Archivi aperti: questi sconosciuti. Ilaria Fava Editor italiana di E-LIS, Eprints in Library and Information Science Un po' di contesto L'Open Access è un movimento internazionale, nato all'interno della comunità scientifica e accademica con l'obiettivo di favorire la libera circolazione del sapere. 2 Perché Open Access? Per aumentare la disseminazione dei risultati della ricerca e diminuirne i costi, attraverso strategie complementari. Iniziato come discussione accademica il movimento coinvolge autori, università ed enti di ricerca, editori, bibliotecari. Open Access = accesso aperto alla conoscenza 3 Iniziative: la BOAI La Budapest Open Access Initiative (BOAI) del 2002, segna la nascita del movimento OA e ne delinea le due strategie per la realizzazione dell’accesso aperto alla letteratura scientifica: l’Open Access Self-Archiving e l’Open Access Publishing. BOAI <http://www.soros.org/openaccess/shtml> 4 Iniziative: la Dichiarazione di Bethesda La Dichiarazione di Bethesda (Maryland 2003) ha affermato una serie di principi che sanciscono l’impegno assunto dagli aderenti, istituzioni, biblioteche, editori, società scientifiche e studiosi, ad operare concretamente a sostegno dell’accesso aperto della letteratura scientifica di area biomedica. http://www.earlham.edu/~peters/fos/bethesda.htm 5 Iniziative: La Dichiarazione di Berlino La Dichiarazione di Berlino (2003), firmata da importanti istituzioni pubbliche e private di tutto il mondo, ha sancito il sostegno delle istituzioni aderenti al paradigma dell’Open Access ed alle strategie indicate da BOAI. Incoraggia i ricercatori a pubblicare secondo i principi dell’accesso aperto. È il documento di riferimento per successive dichiarazioni a sostegno dell’accesso aperto prodotte da comunità scientifiche nazionali. http://www.zim.mpg.de/openaccess-berlin/berlindeclaration.html 6 Iniziative: La Dichiarazione di Messina La Dichiarazione di Messina a supporto della disseminazione della conoscenza attraverso l’accesso aperto viene firmata il 4 novembre 2004 da 32 atenei (sui 77 aderenti alla CRUI) http://www.aepic.it/conf/viewpaper.php?id=49&cf=1 7 Pubblicare OA Una pubblicazione può dirsi ad accesso aperto solo se: 1. garantisce a tutti i possibili utenti il diritto di accesso gratuito e l'autorizzazione libera, irrevocabile, estesa e perpetua, a riprodurre, scaricare, distribuire, stampare per uso personale l'opera dell'ingegno, purché ne sia riconosciuta la paternità intellettuale; l'autore (o gli autori) rimane unico detentore dei diritti materiali e immateriali sull'opera; 2. viene depositata in forma integrale, inclusi eventuali materiali supplementari e in un formato elettronico che rispetti uno standard internazionalmente riconosciuto, in un archivio in linea che impiega standard tecnici adeguati. [Dichiarazione di Bethesda sull’OA] 8 Strategie : Golden Road (1) Riviste open-access I ricercatori necessitano dei mezzi per lanciare una nuova generazione di riviste ad accesso aperto, e per sostenere le riviste esistenti a cambiare il proprio modello di accesso. Inoltre, esistono riviste che, accanto al tradizionale modello di pubblicazione a stampa, propongono anche l'edizione open access. 9 Strategie : Golden Road (2) Accesso libero ad ogni articolo pubblicato. Mantenimento del copyright da parte dell’autore: • – l’autore si impegna tuttavia a garantire sui propri contributi il diritto a riprodurli, utilizzarli, distribuirli, trasmetterli, con l’unica limitazione data dalla corretta attribuzione di paternità e citazione. Gratuità dell’accesso • – i costi di pubblicazione delle riviste ad accesso aperto devono essere coperti con strumenti diversi dai costi di abbonamento o di accesso (BOAI). 