CENTRO STUDI
CSI VARESE
2014
Le Riflessioni dei ragazzi
sul momento formativo
“Uomini Contro Corrente”
In appendice: interventi dei genitori sull’esperienza dei figli
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Premessa
Un grande grazie ai genitori, allo staff e soprattutto a voi ragazzi per le riflessioni
che avete donato a tutti coloro che direttamente e indirettamente hanno partecipato a questa esperienza sportivo-formativa a Disentis. I vostri pensieri ci aiuteranno a rivivere i momenti importanti che abbiamo vissuto insieme e rafforzare i
propositi che abbiamo fatto, giorno dopo giorno , seguendo la storia appassionante di Zorba e dei generosi “Gatti del porto” e conoscendo personaggi che
hanno lasciato il segno, che sono andati controcorrente, che hanno saputo valorizzare al massimo la loro vita. Tutto è possibile non solo con l’aiuto delle persone che ci vogliono bene, ma anche con la forza, la determinazione, il coraggio e
la fiducia che dobbiamo tirar fuori da noi stessi.
Abbiamo ritenuto opportuno riunire in un unico libretto le nostre riflessioni perché unica è stata la nostra esperienza.
Vi consigliamo di scorrere queste pagine parallelamente ai libretti base “La
Gabbianella e il Gatto” e Uomini contro…corrente”, nei momenti di maggiore
tranquillità, da soli o in compagnia, senza fretta, con la curiosità di chi vuole scoprire la “saggezza” dei bambini e l’umiltà di chi sa accettare lezioni di vita da
qualunque parte ci vengono offerte.
In appendice abbiamo raccolto le riflessioni dei genitori.
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SECONDA SETTIMANA (SC, MEDIA E SUPERIORE): UOMINI CONTRO …
CORRENTE.
29 GIUGNO – 06 LUGLIO
Primo giorno: Don Lorenzo Milani.
A me è piaciuto molto don Milani perché, nonostante fosse
ricco e poteva fare qualsiasi cosa, ha deciso di insegnare
alle persone più povere a cui di solito non si dà alcuna importanza. Ha scelto di diventare prete, ma non il solito prete
che confessa e dice messa, ma un prete capace di dedicarsi
veramente agli ultimi. Noi ragazzi andiamo a scuola perché
siamo obbligati, per avere il sei in pagella, ma non dovrebbe essere così, ci dovremmo andare per non rimanere ignoranti.
La cosa che ho apprezzato di più in don Milani è la sua passione per trasmettere cultura. Nel momento formativo di oggi ho imparato che se voglio essere diversa dagli altri devo emergere accrescendo le mie conoscenze.
Don Milani non ammetteva differenze tra ricchi e poveri; ha combattuto perché
tutti potessero studiare. Non si è mai arreso e non ha tenuto conto di minacce e
calunnie.
Don Milani non aveva paura di dire quello che pensava. Seguirò il suo esempio.
Io quando ho qualcosa da dire, mi blocco perché ho paura. Da oggi in poi mi
sforzerò di dire chiaramente quello che penso.
Il vescovo che ha mandato in “esilio” don Milani, per me non era un vero uomo
di fede. Invece di cacciarlo avrebbe dovuto aiutarlo a portare avanti la sua scuola. Non ha avuto rispetto né per don Milani, né per i suoi ragazzi.
A scuola si dovrebbe parlare di più di quello che succede intorno a noi e nel
mondo. Non capisco l’utilità di alcune materie.
Quando don Milani è diventato prete ha scelto di aiutare gli altri. Anch’io vorrei
aiutare quelli che hanno bisogno. Disentis mi aiuta molto.
Don Milani ci ha insegnato che la cultura non è fine a se stessa, ma ci eleva
come persone e ci aiuta a seguire la nostra coscienza e non quello che ci
viene imposto dai mass media o dai politici
di turno. E’ fondamentale il
suo motto: “I care”, mi importa, mi interessa, ho a
cuore quello che faccio,
quello che mi circonda, cioè
gli altri.
Prima di scoprire la storia di
don Milani è necessario capire il titolo di questo nostro
libretto che è “Uomini contro
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… corrente”. Questo titolo mi
fa pensare all’uomo che non si
arrende, all’uomo che pensa
con la propria testa e non si fa condizionare dagli altri. Di don Milani mi è piaciuto il suo giudizio contrario alle bocciature per i motivi che ci sono stati spiegati.
La frase più bella è stata: “Bisogna andare a scuola per liberarsi dalla schiavitù
dell’ignoranza”.
Solo sbagliando con la propria testa si può crescere ed imparare, non seguendo
regole, esempi ed ideali in cui non crediamo. Impariamo a fare le nostre esperienze senza avere paura di essere giudicati da chi ci sta intorno. Se sbaglio ho
sbagliato con la mia testa non con quella degli altri. Solo così è possibile capire
in che modo posso diventare uomo. Condividiamo con gli altri ciò che ci è stato
donato e ricordiamoci che non tutti hanno la nostra fortuna.
Di don Milani mi ha colpito la sua determinazione. Anche se è stato punito ha
continuato nella sua “avventura” e non ha smesso di credere in quello che faceva.
Mi è rimasto un dubbio: se a don Milani giovane non piaceva la scuola, come ha
fatto a fondare una scuola facendo lui stesso il maestro?
Oggi ho imparato molte cose seguendo il momento formativo. Ho imparato che
andare a scuola è molto importante, anche quando non ho voglia di andarci.
Grazie alle parole di don Milani ora posso iniziare alla grande la mia vacanza.
Don Milani è il tipo di uomo proprio contro … corrente perché nella sua vita ha
lottato contro tutti per aiutare i suoi ragazzi.
Io preferirei fare 8 ore di scuola tutti i giorni con don Milani che fare le mie solite
6 ore con i professori noiosi con cui impari la lezione per fare felici loro.
Conoscevo don Milani solo di nome e non mi ero mai interessata alla sua vita.
Oggi ho scoperto una persona carismatica che di sicuro aggiungerò al mio personale elenco dei “grandi personaggi”. Quello che mi ha colpito maggiormente è
stata la sua grande forza di volontà che lo ha spinto a perseverare e a realizzare
le sue idee. E’ stato un uomo contro corrente già da giovane; si è fatto prete pur
provenendo da una famiglia atea; da prete non si è lasciato abbattere dalle critiche e ha dato tutto se stesso per i suoi ideali. L’argomento scuola è ancora molto attuale e non è finito con don Milani.
Molto è cambiato, ma molto ancora è rimasto uguale. A 50 – 60 anni di distanza
rimane l’ansia e la paura nei confronti di una scuola che è ancora nozionistica,
mentre la scuola immaginata da don Milani (e anche da me) vuole una
scuola pratica. Nessuno insegna ad utilizzare quello che si è imparato.
Nella suola italiana si continuano a fare dei tagli invece che
investimenti.
Da una famiglia atea è nata una
stella splendente che ha lasciato
il segno nella storia della chiesa.
Da 3 anni vengo a Disentis e in
tutti i momenti formativi non mi
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sono mai interessata così tanto
ad un personaggio come ho fatto
con don Milani. Le frasi scritte dai
suoi ragazzi nella “Lettera ad
una professoressa” sono molto
belle. Anch’io ho una professoressa che ha lasciato il segno
nella mia classe. Tutti hanno
diritto a ricevere la necessaria
istruzione. Spero che con
questa lettura io e le mie amiche diventiamo persone migliori.
Mi ha molto appassionato la
storia di Don Milani; tutti dovrebbero conoscerla perché tratta di argomenti che dovrebbero essere i pilastri della nostra vita sociale.
“Lettera ad una professoressa”, scritta dai suoi ragazzi, dovrebbe ricostruire il
modo di insegnare. Non so se a casa rileggerò questa storia (spero di farlo),
sicuramente me la ricorderò per sempre.
Andare a scuola per me non è il massimo, però se penso seriamente al mio futuro dovrò seguire l’esempio e l’insegnamento di don Milani.
Nel racconto che abbiamo letto su don Milani mi ha colpito molto questa frase: “I
ragazzi non devono essere umiliati e cacciati dalla scuola con le bocciature. Devono essere capiti, aiutati, incoraggiati, recuperati. Basta dar loro uno scopo”.
Per me è stato difficile seguire la storia di un personaggio che ha dato l’anima
per aiutare i ragazzi a conoscere e a capire tante cose. La sua scuola nella sua
parrocchia di montagna non aveva niente, nemmeno la luce e l’acqua corrente,
eppure era ricca di cuore e di passione.
Non sapevo chi era don Milani, ora lo stimo moltissimo. Mi è piaciuta molto la
sua frase: “Da bestie si può diventare uomini e da uomini si può diventare santi.
Ma da bestie diventare santi il passaggio è impossibile”.
Quello che mi è piaciuto di più in don Milani è stato il suo credere nelle persone
emarginate dalla società dando loro la cosa più importante: l’istruzione. Ha dimostrato una grande forza quando ha deciso di farsi prete contro la volontà dei
suoi genitori e anche quando ha ubbidito al cardinale che lo aveva esiliato in
una piccola parrocchia di montagna. Lì ha poi creato la sua scuola di vita. Vorrei
essere un po’ come lui che ha aiutato fino alla fine gli “ultimi”.
La figura di don Milani mi è piaciuta davvero tanto. Noi siamo privilegiati, abbiamo tutto, eppure quando la mattina dobbiamo andare a scuole pensiamo: “Che
schifo, devo andare a scuola!”. Questo onestamente succede anche a me. Do6
vremmo invece
tutti dire: “Che bello, anche oggi ho la possibilità di imparare
tante cose e di mettere le basi per il mio futuro”. Forse dipende anche dagli insegnanti che non ci mettono passione e ottimismo.
Per me don Milani è una persona speciale perché vuol far
capire a tutti che è importante
pensare con la propria testa.
E’ stato coraggiosissimo a
scrivere, con i suoi ragazzi,
le sue “Lettere” ai giudici e
alla professoressa.
Per me don Milani è un
punto di riferimento ed un
esempio da seguire. Io non so dove ha trovato il coraggio per aprire una scuola nel bel mezzo del nulla e con
tutte le minacce e le prese in giro. Sono rimasto sbalordito nel sentire che lui,
proveniente da una famiglia atea, ha seguito la chiamata di Dio.
Quando don Milani faceva scuola ai suoi ragazzi non si limitava ai nomi dei fiumi
e delle montagne, ma faceva riflettere su come le persone vivevano e quali erano i loro diritti e i loro doveri.
Mi ha colpito la forza di volontà di don Milani. Non si è fatto scoraggiare dalle
difficoltà, dalle calunnie e dalle accuse ingiuste. La sua scuola ha aiutato molti
ragazzi a non cadere nell’ignoranza perché chi è senza cultura rischia di diventare schiavo degli altri.
E’ bello conoscere delle persone che sono convinte e felici di fare qualcosa che
nessuno avrebbe mai pensato di fare per gli altri. Qualcosa di folle che cambia il
sistema di fare scuola, che incoraggia gli alunni a dire le loro opinioni, che mette
in crisi tanti professori senza passione.
Don Milani è stato vicino ai suoi ragazzi anche quando era gravemente malato;
questa è la cosa che mi ha colpito di più di lui.
Don Milani è un vero uomo
contro … corrente. Ha avuto la forza di diventare prete pur avendo alle spalle
una famiglia totalmente atea
e soprattutto ha avuto la
forza di andare controcorrente proprio come prete. Il
suo primo obiettivo è stato
7 l’analfaquello di combattere
betismo per far sì che la cultura non fosse un privilegio di
pochi, ma un diritto di tutti. Grazie Staff di avermi fatto conoscere questo personaggio. Queste persone andrebbero conosciute da tutti perché ti aiutano a vedere la vita in modo migliore.
