PROLOGO “se fosse amore del sangue arrossirei, se fosse tenebra della luce mi sazierei, se fosse atro che passione della luce dei cuori ti purificherei e la porta dei mondi alla fine con te spalancherei; dritti verso l’infinito, ove la luce incontra l’ombra e l’amore si fonde nell’odio purificando tutti i peccati delle alti genti; perpetue ed immortali”. AMANDA, una ragazza come tante, una mattina si sveglia, inconsapevole di quanto sarebbe cambiata la sua vita quella mattina. ZERO è un ragazzo misterioso che quella mattina entra casualmente in città, ignaro che avrebbe fatto un incontro che gli cambierà la vita. Lei bassina, una ragazzina che alla malapena arrivava ad un generoso metro e sessanta. Capelli lunghi che la avvolgevano tutta quasi come una seconda pelle, color del sole. Occhi profondi del colore del mare; che diventavano ancora più profondi con i suoi occhiali, da secchiona. Corpo modesto da bimba, la rendeva pressoché invisibile all’interno della sua scuola. La sua timidezza e la sua grande paura di quel luogo facevano certamente il resto del lavoro; isolandola da tutto il resto del mondo. Lui era ZERO GRAVIA, un ragazzo di cui non si sa nulla. Apparentemente sembra simile alla povera AMANDA, ma non è così, semplicemente lui aveva uno sguardo demoniaco, occhi di ghiaccio e tipica capigliatura da principe delle tenebre; con capelli lunghi color petrolio. Un fisico modesto ma incredibilmente atletico; estremamente ben proporzionato. Di lui si sa solo che viene a scuola quando gli gira e mai di mercoledì, quando c’è fissa tutto il tempo la finestra, scrive su un libro nero che è l’unica cosa che possiede, non parla mai con nessuno ed è totalmente inespressivo. E questo è il racconto di come inizia la loro stramba storia. VOLUME 1 Un legame per zero e amanda Parte 1° Quella mattina terribilmente annoiato ZERO prese il suo libro e si mise a scrivere su una panchina nel parco davanti la sua scuola. Arriva poco dopo anche AMANDA. La giovane fanciulla intrigata da quello strambo ragazzo si avvicina, facendo appello a tutte le sue forse, bisbiglia se fosse possibile sedersi al suo fianco. Ma ovviamente ZERO non fa una piega dalla sua posizione, determinata la ragazza, si fa coraggio e si siede lo stesso. Non poteva sapere che quel gesto le avrebbe fatto iniziare una surreale avventura in un mondo completamente diverso ad quello reale. Da lì a poco ZERO si addormenta ma lei non se ne rende conto. Scivola con la testa casualmente sulla sua spalla e comincia a sognare. Lei completamente arrossita comincia a vaneggiare in un lungo monologo. Balbettando e bisbigliando quasi se dovesse parlare con le api, arrossendo e gettando litri di sudore ad ogni parola che con fatica gettava fuori dalla sua piccola boccuccia. AMANDA SAI, ZERO. SIAMO IN CLASSE INSIEME. HO SEMPRE VOLUTO CHIEDERTELO, SEI CON LA 3°E? FELICE SAI NON DEVI RISPONDERE PER FORZA. È UNA COSA TANTO INSOLITA CHE UNA RAGAZZA FACCIA ELETTRONICA?, NO SAI, A ME PIACE LA AMTERIA. TROVO CHE L’ELETTRONICA E LE TELECOMINICAZIONI SIANO MOLTO INTERESSANTI. TI DA TANTO FASTIDIO SE PARLO CON TE? È DAVVERO UNA COSA TANTO FASTIDIOSA PER TE PARLARE CON ME? DEVO ESSERE DAVVERO SCOCCIANTE, LO SO MA CREDO CHE PARLARE UNA VOLTA OGNI TANTO FACCIA BENE. (Per un attimo smise di parlare e si distrasse nel mirare il suo volto, il volto di ZERO, un volto che nessuno aveva mai visto da vicino). Un volto morbido e dolce, quasi come se non fosse del ragazzo più mostruoso della scuola. Una pelle morbida e vellutata, così piacevole al tatto che la ragazza non poté fare a meno di toccarla; di accarezzarla dolcemente fino allo stremo, fino a che non le si fossero rotti i polsi. Un sorriso, delicato e quasi impercettibile come se si vergognasse profondamente di far vedere al mondo intero che anche lui sapeva sorridere. Ma era tanto bello quel volto sorridente, che nell’estasi di quel ragazzo tanto temuto, apparire tenero e fragile come un ribelle fiore d’inverno; ella non poté far altro che innamorarsene. Come cadere in un imbarazzante, triste, clicse ( mi scuso ma non sono una cima con il francese), questo le venne in mente, sbagliato? E pure tanto giusto ai suoi occhi. Nell’enfasi della sua anima che lentamente provava a coordinare la sincronizzazione con quello strano ragazzo. Non resistette più e nell’imbarazzo più assoluto colorandosi dal lilla al rosso intenso passando per sfumature di viola, lo baciò dolcemente sulla nuca. Il quel momento il solenne momento fu interrotto dal fatto che dalle mani del ragazzo cadde il suo libro. Un libro brutto, sporco, tutto strappato. Cadde e di quell’orrendo colorastro nero non rimase molto; forse in origine non era nemmeno nero, ma le numerose macchie di fango e altro lo rendevano decisamente un libro ambiguo. Tanto che la povera Amanda pensò che un'altra macchia di fango non gli avrebbe fatto nulla. E pure ella non poté sopportarlo. Raccolse quel libretto sgangherato e trasandato, gli diede una bella pulita o per lo meno quella era l’intensione. Non fece a tempo. Quando andò a toccare il libro si generò un intensa luce. Forse era la sua immaginazione ma… Ad un certo punto un lampo dal nulla venne a colpire il libro che di colpo avvolto da quella candida, intensa, profumata luce, cambiò il suo colore ed il suo aspetto. Da orrendo, sporco, con un olezzo non propriamente elegante. Avvolto da una lucentezza misteriosa, assorbii magicamente tutto quell’aspetto orribile e divenne colorato di un intensissimo viola. Avvolto da una piacevole miscela di vaniglia e lillà. Apparvero oltre ad una serie di disegni molto strani sul libro anche una frase. “vedo quel che non vedo, esisto assieme a ciò che non esiste, lego col mio nome ciò che la mia madre natura a disunito, nel suo nome; per esser con lei il tutto nel vuoto del nulla” questo vi era scritto; non fece a tempo a pensare quella frase che il flusso energetico misterioso del libro si acquietò, lentamente svanendo. Allora mossa da gran curiosità la fanciulla decise di aprirlo. Era completamente nero. Ma in tutte quelle pagine di nulla; sfogliando, sfogliando, alla fine trovò un segno starno e una scritta che si leggeva a malapena “graviagorien” puntò il libro contro un albero e gridò quella frase, tanto per vedere cosa facesse; gli sembrava tutto uno scherzo ben architettato per una sorta di gioco di ruolo. AMANDA GRAVIAGORIEN!!!! (Disse la ragazza con estrema enfasi, facendosi scappare un leggero ghigno. Prese bene la mira e urlo a squarcia gola). Dal libro usci una sfera viola con un contorno nero che colpi l’albero dandogli fuoco e avvolgendolo di fiamme viola, trasformandolo in poco tempo in un mucchietto di cenere. Spaventata a morte la ragazza lascia cadere il libro e fugge via. ZERO si svegliò poco dopo come se non fosse accaduto nulla. Parte 2° Assorta nei suoi pensieri, Amanda come uno zombie vagava per le classi dell’istituto. I suoi passi pesanti, malgrado il suo metro e sessanta scarso con un corvettino tanto gracile dal non credere potesse produrre rumore con il suo peso; la ragazza vagava senza meta per la scuola ancora tramortita dall’evento surreale ad essa collegato. Continuava a dirsi fra se e se: “NON ESISTONO NE MAGHI NE STREGONI, GLI ESAMI SONO VICINI E SONO SOLO UN TANTINO STRESSATA”. Ma lo stress non poteva spiegare come mai ella aveva visto quello che aveva visto. Non si poteva spiegare come mai avesse lanciato una sfera viola da un libro e disintegrato un albero. I libri non si illuminano e non sparano roba. I libri si leggono e basta. Le parole fanno più male delle spade a volte; ma questo era eccessivo, eccessivo pensare disintegrassero altri oggetti. Fosse stata un po’ brilla lo avrebbe accettato. Fosse stata la troppa emozione scaturita dal stare tanto vicina a ZERO, sarebbe stato accettabile. Ma non era così purtroppo. Era tutto troppo strano ma difficilmente immaginario. Mentre vagava inconsolabile senza meta. Spaventata a morte da quello che aveva appena vissuto. Senza rendersene conto si trascinò in classe, si sedette al suo banco e fissò un punto sulla lavagna immerso nel vuoto. Poco dopo tra lei e quel punto, si pose ZERO. Gli vide la mano e constatò con grande meraviglia che il suo libro era tornato come era prima che lo toccasse. Esterrefatta, cominciò a pensare che magari era stato davvero tutto un sogno. Ma in quel momento ZERO si girò e disse: “NON ERA UN SOGNO, AMANDA”, in maniera tanto inespressiva dal far rendere l’idea di scherno alla ragazza. Ma non parlava mai, non distoglieva mai lo sguardo dalla finestra, il che voleva dire che non mentiva. ZERO DOPO LE LEZIONI RESTI QUI! (Intimò ZERO alla fragile fanciulla. Stranamente con un tono che appariva quasi dolce e non minaccioso come la frase appena intimatale). AMANDA QUINDI…COSA…INSOMMA…CHI SEI TU? (Balbettante e tremolante rispose AMANDA a bassissima voce). ZERO SONO TANTE COSE! GLI UMANI DICONO CHE POTREI ESSERE IL MALE. (Disse ZERO in maniera quasi scherzosa, almeno questo era il pensiero della ragazza, non poteva dire sul serio). AMANDA IL MALE NON DOVREBBE ESSERE UNA PAROLA, NON UNA PERSONA. (Disse AMANDA quasi ridendo, incredula delle parole del giovane, come se avesse fatto una battuta). ZERO IO NON MENTO. (Disse con il suo consueto fare ZERO). AMANDA DAI NON PUOI DIRE SUL SERIO? (Disse la ragazza sganasciandosi dalle risate, mentre il ragazzo restava impassibile). AMANDA CERTO….