anno 2
numero 9
maggio 2008
IL RIDOTTO
venezia
san marco 2674
campo san maurizio
ORGANO UFFICIALE DELLA COMPAGNIA DE CALZA I ANTICHI - BOLLETTINO MENSILE
I
l mese più bello dell’anno, rigoglio di rose e fiori, culmine e apoteosi della primavera «che vuol
ch’uom s’inamori / E voi,
donzelle, a schiera, con li
vostri amadori» così poetava Angelo Poliziano (che di
codeste cose s’intendeva) giù
nel Quattrocento.
Mese dedicato alla fertilità con tutto ciò che precede
e consegue. Come per l’appunto i matrimoni. E infatti ecco qua: i magnifici giovani Paolo e Aska convolano a nozze con grande gioia
di tutti I Antichi.
Sarà un caso o non è un caso, ma perfin l’oroscopo nel
governare il mese è ispirato
al simbolo più fertile e possente che si possa immaginare: governato da Venere,
il Toro è un segno zodiacale fisso e di terra. E tantissimi sono i Compagni e i Soci, donne stupende e uomini
meravigliosi, nati sotto questo astro, cui è dedicata una
cena speciale a metà me-
Un tripudio primaverile di fiori amori
sapori languori e tori
Paolo Caliari detto Veronese, Il ratto di Europa
(c. 1578, olio su tela, 240 x 303 cm Palazzo Ducale, Venezia)
IN PROGRAMMA A MAGGIO
Sabato 10 o 17 o 24 maggio 2008
co’ xe ancora chiaro (ore 20)
Cena del Toro
In onore a tutti i nati sotto il segno del Toro
Venerdì 16 maggio 2008
co’ xe ancora chiaro (ore 19)
Lorenzo da Ponte, librettista libertino
lectio musicodramatica di Leonardo Mello
Venerdì 23 maggio 2008
co’ xe ancora chiaro (ore 19)
La carne a Venezia
lectio magistralis di Gianni Matteucci
con prove pratiche
Sabato 31 maggio 2008
co’ fa scuro (ore 20)
Feijoada Brasileira
a tavola con I Antichi per San Marco
se. L’elenco completo, senza le date ma con i nomi e i
cognomi, è doverosamente compilato nelle pagine interne. Qui citiamo solo che
il Toro è il segno del Priore
Roberto Bob R. White Bianchin. E in più alcune caratteristiche che ci paiono salienti: le pietre associate al Toro
sono quelle di colore rosa o
verde, come il quarzo rosa,
la rodocrosite, lo smeraldo; i
colori del segno sono il rosa,
il verde e il marrone, le specie
vegetali sono la rosa e il mirto. Tutto questo ci dà da pensare. Concludiamo con il carattere oroscopico o oroscopale: il Toro sarebbe lento,
testardo, costante, sensuale,
amante dei piaceri e dotato
di senso dell’umorismo. Pratico e semplice, ama la casa
e la natura ed è molto legato
alla terra natale. Spesso è attratto dal mondo delle arti e
della musica. Estremamente
possessivo, è amante fedele e
grande risparmiatore. A voi
credere, oppure obbedire.
Altra cena monumentale
in programma per le sapienti
mani di Jurubeba: una feijoada brasileira di grandissimo
livello per il 31 maggio.
Per le Ore Felici due grandi appuntamenti. Il tre volte
rimandato, ma che per strada si è arricchito di molto,
incontro con Lorenzo da
Ponte, librettista e libertino
veneziano del Settecento, la
cui vita avventurosa sarà descritta da Leonardo Mello. E
una lectio magistralis unica nel
suo genere di Gianni Matteucci, di gastronomia e anche culinaria sulla carne a
Venezia: usanze segreti e tradizioni, con prove pratiche
di cicheti.
Nelle pagine interne altre
fertili anticipazioni. E alcune curiose coincidenze mauriziane. Per i fioretti chiedere a Carlo Bullo, grande
esperto.
pagina
N
2 numero 9 anno 2 maggio 2008 IL RIDOTTO
Estate nuziale per Paolo e Aska
dida Aska saranno protagonisti dell’estate per nozze batizi e festeggiamenti correlati. Alla giovane e bellissima
coppia, più il piccolo in arrivo, vanno tutti i più freneticamente festosi e augurevoli auguri della Compagnia de
Calza. Brindisi a profusione.
