ANNO DELLA VITA CONSACRATA, 30 novembre 2014 - 2 febbraio 2016
Anno IV, n°40 - Agosto 2015
Notiziar io de l Santuar io de l Beato Lu ig i Mar ia Monti - Saron no
sommario
Editoriale
Editoriale1-2
PER...APPROFONDIRE
Padre Monti e dintorni
Con Maria, come Maria
Giocando con Dio
3
5
15
PER...pregare
Il mio “Grazie” a Padre Monti
Preghiera per le vocazioni
Una preghiera per...
14
4
4
PER...riflettere
Le parole montiane
Parole e fuoco
Tracce per una lettera
da Saronno
14
2
13
PER...testimoniare
Riconoscere vocazioni
Emanuele e Bonifacio
12
17
PER...incontrarsi
Glossolalie6
Vita di famiglia
8-9
Lettere alla redazione
10
PER...conoscere
Forse non sapevate che...
La porta aperta
7
11
PER...conoscersi
La Giovinezza dei vecchi
16
Esodo: Speranza perenne
di Aurelio Mozzetta
Siamo al numero 40 di QPC. La
copertura di un periodo di oltre tre
anni.
Il numero 40 è altamente simbolico. Biblicamente, esso richiama
il senso del passaggio e della vita,
della prova e dell’isolamento, spesso
nel deserto.
Nell’antichità mediorientale si
pensava che il feto nell’utero non
fosse vitale fino al quarantesimo
giorno. Quando la gestazione arrivava a quella data, allora si aveva l’inizio della nuova esistenza, il momento effettivo dell’emergere della vita.
Il numero indicava anche i contenuti del momento di passaggio. Per
comprenderlo, basta rifarsi alle molte
volte che la Scrittura riporta spazi e
tempi legati al 40: i giorni di Mosè
sul Sinai (la rivelazione) e di Elia nel
deserto (la scoperta di Dio); i giorni
predetti da Giona per la distruzione
di Ninive (il pentimento); i 40 giorni
per presentare il neonato Gesù al
tempio (la consacrazione) e quelli di
silenzio dell’adulto Gesù nel deserto
(la preparazione al ministero).
Quaranta sono gli anni dell’Esodo.
E dentro c’è tutto quanto detto fin
qui: il passaggio, il deserto che divide
e che isola, il silenzio e la Parola rive-
lata, la ricerca di Dio e l’incontro con
Lui, la prova, il pentimento, la vita al
suo emergere e al suo compiersi, lo
sguardo in avanti…
Scrive Eugenio Montale in una
sua poesia:
… guarda:
sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare
se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
“più in là”! (Maestrale)
Più in là. Guardare oltre il limite.
Vedere la vita nella sua luce piena,
pur dal buio ristretto del ventre materno; scorgere la riva, nello sballottolare delle onde del mare; sapere
che c’è un limite della sabbia, dove
il deserto finisce; credere che il male
tentatore sarà sconfitto dall’esuberanza del bene; essere certi che il
peccato è perdonato dalla sovrabbondanza della grazia.
Segue a pag 2
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
Segue da pag 1
Esodo: Speranza perenne
L’esodo è icona di una speranza
senza fine, che dice sempre “sì” a
chiunque voglia guardare “più in là”.
Una opportunità che nulla riesce a
consumare, a intaccare, ad annullare.
C’è un sì accogliente per ognuno
che sappia dire: “padre!”. E assolutamente non importa né la sua situazione di vita né il suo stato morale,
se egli sia santo o peccatore, pecora
saggia nel recinto del gregge o pecora smarrita dietro i richiami allettanti del fuori-porta.
Tutto questo può essere bellamente negato solo dall’ignoranza
che fa rumore e dall’alterigia di sentirsi dalla “parte giusta”. È soltanto
la profonda ignoranza, infatti, che fa
assumere il tono dommatico e che
suggerisce le classificazioni e i modi
del classificare. È soltanto un dio tribale, piccolo piccolo, che ispira la distinzione tra “noi buoni-eletti” e “voi
cattivi-condannati”.
quelli che vogliono ergersi a presunti
paladini (tutti e sempre donchisciotteschi) di para-verità, scoperte negli
angoli del dove fa comodo o nelle
parole altisonanti di qualche improvvisato messia.
e imporla con l’ideologia, facendo
perno sulle minacce e la paura, è
la negazione più evidente di Dio. È
quello in cui costantemente si arrabatta il demonio, nell’inutile tentativo
di uccidere la verità, cioè Dio stesso.
Ci ha detto Papa Benedetto che
la verità è abitata dall’amore: caritas
in veritate.
Alla fine della quarantina di giorni
o di anni c’è sempre una terra promessa, una salvezza. C’è un “più in
là” da sfidare, che ci sfida. C’è una riserva d’eternità, che supera il tempo.
C’è l’incontro tra la speranza, vissuta
durante il cammino, e la verità.
Il primo essenziale atto d’amore
verso gli altri consiste proprio nel
dire loro la verità. Soprattutto oggi,
quando essa è misurata sul metro
dell’apparire, della visibilità mediatica
che impera e che gestisce i criteri di
ciò che si deve ritenere vero.
Ogni esodo è un investimento
di speranza che Dio fa sull’uomo. È
come se Egli rinnovasse il suo “sì”
di Creatore per la propria creatura
e solennemente dichiarasse di voler continuare l’impegno di fiducia
espresso nell’atto creativo.
Spacciare per vera la menzogna
Aurelio Mozzetta
L’amore di Dio, al contrario, accoglie ognuno dei propri figli, anche
il più prodigo che si possa immaginare. Egli, infatti, ha inviato l’Amore non
per condannarci, ma per salvarci (Gv
12,47).
Pe r . . . ri f
Affermare questo è atto di semplice verità, contro il tentativo di
t
le
te re
parole e fuoco
Giovane madre
...con l’impegno di parlare bene
e gettare semi di parola fecon di,
capaci di donare bellezza e vita;
di far risorgere le parole per la
relazione; e anche di combattere
la marea di grezza volgarità
che vorrebbe inon darci a unico
beneficio di chi cerca soldi e
brama potere ...
Ti osservo, giovane mamma,
mentre pulisci e coccoli
tuo figlio.
Ricordo così carezze perdute
e quel sottobosco di frasi
incomp iute con cui anche tu
mi ninnavi, madre.
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Pe r . . . ap
ro
fon di r
e
p
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
luigi m. monti e dintorni
Amici e nemici.
Orbe batte Roma
Alle volte può capitare che la gente
di un piccolo paese della provincia
italiana riesca a dare lezioni di bontà,
amicizia, stima, affetto ai personaggi
importanti che stazionano nei centri
di comando.
Certo è che questi mal
digeriscono le sconfitte e facilmente
scaricano le loro irritazioni sui soliti:
generalmente quelli che lavorano
in modo serio, impegnato, senza “
sponsor” influenti.
E questa situazione, viste le
precedenti tribolazioni, non doveva
capitare ancora al Monti? Sì, non vi
siete sbagliati, è successo ancora una
volta.