(aggiunse con sarcasmo) MAGARI ESISTONO ANCHE LICANTROPI, VAMPIRI E STREGHE. AMANDA IO IN FATTI SONO LA PRINCIPESSA DELLE TENEBRE E TU CERTAMENTE SARAI IL DEMONIO (con fare ironico e pungente). ZERO la fisso a lungo. Continuò a fissarla per un lungo lasso di tempo. Accenno un impercettibile ghigno e aggiunse in replica alla giovane ragazza. ZERO QUALE SAREBBE IL PROBLEMA. AL MONDO BENE E MALE LOTTANO OGNI GIORNO NEL CUORE DEGLI UOMINI E LA NOSTAR ESISTENZA CONTINUA AD ESSERE UNA PRESA IN GIRO. AMANDA si senti punta al suo cuore, ferita come se quelle parole non solo la mortificassero ma la rendessero fuori luogo agli occhi di colui che tanto soavemente mirava. ZERO a quel punto si avvicinò dolcemente al suo orecchio e bisbiglio con fare quasi romantico. ZERO SEGUIMI DOPO LE LEZIONI E GIURO CHE DISSIPERÒ TUTTI I TUOI DUBBI. NON TE NE PENTIRAI. AMANDA riflettette a lungo sulle parole di ZERO. Lentamente la giornata scolastica volse a termine, e lei con il suo piccolo, trepidante, spaventato, cuoricino si allontanò mane nella mano con ZERO, mentre il crepuscolo gli faceva da cornice ed una leggera brezza accarezzava il volto della ragazza portando i suoi capelli mossi con infinita maestria nel vento, le prime ore della notte con il suo aureo aspetto. Mentre si allontanavano lei pensava solo a come districare quell’enorme dilemma vivente che era ZERO GRAVIA. Mentre scomparivano non poté comunque fare a meno di immergersi in quei suoi occhi tanto profondi quanto tetri. Parte 3° Senza che se ne rendesse conto mentre era immersa nell’adulare il volto e lo sguardo di ZERO si ritrovò magicamente in un altro mondo. Un mondo bizzarro. Dal cielo viola, una luna piena rosso sangue, nemmeno una stella in cielo. Erba pressoché morta e alberi dalle strane forme e colori strani. Sfumati soprattutto tra il verde e l’azzurro, l’unica cosa che rasserenava al paragone con quel mondo inquietante. ZERO HAI FREDDO? (Disse con fare insolitamente gentile ZERO). AMANDA IN EFFETTI AVVERTO DEL GELO. AMANDA riferì le sue parole al senso di inquietudine che gli trasmetteva quel bizzarro mondo cui si era trasportata, ma evidentemente non si rese conto che stava parlando e parlando balbettando e sfregando i denti. Allora immediatamente ZERO si tolse la giacca e gliela pose sopra le spalle per riscaldarla. ZERO VA MEGLIO? STAI BENE? (Disse il ragazzo con fare preoccupato). Come se da quando fossero entrati in quel posto non fosse più lo stesso. Non fosse il ragazzo scontroso, cupo e…insomma non era ZERO, pur essendo ZERO. Lentamente si avvicinarono ad un castello. Ovvio pensare fosse casa di ZERO. Tuttavia ella non era ancora serena. Nervosa e distaccata, soffriva molto il freddo ma soprattutto l’aspetto lugubre di quel posto. Alla fine si acquietò non appena ebbe l’occasione di entrare in quel meraviglioso castello. Da prima appariva fuori, raggiante e maestoso. Color turchese e lillà era piacevole allo sguardo, in aperto contrasto con il senso di inquietudine e morte che trasmetteva quel posto. Le ampie navate e le maestose mura davano serenità e senso di innata pace nel cuore e nella mente. Era come essere immersa in una favola; questo fu il primo pensiero di AMANDA. Entrata non ebbe occasione di sbirciare il dovuto il palazzo. Ma sicuramente doveva essere molto fastoso, visto l’enorme, sontuoso, elegante viale che le si spalancava a perdita di sguardo. Un giardino che avrebbe portato invidia all’EDEN stesso. Da lì si passò immediatamente verso una grande sala. Alle finestre le rose rosse facevano da cornice insieme a strane rose nere; a quell’incantevole spettacolo. La sala piacevolmente colorata tra il rosa confetto e sfumata e profumata di violetta, certamente avevano un potere rilassante, stranamente confortante nell’animo della ragazza, visto lo spiacevole posto ove era situato. Percorrendo un lungo tappeto amaranto, si arrivò davanti ad un trono. ZERO le accarezzò leggermente il suo volto, le asciugò le lacrime che inconsapevole la ragazza aveva promulgato fino a quel punto. Poi come se non fosse se stesso si inchinò. AMANDA aveva un grande batticuore a quel punto. “BUM, BUM BUM!”era il frenetico rumore di un cuoricino piccolo, piccolo, in un corpicino ancora più esile e minuto del suo organo vitale. Poco dopo giunse nella sala una bellissima donna. Si sedette sul trono e squadrò lentamente la ragazza. Mentre la fissava scrutante negli occhioni color mare; AMANDA non poté fare a meno di sentirsi affascinata da quell’elegante e meravigliosa donna. Capelli argentei con luce lunare che esaltavano sapientemente le sue mirabili forme da adulta; che decadeva certamente a confronto con il suo insignificante corpo da bambina. Occhi neri profondo come la tenebra più nera più nera. Un volto senza tempo accompagnava a braccetto un corpo da modella conservato in maniere assolutamente invidiabile. L’incantevole vestito regale di colore nero con merletti viola acceso, ancor più sfinivano ed esaltavano le sinuose forme della bella donna. Un abito vittoriano come da tempo al mondo moderno non se ne miravano, esprimeva in esso tutto il maestoso portamento, e l’innata eleganza della mirabile donna. NON AVERE PAURA FANCIULLA (Disse la mirabile donna). ZERO MADRE! CHIEDO LA PAROLA! (Disse con galante rispetti ZERO). PRIMA VORREI DISQUISIRE DDETERMINATI E VITALI ARGOMENTI CON QUESTA BELLA GIOVANE! (Aggiunse la donna). AMANDA MI DICA VOSTRA GRAZIA! (Ribadì subito in maniera consona AMANDA). CHIAMAMI PURE ZENIA; ZENIA GRAVIA, MOGLIE DEL RE DEGLI INCUBI ZENOS GRAVIA REGINA DELLA NOTTE E MADRE DEL REGGENTE AL TITOLO DEL REGNO DELL’OSCURITÀ E PRINCIPE DELLE TENEBRE ZERO GRAVIA! PREGO ODIO I FORMALISMI! (Con grande gentilezza ed eleganza insistette la regina). AMANDA D’ACCORDO, ALLORA CON IL VOSTRO PERMESSO LA CHIAMERÒ ZENIA! (Disse emozionatissima la giovane). ZENIA VENIAMO AL DUNQUE! (Di colpo si fece meno gentile e più seria, e dal viso truce). ZENIA SAI PERCHÈ TI TROVI QUI? (Disse enigmatica). AMANDA NO! (Disse spaventata al ragazza). ZENIA AMANDA ZERO TI HA SCELTA, TRA 2MILIARDI DI CANDIDATE, LUI HA SCELTO TE. TRA TUTTE LE PERSONE AL MODO DEI VIVI, LUI HA VOLUTE SOLO TE. SAI COSA VUOLE DIRE QUESTO? (Facendo grande leva sull’enfasi della frase, mantenendo tono e portamento che aveva conservato fino a quel momento). A DIRE IL VERO NON NE HO IDEA! (Disse meravigliata dalla domanda ma compiaciuta del grande interesse di ZERO nei suoi confronti). ZENIA VORREI DIRTI CHE ZERO LEGGE NEL PENSIERO, ESATTAMENTE COME IO E MIO MARITO. (Disse ghignando in modo beffardo la regina). AMANDA quasi svenne dalla vergogna. Poi si girò verso ZERO e gli allentò il ceffone. Il più forte e doloroso della sua intera esistenza. Diventata paonazza dalla vergogna non ebbe più il coraggio di guardare quella donna in faccia. ZENIA PER QUEL CHE MI RIGUARDA IL MIO TEST, CERTAMENTE NON POTRÀ CHE ESSERE POSITIVO. UN AMORE GENUINO E SPONTANEO CHE SUPERI IL CONCETTO DELLE APPARENZE E SI CONCENTRI SULLA RISONANZA DELLE ANIME. (Disse sorridendo radiosamente ZENIA). ZENIA ALTRIMENTI NON AVRESTI POTUTO LEGGERE IL LIBRO DELLA VITA DI ZERO. (Disse amichevolmente ZENIA e alzandosi dal trono avvicinarsi lentamente alla ragazza, alzandole il viso in modi da fissarla negli occhi e accarezzandole dolcemente le guance rossicce). AMANDA DUNQUE È UN MODO ELEGANTE CHE DOVREMMO SPOSARCI? E COSA SAREBBE ESATTAMENTE IL LIBRO DELLA VITA? (Disse balbettando freneticamente la giovane). ZENIA IL LIBRO DELLA VITA È…IL LIBRO CUI DAL MOMENTO CUI NASCIAMO VIENE LEGATA LA NOSTRA ANIMA, VIVIAMO ED INVECCHIAMO A SECONDA DEGLI INCANTESIMI E DEL MODO CUI QUESTO LIBBRO VIENE CONSERVATO. AOLTRO NON POSSO AGGIUNGERE. MENTRE PER IL RESTO NON CHE TU DEBBA SPOSARE MIO FIGLIIO, SEMPLICEMENTE SEI LA SUA CONCORRENTE PREFERITA, COLEI AFFIDA IL SUO LIBRO. MA COME TUTTE DOVRAI GAREGGIARE E ABBATTERE LE PROVE PER MERITARE IL SUO CUORE. PRIMA CHE TU LO PENSI, NON PUOI ASSOLUTAMENTE DIRE NO! (Fece un lungo monologo tra il minaccioso ed il tenebroso la regina, intimandole di fare quello che deve fare senza sottrarsi). Poi arrivarono delle guardie e la portarono nella sua stanza. Mentre zero venne interrogato pacificamente da sua madre. ZENIA ALLORA HAI SCELTO LEI? (Disse con ghigno malizioso la madre di ZERO). ZERO ZENIA SI! È RIUSCITA A FAR PIANGERE IL MIO LIBRO! (Disse con tono perplesso il ragazzo). HA FATTO PIANGERE IL LIBRO? (Interessata al significato di “piangere”). ZERO MADRE NON SO SPEGARLO! MA CREDO SIA UNA PERSONA SPECIALE; CAPACE DAVVERO DI PORTARE LE TENEBRE ADE UN NUOVO INIZIO. NON LO SO PERCHÉ L’HO SCELTA, MA SENTO CHE DOVEVA ESSERE COSÌ. SAPPI CHE COMUNQUE VADA NON ME NE PENTO! (Disse in non si sa che strano miscuglio di emozioni ZERO). ZENIA CAPISCO! VAI DA LEI E PREPALALA A DOVERE! (Disse ridendo raggiante sua madre, mentre si avvicinava per baciarlo affettuosamente in fronte, per poi andarsene tra le risate più grasse). Parte 4° Mentre ZERO disquisiva rispettosamente con sua madre. AMANADA venne trasportata nella sua stanza dalle guardie. In quel tragitto tante strambe creature a lei sconosciute ma con uno strano senso di averle incontrate da qualche parte. Donne pipistrello, uomini cane, rane umanoidi parlanti, ad un certo punto credette di vedere una