giorno il sole, Sua Santità invitata dall’eminentissimo Ottobono si fece portare in sedia con il suo solito
positivo corteggio, e cavalcata, ad orare nella chiesa de santi Lorenzo e
Damaso avanti il Santissimo con sì vago e divoto ornamento esposto, e
mentre s’inginocchiò nel fare l’atto dovuto di venerazione con umilissimo
inchino all’ostia consacrata il grand’Arcangelo dal violino incominciò a
far rimbombare una sua armoniosa sinfonia, che durò appunto tutto il
tempo della pontificia oratione.
Doc. 105 fol. 270 [5 aprile] Si ritrova in Roma il celebre Alessandro
Scarlatti per passare in Spagna maestro di cappella di sua maestà cattolica e Giovanni Bononcino altro celebre par suo passerà in Napoli maestro
di Cappella di quel signor viceré.
Doc. 106 fol. 291r [30 aprile] Sta sul partire per Vienna al servitio
della maestà di Cesare il celebre soprano di sua eccellenza viceré detto
Matteuccio, venuto da Napoli.
Doc. 107 fol. 303v [24 maggio] Su le 15 ore poi nella chiesa di Santo Antonino
della natione di Portogallo si portò con numeroso corteggio il signor
marchese Fonseca residente a questa corte per il re don Pietro con una nuova
livrea di gala, ad assistere ad una messa solennemente cantata con il Te Deum
laudamus nel fine, in segno di allegrezza e di rendimento di grazia per la natività del terzo genito, e per la recuperata salute della regina madre neoburga.
La musica fu scelta delle meglio voci di Roma, e di palazzo, guidata dalla
battuta del signor don Pietro Franchi maestro di cappella della Madonna de
Monti, e de signori Rospigliosi, con la sinfonia del grand’Arcangelo Bolognese.
Doc. 108 fol. 305r [22 maggio] Perché improvvisamente partirono domenica doppo desinare alla volta di Bologna a divertirsi in forma di villeggiatura nel vedere Il Nerone fatto Cesare opera drammatica, recitata in musica
nel teatro de signori Malvezzi, don Carlo, e don Marco Antonio Colonna,
senza far motto, ne pur dire addio al fratello maggiore Contestabile, quale
nel medesimo tempo partì per Marino, subito si sparse voce essere passata
poco prima nuova contesa tra di loro.
Doc. 109 fol. 308v [2 giugno] Essendo il sito della dogana vecchia di terra
giurisdittione di San Luigi de Francesi, e restando disaffittata nell’aprirsi
la dogana nuova di piazza di Pietra, con perdita di quel luogo pio di circa
800 scudi annui, pensa il signor Cardinale di Gianson fabbricarci un teatro
da comedia, e ricavarne molto più, in tanto in breve il signore marchese
d’Aribert [recte : Alibert] è in procinto di poner mano alla fabrica di Tor di
Nona, e rivoltare, et ingrandire quel teatro.
156
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 110 fol. 313r [6 giugno] Il signor cardinale Ottobono partì giovedì
della passata al tardi su le poste verso Spoleti per vedere ivi la comedia in
musica fattavi più volte, e ritornò lunedi su le 21 ora, incontrato dal principe don Antonio suo padre, venuto per trovarsi alla funtione di giovedi
mattina.
Doc. 111 fol. 317v [12 giugno] Il giorno medesimo per la festa di Sant’Antonio
di Padoa celebrata in 3 chiese non vi fu gran bella musica, mancando
li due migliori Girolamo contralto de signori Rospigliosi, e Pasqualino
Tiepolo soprano della Cappella Pontificia, essendo andati a servire uno
il signor contestabile a Marino, per la festa di San Barnaba trasportata, e
l’altro il signor duca di Sermoneta a Cisterna per la festa di Sant’Antonio,
celebrata con tutte le pompe, lotta e corsa de Palii.
Doc. 112 fol. 321v-322r [19 giugno] Nel principio della scorsa settimana fu
dato principio al guasto dell’antico teatro di Tor di Nona, per riformarlo a
dirittura del fiume e della strada dell’Orso, che va al ponte di Sant’Angelo,
ad una grand’impresa si è posto il piccolo architetto Fontana, obbligatosi
per scrittura a darlo finito per il 29 del venturo ottobre, et io dico a tutto
dicembre, pur che le cose siano ben formate.
Doc. 113 fol. 338v [16 luglio] Alla festa della Madonna del Montesanto,
tanto alli primi, quanto alli secondi vesperi, et alla messa cantata solennemente vi fu un gran concorso di popolo, non tanto per la divotione,
quanto per sentire cantare Giovanni Francesco Grossi da Pescia celebre
contralto (alias Siface) venuto in Roma per porre un zampetto sul palco
del bel rinuovato teatro di Pompeo Capranica, et alla bella prima s’intende
habbi richiesto 1500 scudi, e che di già ne gli siano stati offerti mille.
Doc. 114 fol. 355v [5 agosto] La medesima sera in Piazza di Spagna si
replicò la scritta suddetta serenata a 3 voci a contemplatione delle signora
duchessa di Medina donna Maria della Neve della Zerda, per essere la
festa della Madonna della Neve, et in tal giorno fu deposto il lutto44.
Doc. 115 fol. 365r La medesima sera [15 agosto] lo sposo Capizucchi fece una
galante serenata alla sua sposa Isabella Cesi, e vi cantò a voce sola Vittoria
Bolognese la figlia del cocchiere, accompagnata da varii stromenti con generale applauso […]. Alle 2 della notte, come ottava di San Lorenzo nel cortile
del signor contestabile Colonna fu fatta un’altra bella serenata a 3 voci, le
di cui parole furono dello Stampiglia, la musica di Bononcino, e vi cantarono Girolamo de Rospigliosi, Pasqualino, e Peribeo, con l’armonia degli
stromenti da arco del Bolognese, e con tal congiuntura si riseppe il regalo
fatto dal signor duca di Medina alli 3 musici della sua serenata replicata 2
volte, cioè 3 doppie a Pasqualino, 3 a Peribeo, e 30 a Siface. Non si sa ancora
il regalo, che farà il signor contestabile alli suoi tre musici, che doveranno
replicarla sotto il palazzo del signor duca di Medina a Caetani al Corso.
Doc. 116 fol. 368v [23 agosto] Quando il signor duca di Medina fece dare
le suddette 30 doppie a Giovanni Francesco Grossi, alias Siface, le disse
44
Fa riferimento alla serenata eseguita il 2 agosto.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
157
di propria bocca, che stimava bene se ne andasse a fare il carnevale a
Milano, et egli per mostrare la stima, che faceva de cenni di un sì qualificato soggetto 24 ore doppo partì per Firenze per proseguire per Modena e
poscia a Milano.
Doc. 117 fol. 370r [25 agosto] La medesima sera su le 2 della notte nel
Corso avanti il portone del palazzo de signori Caetani sopra un palco illuminato da 8 torce fu cantato un duetto da due delle migliori cantatrici di
Roma e furono Faustina, e Giovanna la figlia della vedova, con l’armonia
de violini, ed’altri stromenti dell’insigne Bolognese.
Doc. 118 fol. 370v [26 agosto] Il giorno doppo desinare nella chiesa di
Sant’Ignatio parata superba, e riccamente di damaschi cremisi tutta
a trine, e frange d’oro vi si tenne conclusione di teologia un alunno del
Collegio Germanico, detto il baron Paolo Sckisctich [recte : Schittich]
ungaro, dedicata al re de romani con musica scelta di 40 voci, battuta dal
celebre maestro Pitone, con 50 stromenti di Sinfonia guidata dal primo
violino del mondo, e del terrestre paradiso, mentre è un’Arcangelo.
Doc. 119 fol. 377v [5 settembre] Il medesimo giorno nella chiesa di
Sant’Ignatio più riccamente parata della settimana scorsa (ancorchè la
matina vi fossero stati li maestri delle cerimonie di palazzo ad ammonire quei reverendi avidi Patrassi, che era contro il cerimoniale il fare
una tal pomposa conclusione in una chiesa, ove si permettono solamente
le conclusioni capitolari di teologia, che sarebbe stato più proporzionato
uno de loro saloni, ma perché si era di già fatto l’apparecchio per questa
volta si lasciava correre) fu sostenuta un’altra conclusione di teologia dal
signor conte Emerico Csaky de Keresztszegh canonico agriense, et alunno
ungaro del Collegio Germanico consacrata alla Santità di Nostro Signore
Papa Innocenzo XII con musica celebre di Gioseppe Ottavio Pitone con 24
buone voci, e sopra 40 stromenti guidati dal Bolognese.
Doc. 120 fol. 385r [15 settembre] La messa fu cantata a pieno coro de
musici sotto la battuta del signor Alessandro Melani45.
Doc. 121 fol. 393r [3 ottobre] Nel medesimo giorno, et ora nel Collegio
Clementino da quei signori convittori fu fatta l’accademia di belle lettere,
ballo, scherma, gioco di picca e cavallarizza alla presenza di 22 signori
cardinali, e 25 prelati con applauso universale.
Doc. 122 fol. 431r [22 ottobre] Si lavora al Tor di Nona per finire avanti
le sante feste di Natale il famoso e rinuovato teatro, e con tanta furia più
assai che si fa alla gran nuova curia di Monte Citatorio.
Doc. 123 fol. 435v [30 ottobre] Sono all’ordine due curiosi e belli matrimoni. Il signor Ottavio Pitone, celebre maestro di musica e di cappella
dell’Apollinare e di San Lorenzo, e Damaso prende la figlia del Foggia
insigne maestro di musica, e di cappella de Padri Teatini e dell’Ara Coeli.
45
Fa riferimento ai funerali di Eleonora Buoncompagni Borghese, moglie di
Giovanni Battista Borghese a San Lorenzo in Lucina.
158
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 124 fol. 453v [30 dicembre] Venerdì doppo desinare anche l’illustrissime signore monache di S. Silvestro […] hebbero la permissione di far
cantare da musici li primi vesperi per la loro festa di San Silvestro Papa,
e le fece la battuta il cognato del celebre maestro di cappella Alessandro
Melani, il quale continuò la messa e li secondi vesperi anche il dì seguente
e vi cantarono due voci le megliori tra musici di Roma, Pasqualino Tiepolo
soprano della Cappella Pontificia, e Girolamo il celebre contralto provisionato della signora duchessa di Zagarola.
1696
v
r
Doc. 125 fol. 15 -16 [15 gennaio] Domenica mattina l’eminentissimo
signor cardinale Ottobono nelle sue stanze della Cancelleria fece un lauto
desinare a 3 delle sue creature, e furono otto a tavola […] e terminata la
mensa su le 22 ore si pose all’ordine la bella rappresentatione di Santa
Rosalia, rappresentata da burrattini d’inventione del signor cavaliere
Filippo Acciaioli, e cantata da sei voci le migliori di Roma. Santa Rosalia
nipote di Ruggiero la fece Bolsena ; Ruggiero re di Sicilia la fece Silvio
contralto ; Balduino lo fece Montalcino ; Riccardo suo fratello lo fece il
tenore di Barberino ; Elisena sorella del re de Tunisi, schiava di Balduino,
la fece Peribeo ; Fausta nutrice di Santa Rosalia la fece Giovanni Battista
Cappellarino. Le parole del metro parte sono di sua eminenza e parte del
conte di San Martino, e sono bellissime ; l’orchestra vienne [sic] sostenuta
dall’impareggiabile violino di Arcangelo Bolognese ; finì ad un’ora di notte.