Il nostro Luigi è tranquillo a Orte,
benvoluto dal popolo e dai suoi
rappresentanti civili e religiosi. Si
adopera per migliorare la situazione
dei malati, prega e aiuta a pregare
Dio in una sorprendente semplicità.
Quasi un’oasi felice… e non volete
che “satanuccio” non ne sia
immensamente infastidito? Ricorre
ai suoi amici di sempre: i potenti.
Nel nostro caso Mons. Fiorani.
Non che il personaggio sia una
cattiva persona, tutt’altro, ma come
quasi tutti i capi ha come priorità
la propria carriera, anche quando
capisce i problemi. Nella realtà
delle cose, Mons. Fiorani assumeva
il compito di dirigere l’Ospedale di
Santo Spirito nella vigilante presenza
dei Piemontesi. La Curia Romana,
sbandata dagli eventi contingenti, si
legava sempre di più alla burocrazia,
vista come unica àncora di certezze.
Insomma un buon momento per
“satanuccio”.
Grazie a questa situazione
paradossale, e a una “furbata” di
fratel Clemente, allora superiore
generale, anche la Congregazione
coglie qualche vantaggio. Vengono
approvate nuove costituzioni, con le
quali, sono allontanati i Cappuccini.
È forse l’unico gesto davvero buono
del frate, ma che gli costerà caro.
Fratel Clemente era un tipo dispotico
e violento - ricordiamo il suo
disprezzo per il Monti - e quasi verrà
alle mani con il padre spirituale dei
Cappuccini; un fatto che convincerà
il Papa ad allontanarlo e solo con
l’intervento di Mons. Fiorani si riesce
a inviarlo a Civita Castellana.
dubita, non si fida. Vuole eleggere
un altro fratello a capo della Casa
di Orte e prepara la sua lettera di
sostituzione. Commette un errore: la
lettera viene consegnata nelle mani
del nuovo Vescovo di Orte, mons
Mignanti. Il Vescovo, ampiamente
informato dal suo clero di come
Luigi si comportasse, quella lettera
se la tenne nel cassetto senza mai
informarne il Monti.
La lettera di convocazione per il
capitolo spedita al Monti, e recapitata
qualche giorno dopo per un disguido
postale - era stata mandata a Milano
anziché a Orte - permette ai suoi
eterni avversari di soffiare tutto il
male possibile su di lui; convocato a
Roma, viene aspramente insultato dal
Mons. Fiorani. Luigi teme addirittura
di essere scacciato dall’Istituto.
Qualche amico fratel Luigi l’aveva
conquistato: fare il bene paga.
Qui intervengono imprevedibili
amici. Sono il sindaco e i sacerdoti
di Orte.
Espongono in modo chiaro la
loro testimonianza a favore del
Monti e con loro quella del vicario
sostituto del Vescovo - purtroppo
appena deceduto. Tuttavia il Fiorani
3
Siamo davvero dei poveri uomini.
Prendiamo, a volte, delle decisioni per
noia o non voglia di approfondire,
fidando del sentito dire o, peggio,
per irritazione. Quando poi si è
al comando, questo stile, trascina
con sé, troppo spesso, dolore e
sofferenze inutili. Una vera tristezza.
Per fortuna, la pazienza e la
misericordia di Dio che viceversa è
sempre molto attento, sistemeranno
i nostri pasticci.
Non temere.
Marco
Pe r . . . pre
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
ga
re
preghiera per le vocazioni
Abbi pietà
Strappami, Signore,
dai falsi centri.
Soprattutto impedisci
di porre in me stesso
il mio centro.
Come possiamo
non comprendere,
una volta per tutte,
che, ad eccezione di Te,
tutto e tutti
siamo fuori da ogni centro?
Pe r . . . pre
(Hélder Câmara)
ga
re
una preghiera per...
“La preghiera, figli e fratelli miei carissimi,
apre il tesoro del cuore di Dio”. Padre Monti
CHI NE HA BISOGNO:
- una preghiera per mio nipote, che
è caduto dalla moto il 3 luglio scorso,
riportando una commozione cerebrale
e altre gravi ferite (HG).
- per Ornella, che combatte con
grosse difficoltà e si chiede se valga la
pena vivere ancora. Preghiamo, perché
tu possa tornare a credere in te stessa.
PER I GIOVANI:
- perchè trovino sempre dei buoni
insegnanti nella loro vita.
PER CHI E’ IN ATTESA:
- ANNA e Luigi in attesa del piccolo
Raffaele, loro primo figlio. Dai, ci siamo
quasi…
PER I MALATI: Il beato Monti
interceda per loro
- per il nostro confratello padre
JOSEPH Montecalvo, Manila, al quale
è stata diagnosticata una malattia
congenita al cuore ed è stato sottoposto
a delicato intervento chirurgico. Padre
Monti ti è vicino, abbine certezza!
- GIANFRANCA, 56 anni, che
lotta fortissimamente, al sesto ciclo
di chemioterapia, contro un tumore
brutto e invadente.
PER I DEFUNTI:
- LIDIA, 81 anni, morta la notte di
sabato 4 luglio, dopo lunga malattia.
- don EUGENIO Foschi, morto il 25
giugno a Cesena, fratello dell’amico Italo.
Era stato ordinato sacerdote nel 1950,
dal 1988 era cappellano all’Ospedale
Bufalini.
- il ricordo intenso della mamma per
sua figlia ANTONIA, morta di tumore
otto mesi fa, a 37 anni.
- mons. VLADIMIR Stankovic,
morto a 86 anni a Zagabria, l’11 luglio
scorso. Il grazie di tutti noi per la grande
opera portata avanti in favore della
nostra Comunità croata e per la causa
di beatificazione di Fratel Bonifacio
Pavletic (vedi articolo pag. 17).
- fratel ARTURO Paoli, morto la
notte del 13 luglio a 102 anni, pienezza
di una vita d’intensa fedeltà a Cristo e
alla Chiesa (vedi articolo pag. 7).
- CORRADO, il nonno paterno del
nostro Fratel Corrado Antonio Blundo,
morto all’età di 83 anni.
- MARYAM Puthuvala, la mamma
di P. Roy (comunità di Bovisio), morta
la sera del 29 luglio.
Inviateci le vostre intenzioni di preghiera a: [email protected]
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Pe r . . . ap
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fon di r
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Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
con maria, come maria
Preziosa è la storia di
Maria
Nel paese in cui mi trovo c’è,
nella chiesa parrocchiale, un grande
rosone che troneggia sopra al
portone d’ingresso, che raffigura
l’Assunzione di Maria. Ogni volta
che mi avvicino, ripenso al dogma
di fede e alla storia che accompagna
l’assunzione al cielo della nostra
cara Madre.
L’Assunzione di Maria afferma
che, terminato il corso della vita
terrena, Lei fu trasferita in paradiso,
con l’anima e con il corpo, cioè fu
assunta, accolta in cielo. Il dogma
è stato proclamato da Pio XII il
1 novembre 1950, anno santo,
attraverso la costituzione apostolica
Munificentissimus Deus ( incipit latino,
traducibile: “Dio generosissimo”).
