International Journal of Arts and Sciences 4(1): 231-237 (2011) CD-ROM. ISSN: 1944-6934 © InternationalJournal.org Un’altra Lauda di San Francesco d’Assisi. La Lauda Di Francesco di Angelo Branduardi Nicoleta Călina, University of Craiova, Romania Abstract: Angelo Branduardi rediscovers the spirituality of San Francis and the theatres all over Italy vibrate under the magic of a new show since 2000 within which Branduardi brings on stage the life of St. Francis of Assisi and the literary dimension of the founder of the Franciscan Minor Order (1181-1226), canonized two years after his death, the author's first literary text spoken in Italian, one of the oldest documents of Italian literature. Il Cantico delle creature or Canticus creaturarum composed two years before he died, coincides with the concept of the History of Italian Literature. With the Lauda di Francesco, poetry meets the immensity of faith. It is a musical journey that the cant-author follows on the tracks of the literary compositions of Francis, in which he emphasizes the strength of simplicity and the power of the miracle that is lived day by day. Keywords: San Francesco, lauda, Angelo Branduardi, theatrical performance. La musica è una delle più amate forme d’arte attraverso cui - interpretata da uno strumento o da una voce - la gente accompagna le proprie emozioni: la gioia, la malinconia, la tristezza, il dolore. Attraverso la musica, l'uomo si sente più vicino anche a Dio. La musica è parte della vita umana da tempi immemorabili. La lauda, composizione poetica e musicale che ha alle sue origini il Cantico, segna il passaggio dalla forma lirica alla forma drammatica. Alla fine del Duecento la musica della “lauda” è già avviata alla tonalità e compaiono le arie “allegre”, in contrasto con toni luttuosi e penitenziali, a volte più recitativi. La lauda drammatica è l’erede della nuova civiltà che sboccia in quella estrema età del Medio Evo piena di germi di vita moderna, in Italia rigogliosa come in nessuna altra parte dell'Europa. In questo ambito nasce la lauda in volgare, prima lirica e poi drammatica. È naturale inoltre che nasca nell’Umbria di San Francesco di Assisi, una figura luminosa del Periodo Medioevale che si ricollega alla lauda, nonché espressione sublime di italiano e di santo. Il suo celeberrimo “Cantico delle Creature” è la prima e più alta espressione di lauda sacra in lingua volgare, e quindi, possiamo dire che San Francesco è il primo trovatore italiano. 1 Il Duecento e il Trecento hanno attraversato un periodo durissimo di povertà, una povertà assoluta, la Madonna Povertà. Animato dalla fede e convinto della sua vocazione, Francesco 1 Bruna Catalano Gaeta, Musica, linguaggio universale, Irace Print, Napoli, 1987, p. 34 International Journal of Arts and Sciences 4(1): 231-237 (2011) CD-ROM. ISSN: 1944-6934 © InternationalJournal.org d’Assisi è stato un esempio di vita austera e di amore per la Creazione divina: parla agli animali (al lupo e agli uccelli ecc.) e rende lode a Dio esprimendo la sua gioia perfetta. Il fondatore dell’ordine dei Frati Minori, l’umbro Francesco (1181-1226), conosciuto anche come “Il Poverello” o il santo dell’amore e della misericordia, è l’autore di uno dei primi testi letterari in volgare, uno dei più antichi monumenti della letteratura italiana. Il Cantico di Frate Sole, o Laudes creaturarum, composto due anni prima della sua morte, entra nella Storia della letteratura italiana ma non con l’inizio di essa. De Sanctis 2 “ignora Francesco al D’Ancona e Bacci che svalutano il Cantico come raffazzonatura di Daniele”. Solo cominciando col trentennio successivo è ripreso il cliché romantico dell’ingenuo poeta rapito in contemplazione del cosmo 3. Con la nascita della scienza storiografica, l’opera di Francesco è presa in considerazione dalla critica filologica. Il Cantico, scritto in volgare umbro, ma