Doc. 126 fol. 18v-19r [18 gennaio] La terza funtione di mercoledì mattina
si è la gran bella messa cantata a 5 cori nella chiesa degl’Orfanelli, e fu
la scritta votiva del signor Pompeo in occasione del suddetto picciolo
incendio. La compositione sino all’Evangelio fu del celebre maestro di
cappella del Serenissimo di Modona [sic] e si può dire, anche di Parma,
il Manzi [Mancia], et il credo fu compositione del Gasparrini, maestro di
cappella del gran Prencipe di Toscana. Battè la sua compositione il Manzi
e quella del Gasparrini la battè un’altro musico ; mescolatamente nel
primo coro vi cantarono tutti li musici forastieri destinati per il teatro di
Capranica, e negl’altri cori vi cantarono i nostri, non di Cappella, essendo
applicati in San Pietro per la suddetta Cappella. Vi furono 44 stromenti
da arco, 2 arciluti, 2 trombetti. L’udienza fu così numerosa, che non vi
era ove potere gettare un grano di miglio, e chi scrive ancora se ne sente
con un fisso dolore di cosce, obligato per la calca a stare storto ; nel palco
grande dell’organo ordinario della chiesa da una parte vi erano 10 voci che
formavano il quinto coro, e dall’altra parte vi erano 4 principi […]
Doc. 127 fol. 22v-23r [22 gennaio] Domenica mattina si vidde per le cantonate di Roma affisso il primo cartello stampato, che avvisa le recite del
teatro di Capranica per la prima volta mercoledì sera alli 25 e giovedì
26, e sabbato 28 del corrente gennaro, e si farà l’opera intitolata Flavio
Cuniberto opera vecchia fatta in Venetia nel teatro di San Giovanni
Grisostomo l’anno 1682, et la Penelope Casta del medesimo autore, che
deve comparire nel nuovo teatro di Tor di Nona si crede, che habbia il
male delle donne, che non si può far vedere in scena, non potendosi aggiustare la comparsa luttuosa.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
159
Doc. 128 fol. 25v [25 gennaio] Furono affissi li cartelli sino da domenica,
che avvisavano la prima, seconda e terza recita di Flavio Cuniberto al
teatro di Capranica, per mercoledì sera la prima volta, e poi all’improvviso sul mezzo dì furono veduti affissi gl’altri cartelli per il teatro di Tor di
Nona per la sera di mercoledì, e per la seconda di giovedì ; e nel medesimo
tempo furono staccati, e lacerati i cartelli per il teatro di Capranica. Si fece
quella di tor di Nona, intolata Penelope la Casta, alla quale vi fu mezza
Roma, cominciò quasi alle 3, e finì alle 8 ore con inaspettata riuscita, e
sodisfatione particolare di tutta l’udienza.
Doc. 129 fol. 26 [25 gennaio] Si come il teatro di Capranica cedè mercoledì sera per la prima volta a quello di Torre di Nona, così era conveniente,
che questi si contentasse, che quello di Capranica, rappresentasse solo
anch’egli giovedì sera il suo dramma, intitolato Flavio Cuniberto del Noris,
già rappresentato in Venetia nel Teatro Grimano l’anno 1682, e dicono chi
ha sentito ambedue, che questo di Capranica sia più quello di Tor di Nona
più vago [recte : sia più vago di quello di Tor di Nona].
Doc. 130 fol. 28v [27 gennaio] Vedendo li signori interessati del teatro di
Tor di Nona, che la loro opera detta Penelope la casta, rappezzata dallo
Stampiglia, virtuoso di poesia, non ha quel concorso, che si credea, hanno
pensato di calare a 3 giulii il bollettino, che pagava 5, e si crede che ne
meno gioverà.
Doc. 131 fol. 34r [8 febbraio] Corre voce, che sua eccellenza [Medinaceli]
habbi eletto al suo servitio cinque li più insigni nel canto d’Italia : il
Cortona, Ballerino, al quale si condonano i trascorsi ruffianesimi fatti e
non compiti alla signora Angela Giorgina ; per terzo Giovanni Francesco
Grossi alias Siface ; quarto Pistocchino ; e quinto Silvio contralto della
Cappella Pontificia.
Doc. 132 fol. 42v [22 febbraio] Ripigliò le sue recite martedì sera il teatro
di Torre di Nona, et è riuscita l’opera più per la vaghezza, e ricchezza delle
scene, che per l’opera male ordinata, anzi sconcertata per la raffazonatura di Silvio Stampiglia. Giovedì sera ripigliò le sue 2 recite il teatro di
Pompeo (detto così, per essere di Pompeo Capranica) con la recita della
seconda opera intitolata Il Re Infante del gran Matteo Noris, la quale riesce
più nell’opera, e nella musica del Ma[n]zi [recte : Luigi Mancia] che nella
bellezza delle scene, e negl’accompagnamenti. Negl’altri luoghi particolari
non vi sono gran numero di comedie : una d’improviso in casa del Lembri,
a spoglia Cristo, è buona assai per due parti ; un Pulcinella natio della
cerra [recte : dell’Acerra], et un Ponzeucro in lingua genovese ; un’altra in
Borgo, recitata da chiericoni della Basilica Vaticana, et un’altra nella casa
de signori Ruccellai al corso incontro al palazzo de signori Caetani.
Doc. 133 fol. 43r [24 febbraio] Venerdì la mattina l’eminentissimo Ottobono
mandò la chiave del suo bel teatrino alla signora ambasciatrice dell’Imperatore, che per quella sera ne disponesse a suo modo ; la quale vi fu con
quasi tutti di sua casa, e con l’accompagnamento di molte dame romane e
fu rappresentata da quelle meravigliose figurine una seconda opera, intitolata Gl’Amori Eroici tra Pastori, e dicono chi l’ha veduta, essere più bella
prima.
160
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 134 fol. 44r [24 febbraio] Col ritorno del Gamboa con la venuta
dell’ordinario di Spagna si sono risapute molte belle curiosità. Il maestro
di camera di sua eccellenza di Medina riferisce che in Milano dal padre
inquisitore del Sant’Offitio sia stata carcerata Margaritina la famosa
cantante bolognese, e che la seconda donna cantante di quel teatro stia
molto male ; onde quel teatro resta in vacanza per questo carnevale.
Doc. 135 fol. 64r [16 marzo] [Si seppe anche] che con sua eccellenza viceré
siano andati due famosi musici, lo Scaglia, e Silano, eccellente buffone del
teatro di Tor di Nona.
Doc. 136 fol. 78r [7 aprile] La medesima mattina da signori musici (eccetto
da quei della Cappella Pontificia) nella chiesa di San Carlo de Catinari
furono celebrate l’essequie al defonto celebre maestro di cappella di San
Petronio di Bologna Giovanni Paolo Colonna, e fu battuta e guidata la
musica da Giovanni Bononcino, allievo del defonto Giovanni Paolo, alla
messa cantata con nobile catafalco, e con poca cera, 10 candelotti, da 4
libre in piana terra, e 30 da mezza libra nel catafalco, e vi assistirono 5
maestri di cappella a sedere.
Doc. 137 fol. 120r [24 maggio] Fu scritto, che da Roma il principe di
Brandemburgo era ito a Napoli, non fu sua altezza che vi andò, fu il
Nicolini suo musico, per recitare nell’opera, che fa rappresentare quel
signor viceré.
Doc. 138 fol. 138v [20 giugno] Che vi erano alcune lettere di Napoli, che
dicevano, che in tanto sua eccellenza viceré faceva ritardare le paghe a
Nicolino soprano del serenissimo di Brandemburgo, et ad altri musici, che
hanno recitato nell’opera musicale colà rappresentata nel maggio scorso,
in quanto, che stimava gloria di quei musici, ch’erano stati scelti a recitare
nella sua prima opera, e che era vergogna loro pretendere altra mercede.
Doc. 139 fol. 156r [12 luglio] E che alla porta del nuovo palazzo di Monte
Cittorio la sera antecedente si leggesse affisso in un cartello : domatina al
palazzo del Quirinale si reciterà in musica il dramma famoso di Mattio
[sic] Noris, intitolato Due nemici al soglio.
Doc. 140 fol. 159v [16 luglio] Il giorno alli secondi vesperi, si come l’antecedente alli primi nella chiesa di Monte Santo per la festa della Beata
Vergine di Monte Carmelo vi cantarono due mottetti a gara due musici
forastieri, Mellini il contr’alto dell’imperatore, e Cortona celebre soprano
del serenissimo di Mantova.
Doc. 141 fol. 161v [18 luglio] Sua eccellenza [il viceré] ha altro da fare ora,
che fa instruire la sua Georgina, per farla recitare in opera nel venturo
carnevale a gara della famosa Barbaruccia, che si ritrova in Roma per
partire a quella volta con il famoso soprano Cortona ; e questi per recitare
un’opera nuova famosa da farsi colà per la nuova del parto della regina
sposa Neoburga, finalmente gravida.
Doc. 142 fol. 181r [8 agosto] E vi è qualche dubbio, se si facci la sera delli
15 la bella compositione dello Stampiglia nel cortile del signor contestabile Colonna, ove dovevano cantare Cortona, e Barbaruccia, musici forastieri, si crede per rifuggire molt’impegni, e particolarmente a cagione del
Martinez [cioè, Georg Adam Martinitz, ambasciatore tedesco a Roma].
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
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Doc. 143 fol. 184v [8 agosto] Lettere di Napoli ragguagliano la bella serenata fatta fare da sua eccellenza viceré, guidata dalla celebre sua cantante
cognita Georgina a Chiaia per la festa di Sant’Anna la sera, con l’intervento di quantità di cavalieri, ma non di dame, che non vollero concorrere
ove erano due viceregine per non pregiudicare al cerimoniale.
Doc. 144 fol. 190v [15 agosto] La medesima sera dovea il signor principe di
Bauco Tassis nella sua casa sul monte della Trinità far fare una bella serenata, poesia di un cavaliere napolitano, ove doveano cantare due virtuose,
e non si fece, per non cagionare comedie, se non tragedie, a cagione di
havere il principe invitato in sua casa la signora contestabilessa, et il figlio
del principe la signora contessa di Martinitz, e perciò fu stimato bene
fingere una delle due cantanti malata, e si prese scusa di trasportarla ad
altro tempo, ma Dio sa quando.
Doc. 145 fol. 194v [20 agosto] La medesima sera, ma concertatamente il
signor contestabile Colonna condusse a casa del principe di Belvedere
a strada Gregoriana due cantarine, dicono, fossero la Bolognese, e la
Piemontese, e con Girolamo de Rospigliosi, e Pasqualino Tiepolo, et ivi
fosse cantata la bella serenata dello Stampiglia, e musica del Bononcino,
e mentre su le 4 ore stavasi sul fine comparve un cocchio scoperto con
due cantarine mascherate, et un soprano, tutti 3 incogniti, et al piccolo
spiraglio d’una lanterna si posero a cantare, et una di queste cominciò
con un’arietta a desfidare quelle di sopra, che tutte con i due musici si
erano poste su la ringhiera ad ascoltare, et una sì bella armoniosa contesa
durò sin dopo la mezza notte, e tutto il male fu, che da pochi fu ascoltata,
perche fu posta insieme, e concertata all’improvviso.