L’Assunzione di Maria, nel pensiero
teologico cattolico, sta a significare
l’anticipazione della resurrezione
della carne, che per tutti gli uomini
avverrà soltanto alla fine dei tempi,
con il Giudizio universale.
Le
prime
indicazioni
sull’Assunzione risalgono al periodo
compreso tra fine secolo IV e fine
del V:
- Efrem il Siro († 373) sosteneva
che il corpo di Maria non aveva
subito corruzione dopo la morte;
- Timoteo di Gerusalemme (sec.
IV) scriveva che la Vergine era
rimasta immortale perché il Cristo
l’aveva trasferita nei luoghi della sua
ascensione;
- Epifanio di Salamina († 403)
affermava che la fine terrena di Maria
fu “piena di prodigio” e che quasi
certamente la Vergine possedeva
già con la carne il regno dei cieli;
- l’operetta siriaca Obsequia
Beatae Virginis riferisce che l’anima
di Maria, subito dopo la morte, si era
riunita nuovamente al corpo.
Tra gli scritti apocrifi dell’epoca i
più noti sono:
- la Dormizione della Santa Madre
di Dio, attribuita a San Giovanni il
Teologo, ovvero l’Evangelista (sec
VI);
- il Transito della Beata Maria
Vergine, attribuito a Giuseppe
d’Arimatea. Secondo gli studiosi è,
però, del IV secolo. Vi si narra che
la Madonna aveva chiesto al Figlio
di avvertirla della morte tre giorni
prima. La promessa fu mantenuta: il
secondo anno dopo l’Ascensione di
Gesù, Maria stava pregando quando
le apparve l’angelo Gabriele. Teneva
un ramo di palma e le disse: “Fra
tre giorni sarà la tua assunzione”.
La Madonna convocò al capezzale
Giuseppe d’Arimatea e altri discepoli
del Signore e annunciò loro la sua
morte.
Guardando il rosone, ci si
accorge che è consiste in un
coloratissimo mosaico a vetro
prezioso, che soltanto a pulirlo ci
vuole la Sovraintendenza dei Beni
Culturali… prezioso come preziosa
è la storia di Maria per un fedele.
I ricordi dei festeggiamenti
dell’Assunta si susseguono nella
mia memoria e nel corso di tanti
anni, assieme alla processione con
le candele accese, alla Messa sulla
spiaggia durante gran parte della
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notte e dei luminosissimi fuochi
pirotecnici che uniscono il religioso
al profano, che ne ricordano l’evento
e vogliono esaltare la grandezza e la
gloria di Maria.
Il termine assunzione riporta alla
mia memoria anche la richiesta del
mio relatore, a fine università: “la
consegna per la correzione della tesi
sarà il prossimo 15 Agosto, anche se
è giorno di festa”… con il significato
e l’augurio che alla discussione della
tesi seguisse una “assunzione”, con
un lavoro vero che affrancasse la
mia vita di studente a tempo pieno.
La lingua italiana fa strani giochi
di parole… ma questo ricordo mi
riporta ogni anno, proprio nel giorno
di “Maria Assunta in Cielo” a fare
memoria di tutti i disoccupati, con lo
stesso augurio del mio relatore: che
i disoccupati, grazie a Maria nostra
Madre, possano ancora una volta
trovare lavoro.
Lo so, c’entra poco con il
significato religioso, ma è il mio
personalissimo modo di pregare
per tutti quelli che soffrono a causa
della mancanza di lavoro.
Barbara Colacchia
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Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
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ntr arsi
glossolalie: appunti, ricordi e saluti dal mondo
Creatività, il dono dei bambini
Da bambina vivevo a Roma. A quattro o cinque anni i miei genitori mi portarono, con i miei fratelli, a Firenze per
vedere la galleria degli Uffizi.
I racconti, in famiglia, sono che io mi bloccai incantata davanti alla “Nascita di Venere” del Botticelli, tanto da
procurare sorrisi di stupore alle persone che stavano visitando il museo.
Ho una lontana sensazione, un lontano ricordo: Botticelli, artista affascinante, poetico ed emozionante del
Rinascimento italiano, simbolo di creatività di un periodo storico in cui la ricerca interiore esplode all’esterno nella
rappresentazione del mondo tramite le arti.
Il mondo in sé, lo spettacolo della natura, l’osservazione di ogni sua forma, è nutrimento per una mente creativa.
Il semplice passeggiare, osservare, è fonte d’ispirazione, perché porta a sentirci più vicini al Creato.
Alexsander Calder, scultore del Novecento, racconta come una mattina osservava una corda arrotolata fissata sul
soffitto davanti ad una finestra, in sfondo da un lato della corda l’inizio di un’alba fiammeggiante e, al termine della
corda, la luna che calava. Fu la prima visione di Calder dei suoi famosi Mobiles.
Joan Mirò affermava che il continuo contatto con la vita quotidiana, rumore delle ruote di legno dei carri, cavalli in
campagna, grilli, alimentavano la tensione emotiva e psicologica necessaria per la sua pittura.
Tante volte Mirò ha eseguito un opera per poi buttarla, distruggerla e ricrearla daccapo: ciò che conta, per lui,
non è ciò che resta, l’opera in sé, ma ciò che ha portato a creare quel determinato pezzo, quello è davvero eterno.
L’impulso creativo, dunque, più importante dell’oggetto creato, perché collegamento e contatto con l’eternità.
Ritengo che creando, sprigionando la nostra creatività, ringraziamo per il dono che abbiamo ricevuto e ancor più
ci doniamo a Dio Creatore.
Chi crea, sia un’idea uno scritto o un oggetto concreto, ha nel momento della creazione un totale isolamento da
tutto ciò che lo circonda.
Nel momento del “creare” ogni essere umano entra nel contatto profondo con se stesso, perché in quel momento
“si ascolta”… Imparare ad ascoltare l’anima di ciascuno di noi è il modo più naturale di connettersi con il Creato e
quindi con Dio.
Il termine “ispirazione” deriva da Spirito ed è la sorgente della creatività.
Per Antony Gaudì, architetto geniale, in ogni opera creativa c’è Dio.
Essere originali è tornare all’origine, la Creazione è opera di Dio. “La creazione continua, e il Creatore, Dio, si avvale
delle sue creature, per creare”.
L’architetto Fank O’Ghery racconta che alla base del suo lavoro ci sono le letture da bambino, con suo nonno,
del Talmud e le continue domande che il testo si pone: “Perché così? Perché non altrimenti?”
La sua architettura creativa, che ha sperimentato forme nuove e rivoluzionarie, nasce per lui dagli stimoli datigli da
un testo sacro, da piccolo.
La creatività, come la fantasia, sono una componente innata dei bambini.
Crescendo, educazione, carattere, habitat, possono portare a dei mutamenti e tendere a soffocarla, azzittirla. Ma
la creatività, proprio per la sua indole naturale, può essere ri-stimolata: la persona meno fantasiosa e più razionale, se
portata a contatto con luoghi creativi, vedrà, con il tempo, il ritorno della fantasia e dello stimolo creativo.