10 Golden Road = Riviste OA Esempi: 1. DOAJ - Directory of Open Access Journals http://www.doaj.org/ 2. Bibliotime http://didattica.spbo.unibo.it/bibliotime/ 3. AIDAinformazioni http://www.aidainformazioni.it/indici/tuttonline/ 4. Repertorio delle riviste italiane Open Access http://wiki.openarchives.it/index.php/Riviste_italiane_OA 11 Strategie : Green Road Self-Archiving: i ricercatori necessitano di strumenti e assistenza per depositare i loro articoli referati in archivi aperti digitali, una pratica definita self-archiving. Green Road = Open Archives 12 Limited Access: Limited Research Impact Inizia il ciclo: La ricerca è conclusa I ricercatori scrivono il “pre-print” pre-referaggio 12-18 Mesi Submission a una rivista “Peer-Review” Slide di Tim Brody, tratte dal materiale di Stevan Harnad per la promozione del self-archiving: Revisioni dell'autore “Post-print” referato: accettato, certificato, pubblicato da una rivista I ricercatori hanno accesso al documento solo se l'istituzione di riferimento ha un abbonamento alla rivista 27 ottobre 2009 Tim Brody, Stevan Harnad The research impact cycle http://www.ecs.soton.ac.uk/~harnad/Temp/self-archiving.htm Nuovo ciclo di impatto: Nuove ricerche a partire dalle ricerche esistenti 13 Maximized Research Access and Impact Through Self-Archiving Inizia il ciclo di impatto: la ricerca è conclusa Il ricercatore scrive un pre-print non ancora referato Il pre-print viene autoarchiviato nell'archivio istituzionale Months Mesi 12-18 12-18 Il pre-print viene inviato ad una rivista Il pre-print passa la revisione di un comitato di esperti – “PeerReview” Il pre-print viene rivisto dall'autore L'articolo viene accettato da una rivista, che ne certifica la qualità scientifica e lo pubblica Il ricercatore ha accesso al suo articolo solo se la sua istituzione ha un abbonamento alla rivista 27 ottobre 2009 L'articolo viene pubblicato su una rivista OA o a pagamento, e autoarchiviato nell'archivio istituzionale dal ricercatore Nuovo ciclo di impatto: l'impatto della ricerca autoarchiviata è MAGGIORE (e più RAPIDO) perchè l'accesso è massimo (e accelerato) Nuovo ciclo di impatto: Nuove ricerche costruite su quelle esistenti 14 15 Open Archive Initiative (OAI) Nasce allo scopo di facilitare la disseminazione di contenuti scientifici. Sviluppa e promuove gli standard che garantiscono l’interoperabilità. Obiettivo principale: rafforzare l’accesso agli archivi di e-prints come mezzo per garantire la disponibilità dei risultati di ricerca. 16 Cosa è un Open Archive (1) Un Open Archive è un archivio preposto al deposito dei documenti scientifici, in forma elettronica, alla loro gestione e conservazione. Gli e-prints sono copie elettroniche di documenti di vario genere (articoli, capitoli di monografie, monografie intere..) accessibili on-line a partire da un repository, e si dividono in • • 1. pre-prints 2. post-prints • 3. post-post-prints 17 Cosa è un Open Archive (2) Per repository si intende un archivio aperto in linea che renda disponibile in forma digitale la cosidetta letteratura grigia (pre-prints, dispense, tesi, ecc…) senza effettuare validazioni qualitative sui contenuti (peer-review); ogni repository prevede però limitazioni al deposito dettate da proprie policy interne (ad es.il deposito di soli documenti che abbiano forma finita e che siano pronti ad entrare nel workflow editoriale). 18 Distribuzione degli Open Archives nel mondo: visualizzazione per area geografica e software utilizzato. Fonte: http://maps.repository66.org/ 19 Self-archiving Molti sono i ricercatori che da alcuni anni archiviano i loro lavori sui server delle loro istituzioni o in server disciplinari, per esempio per la biomedicina, l’economia, l'astronomia, la chimica, ... la matematica, dopo la fisica, è il campo, dove si è fatto l'uso più massiccio di server di pre-print Open Archive di Fisica: http://arxiv.org/ 20 I modelli di Open Archives: tecnici e organizzativi Numerose sono le esperienze nel mondo e anche le tipologie tecniche modello accentrato (arXiv.org) modello distribuito (RePEc) A livello organizzativo le scelte possono essere server istituzionali (institutional repositories) server subject-based o disciplinari (central repositories) Esistono