Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano Lunedì, 7 aprile 2014 – ore 21.00 SERIE «Festival Omaggio a Milano» 2014 SHLOMO MINTZ Pianista SANDER SITTIG Violinista JOHANNES BRAHMS (1833 – 1897) Sonata n. 1 in fa minore op. 120 (trascr. per viola) Allegro appassionato (fa minore). Sostenuto ed espressivo Andante un poco Adagio (fa minore) Allegretto grazioso (fa minore). Trio Vivace (fa maggiore) Sonata n. 2 in mi bemolle maggiore op. 120 (trascr. per viola) Allegro amabile (mi bemolle maggiore) Allegro appassionato (mi bemolle maggiore). Trio: Sostenuto (si maggiore) Andante con moto (mi bemolle maggiore). Tema con variazioni. Allegro (mi bemolle minore) Sonata n. 3 in re minore op. 108 per violino e pianoforte Allegro (re minore) Adagio (re maggiore) Un poco presto e con sentimento (fa diesis minore) Presto agitato (re minore) La Leggenda di SHLOMO MINTZ Ha studiato con Ilona Feher, una delle ultime rappresentanti del Central Europena Violin School, che lo presentò a Isaac Stern, che sarebbe diventato il suo mentore. Ha debuttato a undici anni, solista con la Israel Philharmonic Orchestra. Chiamato da Zubin Mehta per sostituire Perlman che si era ammalato, interpretò il primo Concerto per violino di Paganini. Ha debuttato a Carnegie Hall con la Pittsburgh Symphony Orchestra sotto la protezione di Stern e dell’American-Israel Cultural Foundation; successivamente studiò con Dorothy DeLay alla Juilliard School of Music a New York. Mintz suona come solista, direttore e musicista da camera. A diciotto anni ha aggiunto alle imprese artistiche quella di direttore d’orchestra, dirigendo la Royal Philharmonic Orchestra, la NHK Symphony Orchestra e la Israel Philharmonic Orchestra. È stato consulente musicale della Israel Chamber Orchestra dal ‘89 al ‘93 e nel ‘94 è stato nominato consulente artistico e principale Direttore ospite della Maastricht Symphony Orchestra. Ha condotto l’orchestra per quattro stagioni, in alcuni casi ricomprendo i ruoli di direttore e di solista. Nel 2008 è stato nominato principale direttore ospite della Zagreb Philharmonic Orchestra e direttore artistico dell’International Music Festival di Sion Valais (Svizzera). Mintz tiene master class in tutto il mondo e dal 2012 insegna a Crans Montana (Svizzera) presso il Crans Montana Classics. É mentore e Presidente di giuria dell’International Violin Competition di Buenos Aires; Presidente della Munetsugu Angel Violin Competition in Giappone ed è stato membro di giuria di competizioni internazionali come il Concorso Ciaikovski di Mosca e la Queen Elisabeth International Music Competition a Bruxelles. Nel 2001 è stato Presidente di giuria dell’International Henryk Wieniawski Competition for the Violin a Poznań (Polonia); dal 2002 al 2011 Presidente di giuria della Sion Valais-International Violin Competition in Svizzera. Mintz è stato uno dei fondatori e mecenati (1998-2010) del Keshet Eilon International Violin Mastercourse in Israele, un programma estivo per la formazione, a livello avanzato, di giovani violinisti provenienti da tutto il mondo nel kibbutz Eilon. Ha celebrato, nel 2010, il suo cinquantesimo anno sul palcoscenico e spera di contribuire allo sviluppo della prossima generazione di musicisti offrendo lezioni online, tramite la Online Music Academy. A un prezzo accessibile di soli $ 3 (a lezione di 45 min), questa accademia online, la prima di questo tipo, è accessibile a un pubblico internazionale