Torniamo ai bambini… Il creativo ha una parte fanciullesca che si porta dentro…
Ed i bambini non sono forse ciò che l’uomo deve prendere ad esempio per entrare nel Regno di Dio?
(Alessia, del negozio di artigianato “Sottosopra Idee e Creatività”)
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P e r . . . co
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no
sce r e
forse non sapevate che... Breviario di curiosità montiane
Quel gradino che
portava da Arturo...
… io l’ho passato tante di quelle
volte da averne perso il conto.
Sempre sicuro di un’accoglienza
talmente semplice da sembrare
l’atto di un familiare, uno di casa
con il quale da una vita hai relazioni
d’affetto scolpite nella carne.
E da lui cercavo parola e speranza.
Quando uscivo dal perdono che egli
mi offriva nel sacramento, a nome
di Dio, dopo la confessione delle
mie magagne, tornavo a sentirmi
genuino.
E quando potevo ritrovare
luce e serenità nelle sue parole, di
fronte a qualche problema di quelli
da novanta, me ne uscivo con il
cuore saltellante come giovane
cerbiatto. Era un grande, Arturo, uno
che aveva davvero compreso la
parola: “se non diventerete come
bambini…”. Solo chi è davvero
grande ha un cuore bambino! Come
lo aveva lui.
Ripenso alla sua energia che
pareva inesauribile, quando, davanti
a decine di giovani in silenzio
pressoché adorante, parlava per
due ore di Gesù, senza dare né
procurare segni di stanchezza.
- Ma quanti anni ha? - chiedeva
l’ultimo arrivato, che lo ascoltava
per la prima volta.
- Novantaquattro - rispondevamo
noi (o 88 oppure 92 o anche solo
80…).
E tutti i riferimenti saltavano
nella testa del richiedente, perché
non gli pareva più possibile,
davanti
a
quell’incrollabile
fedeltà,
giochicchiare
ancora
con catalogazioni del genere
giovane-vecchio, antico-moderno,
antiquato-aggiornato…
Arturo Paoli è morto lo scorso
13 luglio. Ho avuto tra mani il
suo Testamento Spirituale. L’ho
letto e riletto, letto e poi riletto e
letto ancora, quante volte?... per
ritrovare lo stesso Uomo che avevo
conosciuto ormai oltre 30 anni fa.
Prendo solo tre piccoli passi di
quel testo:
1 ringrazio il Padre Celeste del
dono delle amicizie che hanno reso
ovunque lieta la mia esistenza e
consolato negli inevitabili contrasti…
Chiedo a tutti, parenti e amici che
ho teneramente amato sulla terra, di
pregare il Salvatore che mi accolga
fra gli eletti.
Vi ritrovo l’Arturo tenero amante
della vita e dei suoi simili, amici,
fratelli e sorelle, sua passione e sua
vocazione. Una vita così intensa
da restare in piedi anche quando
scossa da avversità e contrasti, per
tutti i suoi 102 anni, senza cedere,
senza venir meno, senza fuggire.
2 Se mi si chiedesse a quale
Chiesa appartengo, quella cui
aderisco direi, senza esitazioni, è
quella del Concilio Vaticano II, è
quella della Lumen Gentium, della
Gaudium et Spes e confesso, senza
tortuose ipocrisie, che penso che i
due pontefici succeduti a Paolo VI
sono incorsi nel rimprovero-lamento
espresso da Gesù in Mt 16 e in Lc 12,
sui “segni dei tempi”.
Vi ritrovo l’Arturo uomo di
verità e parresia, senza infingimenti
né tortuose ipocrisie, capace di
gridare “ti amo” senza riserve e di
denunciare le inadeguatezze, anche
ai livelli più alti. Per tale verità,
quest’uomo ha pagato durante tutta
la vita, mettendo in gioco il nome e
la propria pelle.
3 Ma vorrei dire a tutti
coloro che mi ricordano che non
dimentichino mai che il nostro luogo
di nascita si professa cristianocattolico, ma presentemente noi
facciamo parte di un sistema politico
il più antievangelico immaginabile.
Vi ritrovo l’Arturo profeta,
scomodo come la sua opera
“Camminando s’apre cammino”, e
“uomo cosmico”, denuncia vivente
della cultura di morte da cui siamo
alluvionati, la quale si riveste anche
di paludamenti cristiani, ma che è del
tutto contraria a Dio e al Vangelo.
Dopo
che
mi
ero
abbondantemente
nutrito,
da
giovane frate, dei suoi libri, quando
finalmente ebbi l’occasione di
conoscerlo e incontrarlo la prima
volta, non stavo più nella pelle e mi
dicevo: che bel dono, che grazia,
che fortuna!
Oggi, dopo averglielo ripetuto
tante e tante volte a tu per tu, posso
dire solo una parola: grazie.
P. Aurelio
... a spulciar gli archivi e rimescolar le carte della storia, per sapere...
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Pe r . . . i nc
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
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ntr arsi
vita di famiglia
Corrado Vescovo
Questa non ce la lasciamo
scappare. Il nostro amico don
CORRADO MELIS, parroco a
Villacidro (CA), è stato nominato dal
Santo Padre nuovo VESCOVO di
OZIERI (Ss). Nato nel 1963, è stato
ordinato sacerdote nel 1988. Fin da
molto giovane e ancora seminarista
egli ha collaborato con la nostra
comunità nel lavoro vocazionale
e nell’organizzazione dei campiscuola, particolarmente presso la
Casa SS.ma Annunziata a Cuglieri.
Ai fedeli della sua nuova Diocesi egli
ha scritto: “Gesù, amore, Vangelo,
gioia: quattro parole che sono
certo potranno diventare la forza
di tutti. Personalmente vengo a voi
con il desiderio di tradurle in vita e
ringrazio fin d’ora tutti per la bontà e
la pazienza che vorrete riservarmi”. Il
Signore ti benedica sempre e anche
Padre Monti ti doni nuovi segni del
suo amore paterno.
Montiani Albania 2015
Il Terzo Incontro dei Giovani
Montiani d’Europa si è tenuto dal
25 al 30 luglio a TIRANA, Albania,
sul tema: “Testimoni di periferia:
dall’Albania al mondo”.
Il prossimo Incontro, nel 2016, si
terrà in Polonia, a Radom.
Cresce la voglia di Padre Monti,
che tutti noi vorremmo diffondere,
come una sorta di benefica e santa
“malattia” contagiosa. Ai nostri
giovani un grande applauso! (vedi
articolo pagina 11)
(nell’aula magna dell’Università
NSBC, a Tirana, P. Franco Sartori
tiene un incontro con i giovani)
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Pe r . . . i nc
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
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ntr arsi
vita di famiglia
Taizè: attualità della
vocazione religiosa
Una settimana di riflessione
sull’attualità della vocazione alla vita
religiosa si è tenuta a Taizé (Francia),
dal 5 al 12 luglio u.s. Vi hanno
partecipato 350 donne e uomini
consacrati, venuti dai vari continenti,
espressioni vive delle diverse chiese
cristiane, cattoliche ortodosse e
luterane.