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Oltre l’oceano: consegnati in Brasile
i primi volumi della Storia de I Antichi
a
I
lprimovolumedellamonumentale«StoriadeIAntichi»èstato consegnato, con grande successo, oltreoceano: all’Istituto
italiano di cultura di San Paolo in Brasile. Per i profondissimi
legami che ci uniscono con la più grande patria del Carnevale è
solo l’inizio. Altri volumi le verranno disseminati nell’estesissimo
territorio brasiliano dall’infaticabile e preziosa Sônia Maria Guimarães, archivista de I Antichi.
Anteprima libraria: «Poesie Doping» il canzoniere di Enzo Rossi Ròiss
Ho quanto valgo di più non spendo
Il prezzo da pagare per avermi è fisso
Al cambio sono stabile
POEMI DOPING RÒISS
A
sk
Pa
ol
o
ozze! Joanna Aska
Jez e Paolo Zennaro si uniscono in
matrimonio il 6 maggio alle ore 11,30 a Palazzo Cavalli, in quel di Rialto.
Per una serie di motivi (che
no stago spiegarve qua) il cibernertico Paolo e la splen-
venezia san marco
RÒISS
POEMI
DOPING
con disegni fuori testo di
ENRICO COLOMBOTTO ROSSO
“I ANTICHI” EDITORI VENEZIA
ILES CÉLÈBES EDITIONS GENEVE
È
in fase di avanzata gestazione la pubblicazione dell’ultima fatica letteraria del nostro grande e inarrestabile Enzo Rossi
Ròiss: «Ròiss Poemi Doping»
di cui vedete qui a fianco una
delle bozze preparatorie della copertina. Il volume, di 320
pagine, con illustrazioni, sta
per essere consegnato a torchi
di stampa, dove nerborutissimi tipografi, negli afosi pomeriggi dell’estate incipiente, tire-
ranno un congruo numero di
copie. Il volume è, gnanca dirlo, una silloge, una panoplia,
un florilegio, una raccolta di
poesie: il canzoniere dell’artista che raccoglie la vastissima
ed erotica produzione di Enzo. Esso (il libro) è coedito da
I Antichi Editori e Iles Célèbes Edition di Ginevra. Dalla
quarta di copertina: «Ho quanto valgo di più non spendo / Il prezzo da pagare per avermi è fisso / Al
cambio sono stabile».
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Cena dei Tori: o il 17 oppure il 24. O il 10? 31. Feijoada: o mais brasileiro dos sabores
L
a data e il menu sono da decidere, causa l’intersecarsi di così tanti uomini e tante donne, ma i
festeggiati sono sicuri: prima di tutto Bob R. White, Gran Priore, poi
Aldo Colferai, poi Pippo Casellati, poi Silvana Vianello, poi
Sebastiano Sebasex Casellati, poi Monica Vaccari, poi
Anny Carraro, Francesco Velluti, Laura Lucchetta, Niccolò Polesello, Marco Michielotto, Lavinia Rizzi Carlson, Roberta
Manfè e, dulcis in fundo il possente uomo tipografico che stampa
ogni mese questi fogli
su carta, veneziano in terra etrusca, Enrico Bidischini. Auguri!
Per informazioni
e prenotazioni:
Il Principe Maurice
a san Maurizio
re dei bandeirantes paulistani e dei vaqueiros nordestini, e arriva al presente come
panoplia sinottica alimentare con accompagnamento di
caipirinha. Data l’imponenza culinaria della preparazione, le prenotazioni sono
rigidamente contingentate.
Non si ammettono né disdette né aggiunte dell’ultimo minuto. Per informazioni dettagliate chiedere a Jurubeba.
Anteprima spettacolare: presentazione dal vivo di «Lagunaria»
musica veneziana di Giovanni Dell’Olivo
È
appena uscito il cd
«Lagunaria» del musicista e cantante veneziano Giovanni Dell’Olivo, che raccoglie dodici canzoni frutto dell’elaborazione di testi e musiche popolari
per l’appunto lagunari antiche
e anche moderne; lo affiancano Alberto D’Este, Alvise
Seggi, Giovanni Natoli, Alessio Benetti, Riccardo Alfarè,
e Sandra Mangini. Dice Giovanni: «Lagunaria è frutto di
una passione nata dall’ascolto
diretto della musica popolare
sia interpretata dai capostipiti
on immensa gioia, del genere, sia nell’ormai mequasi un tripudio in- no frequente tradizione orale.
contenibile annun- Il nucleo di canzoni da cui siaciamo ufficialmente il tra- mo partiti è costituito da vilosloco in campo San Mauri- te sette-ottocentesche prevazio del Principe Maurice (nel- lentemente provenienti dai
la foto): da giugno ci sarà vici- sestieri di Castello e Cannarenissimo, in distanze misura- gio, canti tipici con cui le donbili in metri. Grandi, gran- ne veneziane si accompagnadissime cose ci attendono.
