26 Sabato, 18 ottobre 2014 Como Cronaca Sabato 18 ottobre. Un percorso nel cuore del paese dal titolo: “Un borgo, un castello, nel segno dei Magi” CamminaCittà Menaggio con Iubilantes S La presentazione La presentazione, promossa dal Comune – Assessorato alla Cultura prevede alle ore 15.00 il ritrovo in piazza Garibaldi, presso l’ingresso dell’Ufficio Turistico e la partenza per una camminata “dolce” tra le vie del borgo. Alle 16.30, presso la sala multimediale della Scuola Primaria, il presidente di Iubilantes, Ambra Garancini illustrerà il progetto di hiking urbano “Camminacittà”, con l’anticipazione della nuova speciale “app”. Per informazioni: Iubilantes, tel. 031.279684, cell. 347.7418614; e-mail [email protected]; sito internet www.iubilantes.eu. abato 18 ottobre, alle ore 15.00, sarà presentato il “CamminaCittà Menaggio”, promosso dall’associazione culturale Iubilantes, nell’ambito del progetto INTERREG “Turismo alpino: saper fruire il territorio in modo sostenibile”, con la supervisione della sezione comasca dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. Si tratta di un percorso nel cuore di Menaggio dal titolo “Un borgo, un castello, nel segno dei Magi”, inserito nel sito internet www.camminacitta.it realizzato da Iubilantes e dedicato a itinerari urbani da percorrere in modo lento e sostenibile, con un’attenzione costante all’accessibilità materiale e culturale dei luoghi e dei monumenti. Un sito bilingue (italiano e inglese) che intende riscoprire e valorizzare il patrimonio culturale delle nostre città coniugando mobilità dolce, turismo sostenibile e accessibilità: per queste sue caratteristiche ha ottenuto lo scorso anno il premio nazionale “Sette Green Awards” per la mobilità sostenibile. L’itinerario proposto inizia dall’Imbarcadero di Menaggio, percorre un primo tratto di lungolago e quindi si addentra nel “centro storico” dell’antico borgo fortificato, passando accanto ai luoghi che nei secoli hanno costituito il centro spirituale di Menaggio (il Battistero ora scomparso, la Prepositurale di S. Stefano, la chiesa di S. Marta) o ne hanno manifestato la vocazione all’accoglienza (l’antico “Ospedale dei tre Re Magi”, ma anche i tanti esercizi commerciali che offrono ospitalità ai moderni viandanti e pellegrini). Si sale poi nella parte più alta del paese, compiendo un affascinante giro attorno a quella che doveva essere la gloriosa fortezza distrutta nel 1523 dai Grigioni, alla ricerca delle numerose tracce rimaste nel tessuto urbanistico, ma soprattutto, di suggestive atmosfere di un tempo. Si scende quindi di nuovo e si percorre un tratto dell’antica Via Regina attraversando più volte il torrente Sanagra, fino a ritornare al punto di partenza. Il sito internet www.camminacitta. it offre l’ambientazione generale, la descrizione dettagliata delle singole tappe in cui è diviso questo itinerario, le schede dei punti di interesse che si incontrano, i dislivelli, i tempi di percorrenza a piedi, i collegamenti con i mezzi pubblici, i parcheggi e gli altri servizi vicini. Vengono anche evidenziate – e questa è la caratteristica specifica del sito - informazioni sulle potenziali barriere architettoniche, lasciando ai singoli utenti il giudizio sulla reale accessibilità del percorso o del monumento in base alla propria situazione personale. Il testo, scaricabile su palmari e dispositivi mobili di nuova generazione, è corredato anche da immagini, mappe Google, audioguide e link utili. Silvia Fasana Con Iubilantes salita a S. Pietro al Monte I ubilantes, in collaborazione con l’associazione Luce Nascosta di Civate, propone per domenica 19 ottobre la salita alla Basilica di S. Pietro al Monte. Il ritrovo è fissato per le ore 9.45 in piazza della chiesa di Suello; il dislivello è di circa 400 metri. Si ridiscenderà poi alla località Pozzo per il pranzo, con ritorno a Suello. Il contributo richiesto è di 10 euro per l’associazione Luce Nascosta (visite, ingresso al monumento), 3 euro per Iubilantes (assicurazione). È possibile pranzare a Civate in un crotto tipico (minimo 10 persone - 15 euro per antipasto, primo, ¼ vino, acqua, dolce e caffè). Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Iubilantes, tel. 031.279684, cell. 347.7418614; e-mail iubilantes@iubilantes. it; sito internet www. iubilantes.eu. Libro di Ilaria Bodero Maccabeo In punta di piedi a Gerusalemme A pensarci bene, non sono Il racconto di un viaggio, poi molte le soluzioni che a piedi, in Terra Santa. si offrono al viaggiatore in La cronaca di un cammino procinto di visitare la Terra Santa e quel crocevia e coagulo simbolico tra le colline verdi dei tre grandi monoteismi che è della Galilea e la terra Gerusalemme. Le opzioni disponibili, la spiritualità e l’inesplicabile argillosa della Palestina tanto per il turista generico quanto mistero delle località percorse in per il pellegrino in cerca di un un assembramento di immagini riaggancio alle sorgenti della fede che da rivedere sprofondati nel divano passi attraverso la ricognizione dei luoghi descritti nelle di casa. Tra queste due modalità canoniche di narrazioni bibliche, si riducono infatti essenzialmente approccio alla Terra Santa, la scrittrice Ilaria Bodero a due, a meno che non si disponga di risorse che Maccabeo ha scelto la terza, quella del viaggio a consentano di organizzare la trasferta in piena piedi, fornendone un succinto e nello stesso tempo autonomia e senza troppo badare all’indolore perché minuzioso resoconto nelle pagine esili e dense di “In momentanea flessione dell’estratto conto bancario. Ci punta di piedi a Gerusalemme”, racconto di viaggio si affiderà a un tour operator specializzato in grado di pubblicato dall’editore Dominioni che ha già riscosso mostrare tutto il mostrabile a costi ragionevolmente l’approvazione di un’affezionata platea di lettori contenuti e a tempi compressi da guinness dei primati, comaschi e non solo. Non di certo un romanzo, quanto oppure ci si aggregherà a uno dei numerosi e benemeriti la cronaca apparentemente neutra e confidenziale di un pellegrinaggi che periodicamente si allestiscono a cammino tra “le colline verdi della Galilea” e “la terra cura delle parrocchie e degli enti religiosi in ogni argillosa della Palestina” (pag. 10), superando dogane e angolo d’Europa. Nell’uno e nell’altro caso, il mezzo check point presidiati da giovani e ringhianti soldatesse di locomozione sarà quasi certamente l’aeroplano. israeliane armate di mitra e i valichi talvolta ancor più Nell’uno e nell’altro caso, gli spostamenti tra Nazareth, insidiosi e scoscesi delle proprie inquietudini sottili, alla il lago di Tiberiade e Betlemme offriranno il destro ricerca della chiave che renda attuabile e interiormente a sequenze infinite di scatti di videocamere digitali palpabile il mistero dei misteri: “Chi vuole salvare la nell’ostinata quanto illusoria pretesa di intrappolare propria vita la perderà. Strane frasi contiene il libretto che mi porto dietro. Questa vuol dire: chi si arrovella, chi smania per avere successo e riconoscimenti, ricchezza e lodi, chi si aggrappa a se stesso con tutte le sue forze, ecco, costui è fuori strada. La direzione buona è perdere, lasciar andare. Sciogliersi come lo zucchero nell’acqua. Lasciare che la vita accada anche senza di noi, farsi paesaggio, ape, refolo di vento. E non aver paura. Non avere paura di morire a se stessi. Morire, amare, nascere di nuovo: tutto qui” (pag. 43). Tutto qui, e in effetti non è che rimanga molto da aggiungere, se non l’implicita avvertenza, alla voce “istruzioni per l’uso”, che questo libriccino agile e scorrevole, la cui lettura non richiede uno sforzo maggiore del deglutire una compressa con due dita d’acqua, è in realtà carico di significati per nulla effimeri e scontati, e che conviene diffidare della naturalezza “naive” della sua prosa. E’ noto del resto che sono le cose semplici a occupare il vertice della scala della complessità, soprattutto quando non si ostenta altra ambizione che quella di inviare a Dio una lettera differente “da quelle che si scrivono a Babbo Natale, cioè priva di richieste specifiche” (pag. 9), e si sceglie di percorrere un itinerario tutt’altro che confortevole come quello che conduce a Gerusalemme in atteggiamento di disarmante e totalizzante schiettezza, “in punta di piedi”, al fianco di uno specialissimo compagno di viaggio che è poi lo stesso destinatario della missiva di cui sopra. Non male, per l’ex bambina che amava Pippi Calzelunghe e si autodefinisce “un piccolo frammento di ignoranza leggera”, ripromettendosi di smettere “di pensare a se stessa come allo scopo della mia vita” (pag. 115). Sarà pure ignoranza, ma quanto somiglia al culmine della saggezza. SALVATORE COUCHOUD