zione e note, Joaquim Carreras Artau sulla rivista spagnola di studi ebraici Sepharad 9 (1949), pp. 75-105. L'opinione, riportata a p. 31, del compianto Tondelli è quindi eertamente una svista. Fra le opere apocrife il De oneribus provinciarum, indicato a p. 41 ed il De provincialibus presagiis a p. 52, sono una sola ed unica cosa : entrambe sono poi un estratto del Super Esaiam prophetam, come dice anche, ma non del tutto con chiarezza, il p. Russo. Ai codici ne va aggiunto un altro, il Vat. Borgh. 38 ff. 156r-179r la cui più precisa identificazione è però sfuggita anche alla Anneliese Maier, ohe ha curato il catalogo del Fondo Borghesiano . Avremmo poi collocato fra gli influssi del Gioachimismo il De causis, statu, cognitione et fine praesentis sehismatis attribuito a Telesforo di Cosenza, che il padre Busso pone fra le opere apocrife alle pp. 55-58. Lo stesso avremmo fatto dei Vaticini vari, alle pp. 58-62, citando inoltre il lavoro del Messini, unico o quasi sull'argomento, che invece non risulta poi abbastanza nitido nella sua importanza, quando vien ricordato più oltre. Completa è davvero la bibliografia su Gioacchino, le sue opere, la sua dottrina, nei suoi aspetti generali come nei suoi punti particolari ; avrebbe ancora più giovato una maggiore abbondanza di giudizi nelle opere ; cosi, tanto per ricordare un caso, spiace vedere elencate senza un giudizio opere come quelle del Benz (p. 78) e del Bondatti (p. 79), del Burdaoh (p. 80) del Grundmann (p. 83), dello Huck, tutte assai importanti, mentre altre dello stesso valore hanno giudizi orientativi senza dubbio utili ed opportuni. Si poteva poi evitare qualche inesattezza di cui segnaleremo qualcuna delle più notevoli : a p. 107 al rigo 16 dopo aver ricordato l'opera Riflessioni sul buon gusto delle scienze, si osserva : Di Leonardo Pritanio ; ma si trova fra le opere del Muratori ; ora Lamindo Pritanio è lo stesso Muratori, col suo nome in Arcadia. Degli influssi di Gioacchino da Fiore uno almeno va ancora ricordato, quello su G. E. Lessing, il famoso illuminista tedesco, che nel suo libretto « Die Erziehung des Menschengeschlechts » manifesta nitidamente una eco di gioachimismo là dove invoca la età dell'Evangelo eterno, che egli traduce, in termini dei suoi tempi, come età della ragione ; né bisognava tacere che imbevuti di idee, sia pure alla lontana, gioachimitiche erano gli ambienti culturali nei quali lievitò la giovinezza di uno Schelling e di uno Hegel, come hanno posto in luce gli studi di Robert Schneider, su cui attirò l'attenzione di noi italiani un articolo di Carlo Antoni, riprodotto poi nel suo volume, Considerazioni su Hegel e su Marx, pp. 280-285. l A N N E L I E S E M A I E E , Codices Burgliesiani Bibliothecae Vaticanae Città del Vaticano 1952, p. 73. 1