Doc. 146 fol. 205v-206r [6 settembre] Giunto detta sera avanti su le 2 della
notte improvisamente in Roma il signor duca di Sermoneta fece dire
qualche cosa a questa corte, e vi fu chi disse, essere venuto per concordare
un matrimonio, e lo argomentarono dall’essersi fatta un poco di musica
il venerdì et il sabbato sera nella sua bella galleria, e dall’essere stata dal
suddetto sabbato mattina la signora donna Olimpia Barberina principessa madre, e per essere stati regalati musici, e suonatori (che furono i
megliori, Pasqualino, Mont’alcino, e Girolamo, et altri di seconda classe,
e vi suonò il violino Arch’Angelo il Bolognese, Tomasino, e compagni),
di due carrettate di alabastri cornioli per servitio della cappella loro da
farsi in San Carlo de Catinari non vi mancarono bell’ingegni che dissero,
che sarebbe stata una musica da sassate, se non vi fossero stati presenti
il signor contestabile Colonna, e don Marcantonio suo fratello e pur
bastava per nobilitarla la presenza sola dell’eccellentissimo signor duca
di Sermoneta.
Doc. 147 fol. 208v [10 settembre] Che monsignor Marcello d’Este, in vece
di repplicare alli negotii importanti della secretaria de vescovi e regolari,
si divertisce giorno e notte sino a 5 ore attorno al cembalo a suonare,
e cantare le canzonette, e le ariette de i teatri, et in vece di rimediarvi,
avvisato per correttione dalli signori cardenali Marescotti, Petrucci e
Coloredo, le sere passate fu veduto con la Ungarinetta stare a sentire la
serenata sotto le fenestre del Principe di Bauco e di Belvedere.
162
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 148 fol. 209v [12 settembre] Che il signor cardinale Ottobono volendo
cominciare a reformare la famiglia habbi cominciato dall’insolente, e pazzarello soprano Battistino, alias Biribeo, havendo preso al prestesto di ciò ch’ei
fece pubblicamente nel coro nella chiesa dell’Anima il giorno della festa della
Natività della Beata Vergine, e fu, che havendole dato il maestro a cantare un
mottetto un tuono più alto, il signor Biribeo gli lo strappò in faccia.
Doc. 149 fol. 215r [19 settembre] Che il signor cardinale Ottobono oltre di
havere licentiato dal suo servitio Battistino il musico Biribeo, ha licenziato
ancora molti altri alla riserva solo di Bolsena soprano, e del grand’Arcangelo dal violino.
Doc. 150 fol. 220r [21 settembre] E la mattina medesima in Santa Maria
in Vallicella furono celebrate pompose esequie al Simonelli musico tenore
antico di Cappella, e per ciò vi furono tutti li musici della Cappella Papale
a cantarle solennemente le requie alla messa.
Doc. 151 fol. 221r [23 settembre] Et il giorno doppo desinare nel Collegio
Clementino ve ne furono altri sette, cioè Marescotti, Spada, Sacchetti,
D’Adda, Panciatichi, Albani, e Lorenzo Altieri, e circa 40 prelati, e diversi
figli de prencipi, quali tutti assistirono volentieri, benché infastiditi
da un insolito caldo, alla nobile funtione, fatta in forma di accademia
in memoria del secolo, altri dicono centesimo dalla fondazione di esso
Collegio, fatta dalla felice memoria di Clemente ottavo della nobile famiglia Aldobrandina, e fu portata l’attione con nuovo, e nobile stile di ripartimento tanto nel recitare un triplice poema da 3 nobili convittori, tutti
3 nel medesimo tempo a vista di tutti sovra una catedra vestiti in habito
clericale con le loro berrette, et 8 altri convittori a 4 per volta, destinati a
compartire i fiori, et i libretti della detta accademia, stampata, a cardinali
e prelati, tramezzata con armonia, e musica a 4 voci delle migliori, cioè
Bolsena, Battistino, Silvio e Girolamo.
Doc. 152 fol. 249v [4 ottobre] La medesima mattina nel Palazzo Apostolico
d’ordine del Santo Pontefice fu data la cotta a Marcuccio soprano raccomandato dall’eminentissimo Coloredo, e ben voluto dal padre Francesco
Marchesi, successo in luogo del soprano Valeriano, partito per guadagnare molto più nelle recite de veneti teatri.
Doc. 153 fol. 266v-267r [1 novembre] Di Napoli habbiamo, essere uscito
un altro cartello con una longa iscrittione, parimente attaccato al Gigante,
che in sostanza concludeva, chi si attendeva solo a bagordi, comedie, et
opere, e musiche, e punto a provedere alla mancanza della farina, e poi
andava a terminare con molte rime cadenti alla Giorgina, e piaccia al
cielo, che quella benedetta donna non cagioni una tragedia.
Doc. 154 fol. 268 [3 novembre] Le lettere dell’ultima staffetta di Napoli
di venerdì di data delli 31 ottobre hanno recato la notitia delle superbe, e
splendide feste fattesi in Napoli d’ordine, et a spese di sua eccellenza viceré,
cioè mascare per 8 giorni, comedie, et opera in musica, e la domenica di
giorno, e di notte andò per la città un carro trionfale tirato da 24 cavalli con
400 tra fiaccole, e torce accese, con festa di ballo, ma con poche dame a
Palazzo, con luminari e fuochi, et in San Gennaro fu cantata la messa col Te
Deum in rendimento di gratia per la recuperata salute del re nostro signore.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
163
Doc. 155 fol. 305v [31 dicembre] La mattina della festa46 fu celebrata una
messa solennemente cantata con musica del Melani e con voci le megliori
di Roma, e con la celebre armonia dei violini del Bolognese, e Tomasini.
1697
Doc. 156 fol. 4v [2 gennaio] Et ecco che li due famosi teatri di Marcello, e
di Pompeo cominceranno le lore opere musicali alli 21 di gennaro, e forse
mai, se il negotiato de i zelanti rinforza, e se faranno le opere ne rappresenteranno una sola per teatro, o pure se tutte due, farà sette, o otto recite
per ciascuna.
Doc. 157 fol. 10r [9 gennaio] Che Sua Santità aveva dato l’autorità a monsignor governatore di Roma di concedere la licenza per la recita delle opere
musicali e sabbato incomincerà la sua prima il teatro di Marcello, alias di
Torre di Nona. Che si ponerà il prezzo alla porta di 5 giulii al bolettino.
Che non sodisfatta l’udienza della qualità delle opere, pretenda pagare i
palchetti un terzo meno.
Doc. 158 fol. 11 [9 gennaio] Che [a Milano] quell’eminentissimmo arcivescovo Caccia havesse scommunicato un musico sacerdote, che recitava
nell’opera di quel teatro, e che perciò si erano fermate le recite, fin che un
altro imparasse la parte.
Doc. 159 fol. 12v [9 gennaio] Che aspettandosi di sentire per la sera la
licenza di recitare le opere, almeno nel teatro di Torre di Nona, non vi
sia tale licenza. Altri dicono, che di nuovo li due suddetti cardinali frattanto habbino suggerito nuovi motivi al papa, acciò non permetta le dette
rappresentanze, come scandalose. Altri dicono, che veramente non siano
ancora all’ordine le scene del teatro di Marcello.
Doc. 160 fol. 18v [19 gennaio] Sabbato sera cominciò la recita della sua
prima opera musicale il teatro di Marcello, intitolata Fausta restituita
all’Impero, e cominciarono ancora alcuni piccioli teatri de burrattini. La
matina poi della domenica si riseppe la poco buona riuscita dell’opera del
teatro di Tor di Nona e lo dissero alcuni musici, et altri, che la viddero.
Doc. 161 fol. 19v [20 gennaio] Così in quel teatro doppo lo scritto prologo si
recitò l’Aiace che con l’intermedii matematici del cavaliere Acciaioli, riuscì
assai meglio della Fausta restituita all’Impero, di Tor di Nona, portando
fin’ora l’applauso Aiace.
Doc. 162 fol. 21 [23 gennaio] E nel teatro di Tor di Nona doppo la caduta
dello scritto facchino, cadè una tavola, et un pezzo di colonna di legno,
et andò a dare nell’orchestra, offendendo leggiermente Caetano dell’arcileuto, et in una mano Arcangelo dal violino il Bolognese, et una donna
ch’era nell’orchestra vestita da huomo, timorosa, svenne tanto che con
l’emissione del sangue, l’altro ritornò a suo luogo, et ella che fece il prologo
con la caduta del facchino malamente vidde una scena.
46
Fa riferimento alla festa di San Silvestro nella Chiesa delle Monache in San
Silvestro in Capite.
164
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 163 fol. 22v [25 gennaio] A Parigi il cadetto di Polonia nel sentire
un’opera in musica s’innamorò di madama la flore, celebre cantante,
e bella, protetta da un duca ; le mandò il Polacchetto ad offerire 2000
doppie per starsi in letto una sol volta con lei ; et ella mostrando al suo
duca il biglietto dell’amorosa desfida, quei le disse, che l’accettasse, ma
che mandasse prima il regalo ; et il Polacchino mandò un regalo di acque
d’odore, e manteche con la borsa delle 2000. Il duca fece, che la flore
prendesse le galanterie, e rimandasse le doppie, con dire, che delle dame
virtuose si gode il canto, e non altro.
Doc. 164 fol. 27 [2 febbraio] Fu detto, che il Santo Pontefice, essendo stato
caricatamente informato delle oscenità, che si rappresentavano nell’opera
di Tor di Nona, havessene fatto doglianza con monsignor governatore,
il quale ne meno haveva rappresentato a Sua Santità tanti successi nel
detto teatro, molti di consideratione, e di scandalo, Sua Santità fosse stato
astratto a vietare non solo la recita di quel teatro, ma dell’altro ancora
di Capranica ; onde ricorsi li signori interessati al signor ambasciatore
dell’imperatore, questi ne prese l’impegno, e venerdì su le 21 ora si portò
privatamente da sua Santità, e seppe così bene rappresentare del primo
teatro la discolpa con dire, che se alle opere vi fossero state oscenità,
egli non vi haverebbe condotto la consorte giovane, e le sue due figliole
donzelle, per lo che commossosi il pontefice, disse, che a sua contemplatione concedeva la continuatione, e così il teatro di Capranica, che di già
haveva mezzo disfatta la positura delle scene della prima opera Aiace, fu
necessitato farle riporre a posto, e vi fu recitato la medesima prima opera,
l’Aiace il sabbato, e la domenica sera con molto loro lucro, e proseguiranno nella ventura le recite delle seconde opere ciascun teatro.
Doc. 165 fol. 28r [3 febbraio] Domenica sera nel teatro di Capranica per
l’ultima volta si rappresentò l’Aiace, e lunedì sera nel teatro di Tor di Nona
si fece per la prima volta la seconda opera nuova, intitolata La Clemenza
d’Augusto, la quale, se non riesce totalmente bene, non è colpa di Carlo
Capece, autore del dramma, se bene è comune opinione, che ve ne habbia
un terzo il cardinale Pietro Ottobono, e un altro terzo il conte San Martino,
la deboleza de musici non la fanno apparire.
Doc. 166 fol. 29v [6 febbraio] La seconda opera di Torre di Nona, intitolata la
Clemenza d’Augusto non piace, per essere malinconica, e senza buffonerie,
e l’altra de burattini in musica con l’inventione del moto di sotto in su, che
rappresentato Ambage Regina de sarmati non ha concorso, perché non
muovono a proporzione delle figurine, con tutta la musica dello Scarlatti.