Per la nostra Congregazione erano
presenti nove Fratelli: Ruggero, Saiju,
Michel-Angel, Anish, Ajo, Valentine,
Jorge, Gilbert e Corrado.
L’incontro è stato da tutti
considerato una notevole opportunità
per valorizzare e stimare la comune
vocazione alla fraternità nel nome
di Gesù.
La
Comunità
monastica
ecumenica di Taizé fu fondata
settant’anni fa da fratel Roger
Schutz. Ogni anno migliaia di giovani
si recano nel paesino francese, per
un tempo dedicato alla preghiera
e al confronto su tematiche di vita
spirituale e sociale.
frR
Commissione storica
Un piccolo passo avanti. Sua
Eminenza Agostino Vallini, Cardinale
Vicario di Roma, ha nominato la
COMMISSIONE dei Periti Storici
ed Archivistici nella CAUSA di
Beatificazione e Canonizzazione
del Servo di Dio Fratel Ivan Bonifacio
PAVLETIC, nelle persone di P. Aurelio
Mozzetta (presidente), Don Zvonimir
Kurečić, Sig. Giovanni Gennari.
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i vostri messaggi: e-mail e lettere dal mondo
Lettere alla redazione
Un caldo da arrostire L’Editoriale di luglio
- Grazie. Anche qui fa un caldo
da... arrostire! Ciao e grazie per il tuo
continuo ricordo.
- Interessante l’editoriale, mi
sembra proprio che tu viva con gioia
e ottimismo il tuo sacerdozio!
- Grazie di tutto. Buona vacanza,
se ne avrai tempo e possibilità
- Anch’io voglio ringraziarti per la
bella e saporosa rivista. Condivido
pienamente l’editoriale e ci fa
riflettere a noi sacerdoti, religiosi e
fedeli cristiani. Questa mattina nella
liturgia della messa si è letto il Vangelo
dove c’è la chiamata dei dodici e ho
fermata la mia attenzione al termine
del vangelo “strada facendo” si tratta
di camminare e lasciare cadere nel
solco di ogni esistenza l’annuncio
che è capace di rimetterci in piedi
e ridare vigore al cammino. I dodici
apostoli avevano tutti un mestiere,
ma sono chiamati a guarire ogni
malattia, materiale e spirituale. Allora
si potrebbe essere sacerdoti, religiosi,
cristiani anche bravi dal punto di vista
- Carissimo, Ok GRAZIE: buone
vacanze a te e ai cari Fratelli di
Saronno.
- Grazie fratello. Apro adesso la
posta e ricambio con tanto affetto.
Prima delle vacanze ti vengo a
trovare. Sempre bello ciò che leggo…
- QPC bellissimo. Grazie.
- Ho letto il giornale. Sempre
gradevole... Ho trovato due preghiere
interessanti: posso pubblicarle sulla
mia pagina FB?
professionale, ma a che serve se non
lasciamo cadere sempre il seme della
speranza. Solo così, con il “braccio
aperto che sparge semente, orientato
alla terra, all’orizzonte e al cielo”, si
compie la propria missione. Tanti
saluti e non intristiamoci, ma sempre
pieni della Parola. p. Giuseppe Decina
- Grazie per QPC di luglio, sempre
gradito. La cosa che vado sempre
a leggere subito è il tuo editoriale,
e stavolta leggendolo pensavo alle
folle che abbiamo visto intorno a
Francesco in questi giorni, e anche
l’ultima volta che sono stata in
piazza San Pietro: sembra come se
le persone non riescano a staccarsi
da lui, e sempre mi chiedo perché...
Mi pare di comprendere che sì, la sua
forza è nella Parola, ed è una parola
che si sente vissuta, gustata, amata.
Non dico di più, di certo tu avresti
molto da aggiungere.
Scriveteci a [email protected]
10
P e r . . . co
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
no
sce r e
la porta aperta: Incontri, ricordi e proposte di montiani vecchi e nuovi
Montiani, dall’Albania al mondo
Il Terzo Incontro dei Giovani
Montiani si è tenuto dal 25 al 30 luglio
2015 in Albania, con sede presso
l’Università della Congregazione
a Tirana, sul tema: “Testimoni di
periferia: dall’Albania al Mondo”.
L’occasione ci è stata data dalla
nostra Famiglia religiosa, per riflettere
sulla chiamata ad essere testimoni
dell’amore di Cristo in mezzo al
mondo.
Domenica 25 abbiamo riflettuto
sul coraggio della testimonianza,
ascoltando il Sig. Rik Prendushi, che
è stato in carcere per 28 anni durante
il periodo del comunismo.
Giovani religiosi montiani all’Incontro di Tirana. Da sinistra: Antonio
(Guinea Equatoriale), Jorge (Argentina), Miroslaw (Polonia), Valentine
(Camerun), Anish (India), Elvis (Camerun), Gilbert (Congo).
Il secondo giorno ci siamo
soffermati sulla realtà dei Fratelli
Montiani in Albania e su una grande queste persone: avevano il pane solo
figura della carità del secolo scorso: due volte al giorno; il latte era riservato
solo per le donne in gravidanza e
la Beata Madre Teresa di Calcutta.
per i bambini di 0-1 anno; i genitori
Dopo aver sentito il contributo cristiani aspettavano che i bambini
dato
per
l’edificazione
della fossero già addormentati, prima
Chiesa Cattolica durante e dopo il di pregare, perché temevano che i
comunismo, ci siamo recarti nella piccoli potessero raccontarlo agli altri
sua casa di accoglienza per le donne bambini e la cosa potesse arrivare alle
bisognose, in cui lavorano le sue orecchie delle spie del comunismo:
suore. Lì abbiamo visto e ascoltato la era un reato punito severamente, con
testimonianza del vangelo secondo il il carcere, per tutta la famiglia. Non si
carisma della carità che Madre Teresa poteva fare nemmeno il segno della
stessa ha lasciato alle sue suore.
croce, pena le stesse condanne...
Il terzo giorno è stato il culmine
Abbiamo incontrato anche il
del nostro incontro e ci ha portato vescovo di Scutari, Mons. Massafra,
a Scutari - nel nord dell’Albania che ci ha parlato dei martiri della fede
- a visitare il carcere trasformato in Albania del XX secolo, di preti e
in un convento di Suore clausra di laici portati in carcere e poi uccisi
Santa Chiara, dopo la caduta del a causa della loro fede… di come i
comunismo.
comunisti avevano di mira la classe
Sentendo
la
testimonianza intellettuale albanese, di cui i preti
della Sr. Lula, che ha conoscuito le facevano parte.
atrocità del comunismo, ci siamo
L’ultimo giorno di riflessione
tutti commossi, alcuni di noi in modo abbiamo parlato del martirio invisibile,
visibile e inconsolabile…
cioè di coloro che sono perseguitati
Ecco cosa hanno dovuto subire oggi per la loro fede.