con degli influssi toscani e anche latini, è una lode a Dio, un inno alla vita, una preghiera in cui si dimostra l’amore per la natura e si esprime una grandiosa lode al Creatore. Nel creato è riflessa l’immagine del Creatore, si parla di una fratellanza fra l’uomo e tutto ciò che è stato creato. Il motivo principale è l’umile accettazione di tutta la vita che palpita intorno a noi e che proviene da Dio che è bontà e amore. L’uomo può sentire la presenza amorosa e paterna di Dio per tutto il creato e sentire fratelli tutti gli esseri che provengono da un unico Padre. Solo adeguandosi alla volontà di Dio l’uomo acquista il suo giusto posto, e la ritrovata purezza dell’anima gli consente di guardare il mondo con lo sguardo limpido e di scoprire la sua vera bellezza. Nel Cantico esistono tre elementi essenziali: un locutore che enuncia un messaggio, il messaggio contenente la lode e un destinatario a cui è diretto 4. Gli appellativi indicano Dio come ricevitore dell’elogio: le virtù divine sono evocate con lo scopo di mettere in luce la partecipazione dell’essere umano all’essere divino. Il messaggio può essere trasmesso imperativamente alle creature che sono invitate da un io parlante, il locutore, ad emettere un messaggio di lode. Il verbo “lodare” non solo descrive l’azione di chi lo utilizza, ma implica un elogio. Sono stati anche individuati i modelli biblici di riferimento del Cantico: questi sono il Salmo 148 di Davide e il Cantico dei tre “giovani nella fornace” (Daniele, 3:51). Nella liturgia, il nome di Cantico si riferisce a quei brani in cui qualcuno si rivolge al Signore in modo diretto con lodi. Questi brani non sono inclusi nei salmi, ma staccati dal contesto sono usati nell’ufficio divino a guisa di salmi. Il cantico è recitato ogni domenica o Festa maggiore, nella parte delle lodi. Francesco conosceva la composizione di preghiere paraliturgiche fatte sui modelli di canti biblici inclusi nella liturgia 5. La veste letteraria che 2 Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Introduzione di Giorgio Luti, Sansoni, Firenze 1960, p.118 I. Della Giovanna, San Francesco d’Assisi giullare e Laudes Creaturarum, in <<Giornale storico della letteratura italiana>>, XXV (1895) e in Giovanni Pozzi, Il Cantico di Frate Sole di San Francesco, Letteratura Italiana Einaudi, vol. I, a cura di Alberto Asor Rosa, Torino, Einaudi, 1992, p.34 4 Idem Pozzi, Giovanni, pp. 12-31 5 Poeti italiani del Duecento, a cura di Gianfranco Contini, I-II, (La Letteratura italiana storia e testi), Riccardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli 1960, p. 22 3 International Journal of Arts and Sciences 4(1): 231-237 (2011) CD-ROM. ISSN: 1944-6934 © InternationalJournal.org Francesco ha scelto per il Cantico - che trascura il verso regolare per seguire l’andamento della salmodia, l’accompagnamento musicale 6e l’ordine nell’eseguirlo - sottolinea la volontà dell’autore di inserirsi con voce sua in quella produzione di lode perpetua che è l’attività primaria della Chiesa. All’interno della Lauda di Francesco incontriamo quattro elementi fondamentali che formano la struttura del nostro mondo: il vento, l’acqua, il fuoco e la terra, e sul firmamento ci sono la luna, il sole e le stelle. A Dio corrispondono tre appellativi: altissimo, onnipotente e buono, a cui vengono resi tre omaggi, cioè la lode, la gloria e l’onore. L’azione della lode a Dio appare come un itinerario dal Creato al Creatore, un itinerario dei sensi più che della mente. Incontriamo anche la lode alla morte, chiamata sorella, che nessun uomo può evitare; e si mette l’accento sulla sua positività, in quanto Dio segnerà il passaggio alla vera vita e alla piena coscienza della divinità. Il Cantico non è un azione di lode compiuta in un dato momento della storia da un uomo la cui partecipazione alla coscienza del primato della glorificazione è fragile. Un