mummia. Ma pensò che infondo ZERO era normale; forse si era addormentata tra le sue braccia mentre lui galantemente la aveva riaccompagnata a casa, magari era il troppo amore che provava per lui e il grande senso di inquietudine che gli trasmetteva a fare apparire un sogno tanto strano. Dopotutto siamo impazziti? Pensò la ragazza, i mostri, i demoni, non esistono. ZERO era un tipo scontroso e misterioso, capace di incutere terrore a tutti solo con il suo sguardo, era la malvagità fatta a persona, tutto del suo essere trasudava di tenebra più nera. Solo perché lei voleva credere ad ogni costo nella sua gentilezza e nella sua bontà avrebbe dovuto accettare che era un sogno ed uno come lui non sarebbe mai cambiato. E pure quel castello, la madre, era tutto troppo reale. AMANDA MI SA DIRE CHE MONDO è QUESTO, DI GRAZIA? (Chiese ad una delle guardie, AMANDA). GUARDIA IL REGNO DEGLI INCUBI! (Disse la guardia come se parlasse davvero ad una principessa). AMANDA QUINDI HO AVUTO UN INCUBO? Ma la guardia non disse nulla. Le aprì la porta della stanza e la fece entrare. Dentro vi trovò ZERO. ZERO SARAI SPAVENTATA E CERTO DEBBO DELLE SPIEGAZIONI! (Disse ZERO tornato al suo fare solito, distaccato). AMANDA CREDO PROPRIO DI SI! (Per la prima volta molto irritata rispose la ragazza). ZERO VOI UMANI SOGNATE MA NON VI SIETE MAI CHIESTI COSA SIANO I SOGNI. (Disse ZERO con un insolito volto triste e malinconico). AMANDA ZERO QUINDI QUESTO SAREBBE IL MONDO DEI SOGNI? (Disse molto dubbiosa AMANDA). È MOLTO Più COMPLICATO DI QUESTO. PER RENDERTELA SEMPLICE QUESTA PARTE POTREBBE ESSERE DEFINITA “REGNO DEGLI INCUBI”. MA TEMO CHE NEMMENO QUESTO BASTEREBBE! (Disse ZERO con voce opaca). AMANDA IO CONTINUO A NON CAPIRE, MI TROVO NEGLI INCUBI? (Disse la povera ragazza sempre più impaurita e sempre più confusa). ZERO TI FIDI DI ME? DOVRESTI SAPERE CHE SE SEI QUI, VUOLE DIRE CHE SEI AL SICURO, CHE SEI PROTETTA E NON TI ACCADRÀ MAI NULLA. (Disse lui avvicinandosi alla ragazza e sussurrandole dolcemente all’orecchio tali parole mentre la stringeva forte a se, nelle sue braccia). Non v’era ragion d’essere per dubitare di lui. AMANDA rigonfio il suo piccolo, tenero, cuore, e si acquietò. Certo quello che le era capitato, era davvero strano. M a infondo sentiva che lui era affidabile. Sapeva di potersi fidare cecamente di ZERO. AMANDA ALLORA PORTAMI AFAR VEDERE QUESTO MONDO! (Disse con voce più quieta la ragazza). ZERO ANDIAMO! Con tanta gentilezza prese la mano della ragazza e la portò fuori dalla stanza. Ripercorrendo il corridoio non si sentiva più a disagio. Anzi quegli esseri che la guardavano sbalorditi lei li mirava con infinito interesse. Tutto con ZERO per lei assumeva una nuova prospettiva, tutto diventava meraviglioso. Tutto sapeva di favola anzi che di maleodorante incubo. Notò subito una cosa che prima gli era sfuggita ripercorrendo quei luoghi immensi. Fasto e maestosità avevano celato allo sguardo una cosa molto più importante per AMANDA. Vale a dire che quel meraviglioso castello non era una casa ma una scuola. Tutte quelle stanze erano classi e quei strani individui dovevano per forza di cose essere studenti. La regina doveva essere la preside e ZERO l’allievo migliore; visto il grande rispetto e profonda ammirazione che soggettiva ai passanti. Ed è a quel punto che alla notò che quei strani individui avevano sembianze di maschere a lei familiari. Ebbe l’impressione di vedere davvero streghe, demoni, vampiri, licantropi e quant’altro. Credette davvero che questa volta non bastava ripetersi che non era vero. Sentendo la sua inquietudine ZERO cercò di rassenerarla e per questo la portò nel giardino del palazzo. Alla vista di tutti quei variopinti fiori di tanti diversi colori e forme più disparate. Un vasto assortimento di piante e colori erano davvero una sincronia tra uomo e natura davvero stupefacente. Ma la cosa più bella er sicuramente il panorama offerto al suo innocente sguardo. Il cielo si era fatto tra l’azzurro ed il viola, i suoi due colori preferiti in assoluto, gli alberi che a primo occhio erano apparsi lugubri e dall’aspetto trasandato e marcio, presero vita, una vita fatta di colori caldi e accomodanti. Tutte le sfumature dell’arancione, che di norma accompagnavano un tramonto romantico giunto all’apice della scena catalizzante tra i due innamorati. Facevano da cornice a un mondo che normale non era ma che in quel momento pessimo d’incanto non lo era più. Notò subito che i colori variavano a seconda del suo umore ma non le era chiaro il motivo. ZERO COMINCI A CAPIRE COME FUNZIONA IL MIO MONDO? (Chiese interessato ZERO). AMANDA NON NE HO IDEA! (Disse lei con un po’ di vergogna temendo che lui potesse pensare fosse eccessivamente tarda). ZERO QUANDO SEI ARRIVATA ERI TERRORIZZATA DA ME E DA QUESTO POSTO E TUTTO TI SEMBRAVA COME SE FOSSI ARRIVATA AGLI INFERI. ALLORA SONO STATO GENTILE ED AFFABILE COME TU MI IMMAGINAVI E TUTTO è CAMBIATO FACENDITI APPARIRE IL CASTELLO COME LO VOLEVI TU; ORA CHE SEI FELICE PERCHÉ TUTTO RISPECCHIA I TUOI SOGNI, VEDI CHE ANCHE IL MONDO RISPONDE IN MANIER ACONSONA ALLE TUE ESIGENZE. Ma dopo delle parole tanto sentite da parte di ZERO, che non sapeva davvero come spiegarle il concetto di dove fossero… Lei perplessa continuava a scrutarlo tentando di capire le sue parole. Anche se per lei non aveva senso. Quello era il mondo cui ZERO aveva vissuto per anni e lei ora vi si trovava perché fra tante ragazze al mondo lui la aveva scelta. Per una sola volta in vita sua qualcuno aveva scelto lei, aveva preferito lei ad un altra ragazza. Fosse quello che ne segui fu solo egoismo ma sentirsi apprezzata in quel momento le bastava. PARTE 5° ZERO SAI…SEI DAVVERO CARINA SOTTO QUESTA LUCE! Se ne usci all’improvviso il ragazzo, facendo imbarazzare tremendamente la ragazza, non sapendo se stupirsi perché ricambiava il sentimento di profonda ammirazione nei suoi confronti, o perché leggendole il pensiero aveva dedotto che un complimento la avrebbe resa meno tesa; quersto per certi versi avrebbe dovuto farla arrabbiare, ma fece semplicemente finta di ignorarlo, fissando l’orizzonte variopinto. ZERO GRAVIAZERIEN!!! (Gridò lui brandendo il libro e mirandolo verso la ragazza). AMANDA spaventata chiuse gli occhi. Poi ZERO le consigliò di riaprirli. E la ragazza con in finito stupore scoprì di essere sospesa a mezz’aria. ZERO AMANDA VEDI IL GRAVIAGORIEN COMPRIME IN UN UNICO PUNTO TUTTA LA GRAVITA CREANDO UNA SFERA DA SCAGLIARE CONTRO IL NEMICO. IL GRAVIAZERIEN ANNULLA LA GRAVITA, CRANDO UN VUOTO D’ARIA CAPACE DI MANOVRARE IL CORPO DELL’AVVERSARIO A PIACIMENTO. IO POSSO CONTROLLARE LE TENEBRE A PIACIMENTO E USARE LA GRAVITA COME MEGLIO CREDO. ORA HAI CAPITO COSA SONO? (Disse stranamente ridendo ZERO). SEI UNO STRGONE! (Disse la ragazza estasiata mentre fluttuava qua e là come una farfalla). ZERO NO. VEDIAMO…COME POSSO DIRLO…IO SONO IL FIGLIO DEL PURO MALE, PRATICAMENTE SIAMO AGLI INFERI. Tornato insolitamente come era prevedibile che fosse, freddo e distaccato, con il suo solito ghigno da mostro nel suo celestiale volto. Ma infondo lei sapeva che il vero zero era quello, e finora si tratteneva solo per preservare il prezioso sangue della sua libertà. Poi da un cespuglio pieno di rose nere, spunto un avvenente ragazza. “ZERO AMORE MIO MI SEI MANCATO DA MORIRE, DIMMI CHE NON ANDRAI ANCORA NEL MONDO DEGLI UMANI!”disse la bella ragazza avvicinandosi maliziosamente e baciando appassionatamente ZERO, che deconcentrato lascia cadere la povera AMANDA. Poi si rivolse con sguardo minaccioso alla ragazza e presentandosi disse, con estrema irriverente superbia. CONOSCERE LA SFIDANTE NUMERO 100 È UN ESTREMO PIACERE. IO SONO RIZA E SONO UNA STREGA, LA MIGLIORE DELLA SQUOLA. QUINDI UMANA LO DICO PER IL TUO BENE, ARRENDITI SE NON VUOI FARTI TROPPO MALE. La ragazza sibilo minacciosamente mentre si avvicinava alla povera AMANDA, poi appoggio le sue labbra all’orecchio della ragazza e sussurrò. RIZA SONO LA MIGLIORE E SONO SUA PROMESSA SPOSA, QUINDI NESSUNO HA SPERANZE DI VINCERE, FAI UN FAVORE A TUTTI, NON È LA TUA GUERRA E IL TUO MONDO, NON TI IMPICCIARE. Nel sussurrare quelle parole AMANDA restò impalata lì a fissare quella ragazza e a chiedersi in che razza di incubo fosse stata trascinata. Eccola lì. Una ragazza troppo sinuosa, con forme vertiginose, occhi neri come la notte e capelli più rossi del sangue, lunghi e ribelli. Al primo pensiero una simile incuranza della cura dei propri capelli poteva far trasparire il fatto che tra lei e lui ci sarebbe stata speranza di potersi mettere di contro e magari se si fosse curata, lui avrebbe scelto AMANDA anzi che lei. Ma la dura verità era che le sue forme e le sue capacità non erano quelle di un indifesa ragazza come la povera AMANDA ma quelle di una vera donna, e la cosa la lasciò di pietra; oltre alla grande forza caratteriale e all’impressionante determinazione nei suoi mezzi, questo le diede il colpo di grazia. AMANDA era fortemente convinta che ZERO fosse dentro il suo animo gentile, buono, una anima pura e non un demonio come egli si descrive. Era fortemente convinta che tutto quello che dicesse non poteva essere vero, o per lo meno doveva essere calibrato per tenerla a distanza e testare le sue capacità, per vedere se fosse capace di essere degna del grande onore che aveva avuto. Ma questo