vano durante il lavoro dome-
C
E
bbene sì! Il piatto
tradizionale, che più
che un piatto è un insieme di piatti, e più tipico
dell’universo gastronomico
brasiliano, che per vastità è
un universo davvero grande, sarà preparato in ogni
sua parte, annessi e connessi, dalla Priora Jurubeba sabato 31 maggio. La storia
della feijoada, mistico stufato di fagioli neri e carne di
varie misure ritagli e animali, e con caleidoscopia di accompagnamenti vari, affonda e percorre tutti i cinque
secoli di storia brasiliana, sale dagli schiavi deportati dall’Africa fin sulle tavole degli
europei, portoghesi francesi
olandesi, passa per le abitudini alimentari degli indio, per
le avventure e le disavventu-
Sopra: Giovanni Dell’Olivo in
concerto; sotto copertina del cd.
GdO_Lagunaria_cd-booklet_profili1 1
20-03-2008 12:28:28
stico; canzoni a sfondo amoroso, a volte con accenti picareschi a volte tragici, a seconda che il tema tratti l’amore
non corrisposto, il malpartito
o il compagno perduto in mare. La musica che accompagnava queste canzoni è andata in buona parte perduta. Salvo alcune eccezioni, rimangono solo i testi, a volte frammenti di melodia ma non molto altro. Abbiamo composto ex novo, pur mantenendo un’unità stilistica coerente
con l’impianto delle musiche
esistenti. Nel disco sono infine presenti alcuni dei brani
più famosi del repertorio della musica popolare veneziana,
dai canti di lavoro come Tiorte
i remi e vuoga a quelli della mala come Il primo furto da me compiuto». Quest’estate in data
da decidere presentazione
con cena in campo e musica dal vivo.
pagina
Q
4 numero 9 anno 2 Maggio 2008 IL RIDOTTO
ui a Maurice la temperatura media è di
piacevolissimi 40
gradi, facendo la media con le temperature ascellari dei bus e dei negozi di alimentari, grazie alla mia
termoregolazionetropicale sto
benissimo e nn rimpiango per
nulla il freddo padano. Il sole è
stronzissimo: per non emulare le centinaia di turisti che si
grigliano le chiappe con ustioni da vomito, sto andando cauta e grazie a una protezione 20
sono passata da un giallo-verde aglio (che differisce dal tipico rosa porcello-confettino
degli incarnati della campagna
vicentina) a un decisamente
più sano giallo ocra vietnamita
(mio nonno era un vietkong).
Siamo nella zona ovest dell’isola, a Tamarin, un villaggetto a mezz’ora dalla capitale Port-Luis. C’è un solo albergo da queste parti, ma è quasi
esclusivamente da surfisti, per
fortuna gli orrori come club
med e campeggi sono altrove.
Abbiamo alloggiato per qualche tempo in un ostello. La cucina in comune è stata un primo approccio alla fauna locale: miliardi di formiche, scarafaggi grandi come i topi e i topi
grandi come i cani. I cani hanno una taglia media sono rincoglioniti tutto il giorno ma
la notte vengono lasciati liberi nel paesino desolato. Abbiamo imparato come gestirli nei
rientri serali. Regola 1: fai finta
di prendere una pietra per terra, e il cane dovrebbe scappare;
Regola 2 se il canide in questione non s’intimorisce e ha una
densa bava alla bocca: corri!
Come alcuni sanno ci troviamo in quest’isola tropicale perchè Joseph deve fare una tesi
sotto forma di film documentario dal titolo «l’identità creola a Mauritius». Abbiamo la
fortuna di conoscere molti locali e dunque passiamo molto tempo con quel frangente
della popolazione che qui viene chiamata «generale». Dall’indipendenza il governo e a
maggioranza indù, gli indiani
sono il 70% della popolazione,
«
venezia san marco
I Antichi in viaggio: Giulia Andreani
alle Mauritius. diario tra pittura e pipistrelli
Sopra: la spiaggia praticamente privata di Giulia & Joseph
alle Isole Mauritius; sotto, l’artista al lavoro
il resto sono cinesi, e la popolazione generale include i franco-mauriziani,cioèibianchiex
coloni, tra cui i nostri amici ma
la maggioranza sono delleteste
di glande, i mulatti, o metissé,
e gli afromauriziani. La comunità creola a differenza dalle altre isole ex coloniali è qui composta per lo più dai discendenti degli schiavi, nonchè creoli di origine africana che vengono confinati dal governo
in paesini off-limits di pescatori. Le abitazioni sono in tolle
non c’è elettricità se non in rarissimi casi, né acqua corrente.