di interpreti e amanti della musica classica. La creazione della Online Music Academy ha permesso e permette a Mintz di tramandare le sue esperienze alle nuove generazioni di musicisti sfruttando nuove tecnologie. Mintz ha ottenuto vari riconoscimenti tra cui: Premio Accademia Musicale Chigiana, Siena Diapason D’Or; Grand Prix du Disque; Gramophone Award ; Edison Award. Nel 2006 gli è stato conferito un diploma onorario di dottorato dalla BenGurion University of the Negev a Be’er Sheva, Israele. Molte delle sue registrazioni sono state ridistribuite, come la prima incisone Bruch/Mendelssohn, riapparsa nel DG’s ‘Grand Prix’ Series (“The world’s finest recordings”), nel 2007. Le «Serate Musicali» sono liete e onorate di aver potuto contribuire alla leggenda di uno Shlomo Mintz «italiano». SANDER SITTIG - Nasce a Rotterdam, studia al Conservatorio di Amsterdam con Jan Wijn. Dopo il diploma continua la formazione con Grubert, Brons e Indjic e frequenta masterclass con Pressler, Rosen e Malinin. Debutta al Concertgebouw di Amsterdam e al De Doelen a Rotterdam. Suona in tutta Europa al fianco di Shlomo Mintz, Ilya Grubert e Liza Ferschtman. Sittig ha inciso dischi da solista e di musica da camera, suona regolarmente in TV e in radio. Le sue performance sono spesso accompagnate da discorsi brillanti e informativi, solitamente supportati da strumenti multimediali. Regolarmente prende parte alle esibizioni del teatro giovanile della compagnia del Concertgebouw di Oorkaan ed è abituale collaboratore dell’International Holland Music Sessions al Crans-Montana Classics (Svizzera). Si presta anche, come collaboratore esterno, a masterclass e accademie estive. Tra i concerti più recenti: il debutto in Repubblica Ceca con il Concerto in re minore di Mozart e i Quadri di un’esposizione di Mussorgsky eseguito al Nocturnes Festival di Mariánské Lázně. Inoltre si è esibito al The Violins of Hope a Charlotte (USA) e ha tenuto concerti a Bruxelles, Istanbul e Vienna. Nel 2013 ha partecipato al Amsterdam Chamber Music Festival e alla serie di concerti del the New Masters on Tour. Con Shlomo Mintz ha suonato in Svizzera, Giappone e Olanda e ha accompagnato l’Online Academy del maestro violinista. Tiene concerti con Maria Milstein in Olanda. Sittig suona in Italia, Svizzera, Portogallo, Slovacchia e nella Repubblica Ceca. Sittig vive ad Amsterdam, dove insegna musica da camera e ricerca artistica al Conservatorio di Rotterdam. SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI Si ricorda che è vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione JOHANNES BRAHMS Sonata n. 1 in fa minore op. 120 (trascr. per viola) Sonata n. 2 in mi bemolle maggiore op. 120 (trascr. per viola) Le due Sonate op. 120 n. 1 e n. 2, concepite nell'estate 1894 a Bad Ischl, nella quiete e serenità offerte dalla bellezza incantevole dei luoghi, dei paesaggi di natura, tra distese passeggiate e amabili discussioni con amici e conoscenti, sono uno degli ultimi lavori brahmsiani: estrema, quasi liminale testimonianza della sua arte, del suo inconfondibile stile. Una sorta di testamento spirituale pervaso da un'aura di soavità austera, da tratti di dolorosa malinconia, di struggente attesa, di interiore meditazione. Vi sono sì momenti di scuotimento ardente, di giovanili trasalimenti, vi è il sorriso e il compiacimento delle cose, il piacere della vita vissuta, però subito ammorbiditi, attenuati, corretti da uno sguardo sereno e