Questa Rubrica, LA PORTA APERTA, è messa a disposizione di tutti,
Rubrica, LA
APERTA, per
è messa
a disposizione
di tutti,
eQuesta
particolarmente
deiPORTA
CONSACRATI,
l’intero
Anno della Vita
e
particolarmente
dei
CONSACRATI,
per
l’intero
Anno
della
Vita
Consacrata, proclamato dal Papa. Ognuno di voi è
Consacrata,
proclamato
dal Papa.
Ognuno
di voi è
invitato
a mandarci
il proprio
contributo
di approfondimento,
riflessione,
invitato
a
mandarci
il
proprio
contributo
di
approfondimento,
proposta, preghiera e simili.
riflessione, proposta, preghiera e simili.
11
La domanda di Sr. Lula mi fa
ancora riflettere: che cosa facciamo,
oggi, con la nostra libertà di culto?
Durante il comunismo, insegnare
a pregare ad un bambino era un
pericolo per tutta la famiglia perché
era un reato; fare il segno di croce,
era lo stesso: noi oggi cosa facciamo
con la nostra libertà?
Ritengo, dopo le riflessioni di
quest’incontro,
che
dobbiamo
essere capaci di una fede che può
sopravvivere anche senza strutture…
come quella del popolo albanese
durante il comunismo.
Ritengo inoltre, come dice Papa
Benedetto XVI, che la chiesa cresce
con la testimonianza di ogni cristiano
e non con le riforme.
La nostra preghiera è cambiata, di
fronte a questi testimoni della fede.
Che cambi anche la nostra vita, per
trasformarci in testimoni della fede.
P. Elvis Lukong
P e r . . .t e s
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
ti
n
mo i a r e
riconoscere vocazioni
a cura dei Cercatori di Dio
Da un mondo laico e
senza Dio
Sono olandese. Sono vissuta in un
mondo laico e senza Dio. Ero fiera
della mia vita, fino a quando qualcosa
ha smosso in me un macigno di
pregiudizi e preconcetti. Delle
signore italiane vennero a parlare
in università agli studenti olandesi.
Parlavano di Dio, di donare la vita,
della missione “educazione”… Non
compresi tutto allora, ma le andai a
cercare dopo la conferenza e parlai
a lungo con loro. Non capivo come
fosse possibile credere in un Dio
crocifisso né come esse potessero
descrivere una modalità di donare
la vita totalmente estranea ad ogni
mia idea.
Studiavo lingue in una delle più
importanti e antiche università
olandesi. Quelle signore tornarono
poco dopo in Italia, ma avendo
scambiato i nostri indirizzi, rimanemmo
in contatto fino al termine dei miei
anni universitari.
Il cambiamento fu lento. Trovai un
prete che potesse aiutarmi; e mantenni
una continua corrispondenza con
quelle donne che, solo dopo capii,
erano suore “laiche”.
Mi feci battezzare, presi i
sacramenti. Tutto mi affascinava di
quella nuova religione… non capivo
tante cose, ma con l’aiuto di quelle
persone potei fare scoperte che da
sola non avrei mai fatto.
Alla fine dell’università ci fu
quell’invito: “Vieni a Roma a trovarci!”.
Lo sentii come un richiamo aperto
e stuzzicante. Andai e non fui più la
stessa.
Vidi come vivevano quelle
“monache” laiche, capii perché
facevano quello che facevano o
dicevano… erano credibili, sì. Nella
loro laicità c’era la profondità di una
chiamata monastica.
Decisi di fare domanda d’entrata.
Mi ritrovai affianco, nel mio stesso
percorso, a tante ragazze provenienti
da tutto il mondo. Mi venne chiesto di
ricominciare l’università: il biennio di
Filosofia, poi Teologia, poi il Biblico…
non so dirvi che gioia per me è stato
scoprire che quel percorso era ciò
che io avevo cercato e voluto da
sempre.
Mi avevano letto nel pensiero. O
era stato il pensiero di quelle suore
ispirato da Dio? Quel Dio che non
conoscevo, ma che stava lentamente
prendendosi cura di me.
Vengo da una esperienza di
ateismo, non mi è facile credere a
tutto. Sicuramente si è trattato di una
scelta radicale; il problema è che
radicali sono anche le mie domande
e le risposte che cerco. All’università
metto in discussione tesi vecchie di
millenni. I nostri professori ci dicono
che la sana critica è alla base della
ricerca. Faccio ricerca sì, ho sempre
fatto ricerca; ma voglio fare anche
sintesi. Sintesi credibili per me e per
il mio mondo: laddove per spiegare
un predicato ci sono fiumi di libri,
bisogna saper arrivare all’essenziale.
E l’essenziale io l’ho trovato. È quel
Dio che mi è venuto a cercare in
Olanda tramite queste consacrate,
che mi hanno aperto il cuore e la
mente. Lo ringrazio di questo e chiedo
a tutti una preghiera: che ciascun
uomo o donna possa arrivare alla
fede, a una sintesi del proprio essere
in spirito di fede! Qualunque sia lo
stato di vita.
Oggi io sono consacrata nel
mondo, ma altri, con lo stesso
spirito di fede, potrebbero entrare
in congregazioni e ordini oppure
semplicemente e non banalmente
sposarsi e moltiplicare coloro che
della fede possano fare baluardo di
vita.
(in foto: un gruppo di Apostole della Vita Interiore, comunità di donne
consacrate nel mondo)
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Pe r . . . ri f
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
t
le
te re
tracce per una lettera da saronno: chi scrive a chi
Non s’attenua
la scia del dolore
CARO PADRE MIO,
non ce la faccio più… perché
tanto soffrire? perchè così tanto
e proprio a me? cosa ho fatto
di male?
Dio mi vuole punire?, per
cosa?, o forse s’è totalmente
dimenticato di me?
Quando
la
scia
della
sofferenza non si attenua ed
anzi sembra approfondirsi, da
che parte posso guardare per
avere un po’ di speranza? (…)
Lucia
CARA AMICA MIA,
posso solo inginocchiarmi di fronte alla quantità e alla qualità di sofferenza
descritta nella tua lettera.
Fare silenzio. Perché dire parole può essere soltanto banale, inutile e
perfino dannoso.
Sul piano puramente umano, nessuna parola può abbracciare così tanto
e intenso soffrire.
Posso solo mettermi al tuo fianco, in silenzio, stringere la mano e stare lì.
Io so che c’è un’energia che passa attraverso vicinanza e mani strette:
anche se invisibile e inavvertibile, è energia umana che lavora e costruisce.
Niente di magico né di miracoloso… solo umana vicinanza, umano guardare
e sapere che una presenza c’è.
Poi però penso che la condivisione ha bisogno anche di parole, necessarie
per quanto insufficienti.
Le prime sono quelle che rivolgo a Dio per te … perché so che tutte le
nostre preghiere per gli altri sono sicurissimamente ascoltate.
Egli non dimentica né si accanisce contro alcuno dei suoi figli. Perché
dovrebbe?
Dio è affianco… siamo noi, troppo spesso come ciechi, che non lo
vediamo.
Tutte le croci sono ingiuste. A chi potrei dire: la vuoi la mia?