Don Milani è un prete diverso. I preti
inse-
di ora, secondo me, non
gnano, ma predicano nel
senso che non sanno avvicinare gli insegnamenti di
Gesù alla vita reale. Mi è
piaciuta molto la frase: “Gli
insegnanti devono avere
una passione educativa”.
Aveva proprio ragione.
Tutti i nostri prof non ci
spiegano nulla sulla vita;
quella di italiano in particolare e non ci parla mai
di persone importanti degne di essere conosciute.
Poi è sempre preoccupata dal programma, secondo lei siamo sempre indietro, intanto non sappiamo niente di educazione civica.
Quando Don Milani è stato mandato via da S. Donato, perché accusato di essere un prete comunista, e destinato ad una piccola parrocchia di montagna, ha
ubbidito e non si è ribellato. L’ho apprezzato molto per questo. Poi ha creato
una vera e propria scuola. Mi ha insegnato che la cultura non consiste nel sapere nomi e date, ma saper ragionare con la propria testa e conoscere quello che
succede intorno a noi. Credo che gli alunni di questo emozionante Don siano
stati molto fortunati perché hanno avuto il privilegio di appassionarsi allo studio
e di capire come si risolvono i problemi.
Sono rimasta colpita dalla
storia di don Milani e dal
fatto che lui non amava la
scuola, anzi non amava
quel tipo di scuola; ecco
perché ha poi creato la sua
scuola capace di non stancare e di appassionare i
suoi alunni.
Don Milani è riuscito in un
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periodo storico
difficile a
rivoluzionare la scuola. Era
contro il nozionismo e favo-
revole alla formazione della persona. Ha combattuto contro le istituzioni per estendere a tutti “il privilegio” della cultura. Oggi però la scuola continua ad essere noiosa e pesante per moltissimi ragazzi e ci vorrebbero più “Don Milani” tra i
nostri insegnanti.
Ho molto ammirato la fede e l’ubbidienza di don Milani, ma soprattutto di come
ha educato i suoi ragazzi in quella sua piccolissima scuola. Il suo segreto è stato l’amore. Oggi ho capito quanto sia importante per il mio futuro e per il mio
essere la scuola.
Oggi ho conosciuto un uomo veramente controcorrente. Da ateo a cristiano e
prete. Da privilegiato a uomo comune. Lui ha combattuto per far diventare tutti
“privilegiati” attraverso la cultura.
Mi ha colpito molto la forza di volontà di questo personaggio perché per un prete non deve essere
facile andare contro la Chiesa,
quando si dimostra chiusa e arretrata, e contro lo Stato quando
non osserva la sua Costituzione.
Poi ha avuto il coraggio di fare
una scelta di vita che nessuno
della sua famiglia approvava. Io
preferirei fare 8 ore di scuola per
7 giorni la settimana con don Milani che 5 ore al giorno per 6 ore la settimana come
faccio ora.
Io sono diventato grande frequentando una scuola dedicata a don Milani senza
sapere quello che di tanto grande aveva fatto questo personaggio. Oggi ho avuto la fortuna di conoscerlo. Cultura significa capacità di ragionare con la propria
testa, di utilizzare il proprio cervello, di saper scegliere la cosa migliore, di far
sentire la nostra voce, di andare controcorrente.
Don Milani si sentiva un privilegiato grazie al bagaglio culturale che possedeva
perché si era creato una capacità critica, ma anche perché, nel periodo in cui è
vissuto, il tasso di analfabetismo era davvero alto in Italia. E poi c’era la guerra e
tanta povertà. La cultura era un “frutto proibito” anche perché per i regimi totalitari era molto più comodo governare su una popolazione ignorante e facilmente
condizionabile. Per Don Milani la scuola doveva servire a creare veri cittadini,
coscienti dei loro diritti e dei loro doveri. Noi oggi diamo tutto per scontato, facciamo il minimo indispensabile e rischiamo di essere ancora più stolti dei contadini degli anni 40 perché perdiamo la cosa più importante: la voglia di9imparare,
di imparare a vivere con coscienza, di essere curiosi, di essere “affamati” come
diceva di Steve Jobs.
Secondo giorno: Carlo Urbani.
E’ solo il secondo giorno a Disentis e del secondo momento
formativo ed io mi sento già diversa. Sento la volontà di dovermi mettere in gioco come hanno fatto don Milani e Carlo
Urbani aiutando la gente debole e povera. Mi è piaciuto il
fatto che Urbani è andato oltre ogni suo interesse economico. Ha pensato solo al bene degli altri e non credo che ci
siano tanti medici disposti a fare altrettanto. E’ un uomo decisamente controcorrente.
Mi colpisce molto il fatto che la moglie di Carlo Urbani gli sia stata sempre al
fianco e lui ha ammesso che non l’ha mai ringraziata abbastanza. E’ stato un
uomo semplice disposto ad aiutare tutti senza chiedere niente in cambio.
Di Carlo Urbani mi ha colpito la sua determinazione nell’aiutare gli altri ed il suo
coraggio nel denunciare le multinazionali che nel loro operare cercano solo ed
esclusivamente il profitto.
Credo che i ricchi sono
pochi al mondo, ma il mondo purtroppo è pieno di
poveri. Quando crescerò
non sarò come i ricchi che
spendono inutilmente i
loro soldi, ma farò come i
poveri che i soldi non li
sprecano. Se sarò ricca
cercherò di aiutare i poveri.
Molte malattie si potrebbero curare, ma mancano i soldi. Però i soldi ci
sono sempre, anche nei Paesi poveri, per
comprare le armi.
I medici senza frontiere sono uomini forti, coraggiosi, rispettosi ed altruisti. Io
penso che questa settimana ci possa rendere migliori anche con il momento
formativo.
Per me Disentis è più bello dell’anno scorso riguardo alle persone che stiamo
conoscendo nel momento formativo. Siamo al secondo giorno e mi sento già
molto coinvolta e stupita.
Oggi ho imparato che i soldi buttati in armi portano alla rovina, alla povertà ed
alla morte e che i soldi usati per il bene portano alla felicità.
La storia di Carlo Urbani mi è piaciuta molto perché tocca argomenti molto importanti. Non condivido il fatto che il mondo giri intorno al denaro e non intorno
alla vita. Non dobbiamo abituarci a questo stato di cose, dobbiamo reagire e
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andare controcorrente.
Se devo essere sincero il personaggio di oggi non mi ha particolarmente stupito,
emozionato e commosso. Ammetto che sia stato un personaggio importante e
speciale, ma storie così avvengono ancora oggi. Migliaia di medici come Urbani
donano la loro vita in ricerche eppure non vengono ricordati uno per uno. La mia
stima per queste persone non sarà mai abbastanza grande e loro non si faranno
fermare da nessuna malattia.
A me è dispiaciuto di non aver conosciuto prima quest’uomo perché da lui ho
ricevuto qualcosa che non avevo mai ricevuto prima. Io ammiro sempre in ogni
uomo, quando c’è, la forza della fede perché anch’io credo che senza di Dio non
si può realizzare niente. Senza la fede Urbani non avrebbe avuto la forza di realizzare quello che ha fatto. Non sono molte le persone che rinunciano a tutto
per gli altri, senza pretendere per questo di essere considerati degli eroi.
Io prima di questa fantastica settimana a Disentis non sapevo chi fosse questo
grande uomo; adesso che lo conosco non lo dimenticherò più. Io ci avrei pensato un attimo prima di correre a curare l’americano colpito da quella terribile malattia. Credo che sua moglie sia una persona ammirevole quando va nelle scuole a parlare di suo marito.
Non si può non considerare Carlo Urbani un grande uomo per la sua vita completamente donata ai più bisognosi e per le sue ricerche che hanno salvato migliaia e migliaia di persone. Pur avendo una bella famiglia ed una professione
promettente ha deciso di lasciare tutto per seguire i più bisognosi. Quello che mi
ha colpito è che in vita Carlo Urbani abbia dimostrato grandi abilità, capacità e
forza di volontà, ma molti riconoscimenti ed onorificenze sono arrivati solo dopo
la sua morte. Spesso ci si accorge della grandezza di un uomo o di una donna
solo quando viene a mancare. Molte persone come Carlo Urbani operano in
silenzio ogni giorno e con passione senza il clamore mediatico dei mass media.
I mass media sono troppo impegnati a rincorrere gossip e futilità varie. Ammiro
molto il fatto che Carlo non vuole tenersi per sé la gloria, ma la voglia condividere con la famiglia che lo ha sempre appoggiato e gli è stata sempre accanto.
L’argomento che mi ha fatto riflettere molto è quello riguardante le cure e il denaro. E’ ingiusto che solo chi ha denaro può curarsi e chi non lo ha può anche
morire per malattie curabilissime.
Oggi ho conosciuto una persona fantastica perché non ha pensato a se stesso,
ma agli altri. Mi dispiace di averlo conosciuto solo adesso. Di persone come lui si dovrebbe parlare sempre
perché lo meritano di diritto, non come i giocatori
che diventano celebri per
un goal. Carlo Urbani non
vuole essere considerato
un eroe; io invece lo considero un vero eroe perché
grazie a lui un’altra terribile
malattia è diventata curabile.
Adesso tocca a noi cercare
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di essere come lui.
Carlo Urbani non è stato un
uomo controcorrente è stato
una vera e propria corrente
che ha trascinato sulla scia
tantissime persone. Sentiva
di non poter portare a termine il suo ideale di medico seduto dietro una scrivania o delegando altre
persone ad intervenire.
Lui ha voluto scendere in
campo, “cantare la sua
canzone” con tutto il suo
volume,
rispondendo
presente all’appello. Un
grande uomo davvero. E, come
dice il proverbio: “dietro un grande uomo c’è un’altrettanto
grande donna”, Lui ne ha avute due di grandi donne: la moglie e la “Preside”
cioè sua madre.
Carlo Urbani ha detto di essere orgoglioso della scelta di suo figlio di diventare
medico. Di sicuro anche il figlio era molto orgoglioso del padre che aveva sacrificato la sua vita per salvare tante persone
Io non avevo mai sentito parlare di Carlo Urbani, ma oggi nel momento formativo ho imparato a conoscer lui, il suo carattere e quasi i suoi miracoli. Mi ha colpito la sua determinazione nel lavoro e lo spirito volenteroso per aiutare il prossimo. Ho ammirato l’unione che esisteva nella sua famiglia e l’amore che lo ha
unito a sua moglie fino al loro ultimo addio. Ha continuato le sue ricerche sulle
malattie infettive pur sapendo i pericoli che correva. Mi è entrata nel cuore la
frase: “La parte più importante della mia vita però l’ho fatta da solo”. Questa frase deve farmi ricordare che la vita che la vita è tua e devi viverla con coraggio,
determinazione e anche umiltà. La mia volontà qui a Disentis sta andando di
bene in meglio.
Carlo Urbani mi ha dato una grande spinta verso le scelte che dovrò fare nella
vita. Mi ha colpito la sua fede, la sua disponibilità
ed il suo coraggio nell’affrontare “il mostro” cioè
quella terribile malattia infettiva. Lo seguirò nel mio progetto di aiuto al prossimo.
Questo personaggio mi ha
insegnato a pensare positivo.
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Ha ragione Carlo Urbani a
rimproverare chi usa i soldi per
comprare armi e fare guerre e poi non fa niente per fornire medicine e sconfiggere malattie ormai curabili.