Africa insomma. In queste zone se bianco non accompagnato da un autoctono ti trovi tempo record nella merda. I bambini vedono talmente pochi
essseri dalla pelle di colore gialloviet o rosatofranco che vengono a toccarti sconvolti. Alla faccia del paradiso tropicale…. Non voglio tediarvi con
ulteriori riflession sui problemi
razziali dell’isola … passerò al
folkumoristico.
Perildocimentariosiamostati invitati da dei pescatori creoli
del villaggo del Morne a festeggiare con loro. Come tradizione a Pasqua si mangia pipistrello al peperoncino bruciachiulo, o riccio ai ferri. La scimmia
è una specialità natalizia. Eccheccevoifà. Abbiamo accuratamente evitato. I pipistrelli
poi qui sono troppo carini , sono il doppio di quelli nostrani
ma hanno un muso chiaro e da
orsetto tipo. Ciò non toglie che
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preferirei nn trovarmene uno
nella stanza. Durante le feste,
ma anche nei giorni feriali (tanto non si fa na minchia qui) si
balla molto. I mauriziani adorano il verde e il reggae, ma la
danza tradizionale è la sega. E,
attenzione, l’ultimo il grido è il
seggae (sisì, si pronuncia proprio seghe) un misto tra i ritmi
tribali della revan e quelli giamaicani. A Venezia funzionerebbe bene credo «bea fioi stasera serata seghe”.
Abbiamo avuto il piacere di
festeggiare anche Ougadi (il 5
aprile) festa indiana, per i creoli occasione di imbriagarsi e
ballare. Devo ammettere che
creole tirate spossono essere per un’europea fonte di autocritica. Sono delle Alice Andreoli con una mano di terra di
siena bruciata, con tacco a spillo e 20 cm di stoffa aderente.
Grazie alla gastrite del dopofesta sono rimasta un po a dieta e il medico mi ha prescritto
uno strano farmaco indiano e
della coca cola calda senza gas.
Dopo l’ostello, la zona dei benestanti. Noleggiamo una casetta creola nel giardino di un
produttore discografico cinese. Produce artisti reggae e seghe ovviamente! Il tizio è un figo, è sposato con una tedesca,
freakettoni coi schei, hanno 2
figlie adolescenti e un più piccolo che sembra una miniatura di bruce Lee. La casetta è abbastanza grande, ho piu posto
per dipingere (il problema qui
per l’attività pittorica oltre allo
spirito di cazzeggio, sono gli
insetti che attaccano la pittura:
le formiche adorano la lacca di
garanza). Qui abbiamo un sacco di amici abbastanza piccoli e discreti (i topi), cani, gatti,
geki… ma il pezzo migliore è
la spiaggia privata micidiale; gli
stronzi delle ville a fianco stanno in piscina, quindi non c’è
mai nessuno per chilometri.
Per vostra fortuna non ho
nient’altro da raccontare, se
non che faremo presto un giro dell’isola in macchina, e che
le fosse biologiche mauriziane
hanno marcato sopra duraco… A bientôt!»
pagina
5 numero 9 anno 2 maggio 2008 IL RIDOTTO
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Elezioni ed erezioni per il monumento a Zorzi Baffo in campo S. Maurizio: tutti i risultati
S
u 397 schede votate sono
434 i voti validi: Sì 69,69
% (302 voti); No 0,5 %
(2 voti); Sì e anca No 6% (26
voti); tra gli altri: La Mia Erezione 6,9% (30 voti); Giangiacomo Casanova 5% (22 voti);
Maurizio Scaparro 4% (17 voti); Massimo Cacciari 3% (13
voti); Santiago Calatrava 2%
(9 voti); Lorenzo Celsi «il doge
pazzo» 2% (8 voti); Bruno Tosi 1% (4 voti); Gianni Matteucci Bechèr (4 voti). La somma
del totale non torna poiché il
professor Karl Hainz R. Bullhaimer, durante lo spoglio, si
è turbato anche e soprattutto a
causa delle ombre e dei cicheti e ha fracassato il pallottoliere che teneva in grembo. Così l’esimio professore ha commentato i risultati: «È un successo netto e inequivocabi-
le, ampiamente previsto, dalle proiezioni, dai sondaggi e
anche a naso; per sopraggiunti limiti di età alcuni tra gli altri non raggiungono purtrop-
po il quorum; è evidente il voto di protesta «La Mia Erezione»; mentre non riusciamo ancora a capire come si possa votare «Sì e anca No», vorrà dire
Colo De Fero declama Baffo. In primo piano scheda per l’erezione.
