SETTIMANA 32-2013 v8:Layout 1 10/09/2013 12.46 Pagina 6 intervista La prossima beatificazione del giovanissimo seminarista Rolando Rivi, ucciso dai partigiani nel 1945, favorisce la riconciliazione delle memorie. Ne abbiamo parlato con A. Lanfranchi, vescovo di ModenaNonantola. Martirio: memoria riconciliata S abato 5 ottobre si celebrerà a Modena la beatificazione di Rolando Rivi, un giovane seminarista di 14 anni, che, nell’aprile del 1945, venne torturato e ucciso nei convulsi e turbinosi momenti del fine-guerra da un gruppo di partigiani comunisti. Ne parliamo con il vescovo di Modena-Nonantola, Antonio Lanfranchi. n Mons. Lanfranchi, si può parla- settimana 15 settembre 2013 | n° 32 re di martirio per un adolescente? Come quell’evento drammatico può connotare la sua vita? 6 Fin dai primi tempi del cristianesimo la Chiesa non ha esitato a proclamare martiri dei bambini. Sant’Ambrogio nei suoi inni rimaneva incantato davanti alla giovanissima Agnese che, immatura per le nozze – così diceva – è già matura per il martirio. Per la Chiesa vi è un’età del fisico e un’età dello Spirito. Ogni età può essere matura per la santità. Essa si misura non sul calcolo del tempo, ma secondo i valori della virtù. Non è il frutto dell’iniziativa laboriosa dell’uomo, anche se certo chiede una qualche corrispondenza, ma è frutto della grazia. È Dio che rende santi e chiama alla sequela di Gesù, che può sfociare nel martirio, anche per un adolescente. Come insegna anche la mia esperienza educativa, vi è nell’adolescenza e nella giovinezza il primo formarsi di quegli elementi che daranno orientamento alla vita futura. In un discorso ad Argenta, il 23 settembre 1990, a proposito di sacerdoti e di seminaristi martirizzati, Giovanni Paolo II diceva: «L’età privilegiata per la “crescita del tempo” cristiano è quella del primo affermarsi della coscienza: la fanciullezza e l’adolescenza. Chiedo alle Chiese dell’Emilia-Romagna di concentrare qui il meglio dei loro sforzi». Quella di Rolando Rivi è una vita semplice e normale, vissuta con una fede così come essa si può esprimere nella fanciullezza. Però fede vera. Il martirio non è il momento totalizzante che oscura la storia precedente; è piuttosto il suggello di un orientamento. Non sarebbe stato possibile senza le scelte e i valori coltivati in precedenza. Esso non annulla la fragilità. Di fronte alla morte Rolando avrà pianto e avrà conosciuto la paura, come fanno pensare alcune delle sue espressioni finali che sembrano un’implorazione ai suoi carnefici per risparmiargli la vita. Ma la forza dello Spirito l’ha sostenuto fino alla fine, quando ha chiesto di pregare prima dell’esecuzione. n Poche settimane fa, lei ha partecipato alla beatificazione di Odoardo Focherini a Carpi, morto di stenti nel lager di Hersbruck nel 1944 (cf. Sett. 24 e 25/2013 p. 1). Quali affinità e differenze rispetto a Rolando Rivi? Sono ambedue credenti che hanno unificato la vita sulla fede, raccogliendo in essa tutte le dimensioni dell’esperienza, come richiama papa Francesco nella Lumen fidei. Ambedue l’hanno testimoniata in un ambiente caratterizzato da un forte spirito anticattolico. Ambedue sono considerati martiri dalla Chiesa. Il martirio di Rivi nasce in un progetto di una frangia (non certo dell’intera Resistenza) di partigiani comunisti che perseguiva la cancellazione del cristianesimo in quei territori. La motivazione di fronte alla crudezza e alla nefandezza dell’uccisione di un adolescente fu: «Avremo un prete in meno». Cancellare le guide presenti o future della comunità cristiana voleva dire mettere in forse la sua sopravvivenza. Per quanto riguarda la mia Chiesa, figure anche recenti di laici, preti, religiosi e sposati portano tutte un segno particolare di socialità e di concretezza. Non tutte saranno riconosciute uffi- cialmente, ma tutte hanno lasciato un segno importante nella Chiesa e nella società modenese. In ordine alla santità locale, parlerei di concretezza e di globalità. Quest’ultima nel senso di inglobare tutti gli stati di vita. Il martirio di Rivi può suonare come critica alla Resistenza e ai valori della nostra democrazia? n Non c’è alcun intento di revisionismo storico e tantomeno una svalutazione della forma democratica. È piuttosto un contributo per togliere un velo di omertà che persiste in ragione di un’ideologia residuale. La Resistenza è parte rilevante della nostra storia recente, ma non è priva di limiti e pecche, come tutti gli eventi storici. La verità storica è un servizio alla stessa Resistenza. Del resto, l’adolescente Rivi aveva mostrato simpatie per il movimento partigiano. Considero la beatificazione come una grande occasione per una riconciliazione delle memorie e per una riaffermazione di quei valori umani come la libertà, il rispetto della persona e la solidarietà che ci devono trovare uniti. Il martire A CURA DI non è mai contro qualcuno, non può essere usato a vantaggio di una parte. È sempre un elemento di verità, di perdono e di conciliazione. n Puglisi, Kolbe, Bhatti, Romero parlano di un martirio che può conoscere sfumature assai diverse? Non c’è riconoscimento di martirio se non in odium fidei. La lotta per la legalità, la carità, i diritti umani e la giustizia sociale, pur eccellente, non dà origine al martirio. Esso è determinato dalla fede. È bene sottolinearlo per non svalutare il legame stretto fra ispirazione di fede e specifiche lotte per valori umani. Valorizzare le seconde senza riaffermare la prima è un falso storico. Viceversa, si può e si deve parlare di don Puglisi come modello di legalità anti-mafiosa, di Kolbe come esempio di carità, di Bhatti come difensore dei diritti umani, di Romero come riferimento per la giustizia sociale proprio a partire dalla loro fede cristiana e dalla generosità martiriale della loro morte. a cura di Lorenzo Prezzi SALVATORE FERDINANDI Memoria e profezia per testimoniare la carità N el corso di un trentennio (1971-2001) alla guida di Caritas Italiana si sono succeduti tre direttori: G. Nervo, G. Pasini ed E. Damoli. Il DVD è una testimonianza della carità vissuta in modo profetico dentro eventi e cambiamenti che hanno fortemente segnato quel tempo. Accanto ai direttori vengono presentate sei figure che con loro hanno condiviso il servizio agli ultimi. «FEDE E ANNUNCIO» DVD + libretto pp. 16 - € 15,00 DELLO STESSO CURATORE LA GRAMMATICA DELLA CARITÀ DALL’ASSISTENZA ALLA CONDIVISIONE NEL PENSIERO DI GIUSEPPE B. PASINI pp. 400 - € 25,00 Edizioni Dehoniane Bologna Via Scipione dal Ferro, 4 - 40138 Bologna Tel. 051 3941511 - Fax 051 3941299 www.dehoniane.it