inoltre altre soluzioni: gli “umbrella server” (specie di MetaOA) individual data provider (modello Kepler) 21 Strumenti: Open Archives “Sostanzialmente, un modo per supportare l’accesso aperto è quello di continuare a pubblicare nelle riviste tradizionali esistenti munite di peer-review, ma contemporaneamente praticare l’auto-archiviazione di quanto sottomesso alle riviste a stampa o on-line. In questo modo si attua un doppio binario: da una parte il deposito immediato entro un archivio di e-print pubblicamente accessibile (istituzionale o disciplinare), dall’altra la sottomissione alla rivista secondo il processo tradizionale”. Antonella De Robbio, Auto-archiviazione per la ricerca 22 Archivi aperti disciplinari Gli Archivi aperti disciplinari rappresentano un momento di aggregazione forte all’interno delle comunità scientifiche e un canale autonomo e parallelo per lo scambio dei risultati della ricerca. Contengono materiali di un settore disciplinare specifico, a volte anche molto ristretto. Il workflow di deposito piuttosto rigido è indispensabile per evitare l'immissione di materiali non appropriati o non rispondenti alle policies dell'archivio. 23 Earth-prints, archivio disciplinare per le ricerche scientifiche in Geofisica, Vulcanologia, Scienze della Terra 24 Archivi aperti istituzionali (o Institutional Repositories – IR) Gli Archivi aperti istituzionali, in quanto “collezioni elettroniche” che raccolgono e custodiscono i contenuti scientifici di un’istituzione, possono divenire parti integranti delle istituzioni, testimoni della loro cultura e memoria storica, ma anche strumenti di valutazione delle attività e delle produzioni intellettuali di ogni singola istituzione. È previsto un accesso ristretto nel caso di documenti relativi a ricerche non ancora pubblicate, brevetti, etc. 25 Archivi istituzionali: cosa sono I depositi istituzionali di documenti sono collezioni digitali che raccolgono e conservano la produzione intellettuale delle comunità accademiche. Possono essere considerati estensione naturale delle responsabilità dell’istituzione in qualità di generatori di ricerca primaria. Sono potenzialmente la componente più importante nell’evoluzione della struttura dei nuovi modelli di comunicazione scientifica. Sono la vetrina della produzione scientifica di un ente. 26 LUISS - Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Università degli studi di Napoli-Parthenope Guido Carli SISSA - Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati Università degli studi di Padova Università Cattolica del Sacro Cuore Università degli studi di Parma Università degli studi della Tuscia Università degli studi di Pisa Università degli studi di Bergamo Università degli studi di Roma Tor Vergata Università degli studi di Bologna Università degli studi di Sassari Università degli studi di Ferrara Università degli studi di Trento Università degli studi di Milano Università degli studi di Trieste Università degli studi di Milano-Bicocca Università degli studi Roma Tre Università degli studi di Napoli Federico II dell'Insubria Atenei firmatari della Dichiarazione di Messina che hannoUniversità effettivamente implementato un archivio aperto secondo le linee guida date. • http://wiki.openarchives.it/index.php/Applicazione_delle_linee_guida 27 Archivi aperti per la didattica Un repository di materiale didattico si trova spesso a dover affrontare problemi di amministrazione decentralizzata. Un sistema che preveda l’inserimento di materiale didattico deve risultare sufficientemente flessibile da permettere una gestione autonoma da parte di ogni docente dei contenuti, della loro organizzazione e modalità di accesso. Il riutilizzo del materiale avviene frequentemente deve quindi essere possibile associare il medesimo materiale a più corsi 28 Archivio della didattica – Università degli studi di Bologna 29 ARIEL, portale della didattica online dell'Università di Milano 30 Archivi aperti per la