che la prossima volta riformeremo e forse miglioreremo il
sistema erettorale». Le erezioni si sono svolte regolarmentee, senza intoppi né intemperanze. La concomitanza con
la celebre e molto sbragazzada su e zo per i ponti (d’eco ma
non stile baffesco) ha spinto
comitive di veneziani (soprattutto quarantenni) a votare di
corsa e leggermente sudati. In
tutto ha votato il 100% (cento
per cento) degli elettori giunti al seggio, anche se la percentuale totale delle erezioni è rimasta a tutt’oggi sconosciuta. Confermate le previsioni
del prof. Karl Heinz R. Bullhaimer, sondaggista ufficiale
della Compagnia, che già negli exit-poll(ution) aveva disegnato una schiacciante vittoria per il «sì» all’erezione.
Anteprima musicale: inedita sinfonia con Baffo e Casanova del compositore Enrico Fischer
U
na nuova sinfonia
per orchestra e coro interamente dedicata a Giacomo Casanova
e Giorgio Baffo è stata composta dal musicista svizzero
Enrico Fischer (che è un uomo meraviglioso). La prima
della composizione è prevista per novembre a Basilea.
S’intitola «La Giudecca» ed
è stata creata a Venezia, proprio appunto varda ti in una
camera con vista sull’isola da
cui prende il nome.
Enrico Fischer, che abbiamo avuto il sommo piacere
di conoscere personalmente
durante l?Erection Day del
13 aprile, così descrive brevemente per la nostra gioia: «È
un’opera in tre parti: la Musa; Venezia; Casanova incontra Baffo; per soprano solo,
coro e orchestra». La terza
sezione «Casanova incontra
Baffo» è quella che più stimola I Antichi, come anticipa l’autore: «Una parte ha per
A sinistra: Enrico Fischer con Donna Lucrezia nel nostro circolo;
sopra. La Cappella dei Grilli Opera Company in concerto.
soggetto una poesia di Baffo
e l’altra un testo meraviglioso di Casanova. Il coro canta in dialetto veneziano i versi di Baffo e il soprano contemporaneamente gode l’orgasmo casanoviano».
Enrico Fischer ha fondato
nel 1976 la Cappella dei Grilli Opera Company, di cui è
direttore artistico. Della sterminata serie di concerti non
vi daremo contezza, anzi vi
diamo grazia. Concludiamo
con le parole di Enrico: «La
Cappella dei Grilli è composta da professionisti e insegnanti: il coro è di venti elementi e l’orchestra varia da
quindici a trentacinque secondo necessità, con un repertorio tra sacro e profano.
Lo scopo dell’ensemble è di
dare interpretazioni affasci-
nanti per la trasparenza e la
precisione dell’esecuzione».
Rapiti dall’entusiasmo, I
Antichi faranno di tutto per
promuovere la creazione
musicale in onore dei nostri
antenati preferiti.
pagina
S
6 numero 9 anno 2 Maggio 2008 IL RIDOTTO
i sentivano un po’ soli i Gemellini Casanova. Nonostante
avessero un fratello esuberante come Giacomo, che con la sua vita
avventurosa non faceva mancare loro
preoccupazioni costanti, e una mamma premurosa come Cleonice che li
riempiva di amorose coccole. Si sentivano un po’ soli perché diversi. Perché
nessuno vestiva tutto di rosa come loro
e perché nessuno parlava, come loro,
con la voce del conte Emile Targhetta
D’Audiffret chiamato Dutyfree dal
ballerino-bechér John Carnem Mattews. Un’icona, il conte. Il loro nume
tutelare. Il loro padre spirituale. Il
loro faro nella notte. La loro guida.
Il loro modello. L’uomo senza il quale probabilmente non sarebbero nemmeno mai esistiti.
Immaginatevi perciò quale fu il loro immenso stupore e la loro profondissima gioia quando, in un giorno
più buio degli altri, e che non prometteva nulla di buono, incontrarono la
luce. Un altro come loro. Finalmente. Un altro Gemellino. Assolutamente identico. Solo un po’ più piccolino di statura. Ma vestito tutto di
rosa come loro. E che parlava anche
lui con la voce del conte Targhetta. Si
presentò timido, in una notte di tempesta, all’antico salone «La Bauta»,
in campo San Polo, a Venezia, dove agli albori del nuovo secolo, l’anno duemila era appena incominciato, i Gemellini Casanova davano vita, con la Compagnia de Calza «I
Antichi», all’incomparabile varietà
comico-acrobatico-erotico intitolato
«Il Casanova inquisito», per la regia
dell’immenso Antonio Giarola, con
artisti meravigliosi come i portoghesi Los Manducas, l’avvenentissima
contorsionista Assiya dal Kazakistan, gli eroticissimi acrobati Jis &
Weder, la formidabile orchestra diretta da Marney Taylor, la voce sublime
dell’usignuolo di Caracas Francisco
«Frenzi» D’Andrea, e naturalmente l’impareggiabile Maurice Agosti
nei panni fascinosi del Cavaliere di
Seingalt.