elemento retorico-linguistico molto importante è l’abbondanza dell’aggettivazione riferita a Dio. C’è la scelta di un volgare prosastico che segue i modelli biblici della Vulgata ed è cadenzato secondo pratiche medievali non prive di significato 7. La natura, il dolore e la morte fanno parte di questa armonia: da una parte perché il dolore, se sopportato nel nome di Dio, è un mezzo di purificazione che avvicina a Lui, dall’altra perché ci si pone in comunicazione con un mondo più autentico. Ci sono state delle interpretazioni secondo le quali è stato avvertito un contrasto fra l’ispirazione ottimistica dei primi versi e quella drammatica degli ultimi, e soprattutto i vv. 26-30, che alludono al pericolo della dannazione. Le creature del Cantico si inseriscono in un sistema enciclopedico di una realtà cosmica come allora si concepiva 8: si parla di fratello e sorella. L’autore mette l’uomo a livello di tutte le creature del mondo, in quanto lui stesso è una creatura, anche se chiamato ad una maggiore responsabilità morale, in quanto è dotato di libero arbitrio e trova la beatitudine e la salvezza solo nel rispetto della legge divina. La lode di tutte le creature e la celebrazione della loro dignità mettono in luce l’atteggiamento di umiltà con cui Francesco si rapportava al creato. In un linguaggio semplice dotato di una chiarezza molto espressiva, abbiamo un messaggio molto chiaro: solo chi perdonerà e accetterà il dolore, rimettendosi alla fede, sarà salvo. Il cantico è scritto in prosa ritmica e si ispira alla traduzione latina dei salmi biblici. Francesco viene canonizzato, dopo quasi due anni dalla sua morte, dal cardinale Ugolino, diventato Papa Gregorio IX, che era stato il suo protettore. Oggi, nella città di Assisi, dove si 6 Luigi Surdich, Storia della letteratura italiana, a cura di Andrea Battistini, ed. Il Mulino, Bologna, 2005, pp.24-28 AA VV, Strumenti per lo studio della letteratura italiana, EDISUD, Salerno, 2003, p. 19 8 La poesia lirica del Duecento, a cura di Carlo Salinari, Collezione dei Classici italiani fondata da Ferdinando Neri e Mario Fubini, diretta da Giorgio Bàrberi Squarotti, UTET Torino, 1968, p.50 7 International Journal of Arts and Sciences 4(1): 231-237 (2011) CD-ROM. ISSN: 1944-6934 © InternationalJournal.org trova la Basilica di San Francesco, migliaia di persone vanno ancora a vedere le testimonianze di una vita esemplare rappresenta nei famosi affreschi di Giotto. Ritornando al motivo della lauda, ora facciamo un breve excursus sulle rappresentazioni in musica ispirate dalle Laudi di San Francesco d’Assisi: nel 1924 c’è il Der Sonnengesang des heiligen Franziskus von Assisi - Cantico delle Creature per Coro, Solisti, Voci di ragazzi, Organo ed Orchestra, Op. 25, di Hermann Suter, Svizzera (Kaiserstuhl, 1870 - Basel, 1926); nel 1972 Fratello Sole, Sorella Luna, colonna sonora composta da Riz Ortolani, interpretata da Claudio Baglioni e da Donovan (nella versione inglese col titolo “Brother sun, sister moon”) per l'omonimo film di Franco Zeffirelli; tra 1975-1983 l’opera Saint François d'Assise di Olivier Messiaen; nel 1981 il musical Forza Venite Gente di Michele Paulicelli; nel 1984 nell'album musicale Così... di Paolo Spoladore; nel 2000 (in occasione del Giubileo) l’album musicale L'infinitamente piccolo di Angelo Branduardi; nel 2001 Altissimo nell’album musicale Unanima di Paolo Spoladore; nel 2004: Francesco, brano di Mango, tratto dall’album Ti porto in Africa; nel 2006 l’opera lirica Francesco d'Assisi, composta da Orio Odori su libretto di Daniele Bacci. Più recente, nel 2009, c’è l’opera popolare contemporanea San Francesco d'Assisi, per pianoforte, orchestra e voci recitanti composta da Tiziano Albanese su testi di San Francesco, Dante, Tommaso da Celano. 