non gli permetteva di stare tanto appiccicato a RIZA. Questo le mandava il sangue al cervello. Tanto dal farla scappare in lacrime. Come fosse possibile non lo sapeva nemmeno lei ma all’improvviso si ritrovò dentro una fittissima foresta. Si sedette sotto un albero ed affogò in quelle fronde ribelli le sue lacrime. Nel mentre le sue lacrime stavano per finire, notò che dai cespugli uscivano rumori stranissimi. Mentre per la curiosità si stava avvicinando, e per il terrore tentare la fuga, ecco che arrivò da dietro le sue spalle la consueta sfera nera di ZERO, che arse il cespuglio e lo avvolse in fiamme tetre come la notte. Da lì spuntò la sagoma che pareva quella di un mostro. Un mostro che bruciava. Appariva come un essere dal corpo umano,m la testa di pipistrello e le fattezze che sembravano fossero state miscelate a quelle di un orso. Un urlo disumano accompagnò gli ultimi istanti di quell’essere. Mentre ardeva ad AMANDA, scappò una lacrima, la quale parve essere stata apprezzata dal mostro. ZERO DEVI STARRE ATTENTA. È PERICOLOSO PER UN UMANA, ESSERE IN QUESTO POSTO. (Disse con voce preoccupata ZERO). AMANDA MA ZITTO!!! (Disse lei con fare visibilmente irritato). Poi avvicinandosi al ragazzo, gli molla un ceffone, con la mano sinistra con tutta la forza in corpo. Nuovamente, la differenza? Lei era mancina e questo si che gli lasciò un bel solco sul suo bel visino. Ci mise tanta di quella forza che venne avvertito il rumore in tutto il regno. AMANDA TORNA DALLA TUA FIDANZATA E LASCIAMI STARE, ANZI RIPORTAMI A CASA E NON RIVOLGERMI MAI PIÙ IN VITA TUA LA PAROLA. AMANDA era furiosa, furibonda come mai nella sua pacata esistenza era mai stata. Lei sempre gentile, altruista, affabile, cordiale, educata, per la prima volta sentiva crescere nel suo cuore una piccola fiammella di odio verso ZERO. Verso colui che prima era odioso, poi premuroso, poi ancora detestabile e scontroso, per tornare a sprazzi amabile e generoso. E questo non poteva tollerarlo più. Sapeva che era freddo, distaccato, insensibile, menefreghista, scontroso, tenebroso, irritabile e dalle maniere sadiche e ego narcisistiche. Ma…poi credette davvero di aver scrutato un qualcosa di buono nella sua anima, forse era, però…solo una finzione. Ecco che fece per allontanarsi un'altra volta. Quando ecco che ZERO la afferrò per un braccio e… ZERO NON ANDARE VIA? Parte 6° Nel sentire quelle parole. Pronunciate con grande sincerità da lui, AMANDA restò di sasso, quella volta era certa di aver scrutato l’anima di ZERO nei meandri più bui della sua coscienza. Guardò quel viso. D’improvviso era scomparso lo sguardo dei demoni, era rimasto solo il viso candido ed innocente degli angeli. Due occhi neri e profondi, ora non avevano intrisi in essi il vuoto tetro dell’universo, ma un mare forse troppo sporco per essere apprezzato, ma comunque bello. Un mare inquinato ma ancora pieno di vita. Si acquietò, per quel momento, nel vedere il suo volto decise di seguirlo e di stargli affianco fino a che non avrebbe scelto lui se essere il demone di cui aveva bisogno o l’umano che qualche volta emergeva dalle ombre, per starle vicina. AMANDA COSA SAREBBE PER TE RIZA? (Chiese AMANDA, ancora arrabbiata, non tanto per lui, ma con quella che in quel momento le pareva un acerrima rivale). ZERO SINCERAMENTE NON LO SO SPIEGARE! (Disse lui con voce molto opaca). AMANDA LEI DICE DI ESSERE TUA MOGLIE, AZNI LA TUA PROMESSA SPOSA, IO VOGLIO SOLO CHE TU DICA SE SCHERZA O DICE IL VERO. POI IO TI DICO SE RESTO O MENO. (Disse bleffando AMANDA, nel tentativo di fargli ammettere che lui tenesse più a lei che a RIZA). ZERO non rispose e restò in silenzio. Arrivò in quel momento la madre di ZERO. Il quadretto romantico che le si prospetta è al quanto equivoco. I due non si erano resi conto di essersi teneramente stretti mano nella mano, con ZERO che abbracciava AMANDA e lei che era ferma con la testa sul suo petto, come la scena culmine di qualche romanzo rosa o di un meraviglioso film romantico strappa cuore. ZENIA ALLE TUE DOMANDE POSSO RISPONDERE IO? Disse mentre la giovane era morta di vergogna per un momento così sconveniente come quello appena vissuto, soprattutto omettendo al suo cervello che loro le potevano leggere il pensiero, chi sa se lo facevano, davvero? RIZA ZENIA CREDO LE FAREBBE PIACERE! (Con ghigno compiaciuto aggiunse lei nella conversazione). AD OGNI MODO…! MI SEMBRA CHE NELò TUO MONDO ESISTANO DELLE STORIE RIGUARDANTI IL NOSTRO MONDO. MI RIFERISCO AI VAMPIURI, STREGONI, ALCHIMISTI, DEMONI, DIAVOLI, ANGELI EC…NON CORRISPONDONO A FALSO. POTRESTI CONSIDERARE QUESTO IL MONDO DEI MIORTI; ALLA BUONA. MIO MARITO SAREBBE SATANA, E LUI E DUNQUE SUO FIGLIO. MA SAREBBE MOLTO COMPLESSO DA INTRODURRE COSA SIAMO CON ESATTEZZA E CREDO TU NON LO POSSA CAPIRE A QUESTO MODO. IN SINTESI CONSIDERA QUESTO COME I VOSTRI INFERI E SAPPI CHE COME OVVIO SAREMMO IN LOTTA CON IL “PARADISO”. ELEGGERE OGNI MILLE ANNI UN NUOVO RE SERVE A TENERE I DUE REGNI IN STALLO. LA REGINA VIENE SCELTA TRA 10 RAZZE SELEZIONATE CON CURA. SOLO TRE SCELTE DA ME, MIIO MARITO E L’EREDE VENGONO A COMBATTERE PER IL DIRITTO DI SIGILLARE L’ANIMA DEL LIBRO DI ZERO A SE E FONDERE IL SUO SPIRITOP CON IL SUO PER RENDERLO UN DEMONE COMPLETO E OTTENERE IL POTERE PUIRO DELLE OMBRE. LEI È SEMPLICEMENTE LA MIA PRESCELTA DATO CHE SAREBBE LA MIGLIORE DEL REGNO, SUO PADRE SE NE TIRA FUORI E LUI HA SCELTO TE. PER EQUITÀ VERRANNO ALTRE 98 CONCORENTI PER DIMNOSTRARE IL LORO VALORE E SOLO LA MIGLIORE… ZERO AVRÀ LA CORONA E ME. (Disse lui dopo il solenne discorso della madre, con fare triste e malinconico). ZENIA MIO FIGLIO È MOLTO CONTRARIATO DAL SUO MATRIMONIO. È PROPRIO UGUALE A SUO PADRE. LOTTA, LOTTA, SOLO LOTTA. MAI FARE I LORO DOVERI. (Disse lei con un gran sorriso stampato in volto, che sprizzava sincerità). RIZA AD IOGNI MODO IO ESERCITO I MIEI DIRITTI E CHIEDO UN UFFICALE DUELLO A MORTE L’UNA CONTRO L’ALTRA, PER STABILIRE CHI HA DIRITTI SU CHI, E CHI DEVE AVRERE ZERO. TANTO A QUESTO PUNTO MI SEMBRA OVVIO CHE AMICHE NON LO SAREMO MAI. (Disse con una voce che sembrava rotta causa le lacrime che a fatica le si stavano trattenendo sul volto per non mostrare debolezza danti la nemica). AMANDA QUESTA È PAZZIA… Subito interrotta da ZEERO. ZERO NO QUESTE SONE LE REGOLE. OGNI MONDO È DELIMITATO DALLA SUE REGOLE. PAZZIA SAREBBE NON SEGUIRLE. (Disse zero con fare rispettoso ed orgoglioso delle sue origini). ZENIA DOMANI FANCIULLE REGOLERETE I CONTI NELLA NOSTRA ARENA PERSONALE. (Sancì la madre di ZERO ufficializzando la condanna a morte di AMANDA, che lentamente si sentì sprofondare nel buoi e nello sconforto). Riza nulla mi renderebbe più felice di questo, ZERO è mio e nessuna donna, soprattutto se umana posare le sue sporche mani su di lui. (Disse con sete omicida). Amanda ma io non ho mai picchiato nessuno in vita mia, e ora pestarmi per un uomo mi sembra pazzia, pazzia estrema! Io non voglio battermi! (Con terrore). Zero è semplice non devi combattere se non vuoi, resta viva il più a lungo possibile, e quando il tempo scade finirà tutto. (Dice con fare minimizzante). Amanda ma dico cosa avete nella testa tutti! (Disse sprofondando nella desolazione morale più tetra). Parte 7° AMANDA mentre si sentiva trascinare nelle tenebre, avverti il bisogno di chiedersi cosa avrebbe fatto la sua amata mamma in sua scomparsa. Cosa avrebbe pensato suo padre e che tipo di ripercussione avrebbe avuto sulla vita dei suoi tre fratellini. Era finita. Ormai era troppo tardi per lei. Le parole di ZERO ma ancor più; della madre del ragazzo, echeggiavano nella mente della fanciulla. Rimbombando nel suo cervello come un requiem alla sua giovane memoria. E come poteva finire così? Come poteva sparire in un mondo tanto immeritevole? OK d’accordo nessuno avrebbe poi tanto pianto al sua scomparse dato che ha nessuno fregava nulla della sua esistenza, ma non era un buon motivo per essere trascinata in una guerra che non le competeva, per essersi infatuata di un tizio venuto dal nulla, che l’aveva “prescelta” per cibarsi della sua anima e diventare re di qualche strano mondo di deviati, psicotici. Di certo quando pensava alla sua morte non credeva, sarebbe stata mutilata da una pazza, solo perché si era messa in mezzo in una battaglia insensata per un uomo. Mentre vagava nei meandri più bui della sua mente. Ecco che ZERO si avvicinò nuovamente. Abbracciandola, le sussurro con immensa dolcezza all’orecchio: “TU VINCERAI”. Come faceva a sapere sempre cosa dire. Ma soprattutto come poteva passare tanto facilmente da un simile atteggiamento principesco ad uno da pazzo posseduto dal demonio, come già aveva avuto occasione di riscontrare in questo assurdo viaggio. ZERO LE SERVE SOLO DELL’ALLENAMENTO. (Disse lui fissando con sguardo determinato la madre e RIZA). ZERO TU SARAI A TERRE QUANDO LEI TI GUARDERÀ DALL’ALTO COME LA VINCENTE CHE È. (Gridò lui fissando prima RIZA, e poi la madre sempre con sguardo di sfida, poi prese AMANDA per il braccio e la trascinò via con se). La cosa continuava a confondere AMANDA, incerta di cosa provasse il ragazzo ogni istante di più, un essere tanto lunatico non poteva essere contemplato in natura. Ma infondo ciò dava assai forza alle teoria bislacche di ZERO. In quell’istante penso di essere davvero in un mondo diverso da quello reale. Mentre