Lo spettacolo, che avrebbe segnato
un’importante svolta artistica nella
vita della Compagnia, perché iniziava quel percorso di contaminazione
fra arti circensi e «momarìe» e «demonstrationi» della commedia dell’arte, unico in Italia, e che sarebbe
culminato con le prestigiose Caval-
venezia san marco
Ritratti. Un gemellino in cerca di guai
Silvio Cilvio Giulietti visto da Bob R. White
Sopra: Cilvio è il Terzo Gemellino alle prese con la gabbietta degli
uccellini; sotto, in missione al mercato del bestiame di Kabul nel 2006
chine alla Fenice del 2007 e 2008,
ebbe il potere di stregare quel giovanottino smilzo e minuto dagli occhi di
carbone acceso e dai lunghi e neri capelli ondulati come le onde del mare
del Lido. Cilvio, è di lui che stiamo
parlando, altrimenti detto anche Silvietti. Silvio Giulietti, per l’anagra-
fe. Era finito lì, alla «Bauta», per altri, più banali, e consuetudinari motivi. Ignaro di quanto avrebbe visto e
gli sarebbe poi successo. Silvietti infatti lavorava. Era venuto a vederci
per lavoro. Perché ce l’avevano mandato. Anche un po’ sbuffando. Perché per filmare una monada perde-
2674 campo san maurizio
va una serata che avrebbe potuto più
utilmente impiegare per dedicarsi ad
altri passatempi a lui più congeniali.
Vedremo poi quali. Già perché Cilvio filmava. Portava una telecamera in spalla, grande e pesante, sotto
la quale praticamente scompariva, e
filmava per la Rai radiotelevisioneitaliana. Era venuto a filmare il nostro spettacolo insieme a Ferruccio,
una firma del giornalismo televisivo,
che poi lo avrebbe raccontato, e lo ha
fatto benissimo, e di questo ancora lo
ringraziamo.
Ma quella sera successe qualcosa.
Perché nella vita qualche volta accade. Anche mentre si lavora. Cilvio s’innamorò. Non che non gli fosse
mai capitato prima. Ma quella volta fu diverso. Perché Cilvio s’innamorò di noi. Della Calza, ma soprattutto dei Gemellini Casanova. Finito lo spettacolo venne nel nostro camerino, dove stavamo schiamazzando e bevendo, naturalmente nudi, come al solito, con due occhi che non gli
avevamo mai visto. Lo guardammo,
ci guardò. E disse solo: «Voglio essere il vostro gemellino». Non gli chiedemmo spiegazioni, non gli domandammo nulla. Lo abbracciammo e
lo baciammo. E basta. Da quella sera i Gemellini Casanova diventarono tre. Tutti uguali ma diversi. Tutti e tre vestiti di rosa e tutti e tre con
la voce del conte Targhetta. Lui il più
piccolo, il più svolazzante, il più esuberante, il più isterico, il più checca,
il più pieno di piume. Da quella sera ci seguì, come terzo Gemellino, in
tutti gli spettacoli in cui poté seguirci.
A Venezia, in Italia e altrove. Sempre eccentrico e meraviglioso. Impareggiabile. Resta memorabile la sua
performance al teatro-circo montato
l’anno dopo al Casinò di Ca’ Noghera per lo spettacolo «I giochi segreti
di Casanova», il secondo della trilogia dedicata al grande amatore, in cui
afferra al volo la grande e pesantissima uccelliera di ferro rosa lanciatagli a tradimento dall’altro Gemellino
più checca, rotola a terra dimenandosi ossessivamente mentre gli uccelli mandano grida disperate, e infine
soccombe in un’esplosione di piume di
uccelli e boa di struzzo quando l’altro
Gemellino esasperato gli tira un colpo
col suo settecentesco pistolone. Fu in
quella occasione che, seminudo in camerino, disse, come si vede nel dvd di
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7 numero 9 anno 2 Maggio 2008 IL RIDOTTO
venezia san marco
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E tre! Vita e avventure di Lorenzo Da Ponte, Venezia in carne viva: usi abusi e consumi
librettista e libertino veneziano
lectio magistralis di Gianni Matteucci
U
n documentario per
parole e musica di
Leonardo Mello, dedicato al poeta librettista e libertino Lorenzo Da Ponte,
giramondo impenitente e geniale. Provate un doppio senso di déjà vu? Ebbene sì: era in
programma nel mese di marzo, è stato spostato in aprile e
poi rimandato a maggio! Per
cui repetita iuvant: Leonardo
dirige, e in gran parte scrive,
la rivista bimestrale VeneziaMusica e dintorni, edita da Euterpe, giunta al suo quinto anno di vita; insegna all’università, è sposato con una splendida donna, Eva, e ama
Carmen, il cane
più bello del
mondo.
