l t bri
i
di Leporello
Il retroterraculturale d,iuno
d,eicatalogbipiùcelebrid,elmondo
a queII ' I- ideasoltintesa
sto contributoè quella
I
ts
di costituireun piccolo fondo alf internodella bibliotecadi Teleme,il fondo
Leporello.Spessosi è parlato
di questopersonaggiocome
autore,bastipensareche il suo
catalogoè fra i più celebrial
mondo.Eppure,contrariamente a ciò che di solitoawiene
per tutti gli scrittori- anchei
più naif - nessunosi è mai
preoccupatodi vaglíareil retroterraculturaledi Leporello
considerando
soprattuttoquali
lettureeranoil suo riferimento.
Non che di lui si sappiamolto:
purtropponon possediamo
autografie nemmenonotizieo
biografieufficiali.Abbiamosolo uno squarciodella suavita
che si ripetead ogni rappresenlazione
deì Don Ciovanni
mozartiano.
Ebbeneallora,invertendo1eparti, dovremoesserenoi a muoverciper primi
in direzionedella scena:proviamoa considerare
Leporello
non più personaggioma per
sona,dotatonel proprio mondo di vita autonoma,testimone
lnsospettabilmente
attendibile
di un ambitoculturalefortemente marcatoda forme es p r e s s i vm
e o l t op e c u l i a r is. i a
orali che scritte.
Innanzituttole certezze.Che
Leporellosia partlcolarmente
interessato.
oltreche al cibo,al
denaroe alle donne,anchealla scritturae ai libri è un dato
72
di fatto facilmenteverificabile.
I quattroversidi introduzione
dell'aria del catalogo (Don
Giouannir, 5) sonoalquanto
"Madamina.
significativi:
il catalogo è questo/dellebelle che
amò il padronmio:/un catalogo egli è che ho fatt'io;/osservatp
laaaeta
Si riconoscesubito1'autostima
dell'autore- "che ho fatt'io"l
- e difatti poco prima aveva
parlatodella sua opera in termini di "non picciollibro", affermazioneche sembradifficilmentericonducibileall'oggetto
nella sua conqelezza,quanto
piuttostoalf interesseverso il
suo contenuto.Infattia livello
di bibliographiematériellepossiamoimmaginareil catalogo
- lungo a dispettodi certe
messinscene
non troppo rispettosedell'apparato
didascalico,
una per tuttedi Losey- come
un librettoin 1.6oda portare
comodamente
in saccoccia(dice appuntoIa didascalia"cava
di tascauna lista").Dunqueil
volumettodi leporello è un
vero e proprio tascabile(e ci
mancherebbe,
dovendosegnare ogni conquistadel padrone
nel corsodellesueperegrinazioni) che potîemmo accomunare tipologicamentea una
sortadi libro manoscrittogià in
"un livoganel Quattrocento:
bro di formatopiccolo,per lo
più cartaceo,di aspettotrascurato, di ornamentazione
antiquatae rozza'e ancora"pro-
conosceiI Vocabolariodell'Accademia
del1aCrusca("che
titoli cruscanti")il che per un
autorein erba può certo rapp r e s e n t a r lea f o n t es u p r e m a
d e l l ac o r r e r t e z zl ian g u i s t i cea.
se è vero che gli incipithanno
fortevalenzamnemonica,
anc h e i l G a l a t e od i m o n s i g n o r
D e l l aC a s a( " c o n c i o s s r a c o s a ché" amplificato,non storpiato,
ln "conciossiacosaquandofosseché"),una letturafortemente
più per magraccomandablle
giordomoche per un semplice
Inoltre.ci piacepenseruilore.
sareche sia una infarinatura
classica
a consentirgli
di utilizzare talvolta locuzioni latine
dotto in ambienteprivato.da
("circumcirca"r, 9), taVoltariscribinon professionisti,
ma
ferimentimitologici("MiaVeoccasionali".2
Leporellovive su
una sortadi crinaleculturale: nerel"tt. 3. "tu.Mercurio,protettor dei ladrilproteggiun gaappafiieneal mondo del malantuom"u, 12).
noscrittoma aspira alla gloria
InsommaLeporellobuffo sì ma
dellapubblicazione.E difatti (r,
non buffone.5Differenzasottile
5) commentale rimostranzedi
ma che distingueI'arguziadalDonna Elvira contro i tradiIa volgarità,l'umoristadal com e n t i d i D o n G i o v a n n ic o n
una esclamazione
estremamen- mico, differenzacostantemente
te elnnrrente
nare rrn ll[16
ignoratain più di duecentoanni di reoie re:rrali F noto che
stampato".