controllato di riflessiva moderazione, di elegiaco affetto, di nostalgico pensiero che trova nel valore profondo del ricordo una propria ragione, di rassegnata attesa dell'ineluttabile. Dal punto di vista delle tecniche di scrittura Brahms modella le due Sonate, scritte originariamente per clarinetto e poi trascritte, valendosi del sofisticato strumento della variazione, artificio che qui contribuisce a irrorare la forma garantendone struttura ed equilibrio. Temi e idee si autoalimentano con continue varianti, travisamenti, cambiamenti, richiami allusivi, però sapientemente controllati, in modo che l'intera costruzione risulti perfetta e coerente nel progressivo, continuo cambiamento. Per l'op. 120 va subito precisato che, come avviene per tutta l'opera ultima di Brahms, il carattere dominante è quello intimo, malinconico, poetico, mentre non viene mai meno un senso costruttivo e formale mantenuto con lucidità. Sono lavori che, come dice Rostand, «rifiutano ogni esteriorità, [...] non concedono niente al virtuosismo: opere scritte per se stesso, come pagine di un diario.». L'analisi formale di Brahms, soprattutto dell'ultimo, non è mai facile, e per finalità di ascolto ci limiteremo così a evidenziarne qualche aspetto soltanto. Per il primo tempo della Sonata n.1 (Allegro appassionato) rimane il problema di individuare una situazione tematica complessa e avvolgente: c'è chi parla, per l'esposizione, di una parte introduttiva e di sei temi distinti. La questione è decisamente opinabile e sarebbe più opportuno semmai vedere una lunga e articolata situazione tematica con interne diversificazioni ma con matrici fondamentali unitarie. Dopo uno sviluppo piuttosto breve scaturito dalla prima parte, una ripresa variata ci porta al "Sostenuto ed espressivo" con funzione di coda. L'impressione che rimane non è quella drammatica di una passione sconvolgente, ma di una tensione interiore fatta di sfumature, di mutazioni continue appena percettibili, di una profonda coerenza espressiva. L'Andante un poco Adagio è di struttura tripartita. Il carattere è malinconico e dolcissimo, con quella linea del clarinetto che subito si presenta in morbide volute, sorretta da un pianoforte estremamente suggestivo. In terza posizione c'è l'Allegretto grazioso con un carattere di scherzo dai tratti pastorali. La parte centrale è occupata dal Trio in un curioso movimento sincopato del pianoforte, ma senza contrapposizioni dialettiche. Con il fa maggiore del Finale (Vivace) le cose sembrano cambiare. Alla ricchezza tematica, nello spirito del rondò, si unisce qui un certo spirito rapsodico. Ancora una volta Brahms indica spesso "leggiero", "dolce", "grazioso", "semplice". Nessuna drammatizzazione quindi e gli spessori, quando qua e là appaiono, sono passeggeri e lontani da ogni volontà drammatica e da ogni ricerca di effetto. L'elemento cantabile e delicatamente intimistico della Sonata op. 120 n. 2 viene fuori sin dal tema iniziale dell'Allegro amabile, così morbido e tenero nella sua sinuosità melodica. Da esso si sviluppa quel gioco delle variazioni in cui Brahms era maestro, fedele ad uno stile compositivo che può definirsi in questo modo: l'idea resta la stessa, ma cambiano le forme e gli atteggiamenti espressivi. Non per nulla Schoenberg e Webern parlarono di un Brahms progressista e anticipatore, in nuce naturalmente, di procedimenti tecnici e creativi assurti a regola fondamentale presso la scuola dodecafonica