© Mondadori Education Paul van Loon La furia di Dracula Randy prende posto dietro lo scrittoio, accende il computer e preme il tasto out del drive per i cd-rom. Toglie il disco dalla scatola, lo infila nel drive e torna a premere il tasto. Il cd scivola dentro. Appena caricato il programma, sullo schermo nero come la notte appare in lettere rosso sangue la scritta La Furia di Dracula. Dai piccoli altoparlanti esce una musica arcana1, incalzante, che evoca2 scenari di tetri castelli e notti tempestose e che dà a Randy una buona dose di pelle d’oca. – Cosmico! – mormora. La Furia di Dracula è un computer-game interattivo, in cui il giocatore può dirigere il corso degli eventi. Di volta in volta il giocatore può scegliere un personaggio diverso, selezionando il nome sul menù e infilandosi, per così dire, nella sua pelle. La scritta si dissolve e appaiono le icone con quattro nomi: Dracula, Dr. Van Helsing, Seward, Morris. Gli ultimi tre sono cacciatori di vampiri. Randy ha già fatto la sua scelta. Fa scivolare in avanti il mouse e la freccetta si sposta sull’icona “Dracula”. I nomi scompaiono e sullo schermo appare una bara in un sotterraneo pieno di ragnatele. Il coperchio della bara si solleva scricchiolando e ne esce una mano bianca dalle dita scarne. Un attimo dopo, il vampiro si arrampica fuori della bara. Randy rabbrividisce di piacere. Dracula è terrificante con quel suo mantello nero, la faccia cadaverica, gli occhi iniettati di sangue e i lunghi canini. La cosa più bella di tutte, pensa Randy, è che lui stesso, ora, può essere quel personaggio. Formidabile! In piedi accanto alla bara, il vampiro stira le braccia e lo guarda minaccioso. L’immagine sullo schermo si blocca, e appaiono tre icone: una carrozza, una casa, una barca. Significa che il giocatore deve scegliere ciò che farà il vampiro. “La carrozza” pensa Randy, facendo clic sulla prima icona. Il gioco continua. Dracula lascia il sotterraneo e si dirige all’uscita per un lungo corridoio. Là fuori lo aspetta una carrozza con quattro cavalli neri. [...] Randy sogghigna: – Io sono Dracula, e stasera ho voglia di sangue! – Randy, a tavola! – È la voce della mamma, dal piano di sotto. – Accidenti! – Randy si alza in piedi e si dirige alla porta dove è attaccato un poster dei Guns’n’ Roses3. Proprio ora che se la gode un mondo nella parte del vampiro, lei deve disturbarlo per una sciocchezza come la cena! – Vengo subito! – grida verso il pianterreno. – Finisco di fare una cosa. Torna a fissare il computer. Nel frattempo la carrozza di Dracula è arrivata in un villaggio. Nastri evanescenti di nebbia strisciano lungo le strade e si attorcigliano 1. arcana: misteriosa, enigmatica. 2. evoca: risveglia. 3. Guns’n’Roses: celebre gruppo rock. intorno ai vecchi lampioni. La carrozza si ferma davanti a una casa. Attraverso la finestra si scorge una dama addormentata su un divano. – Entriamo e facciamola fuori – dice Randy. Lo sportello della carrozza si apre e Dracula scende a terra. Col mantello avvolto intorno al corpo sembra un grosso uccello nero. Si guarda intorno, poi bussa ai vetri della finestra. La dama apre gli occhi, e diventa pallida come una morta. La sua bocca si apre, poi si richiude di scatto. Dracula sogghigna e Randy sogghigna con lui. Vede la dama alzarsi lentamente in piedi e dirigersi verso la finestra. È costretta a farlo, non ha più volontà, è ormai in potere del vampiro. Randy è lì, il naso contro lo schermo. Ha dimenticato tutto ciò che gli sta intorno. È come se si trovasse di persona davanti a quella casa, avvolto in un mantello vampiresco. – Apri la finestra – sussurra. – Ora sei in mio potere. La donna protende la mano verso la finestra. L’immagine si ferma di nuovo. – Randy, cosa fai? La cena si raffredda! Randy volta la testa verso la porta. Ha la sensazione che i suoi occhi siano rossi come quelli di Dracula. – Arrivo! – grida, e fissa di nuovo lo schermo. Sotto l’immagine sono apparse tre nuove icone: una finestra, un pipistrello e tre uomini incappucciati. La dama dello schermo afferra la maniglia della finestra e l’abbassa. Si muove come un