Doc. 167 fol. 30r [9 febbraio] La medesima sera si recitò la seconda opera per
la prima volta nel famoso teatro di Capranica, intitolata l’Eusonia, overo la
Dama Stravagante, la quale riuscì assai bene, non tanto per il bello dell’opera
in se stessa, quanto per la vaghezza delle scene, e bizzarria degl’Intermezzi.
Doc. 168 fol. 36r [17 febbraio] Così scomunicato, e bono tanto il signore
ambasciatore cesareo sabbato sera si portò al Collegio Clementino, e per
causa sua quei signori convittori rappresentarono l’opera più bella, Povera
fede ! Se è vero che la scommunica si attacca, ecco infettato il Clementino,
e tutta la religione somasca.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
165
Doc. 169 fol. 68 [15 aprile] Lunedì mattina si aspettava concistoro secreto,
ma li signori cardinali per evitare l’otio si applicarono a una congregazione di Propaganda fide et i loro corteggiani furono alla musica in Santo
Andrea delle Fratte per la festa trasportata di San Francesco di Paola,
celebrata con buona musica da frati calabresi. Et in tale occasione si
riseppe, essere stato onorato del luogo in Cappella Pontificia Girolamo
Bigelli, celebre contralto, antico servitore, e ben voluto nella casa de
signori Rospigliosi.
Doc. 170 fol. 75r [28 aprile] Domenica mattina furono molti signori cardinali, invitati da monsignor Fattinelli lucchese, ad orare nella Chiesa della
Croce della natione, per la nuova festa fatta ivi celebrare dal detto prelato
ad onore di Santa Zita, la quale 400 anni sono fu serva di sua casa, et
havendovi fatto erigere un bell’altare a gloria di detta Santa, vi si cantò la
messa episcopale, celebrata da monsignor Bottini, e con 4 cori di musica,
battuta dal Foggia, sì come anche il vespero.
Doc. 171 fol. 87v [22 maggio] In Roma è gionto il principe Lodovisio con
la consorte da Messina, et una quantità de musici.
Doc. 172 fol. 105v [21 aprile] Nelle 3 sere che il papa stiede [recte : stette]
a Nettuno, mentre diceva l’offitio, o dava udienza, il principe [Pamphilj]
tratteneva li signori cardinali con varie serenate, delle quali ne compose
una all’improviso l’eminentissimo Ottoboni, che fu immediatamente posta
in musica47.
Doc. 173 fol. 134v [22 giugno] Giovedì sera si fece venire a corte la signora
Faustina, celebre cantante, et altri musici, e si stiede in ricreazione sino
alle 4 poco prima che suonassero, e poi si fece una ricreatione di rinfreschi e commestibili come se si dovessero celebrare conviti di nozze.
Doc. 174 fol. 141v [4 luglio] Giovedì mattina doppo la congregazione del
Sant’Offitio a palazzo coram santissimo si tenne una congregatione di
stato, che durò un par d’ore, e se si risaprà già qualcosa si noterà sabbato
mattina. In tanto da quei otiosi corteggiani fu discorso, che havendo il
duca di Modena posto 6 mila scudi di taglia, per iscoprire chi haveva fatto
l’eccesso d’haver trucidato Siface, e 3 mila posti dal padrone del medesimo,
che il 40 Marsilii habbi scritto a sua altezza, che si risparmi la taglia, per
le cagioni mandateli in scritto con giustificate testimonianze, che provavano, haver detto Siface della sorella del Marsilii stando per maritarsi : « si
mariti pure, chi la prenderà goderà de miei avanzi ». Le medesime giustificationi ha mandato il Marsilii a Sua Santità.
Doc. 175 fol. 150r [16 luglio] Seguì martedì la solita festa del Carmine nella
chiesa detta di Monte Santo con musica celebre battuta dalli due fratelli
Bononcini, et armonizzata dalli famosi concerti di sinfonia dell’impareggiabile Arcangelo Bolognese, e pagata scudi 200 dall’eccellentissimo don
Carlo Colonna.
47
Fa riferimento al viaggio del Papa a Nettuno per restaurare il porto di Anzio.
166
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 176 fol. 171r [7 agosto] Con lettere di Mantova particolari si ha la
morte della signora Francesca, e di sua madre, celebre cantatrice, partite
da Mantova doppo havere recitato lo scorso carnevale in Venetia, e fatto
il quaresimale in Mantoa con piacere di quel serenissimo e volendosene
tornare con il suo Marcoantonio, già cameriere del defonto abbate don
Andrea Girolamo Caetano, per il viaggio sono morte ambedue di breve
malatia, e con suspetto di violenza per essere partite contro voglia di
quel serenissimo. Povere ignoranti, e non sapevano le braccia longhe de
Principi.
Doc. 177 fol. 174 [10 agosto] Che giovedì su le 22 ore de ordine sanctissimo
fosse avvisato il principe Tassi a desistere di fare quelle sue serenate solite
d’ogni giovedì, e domenica le sere, e dicesi, perché stando egli contiguo
alla chiesa della Trinità de Monti lo strepito sonoro di quelle armonie
turbavano il silentio, et il riposo a quei religiosi, ma la vera cagione si
è, che essendo venuto a notitia dell’eminentissimo cardinale Carpegna,
che mentre si facevano le dette serenate sopra le scale di detta chiesa si
faceano i sacrifici a Venere.
Doc. 178 fol. 178v [11 agosto] La medesima sera con tutto il santissimo
divieto tanto il principe Tassis volse fare la serenata, ma non finì senza
qualche disturbo, furono vedute lame di spade, bastoni, per aria, e quantità di persone tombolare giù per il monte della Santissima Trinità.
Doc. 179 fol. 182 [18 agosto] Domenica mattina infra l’ottava dell’Assunta
fu celebrata la sua festa in Collegio Clementino da quei nobili convittori, con musica celebre del maestro signor Francesco Gasparini, eletto
maestro di cappella di sua eccellenza viceré di Sicilia, e fu rappresentato in
forma d’oratorio in due parti, Maria assunta in Cielo, cantato da 4 voci le
migliori della Cappella di Sua Santità, cioè Bolsena, e Pasqualino soprano,
Girolamo, e Silvio contralti.
Doc. 180 fol. 185r [22 agosto] Il medesimo giovedì non solo si sparsero i
rigori della congregatione de costumi, cioè della riforma, ma fu intimato al
marchese d’Aribert la demolizione, o sia abolizione del bel teatro di Torre
di Nona, et egli rispose spiritosamente, ch’egli non si voleva soggettare alle
sassate popolari con fare una tal disgustosa faccenda, ma che haverebbe
aperto le porte del teatro, e che li signori cardenali della congregatione
della riforma, cioè Coloredo, et Imperiale, mandassero loro a disfarlo, e
si sarebbe egli sottratto dall’ingiuria del popolo, e quei sarebbero tenuti
all’interesse del damni urgentis e del lucri cessantis. Risposero i signori
cardenali, che il signor marchese Aribert in termine di 4 giorni dasse fuori
il conto di tutte le spese fatte per la erettione del teatro, e di tutto il lucro.
Anche il signor Marcello de Rosis andò il medesimo giovedì a supplicare
l’eminentissimo Albani d’intromettersi per la rivocatione di un sì rigoroso
decreto, le rispose sua eminenza compatissimamente, che se a gl’affittuarii
del teatro bastava l’animo di far recitare le loro opere musicali senza far
pagare un soldo a chi le voleva sentire, ch’egli si obligava far revocare il
decreto.
Doc. 181 fol. 189r [25 agosto] Domenica matina per la festa di San Luigi
Cappella cardinalitia nella chiesa del detto Santo, ove fu celebrata la messa
con musica celebre del Melani.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
167
Doc. 182 fol. 190 [27 agosto] Martedì mattina, quando andarono i fabri, et
i maestri di legname per incominciare a disfare l’intavolatura de palchetti,
trovarono un cartello su la porta maggiore del Teatro, il quale a lettere
maiuscole, e stampatelle diceva « O vos omnes, qui transitis per viam, accedite, et videte si est dolor similis, sicut dolor meus » fu subito staccato da
uno di quei huomini, il quale perché non sapea leggere, se lo fece leggere
da un canonico di San Celso, che su le 11 ore et un quarto andava ad assistere al coro della sua chiesa, e perché ne tenne a memoria il contenuto, l’è
andato dicendo per tutta Roma, e sabbato ne manderà la copia in Venetia.
Doc. 183 fol. 197v [2 settembre] Doveasi la sera fare un’opera in musica
nel giardino del signor principe Lodovisio, e per quante istanze habbi fatte
per haverne la permissione, non l’ha potuta ottenere, et il torto è stato
fatto all’eccellentissima principessa poetessa, per essere sua la compositione delle parole del dramma.
Doc. 184 fol. 202v [7 settembre] La medesima sera nel giardino del signor
principe Lodovisio si rappresentò in musica per la prima volta l’opera
intitolata il Gran Bellisario, portato nelle scene con grande applauso da
virtuosi di sua eccellenza, e poco rumore all’entrare.
Doc. 185 fol. 202v [8 settembre] La medesima mattina alla chiesa dell’Anima detta di Santa Maria della natione tedesca cantò la messa monsignor
di Cartagene con musica scelta, battuta dall’organista di San Pietro in
Vaticano.
Doc. 186 fol. 204r [9 settembre] Lunedì sera si fece per la seconda volta
l’opera musicale nel giardino del signor principe Ludovisio, e dicesi, che
nel rappresentare il terzo atto se conoscono le voci de musici deteriorate,
et arrochite, per cagione dell’aria umida sotto e sopra, e le corde de violini
si allentano. Del rimanente camina con ogni quiete senza confusione
all’entrare perché vi assistono persone discrete, e cortesi.
Doc. 187 fol. 210r [14 settembre] La medesima sera si rappresentò per la
quarta volta l’opera musicale nel giardino del signor principe Lodovisio,
ove sua eccellenza si compiacque allargare la mano a fare entrare ogni
sorte di persone, e tra certe puttanelle vi entrò anche la Matarazzina, divenuta squaltrina di Silvestrino barigello dell’eminentissimo signor cardinale vicario.
Doc. 188 fol. 220r [21 settembre] Havendo saputo l’eminentissimo Spada,
che il signor cardinale Ottobono poneva all’ordine un’opera in musica
detta La Tutela di Tolomeo, per farla rappresentare con suoi artificiosi
pupazzi, venne seco a discorso, e gli significò la determinata sua volontà
di non permetter più comedie in vita sua non si conosce però ancora se
habbi fatto effetto una tale parlata perché l’opera è stata già provata. Non
si sa, se nel rigoroso divieto siano compresi anche i collegii.
Doc. 189 fol. 230v [28 settembre] Il buon prelato [il governatore di Roma]
soggiunse : « Beatissimo Padre, la stretta unione tra li due ambasciatori
[di] Spagna et Imperio non mi piace, e di più stanno cercando di tirare
seco loro quello di Malta ; sono li 2 primi quasi ogni sera insieme, o al
giardino di Farnese, o a quello di Lodovisio, e con quel principe hanno
concertato erigere un teatro nel quartiere de spagnuoli, o in altra parte ove
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NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
debbano assistere in modo che, i miei esecutori non possano impedirli,
ne cercaranno a me, ne a Vostra Santità la licenza ; vi vogliono rappresentare opere musicali, faranno venire musici forastieri, e vi vogliono donne
cantatrici, che recitino le parte di donne. Io per me non saprò come rimediarvi. Vostra Santità habbia la bontà di riflettervi, e pensare al rimedio ».