lui camminava trascinandola per il braccio con quello sguardo ostile e minaccioso di chi non accetta una sconfitta. Lei si chiedeva fra se e se: “ALLORA VUOL DIRE CHE MI AMA? MI SONO SOGNATA TUTTO QUESTO? LO FA NON PER AMORE MA PER TORNACONTO PERSONALE? ODIA PERDERE E QUINDI ACCETTARE CHE LA SUA PRESCELTA NON SERVE A NULLA? COSA DIAMINE…BUONO, CATTIVO, GIUSTO, SBAGLIATO, SOGNO O FINZIONE. LUI SEMBRA AVERE TUTTO E NON POSSEDERE NULLA, L’INFINITO NEL VUOTO DEL SUO SGUARDO MI DICE MOLTO. MA…ESSERE GENTILE QUANDO NON ME LO ASPETTO, ESSERE BRUTO E MALVAGIO QUANDO LO PREVEDO, QUESTO COSA….” Nulla nel suo cervello pareva avere senso. Cosa era quel coso dinnanzi ai suoi occhi? Era il gentile e premuroso ZERO che le si era mostrato a più riprese o il demonio che si dipinge? La cosa le faceva impazzire. E allora decise di reagire. AMANDA ORA BASTA SONO DAVVERO STANCA!!!! Si fermò di botto e lo schiaffeggiò, come da abitudine, ormai ogni volta che diceva una cosa fuori luogo, ed un altro echeggiare di dolore per la città che terrorizzava di volta in volta tutta la popolazione. Un'altra volta, obbligandolo a fissarla negli occhi. Questa non era stata come la precedente volta, se mai prima un barlume di amore per lui c’era ora era ostinata a tornare da sua madre, a frequentare il suo 3 anno di superiori, ma soprattutto a tornare ad una vita normale facendo finta di non conoscerlo e pian piano dimenticarlo. AMANDA PORTAMI A CASA MIA, VOGLIO IMMEDIATAMENTE TORNARE A CASA MIA, VOGLIO INDIETRO LA MIA VITA, MIA MADRE, MIO PADRE, I MIEI FRATELLINI, LA MIA SCUOLA, LE MIEI AMICHE, VOGLIO SUBBITO INDIETRO LA MIA VITA NORMALE!!! ORA, NON DOMANI, NE DOPO QUESTA INSENSATA GUERRA DOVE MI HAI CONDOTTA! ADESSO! (Disse lei con gli occhi orbi di angoscia, dolore e frustrazione, irti nelle sue giovani lacrime. Con tutta la forza della disperazione propria di chi si sente di non poter perdere altro nella vita). ZERO MI SONO SFORZATO, HO CERCATO PERFINO ANCHE SE CON FORZA DI ESSERE GENTILE, NON FIATARE E SEGUIMI. (Con immonda rabbia, questa si propria dei demoni). ZERO IO MI SONO SFORZATO DI SEGUIRE LE REGOLE DEGLI UOMINI, ORA TI COSTA MOLTO SEGUIRE LE MIE, FILA E NON DISCUTERE. (Disse lui puntandola contro un albero nei pressi e fissandola con la sua anima nera). In quel momento lei fissò il suo sguardo. Lo sguardo che a lungo di nascosto aveva scrutato di nascosto, sperando in una piccola parola gentile, anche fosse stata disinteressata. Per un attimo i suoi occhi diventarono colore oro, poi tornarono normali, i suoi capelli, viola molto scuro, ma poi tornarono normali. Ora le pareva vero, che non era umano. Ora gli credeva, era stata troppo vicina per evitare la realtà. RIZA ORA MI È TUTTO CHIARO! Dal nulla apparsa sopra il ramo di quell’albero la ragazza, che sussurrò tal frase quasi con tono di sollievo. RIZA NON L’AMI!!! TI SERVE SOLO PER LA TYRASFORMAZIONE! (Disse lei scesa dal ramo e attanagliatasi al corpo del ragazzo). ZERO RIZA LEI!!! SOLO LEI MI RENDERÀ COMPLETO! È INDISPENSABBILE PER ME, ALTRIMENTI NON REALIZZERÒ MAI IL MIO SOGNO. (Disse ZERO tra le lacrime, esse apparse davvero genuine). MI RITIRO E TI CONCEDO LA VITTORIA, ORA VATTENE DA QUESTO MONDO E VAI ALLA TUA MISERABBILE ESISTENZA. Disse furiosa, brandendo anche essa il suo libro e puntandolo minacciosa verso AMANDA, non prima di aver allontanato ZERO da lei, per poi illuminarlo e… Un vortice oscuro la avvolse per poi. Si sentì avvolta dalle tenebre e tornò a casa sua. PARTE 8° È mattina ormai. Nella mente della ragazza andavano susseguirsi i ricordi di ciò che fù, come un incubo che non la teneva quieta. Ormai da quella scena era passato un mese intero. Un mese da quando RIZA usando il suo “PIZESXIUSE RIEN”, l’aveva avvolta dalla luce delle tenebre, una magia capace di riavvolgere il tempo e ripristinare gli eventi che non dovevano accadere, quindi riportando la ragazza a casa come da suo desiderio e cancellando per sempre ogni traccia di ZERO dalla sua vita. Con quell’incantesimo il suo più potente RIZA, fece un gran piacere involontariamente alla rivale. Ella la riportò dai suoi cari, alla sua scuola alla sua vita normale, come se ZERO non fosse mai esistito, tuttavia il suo ricordo persisteva nei sogni della ragazza, come un incubo che la rendeva inquieta e perennemente ombrosa. Nel mondo reale, tutta via erano trascorsi una manciata di secondi, dopo la sua scomparsa, lei passò ore in quel mondo prima del ritorno a casa ma per sua madre non era accaduto nulla. Stremata l’avevano trovata seduta in una panchina davanti alla scuola, ed un suo compagno di classe la aveva accompagnata a casa. Dopo quella sfortunata vicenda torno a frequentare il terzo anno di superiori, senza affanni. Ignara del fatto che aveva scatenato un disordine cosmico senza proporzioni. Aveva dato il via ad una tremenda scintilla che avrebbe potuto cancellare l’intera esistenza. A questo mondo vige una regola non scritta, se si cambia una cosa un altre deve sostituirla, il non verificarsi di un evento deve scaturine un altro questo è alla base del destino. Una lezione amara che AMANDA doveva riequilibrare nel bene o nel male. Si era sbarazzata di ZERO e del suo strambo mondo. Ma doveva pagarne le conseguenze. Una regina persa, una regina doveva essere trovata. A lui in classe succedette un certo KIOS. Alto biondo, con occhi color del cielo e labbra passionali, uno sguardo dolce e gentile, l’opposto di ZERO, un corpo modesto, più affine al suo mondo da secchiona, e pure a lei ispirava una gran forza sia morale che del suo fragile spirito. Socievole, simpatico, e dal portamento nobile a lei assolutamente affine. Le si affezionò da subito. Non era la pazzia lunatica dei sentimenti nebulosi di ZERO. Lui ci teneva davvero a lei. Dopo poco parlare le si spalancò un mondi dietro KIOS e non esitarono a sincronizzare le proprie emozioni nel più comune dei mondi. Quello di frequentarsi in pianta stabile. Nella sua vita finalmente era apparsa una persona normale, vera e sincera, capace di amarla e rispettarla come era. Trasparente e valutabile, un uomo che la scrutasse e si facesse scrutare. Niente di nemmeno paragonabile a quel mostro di ZERO. Ma allora perché era sempre e comunque nei suoi pensieri? Aveva un uomo normale, una vita soddisfacente e normale, la scuola era diventata migliore per lei e…insomma, tutto ora andava meglio di quanto mai fosse andato. E nonostante questo, il pensiero di ZERO era sempre presente nella sua mente. Andò avanti per 3 mesi la loro storia. Tutto era meraviglioso, il terzo anno si stava per chiudere ed era ormai arrivato il caldo do maggio. Maggio voleva dire caldo, ma soprattutto che la scuola stava per terminare. Con questo rito cominciavano le vacanze estive, le prime passate al fianco di KIOS, le prime in tutta la sua vita fatte da coppia. Per una volta aveva un ragazzo e la cosa la riempiva di gioia infinita e non solo non avrebbe passato un'altra estate da sola a casa di sua nonna, ma questa volta sarebbe stata a casa del suo amato, e per una volta almeno, avrebbe mirato il mare e si sarebbe goduta l’estate anzi che studiare. Una sera però, tutto le tornò a cambiare. KIOS le aveva dato appuntamento ad una panchina nel parchetto davanti scuola, alle 23, quando la notte era ormai tetra e spaventosa ed inghiottiva l’animo della spaventata giovane. Era una notte intensa e la luna sussurrava nel vento con la sua flebile lucetta frasi d’amore. Ma si sa…agli occhi di una donna innamorata tutto al chiaro di luna, suona come la poesia dell’amore. La notte tentennava tra minacciose nubi che risvegliavano la paura del mondo che fù di ZERO, alla mente della fanciulla e un cielo stupendamente stellato con la luna piena che intonava un sonetto poetico all’immagine della copia formata dai due giovani. In questo miscuglio di sentimenti paurosamente contrastanti, tutto le tornava quasi familiare nella mente come una danza tra sogno e realtà anche se per lei era più un incubo che un sogno, e non vedeva l’ora di tornare a casa, anche se si trovava con KIOS. Sentiva i ricordi di quel che era riaffiorare pian, piano, anche se la magia fattale da ZERO era forte, ma forse non più forte del cuore di una donna a cui inconsapevolmente mancava il primo amore. Sentimenti e strane apparizione che la facevano tentennare ma non sussultare nel cammino che vedeva davanti e da quello che si era prefissata di raggiungere con le sue sole forze. Con le sue sole forze, le forze di un cuore troppo forte ed importante, che abbatteva le tenebre e forse non solo quelle. Un potere interessante che andava assolutamente governato. Parte 9° KIOS CHE MERAVIGLIOSA NOTTE! NON CREDI? (Disse lui con infinita dolcezza alla ragazza mentre mirava a la luna). AMANDA KIOS NON SAPREI! (Disse lei guardando ansiosamente da tutte le parti per la paura). DIO QUANTO AMO GLI ESSERI UMANI, SIETE DAVVERO DELIZIOSI! IDIOTI, OBSOLETI, FRAGILI E NOIIOSI, MA VI ADORO COMUNQUE.(Aggiunse lui, mentre bisbigliava al vento e si leccava le labbra). AMANDA HAI DETTO QUALCOSA? (Disse lei mentre sempre più un pressante sentimento di angoscia la affliggeva). KIOS TI AMO! (Disse insolitamente, rivolto alla ragazza, quasi in maniera scherzosa). AMANDA ANCHE IO (Con il volto completamente rosso, gli occhiali appannati e quel buffo visetto che si gonfiava come un pesce palla, in segno di difesa). KIOS AMANDA QUINDI DEDUCO CHE TI ALLEERAI CON ME. E NON CON MIO FRATELLO ZERO.