Non un sempliceIiDa Pontesi ispiròper la combro come il suo catalogobensì
posizionedel librettodel Don
un libro stampato.Leporelloriconosce,con questoaggettrvo, Giovannial Conuitatodi pietra
di GiovanniBertatirappresenla qualitàdel discorsodi Dont a i o a V e n e z i an e l 1 7 8 7 .I n
na Elvira,3
un discorsoriccodi
nrrell'nnere il servo di Don
subordinazioni,
di figure retoriche (a partiredalla sinestesia Giovannisi chiamavaPasquar i e l l o .Q u a l es c o p oa v r e b b e
iniziale"azion sì nera"),precia\,utoDa Ponteper ribattezzarso, puntuale.Non si trattadunque di commentoburlesco,colo ex-novose non un preciso
desideriodi mutarneIa caratteme qualcunoha voluto intenEdwardDent rigetdere,ama di precisaconsape- rizzaztone?
ta la tradizionaleetimologia
volezzadel valoree delladignltà intrinsechealla parola
de1nome Leporellodal latino
lepus (lepre) per proporre
stampa|a,almeno per chi quelladal tedescoLtpperl(drcome appuntoLeporellominutivoaustriacoper Philipp)
non ha ancorasuperatoquella
fasedi ineffabilegodimento cioè il corrispettivod'oltralpe
di Arlecchino:6
si passainsomc h e s c a t u r i s cdea 1v e d e r el a
propria parola impressasulla
ma dalla codardiaalla buffopag1na.
nagginesenzache Leporello
Leggere,scriveree far di conne guadagniun granché.Ma è
sufficientemutare lepusin leto: possiamosupporreche la
bibliotecadi Leporelloabbia pos per fare in modo che il noleslimoniansolo sui suoi scaffaliun abbaco stropersonaggio
e un abbecedario?
che con il proprio nome alcuNo, c'è di
n
r r e l i r à rr n
o rr 4
t e( !ot li ir .L .
più.
r reL n
a rl yv vn rl (r an n
i rpr É
vu4rr'4
Peresempio,non che l'abbia piacevolezza, spirito, umore e
letto, certo,eppureLeporello atguzia. Solo se si vede sotto
Biblioteche
ogg - Gennaio-Febbroio'9
ó
questo aspetto pare fuor di
dubbio che LeporelloJ come
afferma Stinchelli, "sia il personaggio in cui I'autore stesso
più si identifico".-una rassomighanza fedele a ta1punto che
Da Ponte pare aver trasfusonel
servo dl Don Giovanni anche
la propria inclinazione alla bibliofilia.BInfatti al pari delle
Memorie di Da Ponte, così il
Catalogctdi Leporello è la significativa testimonianza di
quel nessoprofondo che unisce la parola scritta alla vita intesa nella sua profondità storica, un legame che è una nec e s s i t àd a l p u n t o d i v i s t a e s i s t e n z i a l e( " i o l o d e u o s a p e r e
per porla in lista"). La sera de1
29 ottobre 1787, la sera della
prima rappresentazioneassoluta del Don Giovanni, sedeva
nel Teatro nazionale diPraga
a n c h e G i a c o m o C a s a n o v a ,a
quel tempo bibliotecario del
conte di \X/aldstein.Chissàcosa
passò neila sua testa sentendo
declamarela lista di Leporello:
parola e vita. Forse, come ipofizza Macchia,eque1l'uomo uscì
dal teatro con f idea di poter
scrivere anche lui qualcosa di
analogo, ispirandosi non al suo
padrone ma a se stesso.E così
f e c e p u b b l i c a n d op o c h i a n n i
dopo le sue Memorie.
Nella foga aritmeticadi Lepore11o10
si individua un'istanza
basilare di ordinamento della
feaÌtà: senza il prospetto, senza
il catalogo, strumenti che nascono con la scrittura,tl non
sono possibili la riflessione stoùca o Ia speculazionefilosofica. Ed allora se indubbiamente
esiste un'analogia che accomuna la coppia Don ChisciotteSancio e Ia coppia Don Giovanni-Leporello,12
bisogna senz'altro in merito alla parcIa
scritta ribaltarne i ruoli: è infani
*
la consuetudine
con 1elettere
ciò che awicina Don Chisclotte a Leporelloe che, contemporaneamente,
1odistinguedal
suo padroneil quale"non aveva forsemai letto un libro, non
avevamai meditatosu quel
che faceva,non avevaidee e
dottrina".13
Sesolo avesseavutopiù tempo per la lettura,se "fosseandato agli studi,invecedi tanti
altri...14
chissàcosane sarebbe
statodi Leporello("voglio fare
il gentiluomo/enon voglio più
servir"t, 1). Ma forseè lo stesso Da Pontea fornireuna prospettlvaa questogioco di immaginazione:
si trattadi un altro suo personaggioche poss i a m oi m m a g i n a r ec o m e u n
Leporelloormaiin pensione,
libero di dedicarsial suo hobby preferito:la lettura.Stiamo
parlandodel filosofoDon Fastidioper il quale"non ci possonoesseredubbi:la cosapiù
preziosasono i libri, i suoi libri: libri veramentefondamentali"15
Sonoquestii Realidi Francia/
solaistoriache meritafe';/ ed
è questol'Eroede la Mancia,/
Don Chisciotte,
mio nume,mio
Re. Questoè un libro.che insegnaa far 1'oro,/ questosolo
val quanto un tesoro,/ ma
goardate
di meglioqui v'é.rr'
AlbertoSalarelli
Note
1 "Sembraaddirittura di vederlo
mentre si gonfia d'orgoglio per ciò
che ha fatto" (S. KuNzr, Il teatro rii
Mozaîf, Veîezia, Marsilio, 1!!0, p.