Doc. 190 fol. 245v [6 ottobre] La sera della domenica avanti alla bottega
del caffè in piazza d’Agona sotto il palazzo del signor duca di Bracciano si
era alzato un palco per farvi cantare un trattenimento di una serenata, in
esaltatione delle glorie di Cesare, per la scritta sì bella, e gran vittoria, ma
perché ciò si voleva fare senza licenza di monsignor illustrissimo governatore, questi mandò a prohibirla, e la compagnia de musici, e di suonatori
l’andarono a rappresentare dal signor ambasciatore dell’imperatore.
Doc. 191 fol. 266v [19 ottobre] Sabbato mattina di buon’ora partirono per
Albano invitati dal signor cardinale Ottobono una quantità de megliori
musici di Roma con il maestro di cappella Ottavio Pitone, e con il celebre
Arcangelo dal violino con un coro di armonia d’istromenti li più eccellenti
di Roma per la festa principale che sua eminenza fa fare alla sua abbadia
di San Paolo la domenica seguente con la nobile, e divota processione con
l’invito di 12 porporati, quali doveranno intervenire con habito, e cappa
doppo di che deve seguire corte bandita con lauto banchetto.
Doc. 192 fol. 273 [21 ottobre] Si credeva lunedì mattina concistoro, ma
essendo il mese della villeggiatura, Sua Santità concede vacanza a signori
cardinali essendone andati molti a villeggiare in Albano, in Frascati e
nelle altre ville convicine ; pochi ne sono in Roma, sì come de musici, e
di suonatori, che furono alla medesima festa, sì come anche non sono
tornati Girolamo contralto de Rospigliosi, che si trattiene in Zagarola,
ove da quel signor duca si fanno rappresentare due operine in musica ;
mancando ancora il celebre Pasqualino Tiepolo per essere andato in
Assisi a recitare in una pastorale parimente in musica, quale prima di
farsi rappresentare fu mandata qua a rivedere al padre reverendissimo
maestro del Sacro Palazzo, il quale ritrovatala modesta, e divota, non solo
ha concesso l’imprimatur, ma ha permesso la publica recita.
Doc. 193 fol. 288v [4 novembre] La medesima mattina dal signor conte
d’Altamira cantò la celebre cantante bolognese, detta la Mignatta la quale
poi su le 20 ore partì per Napoli a servire sua eccellenza nel suo teatro per
le opere musicali nell’imminente carnevale.
Doc. 194 fol. 299r [s.d.] Un passo addietro, venerdì finita la musica nella
chiesa dell’Anima su le 20 ore e mezzo, fu carcerato il musico basso, detto
Nicola di Caserta il tedesco, e dicasi per havere detto queste parole « Il
duca Caetano questa volta non l’ha saputa fare » fu attribuito, che volesse
dire per li 3 sicari, che il mercoledì antecedente la sera su le 23 ore tirarono per uccidere i Martinelli.
Doc. 195 fol. 301v [23 novembre] Che due teologi siano stati dal Papa a farle
vedere San Tommaso d’Aquino […] dove dice circa le recite delle comedie,
che « licet, et convenerit, dummodo non sint cum magno scandalo », et il
Santo Pontefice mandò subito li due teologi dalli barboni zelanti, cioè dalli
due di pelo rosso, Coloredo, e Fabroni, e questi cominciarono a strepitare,
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
169
tanto che furono necessitati accorrervi Imperiali, e Francesco Barberino
a contendere, e dire di sì, e la contesa non terminava se non vi andava
il Noris, quale gionto tutti cagliarono, e si determinò dare la licenza al
signor Pompeo Capranica di far recitare due opere musicali nel suo teatro,
dummodo non apparisca il pagamento ; tanto più che sua Beatitudine ne
haveva dato intentione al signor ambasciatore dell’imperatore. Oggi poi si
disputa sopra il teatrino della Pace, per il quale non vi è ancora sicurezza.
Doc. 196 fol. 345r-349r [s.d.] Il cembalo di Torre di Nona a monsignor
Fabroni, per il disfatto teatro
Al mormorio de sconquassati suoni
ergo il mio piede in Tor di Nona, ahi lasso ?
Quinci sento una tela, e quinci un sasso
gridar vendetta a monsignor Fabroni.
Curioso di saper fatto sì strano
in ver l’orchestra a lento pie’ m’invio,
ma da barbara man rotti vegg’io,
giacere in pezzi quei stromenti al piano.
Con man pietosa all’or a trattar prendo
il cembal, che d’ogn’altro era men guasto,
m’appena pongo il dito mio sul tasto,
ch’in misto suon tali querele intendo.
Sento, che la mia musa appassionata
del danno universal, che ne risulta,
par, che vogli sgridar fabron, ch’esulta,
con questa prima mia rozza sonata.
Fabron in van ti fingi un eremita,
con il far tutto il giorno da santone,
mentre in curia vi son molte persone,
che sanno per puntino la tua vita.
Non serve andar con la corona in mano,
e finger masticare i Pater nostri,
per giongere al possesso di quegl’ostri,
che risplendere fanno il Vaticano.
Ti parlo da fratel, sei troppo tristo,
tutta la notte stai per il bordello,
e poi ti pensi d’ottener cappello,
ma quel cappe non l’haverai per Cristo.
T’inganni per mia fe’ messer fabroni,
che se tu giongi ad esser cardinale,
mi vo tagliar la punta del co…
e strapparmi per rabbia li co….
Sai, che fosti scacciato da palazzo,
e d’esser porporato hai la speranza,
ma in quanto a ciò ti puoi grattar la panza,
e con tal speme puoi menarti il ca…
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NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
[…]
Cosa importano a te li fatti altrui
Se dentro a le comedie si fa il chiasso,
tu sarai da le puttane a far fracasso
come fann’anche li compagni tui.
Se con castrati fan l’amor le dame,
fallo ancor tu, ch’il diavolo ti porti
e non rompere il cu…a queste corti,
e non voler, che muoia alcun di fame.
[…]
Così, per non haver musa ad errare,
basta ciò, che dicesti, or lascia a Dio
la cura di punir fabroni, il rio
e mettiti in tantino a riposare.
Sì, riposati pur, che per molt’anni,
mentre, che porgi tregua al rozzo suono,
tante, e tante persone in Roma sono,
ch’a tal gente daran mille malanni.
1700
Doc. 197 fol. 51 [4 febbraio] In questa sera l’eminentissimo Ottoboni
portatosi dalla regina [di Polonia] per ringratiarla d’haver assistito in
San Pietro all’essequie di suo zio, gli fece ancora finezza di trattenersi
alla comedia che essa fa recitare all’improvviso per divertirsi, giacchè per
l’anno santo non si aprono teatri e meno questa volta è stata conceduta
licenza a collegii per le recite scolaresche.
Doc. 198 fol. 67 [s.d.] L’eminentissimo Ottoboni in quella di martedì diede
un lauto pranzo com’è solito nel carnevale a signori auditori di Rota, ed
altri prelati, e cavalieri secolari in numero di 30, e di poi il divertimento
d’una cantata e sinfonia ma se questo fu magnifico assai più sontuoso di
giovedì mattina a 17 cardinali parte sue creature, quali con altri sette havevano assistito all’espositione del Venerabile in San Lorenzo, e Damaso,
chiesa della Cancellaria nel nobilissimo teatro, eretto incanto della vista e
dell’arte, rappresentando L’eterna Gierusalemme con spesa di cinque mila
scudi.
Doc. 199 fol. 68r [13 febbraio] Il maestro di cappella di San Luigi Alessandro
Melani, che giorni sono hebbe lo spaccio dal re di Polonia di porsi in figura
di residente e che ne haveva fatto parola coll’eminentissimo segretario di
stato da monsignor illustrissimo governatore è stato persuaso di scrivere
prima a quel re, acciò gli faccia la rimessa delle spese per porsi all’ordine,
con fine che fatte queste fossero perdute con ordini contrarij, per ciò che
di lui fosse potuto di qui non essere scritto a quella corte circa la nascita
di non haver applicato che alla musica.
Doc. 200 fol. 111v-112r [27 marzo] L’eminentissimo Ottoboni, che quasi
ogni giovedì a sera ha fatto recitare oratorii nel suo palazzo con gran
concorso, et applauso in questa ne fece cantare uno della Santissima
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
171
Annuntiata in una gran sala riccamente e pomposamente parata con l’intervento della regina, de 3 prencipi suoi figlioli, e di 23 porporati, con la
più scelta nobiltà estera, e di questa corte in forma, che da tutti fu creduta
melodia di paradiso tanto per i cantori, quanto per la sinfonia d’Arcangelo
del violino […]. Diversi altri oratorii si sono sentiti per Roma ma niuno ha
uguagliato questo.
Doc. 201 fol. 204 [15 luglio] La casa Colonna, quando doveva darsi principio al vespero, un trave d’un palco de musici dalla parte della navicella,
che non era stato incatenato uscito dal luogo, fece cadere la metà d’esso
palco, con morte di un musico di Cappella chiamato il Basso di Sora, e
sette feriti, e se Dio guardi il caso succedeva verso la metà del Vespero
vi perivano altretanti musici, infinite persone di quelle curiose di sentir
cantare, e di quelle, che entravano da quella parte.
Doc. 202 fol. 216r [20 luglio] L’istesso giorno seguì quella [morte del]
famoso musico Fede, havendo lasciato erede il conte di lui fratello.
Doc. 203 fol. 223r [31 luglio] Interpostisi da questi interessati de teatri la
regina di Polonia acciò impetri a Sua Santità la recita delle opere venali
ed sua maestà all’eminentissimo Giansone è stata conceduta la gratia
per quello di Capranica e mostrata disposizione acciò si riapri quello di
Tordinona […]
1701
v
r
Doc. 204 fol. 25 -26 [15 gennaio] Il dramma, che dall’eminentissimo
Ottoboni si fa recitare al Colleggio Nazzareno vedendo sua eminenza,
che ha più applausi di quello credeva in breve ne sarà conferita la protettione et autorità alla regina di Polonia. Con tutta la dependenza che ho dal
signor cardinale Ottoboni, non mi incommodarò a vederlo, e sentirlo pago
di tante recite sentite per dieci anni continui a Venetia, e Germania, et il
mio divertimento in questo carnevale sarà di leggere l’eruditissima vostra
ultima opera, havendo in essa ogni piacere, e maggiore sarà se non potrò
havere l’altre due per corrette, e non alcune vedutane in queste librarie,
attendendo con desiderio questa gratia, mi ridico, Roma, 15 Gennaro 1701.
Doc. 205 fol. 28v-29r [22 gennaio] L’altr’hieri l’eminentissimo Ottoboni
ch’hebbe udienza, e se discorse del dramma (Intitolato il Console di
Roma) che fa andare nelle scene del Collegio Nazzareno, fu amareggiato
dalla replica le fece sua Beatitudine che era tempo di piangere invece di
divertirsi.
Doc. 206 fol. 29v [22 gennaio] La prima recita, del suddetto dramma per la
regina seguì martedì sera con piacere della maestà sua, e di circa dicidotto
[sic] cardinali di 30 che ne haveva invitati, godutasi tutta la quiete e senza
inconvenienti al contrario della sera avanti, mentre alcuni cavalieri francesi corsero pericolo d’esser ammazzati da soldati di guardia alla porta.