robot, nei suoi occhi c’è uno sguardo vitreo. La finestra si spalanca. Il vampiro salta sul davanzale e penetra nella stanza. – Evviva! – esclama Randy. La dama resta impalata mentre le mani bianche di Dracula le circondano il collo. Il vampiro spalanca la bocca. Seduto davanti al computer, Randy lo imita. Ma ecco un improvviso rumore di ruote sulla ghiaia. Arriva un’altra carrozza e si ferma davanti alla casa. Dracula abbandona la sua vittima e si volta a guardare. – Mordila. Cosa aspetti! – esclama Randy, ma Dracula monta di nuovo sul davanzale e salta in strada. L’immagine si ferma per la quarta volta. In quel momento la porta si apre e Rachele, la sorellina di Randy, si affaccia nella stanza. – Ehi, vieni subito, è un secolo che siamo a tavola! Randy si sente ribollire il sangue. Volta lentamente la testa. – Vattene, scocciatrice! – ringhia con una strana voce rauca. – Sono sul più bello di un gioco. Al vedere la faccia di Randy, Rachele impallidisce, caccia uno strillo e richiude subito la porta. Randy ride soddisfatto, una breve risata che somiglia a un ringhio. La bambina se n’è andata. A quanto pare gli ha letto in faccia che la faccenda è seria. [...] Randy torna a girarsi verso il computer e studia le icone sullo schermo: un pipistrello, un lupo, tre uomini incappucciati. “Quegli uomini devono essere dentro la carrozza” pensa Randy. “Cacciatori di vampiri”. Di conseguenza Dracula dovrà svignarsela sotto forma di pipistrello, o di lupo, altrimenti i cacciatori di vampiri gli salteranno addosso. Randy tamburella con le dita sul piano del tavolo. Che fare, a questo punto? Scappare è da vigliacchi, soprattutto ora che Dracula è sul punto di mordere sul collo la bella dama. Ma Dracula non vuole neppure lasciarsi accoppare dai cacciatori di vampiri. Possibile che non ci sia una terza possibilità? Randy fissa l’immagine immobile sullo schermo. Un momento: come hanno fatto i cacciatori di vampiri a sapere che Dracula si trovava per l’appunto in quella casa? – Che idiozia – borbotta Randy. – Non è stato abbastanza prudente, quel cretino. Io mi sarei comportato molto diversamente. L’immagine sullo schermo è ancora immobile, ma di colpo Dracula si volta e guarda Randy. Randy sbatte le palpebre. Com’è possibile? Non ha ancora fatto la sua scelta, è certissimo di non aver neanche sfiorato il mouse. Eppure non c’è dubbio. Dallo schermo Dracula lo guarda dritto in faccia mentre il resto dell’immagine resta immobile. Gli occhi rossi del vampiro soggiogano4 Randy costringendolo a non distogliere lo sguardo. Poi la testa di Dracula si fa più vicina: vicina al punto da riempire tutto lo schermo. La faccia è di un pallore cadaverico e dalla bocca semiaperta spuntano dei canini affilati come pugnali. È una faccia così spaventosamente crudele che Randy ora vorrebbe che sparisse. È la propria immagine riflessa in uno specchio deformante! Randy si sente soffocare. Da un momento all’altro il gioco non gli sembra più così divertente. Eppure il libretto di istruzioni accluso5 al cd-rom non accennava a niente del genere! Randy preme frettolosamente un paio di tasti, poi fa clic sul mouse, ma non succede niente. Il vampiro spalanca ancor più la bocca e sghignazza. – Troppo tardi! Volevi vedere Dracula? Ora sei addirittura diventato Dracula! Una forza invisibile s’impadronisce di Randy, dandogli la sensazione di venir tirato fuori dalla sua pelle e trascinato verso lo schermo. Ecco che lo attraversa, come fosse acqua, e al tempo stesso qualcosa che proviene dallo schermo penetra nella sua persona. Una luce bianca. Un’esplosione. Per una frazione di secondo Randy perde conoscenza, e si ritrova disteso sul selciato umido di una strada. Si rialza gemendo e si guarda intorno, frastornato. Quello che vede lo confonde: due carrozze a cavalli, la casa con la dama alla finestra, con le braccia alzate e la bocca aperta in un urlo senza voce. Cosa fare? Niente si muove, tranne lui. Perfino la nebbia è immobile, sospesa sopra la strada. Poi, qualcosa tintinna sopra la sua testa mentre risuona una risata malvagia. Spaventato, Randy guarda in alto, col cuore in gola. Là, sospesa nel cielo buio, c’è una specie di enorme finestra. Da dietro la parete di vetro qualcuno lo guarda, le mani posate su una colossale tastiera. È lui stesso, formato gigante! O almeno, lassù c’è un tale che gli somiglia in modo impressionante. Eppure somiglia anche a qualcun altro. Una faccia livida, uno sguardo diabolico negli occhi che sembrano vecchi di cent’anni. Lentamente si fa strada in Randy la coscienza di quel che è accaduto. Quell’enorme finestra nel cielo è lo schermo di un computer visto dal basso. Dietro la finestra c’è la 4. soggiogano: tengono sotto controllo, dominano. 