498).
2 Entrambele citazioni da A. Pr'rxuccr,Alle origini d.ellibro moderno. Iibri da hanco, libri d,a bisaccia, librPlli da mano, in ltalia medioeuale e umctnistica, x.:, 1-969,p.
299.
3 cfr. M. Mrr,r, Iettura del Don Giouanni di Mozaú, Torino, Einaudi,
1988,p. 93
a Ad esempio cfr. S. Kunze, op.clt.,
p. 496.
5 cfr. E, Srrxcnsr.r\Don Giouanni: libreîto e guida all'opera, Roma, Grem e s e ,1 9 8 8 ,p . 6 1 .
6 E.;. DnNr, Il teatro di Mozart, Milan o , R t r s c o n ì ,1 9 7 9 ,p . 2 2 1 ( e d . o r .
O l b r d U n i v e r s i LPl r e s s1. 9 l J ) .
7 E. StrucHnru,op. cit., p.61..
8 Sul Da Ponte bibliofilo, editore e
libraio si veda L. Or.scHrr,Lorenzo
Da Ponte libraio e bibliofikt, "La btbliofilia", vnr, maggio-giugno1906,
p. 42-49 e anche F. FrDo,Da Ponte
dei libretti o Da Pont?dei libri?, in
Lorenzo Da Ponte librettista di Mozart, ^ffr del convegno (New York,
Columbia University 28-30 marzo
1 9 8 8 ) ,R o m a , M i n i s t e r op e r i b e n i
culturali e ambientali, 1992, p. 1451.59.
"
G . l \ 4 A . c H r cT, r a D o n G i o u a n n i e
Don Roclrigo:scenari secenteschi,
Milano,Adelphi, 1989,p. 150.
t0 "L'aritmeticaè la sua religione", afferma I. SrNcrn,Mozart and Beeîbouen. Tbe conceptoJ loue in tbeir operas, Baltimora-London,The John Hop
kins UniversityPress.19--. p. 48,
tt Cfr. WJ, ONc, Oralitò e scríttura,
B o l o g n a , l l M u l i n o , 1 9 8 6 ,p . 1 7 6 .
Tra i convinti sostenitori dell'elenco
come idea archetipica del "fare stor i a " s p i c c al a v o c e d i G e o r g e sP e rec: "l'enumerazionemi sembrache
sia. prima di ogni pensiero(e prima
di ogni classificazioneì.
il segno indiscutibile di questo bisogno di nom i n a r e e r i u n i r e , s e n z al a q u a l e i l
mondo ('la vita') rimarrebbe per tutti noi privo di 'storia G, Prnrc.
Pensa re/CIassif i ca re, Milano, Rizzoli,
1989,p, 1.48.
t' "[...]ed è stranissimo
che nessuno degli studiosi da noi consultati si
richiami all'analogia,evidentissima,
con la coppia Don Chisciotte-Sancio
Panza" (M. M:.Ll.,op.cit., p. 58), In
e f f e t t i I ' i n d u b b i o p a r a l l e l i s m oe r a
stato già notato da S. KTERKEGAARD,
Don Giouanni: la musica di Mozaft
e l'eros,Milano, Mondadori, 1976,p.
98 (tit. or.: Enter-Eller).
li G. Maccnr,r,op.cit. p. 150-757.
a A. Merzorr. I prumessisposi.cap.
)ocv.
15E. Rrscrcxo,Da Ponîe:poeta libertino tra Mozart e il Nuouo Mondo,
Milano, Bompiani, 1985,p, 92.
" l l p Y r s o n a g g idoi D o n F a s t i d i o ,
poeta sciocco, si trova nel libretto
t l i D a P o n t ei n t i r o l a t ol l f i n t o c i e c o .
dramma buffo in due atti, 'soggetto
fiancese',derivato dalla commedia
L ' a u e u g l e c l a i r u q , a n t ( . 1 7 1 6 )d i
Marc Antoine Legrand, rappresentato per la prima volta al Teatro di
Corte di Vienna nel 1786, musica di
C i u s e p p eC a z z a n i g aL. a c i l a z i o n es i
riferisceall'atto r, scenarrr".(Eduardo Rescigno, lettera personale all'autore di questo contributo, 31/5/
199r.
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di Leporello - Biblioteche oggi