Vivere la propria vita con
l’intento di investirla per cercare di cambiare il mondo e
dare le stesse possibilità a
tutti credo sia quanto di meglio si possa fare. E’ drammatico percepire come chi
è fortunato o più ricco possa accedere senza problemi alle cure sanitarie e alle
facoltà di studio che desidera frequentare, mentre
chi è nato in un Paese
povero o meno sviluppato
spesso non ha nemmeno diritto all’istruzione primaria o
muore per malattie che noi siamo in grado di debellare facilmente. Non c’è bisogno di essere santi per fare quello che ha fatto Carlo Urbani, possiamo farlo anche noi. Basta il sostegno delle persone che ci vogliono bene; basta dire senza
paura quello che crediamo non sia giusto anche a costo di andare a protestare
in tutto il mondo e non “smistare” tutto su gli altri. Io ammiro molto i volontari. I
miei nonni sono stati coinvolti in un grave incidente stradale e quando sono arrivata sul posto e li ho visti in ambulanza ero veramente spaventata e preoccupata. Sono stata molto colpita da come i volontari della Croce Rossa si sono mostrati disponibili e pronti a tranquillizzarci e aiutarci. Vedere che, a discapito della grande indifferenza e insensibilità che accomuna un sacco di persone, c’è chi
dona gratuitamente gran parte del proprio tempo per fare del bene agli altri, mi
ha fatto seriamente pensare a quello che posso fare io. Devo dire che sarei davvero felice di lavorare su un’ambulanza o in ospedale. Non serve essere santi, a
volte basta un sorriso e a me un sorriso ha fatto la differenza.
Carlo Urbani assomiglia molto a don Milani per il suo impegno verso gli ultimi,
ma io lo preferisco perché ha affrontato, tra l’altro, un tema importantissimo: il
costo esagerato delle medicine che impedisce a tante persone di curarsi. Questa è una delle cose che mi fa vergognare di essere un ragazzo fortunato. In
futuro voglio diventare un volontario e salvare tante vite quante ne ha salvate lui
con la scoperta della SARS.
Carlo Urbani era consapevole del pericolo del contagio, eppure non si è tirato
indietro. Mi è piaciuta molto la sua frase: “Io non voglio essere considerato un
eroe, ho fatto solo il mio dovere”. Ho capito che le cose non bisogna farle per
13 dovere
essere considerato un mito, ma perché bisogna farle, perché è nostro
aiutare il prossimo. Ringrazio con tutto il cuore questa vacanza perché mi ha
permesso di conoscere in due
giorni due fantastici personaggi e non vedo l’ora di conoscerne altri.
Mi ha colpito molto l’indifferenza di Carlo Urbani verso i
soldi; a lui non interessava
guadagnare, ma solo aiutare
le persone bisognose. Non
so se oggi esistono medici
come lui.
Non mi sembra giusto che pochi conoscano persone come Carlo Urbani.
Carlo Urbani non è morto invano perché ha lasciato qualcosa di molto importante dentro di noi. Come don Milani. E’ vergognoso che ancora oggi si sprecano
tanti soldi per le armi e niente per i medicinali.
Nel nostro piccolo possiamo anche noi avere lo stesso atteggiamento di Carlo
Urbani. Basta non girare la faccia dall’altra parte. Un giorno potremmo anche
noi aver bisogno di aiuto.
Mi dà proprio fastidio pensare che tantissime persone conoscono Buffon, Balotelli, ecc., che non hanno fatto niente di veramente importante e pochissimi conoscono Carlo Urbani, Marcello Candia o Gandhi.
Durante il momento formativo ci sto mettendo tutto me stesso per aprire il mio
cuore verso “i Grandi” che stiamo conoscendo. Carlo Urbani mi ha insegnato a
non sprecare il tempo, come fa molta gente, compreso me.
Mentre ascoltavo la storia di Carlo Urbani pensavo: anch’io potrò diventare come lui; anch’io posso aiutare il prossimo, fare del bene, dare il buon esempio.
Carlo Urbani per me è un
vero eroe. Poteva lavorare a
Ginevra, avere una vita sicura, essere rispettato, guadagnare molto, invece ha preferito rimanere nei Paesi del
terzo mondo fino a rischiare,
come poi è successo, di morire.
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Terzo giorno: Oliviero Bellinzani.
Il personaggio di oggi mi ha colpito molto per la sua forza di
volontà e l’impegno con cui è riuscito a superare il suo problema. Nella vita nulla viene regalato, le cose bisogna guadagnarsele e lui ci è riuscito. Non bisogna sprecare il tempo che
la vita ci concede, ogni singolo momento va vissuto come se
fosse l’ultimo.
Io ammiro Bellinzani per la sua voglia di vivere. Sono contento di averlo conosciuto perché spesso ho paura di imbattermi in questa situazione. In futuro,
quando mi troverò davanti ad un ostacolo penserò a tutti coloro che ce l’hanno
fatta e capirò che posso farcela anch’io.
Secondo me quest’uomo quando ha perso la gamba ha pensato: “Ma l’ho sfruttata al meglio questa gamba? Adesso sfrutterò al meglio l’altra” e così ha fatto. Il
termine “Uomo con le ali” mi fa capire che lui è l’uomo che non si arrende quando ha davanti difficoltà che sembrano insormontabili.
Bellinzani è stato veramente un grande. Io non so scrivere bene le riflessioni,
ma tutto quello che ora mi sento di dire è che è stato davvero un uomo controcorrente. Mi ha insegnato che non esistono limiti e che possiamo fare qualunque cosa con la forza di volontà.
Durante il momento formativo
continuavo a chiedermi dove
Oliviero ha trovato la forza per
andare avanti; stasera questo
dubbio scomparirà perché glielo chiederò. Qualunque sia la
sua risposta lo ammirerò.
Sentirsi vivi in ogni momento
questo è la cosa più importante; provare sentimenti ed emozioni sempre nuovi capaci di
affascinarci. La vita è un dono
che mostriamo di meritare solo
sfruttandone ogni momento al
massimo senza porci limiti. Mai avere rimpianti per qualcosa di
non vissuto, non serve a niente. Andare avanti con la parola d’ordine: entusiasmo!
Questo personaggio un po’ coincide con quello di mio papà che non vede più
dall’occhio sinistro e, nonostante questo, avendo la passione per la moto un
giorno mi ha invitato a fare un giro con lui. Ora ha ripreso a vivere come prima,
a fare tutto. Ci tengo a conoscere Bellinzani e gli chiederò come ci si sente ad
essere svantaggiati. Ho fatto più di una volta questa domanda a mio papà che si
è sempre messo a piangere senza darmi una spiegazione.
15 i limiti di
Non avrei mai pensato che con una gamba Bellinzani potesse superare
ogni logica. Quest’uomo ha molto da insegnarci, come prima cosa vivere ogni
giorno come se fosse l’ultimo e poi apprezzare il valore della vita. Vorrei avere
più grinta, ma spesso mi
fermo all’essenziale che
poi significa al minimo.
Ogni personaggio rappresenta qualcosa che
lo distingue: don Milani
rappresenta la conoscenza; Carlo Urbani
l’altruismo; Bellinzani
la forza di superare
gli ostacoli che la vita
ci impone.
Grazie Oliviero per
avermi
insegnato
che se ci succede qualcosa bisogna
rialzarsi.
Di Bellinzani ho sottolineato alcune frase e ne ho collegate due che mi sono piaciute molto e che sintetizzo così: “Sentirsi vivi, sapere di esistere e gioire”. Ecco
ciò che conta davvero e per cui vale la pena di correre rischi. Quindi mai imporsi
o imporre limiti. Io ritrovo in lui il “Perché no?” dell’anno scorso.
La frase che più mi ha colpito è: “Tutto quello che ero, non lo sarei stato più”.
Invece la sua grande forza di volontà gli ha permesso di essere come prima,
anzi più forte di prima.
Bellinzani è il personaggio che mi è piaciuto di più. Lui è riuscito a cantare la
sua canzone anche con una gamba e continuerà a cantarla per tutta la vita.
All’inizio pensavo che questo personaggio non fosse importante perché di gente
che perdono gli arti ce n’è purtroppo tanta, ma Bellinzani è diverso dagli altri ed
ha mostrato di non avere ostacoli capaci di fermarlo.
Il questi giorni sto cercando di seguire l’esempio dei personaggi che stiamo conoscendo. Vorrei realizzare tanti sogni e in questa settimana mi sto convincendo che se voglio, posso.
Stasera chiederò a Bellinzani
quale frase lo rappresenta meglio.
Vorrei che Bellinzani,
leggendo queste nostre
riflessioni trasmettesse a tutti noi un po’
della sua forza.
Io conoscevo Bellinzani non per averlo incontrato ad una sua
conferenza. Ero in
palestra, mi stavo
allenando16 tranquillamente, poi finita una
parete di arrampica-
ta, mi giro e vedo un uomo senza una gamba che scala. Non ci potevo credere.
Sinceramente mi sono anche un po’ spaventata perché non è una cosa che capita tutti i giorni. Tantomeno è una cosa comune la sua forza di volontà che lo
ha spinto a continuare alla grande la sua vita e le sue passioni. Anch’io ogni
tanto mi spavento facilmente davanti alle difficoltà, anche le più piccole. Cercherò di imparare da lui a prendere coraggio. Lo terrò come ispirazione.
Il personaggio di oggi è veramente speciale. Se io dovessi perdere una gamba
reagirei diversamente e perderei la voglia di continuare a vivere. Oliviero invece
continua a fare tutto con il massimo entusiasmo.
Ieri mi sono fatto male e non ho partecipato ad alcune attività per paura di farmi
di nuovo male. A Bellinzani è capitata una cosa infinitamente più grave della mia
e non si è mai arreso. Dovrò fare anch’io così la prossima volta che mi capita
qualcosa. Non devo piangermi addosso.
Oggi ho imparato che la vita va vissuta alla grande in ogni momento perché da un giorno all’altro può capitare
qualcosa che la cambia e se succede non dobbiamo buttarci giù. Con
l’impegno si può riuscire a fare tutto.
Quando Oliviero si è risvegliato con
una gamba sola non ha perduto la
sua passione per la montagna ed
ha continuato a scalare. Il messaggio che vuole darci è questo:
“Anche se hai dei problemi non ti
devi abbattere; devi continuare a seguire i tuoi
sogni”.
Ho capito una cosa: l’essere umano è una macchina perfetta, ma non è vero
che per andare avanti deve essere integro. Il corpo ferito si rimargina e un corpo
disabile può diventare un corpo normale pur con la sua disabilità, come nel caso
di Bellinzani.
Condivido con Oliviero la passione per la montagna e vorrei conoscerlo a fondo.
Non è mai successo che a Disentis fosse presente un personaggio del libretto e
voglio sfruttare questa occasione per capire dove trova la forza fisica e mentale. Lui è un uomo controcorrente in tutti i sensi.
Il personaggio di oggi mi ha fatto riflettere su come spesso rinunciamo ai nostri
sogni, alle nostre passioni, accusando la sorte, limiti che non abbiamo o altro
per celare paure o pigrizia. Ha ragione Bellinzani quando dice che “ 17
i limiti sono
prima nella mente e poi nel corpo”. Non c’è scalata che tenga se vogliamo davvero arrivare in cima. Ammiro molto la sua forza di volontà, la sua passione per
la vita. “Perdersi per poi ritrovarsi” e
“non lasciarsi imporre limiti”. Oliviero si
è ritrovato in seguito alla sua esperienza, si è ribellato alla condizione di
handicappato in cui la mentalità comune lo inseriva a forza, ha abolito i
limiti dalla sua mente. Sono davvero
contenta di avere la possibilità di conoscerlo stasera. Non capita tutti i
giorni poter incontrare un tale esempio di vita.