Eppure, tutte le croci sono della giusta dimensione, cioè adatte alle spalle
che le portano: Dio non prova mai al di sopra delle nostre forze, dice la
Scrittura.
Io credo a questa parola e sono certo di poter portare il mio dolore e
prima o poi trovargli anche un senso; pur se molte volte, ed anche adesso,
preferirei tanto scrollarmelo di dosso.
Se dovessi non crederci, vedrei sempre e solo il dolore che provo, e finirei
per innalzarlo a un punto tale da farlo diventare il più grande del mondo,
impossibile da gestire. E concluderei che Dio è crudele e assurdo…
Così, senza pretesa di risolvere alcunché, ti propongo un’altra parola,
quella di Dio, che nel libro della Sapienza (Sap 1,13-14) dice:
Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza,
le creature del mondo sono sane,
in esse non c’è veleno di morte, nè gli inferi regnano sulla terra,
perché la giustizia è immortale
e, un po’ più avanti, Sap 2,23-24, continua:
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità,
lo fece a immagine della propria natura.
Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.
Ti chiederei, molto sottovoce, di riflettere un attimo su queste parole.
Non è teoria e non è tempo perso. Intanto io faccio silenzio affianco a te.
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Pe r . . . pre
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
ga
re
il mio “grazie” a padre monti
Capire la tua
semplicità
Beato Padre Monti,
dammi la forza e la grazia di capire la tua semplicità.
Aiutami a non dimenticare gli altri che sono nel bisogno.
Tieni le tue mani sopra il mio capo.
Tu, che alla luce del Signore conosci i nostri bisogni spirituali e
materiali, prega per noi.
Grazie per tutto quanto hai fatto fin qui.
Pe r . . . ri f
t
le
Antonio
te re
le parole montiane
La casa dell’Immacolata
Il Superiore in quell’istante promise di adoperarsi quanto poteva
per far fiorire l’Istituto: e che avendo di già concepito di fare una
casa e chiesa della Immacolata Concezione, coll’intenzione, oltre i
Fratelli Novizi, di tenere 24 orfanelli (d’indole buona e docile) aspiranti
all’Istituto; procurando dargli i studii e formar uomini, ossia giovini di
criterio, scienza e spirito religioso.
A tale scopo il Superiore offre £. 12 (risparmi fatti nei piccoli bisogni,
in luogo di prendere il tramvai, carrozza andando per Roma) che il
giorno 28 del medesimo, aprì un libretto alla Banca Romana; col fine
di aggiungere altre somme quando l’Immacolata, e S. Giuseppe ci
avrebbero provveduto. Infatti il medesimo giorno, ebbi l’elemosina
di mille franchi. La casa dell’Immacolata Concezione, fiorirà sempre,
quando vi regneranno l’umiltà, la carità, e la S. purità.
(BLM, Diari, dicembre 1984)
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Pe r . . . ap
ro
fon di r
e
p
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
giocando con dio
Conto alla rovescia
Giocare con Dio? Con Dio mica si scherza: c’è la vita eterna in gioco! Chi non
l’ha preso sul serio è stato cacciato dal Paradiso Terrestre, trasformato in statua
di sale, ha dovuto girovagare per il deserto per quarant’anni prima di vedere la
terra promessa, se non affogare in piogge torrenziali cadute per quaranta giorni e
quaranta notti.
Giocare con Dio? Con Dio mica
si scherza: c’è la vita eterna in gioco!
Chi non l’ha preso sul serio è stato
cacciato dal Paradiso Terrestre,
trasformato in statua di sale, ha
dovuto girovagare per il deserto per
quarant’anni prima di vedere la terra
promessa, se non affogare in piogge
torrenziali cadute per quaranta giorni
e quaranta notti. Dunque?
divertivano. Forse nel loro cuore pure,
e inspiegabilmente, maledicevano
Dio, ma Giobbe, personaggio anche
scrupoloso, offriva sacrifici a Dio
per conto loro e pensava alla loro
purificazione. Satana s’inserisce
tra Dio e Giobbe insinuando che
questi, una volta toccato nei suoi
averi, non solo non sarebbe più stato
così integro e timorato, ma avrebbe
fin maledetto Dio. Dio permette
pertanto a Satana di irrompere nella
vita di Giobbe per mezzo dei Sabei,
che uccidono gli schiavi dei suoi figli
rubando loro buoi e asine; del fuoco,
che brucia pecore e guardiani; del
vento impetuoso, che devasta
la casa del suo figlio maggiore,
provocandone il crollo su fratelli e
sorelle e uccidendo tutti. Giobbe,
però, non maledice il Signore suo
Dio, bensì prega: “Il Signore ha dato,
il Signore ha tolto, sia benedetto il
nome del Signore!”, dimostrando
pure un grande distacco dalle cose
che fino a poco prima avevano
fatto di lui un uomo arrivato, ricco
e potente. Sessantuno, sessanta, …
Lo so: ho perso un’altra volta e
sta a me contare perché tu, Dio, hai
deciso di giocare un’altra volta a
nascondino con me. Inizio a contare
e, mentre conto, novantanove,
novantotto…, il mio pensiero va
al mio amico malato terminale di
cancro. Sono stato a trovarlo. Il suo
peso si è ridotto della metà rispetto
a quando stava bene in salute; poi,
quasi d’un tratto, i dolori, le indagini,
le analisi, i medici che dapprima
non ci si raccapezzano e dopo non
poco tempo giungono alla diagnosi
di certezza: carcinoma prostatico,
purtroppo già accompagnato da un
certo numero di metastasi in altri
organi. Chemioterapia, terapia del
Ecco allora che Satana ritorna da
dolore, trasfusioni… Un calvario.
Dio
questa volta per insinuare che
Settantacinque,
settantaquattro,
Giobbe,
toccato nella sua persona,
settantatré, …
avrebbe apertamente maledetto
Giobbe era “un uomo integro Dio. Dio consegna Giobbe nelle
e retto, timorato di Dio e lontano mani di Satana a patto che ne fosse
dal male”. Aveva sette figli e tre risparmiata la vita. Giobbe viene così
figlie, possedeva settemila pecore e colpito da una piaga che ne devasta
tremila cammelli, cinquecento paia di la pelle provocandogli prurito in tutto
buoi e cinquecento asine, una servitù il corpo, da capo a piedi. Sua moglie
molto numerosa. Quest’uomo era il lo incita alla maledizione di Dio, ma
più grande fra tutti i figli d’oriente. I egli, incrollabile nella sua integrità, le
suoi figli e le sue figlie amavano la dice: “Se da Dio accettiamo il bene,
bella vita, mangiavano e bevevano, si perché non dovremmo accettare da
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lui il male?”
Non ho ancora finito di contare
che mi giro e grido: “Dio: che cosa
vuoi da me? Non ho chiesto di vivere,
di essere qui. Perché devo assistere
alla sofferenza mortale di un amico?”