5. accluso: unito, allegato. sua camera, dove ora si trova qualcun altro che somiglia a lui. Anzi, gli somiglia al punto che Randy comincia a pensare che i suoi genitori non vedranno mai la differenza. In qualche modo incomprensibile, lui, Randy, è andato a finire dentro quel computer. Quel cd-rom è veramente interattivo! Il ragazzo dietro la finestra se la ride con un’espressione maligna. – Dracula! – ansima Randy. Il ragazzo ride ancor più malignamente. “Ecco, è successo!” pensa Randy. “Ho scelto la parte di Dracula e ora Dracula si è infilato nella mia pelle e sta seduto lassù, sulla mia sedia. Io sono diventato lui e lui è diventato me”. Randy guarda il proprio riflesso nei vetri della finestra: vede un uomo allampanato6 e pallido, avvolto in un mantello nero da vampiro. – Esatto! – esclama Dracula. – E ora continuiamo il gioco. Clicca sul mouse, e di colpo lo sportello della carrozza si spalanca. Ne escono tre uomini incappucciati, ciascuno con una collana di aglio al collo. La dama dentro la casa, che ha scorto Randy, si mette a strillare come un’aquila. Randy guarda sgomento prima lei, poi i tre uomini. – Non strilli, per favore – la supplica. – Io non sono quello che lei pensa. – Per tutta risposta la donna raddoppia gli strilli. I tre uomini si precipitano verso di lui. Uno di essi solleva davanti a sé una croce che scintilla nel buio, e gli altri due afferrano Randy per le braccia. Randy emette una specie di rantolo. Il forte odore dell’aglio gli dà la nausea e la croce lo terrorizza. – Arrenditi, figlio del demonio – comanda l’uomo con la croce. – Ti abbiamo preso finalmente, dottor van Helsing! – esclama uno dei suoi due compagni. – Morte al Nosferatu. Trapassiamo questo non morto con un palo appuntito, tagliamogli la testa! – Nooo! – urla Randy. – Io non sono Dracula! Io… Un braccio gli circonda il collo, gli stringe la gola e gli mozza il respiro. Macchie nere gli appaiono davanti agli occhi. Dietro di lui la donna continua a gridare. Mentre due degli uomini lo immobilizzano, il terzo va alla carrozza e ne torna con un martello e un lungo palo di legno appuntito. Poi solleva il palo e ne appoggia la punta sul petto di Randy, all’altezza del cuore. Infine solleva il martello, e… Mezzo morto di paura, Randy alza gli occhi: lassù, dietro la finestra, vede il volto ghignante del vampiro che si è insinuato nella sua pelle. Vede la sua cameretta, così familiare, il manifesto sulla porta, ormai irraggiungibile dietro lo schermo di vetro del computer. Dracula strizza l’occhio a Randy e allunga la mano verso la tastiera. Sotto l’immagine appare la scritta: Esci? Sì/No. L’indice di Dracula rimane sospeso sui tasti. Poi digita: “Sì”. – Nooo! – grida Randy. Invano. Un lampo, poi buio e silenzio totale. – Fine – dice il ragazzo al computer premendo il tasto Esc. Guarda oscurarsi in un istante lo schermo del computer. Sullo schermo non si vede che il riflesso dei suoi occhi: due punti rossi. 6. allampanato: molto magro e alto di statura. – Randy, se non scendi subito, vattene pure a letto senza cena! – La voce della mamma, giù nell’atrio, è molto irritata. Il ragazzo spinge indietro la sedia e si alza in piedi. Getta un’altra occhiata al computer, poi, con un sogghigno, si lecca i lunghi canini affilati. – Vengo – brontola. – Ho una gran fame, ci potete contare! O meglio, una sete tremenda! Poi esce dalla sua camera e si avvia al pianterreno, dove la sua famiglia è seduta ad aspettarlo. Paul van Loon, L’autobus del brivido, Salani