La presentazione di Oliviero che ha fatto Michele mi ha aperto il
cuore. Tutti e due hanno una forza incredibile. Sarò molto felice di stare con lui
stasera e domani.
Sono molto curioso di conoscere stasera “l’uomo con le ali”. Vorrei che mi trasmettesse la sua energia perché io in alcune cose sono un po’ pigro.
Questo personaggio mi ha insegnato che le difficoltà vanno prese di petto. Io 6
mesi fa sono stata operata alla mano e mi ripetevo “perché è successo a me;
perché proprio a me”. Lui non si è chiesto nessun perché, ha reagito ed è andato avanti con una gamba sola.
Bellinzani ci ha fatto capire che il corpo inteso come struttura che ci porta a
spasso non è fondamentale per poter esaudire i desideri e le passioni che abbiamo. Fondamentale è la volontà; è sentire la propria anima. Tutto quello che
accade nella nostra vita, anche se non dipende dalle nostre scelte, deve essere
fonte di insegnamento. Dobbiamo far tesoro di ogni esperienza, bella o brutta
che sia e utilizzarla per crescere.
Sono emozionata per la possibilità che ho di conoscere dal vivo questo personaggio. Dopo i tre personaggi che abbiamo conosciuto sono di sicuro più determinata e diversa.
Oggi è il mio terzo giorno a Disentis e mi sono reso conto di quanto sia importante il momento formativo. Ho conosciuto tre personaggi, anzi tre veri maestri
di vita. Oliviero è quello che ho ammirato di più per la sua forza interiore che io
non avrei mai avuto.
Ho notato, e questo mi ha stupito, che Bellinnzani è riuscito a trasformare un
incidente così grave e altre esperienze negative in un pazzesco amore per la
vita e per la montagna. Non riesco a capire come senza fede, senza una rispo18
sta alle domande
fondamentali che l’uomo si è sempre posto, sia riuscito a
dare un obiettivo così preciso ed un significato così profondo alla sua vita. Con
lui condivido la difficoltà nel riuscire a scrivere le emozioni ed i sentimenti che si
provano quando si è soli davanti ad uno spettacolo e a sensazioni inimmaginabili. Sono fortunata di poter conoscer stasera questo personaggio.
La cucina è il luogo del calore, la stanza più calda della casa, il locale in cui si
ritrovano le persone … Patrizia ha iniziato a leggere il libretto in una pausa del
lavoro. Noi tutte eravamo sedute attorno ad uno dei tavoli del refettorio. Insieme
a noi si sono riuniti alcuni bambini che avevano già terminato le loro attività e,
nonostante avessero già ascoltato la lettura sulla vita di Oliviero Bellinzani, hanno partecipato alle nostre riflessioni. Per noi è stato un avvenimento positivo
poiché ci ha permesso di integrarci a quello che è lo spirito della vacanza. Paola si è posto l’interrogativo: “Perché l’autore afferma di trovarsi in una scatola di
latta”. Teresa invece ha sottolineato la bellezza della frase: “Mi è rimasta sulla
pelle una vistosa cicatrice e nell’anima una ferita che riprende a sanguinare
quando mi scontro con la stupidità umana, quando vedo smarrito lo spirito di
solidarietà ed il senso di responsabilità …”. Secondo Graziella la scatola di latta
è il riscontro della percezione altrui della diversità. Anche le bambine, sedute di
fianco a noi, non sapevano rispondere a questo interrogativo. Daniela ha scattato delle foto immortalando la bellezza del momento; insieme ad Elena ha puntualizzato come, talvolta, siamo noi stessi a considerare solo gli aspetti negativi
delle situazioni, senza alzare lo sguardo e considerare ipotesi alternative. Patrizia ha concluso la lettura con la frase: “Mai imporsi o farsi imporre dei limiti”.
Anche noi adulti dovremmo applicare più spesso questo motto nella nostra vita
quotidiana, evitando di ragionare secondo stereotipi o fermare lo sguardo solo
all’iniziale aspetto negativo. (Staff cucina)
PS
Oliviero Bellinzani è giunto a Disentis
nel tardo pomeriggio di mercoledì 2
luglio. Ha tenuto in palestra una lezione ed ha fatto una dimostrazione sull’arrampicata alla presenza di tutti i ragazzi e dello Staff. Dopo cena ha raccontato la sua esperienza ed ha risposto alle domande fin quasi mezzanotte,
fino a quando cioè Silvano non ha interrotto l’incontro perché il programma del
giovedì era intenso e molto impegnativo.
I più grandi si sono alzati alle sei; alle
sette erano
già in viaggio, guidati da Bellinzani, verso
la cima più spettacolare delle
montagne che fanno da cornice al paesaggio di Disentis. E’ stata superata quota 2.500 fino all’attraversamento dei nevai. I ragazzi più piccoli hanno ugualmente gustato l’emozione della montagna, ma con un percorso più corto e meno
impegnativo, guidati da Riccardo. Poi appuntamento per tutti al laghetto Fonteri19 visibilvas. Bagno, pranzo, giochi e momento formativo. Oliviero ci ha salutato,
mente commosso, alle ore 18. Per tutti un’esperienza indimenticabile. La giornata, con foto e filmati, è visibile sul sito www.csibisuschio.it
Quarto giorno: Aung San Su Kyi.
“Siate anche voi donne e uomini contro … corrente, mai
allineati alla mediocrità”.Questa è la frase che secondo
me è alla base di questa riflessione. Aung San Su Kij è
stata una donna forte; ha lottato e continua a lottare per
la libertà del suo popolo. Io non avrei avuto la sua costanza specie dopo 15 anni di prigione.
La storia di San Su Kij mi ha fatto
molto riflettere. Mi chiedo come
abbia potuto resistere e sopportare
tante ingiustizie.
San Su Kij durante la prigionia non
ha mostrato voglia di vendetta e non
ha mai voluto usare la violenza per
liberare il suo popolo. Ha continuato
a sperare ed ha fatto sentire la sua
presenza attraverso il suono del suo
pianoforte.
San Su Kij mi ha fatto capire che con la non violenza si raggiungono molto
spesso gli ideali in cui si crede, anche se è necessario continuare a lottare.
Non avevo mai sentito parlare di San Su Kij, né sapevo del suo incontro con
Papa Francesco e con il nostro Presidente Giorgio Napolitano. Io mi sarei fatta
prendere dalla paura solo al pensiero del carcere. Mi ha sorpreso quando ha
scelto di stare col suo popolo invece di raggiungere i suoi figli e suo marito a
Londra. Per noi è difficile capire cosa comporta lottare per la libertà.
Riccardo ci ha detto una cosa importantissima: abituiamoci a ringraziare. Cosa
che nessuno fa; io per primo ringrazio pochissimo.
La frase di San Su Kij che mi è piaciuta di più è: “Non date per scontato e acquisito una volta per sempre tutto quello che avete”.
Secondo me da avere tutto a
non avere più niente il passo
è breve. E’ come se l’Italia
da repubblica diventasse una
dittatura.
20
Oggi nel gruppo maschile dei
più grandi è accaduto qualcosa di stupendo. Sono cambiati
gli sguardi, c’era energia, si
percepiva un modo diverso di
partecipare al momento formativo. Era un modo che ciascuno
ha scelto, non imposto. Oliviero già è stato da stimolo per tutti noi: non subiamo
i limiti, ma affrontiamoli. Abbiamo scelto di camminare 6 ore; abbiamo scelto di
fare fatica! Questa donna ha scelto di stare 15 anni in carcere. Oliviero non fa
tutto questo per se stesso e basta. Oggi ha detto a tutti noi che la vita è bella,
difficile, in salita, piena di sassi, ma appassionante, come il panorama di oggi.
Forza, apriamo gli occhi.
San Su Kij è una donna che ho sempre ammirato per la sua forza ed il suo coraggio, ma non mi ero mai fermata a riflettere sui suoi obiettivi. La libertà è un
concetto molto pesante e spesso molto scomodo. A mio parere nessuno possiede la libertà assoluta. In Birmania mancano le libertà basilari. In Italia troppe
persone sono soggette ad attentati subdoli alla libertà. Gran parte delle nostre
scelte sono pilotate dalla televisione, dai mass media e dalla società in genere.
Basti pensare a tutto quello che si fa per raggiungere il famoso status simbol.
San Su Kyi mi ha aiutata a riflettere a sapermi accontentare di quello ho già invece di desiderare sempre di più. E’ una donna coraggiosa ed ha sopportato
anni di carcere per la libertà del suo popolo.
Non so perché ma questo posto
mi aiuta a riflettere. Questo
personaggio ama profondamente la sua patria e la vuole
difendere. Ha preferito tornare
nel suo Paese in guerra, lasciare marito e figli, andare in
prigione, mentre poteva vivere
tranquillamente a Londra. Vorrei ricordare il suo consiglio,
che più che un consiglio è
uno stile di vita: ci dice di apprezzare ciò che si ha ringraziando chi ce lo ha reso possibile.
La cosa che mi ha colpito della storia di San Su Kyi è che quando era agli arresti domiciliari apriva la finestra della sua casa e suonava il pianoforte per far
sentire al popolo la sua presenza e che continuava a lottare per loro.
Sono certa che questo personaggio è straordinario, ma non capisco perché è
controcorrente. Il concetto di libertà, democrazia, ed uguaglianza dovrebbe essere naturale per tutti e la minoranza dovrebbe essere costituita proprio da quegli uomini meschini che mettono al centro solo il loro ego, si disinteressano totalmente degli altri e pensano solo alla condizione della vita terrena. Il merito di
San Su Kyi è stato quello di non farsi condizionare, cambiare, toccare da tutto
ciò che era completamente ingiusto attorno a lei. E’ sopravvissuta ed ha resistito
21 dovrebbe
a sofferenze incredibili, ma non dovrebbe essere così perché non si
soffrire per ciò che è indubbiamente giusto.
Io molte volte mi faccio schiavo dei videogiochi; so
che è tempo perso però ho sempre quella tentazione. Come ha detto lo Staff del mio gruppo, io non
dico mai grazie a casa quando trovo il piatto pronto.
Ora mi comporterò in modo diverso.
Conoscendo la storia di San Su Kyi mi rendo conto
di quanto siamo fortunati. Possiamo esprimere le
nostre opinioni. Tutti dovrebbero avere questa opportunità.
San Su Kyi ha lasciato tutto per il suo Paese; era
consapevole che non avrebbe più rivisto la sua
famiglia, ma ha dato alle famiglie del suo Paese la
speranza del futuro. E’ andata veramente controcorrente.
Noi italiani ci lamentiamo del nostro governo e delle persone che ne fanno parte, ma se fossimo costretti a vivere sotto una dittatura, come è già successo non
molti anni fa, forse non saremmo capaci di reagire. Dovremmo apprezzare di più
quello che abbiamo.
Durante il momento formativo ho scoperto questa donna che non mi appariva
una persona importante, ma dopo aver sentito che aveva lasciato la sua famiglia per salvare il suo Paese dalla dittatura, ho
cambiato idea. Mi ha impressionato la sua tenacia e quello che ha fatto per il inseguire il
suo sogno.
Oggi per me è stato difficile capire quello che
abbiamo letto perché parla soprattutto di politica e noi non siamo vicini alla storia di San
Su Kyi. Ho capito però che non è giusto avere un solo partito.
A me San Su Kyi non piace perché non ha
fatto niente. Ha dei sogni che non riesce a
realizzare. Una madre che rinuncia ai figli
per la Patria non è una donna.