9 Il santo umbro riscuote un particolare successo proprio presso gli artisti e gli intellettuali. La seconda vita di Francesco d’Assisi di Josè Saramago e Lo santo jullare Francesco di Dario Fo sono due esempi molto eloquenti, opere che sono molto libere rispetto alle fonti, ma rappresentano una testimonianza del fascino che dopo ottocento anni il Poverello continua a suscitare. Una delle più interessanti riprese del tema della Lauda di San Francesco è quella di Angelo Branduardi, un cantante e compositore italiano di folk che ha avuto uno straordinario successo in Italia ed in altri paesi europei dopo la riscoperta della spiritualità di San Francesco e che ha riportato in vita il genere laudistico con lo spettacolo Lauda di Francesco sulla vita di San Francesco d’Assisi. La lauda di Francesco riprende i motivi di questa antica forma d’arte che è la lauda. L’opera è la continuazione del progetto “Infinitamente Piccolo”, album di Angelo Branduardi, realizzato e prodotto da Alberto Parodi e Vittorio Costa, testi di Luisa Zappa Branduardi, sceneggiatura di Stefania Garibaldi e Angelo Branduardi. Le coreografie sono di Alberta Palmisano, le scenografie e i costumi di Paola Benvenuto. Gli interpreti sono Gualtiero Scola (Francesco), Angela Ciliberti (Chiara), Walter Tiraboschi (Bernardo) e la regia è stata firmata da Oreste Castagna. Il concerto ha avuto un enorme successo ed è stato interpretato davanti ad un pubblico romano di migliaia di persone e alla presenza del Papa Giovanni Paolo II nell’agosto del 2000. Con la Lauda di Francesco di Branduardi la poesia incontra l'immensità della Fede. Si tratta di una sorta di viaggio musicale sulle tracce delle composizioni letterarie di Francesco, in cui si sottolinea la forza della semplicità e la potenza del miracolo che si vive giorno per giorno. La Lauda di Francesco non è un musical, non è neanche un concerto, nè una danza, ma proprio 9 http://en.wikisource.org/wiki/Catholic_Encyclopedia_(1913)/St._Francis_of_Assisi, consultato il 12 giugno 2010 International Journal of Arts and Sciences 4(1): 231-237 (2011) CD-ROM. ISSN: 1944-6934 © InternationalJournal.org una Lode. È la rappresentazione di tutte le forme di espressione in un contesto in cui esse interagiscono. Possiamo vedere nello spettacolo forme e colori ispirati ai dipinti di Giotto l’artista che “ha narrato” in immagini la vita del santo negli affreschi del Convento di Assisi dialoghi e costumi che sono incredibilmente ricchi di somiglianze. Nella rappresentazione scenica, esistono più livelli per unificare la musica unica alla straordinaria armonia della danza e alla profondità della recitazione, il tutto sotto la guida di un brillante cantautore. Nello stesso spettacolo, Angelo Branduardi incarna la figura del Trovatore: il musicista viandante e narratore che, sempre in scena, guida ed accompagna l’azione. In una dichiarazione, Branduardi illumina efficacemente il legame fra arte e trascendenza, espresso dallo spettacolo su Francesco: «La musica è sempre qualche cosa di spirituale nel senso che c’è sempre il concetto di “aldilà” nella musica, dunque è una cosa che si vede al di là della porta chiusa, al di là del muro. La musica, dunque, è tipicamente trascendente. In questo caso, c’è anche altro. Questo per dire che anch’io credevo che san francesco fosse qualcuno un po’ matto che parlava agli animali… E se leggi tutte le Fonti Francescane, che sono 1500 pagine, vedi invece un uomo straordinario che inventava cose straordinarie già 800 anni fa. È là il nuovo, non solamente la santità, ma l’umanità per avere fatto ciò che è talmente forte che, in questo momento, non so che cosa altro fare». 10 Il musical è impregnato di allegorie e Branduardi lascia il suo angolo di menestrello narratore per entrare nella storia della propria gioia di essere uomo. Siamo di fronte a dei temi di grande attualità, e vi sono delle analogie sorprendenti tra epoche e culture apparentemente distanti tra loro. La malvagità, la guerra, l’ecologia, la pace, la solidarietà sono dei temi principali della lauda dove, in un unico coro, si canta insieme l’Amore per la Vita e la Speranza, che non deve morire mai e che si desidera di poterla trasformare in qualcosa di veramente unico e bello. 