Di tutti i
personaggi bizzarri, e ce sono tantissimi, del
Settecento
veneziano,
Lorenzo Da
Ponte è uno dei
più scatenati, irrimediabilmente
giramondo
irrequieto
e imprevedibile.
Nasce come Emanuele Conegliano a
Ceneda il 10
marzo 1749
(quando Ceneda non si chiamava ancora Vittorio Veneto). È
noto soprattutto come autore
dei libretti di tre grandi opere
di Mozart. Dopo aver studiato in seminario, diventa prete
e vive a Venezia, dove si dimostra libertino e spregiudicato
e nel 1779 viene espulso dalla
Repubblica. Prima a Gorizia e
poi a Dresda, dove inizia alla
sua attività di poeta e librettista. Giunto a Vienna nel 1781,
per interessamento di Antonio Salieri diventa poeta della
corte dell’imperatore Giuseppe II. Collabora con Mozart
per la creazione di tre capolavori: Le nozze di Figaro (1786)
dalla commedia di Beaumarchais, Don Giovanni (1787)
(al libretto diede qualche contributo anche Giacomo Casanova) e Così fan tutte (1790).
Dopo la morte di Giuseppe II nel 1790, Da Ponte cade in disgrazia presso la corte e nel 1791 si deve allontanare da Vienna. Persa la popolarità dal 1792 al 1805 vive a Londra; successivamente si
trasferisce negli Stati Uniti e dopo alcuni spostamenti si stabilisce a New
York. Qui
si dedica all’insegnamento
della lingua e della letteratura italiana; cerca inoltre,
ma con scarso
successo, di
promuovere la costituzione di
un primo
teatro operistico. Dal
1823 al 1827
pubblica le sue
Memorie in 3 volumi; una loro stesura definitiva viene redatta dal
1829 al 1830. Muore a New
York, nell’afoso pomeriggio
del primo agosto 1838. La musica che accompagna la conferenza è un florilegio trascelto da Monica Vaccari, grande ammiratrice di Da Ponte,
Wolfgang Amadeus (nelle immagini) e di Don Giovanni.
P
ossente conferenza del
grandissimo Gianni
John Matthews Matteucci, colonna portante della Compagnia nonché esotica
ballerina del ventre e di mambo sui palcosceni d’Europa.
italiano burocraticoigienista i bechèri) sulla ribalta del
bancone, tra frigoriferi e affettatrici, illustra con dovizia di particolari la vastissima esperienza accumulata
negli anni.
Sopra: tabella dei tagli francesi; sotto: John Matthews con alcuni amici
durante una festa nel celebre palazzo Ca’ Vendramin Calergi
Carne, carne, carne e ancora carne in una sarabanda per
parole immagini e sostanza
che racconta storia e abitudini alimentari e culinarie dei
veneziani, con parole, immagini e prove pratiche.
John Matthews, che suo
malgrado ha condotto con
perizia e maschia potenza
una lunga carriera di esercente zootecnico cittadino
(così si dicono nell’asettico
Avevate dubbi sulla spienza? Sul rumegal? Sulla trippa? Nerveti, recie, tetine, testine, animele? Castrà, capponi, polastri e faraone? È
ora di toglierseli di torno con
una guida d’eccezione.
Segreti e curiosità di una città che ha fatto del pesce la sua
bandiera ma che ha nella carne, e soprattutto nelle bistrattate frattaglie i suoi più alti
brividi di autentica lussuria.
pagina
8 numero 9 anno 2 maggio 2008 IL RIDOTTO
Un gemellino in cerca di guai – continua da pag. 6
quello spettacolo, mentre per una volta qualcuno filmava lui invece di essere lui a filmare gli altri: «Prima avevo
una famiglia. Ero un uomo normale. Adesso ho due fratelli recchioni. E
anch’io sono diventato recchia».