Nel silenzio che mi circonda,
risuonano le parole dello stesso
Giobbe: “Comprendo che tu puoi
tutto e che nessun progetto per te
è impossibile… Davvero ho esposto
troppe cose che non capisco,
troppo meravigliose per me, che non
comprendo. Ascoltami ed io parlerò,
io ti interrogherò e tu mi istruirai! Io
ti conoscevo solo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti hanno veduto.
Perciò mi ricredo e mi pento sopra
polvere e cenere”.
O Dio, i tuoi disegni sono
imperscrutabili ma una cosa mi
hai dato da capire: che tutto inizia
e finisce nel tuo immenso amore.
Fa’ che il mio amico non soffra e
accoglilo tra le tue braccia quando
tu lo vorrai. Amen.
PG
P e r . . . co
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
no
sce rs i
la giovinezza dei vecchi
Preghiera secondo
i ritmi del quotidiano
Siamo nel cuore dell’estate:
tempo di ferie, di vacanze, con orari
dilatati, giornate più lunghe; figli e
nipoti, a turno, lontani da casa, in
luoghi generalmente poco adatti per
i vecchi.
Il profumo dei fiori mi fa sperare
di riuscire a trascorrere, anche
quest’anno, qualche tempo nel
verde: a mezza collina, non su cime
maestose, ma proibite, e di sussurrare
un convinto “Magnificat” al Creatore.
Mentre scrivo queste riflessioni,
mio marito ed io siamo ancora a
Saronno ed è già provvidenziale il
balconcino: lungo due metri, largo
uno, con un davanzale sul quale
poggiano vasi con erbe aromatiche,
fiammeggiano dei garofani, sorridono
due ortensie che preferirebbero
sgranchirsi le radici più comodamente
se trapiantate in un giardino.
Là non sarò più sola, come spesso
ormai in casa, ma, non essendo per
natura una mistica, sarò ben lieta
di trovare il Suo Volto avvicinando
persone, condividendo pensieri,
Eppure… questo angolo all’aria
aperta è proprio adatto per stare
seduta a “sferruzzare davanti al volto
di Dio”, come suggerisce Antony
Bloom ad una signora che gli aveva
posto il problema di avere pregato,
per anni, quasi incessantemente,
senza mai avere avvertito la presenza
del Signore.
(Ho trovato questo suggerimento
in un libretto scritto da don Angelo
Casati “ASCOLTO E PREGHIERA”
per la rivista “ORE UNDICI” e gli sono
grata!).
A me piace il consiglio e mi è
congeniale: sferruzzo da eterna
principiante, col vantaggio che,
invece di stare a mani giunte, posso
contemporaneamente portare avanti
un lavoro che non mi impegna più
di tanto, ma il ticchettio dei ferri da
calza non disturba la possibilità di
avvertire la presenza di Dio!
Un refolo d’aria mi ricorda
l’episodio di Samuele che trova la
parola del Signore proprio in un alito
leggero di vento.
16
azzardando qualche suggerimento:
disponibile però anche ad ascoltarne,
magari da persone più sagge di me,
che sanno tessere il quotidiano
impreziosito da trame divine delle
quali potrebbero essere anche
inconsapevoli… E, proprio per questo,
testimoni e maestri di un ritmo del
quale non vorrei mai perdere le note.
SIL
P e r . . .t e s
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
ti
n
mo i a r e
emanuele e bonifacio
Una pozione di santità al giorno...
Una pozione di santità al giorno fa bene alle coronarie e ridona la voglia di vivere.
Parole, pensieri e preghiere in compagnia di Fratel Emanuele STABLUM e Fratel Bonifacio
PAVLETIC
Mons. Vladimir STRANKOVIĆ
Kutina, 11 luglio 2015
Carissimi confratelli, alle ore 5,10 di questa mattina 11 Luglio 2015, Mons.
Vladimir STANKOVIĆ si è spento serenamente, presso la casa di riposo dei
sacerdoti anziani di Zagabria. Monsignore, oltre che essere stato collaboratore strettissimo dei Cardinali Šeper, Kuharić e Josip Bozanić, è stato il primo promotore della
Causa di beatificazione di Fratel Bonifacio Pavletić in Croazia.
Egli è anche un munifico benefattore della nostra Famiglia Religiosa dei Figli dell’Immacolata Concezione, avendole donato la casa di sua proprietà, casa dove oggi abita la Comunità di Kutina.
Amico strettissimo della nostra comuntà, suo benefattore
fino alla fine della vita, sacerdote intelligentissimo e sapiente, ci mancherà qui sulla terra, ma siamo sicuri che
ci accompagnerà dal cielo assieme a fratel Bonifacio, che
tanto amava.
(Comunità di Kutina, i Fratelli: Passerini Mariano, Hayohay Jerouz, Cerkvenac Krunoslav)
Con ammirazione e rispetto,
tributiamo onore a una figura
di primo piano della Chiesa
di Croazia, amico fraterno e
persona importante della nostra
Congregazione.
Ti accolga
il Signore della vita
nella sua pace
17
Anno IV, n° 40 - Agosto 2015
Santuario del Beato Luigi Maria Monti - Saronno
Nel Cuore
della
Carità
Montiana
Via A.Legnani,4 - 21047 Saronno (VA) - Tel. 02 96702105 - Fax 02 96703437
e-mail: [email protected] sito web: www.padremonti.org C.F.: 93054190892
orario delle celebrazioni del santuario
Giorni Feriali
6.30 Lodi del Mattino
(lunedì in cripta)
7.00 Santa Messa
(lunedì in cripta)
9.00 Santa Messa
18.50 Rosario e Vespro
Tutti i giovedì
18.30 Adorazione Eucaristica
per le Vocazioni
DOMENICA E FESTIVI
8.20 Lodi del Mattino
9.00 Santa Messa
19.00 Santa Messa
sacerdoti E FRATELLI a disposizione in santuario
P. Aurelio Mozzetta, rettore - P. Pierino Sosio - P. Michel Ange N’Galulaka
Fratel Rolando Sebastiani - Fratel Corrado Blundo
offerte
Conto corrente bancario intestato a: Provincia Italiana della Congregazione dei Figli Dell’Immacolata Concezione
BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI BARLASSINA, Filiale di SARONNO
EUR IBAN: IT 44 P 08374 50520 00000 8802614 - per bonifici dall’estero: codice BIC: ICRA IT RRAE 0 (zero)
Causale: Offerte pro-Santuario o Sante Messe
Direzione:
Via San Giacomo, 5 - 21047 Saronno (VA)
Tel.02 96702105 - Fax 02 96703437
e-mail: [email protected]
Direttore:
Saverio Clementi
sito web: www.padremonti.org
Collaboratori di questo numero:
Aurelio Mozzetta, Marco Perfetti,
Barbara Colacchia, Alessia, Fratel
Ruggero Valentini, Antonio, P. Giuseppe
Decina, SIL, P. Elvis Lukong, Lucia, I
cercatori di Dio, PG, P. Mariano Passerini,
Raffaele Mugione.
Redazione:
Aurelio Mozzetta
Raffaele Mugione
(Nessun collaboratore percepisce compenso. Questo Notiziario è realizzato da volontari)
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Qui ho posto il cuore Agosto 2015