A casa noi abbiamo una libertà incredibile
che altri bambini in altri Paesi non hanno,
per questo, quando rivedrò la mia famiglia,
22
voglio ringraziarla
per la libertà che mi dà
perché non è scontato avere pronto pranzo, cena, vestiti puliti e nemmeno questa
settimana. Noi ci accorgiamo della libertà che abbiamo quando ce
la tolgono come ad esempio quando i nostri genitori ci puniscono,
impedendoci di andare a calcio,
per aver preso un brutto voto.
Mi è piaciuta molto la frase che dice
che dobbiamo difendere la nostra
libertà e la nostra dignità da tutte le
forme di schiavitù. Una schiavitù per
noi può diventare anche la tecnologia
e l’informatica che ci fanno prigionieri
di uno schermo.
Ci sono migliaia forme di schiavitù e mentre San Su Kyi ha combattuto quella
che assillava il suo Paese, noi ogni giorno combattiamo le nostre. Basta pensare a tutte le persone che ci impongono di fare qualcosa contro i nostri interessi e
contro il nostro bene sfruttandoci per il loro tornaconto personale.
In questo luogo meraviglioso e con questo paesaggio mi sento molto incoraggiato ad andare avanti in ogni occasione e ad imitare almeno in parte San Su
Kyi che ha avuto la forza si sopportare lunghi anni di carcere e a combattere
contro leggi ingiuste.
La storia di San Su Kyi mi ha fatto riflettere
molto. Ho capito che non diamo la giusta importanza a quello che abbiamo.
San Su Kyi ha combattuto la sua battaglia
senza usare violenza e senza vendetta. Non
ha perso mai la speranza ed ha trasmesso al
popolo la sua determinazione anche attraverso il suono del pianoforte.
A me, onestamente, interessa poco la politica, ma sono rimasta colpita dal grande
senso di giustizia, dalla lealtà e dalla determinazione di San Su Kyi.
Ad essere sincero la storia di San Su Kyi
non mi ha particolarmente interessato.
Sarà per la giornata abbastanza tosta,
23 Nelson
sarà perché mi ricordava molto
Mandela e molte delle sue azioni li ricollego a lui in quanto mi è più familiare.
Però devo riconoscere
che hanno in comune una
particolarità: l’amore per
la propria nazione e per il
proprio popolo.
Per capire al meglio il
personaggio di oggi dobbiamo fare un salto indietro negli anni ed immaginare di essere dei
ragazzi italiani durante
il
periodo
fascista.
Tempestati dalla propaganda che mostrava il duce come
l’esempio da imitare e addirittura da adorare, istruiti nello stesso
modo per avere una mente chiusa, con un’unica direzione di pensiero. Insomma
un esercito di tante marionette ignoranti e manipolate. E gli adulti non erano da
meno. Sebbene gli uomini avessero acquisito il diritto al voto (le donne non potevano votare) l’unica casella da barrare era quella del partito fascista. Come
siamo riusciti ad uscire da questa situazione? Grazie a uomini e donne come
San Su Kyi, pieni di cultura e di larghe vedute che credevano nella libertà. Noi
siamo stati relativamente fortunati perché con la fine della seconda guerra mondiale, grazie all’aiuto degli USA, nazione democratica, siamo usciti dalla dittatura. Altri Paesi invece, come la Birmania, ex colonie di potenze europee, non avevano una classe dirigente preparata per governare e così, al momento della
decolonizzazione i vecchi regimi coloniali hanno pensato di far salire al potere
dittatori e governi che facevano i loro interessi mantenendo la popolazione nell’ignoranza e senza diritti. Quindi, alla luce di tutto questo sarebbe bene pensare
a quante persone si battono e si sono battute, muoiono e sono
morte per ottenere quei diritti che per noi sono
scontati, anzi ignorati. Infatti
tanta gente nel nostro Paese anche quest’anno non è
andata a votare, dimostrando, secondo me, poco rispetto nei confronti dei propri predecessori. La corruzione in
politica c’è perché troppe persone hanno fatto finta di non
vederla quando è nata. Tutti
noi dovremmo impegnarci al
massimo per combatterla, per
24 futura classe diricreare una
gente competente, giusta ed
onesta.
Quinto giorno: Andre Agassi.
Non avevo mai sentito parlare di Agassi, non essendo
un’appassionata di tennis. Con il momento formativo di
oggi ho scoperto una grande persona. Non è la prima
volta che sento di qualcuno che dopo aver passato diversi momenti difficili, si organizza per fare qualcosa per gli altri. Mi viene in mente
una frase letta qualche tempo fa che diceva così: le persone più tristi sono le più
allegre e vivaci; le persone con più problemi sono quelle più gentili; le persone
sole sono quelle più attente agli altri. Tutto questo avviene perché queste persone non vogliono che anche altri soffrano come loro hanno sofferto.
Io non ho vissuto, finora, un’esperienza come quella di Agassi, però ho anch’io
avuto i miei dispiaceri, le mie paure e le mie difficoltà. Se c’è una cosa che ho
capito è che è inutile ribellarsi causando spesso maggiori danni a se stessi; è
meglio confidare a qualcuno, preferibilmente ad un adulto che sentiamo amico,
il tuo problema e le tue difficoltà. Spesso abbiamo bisogno di aiuto e non ce ne
rendiamo conto.
Io ho visitato Las Vegas e so come sono le zone più malfamate; si trovano di
solito in mezzo al deserto. Mi ha stupito che la zona dove Agassi ha costruito la
scuola e che prima era malfamata sia diventata una delle più frequentate.
Oggi mi sono un po’ ritrovata in Agassi, ma non per colpa dei miei genitori. Pratico fin da piccola danza classica, non sono mai stata esile, ma normale. Le mie
compagne mi prendevano in giro ed io l’anno scorso ho voluto smettere per colpa loro. Ai miei genitori ho detto il motivo del mio ritiro, anche se dopo molto
tempo. Secondo me Agassi ha sbagliato; non avrebbe dovuto tenersi tutto dentro, anche se so che è difficile rivelare le proprie difficoltà.
Oggi ho imparato che alcuni, me compreso, sono molto fortunati ad essere circondati da persone che vogliono il nostro bene, non il loro bene.
Andre mi è piaciuto molto come tennista e come uomo. Io ho capito l’atteggiamento volgare e ribelle che ha avuto da ragazzo, perché anche a me capita di
comportarmi così (senza arrivare a tanto). Ho apprezzato anche le persone che
lo hanno aiutato a reagire. Suo fratello, che è stata la prima persona a capirlo. Il
pastore che lo ha aiutato a scoprire il volto di Dio. Gil che lo ha aiutato
senza sapere da dove incominciare. Infine sua moglie che è
riuscita a completare quel
“pezzo di puzzle” di sua
madre che gli mancava
per gioire della vita.
Agassi ha trasformato un
suo insuccesso, quello scolastico, in una opportunità
importantissima per i bambini dei quartieri25malfamati
di Las Vegas.
Di questo personaggio non
mi ha colpito nulla in particolare anche se mi dispiace per la sua non infanzia.
Ho una domanda: Cosa significa beleve – credici?
La cosa che mi ha colpito è che non ho mai sentito un padre che obbliga il figlio
a fare qualcosa. Io per esempio ho scelto la pallavolo come sport, non perché
piace a mio papà, ma perché il mio sogno sarebbe quello di diventare una vera
giocatrice. Ho ammirato Agassi perché ha creato una bellissima scuola per i
ragazzi dei quartieri malfamati di Las Vegas, lui che odiava la scuola.
Il mio proposito: fare qualcosa per gli altri, soprattutto dopo queste esperienze a
Disentis. Con un gruppo di persone con idee e scopi lodevoli nei riguardi dei
ragazzi ho scoperto qualità che non conoscevo e l’importanza di lottare contro il
tempo che tanti ragazzi sprecano. Essere allenatore di calcio è bello e difficile
allo stesso tempo, ma vedermi qui in tante nuove sfaccettature è stata una sensazione indescrivibile. Per questo dico un grazie, grazie di cuore, amici miei.
E’ brutto quando sai che qualcuno decide il tuo futuro. La decisione del padre è
stata disumana perché non è giusto passare l’infanzia in questo modo. Andre è
stato un personaggio che ha commosso tutti. La sua storia ha fatto riflettere
grandi e piccini e ha fatto capire che andare a scuola è molto importante e, passo dopo passo, si può raggiungere la meta.
Agassi mi è piaciuto molto e, riflettendoci, si può paragonare a Zanetti: hanno
creato una fondazione per aiutare i ragazzi delle periferie. All’inizio della lettura
questo personaggio mi ha provocato tristezza a pensare alla sua infanzia e alla
sua adolescenza. Mi ritengo fortunata perché a tre e quattro anni mi divertivo,
giocavo e potevo essere “libera”. Invece lui no; a quell’età era costretto a colpire
milioni di palline all’anno e contro una macchina “drago”.
Mi è piaciuto il fatto che Andre non ha voluto far passare ai bambini la stessa
infanzia che aveva passato lui. Ha costruito una scuola per tutti, dall’asilo all’università e non si è preoccupato di spendere i suoi risparmi.
Agassi ha avuto un’infanzia molto infelice, ma ha saputo sfruttare questo periodo negativo della sua vita per crearne un altro positivo
aiutando i bambini più bisognosi. Noi spesso diciamo che la scuola è noiosa
e che non ci vogliamo più
andare, ma dovremmo fare
un esame di coscienza e
pensare a tutti quei ragazzi
che per andare a scuola
pacherebbero
tantissimo,
ma che purtroppo non hanno niente, a volte neanche
26
una casa.
Capisco molto Agassi. All’inizio anch’io
non volevo fare tennis, ma mia sorella e
mio padre volevano che io facessi uno
sport “pulito” e “raffinato”, non come il
calcio.
Agassi mi è piaciuto un po’ meno degli
altri personaggi, però mi ha colpito come dalla sua esperienza negativa ne
abbia tratto una positiva aprendo quella scuola per ii bambini più sfortunati.
Agassi, secondo me, è un uomo un po’ strano, perché nonostante lui odiasse il
tennis ha continuato a giocare ed è diventato un campione. Io gioco a pallavolo
ed ho un ruolo che non mi piace fare; comunque continuo a fare quel ruolo perché tanti dicono che potrei diventare davvero brava.
Di Agassi mi è piaciuto il cambiamento, il voltare pagina. Da un’infanzia infelice
e ribelle a far del bene ai bambini che non avevano la possibilità di andare a
scuola. Nonostante tutto non ha mollato il tennis fino a diventare il numero uno
al mondo.
Mi è piaciuta molto la frase riportata nel libretto: “Io sono il padrone del mio destino. Io sono il padrone della mia anima”. Significa che io devo decidere il mio
destino e non gli altri per me.
Ad Agassi hanno rubato gli anni più belli della
sua vita. Far vivere male un ragazzo è la cosa
più assurda perché la rabbia accumulata si
trasforma in cattiveria e stupidità.
E’ vero, il padre di Agassi lo ha condizionato,
ma gli è stato anche sempre vicino. Mi ha
colpito in Andre il fatto che quando ha passato un brutto periodo si è tenuto stretto gli amici e non si è isolato dal mondo intero.
Agassi lo conoscevo come un grande uomo
del tennis, ma non sapevo niente della sua
infanzia: un bambino infelice costretto ad
allenarsi contro la sua volontà. Aveva reagito trasformandosi in fecce umana. Poi il
grande cambiamento fino a diventare un
campione, un marito, un padre27perfetto e
un benefattore creando scuole per i più
indifesi. In questa settimana ho conosciuto
uomini che dopo momenti
difficili sono diventati grandi esempi per noi. Ho notato ancora che dietro di
loro c’era anche una
grande donna che li ha
aiutati ad
avere una
marcia in più.
