C ORRIERE DELLA S ERA U S ABATO 21 G ENNAIO Eventi 2006 53 Il cartellone / Gli eventi musicali BEETHOVEN SECONDO URI CAINE DAVID GILMOUR AN EVENING WITH JOAN BAEZ TOSCA. AMORE DISPERATO Per il pianista-compositore jazzista americano sono frequenti le incursioni «nell’area colta» della musica (Bach, Mahler, Wagner). In questo appuntamento (30 gennaio) rilegge la «Variazioni Diabelli» di Beethoven Il chitarrista dei Pink Floyd ha deciso di tornare sul palco con un progetto solista per un tour che trascurare i momenti più importanti e famosi vissuti con la storica band. 24 e 25 marzo L’icona della contestazione degli anni Sessanta, la compagna artistica di Bob Dylan, è oggi una raffinata signora che ha tuttavia conservato tutta la forza delle sue ballate di protesta. In scena il 4 aprile Una scena del musical di Lucio Dalla che ha rivisto e corretto (in musica, libretto e testi) il capolavoro pucciniano, rievocando il debutto dell’opera, il 14 gennaio 1900». Dal 4 al 21 maggio LA N OVITÀ Arriva Dracula, diventa un vampiro rock Il musical di Arias firmato PFM: «Sensuale e assetato solo d’amore» D GISELLE ROSSA Una scena del balletto che martedì apre la stagione degli Arcimboldi IL NOME IL TEATRO Dalla famiglia Arcimboldi: intorno al 1450 aveva nella zona una villa di caccia accanto a un fortilizio denominato «la Bicocca» Ospita 2.375 spettatori e ha un boccascena (16 metri per 12) identico a quello della Scala. La torre scenica è alta 33 metri racula siamo noi, dice Alfredo Arias. Il celebre regista argentino vuol gettare al macero tutte le idee che il lettore e lo spettatore, tra romanzi e film, s’è fatto sul Principe della notte. La vera scommessa, però, è un’altra. Quando sulla poltrona del produttore siede David Zard, la regola è la dismisura, l’eccesso la norma. La macchina pubblicitaria dell’opera rock, che si intitola Dracula ed è scritta da Vincenzo Incenzo, è già pronta con i suoi slogan: tutto è maxi e formato gigante per il ritorno del vampiro. Il budget di 8 milioni di euro, i 1.000 metri quadrati di palco, l’impianto scenografico che riproduce il Tower Bridge di Londra, i 260 costumi... Eppure Arias, ridisegnando una Londra gotica, segue una sua strada apparentemente laterale, un suo percorso preciso. Che è fatto di poesia. La scommessa è dunque quella di conciliare il kolossal con l’intima verità dei sentimenti. Il debutto avverrà al Gran Teatro di Roma il 9 marzo per arrivare agli Arcimboldi di Milano il prossimo ottobre. Il punto di forza non è tanto nel cast, fatto di debuttanti o quasi, se si eccettua il protagonista, il 43enne Vittorio Matteucci, che fu Frollo in Notre Dame e Scarpia nella Tosca riscritta da Lucio Dalla; Zard ha puntato piuttosto, oltre che sul segno visionario del regista, sul marchio di una band storica come la Premiata Forneria Marconi. Lo spunto iniziale l’ha dato proprio uno dei suoi membri, Flavio Premoli, scrivendo dei temi suggeriti da Dracula di Bram Stoker, il film di Francis Ford Coppola con Gary Oldman e Winona Ryder. «Alla fine è venuta fuori una partitura per 64 elementi d’orchestra e 40 coristi. Mi sono divertito come non mai. C’è una commistione di strumenti acustici e elettrici, archi e batteria. La PFM suonerà in alcuni brani. Un’operazione analoga la realizzarono i Metallica. Hanno scritto che ci sono echi e riverberi da Stravinski alle danze popolari? Non più di