11 Angelo Branduardi ritrova la spiritualità del santo e con questo spettacolo, tutta l’Italia vibra dal 2000 in poi fino ad oggi insieme all’atmosfera fantastica dello spettacolo, dove la poesia incontra la musica e la fede in una sinergia perfetta. Sulla figura di Francesco che si stacca dallo spettacolo, la sceneggiatrice Stefania Garibaldi afferma: «Non crediamo ci sia nulla da aggiungere sulla carismatica figura di San Francesco, nulla che i nostri cuori non sappiano già. Possiamo solo sottolineare che quest’opera è semplicemente la storia di un grande uomo e che la scelta artistica è mirata a far vivere un po’ di San Francesco in ognuno di noi. San Francesco che è prima di tutto un uomo, un uomo straordinario che, con il suo esempio, può far riflettere tutti sulla propria vita. Francesco che ci fa riflettere su tematiche più che mai attuali: la pace, l’ecologia, la speranza e la solidarietà. Francesco che è solare, pieno di vita, passionale come un uomo qualunque; che è vittima della 10 11 Francesco Neri, www.angelo-branduardi.com/ita/inter_angelo, consultato il 7 febbraio 2010 Silvia Parma, The Lauda Francesco, www.ciaoradio.com/article, consultato il 21 marzo 2010 International Journal of Arts and Sciences 4(1): 231-237 (2011) CD-ROM. ISSN: 1944-6934 © InternationalJournal.org rabbia di fronte alle ingiustizie e che si lascia prendere dallo sconforto nel vedere tanta sofferenza; ma che, grazie alla sua fede profonda, non smette di credere di poter cambiare il mondo. E così ha fatto. Francesco che, controllando la “animalità” insita in sé stesso, sceglie la strada della speranza e della compassione. Francesco che è forte e debole allo stesso momento, innamorato della vita e disgustato dalle sofferenze; Francesco che ama la natura nella sua totalità - positiva e negativa - ed è cosciente di poter vedere la vita anche nel dolore e nella malvagità. Francesco che è legato da una forte fede con Chiara, una fede per la stessa missione, che li porta a risvegliarsi nella completa contemplazione della vita. Francesco che è cosciente della sua missione, ma rimane umano nella complicità con i suoi amici-fratelli, come avviene con Bernardo». 12 Branduardi può essere definito “un musicista europeo”, perché nel contesto del rock ha saputo inserire i climi e gli strumenti della musica medioevale e perché il consenso che riscuote in Italia e in Europa diventa sempre più intenso. La sua sensibilità l’ha condotto a dialogare con tantissimi generi di musica, dalla musica antica della tradizione, sino alla musica etnica e al rock. Con la “Lauda”, Branduardi si è ricreato una forma di rappresentazione che, in forte connessione con il teatro sacro e popolare del XIII secolo, incontra le origini della lingua italiana e riesce ad essere sorprendentemente nuovo. Con questo spettacolo lui è riuscito a resuscitare il genere della lauda nella musica. Bibliografia: 1. ***, La poesia lirica del Duecento, a cura di Carlo Salinari, Collezione dei Classici italiani fondata da Ferdinando Neri e Mario Fubini, diretta da Giorgio Bàrberi Squarotti, UTET Torino, 1968 2. ***, Poesia italiana, il Duecento, Introduzione di Piero Cudini, Garzanti, Milano, 1978 3. ***, Poeti italiani del Duecento, a cura di Gianfranco Contini, I-II, (La Letteratura italiana storia e testi), Riccardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli 1960 4. AA VV, Strumenti per lo studio della letteratura italiana, EDISUD, Salerno, 2003 5. Balaci, Alexandru, Storia della letteratura italiana, (Duecento e Trecento), Editura Didactică şi Pedagogică, Bucureşti, 1962 6. 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