Non essendovi altre opere in musica il concorso è grande, e non potendovi
andare dame liberamente questi si divertono in altre, e principalmente in
quelle all’improvviso, che nel teatro di sua casa fa recitare il contestabil
Colonna e quelle d’Andrea Muti sono state dismesse per la prencipessa di
Forano.
172
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 207 fol. 43v-44r [5 febbraio] La cognata di Sua Santità, non essendosi
voluta esporre ad haver rimproveri dalla medesima, ancorchè sia stata
scongiurata dalla signora Savelli dama sua camerata, quale molto meno
ha ottenuto di condurla pure in maschera e festa e di ballo, et in specie
a quella di questa sera, che si fa dall’ambasciatore cesareo, con introduttione d’una burletta in musica.
Doc. 208 fol. 243v [10 settembre] La sua Santa gratia giovedì mattina [8
settembre] publicò un’indulgenza […] perché nelle chiese, e particolarmente in tempo di festa si faccia oratione senza astrattione prohibirà le
sinfonie de violini, volendo ridurre la musica al canto gregoriano, essendo
diversa la casa di Dio dal teatro, tal motivo suggeritole dalla sua devotione, quantunque i musici, et altri l’addossino a Fabroni, et al superiore
della missione.
Doc. 209 fol. 244v [10 settembre] L’eminentissimo Panciatici ha già incaminato parte della sua famiglia a Firenze, e credo, ch’esso partirà lunedì
assieme con un abbate Panciatici et il marchese Nicolò Maria Pallavicini,
l’eminentissimi Rubini, et Ottoboni invitati colà dal marchese Ricardi,
dovendo passare a Venetia, si dice partiranno anco loro fra poco per
trovarsi alle recite di Pratolino.
Doc. 210 fol. 279v-280r [22 ottobre] In quella di Frascati si trova il prencipe di Santo Buono che spiegherà il carattere d’ambasciatore straordinario della Regina di Spagna a rendere il complimento al papa. La vostra
comare gli tiene ivi conversatione la sera havendocelo introdotto l’agente
di Spagna, né si è ingannato che gli piaccia la musica, e l’altra sera fu fatta
una serenata alla prencipessa di Rossano in casa, di doppo fu festa di ballo.
Doc. 211 fol. 323v [3 dicembre] Circa monsignor Patrizi senza dubio
passarà a Napoli, ancorché vi sia qualche torbido per monsignor Castroni
supposto da francesi favorevole al partito cesareo nella seguita tumultuatione, quale ancora non è sedata, scoprendosi dentro il corpo del regno
nove trame, e con tutto ciò in Napoli si faranno le commedie, essendo già
partita a quella volta la Manfredi con il poeta Stampiglia et aspettando la
Mignatta di Firenze.
Doc. 212 fol. 325 [3 dicembre] L’ambasciatrice cesarea in breve darà principio alla recita del dramma, che fa cantare in sua casa, però col titolo
di prove vi farà l’invito de cardinali, e dame, ma pochi degl’uni, e meno
dell’altre ve ne anderanno ancorché non vi siano altri pubblici divertimenti.
Doc. 213 fol. 331v-332r [10 dicembre] […] da questo Castello Sant’Angelo
tutto illuminato fu dato fuoco alla girandola […] Si vidde medesimamente
l’illuminatione della regina al casino della Trinità de Monti con sinfonie di
varii istromenti, e secondo le relationi non fu certo cosa peregrina.
1702
v
r
Doc. 214 fol. 8 -9 [7 gennaio] Questi novi timori per il passo de tedeschi a
Napoli torranno il divertimento delle maschere, e forse ancora quelle delle
comedie ne collegii e case private, se effettivamente siegue detto passaggio,
e per quei giorni di carnevale uscirà fuori un giubileo. Intanto per non dar
terrore si permettono le suddette recite, e giovedì sera in casa del signor
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
173
don Oratio Albani ne fu fatta una de pupazzi, e domenica sera prossima in
casa del signor ambasciador cesareo ; s’apre pure pubblice il teatro per la
recita del dramma, essendo tanto per parte d’esso che dell’ambasciatrice
precorso l’invito al sacro collegio, chiamatesi prove le recite fatte fin hora.
Doc. 215 fol. 20v-21r [14 gennaio] Con questi torbidi si vedono svanite (come
scrissi) le recite dell’opere anche a collegii, quantunque non vi sia per ora
ordine in contrario, tanto più che la regina fece sapere al papa, che haverebbe consacrato alla volontà di sua Beatitudine i divertimenti delle comedie
all’improviso, i palii del carnevale sono stati gratiati a Carlo Maratta.
Doc. 216 fol. 30r [21 gennaio] In questa sera per la terza volta, e mercordì
per la quarta fu recitata la pastorale in musica dall’ambasciatore cesareo
senza intervento d’altri cardinali che Grimani ancorché invitati, e di poca
nobiltà, stando ciascuno cautelato per non render sospetto, e gelosia.
Doc. 217 fol. 42v-43r [28 gennaio] Si è recitata altre volte la comedia
dall’ambasciatore cesareo senza considerabil concorso non mancandoci
mai la marchesa Naro Santacroce, che non vede l’hora di poter ricevere
un pezzo d’eccellenza con qualche carica, che l’imperatrice sia per dare al
marito in queste presenti emergenze.
Doc. 218 fol. 56r [11 febbraio] Per questi torbidi uniti a tanti altri fece il
papa emanare un bando de più rigorosi si siano stampati venendo prohibito
non tanto le maschere durante questo carnevale, ma ancora le comedie,
tragedie, rappresentationi, festini publici e privati in qualsivoglia luogo,
e da qualsivoglia persona con pena anche della vita, da caminarsi [recte :
comminarsi] per Inquisitione con tenere segreti i denuncianti, permettendosi le recite solo a teatro del Colleggio Romano, Clementino, e Nazzareno.
Doc. 219 fol. 69v [25 febbraio] Le commedie a colleggi principiarono mercordì
sera, e seguitano tuttavia, entrando però alle 22 hore, et hanno fine poco
doppo l’un hora, non havendo voluto il Papa conceder licenza altrimenti.
Doc. 220 fol. 72v [25 febbraio] I poco giuditiosi caricano di più il contestabile, che sia stato più volte a godere il divertimento dell’opera in casa
dell’ambasciatore cesareo.
Doc. 221 fol. 74 [25 febbraio] Una delle 3 opere che recitarono al Seminario
Romano quei colleggianti è la Guerra dell’Oratii Romani con i Curiatii
d’Albano, opera di monsieur Cornelio, tradotta dal poeta Gigli di Siena,
perché pare troppo allusiva a nomi della casa del papa, particolarmente
per Intermedii politici de buoni padri per le presenti guerre fra la casa
cesarea, e di Borbone.
Doc. 222 fol. 107 [12 marzo] La Giorgina dicono sia venuta in Roma, e
che tra poco sia per entrare nel monastero di San Francesco di Sales alla
Longara.
Doc. 223 fol. 124v [1 aprile] Da quelli [gli spagnoli] è stato spedito di qui a
Napoli Silvio Stampiglia per comporre un’ opera da recitarsi.
Doc. 224 fol. 323 [15 luglio] Il martedì fu conferito all’eminentissimo
Ottoboni quale con quello [l’arcipretato di Santa Maria Maggiore], e con
il titolo di San Lorenzo, e Damaso come cancelliere, potrà gratificare di
beneficii, e pensioni i suoi gentilhuomini amorevoli e virtuosi dell’Arcadia.
174
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Doc. 225 fol. 339 [22 luglio] La festa del Carmine fu solennizzata a Monte
Santo dalla casa Colonna con la solita pompa.
Doc. 226 fol. 348r [5 agosto] Quel prencipe [Livio Odescalchi] si diverte
più sere della scorsa settimana in fare accademie, e cantate in lode di
Leopoldo imperatore.
Doc. 227 fol. 352v-353r [29 luglio] In faccia al soglio in fondo del cortile48
si vedeva una mezza luna capace per 20 musici, e suonatori, da quali fu
cantato in lode del papa con una famosa sinfonia, et un gustosissimo eco,
che stava in una fenestra bene adobbata sopra il pontificio baldacchino.
Doc. 228 fol. 368r [5 agosto] Il cardinale Ottoboni che domenica mattina
prese possesso dall’arcipretato di Santa Maria Maggiore havendo assistito
alla messa cantata, et ammesso al bagio della mano tutto quel capitolo,
in questo giorno è intervenuto alla festa celebratavi della Madonna della
Neve, havendovi aggiunta a musici della Cappella i virtuosi di suo servitio,
e dato a tutti i concorrenti un lautissimo rinfresco come si praticava dal
fu cardinale Chigi.
APPENDICE B - TABELLE
Tabella 1 - Esecuzioni di oratori e azioni sacre
citati nel Giornale dal 1691 al 1702
N.B. Tutte le tabelle sono state completate con dati ricavati da repertori
d’uso.
Titolo
Librettista
Oratorium
de Iosepho
vendito a
fratribus
Compositore
Interpreti citati
Rif.
archiv.
Luogo
Data
Collegio
Clementino
15-81691
FB 77
c. 46v
Palazzo
Caetani a Tor
de Specchi
21-101691
c. 72v
G. B.
Bianchini
Crocefisso
29-21692
c.131r
Mauritius
S. Mesquita
F. Federici
Crocefisso
7-31692
c. 134v
Adam
F.
Ciampelletti
B. Gaffi
Crocefisso
14-31692
c. 137v
48
Si parla di una accademia nel cortile del Clementino.
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
Titolo
Librettista
Bethsabeae
melodram- G. F. Rubini
ma
Compositore
Luogo
Data
175
Interpreti citati
Rif.
archiv.
Bolsena, Montalcino,
Pasqualino, Silvio,
Torinese. Corelli e
Pasquini
c. 139v
G. L. Lulier
Crocefisso
21-31692
27-31692
Montalcino, Verdone,
Giuseppino d’Orsini,
Bocca di lepre, Silvio.
Corelli, Gaffi.
c. 143v
San
Giovanni
Battista
A. Ansaldi
A. Stradella
Palazzo
Maildachini
Abram in
Aegypto
P. Figari
D. Zazzera
Crocefisso
28-31692
Cintio, Gratianino,
Silvio Lucchese,
Savoiardo, direttore
Corelli.
c. 144v
Il miracolo
di Sant’Antonio
F. Stradella
Palazzo
Maildachini
29-31692
Cintio, Gratianino,
Silvio Lucchese,
Savoiardo, direttore
Corelli.
c. 145
Atalia
F. Gasparini
Collegio
Clementino
1-41692
c. 146v
?
?
Palazzo
Farnese
1-41692
c. 146v
B. Gaffi
Oratorio
carmelitani
scalzi a Santa
Maria della
Scala
15-10Corelli
1692
c. 275
P. G. Bacci
Crocefisso
13-21693
c. 338v
F. Capistrelli Bianchini
Crocefisso
20-21693
c. 338v
S.
Stampiglia
G. Bononcini
Palazzo
dell’ambasciatore spagnolo
25-21693
B. Gaffi
Crocefisso
27-21693
La fuga
vittoriosa
overo Il
passaggio
di S.
Teresa dal
secolo alla
religione
Ioseph
adoratus a
suis
Impii per
iustum in
Iosue
San Nicola
di Bari
Innocentiae F.
occasus
Ciampelletti
Gesta Iosue C. Messinese F. Lanciani
San Nicola
di Bari
S.