(Disse lui ridendo a squarcia gola compiaciuto). NON TI SEGUO? (Disse con crescente paura e sensibile spavento). KIOS IO SONO IL FRATELLO DI ZERO. POTREMMO DIRE COSÌ.(Disse lui, continuando a fissarla come un cane che fissa una bistecca). ZERO SONO UN MEZZO DEMONE. QUANDO SONO NATO, HANNO DOVUTO SCINDERE LA MIA ANIMA DI DEMONE DA QUELLA DI ESSERE UMANO, IN MANIERA CHE POTESSI PASSARE DA QUESTO AL NOSTRO MONDO CON SEMPLICITÀ E CONTROLLARE LA FAMOSA LUCE NELLE TENEBRE FONDAMENTALE PER ESSERE RE. DOVEVO NASCERE DEMONE CON IL CUORE UMANO. (Apparve lui in scena, da dietro un albero, con voce silente e cupa). KIOS MA IO POSSO DOMINARE LE OMBRE, QUINDI HO DECISO DI PASSARE A CONOSCERE LA PERSONA PRESCELTA PER CULLARE IL PICCOLO CUORICINO DEL MIO FRATELLONE E DIVORARLO, PER AVERE TUTTO IL SUO POTERE. (Disse con fare malevolo KIOS). ZERO TOCCALA ANCHE SOLO CON UN DITO ED IO… (Aggiunse lui con furente rabbia). AMANDA MA DIAVOLO, È MAI POSSIBILE CHE LE VOSTRE VICENDE NON MI LASCINO TRANQUILLA UN ATTIMO? (Disse lei molto irritata). AMANDA NE HO ABBASTANZA, IO VADO VIA. (Aggiunse con fare iracondo). KIOS IO NON LO FAREI FOSSI IN TE. (Disse con il suo solito ghigno malvagio stampato sul volto). ZERO CREDO DI NON ESSERE STATO CHIARO. TOCCALA E SEI MORTO! (Ribadì con forza a suo fratello). KIOS MI FAI SORRIDERE FRATELLO. TU UN MEZZO DEMONE, CHE OSEREBBE OPPORSI CONTRO UN DEMONE COMPLETO. (Disse lui avvicinandosi al collo della ragazza, che nel frattempo aveva provveduto ad immobilizzare tempestivamente). ZERO RIPETO TOCCALA E TI AMMAZZO. (Disse lui sempre più arrabbiato). AMANDA TI PREGO ZERO AIUTAMI. (Disse lei in lacrime mentre dal collo KIOS provvedeva a far fuoriuscire piccole gocce di sangue grazie alle sue lunghe zanne da mastino). In quel breve tempo zero venne avvolto da una calda luce colore viola, e pian piano, cambiò il suo aspetto. I capelli nero come la notte divennero del colore dell’aurea luce che lo avvolgeva. Gli occhi color buoi, un blu notte molto intenso; lasciava via, via, posto al colore dell’argento. Il corpo si gonfio, fino a definire il suo modesto copro di muscoli più raffinati. I suoi canini crebbero di almeno 7 o 8 centimetri, ed il corpo si cosparse di tatuaggi che assorbirono prima la luce poi anche il libro di ZERO, fino a tingersi del misterioso sapore e della tinta di quella luce stessa. Pian piano era cambiato. Con essa anche l’espressione di suo fratello, passata da spavalderia e superbia, a puro inconscio terrore. KIOS CALMATI FRATELLO, NON VOLEVO FARTI ARRABBIARE. DAI NON VI DEVE ESSERE MOTIVO ALCUNO PER AVERE SCREZI FRA FRATELLI. GUARDA LA LASCIO SUBITO, CONTENTO? (Disse lui con il volto coperto dalla pura paura e dalla voce rotta solo dal dio della morte che pendeva sul suo capo). AMANDA ZERO ZITTO! NON DARGLI RETTA ZERO, AMMAZZA QUESTO STRONZO! (Disse lei con immensa furia). KIOS SIGNORE DELLE OMBRE, COME RE REGGENTE E SOVRANO IO TI ORDINO DI TORNARE NEL REGNO DELLE OMBRE. E DI RESTARE SEGREGATO NEI MEANDRI DELL’INCUBO. IO, DEMONE GUERRIERO DI LIVESSO S3, TI OBBLIGO A QUESTA PUNIZIONE PER ESSERE VENUTO A CONTATTO A QUESTO MONDO. ACCETTA O MUORI. (Disse lui con sguardo di un ed indissolubile puro odio scrutatore mentre si riprese la ragazza e la teneva stretta a se). KIOS NON FINISCE QUI, SAPPI CHE HO CONTAMINATO IL CUORE DELLA RAGAZZA, ORMAI MI APPARTIENE. E SAPPI IN AGGIUNTA CHE IL POPOLO DELLE OMBRE ENTRERÀ IN GUERRA CONTRO IL POPOLO CELESTE E IL POPOLO DELLE TENEBRE. QUINDI CONSIDFERALO UN ARRIVEDERCI. Dette queste parole spari avvolto dalle ombre. Nel contempo per la paura AMANDA sveni e ZERO si allontana con la ragazza in braccio, mentre illuminati dalla luce della luna scompaiono in una coltre di nebbia nera, tornando al mondo cui ZERO appartiene. Parte 10° AMANDA venne portata nella stanza fatta riservare a lei da parte di ZERO. AMANDA, si svegliò e si ritrovò nuovamente nella stanza che vide per la prima volta quando ZERO la portò nel suo mondo per la prima volta, non fece molta difficoltà a riconoscerla. Tutto era come lo ricordava. E appena alzata vide ZERO che dormiva con la testa china sul suo letto, seduto su una sedia, evidentemente aveva passato tutta la notte a vegliare su di lei. ZERO si svegliò in quel momento. Sembrava tanto carino agli occhi di AMANDA, con quel timido fare innocente. Come un bambino che dice che gli fanno schifo le femmine perché non vuole dire la verità alla bimbetta che gli piace. Appunto, purtroppo per lei, un bambino, non un uomo, come si aspettava potesse essere. Sapeva che quello starno essere non l’avrebbe mai compresa, certo, poteva anche leggere nella sua mente, poteva essere la persona più amorevole al mondo e trattarla con i migliori riguardi. Ma non avrebbe mai inteso i suoi sentimenti. Anche spiegarglieli era fuori questione, tanto non lo avrebbe comunque capito. Tuttavia vedendo nuovamente quegli occhi pieni di paura come quelli di un tenero cerbiattino, la tentarono nel non opporsi e passare un po’ di tempo nella sua realtà. Un piccolo sforzo per cercare di intendere le sue regole, il suo mondo, la sua mente, la sua vita. Qualcuno tentava alla sua vita. Era ovvio ormai, restare con lui la avrebbe protetta ed aiutata a proteggersi. Era convinta che nel suo inconscio ZERO fosse davvero buono e gentile, altrimenti non sarebbe mai intervenuto più volte a salvarla. Forse il contrasto con la sua anima umana e la natura demoniaca, lo affliggeva così tanto in sua presenza, dal rendere la sua personalità tentellinante. ZERO TI SEI SVEGLIATA! (Disse con parvente gentilezza). AMANDA SI. (Rispose a tono). CREDO PER OGGI DEBBA SOLO RIPOSARSI, LASCIALA SOLA! (Disse ZENIA da dietro la porta, affacciandosi per un istante). ZENIA TU VAI PURE OGGI PASSERÀ LA GIORNATA AL MIO FIANCO. (Aggiunse con tono estremamente gentile e cordiale). ZERO COSÌ SIA, MADRE! (Mezzo addormentato ma comunque rispettoso oltre ogni umana comprensione se ne andò). ZENIA SAI UNA VOLTA ERO ANCHE IO UMANA! (Disse sorridendo la donna). AMANDA QUINDI ERA COME ME? (Rispose interessata la ragazza). ZENIA AMANDA È UNA LUNGA STORIA. ERA IL 1276….MA SICURO LE STORIE DI QUESTA VECCHIA, NON POSSONO INTERESSARE ALLE GIOVANI D’OGGI! (Disse lei assorta nei suoi pensieri). AL CONTRARIO, LA PREGO RACCONTI. (Disse eccitata la ragazza). ZENIA COME DESIDERI METTITI COMODA è UNA LUNGA STORIA! (Disse lei avvicinandosi alla finestra, aprendo le tende e fissando l’infinito, mentre rimembrava la sua lunga vita). La ragazza si mise comoda e ascoltò assorta la bella favola. ZENIA IL MIO NOME ORIGINALE ERA HILLARY EIS, SONO NATA NEI SOBBORGHI DELLE CAMPAGNE FRANCESI, ORMAI NON So Più QUANTI ANNI FA. DICO NATA ANCHE SE È IMPROPRIO. SONO NATA ORFANA E QUELLO CHE AVEVO ERA SOLO UN NOME FITTIZIO, CHE MI AFFIDARONO I VIANDANTI PER STRADA. ERA IL 1276 QUANDO NACQUI, NONN ERA UNA BELLA ERA, FATTA DI STENTI E MISERIA, IL MONDO ERA APPENA USCITO DALLE ERE BUIE DELLA STORIA E LA CULTURA TENTAVA, GATTON, GATTONI DI TORNARE A FIORIRE. È IN QUESTO TEMPO CHE UNA COPPIA DI VIANDANTI TROVA UNA BIMBA IN FASCE IN MEZZO ALLA VIA, DECIDENDO DI PORTARLA CON SE. LA VITA ERA DURA MA QUELL’AMOREVOLE COPPIA SI PRESE CURA DELLA FANCIULLA, FACENDOLA CRESCERE AL MEGLIO DELLE LORO POSSIBILITÀ. CRESCENDO DIVENTA SEMPRE PIÙ BELLA E RAGGIANTE. MENDICARE PER STRADA NON ERA NEMMENO PARTICOPLARMENTE ARDUO, GLI UOMINI FACEVANO A GARA PER VERSARE UNA MONETA ALLA BELLA GIOVANE DONNA. QUELLO CHE NON POTEVA SAPERE È CHE ELLA ERA FIGLIA DI STREGA, E CHE PURTROPPO AVREBBE ACQUISITO TALI POTERI SOLO AL COMPIMENTO DEI SUOI 18 ANNI. SI ARRIVA AL GIORNO FATIDICO E PER SBAGLIO LA GIOVANE DOPO LA MORTE DEI SUOI GENITORI PER MANO DI UN POLIZIOTTO, IN PREDA ALLA COLLERA GLI DA FUOCO CON I SUOI POTERI. NEL TENTATIVO DI FUGGIRE SI GETTA DA UN PONTE, MA NON MUORE. ANDRÀ IN COMA. LÌ INCONTRERÀ UN UOMO. DELLA SUA STESSA ETÀ CHE LE PROPONE UN PATTO, DIVENTARE LA SUA ARMA, IL SUO CONTENITORE, IN CAMBIO DELLA VENDETTA E DELLA VITA. MA QUESTA STORIA FINISCE BENE, DATO CHE RIFIUTANDO LA PROPOSTA LA RAGAZZA, SUPERA IL TEST DEL RAGAZZO, CHE NONOSTANTE TUTTO LA SALVA E LA TRASCINA IN UN MONDO DIVERSO, DOVE NON ESISTE LA MISERIA, NON VI SONO DISUGUAGLIANZE E DOVE TUTTI HANNO EGUALI POSSIBILITÀ DI VIVERE DECENTEMENTE COME DIO COMANDA. IN QUEL MONDO LA RAGAZZA TROVA UNA NUOVA VITA, CERTO DEVE COMBATTERE E FARE COSE CHE ANDAVANO CONTRO LA SUA MORALE NON LA AIUTARONO MA…ALLA FINE QUELLO STRAMBO MONDO LE ANDÒ BENE COME ERA. SI FECE UNA FAMIGLIA E QUELLO CHE ERA PAUROSO E STRANO, ALL’IMPREVVISO NON LO ERA PIÙ TANTO. ALLA FINE GLI ANDAVA BENE QUELLA NUOVA VITA. (Disse nel suo lungo struggente monologo). AMANDA CAVOLO CHE BELLA STORIA?