viennese. L'Allegro del secondo movimento, impostato come uno Scherzo vivace e impetuoso tra momenti di sospensioni liriche, si richiama maggiormente ad una linea tradizionale, mentre nell'ultimo tempo e specialmente nel pensoso Andante con variazioni si ritrova il Brahms più autentico e coerente con se stesso, capace di scomporre e di valorizzare nelle combinazioni armoniche più diverse la stessa cellula sonora. Tutto ritorna luminosamente classicheggiante nell'Allegro conclusivo, prima che la Sonata torni ad immergersi nello stesso clima iniziale di austera malinconia. Sonata n.3 in re minore op. 108 La Sonata op. 108 viene iniziata nel 1886, quasi contemporaneamente all'op.100, ma conclusa con qualche aggiuntivo ripensamento due anni dopo, sempre a Thun e pubblicata da Peters nel 1889. Come nell'ultimo atto di una piccola e grande sfida (inconsapevole?) alla tradizione, Brahms trova modi più insoliti per deviare dalla retta via della forma-sonata. Anche l'op.108 non tradisce lo spunto elettivamente melodico che è comune alle due che la precedono, ma vi si raggiunge l'effetto di una correzione dello schema classico in parte abbandonando il procedimento dialettico. La prima differenza che balza all'occhio è la divisione in quattro invece che in tre movimenti. Ma scopriamo che il respiro generale della Sonata, il suo arco complessivo, coincidono perfettamente con quello delle altre due. I quattro tempi sono più brevi. Al loro interno la complessità è ispessita con formule concentrate. Brahms procede a una vera sovrapposizione dei temi fino al punto da confondere le gerarchie e a non far capire quali siano i soggetti principali e quali i secondari. Nel primo movimento, i due temi principali sono scortati da due idee secondarie-ombre. Lo sviluppo non avviene sulle esposizioni. Attraverso un sistema di moltiplicazione melodica e tematica, con giustapposizioni e contrappunti, Brahms praticamente sostituisce lo sviluppo accademico creandone uno fantasma. Lo stesso terzo movimento («aggiunto»), sembrerebbe uno Scherzo, ma è una sorta di interludio a schema libero. Nell'insieme, il congegno delle meditate divagazioni che Brahms si concede, segue una programmazione molto solida, favorita dalla concisione degli episodi. Così che il senso globale della mitica forma non sembra mai venir tradito. Ma il ruolo che il pianoforte assume, a esempio nel trascinare fuori dalla tonalità d'impianto un episodio attaccandosi a un suo inciso ritmico, dimostra che anche lo strumento diventa, con le sue caratteristiche tecniche, quasi elemento strumentale. (Non a caso la Sonata venne dedicata a Hans von Bülow, gran pianista prima che direttore). Nell'op. 108 Brahms -il freddo, il disincantato, l'accademico, il moderno- senza farsi accorgere, non rispettava già più le regole. Se le era lasciate signorilmente alle spalle. ****** Curiosità. Se l'elaborazione dell'op.108 proseguì diligentemente (estate 1887), ciò fu successivamente alla quinta Italien-Reise (viaggio in Italia), nell'aprile insieme con Theodor Kirchner, fedele seguace e compositore egli stesso, e l'editore Simrock. Viaggio dedicato alle città del nord e del centro, come Bologna. E qui avvenne il primo di quegli storici incontri che ci interessano tanto da vicino. Incontri con il deferentissimo Giuseppe Martucci, probabilmente il più devoto e attivo dei suoi ammiratori e proseliti in Italia e in quel tempo direttore del Liceo musicale di Bologna. Ma nel 