Nel frattempo, tra uno spettacolo e
l’altro, tra un Gemellino e l’altro, tra
una festa e l’altra, dove inventa un altro celebre duo col quarantenne Sebazorzi, quello dei gai marinai, Cilvio
continua a filmare. E siccome è bravo, è molto bravo, diventa uno dei cineoperatori migliori di mamma Rai,
che lo manda in giro, da inviato speciale, non solo per paesi e città di tutta Italia, ma anche di tutto il mondo, e persino a raccontare, con la forza e l’eleganza delle sue immagini, le
guerre più sporche del pianeta. Va
in Iraq, in Afganistan, in Libano,
e filma soldati e battaglie, esplosioni e carri armati, deserti e notti di
stelle. Vince anche dei premi, se li
merita tutti. E regala alla Compagnia de Calza le immagini bellissime
che daranno vita, nel 2002, al primo film-documentario, «David Larible a Villa Grock», prodotto dagli Antichi, che abbiamo ideato, diretto e montato insieme, e che godrà di
una discreta fortuna tra gli amatori
del genere, nonché ai festival del circo
venezia san marco
di Brescia e di Latina.
dalla professione, dallo status anaMa non saremmo noi se tacessimo, grafico, dalla condizione sociale. Asa questo punto, della terza grandissi- solutamente democratico, e internama passione del terzo Gemellizionale, anche in questo. La nono, dopo (dopo? Assieme
stra proverbiale discrezioforse! O forse prima?)
ne non ci consente, coquella per le immam’è ovvio, di fare nogini e quella per gli
mi e cognomi. AnAntichi. Ovveche se li sanno tutrosia la grande
ti. Possiamo solo
passione, che poaccennare, cotremmo anche
sì, restando nel
definire sfrenavago, a un’inta, sviscerata,
sana e assoluincontenibile,
tamente immoper tutto quantivata passione
to possa assomiper le telegiornagliare, a volte anliste (anche di fache vagamente, a
ma), per le balleuna creatura di sesso
rine russe, le sorelfemminile. Arrivando
le brasiliane, le ragazfino al punto di sposarne Cilvio e Sebasex zotte furlane, le signore lipiù d’una. Non contemporabanesi, le vaporose funzionarie
neamente, s’intende. Ma mettendo- di enti pubblici, e qui ci vogliamo grasi sempre, inevitabilmente, quasi fos- ziosamente fermare.
se un copione già scritto, in cerca di
Ma non saremmo noi (ancora) se
guai. Di ogni tipo e di sorta. E sce- tacessimo quello che ci piace di più
gliendo le sue preferite indipenden- raccontare di lui. E che ora possiatemente dall’età, dalla nazionalità, mo finalmente rivelare urbi et orbi.
I viaggi di Silvio Giulietti negli angoli martoriati del
pianeta, immagini e parole dell’autore, verranno
raccolti in volume a cura de I Antichi Editori, che
vedrà la luce appena terminato.
2674 campo san maurizio
Che al di là di queste insane passioni
muliebri, frutto peraltro di residuali estri giovanili a nostro parere, più
di immagine che di sostanza, in realtà Cilvio ha vissuto per anni con un
uomo. Dividendo la stessa casa. La
stessa cucina. Lo stesso salotto. Le
stesse scale. Lo stesso divano. Lo stesso bagno. Lo stesso letto non sappiamo. Di sicuro gli stessi piatti, le stesse posate, gli stessi bicchieri. A volte,
forse, anche gli stessi vestiti. La stessa
biancheria. E che uomo che era. Non
Cilvio, l’altro, quello che viveva con
lui, il Rambo di Cannaregio, l’erculeo e prode «Spema» Sebasex! E che
ci fosse qualcosa, l’aveva ben capito il
suo autista, interprete, guida e guardia del corpo iracheno che lo conduceva in giro per gli anfratti, i misteri e gli
orrori di Bagdad. Era un bel ragazzo bruno. Cilvio si era accorto che lo
guardava sempre più spesso con occhi
di cerbiatto. Finché un giorno l’autista-interprete.guida-guardia del corpo iracheno lo guardò più intensamente del solito e gli disse: «Abibi».
Abibi vuol dire amore. Abibi Cilvio. Sei stato uno dei migliori acquisti
della Compagnia de Calza negli ultimi dieci anni. Per l’amicizia, l’intelligenza, l’ironia e il divertimento. E lo
sarai per molti anni ancora. Grazie
per esserci gemellino abibi.
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Hanno collaborato: Judith Jurubeba Souza Bomfim Zancopè,
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n. 09 Il Ridotto de I Antichi - Compagnia de Calza «I Antichi