Non credo che il padre
di Andre sia cattivo; il
fatto che lo obbligava a
praticare il tennis era
anche perché credeva in lui e ci
vedeva qualcosa di buono. Non credo che sia facile
fare bene qualcosa che sia contro la propria volontà. Io ho provato questa
esperienza e vi assicuro che non è per niente facile. E’ invece da ammirare la
sua reazione e gli fa molto onore aver creato una scuola bellissima per i bambini
che vivevano ai margini della società.
Io non sarei stato in grado di chiamare papà quella persona che ha obbligato
suo figlio a fare
quello che a lui non piaceva e per il modo con cui imponeva
la sua volontà. Ho sentito parlare di tanti bambini che hanno subito violenza, ma
una volta diventati papà hanno voluto il meglio per i loro figli, invece questo papà ha trattato il figlio peggio di come lui era stato trattato dal padre.
Non dico che Agassi non mi sia piaciuto, ma non capisco perché proprio lui è
stato scelto come uomo controcorrente. Se è stato scelto perché ha passato
un’infanzia ed un’adolescenza molto triste mi dispiace molto; se invece è stato
scelto per le sue iniziative in favore dei ragazzi meno fortunati, allora va bene. E’
Stato fantastico.
Nel momento di riflessione
una ragazza ha detto che
Agassi doveva spiegarsi e
reagire subito al padre e
non ribellarsi poi con atteggiamenti scorretti. Io
però mi metto nei suoi
panni e capisco che è
difficile, quando si è piccoli, far capire ed accettare ai genitori le cose
che non si28vogliono fare.
Lo dico perché nel mio
piccolo ho avuto mesi di ribellione e non riuscivo a scambiare nemmeno una
parola con i mie genitori.
Sono rimasta particolarmente colpita dalla
fede di Andre. Una persona che come lui ha
avuto un’infanzia così drammatica ed un’adolescenza piena di eccessi, in genere non
si attacca a Dio, specialmente se è ricca e
famosa. Invece, grazie all’incontro con Parenti ha scoperto il volto paterno di Dio e, a
quanto ho capito, ha in seguito continuato
a credere. L’altra cosa che mi ha colpito
molto è stata la capacità di ritornare in
vetta alla classifica mondiale dal 161° posto in cui era precipitato. Certo è stato
appoggiato ed aiutato dalla moglie, ma
credo che ci abbia messo molto del suo,
perché, come dicevano gli altri personaggi degli scorsi momenti formativi, per
vincere le nostre battaglie dobbiamo
metterci in campo in prima persona.
Secondo me passare la propria infanzia
senza nessun amico è una cosa orribile
e ingiusta. Mi sarei ribellata anch’io se
fossi stata costretta a passare da sola metà della mia vita con
un padre che non mi incoraggia e che pensa soltanto a cosa può guadagnare o
farmi guadagnare.
L’inizio di questo racconto non mi è piaciuto affatto perché io non sopporto le
imposizioni. Anch’io gioco a tennis mio papà mi ha trasmesso questa passione,
ma senza obbligarmi; ho scelto io questo sport. Agassi è stato forte, io non ce
l’avrei fatta a sopportare un genitore così autoritario. Lui ha creato la sua scuola
perché non voleva far vivere la sua triste esperienza di droga, alcool e bullismo
ai ragazzi di periferia. Ha saputo ricostruire la sua vita ed è la cosa che ho ammirato di più in lui.
Andre Agassi mi ha stimolato meno rispetto agli altri personaggi già incontrati.
Certo un’infanzia ed un’adolescenza così difficili ti lasciano un segno indelebile,
lui però è riuscito a rinascere dopo un lungo percorso e da quella rinascita è
nata la volontà di aiutare i ragazzi con un’infanzia difficile e triste come la sua.
Gli altri personaggi invece hanno avuto sempre alti ideali. Devo riconoscere che
la sua fondazione basata sulla scuola, che lui da adolescente odiava, è stata
importantissima per moltissimi ragazzi. Mi rimane però un dubbio: 29
perché non
ha mai provato ad aprirsi con suo padre e a spiegargli i suoi desideri?
Sesto giorno: Gino Bartali.
Un’altra fantastica settimana a Disentis è ormai finita; sono
cambiata, sono più matura sensibile e responsabile. Prendo come esempio tutti i grandi personaggi conosciuti in
questa settimana. Sarò più altruista, generosa, piena di
voglia di vivere, non mi farò imporre limiti, come ho imparato da Oliviero, cercherò di essere più gentile anziché arrabbiarmi e perdere
subito la pazienza. Ho conosciuto dei ragazzi che ormai posso chiamare amici,
stupendi. Non so perché, ma sono sicura che tali rimarranno e una delle cose
più belle che mi sono capitate in questa meravigliosa vacanza. Grazie staff, grazie di cuore.
Questo per me è il primo anno a Disentis. Ho impiegato qualche giorno per ambientarmi ed ho fatto molte amicizie. Il primo giorno al momento formativo pensavo che fosse noioso, ma ora mi rimangio le parole. Il momento formativo è
importante per aiutarci a costruire il nostro futuro.
I momenti insieme di questa vacanza mi lasciano il sorriso. Sono fiero di quello
che ho fatto, di quello che ho imparato, ma soprattutto di quello che ho dato.
Finisco questa vacanza più forte e più voglioso.
Questa settimana mi ha insegnato moltissime cose sul mio carattere, sugli altri,
sulla vita …. Se viviamo gli insegnamenti del nostro staff saremo sicuramente
persone migliori. Quando tornerò a casa sarò una persona diversa perché voi
avete fatto nascere in me e in ciascuno di noi il desiderio di essere più maturi e
impegnati.
Questi giorni sono stati belli e interessanti. Ho scoperto nuove cose di me, gli
atteggiamenti più nascosti e segreti. Mi ha cambiato e mi sono posto un traguardo; sono sicuro che lo raggiungerò con tutte le forze. Ho incontrato difficoltà ma
sono riuscito a superarle, per questo non sono mancati momenti felici.
Un’altra settimana è finita; io vengo a Disentis da tre anni, ma quest’anno è stato diverso,
forse perché siamo
cresciuti e iniziamo a
riflettere meglio. Nel
momento
formativo
vedo gente che si commuove e questo mi ha
colpito perché credo che
abbiamo capito bene il
senso del momento formativo e il messaggio
30
che tutti i personaggi presentati ci hanno trasmes-
so. Volevo ringraziare
Francesca e Debora perché nel gruppo 2001-2002
ci hanno fatto riflettere
con una passione indescrivibile, ma anche Mimmo che ci ha accompagnato nel nostro processo di crescita giorno dopo giorno.
Si dica che ho camminato coi “Giganti”. Ho
vissuto al tempo di Don
Milani uomo di fede; di Carlo
Urbani, il medico della vita; di Aung San Su kij, la donna della speranza; di Andre Agassi, l’uomo del tennis vero; di Gino Bartali l’eroe della bicicletta; di Oliviero Bellinzani; l’uomo del coraggio. Questa settimana è stata sempre ricchissima di emozioni. Per il prossimo anno voglio imparare ad obbedire di
più.
È l’ultimo giorno e sono contentissima di aver partecipato a questo Camp Sportivo. Mi sento di ringraziare prima di tutto i miei genitori che mi hanno dato la possibilità di parteciparvi; poi un enorme grazie allo staff che è sempre stato molto
disponibile. Dopo questa esperienza vedo la vita in un altro modo; ho conosciuto nuovi personaggi che, senza Disentis non avrei conosciuto. Ho scoperto che
Disentis vuol dire “grande famiglia”; vuol dire “mettercela tutta in tutto quello che
si fa”. Se fossi rimasta a casa non mi sarei mai svegliata alle 8 con una musica
rock; qui sono stati capaci di trasmettermi una grinta che prima non possedevo
o possedevo solo in parte. Ora dovrò solo imparare a mettere insieme e attuarli
tutti gli insegnamenti che ho imparato.
Anche questa settimana è finita; il momento formativo lo abbiamo concluso con
un personaggio straordinario che non ha pensato a sé stesso, ma ha messo gli
altri al primo posto. Gino Bartali è stato proprio un uomo contro corrente. In questa settimana ho imparato molte cose da questi personaggi; una di queste è la
forza di andare avanti quando succedono le disgrazie. Questa settimana mi è
piaciuta di più di quella dell’anno scorso; mi sono proprio divertita e tanti gesti mi
hanno fatto capire che io valgo. Grazie, solo questa parola posso dire, grazie di
cuore per tutto e a tutti.
Come ogni personaggio del momento formativo, Bartali è stato davvero uomo
contro corrente. Da Don Milani a Gino Bartali, tutti sono stati generosi e altruisti.
Per me questo è il terzo anno che vengo a Disentis e nel momento formativo,
devo essere sincera, nessun personaggio come quelli di quest’anno mi hanno
saputo dare la spinta in più per migliorare. Grazie allo staff per avermi fatto conoscere personaggi così grandi.
31 seconda
Ringrazio lo staff perché ogni anno, dalla prima elementare fino alla
media mi sono divertita sempre di più; finchè potrò sono sicura che non mi perderò altri anni di vacanza a Disentis.
È il terzo anno che vengo a
Disentis e in questi tre anni il
camp è stato la mia palestra
di vita. In questo anno ho
capito che non devo mollare
mai e che devo essere un
uomo controcorrente anch’io. Domani mi sentirò
uno straccio perché devo
lasciare gli amici che ho
conosciuto; cercherò di
rincontrarli per continuare
il nostro viaggio.
Ciao ragazzi, mi mancherete. È stata una settimana fantastica.
Mi sono divertito tantissimo e quest’ultimo giorno voglio viverlo intensamente. La
cosa che più mi è piaciuta di questa settimana è stata la pratica di tanti sport
senza tralasciare scherzi e battute. Nel momento formativo ho conosciuto grandi
uomini contro corrente di cui ignoravo persino l’esistenza, persone fantastiche
che hanno dato tutto per gli altri; cercherò di imitarli almeno un po’.
Ciao ragazzi, ciao staff, è arrivata l’ora, la settimana sta per finire ed io sono
triste perché non volevo che arrivasse questo momento di saluti. Mi dispiace
separarmi da voi, lo farò a malincuore, perché sia tra noi ragazzi e in tutto lo
staff ho conosciuto persone squisite. Ci siamo incoraggiati a vicenda ed emozionati per quello che abbiamo vissuto. Mi mancherete tanto.
Bartali è stato l’ultimo personaggio di questa vacanza e per me il più interessante. Ha avuto una grande forza perché è riuscito a mettersi contro Mussolini pur
di non rinunciare alle sue idee. Questa vacanza mi è piaciuta, mi sono divertita
tanto e ho imparato molte cose. È il quarto anno che vengo e non ho mai conosciuto personaggi così interessanti. Devo quindi ringraziare i miei genitori, ma
anche la mia squadra perché se non mi avessero convinto non sarei qui a divertirmi. Grazie di cuore a tutto lo staff.