1887 la precedenza assoluta andò al portar a termine il Doppio Concerto, per cui slittò all'estate 1888, terza e ultima di Thun e a sua volta successiva alla sua sesta Italien-Reise del maggio in compagnia di Widmann e ancora con uno storico incontro con Martucci a Bologna. Può stupirci la dedica dell'op.108 a Bülow e non a Joachim, col quale Brahms l'aveva eseguita insieme con le due precedenti Sonate per violino proprio in quell'estate 1888 a Gmunden per i Reali di Hannover. Ma, come Versöhnungswerk (Opera di riconciliazione) tra B. e Joachim, valse molto il Doppio Concerto. L’op.108 valse invece come riconciliazione con Clara, cui non era andata giù la defezione di B. ai festeggiamenti celebrati a Francoforte (1888) per i suoi sessant'anni di vita artistica. Di passaggio a Francoforte, B. riservò a Clara un'audizione esclusiva: Clara ebbe tra le mani il manoscritto e se ne infiammò fin dalle primissime battute, come si evince da una serie di lettere: «Caro Johannes, Elise Schumann e il violinista Koenig hanno eseguito iersera la tua Sonata e fu come aprirsi di un cielo. L’unico rimpianto, non averla potuta eseguire io stessa!... Non vedo l'ora di sedermi al pianoforte. Il braccio mi fa molto male, ma non posso fare a meno di scriverti sulla bella Sonata. Né potevo dettare questa lettera!». INFORMIAMO CHE ALLA BIGLIETTERIA SERALE DEL CONSERVATORIO SONO DISPONIBILI, PER IL PUBBLICO DI “SERATE MUSICALI”, I BUONI SOSTA PER IL PARCHEGGIO DI VIA MASCAGNI A € 5,00 CON VALIDITÀ DI 3 ORE (20.00 - 24.00) PROSSIMO CONCERTO Venerdì 11 aprile 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per A+F; F; F1; COMBINATA 1; ORFEO 1) RUSSIAN CHAMBER PHILHARMONIC ST. PETERSBURG - Direttore JURI GILBO Flautisti Sir JAMES GALWAY e Lady JEANNE GALWAY E. ELGAR Serenata in mi minore per archi - S. MERCADANTE Concerto per flauto e archi n. 1 in mi minore – A. FOOTE “A Night Piece” per flauto e archi - E. GRIEG From the Holberg’s Time” (Suite in Old Style) – A. VIVALDI Concerto per due flauti in do maggiore RV533 Biglietti: Intero € 20,00 – Ridotto € 15,00 CONCERTI STORICI * Lunedì 14 aprile ore 19.00 – Palazzo Sormani – Sala del Grechetto – Via F. Sforza, 7 – Milano «L.v. Beethoven: Viaggio fantastico nella letteratura pianistica tra la poesia di Omero e Shakespeare e la filosofia di Platone e Kant». Il pianista Emilio Aversano in dialogo con GianMario Benzing racconterà, attraverso l’esecuzione in concerto delle Sonate per pianoforte op.10 n.1; op.31 n.2 "La Tempesta"; op. 57 "Appassionata" di Beethoven, il travagliato percorso dell'anima beethoveniana, tra l'idealità rappresentata dalla cultura classica e la realtà del suo tempo, fonte di contrasti e profonde sofferenze. * gradita conferma: mail [email protected] - tel. 02 29408039 «STAGIONE D’OPERA» TEATRO ELFO PUCCINI - Corso Buenos Aires, 33 - Milano ORCHESTRA FILARMONICA ITALIANA - Direttore ALESSANDRO ARIGONI Maestro collaboratore GIANFRANCO MESSINA - Costumi SARTORIA ARTISTICA Domenica, 13 aprile 2014 - ore 20.30 «IL BARBIERE DI SIVIGLIA» GIOACHINO ROSSINI OPERA BUFFA IN 2 ATTI - LIBRETTO DI CESARE STERBINI CONTE D’ALMAVIVA (Mathia Neglia) - BARTOLO (Marco Rondinini) - ROSINA (Rosy Zavaglia) - FIGARO (Franco Cerri) - BASILIO (Ezio Bertola) - FIORELLO (Victor Andrini) BERTA (Yoko Kavamoto) Domenica, 4 maggio 2014 - ore 20.30 «TOSCA» GIACOMO PUCCINI MELODRAMMA IN 3 ATTI - LIBRETTO DI GIUSEPPE GIACOSA E LUIGI ILLICA FLORIA TOSCA (Gianna Queni) - MARIO