(Disse affascinata). AMANDA MA COME ERA DA PICCOLO ZERO? (Aggiunse curiosa). ZENIA ERA BUONO, DOLCE E PREMUROSO. DA PICCOLO SE UN UCCELLINO SI FERIVA LUI LO CURAVA, SE UNA PIANTA APPASSIVA, LA RIVITALIZZAVA. IO HO IL POTERE DELLA MAGIA BIANCA, E QUESTO È STATO TRAMANDATO A MIO FIGLIO, TUTTAVIA IL SANGUE NERO DEI DEMONI È FORTE E CORRODE LO SPIRITO. TRISTE SORTE LA SUA UN ANGELO IN PRIGIONATO NEL CORPO DI UN DIAVOLO. Disse lei struggendosi malinconica. AMANDA NON CAPISCO? MI SCUSI! Disse mortificata e un tantino incuriosita dalle sue parole. ZENIA CERTO COME BEN SAPRAI IN ORIGINE VIGEVA UN SOLO MONDO. MA QUESTA FORSE È UNA STORIA COMPLESSA DA SPIEGARE AD UNA RAGAZZINA, TI VA DI FARTI UNA PASSEGIATA ALL’ARIA APERTA? TI PROMETTO CHE TI CHIARIRÀ TUTTO. Disse sorridendo cordialmente ed indicando dolcemente il mondo esterno. AMANDA D’ACCORDO! Replicò con altrettanta gentilezza. Prima di uscire dalla stanza ZENIA con un incantesimo vestì la fanciulla con un abito identico al suo, ed un ciondolo al collo, che assomigliava a quello del figlio. Un lungo abito di stile vittoriano, ornato da splendidi merletti; degno di una leggiadra dama di corte, ora la tingeva come una bellissima principessa che accompagna il sonno prezioso dei fanciulli la notte. Mai era stata tanto bella ed eleganti in vita sua, l’azzurro ed il lillà coloravano quell’abito di sublime fattura di un sapore di nuova linfa alla stima e alla sensibilità della ragazza, tanto da sentirsi e poter urlare al mondo almeno per una volta che anche lei poteva essere bella. Era una bella principessa. Il ciondolo di oro massiccio era diverso da quello di ZERO, il suo portava la scritta: “la luce risiede nelle tenebre come l’ombra si cela dietro al sole”. Truccatasi leggermente e pettinata da ZENIA, che la accudì come figlia sua, si diressero all’aperto. Il gradino ornato di favolose peonie, viole e margherite tanto graziose e in fiore facevano da sapiente cornice ad un meraviglioso viale di ciliegi fioriti dei più svariati colori, che come pioggia danzante le giravano in torno rallegrandole l’umore. Il sole quella mattina sembrava addirittura ammiccare alla sua bella forma. Mentre colombe gioiose volteggiavano e piroettavano nel cielo infinito. AMANDA CHE POSTO FANTASTICO, MOLTO DIVERSO DALLA PRIMA VOLTA! COME MAI? Disse estasiata dallo spettacolo offertole la ragazza. ZENIA NEL TUO MONDO È MATTINA! Disse lei fissando il cielo e tenendo a braccetto la giovane. AMANDA CONTINUO A NON CAPIRE? Con aria dubbiosa e con un volto ultra confuso stile cartone animato. ZENIA DA PICCOLA FACEVI GLI INCUBI? Rispose serena, fissandola amorevolmente. AMANDA COME TUTTI I BAMBINI! Restando sempre più perplessa. ZENIA NOI SIAMO GLI INCUBI. ESATTAMENTE COME AL MONDO ESISTE IL BENE, DEVE ESSERVI PURE IL MALE, MA NON VUOLE NECESSARIAMENTE DIRE CHE IL MALE È “MALE” E IL BENE SIA “BENE”. SIAMO DUE FORZE CREATE DA UN SOMMO INVENTORE PER RENDERE LA VITA DELL’UOMO CORRETTA ED EQUILIBRATA. Disse in maniera estremamente esplicativa da professoressa universitaria. AMANDA SONO NEL REGNO DEI SOGNI IN POCHE PAROLE? Disse finalmente con un cenno di comprensione, come fosse stata illuminata da quelle parole. ZENIA IL MONDO È STATO CREATO CON 4 GRANDI REGNI. IL REGNO DELL’INCUBO, IL REGNO DEL CIELO, L’IMPERO DEL SOLE E QUELLO DELLE OMBRE. CHIAMACI COME TI PARE; IO PREFERISCO LUCE NELLE TENEBRE. Disse lei serenamente. AMANDA COSA SIA ZERO CON ESATTEZZA NON LO COMUNQUE ANCORA CAPITO! Disse con una vena di tristezza. ZENIA PRIMA DOVRESTI SAPERE COSA SEI TU? SE TI DICESSI CHE CHI NON HA POTERI E NON FA PARTE DI QUESTO MONDO NON VI POTREBBE IN ALCUN MODO ACCEDERVI, CHE DIRESTI? Disse lei improvvisamente fattasi molto rigida. AMANDA IO SONO UMANA, MIA MADRE È UMANA, QUINDI… Disse lei come travolta da un forte trauma interiore. ZENIA RESTA CON NOI. NON TE NE PENTIRAI, A FINE GIORNATA FAMMI SAPERE CHE DECIDI, SAREMMO LIETI DI AVERTI CON NOI, E ZERO SAREBBE ESTASIATO. Disse lei cercando di convincerla. AMANDA MA LA MIA FAMIGLIA… Disse sconvolta. ZENIA PUOI ANDARE E VENIRE COME MEGLIO CREDI, MA SAPPI CHE UNA SETTIMANA NEL TUO MONDO SONO 2 ANNI NEL NOSTRO, E ZERO PER TE SI È ALLENATO 5 ANNI, SENZA UN ATTIMO DI TREGUA, PER APPRENDERE UNA PERICOLOSSISSIMA TECNICA CHIAMATA “ECO DELL’OMBRA”, SOLO PER 5 MINUTI DA DEMONE COMPLETO. (Disse lei con tono colpevolizzante). AMANDA IO NON GLI HO CHIESTO NULLA! (atteggiamento ultra difensivo). ZENIA TU CARA MIA INGNORI L’IMMENSO POTERE DI CUI DISPONI. RIPETO SE VUOI PUOI FARE TUTTO QUELLO CHE DESIDERI, SAPPI CHE I 4 REGNI NON TI TERRANNO FACILMENTE IN VITA, ENTRARE IN UNO PROCOCA LA CONDANNA A MORTE NEGLI ALTRI, NON HAI MOLTA SCELTA. (tono sadico e compiaciuto). AMANDA MA IO… (Dubitante vide la regina andar via. Mentre lei restò sola tra i suoi pensieri). Si sedette su una panchina. Immersa tra le parole e la storia della madre di ZERO, restò pensierosa sul da farsi. Ridiscutendo tutta la sua vita. ZERO ERO CERTO DI TROVARTI QUI! (Disse amichevolmente). AMANDA TU QUI! (Sorpresa di vederlo al suo fianco). ZERO POSSO SEDERMI AFFIANCO A TE? Disse insolitamente in maniera gentile ZERO. AMANDA SI! (Ancora incerta su che razza di individuo si trovasse davanti). ZERO SE NON RICORDO MALE QUESTO ASSOMIGLIA AL GIORNIO DEL NOSTRO PRIMO INCONTRO. GIUSTO? (Disse ZERO sorridendole). AMANDA ZERO TU ERI ADDORMENTATO, IO MI FERMAI A PARLARE CON TE E… (Disse lei arrossendo e abbassando lo sguardo in segno di vergogna). NON DORMIVO AL VERO, ERA UN TEST PER VEDERE SE QUALCUNO FOSSE IN GRADO DI TOCCARE IL MIO LIBRO. Disse con aria nostalgica (inspiegabilmente). AMANDA MA IO NON L’HO SOLO TOCCATO, LO APERTO, SI ILLUMINÒ E… USCÌ UNA SORTA DI ROBBO STRANO NERO E VIOLA! Disse lei incredula del fatto che accadde. ZERO QUESTO È IL FATTO STRANO. TU NON DOVRESTI NEMMENO SAPER LEGGERE LA NOSTRA LINGUA, COME UMANA, ANCHE SOLO TOCCARE IL MIO LIBRO SAREBBE STATA UN IMPRESA DISUMANA. MA TU…TU HAI FATTO MOLTO, MOLTO DI PIÙ DI QUANTO MI ASPETTASSI. Detto quello si alzò e se ne andò. Le sue parole del giovane gli diedero vigore. E decise di restare almeno per 3 settimane, poi sarebbe tornata a casa. Parte 11° Quella giornata passò, come l’aria fredda dell’inverno al sopraggiungere al primo caldo raggio primaverile. Proprio come il freddo, la dissidenza, il distacco, la cupa frontiera aperta dal gelido inverno; pian, piano lascia posto al tepore rassodante che disgela, il nostro cuore, muscolo sensibile quanto insensibile, e restituisce a nuovo ciò che era vecchio, grazie all’amore infuso nell’aria al primo vento di primavera. Comunicata la sua scelta alla regina ZENIA, e a ZERO, le venne comunicato che avrebbe preso parte al primo semestre dell’anno successivo, alle lezioni della scuola del regno. L’ISTITUTO PER LE ARTI MAGICHE ED ILLUSORIE DELLA REGIONE OSCURA, nome troppo lungo e tenebroso, per una scuola superiore, che era conosciuta solo come GRIVINGARD, nome preso dalla città ove situata e dalla tecnica del controllo delle arti oscure, detta GRAVIREID, di cui esperto era appunto ZERO. In questo lasso di tempo lei poteva andare e venire a piacimento. Tuttavia si doveva dedicare almeno ad imparare le basi, per stare a passo con gli studenti del suo corso. ZERO si offrì di dargli lezioni elementari del controllo dei 7 elementi. Il dì sopraggiunse e nella stanza di AMANDA arrivò di primo mattino ZERO. ZERO SVEGLIA PIGRONA. (premura, un pochino fittizia). (Disse lui cominciando a saltare sul suo letto come un bambino di 5 anni). AMANDA MA DOBBIAMO PROPRIO INIZIARE A QUEST’ORA LE LEZIONI? (come se fosse andata a dormire 10 minuti prima). Disse lei davvero fuori dal mondo, intontita dalla brutalità cui era stata svegliata. Dopo quella frase ZERO si avvicina e le punta il libro contro. ZERO HO CERCATO DI ESSERE BUONO, O TI ALZI, O TI ALZO IO. (con vocetta ad demonio, tono lugubre). (Disse con sorrisetto maligno, e voce cupa). AMANDA 5 MINUTI E SONO PRONTA. (sbuffando ed arricciando il naso). (Pensando le convenisse assecondarlo temendo potesse alzarla di forza e trascinarla con qualche incantesimo non si sa dove). I due ragazzi si incamminarono poco dopo. Siccome AMANDA, non aveva da che vestirsi, ne altre cose indispensabili per vivere a lungo in un posto, si offrì di provvedere a tutto ZENIA, procurale tutti i beni richiesti dalla giovane. Le portò tutti i suoi vecchi vestiti della sua giovinezza. Graziosi ed eleganti, proprio come la sua vecchia proprietaria che stranamente calzavano a regola d’arte alla nostra amata AMANDA. Estasiata per tutte quelle belle cose che mai nessuno avrebbe potuto procurargli nel mondo reale. Quella mattina scelse un frontino azzurro, per tenersi buoni i capelli di prima mattina, dato che non ebbe occasione di pettinarsi. Un vestitino corto e comodo da contadinella dei primi 700, un abitino sul marrone e amaranto, restaurato e curato dalla regina, che si era preoccupata perfino di rimetterglieli a posto, rendendoli più carini di quanto potessero apparire nell’era passata. Camminando, camminando, si accorse che mentre ZERO fluttuava a mezz’aria, esercitandosi nel controllo della gravità, lei aveva fatto benissimo a tenersi le sue comodissime Convers. Comode quanto eleganti, una bella combinazione per consolarla dei kilometri fatti a piedi. Si arrivò ad uno sconfinato prato. Una distesa di fiori immensa faceva da cornice a monti eleganti che sovrastano la vallata imperiosa. Un laghetto timido si poneva a l suo centro solo per dire che la tranquillità e la serenità delle sue amabili fronde, della leggiadra flora che lo ornava, avrebbero cullato anche lo spirito dei due giovani. AMANDA ZERO CHE MERAVIGLA! (In estasi profonda, contemplazione spirituale) MERAVIGLIA??? QUESTO è IL CONFINE TRA SOGNO ED INCUBO! COMUNQUE SI SEMBRA UN BEL POSTO. (Confuso dalle parole della ragazza). Detto questo la fece accomodare per terra al centro di