Stampiglia
G. Bononcini
Crocefisso
San Giacomo
degli Spagnoli
6-31693
8-31693
Ballarino, Pistocchi,
Silvio, Speroncino,
Matteo napoletano ;
Corelli
Pistocchino,
Speroncino, Basso di
Marino e Savoiardo.
Corelli.
cc. 339340
c. 341
c. 345v
Matteuccio
c. 345v
176
Titolo
Pharaonis
infaustus
amor
(=Abram
in Aegypto,
1692)
Aglae
penitente e
Bonifazio
martire
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Librettista
P. Figari
Compositore
D. Zazzera
P. Vanni
Luogo
Data
Interpreti citati
Rif.
archiv.
Chiesa Nuova
9-31693
Crocefisso
13-31693
c. 347v
San Pantaleo
19-41693
c. 379r
A casa del
barbiere a
Piazza Colonna
A casa di
Francesco
San Filippo
F. Capistrelli F. Marescialli Marescialli
Neri
allievo di
Bianchini
3-51693
Matteuccio
3 voci, tra le quali
Finalino
4-51693
c. 346v
c. 387
c. 388
23-81693
Pasqualino, Girolamo
di Rospigliosi, Silvio
Contralto di cappella,
Gratiani soprano,
Nicolino romano da
Gasparino (Haym ?),
24 violini, 3 bassi, 2
contrabassi, cembalo,
arciliuto, arpa doppia,
trombe.
c. 467v
5-31694
Corelli
FB 78
c. 30v
Chiesa Nuova
7-31694
Biscioni
c. 32v
Poenitentia
in Davide
F. Capistrelli G. A. Costa
gloriosa
Crocefisso
12-31694
c. 36r
Iustus
ut palma
florebit…
Patriarcha
Ioseph
evectior,
quo
depressior
G. B. Pioselli
Crocefisso
19-31694
c. 38v
A. Scarlatti
Cancelleria
21-31694
c. 39v
Collegio
Clementino
Sacri
amoris
triumphus
Giuditta
A. Quintavalle Crocefisso
P. Ottoboni
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
Titolo
Librettista
Compositore
Luogo
Data
177
Interpreti citati
Rif.
archiv.
Mundi
suprema
lustratio
F. Capistrelli L. Fontana
Crocefisso
26-31694
c. 41v
Abigail
P. Figari
Crocefisso
2-41694
c. 46v
Collegio
Clementino
22-81694
c. 112
Oratorio S.
Maria della
Scala
17-101694
c. 164r
C. Vinchioni
Assunzione
di Maria
Vergine
La forza
del divino
amore
B. Gaffi
Moyses in
Madian
P. A. Cennami Crocefisso
25-21695
c. 244v
A. Scarlatti
Seminario
Romano
3-31695
c. 248v
Iudas
Machabeus
G. Cola
Crocefisso
4-31695
c. 250v
Iefte infelix
triumphans
F. Acciarelli
Crocefisso
11-31695
c. 260v
Ibid.
Giuditta
P. Ottoboni
Iachelis
de Sisara
Triumphatrix
A. Cecchi
Q. Colombani Crocefisso
18-31695
Samson
vindicatus
U. Carrara
C. Cesarini
Crocefisso
25-31695
Casa del duca
di Sora
26-31695
c. 264v265r
Collegio
Clementino
15-08- Pasqualino, Peribeo,
1695 Girolamo, Silvio
c. 366v
Santa Maria
della Scala
15-101695
c. 400v
Santa
Teresa
Casus
Ierico sub
Iosue
G. A.
Magnani
Gedeon in
Harad
E. Brasavola G. Cola
Ioseph
Pudicus
M. Appiani
Corelli
Silvio contralto,
Pasqualino soprano,
Girolamo di
Rospigliosi, Gioseppe
baritono, Corelli,
Caetano arciliuto,
Bononcini cembalo
c. 264r
FB 79
c. 63r
Crocefisso
16-31696
Crocefisso
23-31696
c. 67r
P. A. Cennami Crocefisso
30-31696
c. 71r
M. Fatioli
178
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Titolo
Librettista
Moysis
Nativitas
A. Checchio
Compositore
Luogo
Q. Colombani Crocefisso
Innocentiae
de Hypocris F. Capistrelli F. Lanciani
triumphus
Assunzione
di Maria
Vergine ?
Crocefisso
Data
Interpreti citati
Rif.
archiv.
6-41696
c. 77v
13-41696
c. 82r
Collegio
Clementino
19-81696
Tiepolo, Pasqualino,
Girolamo, Silvio e
Battistino soprano,
Nicola da Caserta
Basso
c. 192r
Maria
assunta in
cielo
F. Gasparini
Collegio
Clementino
18-81697
Bolsena e Pasqualino
soprani ; Girolamo e
Silvio contralti
FB 80
c. 182
La
Santissima P. Ottoboni
Annunziata
A. Scarlatti/
G. Lulier ?
Cancelleria
25-31700
Corelli
FB 67
c. 111v
Casa del
cardinale
Spinola
6-121701
FB 68
c. 331r
Casa del
cardinale
Spinola
14-121701
c. 341v
Palazzo San
Marco
fine
marzo
1702
FB 69
c. 125r
Casa del
cardinale
Spinola
primi
giorni
di
aprile
1702
c. 136
Tabella 2 - Esecuzioni di opere citate nel Giornale dal 1692 al 1702
Si escludono i riferimenti alle comedie d’istrioni e altri spettacoli non
chiaramente identificati come opere in musica.
Titolo
Librettista
L’Eraclea o N. Minato
vero Il ratto - S. Stampidelle Sabine glia
Compositore
Luogo
A. Draghi - G.
Tor di Nona
Bononcini
Data
12-11692
Interpreti citati
Rif.
archivistico
FB 77
c.109r
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
Compositore
Luogo
Data
179
Interpreti citati
Rif.
archivistico
Titolo
Librettista
Gli
equivoci
in amore
overo La
Rosaura
G. B. Lucini
A. Scarlatti
Capranica
19-11692
Il Mauritio
N. Minato A. Morselli
D. Gabrielli
Tordinona
5-21692
Due opere
sceniche in
musica / La
Dafne
Palazzo
Zagarolo
Feb1692
c. 116v
L’innocenza trionfante o pure
Rendere
bene per
male
Palazzo
del duca di
Bracciano
Feb1692
c. 116v
Opera di
burattini
Palazzo del
principe Savelli
Feb1692
c. 116v
Comedia in
musica
Palazzo de’
sig.ri Mandosi
d’Amelia
Feb1692
c. 116v
Comedia
burlesca
Palazzo del
nipote di
Antonio Lauri
Feb1692
c. 116v
L’oracolo
di Navarra
Collegio
Clementino
Feb1692
c. 116v
L’Eudosia
Seminario
romano
Feb1692
c. 116v
Comedia in
musica
Collegio
nazzareno
Feb1692
c. 116v
Opera
Monasterio
delle Filippine
a Monte
Cittorio
15-21692
c. 123r
c. 109v
Speroncino (duca di
Mantova)
Pistocchino (Parma),
Francesco Ballerini,
Finalino
c. 116v
Seleuco
A. Morselli
C. F. Pollarolo
Tor di Nona
- B. Pasquini
3-11693
Vespasiano
G. C.
Corradi
C. Pallavicino Tor di Nona
21-11693
c. 323r
Il nemico
di se stesso
Abbate
Contini
A. Scarlatti
22-11693
c. 323r
Capranica
c. 314v
180
Titolo
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Librettista
Compositore
Interpreti citati
Rif.
archivistico
Luogo
Data
Amare un
impossibile
Casa
Rospigliosi
Gen1693
Maria Rosa
c. 323
La Tirisbe
= Il genio
violentato
da un
magico
anello ?
Collegio
Clementino
26-11693
Petriccioli
c. 325v
L’Ottavio
Leoni
Francesco
Antonio Urio
Palazzo del
duca di Sora
26-21693
Xerse in
Persia
N. Minato
- S.
Stampiglia
G. Bononcini
Tor di Nona
25-11694
Tullo
Ostilio
A. Morselli
- S.
Stampiglia
G. Bononcini
Tor di Nona
13-21694
c. 568v
Roderigo
G.B.
Bottalino
F. Gasparini
Teatro Cupis
alla Pace
25-11694
c. 568v
Comedia
Palazzo
Bracciano
Feb1694
FB 78
c. 26r
Comediola
(Trappolino a Sant’
Agnese ?)
Trappolino
de’ burattini
sotto il palazzo
Maccelari
8-11695
c. 219r,
c. 221v
Tor di Nona
8-11695
Pasquino alla
Sapienza
Gen1695
c. 221v
c. 225v
Il Giustino
N. Beregan
G. Legrenzi,
L. Mancia
Opera per
burattini
c. 340v
Carlo Antonio (Corno)
Magnavacca
c. 568v
c. 219r
Clearco in
A. Arcoleo
Negroponte
B. Gaffi, G. L.
Lulier, C. F.
Capranica
Cesarini
18-11695
Muzio
Scevola
F. Cavalli G. Bononcini
Tor di Nona
5-21695
Nerone
infante =
M. Noris
Nerone
fatto cesare
G. A. Perti A. Scarlatti
Capranica
6-21695
c. 235v
Flavio
Cuniberto
L. Mancia
- G. D.
Partenio - A.
Scarlatti
Capranica
26-11696
FB 79
c. 22v,
c. 26v,
c. 36v,
N. Minato
M. Noris
Magnavacca
Pietro Paolo Benigni
c. 235r
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
Titolo
Librettista
Compositore
Penelope la M. Noris - S.
G. A. Perti
Casta
Stampiglia
Luogo
Data
Tor di Nona
25-11696
181
Interpreti citati
Felini [Ferrini],
Giovanni Ercole
Rif.
archivistico
c. 22v,
c. 25v,
c. 36r,
Il Furio
Camillo
M. Noris - S. G. A. Perti Stampiglia
Sabadini
Tor di Nona
22-21696
c. 40v,
c. 42r
Il Re
infante
M. Noris
Capranica
23-21696
c. 42
Comedia
d’improvviso
Casa Lembi a
Spogliacristo
Feb1696
c. 42
Comedia
Borgo
Feb1696
c. 42
Comedia
Palazzo
Rucellai al
corso incontro
al palazzo de’
signori Caetani
Feb1696
c. 42
L. Mancia
Bolsena, Silvio,
Montalcino, il tenore
di Barberino, Peribeo,
G. B. Cappellarino.
Orchestra diretta da
Corelli
Palazzo della
Cancelleria
15-11696
Replica
il 17
febbraio
L’amore
eroico tra
pastori
Teatrino di
Ottoboni alla
Cancelleria
24-21696
c. 43r
Aiace
Capranica
19-11697
FB 80
c. 19v
Tor di Nona
19-11697
Santa
Rosalia
Fausta
restituita
all’Impero
La
Clemenza
d’Augusto
Ambage
regina de’
Sarmati
P. Ottoboni conte di San P. Palermino
Martino
M. De Bonis
A. Scarlatti C. S. Capece F. Gasparini - Tor di Nona
B. Sabadini
Opera in
musica di
A. Scarlatti
Burattini,
Cancelleria?
