Lepore, il poeta che buca l’anima
Scritto da Roberto Renzulli
Martedì 01 Maggio 2012 09:38
Il 18enne atripaldese è uno dei più validi autori irpini in erba. In fase di pubblicazione la sua
raccolta “Poesie in cassa di integrazione” della casa editrice Il Papavero
Antonio Lepore, 18enne figlio di un carabinieri in servizio ad Atripalda e di una casalinga, è un poeta contemporaneo atripaldese. E’ incluso nella cerchia dei più validi ragazzi presenti nel
panorama irpino, proprio tra quelli che hanno avviato un discorso poetico di testimonianza della
condizione giovanile in seno ad una società di adulti ancora in cerca di identità e di un futuro.
Un discorso sulla fresca ed esuberante poesia non può non tener conto dei problemi della
società che li circonda, quelli che devono affrontare all'ombra degli adulti. Si tratta, spesso, di
voci di dissenso e di protesta, ma anche di speranza, di fiducia, di amore alla vita. Il 18enne
atripaldese cerca nella poesia non l' attuarsi di una moda, ma il rivelarsi dell'esistenza stessa
dell'arte, raccontando con immediatezza tutto ciò che è attuale, nel tentativo di fissare questi
momenti per sempre. I suoi versi esprimono con rara efficacia la dura realtà, come la difficoltà a
trovare un’ occupazione o il dramma di quelle persone che perdono il posto in fabbrica, di chi
non ha un lavoro e di chi tira avanti in cassa integrazione. Questi sono i temi che tratta Lepore,
con ironia e con leggerezza, ma si legge tra le righe quel desiderio di liberazione e di riscatto
che anima la sua generazione, in parte deluso, che costringe tanti giovani ad invecchiare
accanto ai genitori, privi ormai di sogni. Antonio ha raccolto le sue opere più importanti, circa
una quarantina, scritte da quando aveva 14 anni ed era alunno del Liceo Scientifico De
Caprariis di Atripalda, fino ad oggi, studente della facoltà di lettere moderne dell'Università di
Fisciano. C'è chi crede in lui, come Donatella De Bartolomeis che grazie alla
casa editrice Il Papavero lo ha invitato a pubblicare le sue poesie in un libretto dal titolo
provvisorio
"Po
esie in cassa integrazione"
, emblematico proprio dei nostri tempi. Lepore, però, ha anche raccontato le sere ad Arcore,
delle feste e di quella voglia tutta italiana di esaltare chi se lo può permettere alla faccia di chi
invece resta a guardare. Nelle sue strofe traspare la voglia di narrare la cruda realtà come fa il
corrispondente di cronaca nera, perché come dice lui, dentro ha un sogno, quello di diventare
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Lepore, il poeta che buca l’anima
Scritto da Roberto Renzulli
Martedì 01 Maggio 2012 09:38
giornalista. A chi gli chiede se il poeta deve essere necessariamente folle, lui risponde che lo è
solo per difendersi, perché essenzialmente è un soggetto fragilissimo. Ha un’innata capacità
passare dalle letture impegnate e dal compendio di latino, ai racconti di fantascienza o di gialli
con disinvoltura, la sua cultura è prevalentemente classica, ama la storia e il passato ed
immedesimarsi nelle proprie narrazioni. Non si ispira ai poeti contemporanei o a quelli della
contestazione giovanile, ma alle novelle di Rino Gaetano e alla sua purezza d'animo. Lepore è
felice di questa esperienza che lo lancia tra i più promettenti poeti irpini in erba:
"Ringrazio quanti credono in me, alla Casa Editrice il Papavero, alla signora De Bartolomeis,
alla mia famiglia e anche a Sara a cui ho dedicato il libretto. Lo scopo di queste poesie è quello
che scavare nell'animo di avvicinare i giovani alla lettura, a porsi delle domande e trovare delle
risposte. Gli argomenti non mancano e nelle poesie c'è molta ironia, consiglio di leggerle
davvero. Racconto la società con un filo di ironia, ma cerco sempre di dare alla fine sempre una
speranza, perché noi giovani dobbiamo credere in una società migliore, dobbiamo sognare e
dobbiamo continuare a fare i nostri progetti, non basta indignarsi e agire con rabbia, bisogna
agire
". Il libretto di poesie è in fase di pubblicazione, presto sarà presentato alla stampa e al pubblico
e messo in vendita, una sfida che profuma di giovinezza.
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