Questo è l’ultimo foglio di “Riflessioni” che consegnerò a Mimmo per questa settimana sportiva. Dedicherò poco tempo e spazio a Bartali perché
voglio riflettere un po’ su di me. Cercherò di
imparare qualcosa da ogni
personaggio di Disentis 2014. La sicurezza e la convinzione del Ginettaccio; lo spirito ribelle di Agassi; la voglia
di vivere di Bellinzani; la determinazione e la perseveranza di Aung San Su Kij; la voglia di dare una mano di Carlo
Urbani e 32
lo spirito d cambiamento di Don Milani; il tutto
legato insieme da un enorme
coraggio, un pizzico di incoscienza e tanta, tanta voglia di fare. Ho capito che
per diventare una donna controcorrente devo usare la mia testa senza lasciarmi
condizionare da ciò che mi circonda. Come proposito voglio continuare a fare
momenti di deserto. Mi prenderò un po’ di tempo, staccandomi dalle distrazioni,
per riflettere. Voglio ingraziare con il cuore in mano tutti quelli che in questa settimana sono stati con me perché mi hanno aiutata a crescere.
Quest’anno ho avutola possibilità di trascorre due settimane a Disentis lontano
dalle mie abitudini che purtroppo dovrò riprendere. Sinceramente non so quale
sia stata per me la settimana più bella; quella in cui facevo parte dello staff ad
aiutare a prendermi cura dei bambini delle elementari o la seconda a cui ho
partecipato come un ragazzo con la voglia di divertirmi. Sono state due settimane simili e diverse nello stesso tempo: in una mi sono convinto del fatto che sono capace di essere utile mettendoci del mio; nell’altra al divertimento ho unito
la voglia di migliorarmi. Il mio unico rimpianto è che dovrò aspettare un altro anno per vivere questa meravigliosa esperienza.
L’ultimo giorno …. Purtroppo arriva
sempre. Anche dopo tanti anni lasciare questi
paesaggi e questi ragazzi
non è facile. Vederli crescere interiormente e poi
doverli lasciare andare mi
fa commuovere. Ora sono
sdraiata nel campo, un
campo che ci ha accompagnato in queste due
settimane, nel quale abbiamo giocato, fatto nuove
amicizie e soprattutto riflettuto. Da qui la vista è
meravigliosa, posso rivivere ogni istante di questi giorni. Guardo le montagne e penso al percorso fatto
con Oliviero, un grande uomo e mi sento orgogliosa; sono orgogliosa di me e di
tutti i magnifici ragazzi incontrati; come al solito farà male allontanarsi da loro e
da questo posto, ma guardo il bicchiere mezzo pieno, l’anno prossimo crescerà
di più il mio entusiasmo e con il passare degli anni tutto diventerà più bello. È
stata un’esperienza indescrivibile. Colgo l’occasione per ringraziare tutti. Queste
sono esperienze che una persona porta nel cuore per tutta la vita.
Noi dello staff abbiamo avuto il difficile ruolo di guidare voi ragazzi e aiutarvi a
crescere. Spero, e ne sarei davvero felice, di avervi trasmesso la gioia dello stare insieme e la passione per tutto quello che facciamo. Devo ringraziarvi perché
con la vostra voglia di vincere, con il vostro impegno e la vostra simpatia avete
reso indimenticabile questo camp. Ricordatevi che ognuno di noi è un essere
33
unico, diverso da tutti. Non imponetevi e non fatevi imporre limiti; impegnatevi
piuttosto a raggiungere anche minimi obiettivi, saranno quelli che vi faranno
sentire bene. Siate voi stessi e non fatevi cambiare dagli altri.
Cari compagni di viaggio, quando domenica pomeriggio è cominciata la nostra
settimana insieme io avevo la testa da un’altra parte e chiedo scusa a chiunque
l’abbia percepito. Dopo aver vissuto una settimana intensa di avventure ed esperienze con i bambini più piccoli ero convinta che il secondo turno sarebbe
stato un po’ deludente in confronto. Inoltre ero preoccupata perché avendo l’età
uguale o comunque molto vicina alla maggior parte di voi pensavo che non sarei
stata all’altezza di far parte dello staff e di sembrarvi una che vuole sentirsi più
importante di quello che è. Devo dire invece che ho passato una settimana meravigliosa, per alcuni aspetti anche più arricchente della prima e credo che per
questo l’addio sarà altrettanto doloroso (quanto il taglio che ho sotto il mento).
Spero di aver fatto bene il mio dovere e mi scuso se ogni tanto ho risposto male
a qualcuno. A volte la stanchezza gioca brutti scherzi. Voglio ringraziarvi ad uno
ad uno perché durante la vacanza vi siete messi tutti in gioco, soprattutto durante le serate e la gita, ma anche nella campestre nessuno ha mollato, avete continuato a correre fino al traguardo dal primo all’ultimo. Un pensiero di ringraziamento a tutti i membri dello Staff.
Questa è stata la mia prima settimana a Disentis; è stata fantastica, indimenticabile come la storia di Gino Bartali. Disentis ha fatto imparare molto a tutti. Mi
mancherà stare un anno intero distante da questo meraviglioso posto e anche
dai fantastici amici trovati. Che bella esperienza. Michele mi ha ispirato moltissimo con la sua voglia di vivere e la sua passione per la montagna. Ogni mattina
si alza prestissimo e va a camminare per ore senza stancarsi e quando torna è
sempre più allegro e forte.
In questa settimana ho capito i veri valori della vita grazie anche ai personaggi
che abbiamo incontrato. Sono riuscito a divertirmi con tutte le persone che ho
conosciuto. Per me è stata la prima volta a Disentis e devo dire grazie a tutto lo
Staff e a tutte le persone con cui sono stato insieme.
Innanzitutto voglio ringraziare lo Staff per questa settimana meravigliosa e
soprattutto Mimmo che ogni giorno ci ha
regalato il momento formativo. Il merito di essere qui è
anche dei miei genitori che
me l’hanno permesso e quindi sono grata anche a loro.
Riguardo a Gino Bartali voglio dire solo due parole:
“Che coraggio!”
34
E’ stata una settimana fantastica; non solo abbiamo fatto
nuove amicizie, nuovi sport,
ma abbiamo conosciuto uomi-
ni controcorrente di grande
esempio per tutti noi. Torno a
casa, ne sono certo, cresciuto
e felice di questa magnifica
esperienza.
In Gino Bartali mi sono ritrovato soprattutto quando ha
perso il fratello perché quest’anno è morta una persona a me molto cara e da
quel momento non volevo
più fare gli allenamenti e
vincere il campionato. Poi, grazie ai miei
amici, mi sono ripreso ed ho continuato la mia vita. Di questo personaggio mi ha colpito anche l’amore per la Patria ed il suo coraggio nel salvare
gli ebrei.
Da questa settimana ho imparato e conosciuto tante cose. Sono soddisfatta di
me stessa. Spero di diventare anch’io un personaggio “controcorrente”.
All’inizio, mentre ero in viaggio, pensavo che Disentis fosse un camp normale.
Dopo i primi due giorni ho capito che questo camp non è normale, è speciale
perché ci sono persone che per il nostro divertimento ci mettono il cuore e l’anima. Il momento formativo è stato eccezionale per quello che ha saputo trasmettere a tutti noi.
Ginetaccio è stato veramente fantastico. Non avevo mai sentito di un campione
che corre per aiutare la propria Patria e fa finta di allenarsi per salvare tanti perseguitati. Quest’uomo mi ricorda molto la forza di mio zio che è stato uno dei più
bei grappoli della vigna della nostra famiglia. Grazie Staff con voi mi sono sentita cambiata sin dal primo giorno del momento formativo. Avete “coltivato il mio
grappolo d’uva” ancor più dell’anno scorso. Mi avete fatto scoprire che tutto è
possibile se mettiamo il nostro cuore.
Quando abbiamo iniziato a leggere la storia di Bartali mi sembrava che si vantava un po’, ma andando avanti ho capito che è stato un grande. La sua vita l’ha
fatta pedalando e pedalando ha salvato tante persone e ha evitato la guerra
civile all’Italia.
Questa settimana mi resterà sempre nella mente come un momento di svago, di
giochi, di scherzi, ma come un momento riflessivo che ti spinge a pensare in
cosa puoi migliorare te stesso.
35
APPENDICE: le riflessioni dei genitori.
Ciao Eroi di Disentis, Sono giorni
che rifletto su un aspetto per
me fondamentale. La vita mi ha
posto di fronte ad un percorso di
crescita difficile, accentuato dal
fatto di avere perso mio padre in
tenera età. Ho due figli e per entrambi mi sono sempre domandato quale sarebbe dovuto essere il
mio stile di guida nei loro confronti, non avendolo purtroppo ricevuto io dalla parte paterna. Ho scelto
di seguire la strada del dialogo e dell'amore e sono felice per la serenità che
vedo nei loro occhi e nei loro atteggiamenti. In questo lo sport ed il vostro prezioso contributo mi hanno aiutato molto, sia per loro che per me stesso. Ora
entrano nella fase in cui ci si domanda che cosa diventeranno da grandi, cosa
sarebbe meglio per loro. Io non so cosa faranno, se riusciranno a realizzare i
loro sogni, se avranno la forza per inseguirli. Me lo auguro ma non dipende solo
dalle mie aspettative, dipenderà da loro. Quello che vorrei fortemente da papà è
vederli indossare un giorno la maglietta di Disentis come aiuto dello Staff perché
dietro a questi ragazzi che avete coltivato con lungimiranza esistono basi solide
ed un approccio alla vita che adoro. Quindi 3 volte grazie per quello che avete
fatto.
Ho 3 figli di diverse età 24 - 16 e 12 quindi un po' d'esperienza anche per i vari
camp sportivi fatti. Ieri portandovi il mio Santiago ero molto emozionata, mi ha
colpito molto l'entusiasmo dello Staff, i vostri sorrisi; siete chiari e limpidi e avete
tanto da trasmettere. Mi auguro che qualcosa di importante arrivi nel cuore di
mio figlio e già da ora vi ringrazio di dedicarvi in modo bello verso queste nuove
generazioni che hanno tanto bisogno di riflettere e dialogare e vedere buoni esempi. Vi abbraccio.
Ciao a tutti!
Che uomo controcorrente Don Milani! Fin troppo forse per noi.
Dopo aver letto la sua testimonianza ci si sente un po' inadeguati rispetto al suo
messaggio perché, guardando alla nostra vita (in cui non ci manca niente, anzi
abbiamo anche troppo), possiamo considerarci sicuramente dei privilegiati rispetto a tante situazioni di sofferenza. Inadeguati anche perché, nel nostro piccolo, forse facciamo poco per gli altri o, comunque, non abbastanza.
C'è' la tendenza al giorno d'oggi a chiudersi un po' nel proprio guscio, nella propria cerchia di amici seguendo la filosofia secondo cui: "l'importante è che stiamo bene 36
noi..". A volte siamo proprio noi adulti che, seppur in buona fede, trasmettiamo questo messaggio di chiusura ai nostri figli. Questa cosa mi fa riflettere e, anche se è condivisibile il punto di vista di Don Milani, mi rendo conto
che non è semplice seguire il suo esempio, anche solo nel nostro quotidiano.
Mi ha colpito molto poi, e condivido, il messaggio espresso da Don Milani sulla
scuola quando dice che "i ragazzi non devono studiare per la pagella, per il voto, per il registro". Io aggiungerei "non devono studiare nemmeno per i genitori".
Devono farlo invece per loro stessi, per un loro desiderio di imparare, per la curiosità di conoscere perché solo in questo modo potranno trovare le motivazioni
giuste per fare bene e per fare in modo che, quanto appreso, non rimanga una
nozione (presto dimenticata), ma possa poi essere un elemento di crescita nei
diversi ambiti. Questo è quanto ripeto spesso a mio figlio ed il mio augurio a tutti
voi ragazzi questa sera è quello di fare vostre queste parole di Don Milani, in
particolare in tutti quei momenti in cui la scuola vi sembrerà un ostacolo insormontabile o un fardello troppo pesante da sopportare. Buona notte a tutti.