ricerca In un repository di materiale di ricerca rivestono particolare importanza i tools di supporto al fruitore finale nell’ottica del riutilizzo e della generazione di nuova conoscenza. Il materiale di ricerca viene costantemente citato dai ricercatori che quindi trarrebbero il massimo vantaggio da tools di export in formato bibliografico e strumenti di ricerca e navigazione contestuali. In una situazione ideale nello stesso repository si potrebbero inoltre trovare più versioni dello stesso articolo (pre-print, post-print, publisher version) tra cui dovrebbe essere garantita una semplice navigazione. 31 LEAR: Archivio elettronico di ambito linguistico, Università di Venezia 32 LEAR: dettagli di un record Full text disponibile 33 Esempio di archivio della ricerca “blindato”: archivio della ricerca dell'Università degli studi di Padova 34 Strumenti: Archivi aperti Self-archiving con impiego di tecnologia open source Nuove forme di analisi citazionale e indicatori di performance indipendenti Preservazione dei contenuti originali, veicolati da tecnologie digitali, tramite licenze innovative 35 Due le aree di intervento Iniziative tecnologiche • • • Strumenti Protocolli Standard Iniziative di Sensibilizzazione • Aiutare a superare i problemi al riempimento e alla crescita di archivi aperti • Creare consenso • Aumentare la consapevolezza • Puntare sul peer-review 36 Strumenti: Archivi aperti L’ Open Archives Initiative (OAI, 1999, Santa Fe) • – Sviluppo di software open source per i repositories di eprints (Data Provider) • – OAI-PMH: protocollo di interoperabilità • – creazione di harvester per servizi centralizzati (Service Provider) 37 Interoperabilità (1) Necessità: • • • – comunicare all’esterno della propria istituzione – rendere visibili al mondo i risultati della propria ricerca – aumentare l’impatto della ricerca, il prestigio degli autori e dell’istituzione Possibili soluzioni • • – Depositare i propri articoli in un archivio aperto – Esportare i metadati dei lavori depositati nel proprio archivio attraverso il protocollo standard per aumentare la visibilità 38 Interoperabilità (2) Problemi di comunicazione fra sistemi con diversità di hardware, software, struttura dati Lo scambio di dati comporta spesso perdite di contenuto e funzionalità Soluzioni: – Schemi di metadati definiti – Protocolli di trasferimento condivisi – Crosswalks (mappature) fra schemi di metadati diversi 39 Il protocollo OAI-PMH (1) I data provider contengono i documenti depositati e che supportano il protocollo OAI esponendo i metadati relativi ai lavori contenuti nel server. Un data provider gestisce uno o più server, per il deposito (Web servers repositories) I service provider usano i metadati dei data provider come base per la costruzione di servizi a valore aggiunto. 40 Architettura funzionale (OAI) Service Providers Data Providers Repository Repository OAI-PMH Repository Harvester Repository Accesso al materiale di ricerca Servizi aggiuntivi avanzati: - ricerca simultanea - crosswalk semantico - etc. 41 Il protocollo OAI-PMH (2) I costituenti fondamentali del protocollo sono: a. trasporto delle richieste via HTTP b. strutturazione dei dati in XML c. Metadati in formato Dublin Core Simple per garantire l'interoperabilità di base 42 Metadati (1) Sono sempre esistiti, anche se si chiamavano in maniera differente… – La descrizione, affidata alle schede del catalogo cartaceo – La presentazione, affidata ai frontespizi delle pubblicazioni monografiche a stampa 43 Metadati (2) Comunità diverse impiegano diversi vocabolari di metadati (ontologie): ad es. Dublin Core, TEI, LOM, ONIX, etc. Esempi nelle biblioteche: schemi formali per la catalogazione bibliografica, ad es. UNIMARC: http://www.ifla.org/VI/3/p1996-1/sec-uni.htm; o schemi formali per la classificazione semantica, ad es.: DDC: http://www.oclc.org/dewey/ 44 Dublin Core Dublin Core Metadata Element Set Nasce nel 1995 durante un workshop organizzato da OCLC (Online Computer Library Center) e NCSA (National Center for Supercomputing Applications) a Dublin (Ohio) Scopo: definire un set minimo di elementi per descrivere le pagine web Mantenuto dalla DC Metadata Initiative 45 Dublin Core simple “Nocciolo” di 15 elementi Content – Coverage – Description – Type – Relation – Source – Subject – Title Intellectual Property – Contributor – Creator – Publisher – Rights Instantiation – Date – Format – Identifier – Language 46 Dublin Core qualified Ogni elemento può essere dotato di qualificatori usati per rifinirlo, per restringerne l’ambito: – es. date.created = December 2004 Oppure può essere dotato di qualificatori che specificano uno schema di codifica: – es. date.ISO-8601 = 2004-10-05T11.53CET Esempio DC in un open archive: http://eprints.rclis.org/archive/00001168/ 47 Principii di diritto d’autore L'idea che scaturisce dal pensiero umano non può essere oggetto di proprietà intellettuale in quanto patrimonio dell'intera umanità: ciò che è oggetto di diritto d'autore è la forma espressiva della manifestazione di un concetto, di un'idea. La proprietà intellettuale si riferisce all'estrinsecazione di un'opera da parte del suo autore, particolarmente originale, in quella sua particolare manifestazione, alla sua forma non al suo contenuto. 48 L’oggetto della tutela L’idea non può essere tutelata La forma sì, e si divide in due entità: •– corpus mysticum (= il prodotto dell’ingegno) •– corpus mechanicum (= il supporto) Queste due entità generano il dualismo del diritto d’autore •– Diritti morali •– Diritti materiali 49 L’oggetto della tutela Per comprendere la filosofia della legge sul diritto d’autore è necessario operare una distinzione tra le due differenti forme di tutela giuridica che gravano sull’opera: – diritto morale – diritto di sfruttamento economico 50 Il copyright Copyright significa diritto di copia –è il diritto che l’utente ha di effettuare una copia del documento di un autore – è anche l’insieme dei diritti trasferiti dall’autore ad altro detentore (editore, distributore, ...): si concretizzano nella “copia” (concetto ampio del diritto di distribuzione) Il diritto morale è molto meno marcato che nel sistema a diritto d’autore Prevale il diritto di accesso all’informazione Tutto il sistema ruota attorno al concetto di Fair Use (fondamentale per la ricerca e didattica) 51 Il nostro sistema Il nostro è chiamato sistema a diritto d’autore: tutti i diritti sono dell’autore. Dualismo del diritto d’autore: – sfera dei diritti morali – sfera dei diritti patrimoniali (sfruttamento economico) L’autore può cedere ad altri i diritti patrimoniali (non quelli morali). La cessione dei diritti genera i diritti connessi (editore, produttore, distributore, …). Nel nostro ordinamento non esiste in concetto di fair use, tipico del sistema a copyright. Fair use: limited use of copyrighted material without requiring permission from the rights holders, such as use for scholarship or review 52 Diritti morali Basati su onore e reputazione della figura dell’autore: – paternità dell’opera – integrità dell’opera: modifica, deformazione, decurtazioni – diritto all’inedito – diritto di pubblicazione (congiunzione con la sfera dei diritti patrimoniali) I diritti morali sono: – imprescrittibili, irrinunciabili, inalienabili – illimitati nel tempo (possono essere fatti valere anche dagli eredi) 53 Diritti materiali Forme di oggetto di diritto esclusivo Eccezioni – Restrizioni ai diritti esclusivi Altre libere utilizzazioni 54 E-LIS, E-prints in Library and Information Science http://eprints.rclis.org È un Open Archive internazionale di Biblioteconomia, Bibliografia e di tutte le discipline legate al mondo della Scienza dell'Informazione. 