CAVARADOSSI (Leon Viola) - IL BARONE SCARPIA (Milo Buson) - CESARE ANGELOTTI (Ezio Bertola) - SPOLETTA (Gabriel Cortinaz) IL SAGRESTANO (Marco Rondinini) – UN PASTORE (Yoko Kavamoto) BIGLIETTI: INTERO € 25,00 - RIDOTTO € 12,50 Per informazioni: «Serate Musicali» Biglietteria Tel. 02 29409724 (lun./ven.10.00-17.00) e-mail: [email protected] www.seratemusicali.it ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» Presidente Onorario ICALI» Alvise Braga Illa Fondazione Rocca Ulla Gass Thierry le Tourneur d’Ison Società del Giardino Camilla Guarneri Miriam Lanzani Lucia Lodigiani Mario Lodigiani Paolo Lodigiani Maria Candida Morosini Rainera e Mario Morpurgo GianBattista Origoni Della Croce Pagel Italiana srl Ede Palmieri Adriana Ragazzi Ferrari Giovanna e Antonio Riva Elisabetta Riva Giovanni Rossi Alessandro Silva Maria Luisa Sotgiu Marco Valtolina Beatrice Wehrlin Giovanni Astrua Testori Maria Enrica Bonatti Luigi Bordoni - Centromarca Luigi Crosti Roberto Fedi Anna Ferrelli Ugo Friedmann Jacopo Gardella Giorgio Babanicas Denise Banaudi Umberto e Giovanna Bertelè Elisabetta Biancardi Mimma Bianchi Claudio Bombonato Valeria Bonfante Isabella Bossi Fedrigotti Hans Fazzari *** Soci Fondatori Carla Biancardi Franco Cesa Bianchi Giuseppe Ferreri Emilia Lodigiani Enrico Lodigiani Luisa Longhi Stefania Montani Gianfelice Rocca Luca Valtolina Amici Benemeriti Amici Fedele Confalonieri Mediaset Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Ugo Carnevali Roberto De Silva Roberto Formigoni Gaetano Galeone Società del Giardino Gianni Letta Mario Lodigiani Roberto Mazzotta Francesco Micheli Arnoldo Mosca Mondadori Silvio Garattini Robert Parienti Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Quirino Principe Gianfelice Rocca Fondazione Rocca Soci Maria Brambilla Marmont Giancarlo Cason Egle Da Prat Piero De Martini Fabio De Michele Maya Eisner Donatella Fava Carlo e Anna Ferrari Maria Teresa Fontana Bianca e Roberto Gabei Matilde Garelli Felicia Giagnotti Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Fernanda Giulini Yasunory Gunji Ferruccio Hurle Industria dei Beni di Consumo Vincenzo Jorio Giuliana e Vittorio Leoni Maurizia Leto di Priolo Giuseppe Lipari Maria Giovanna Lodigiani Gabriella Magistretti Eva Malchiodi Giuseppina Maternini Luisa Migliavacca Guya Mina Filippo Monti Lucia ed Enrico Morbelli Luisa Consuelo Motolese Anna Chiara Nalli Lilli Nardella Maria Vittoria Negri Mirella Pallotti Stefano Pessina Francesca Peterlongo Giovanni Peterlongo Giuseppe Pezzoli Gian Pietro Pini Raffaella Quadri Giorgio Rocco Gabriella Sala Noris Sanchini Giustiniana Schweinberger Paola e Angelo Sganzerla Marilena Signorini Maria Luisa Sotgiu Andrea Susmel Giuseppe Tedone Adelia Torti Maria Luisa Vaccari Vivere l’Arte Graziella Villa Giuseppe Volonterio «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Carlo Sangalli Rosanna Sangalli Fondazione Cariplo Elisso Virsaladze Luigi Venegoni Juana Zayas Giuseppe Ferreri Flavia De Zigno Banca Popolare di Milano Bianca Hoepli Camera di Commercio di Milano ***** Publitalia Carlo Maria Badini ***** Alberto Falck Diana Bracco Oscar Luigi Scalfaro Giovanni Spadolini Martha Argerich Leonardo Mondadori Marina Berlusconi Giuseppe Lodigiani Cecilia Falck Giancarlo Dal Verme Vera e Fernanda Giulini Tino Buazzelli Emilia Lodigiani Peter Ustinov Maria Grazia Mazzocchi Franco Ferrara Conservatorio G. 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