tanto». La musica non sarà dal vivo ma registrata dalla Bulgarian Symphony Orchestra diretta da Natale Massara. Vittorio Matteucci è un grande appassionato dell’orrore, sul comodino ha avuto per anni il libro che Bram Stoker scrisse nel 1897 dando vita alla leggenda di Dracula: «Alle elementari facevo sul tema un giornalino a fumetti. Il primo fascino di Dracula è quello del super eroe che appare e scompare, si trasforma in nebbia e in animale, legge nelle menti e in un attimo è dall’altra parte del globo. Lo spettacolo? Stanno montando la scenografia, è davvero monumentale». Alfredo Arias, che si è rivelato negli anni ’60 facendo entrare le installazioni pop nella prosa, non è così sicuro che si tratti di un’operona rock. Lui in realtà vuol fare del «gran» teatro, mischiando le carte tra bene e male. «Lo spettacolo crea un ponte tra l’opera pop e il melodramma tradizionale, mi piacerebbe che il nostro Dracula avesse la forza popolare di Traviata». Qual è la sua idea? «Ho pensato all’umanità che si nasconde nella mostruosità di Dracula, e alla complessità che cela il mostro che è in noi. Dracula è il nostro specchio, un eroe romantico che ha sete d’amore, è il potente desiderio di raggiungere qualcosa di vitale che lo condurrà a una morte splendida: accetterà di non essere più un vampiro, di diventare umano attraverso la morte». Sembra che, come Don Giovanni, cerchi la morte. «Cerca la purificazione, la catarsi. Ma il paragone mi piace. Dracula ha paura, oltre a far paura. Alla fine per la prima volta chiederà perdono. È un nuovo carattere, compie un lungo viaggio per trovare l’amore reincarnato in una donna. Ma tutti i personaggi qui fanno un viaggio sconvolgente. Lo spettacolo è pieno di sensualità ambigua. Quando dico Dracula la gente sorride, qui invece tutti piangeranno». Se gli chiedi della scenografia, risponde sbrigativo che c’è la presenza dei due mondi, Londra e la Transilvania, c’è l’apparizione del castello... «Anche se tutto è spettacolare e rimanderà a un divertimento barocco, il pubblico sarà sorpreso dalla capacità di sentimenti. Stiamo lavorando in profondità, i costumi cercheranno di semplificare, non vogliamo distrarre dai sentimenti, è il cuore dei personaggi a essere monumentale». Valerio Cappelli Belli come una boy band, bravi come i Tre tenori: un americano, un francese, uno svizzero e uno spagnolo le star del quartetto «Il Divo» G iovani, carini e molto occupati. Non sono i neolaureati di «Reality Bites» (il film con Ben Stiller e Ethan Hawke) dieci anni dopo, ma le nuove promesse della «lirica-pop»: un americano, un francese, uno svizzero e uno spagnolo, età 32-37, belli come i Take That e bravi come Pavarotti, Carreras e Domingo. Un nome un programma, «Il Divo». Li avevano avvertiti: «Gli appassionati d’opera vi disprezzeranno: se andrà bene avrete uno stuolo di fan amanti del pop, se andrà male resterete disertori e la lirica non vi rivorrà». A volerli è stato Simon Cowell, il simpaticone in giuria nelle gare tv per aspiranti star di America e Regno Unito, il guru del pop che ha inventato Curiosity Killed the Cat, Westlife, Five, sco- Quelle ugole d’oro in stile Take That perto Will Young e architettato tra il 2001 e il 2003 una mondiale caccia al talento per realizzare il sogno di una boy-band da teatro lirico che riarrangiasse grandi pezzi pop inglesi, spagnoli e italiani in chiave