L’Eusonia
o vero
P. Ottoboni
la dama
stravagante
Il gran
bellisario
G. A. Perti G. L. Lulier.
B. Sabadini
Orchestra diretta da
Corelli
c. 15v,
c. 39v
c. 19r
4-21697
c. 28r
Feb1697
c. 29v
Capranica
9-21697
c. 30r
Giardino
Ludovisi
7-91697
c. 202v
182
Titolo
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Librettista
Compositore
Luogo
Data
Interpreti citati
Rif.
archivistico
Commedia
all’improviso
Palazzo della
Regina di
Polonia
4-21700
FB 67
c. 51r
Il console
di Roma
Collegio
Nazzareno
14-11701
FB 68
c. 25v,
c. 28v-29r
Maschera
e festa
di ballo Burletta in
musica
Palazzo
dell’ambasciatore Cesareo (?)
5-21701
c. 43v-44r
3-121701
c. 325
5-11702
FB 69
c. 8v-9r
8, 21,
28-11702
c. 8v-9r ;
c. 30r ;
c. 42v
Febbraio
1702
c. 56r
25-21702
c. 56r,
c. 74
Palazzo
dell’ambasciatore cesareo
Palazzo di
Orazio Albani
Teatro del palazzo dell’Ambasciatore
Cesareo
Teatro del
collegio
Clementino
Dramma
cantato
Recita dei
Pupazzi
Pastorale
in musica
Recita
Guerra
dell’Oratii
romani con
i Curiatij
d’Albano
Corneille
(tradotto dal
poeta Gigli
di Siena)
Seminario
Romano
Tabella 3 - Esecuzioni di serenate citate nel Giornale dal 1692 al 1702
N.B. Si escludono i riferimenti dove la parola serenata non appare chiaramente (ad esempio, quella citata in FB 77, 253), anche se dalla descrizione
fatta dal diarista si può dedurre che il pezzo eseguito fosse una serenata.
Titolo
Serenata
nel cortile
di palazzo
S. Marco
Librettista
Compositore
Luogo
Data
Conclave
21-51691
Palazzo San
Marco
30-71692
Interpreti
Pasqualino, Bolsena
Rif.
archivistico
FB 77
c. 13r,
c. 17r,
c. 239r
183
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
Titolo
Librettista
Compositore
Luogo
Data
Palazzo del
principe Giulio
Savelli
3-81692
Piazza di
Spagna
5-81692
Serenata
nel cortile
dei Colonna
Palazzo
Colonna,
cortile
10-81692
Serenata
nel cortile
de’ Rospigliosi a
Montecavallo
Palazzo
Rospigliosi a
Montecavallo,
cortile
13-81692
Palazzo Riario
alla Lungara
7-91692
Palazzo
Rospigliosi,
cortile
25-91692
Fontanella de’
sig.ri Caetani
24-61693
Casa
dell’abbate
Giaccetti
29-71693
Serenata
di Livio
Odescalchi
Serenata nel
cortile de’
Rospigliosi
F. Gasparini
Serenata
[Applauso
musicale a
4 voci]
F. M. Paglia
[La nemica
d’amore
S.
fatta
Stampiglia
amante]
G.. L. Lulier
G. Bononcini
Piazza di
Spagna
Palazzo
Colonna,
cortile
Palazzo
Zagarolo,
cortile
Palazzo della
principessa vedova di Carbognano a piazza
Sciarra, cortile
Interpreti
Rif.
archivistico
c. 233v
Matteo de Grandis,
Francesco Ballerini,
Valentino Urbani
Il Savoiardo, Girolamo
de’ Rospigliosi, un
basso venuto da Vienna
2 donzelle protette
dalla duchessa,
Girolamo de’
Rospigliosi, un tedesco,
concerto di vari
stromenti
c. 233r
c. 236v
c. 238v
c. 252r
Donzelle di casa, altri
musici, Arcangelo
Corelli
2 voci, 4 violini,
violone, cembalo,
arcileuto e tromba
Faustina, Gioseppe
allievo di Fede, Matteo
del Grande Lucchese
c. 263r
c. 423r
c. 446v
5-81693
Pasqualino Tiepolo
(C), Girolamo de’
Rospigliosi (C), Silvio di
Cappella (C), Cristofaro
allievo di Pasquini,
Arcangelo Corelli
c. 453r
10-81693
Girolamo del duca di
Zagarolo (C), Pasqualino
Tiepolo (S), Cristofaro
allievo di Pasquini,
Arcangelo Corelli,
Giovanni Bononcini
c. 457v
30-81693
c. 473v
2-91693
c. 477v
184
Titolo
NUOVE FONTI PER LA VITA MUSICALE ROMANA DI FINE SEICENTO
Librettista
Compositore
Serenata al
principe di
Vaudemont
Luogo
Data
Interpreti
Prima
del 26- Francesco Ballarini
9-1693
Giardino
11-8- Voci, violini, viole e
Ludovisi
1694 trombe
Loggia de’
Due donne, una
16-8Borghesi dalla
genovese et una
1694
parte di Ripetta
italiana detta la Bettina
FB 78
c. 106v
Palazzo
Colonna,
cortile
17-81694
c. 109r
Palazzo di
Pompeo
Azzolino a
Borgo e piazza
di Spagna
23 e
25-81694
Un soprano, un
contralto, violini et
istromenti da arco e
trombe
c. 113r
31-81694
Arcangelo Corelli
c. 118r
2-81695
Pasqualino Tiepolo,
Giovanni Francesco
Grossi « Siface »,
Peribeo, Arcangelo
Corelli.
c. 352v
5-81695
Idem
c. 355v
15-81695
Vittoria Bolognese
c. 365v
15-81695
Girolamo de’
Rospigliosi, Pasqualino
Tiepolo, Peribeo,
Arcangelo Corelli
c. 365r
Palazzo di
Campo Marzo
[La
costanza
non gradita S.
nel doppio Stampiglia
amore di
Aminta]
G. Bononcini
Serenata
La notte
festiva
[prova]
S.
Stampiglia
G. Bononcini
La notte
festiva
S.
Stampiglia
G. Bononcini
Palazzo Riario,
giardino,
fatta da Livio
Odescalchi
Palazzo Caetani
(occupato
temporalmente
da Medinaceli)
al Corso
Piazza di
Spagna
Serenata di
Capizucchi
a sua sposa
Isabella Cesi
S.
Stampiglia
G. Bononcini
Serenata
dalla
duchessa di
Fiano
Palazzo
Colonna,
cortile
Palazzo della
duchessa di
Fiano
S.
Stampiglia
G. Bononcini
Rif.
archivistico
Palazzo del
principe
Belvedere
a strada
Gregoriana
Agosto
1696
20-81696
c. 495v
c. 109r
c.184r
La Bolognese, la
Piemontese, Girolamo
de’ Rospigliosi,
Pasqualino Tiepolo
FB 79
c. 194v
185
LUCA DELLA LIBERA E JOSÉ MARÍA DOMÍNGUEZ
Titolo
Librettista
Compositore
Luogo
Due
serenate
dai
principe di
Bauco e di
Belvedere
Data
Interpreti
Rif.
archivistico
IX1696
c. 208v
Serenata
del
principe
Ludovisi
in onore
del Conte
d’Altamira
Piazza di
Spagna :
replicata in
seguito in
piazza Navona
6-71696
FB 80
c. 145r
Serenata
del
principe
Tassis
Trinità de’
Monti
7-71696
c. 174r
Piazza di
Spagna
23-41701
Serenata
del ambasciatore di
Spagna
S. de Luca
Corelli
FB 68
c. 129r
Serenata
del figlio
del
marchese
Santacroce
27-81701
c. 225v
Serenata
alla
ringhiera
della
Regina (di
Polonia)
3-91701
c. 236v
Ottobre
1702
c. 279v280r
Serenata
alla
principessa
di Rossano
Palazzo dei
principi di
Rossano (?)
Serenata
dai
Rospigliosi
7-101702
Serenata
in casa
del conte
Lambergh
4-111702
Pasqualino, Girolamo,
nipote di Paoluccio
FB 69
c. 96r
c. 138r
TABLE DES MATIÈRES
Liste des abréviations
Caroline GIRON-PANEL et Anne-Madeleine GOULET, Avantpropos. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
XI
Arnaldo MORELLI, La musica a Roma nel Seicento e la ricerca
storica : un quarantennio di studi . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1
PREMIÈRE PARTIE
CONTEXTES
Jean DURON, La circulation de la musique au XVIIe siècle :
disparité des relations franco-italiennes . . . . . . . . . . . . .
Gesa ZUR NIEDEN, O la Francia o la Spagna. Finalità delle
rappresentazioni musicali tra storia politica e storia
culturale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Giuseppe FIORENTINO, Musica e festa nella Roma barocca : il
caso di piazza Navona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
17
35
55
DEUXIÈME PARTIE
SOURCES
Anne-Madeleine GOULET, La musique à Rome dans la
seconde moitié du XVIIe siècle d’après les fonds d’archives
familiales : le cas du fonds Lante Della Rovere . . . . . . . .
Caroline GIRON-PANEL, « Si eligge Alesandro Scarlotti per
nostro mastro di cappella » : informations inédites sur la
chapelle musicale de San Giacomo degli Incurabili . . . .
Luca DELLA LIBERA e José Maria DOMINGUEZ, Nuove fonti per
la vita musicale romana di fine Seicento : il Giornale e il
Diario di Roma del Fondo Bolognetti all’Archivio Segreto
Vaticano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
75
95
121
478
TABLE DES MATIÈRES
Alexandra NIGITO, Le lettere di Filippo Silva al principe
Giovanni Andrea III Doria Landi (1684-1723) . . . . . . . .
187
TROISIÈME PARTIE
CARRIÈRES ET MÉCÉNAT
Noel O’REGAN, Orazio Griffi : papal singer, composer,
impresario and consummate administrator in early
Seicento Rome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Margaret MURATA, Dal ridicolo al diletto signorile. Rospigliosi and the intermedio in Rome. . . . . . . . . . . . . . . . . .
Maria LUISI, Le poesie per musica del Cardinale Antonio
Barberini nel cod. vaticano Barb. Lat. 4203 . . . . . . . . . .
Christine JEANNERET, La construction d’un monstre : la figure
de Frescobaldi, virtuose génial et gribouilleur . . . . . . . .
Valeria DE LUCCA, Opera e mecenatismo tra Roma e Venezia
nella seconda metà del Seicento. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
253
269
291
321
341
QUATRIÈME PARTIE
PRATIQUES D’EXÉCUTION ET STYLES MUSICAUX
Florian BASSANI, Musiche policorali nella Chiesa del Gesù :
aspetti di prassi esecutiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Anne PIÉJUS, La musique intérieure. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Graham SADLER, Adapting an Italian style and genre :
Charpentier and the falsobordone . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Shirley THOMPSON, Marc-Antoine Charpentier and the
language of Italy. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Dinko FABRIS, « De la source à l’interprétation » : i vespri
romani nell’itinerario di ricerca di Jean Lionnet . . . . . . .
357
379
399
417
433
Arnaldo MORELLI, Per una storia della musica a Roma nel
Seicento : riflessioni e prospettive di ricerca . . . . . . . . . .
447
INDEX DES NOMS PROPRES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
453
RÉSUMÉS DES ARTICLES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
471
TABLE DES MATIÈRES . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
477
Composition : Hélène Franchi
Achevé d’imprimer
en décembre 2012
sur les presses de la
Scuola Tipografica S. Pio X
Via degli Etruschi, 7
00185 Roma
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LA MUSIQUE À ROME AU XVIIe SIÈCLE