55 L’idea E-LIS nasce nel 2003 da un’idea di un nucleo di professionisti a livello internazionale. È un’evoluzione di DoIS – Documents in Information Science, servizio per la ricerca e recupero di ricerche e lavori a testo pieno nell’area LIS. Si basa su un lavoro completamente volontario da parte di varie figure del settore, provenienti da vari Paesi del mondo. Non ha fini di lucro né scopo commerciale. Un open archive per bibliotecari – gestito da bibliotecari • Scopo è promuovere l'open access – • Se i bibliotecari non applicano le regole dell'OA come potranno convincere gli utenti della bontà dell'OA? Uno dei maggiori successi di E-LIS è quello di diffondere la conoscenza dell'OA e delle pratiche corrette di utilizzo 57 Dietro le quinte: le basi dell'archivio •E-LIS è un archivio aperto allineato al movimento Open Access, di cui condivide filosofia d'essere, policies e strumenti. Vive grazie al supporto di istituzioni come il CILEA e la Universidad Politécnica de Valencia. Si basa su software E-prints. 58 Persone • E-LIS è fatto di • 6741 utenti • 69 editors (uno o più per paese) • 8 amministratori nel governance board 59 Cosa si può depositare? • Possono essere depositati in E-LIS • a. documenti rilevanti ai fini della ricerca nel campo della Biblioteconomia e delle Scienze dell'Informazione. • b. documenti di forma finita, pronti per entrare in un processo di comunicazione. 60 Multilinguismo E-LIS supporta la codifica dei caratteri di 36 lingue diverse. • Tutti i documenti in lingue diverse dall'inglese devono avere abstract e parole chiave in inglese, oltre che nella lingua in cui il documento è scritto. • C'è la possibilità di inserire fino a 3 abstract in lingue diverse dall'inglese, specificando a lato di che lingue si tratta. – 61 JITA (1) 62 JITA (2) La classificazione presenta un doppio livello gerarchico, con una descrizione per ciascun elemento utile ai fini del deposito dei materiali. Deriva dalla fusione e rielaborazione di due preesistenti schemi 1. NewsAgentTopic Classification Scheme (mantenuta da Mike Keen at Aberystwyth (UK) fino al 31 marzo 1998) 2. RIS classification scheme (cessata) Review of Information Science, da Donald Soergel (University of Maryland) JITA ha lo scopo molto pragmatico di presentare in visualizzazione e recupero, attraverso la modalità di browsing, i documenti JITA sta per Josè (Barrueco), Imma (Subirats Coll), Thomas (Krichel), Antonella (De Robbio) 63 Papers depositati: ottobre 2008-settembre 2009 Fonte: http://celestial.eprints.org 64 E-LIS: Contributi depositati per area geografica Dati aggiornati al 4 novembre 2009 65 Utenti: 2002-2009 66 Repositories open access in Italia: divisione per tipologia di contenuti Fonte: http://roar.eprints.org 67 Policies di copyright La proprietà è dell'autore, anche dopo il deposito Spetta all'autore assicurarsi che il documento depositato non abbia restrizioni relative alla distribuzione elettronica I diritti sono sempre dell'autore in caso di documenti depositati prima del referaggio/ prima della pubblicazione Per depositare documenti pubblicati/referati l'autore può cercare di modificare il contratto editoriale, aggiungendo una clausola che consenta l'auto-archiviazione In caso ciò non sia possibile, si può fare un rimando (con un link) alla versione pubblicata 68 Deposito Submission on line (previa registrazione) Deposito via e-mail (E-LIS Staff) No restrizioni per paese o lingua (condizione obbligatoria al deposito è l'abstract in inglese) Bibliografia A Subversive Proposal for Electronic Publishing http://www.arl.org/bm~doc/subversive.pdf All you need to know about Open Access, CERN Library http://library.web.cern.ch/library/OpenAccess/Welcome.html Su Dublin Core: http://www.aib.it/aib/lis/std/t9503.htm Wiki italiano sull'Open Access, con informazioni sulla tutela dei diritti negli Open Archives http://wiki.openarchives.it/index.php/Pagina_principale PLEIADI, Portale per la Letteratura Scientifica Elettronica Italiana su Archivi Aperti e Depositi Istituzionali http://www.openarchives.it/pleiadi/ Firmatari della Dichiarazione di Berlino (2003) http://oa.mpg.de/openaccessberlin/signatories.html Open Archives Initiative http://www.openarchives.org/ 70