operistica. «Non sapevamo neanche chi fosse Cowell — ammette candido da Londra il francese del quartetto, Sebastien Izambard —. Ero andato all’audizione pensando che cercassero gente per un musical. Due giorni prima di iniziare le prove ci hanno riuniti in studio: "Siete stati scelti perché avete un’esperienza decennale. Ecco le canzoni"». Fu così che ugole e diaframmi si votarono allo show business. Con cinque milioni di copie vendute nel mondo in due anni, l’album di debutto, «Il Divo», ha stracciato il 25ennale record dei Led Zeppelin (numero uno in classifica sen- za aver mai pubblicato un singolo) mentre il secondo, «Ancora», uscito nel 2005, ha venduto un milione e mezzo di dischi in tre settimane, scalato le classifiche di Inghilterra, Spa- COME MODELLI Da sinistra Carlos, Sebastien, David, Urs gna, Australia, Hong Kong, Nuova Zelanda e meritato i complimenti di Robbie Williams: «I bastardi che mi hanno scalzato dal primo posto». Reduci da due apparizioni a «Domenica In» e pronti al tour mondiale che li porterà il 15 maggio al Teatro degli Arcimboldi di Milano, i neodivi si preparano a conquistare il mercato italiano. I quattro fenomeni: l’americano di San Diego, David Miller, tenore diplomato al Conservatorio di Oberlin, in Ohio, dieci anni di carriera operistica e una passione per la techno music; Urs Buhler, tenore svizzero diplomato al Conservatorio di Amsterdam, cresciuto nella Netherlands Opera e nel cul- to dell’heavy metal; il baritono spagnolo Carlos Marin, lunga gavetta nel musical e nell’opera, l’amore per Tom Jones; Sebastien Izambard, già membro del cast del Petit Prince di Riccardo Cocciante e «vox populi». Sarebbe a dire? «Una trovata della casa discografica per spiegare che non ho una formazione lirica: vengo dal pop, come cantante e autore». Quale futuro? «Non pensiamo al dopo. Quello che facciamo oggi è straordinario». E il web ribolle. Sul sito ufficiale, messaggi ardenti da fan di tutte le età. Uno per tutti: «Elvis è sempre stato il mio idolo, siamo nati lo stesso giorno, 8 gennaio 1935. Ma il mio cuore ora appartiene a voi. Elvis, ti amerò per sempre. Heather». Maria Serena Natale Il programma: 22 spettacoli fino a ottobre 24 gennaio, ore 21 Giselle Rossa Eifman Ballet Theatre di San Pietroburgo 26 gennaio, ore 10.30 Musico De Musicis 28 gennaio, ore 21.30 Di jazz in jazz - 80 anni insieme 30 gennaio, ore 20.30 Beethoven secondo Uri Caine 7 e 8 febbraio, ore 21 Rise and Fall Sylvie Guillem, Michael Nunn, William Trevitt 15 febbraio, ore 21 Les 4 saisons... Ballet Preljocaj 25 febbraio, ore 21 Manu Katchè Quartetto 27 febbraio, ore 21 Michael Nyman piano solo 28 febbraio, ore 21 Trilok Gurtu Quartetto 4 marzo, ore 21 Alvin Curran Duo 6 marzo, ore 21 Luchino Visconti, musica e memoria Dal 15 al 18 marzo, ore 20 Le Jeune Homme et la Mort - La Strada 24 e 25 marzo ore 21 David Gilmour, Island Tour 2006 Martedì 4 aprile, ore 21 An evening with Joan Baez 8 aprile, ore 20.30 La Passione secondo Giovanni 28 e 29 aprile, ore 21 Scuola di ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala Dal 4 al 21 maggio, ore 21 Tosca. Amore disperato 15 maggio, ore 21 Il Divo Dall’8 al 13 giugno, ore 20 Il Barbiere di Siviglia 23 e 24 giugno, ore 20.30 Il Barbiere di Siviglia ovvero La precauzione inutile 27 giugno, ore 20.30 Roberto Bolle & Friends Dal 12 ottobre al 5 novembre, ore 21 Dracula. Opera rock