quella distesa floreale. Con le gambe incrociate e mano nella mano e ragazzi parlarono a lungo. ZERO COMINCIAMO LA NOSTRA PRIMA LEZIONE. OGGI TI INTRODUCO I 7 ELEMENTI. VALE A DIRE: FUOCO, ACQUA VENENTO E TERRA; CHE COMPONGONO LA NATURA, PENSO CHE LI CONOSCI BENE. AD ESSI SI AGGIUNGONO ALTRI 3, TENEBRA, LUCE E MANIPOLAZZIONE O ELEMENTO CELESTE, CHIAMATO COSÌ PER IL COLORE DELLA LUCE CHE I SUOI POSSESSORI EMANANO. (Dice lui con tono da professore, ma ugualmente gentile e garbato). AMANDA IL FUOCO, IL VENTO LA TERRA E L’ACQUA LI POSSO ANCHE CAPIRE; MA GLI ALTRI 3 MI LASCIANO PERPLESSA. (Disse sorridendo ma con volto comunque sia titubante). ZERO TI MOSTRO. OSSERVA ATTENTAMENTE… (Disse lui mentre si concentrava e congiungeva le mani in segno di preghiera). ZERO L’ELEMENTO FUOCO, O REARUK, NEL NOSTRO MONDO CONSISTE IN UN AURA CHE VARIA DALL’ARANCIONE AL GRANATA. VARIA A SECONDA DELLE CARATTERISTICHE PERSONALI E DEL LIVELLO. (Disse mentre il corpo venne avvolto da un aura rossa). ZERO TOCCA E VEDRAI, DAI PROVA! (Disse mentre sorridendole la invita a sperimentare). AMANDA WOOOW! È CALDA E ODORA DI FRAGOLA! (Disse compiaciuta e stupita). ZERO ATTENTA STO PER PASSARE A QUELLA DELL’ACQUA. NEL NOSTRO MONDO CUAVARA. VARIA DALL’AZZURRO AL BIANCO, SEMPRE ASECONDA DEL LIVELLO E DELLE CARATTERISTICHE PERSONALI. (Disse sempre con lo stesso tono di prima). AMANDA AH!!! È FREDDA, IN COMPENSO ODORA DI MENTA. MA VEDO CHE SEMBRA CELESTE, MA NON DOVREBBE? (stato di meraviglia suppremo). ZERO NO, VEDI ESSA SERVE PER ARRIVARE ALL’APPRENDIMENTO DELLA CLASSE CELESTE, DI CUI I MEZZO DEMONI COME ME, NASCONO COME PERSONE PRESTABILITE AL SUO APPRENDIMENTO; IN QUESTO CASO SONO SIA ACQUA CHE ELEMENTO CELESTE. (Disse interessato dalle capacità di apprendimento, della fanciulla). AMANDA CHE DIFFERENZA HANNO ALLORA? (curiosità da bambina). ZERO CI ARRIVIAMO PER GRADI. ORA ATTENTA ARRIVA L’AURA DEL VENTO O REINEGREIV, DI SOLITO SI COLORA DI GIALLO PAGLIERINO EPPURE ROSA, MA NON ESSENDO MOLTO COMUNE, NESSUNO SA CON ESATTEZZA CHE COLORI POSSA ASSUMERE. (Disse un tantino con fare dubitante). AMANDA SENTO UNA STRANA SWENZAZIONE SULLA MANO MA IL SAPORE FORTE DI VANIGLIA CHE EMANA, MI DISORIENTA. FRANCAMENTE IL COLORE NON LO VEDO, SEMBRA GIALLO MA…NON SAPREI! È MOLTO SBIADITO. (Disse al ragazza, sforzando la vista e cercando di concentrarsi sul tatto). ZERO AMANDA ZERO COLPA MIA, I DEMONI NON HANNO MOLTA AFFINITÀ CON QUESTO ELEMENTO MI SCUSO. (mortificazione elevata). NON FA NULLA CREDO COMUNQUE DI AVER CAPITO. (Disse per consolarlo). AD OGNI MODO; L’ULTIMA, LA TERRA E TRISCEVYA. È COLORATA DI SOLITO CON UN VERDE CHE VARIA IN TUTTE LE SUE GRADAZIONI, MA SOLO I I MAESTRI POSSO ARRIVARE AD UN COLORE DELL’AURA MARRONE, MOLTO SCURO. ESSA NON VARIA A DIFFERENZA DELLE ALTRE PER LIVELLO O CARATTERISTICHE. MA SI OTTIENE PER PREDISPOSIZIONE DI NASCITA. E IN NESSUN ALTRO MODO. (Disse mentre passava gradualmente dal celeste al verde smeraldo). AMANDA ODORA DI ROSE E LAMPONI, MI SENTO COME IN PACE, E QUESTA LUCE LA SENTO DENTRO COME SE CURASSE LE MIE FERITE. MI FA SENTIRE FELICE. (Disse lei, chiudendo gli occhi ed immergendosi in un mondo di piacevoli odori. Mentre parlava si sentiva sopraffare da un immensa felicità e pace interiore, frutto di quella luce tanto rassodante per la sua anima). ZERO BENE, STAI QUI E CONCENTRATI SUGLI ODORI E LE SENSAZIONI CHE HAI PROVATO MENTRE TI FACEVO VEDERE LE AURE, IO TORNO TRA UNA 20 DI MINUTI. Detto quello svanì nel nulla, con la sua consueta teatralità. AMANDA senza dire nulla si allungò sul prato e si addormentò. Mentre sognava ecco che senti un flebile venticello caldo sul volto, mentre una timida brezza fresca ai piedi. L’odore di vaniglia che impregnava tutta l’area che la circondava, che impregnava i fiori e assaporava le acque del lago, mentre dal terreno una soffice sensazione di benessere e morbidezza la avvolgeva e cullava dolcemente nel tentativo di trasformare la sua anima, di fare evolvere la sua natura. La bella ragazza si ritrovò inconsapevolmente a manovrare l natura affianco a se. A sollevare gocce di acqua qua e là, a colorarle con i mille colori del mondo; mentre folate di vento sparse a ritmo con cui batteva il suo tenero cuoricino, le facevano danzare per l’aere selvaggio. Scintille illuminavano come piccole stelline l’area, mentre la natura cantava in suo onore. Attorno al suo sonno, un concerto meraviglioso fatto di suoni, odori, colori e meravigliosi ritmi scenici. ZERO SVEGLIA!!! (Disse scuotendo, bruscamente, con fare barbaro la ragazza). Quando ella si svegliò nel suo più immenso stupore si ritrovò avvolta da una luce bianca, molto raggiante che la avvolgeva tutta. Parte 12° Fissandi incredula quel coso bizzarro regalatole da ZERO, non potè fare a meno di chiedersi, due cose fondamentali. A) quale pervertito spia una donna mentre dorme per poi svegliarla di soppiatto, facendole prendere un accidente e le regala un libro. B) ma in quale mondo bizzarro vive una persona che si aspetta pure che questo dovrebbe farti stare felice. Ora d’accordo, è il mondo dei sogni, ma non è detto debba essere per forza di cose strambo ed insensato. Restò attonita fissando il libretto nelle sue mani, chiedendosi cosa aveva fatto di male per meritarsi quello. AMANDA COSA DIAVO È QUESTA ROBA? (Disse spaventata). ZERO LA TUA AURA! (Disse lui senza un tono particolare). AMANDA CHE VUOL DIRE (Disse spaventata per l’accaduto). ZERO APPARTIENI ALL’ELEMENTO ACQUA, ORA POSSIAMOI INIZIARE LE VERE LEZIONI. (Disse, nel medesimo tono precedente). AMANDA MA NON SENTO FREDDO, NON SENTO ALCUN ODORE, NON È COME MI HAI FATTO VEDERE TU! (Sconvolta). ZERO OVVIO, IO HO UN LIVELLO NETTAMENTE SUPERIORE AL TUO. (spavaldo). AMANDA MI SEMBRAVA SCONTATO FOSSI PIÙ FORTE, MA PER QUALE RAGIONE… (Disse sempre spaventata la ragazza). ZERO NON PERDIAMOCI IN INUTILI CHIACCHIERE, E PRENDI QUESTO! (Disse lanciandole un quadernetto, tipo quello per prendere le note, di qualche polposissimo uomo d’affari, sempre in tiro e pronto ad offrire l’affare della sua vita per arricchire il suo conto in banca). AMANDA afferrò il libretto, e poi fissando perplessa il ragazzo, lo fissò come per dire…ORA CHE CI FACCIO? ZERO ORA VEDREMO CHE LIBRO TI AFFIDA IL DESTINO! (Disse fissandola intrigato). AMANDA IN CHE SENSO? Volse lo sguardo attonito verso di lui, che però continuava invaghito a fissare il suo libro. Era un normalissimo pezzo di carta relegato finalmente con piacevole pelle nera, un comunissimo quadernetto per prender nota che qualunque ragazza addetta al praticantato legale, riceveva in regale; ovvio fosse molto costoso, e questo lo apprezzava, ma lei non era speciale, e tutte quelle attenzioni e quella fiducia la facevano sentire male, le davano un senso di inadeguatezza e di malessere interiore dal quale non si riusciva a staccare. Volse timidamente lo sguardo a ZERO, sperando la aiutasse, umilmente, con degli occhioni immensi piegati in segno di supplica, a quel punto inaspettatamente si avvicinò furtivamente alla ragazza e affettuosamente, le pose un pugnetto sulla fronte come per dirle…L’UNICO POTERE, È CREDERE DI AVERE POTERI! ZERO RICORDA CHE QUESTO È IL MONDO DEI SOGNI; DEVI CREDERE PERV FARE, NON MI SEMBRA TANTO IRRAZIONALE! Disse con volto sorridente e fare gentile. In quel momento il libretto in mano alla ragazza cominciò ad assorbire tutta al luce che avvolgeva teneramente la fanciulla, venendo velocemente risucchiata dal libro che prese dopo vita, e forma del tutto nuova. Divenne un vecchio librone, tipo quelli dei maghi che si vedono nei film di fantasia, ma un tantino più modesto, fatto a misura di fanciulletta fragile e timida, che a stento teneva in mano quel masso di cultura, gravoso sulle piccole manine da bambina. Un libro nero con le scritte d’orate, ed un segno d’oro che emanava una bianca, nebula luce, intensa quanto fioca nella sua vasta estenzione. La scritta, che vide in quello di ZERO, non era presente. Era uguale e tanto diverso. Era lucente ma meno del suo. Era composto del significato più recondito dell’umanità. Era l’essenza dell’universo e pure tanto miserrimo da portare appresso. Era tutto quello che per anni sapeva le fosse servito, ma che temeva di sapere di ottenere. Il potere più grande che si potesse possedere e il pericolo più grande che dovesse temere, un mondo nelle mani sue, tutto da scoprire, insito nei meandri di un cuore tutto da vedere. Ma alcuna cosa avrebbe potuto eguagliarlo, ma altro al mondo sarebbe stato al livello, della sicurezza, della forza, della fede, del sapere, del benessere che in un miserrimo istante avvolse il suo corpo, restituendole vita nuova, una vita che avrebbe dominato a suo piacere, poiché ora sorridendo sapeva di aver ereditato un potere immenso, un potere che può cambiare, quanto dominare, la fragilità insita nell’uomo e governare lo spettro di tutto quello che aveva mai temuto. Non era solo potere. Non era solo benessere. Sorridendo estasiata e compiaciuta, prima di affondare nell’oblio dell’estasi suprema regalatale ad ZERO e dal SUO libro, ora si sentiva libera, finalmente, libera. Si avvicinò a ZERO, e lo baciò, come mai aveva fatto ne pensato in tutta la sua miserabile esistenza ad un uomo. L’uomo che le aveva regalato una libertà ed un potere che la facevano sentire completa. FINE PRIMO VOLUME