Carissimi Federica, Francesco, Riccardo e Silvano sono passati due giorni dal
mio rientro a casa e dopo i vari lava, stira, metti in ordine e fai la spesa è finalmente arrivato il momento di scrivervi. Lo faccio partendo dalla frase (di cui vi
mando il disegno) che “le persone migliori si incontrano per caso”. Inizio dai miei
genitori che si sono incontrati per caso 45 anni fa (mio papà da Varese e mia
mamma da Bergamo) che nonostante le difficoltà dei tempi e lo sposarsi dopo
solo un anno di fidanzamento a distanza, mi hanno messo al mondo ed ancora
oggi sono vicini ad ogni mio passo. E’ stata dura non poterli sentire tutti giorni
anche solo per avere la conferma che fosse tutto ok, ma anche questo faceva
parte della vacanza. Mio marito, dal quale non mi sono mai separata (solo qualche giorno lo scorso anno durante il suo ricovero in ospedale) e che anche lui,
nonostante fossimo dello stesso paese, ci siamo rivisti per caso in discoteca 16
anni fa e non ci siamo più lasciati, mi ha spinto a fare questa vacanza sapendo
che le emozioni ci avrebbero travolto. E’ stato difficile non sentire la sua voce, i
suoi abbracci e le sue battute e dover comunicare solo con messaggi, ma questo ha reso ancora più forte l’amore che ci unisce. Lui che non lascia trasparire
mai niente si è commosso per la lettera di Rosario e per la storia di Sofia (tanto
è vero che Debora gli ha detto:”Gallo, piangi ogni tanto!). Lui che dorme in camera dei 2005 e li aiuta a piegare il sacco a pelo e a fare le valigie, ma soprattutto lui con il quale divido la gioia più grande: essere genitori di Matteo. Un bambino che ha saputo dimostrare, nonostante la presenza di una mamma ingombrante
come me, di essere in grado di
fare la sua vacanza senza mai
cercarmi, neanche per il bacio
della buona notte. E poi sempre
per caso grazie a Marco e al suo
amore per lo sport ho incontrato
voi. E’ stata una conoscenza gra37
duale, senza tante pretese ma
solo con l’obiettivo comune di voler
fare (magari alcune volte sbagliando, ma chi è perfetto? Solo il buon
Dio). In questa vacanza ho conosciuto tante persone ma alcune
meritano di essere nominate: Rosario: un uomo eccezionale, disponibile ed il suo abbraccio al
momento dei saluti lo ricorderò a
lungo. Un abbraccio sincero che
vale più di tante parole. Claudia:
una ragazzina fantastica, il sogno di tutte le mamme. Matura,
dolce ed intelligente. Sofia: nonostante “si può fare” fosse il
motto dello scorso anno, ha dimostrato che con la tenacia si può arrivare lontano. Rosy: tante responsabilità, ma affrontate sempre con il sorriso. Martina, Debora, Alessia: la gioia di vivere e di stare in compagnia. Thomas e Niccolò: due
modi diversi di essere adolescenti, ma dolci e disponibili. Mimmo: dal quale ho
avuto il piacere di leggere in anteprima (con la scusa di scrivere) le riflessioni sul
momento formativo dei ragazzi. Brunello, Cecchini, Lo presti e Pallaro, i leoni
2003: è stato un piacere avere il privilegio di leggere la favola prima, ed anche
le storie di alcuni personaggi dopo. Ma soprattutto GRAZIE per avermi reso partecipe di questa vacanza, con infinita gratitudine e arrivederci a Leukerbad. Enrica.
p.s.: pubblicherete sul sito la data dei casting (tipo grande fratello) per Disentis
2015? Perché ho sentito tante mamme che il prossimo anno vogliono far parte
dello Staff. Ovviamente la mia è solo una battuta.
Ciao a tutti!
Bellissime le vostre foto di lunedì e quante facce sorridenti e spensierate, un po'
più serie nei momenti di riflessione. E' proprio vero quanto riportato da Urbani:
questo Staff è proprio speciale. Ogni anno ci sorprende sempre soprattutto per
la capacità di saper "entusiasmare" con tanta energia, attraverso lo sport e non
solo, ragazzi di età diverse, a volte complicati e un po' musoni quando sono a
casa. Per chi vi guarda è veramente un piacere.
Di Urbani cosa dire? Altro personaggio straordinario. Di lui mi ha colpito lo spirito con cui ha affrontato la battaglia in cui credeva, sapendo coinvolgere ed entusiasmare le persone che gli stavano accanto, semplicemente con l'esempio,
senza tante parole.
Sono convinta cari ragazzi che con l'esempio e trasmettendo entusiasmo e passione per ciò che si fa, si possano portare avanti tanti progetti, anche meno
grandiosi di quelli di Urbani o di altri personaggi che abbiamo incontrato, ma pur
sempre progetti importanti. Si riuscirà anche a coinvolgere altre persone, senza
bisogno di convincerle con tante parole, semplicemente con i fatti. Non bisogna
quindi mai38avere paura di esprimere le proprie passioni o di seguire i propri ideali per paura del giudizio degli altri. Non dimenticatelo. Buona notte a tutti!
Ciao a tutti. Rimango sempre affascinata nell'ascoltare i racconti di vita che i
personaggi che si incontrano a Disentis raccontano. L'altra sera, mentre le parole di Don Milani scorrevano lente e penetranti nel mio cuore, l'ho immaginato
prete, maestro ed educatore ai giorni nostri. La sua testimonianza di vita sarebbe stata, ahimè, ancora controcorrente, nonostante gli anni. Molte cose sono
cambiate nella scuola da allora, ma tante sono rimaste praticamente identiche.
Che bello sarebbe se i nostri figli potessero essere incoraggiati all'apprendimento e non giudicati da numeri; se fossero aiutati ad amare lo studio perché
"imparare e conoscere" è indispensabile per la loro formazione; se fossero gratificati per il loro impegno, la loro costanza, la loro voglia di emergere, la loro
buona volontà! Di buona volontà non si parla più eppure è così importante . Impariamo dall'esperienza di questi "grandi" personaggi. facciamo tesoro delle loro
parole e trasmettiamole ai nostri figli. Non smettiamo mai di incoraggiarli a vivere le loro scelte future da uomini contro corrente. Buona giornata di sport e di
riflessione. Paola mamma di Riccardo Maggi.
Buongiorno a tutti! Anche quest'anno l'esperienza di Disentis si sta rivelando
emozionante e ancora più coinvolgente per i genitori. L' idea del libretto ai genitori e gli sms informativi e naturalmente le foto ci permettono di seguire giorno
per giorno le attività formative e sportive. Per Stefano è il secondo anno di partecipazione e anche questa volta lo vediamo molto coinvolto, allegro e, mi sembra dalle foto e dalle sue parole, integrato nel gruppo. Questa serata e, spero la
giornata di domani in compagnia di Oliviero Bellinzani, sarà sicuramente emozionante, ma spero sopratutto educativa, coinvolgente e che lasci un segno indelebile nella memoria dei ragazzi peché dimostra che si può ripartire e fare
ancora meglio di prima anche dopo una tragedia, che può capitare a chiunque.
Bellinzani ha ritrovato il sentiero grazie alla sua volontà, alla sfida con se stesso
e la montagna, che è una scuola di vita. Complimenti, Complimenti anche a tutti
voi per il lavoro che state facendo per i ragazzi ma anche per noi, grazie. Vorremmo essere li. Buona strada e buon sentiero anche a voi. Trambaiolo Fabio.
Buon giorno a tutti! Che dirvi se non un GRAZIE scritto a caratteri cubitali.
Quando quest'anno mio figlio quattordicenne ha chiesto di poter partecipare alla vacanza di Disentis sono rimasta entusiasta, tant'è che anch'io vorrei
essere lì con voi a trascorrere questa settimana piena di emozioni e
sentimenti. Domenica sera, rientrando a casa, non vedevo l'ora di
cominciare a leggere il vostro libretto per conoscere questi "uomini contro corrente" e mi sono resa conto
che gli eroi non vivono solo tra le
39
pagine dei fumetti, ma sono persone
che vivono il nostro tempo, la nostra
vita e che potrebbero essere addirittura i nostri vicini di
casa. Meraviglioso!
Ogni giorno ritaglio un'oretta di tempo per gustarmi le
foto che puntualmente voi ci recapitate, scoprendo che
sui volti dei nostri magnifici ragazzi c'è solo serenità e
simpatia. Grazie ancora per questo impegno che voi,
"uomini contro corrente", ci mettete nel realizzare
queste settimane così formative. Un abbraccio forte.
Ciao a tutti. Questa sera ho sentito mio figlio al telefono ed era gasatissimo e felicissimo (non avevo
dubbi in proposito) e mi ha fatto molto piacere. Mi ha
subito raccontato di avere avuto l'occasione di conoscere dal vivo Olivero Bellinzani e mi è sembrato
affascinato dall'incontro. Che bell'iniziativa che avete avuto! Ho saputo addirittura che Olivero dovrebbe venire in gita
con voi. Ci sorprendete sempre.
Leggendo la testimonianza di quest'altro uomo controcorrente mi ha sorpreso
positivamente, così come lo scorso anno è stato per Zanardi o per Simona Atzori, la capacità con cui Olivero ha saputo trovare dentro di sè una grande forza di
volontà e una gran voglia di vivere in pieno la sua vita, senza porsi dei limiti,
nonostante il grave incidente subito. Non è facile, soprattutto per noi adulti, avere sempre questa visione positiva della vita. Spesso i problemi e le difficoltà di
ogni giorno sembrano opprimerci a tal punto che ci fanno perdere l'entusiasmo
molto facilmente. Questo spesso succede davanti agli occhi dei nostri figli e, in
effetti, non è un bel messaggio da trasmettere. Anche a voi ragazzi sarà capitato o potrà capitare che qualcosa vi preoccupi a tal punto che "abbandonare"
sembrerebbe la cosa più semplice.
Allora facciamo nostra questa positività di Olivero, proviamoci sempre, senza
farci prendere dallo sconforto, già nelle piccole cose che ogni giorno dovremo
affrontare.
Tiriamo fuori il meglio di noi senza timore. Buona notte a tutti e un abbraccio.
Ciao, sono Rosanna la mamma di Noemi, Giulio e Mattia. Insieme al papà Alberto vi stiamo seguendo tutti i giorni tra foto e video. Bene, siamo veramente
orgogliosi dei nostri figli e felici della scelta che abbiamo fatto rimandandoli anche quest’anno con voi dello Staff! Leggendo insieme a voi i personaggi abbiamo scoperto tante “belle persone”, ancora di più di quello che già potevamo sapere; “persone vere dentro” che hanno segnato il tempo e che ci fanno capire
quali siano i reali valori che la società di oggi non fa più percepire ai giovani.
Ogni giorno la carica di andare avanti per noi e per gli altri ci sta invadendo! Poi
con l’incontro che avete fatto di persona ieri! Possiamo solo immaginare, conoscendo i nostri figli, quale spinta possano aver portato dentro di loro a crescere
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avendo obiettivi
veri davanti a sé e ognuno, per la propria età, avrà ricevuto il
messaggio più che positivo direi motivante di vita reale!
Bravi a tutti per l’impegno che mettete. Lo si vede e percepisce da tutto quello
che vi circonda e da come lo fate. Io ho visto i miei figli crescere, ognuno con le
proprie caratteristiche e limiti, ma con un cambiamento giornaliero nella motivazione a fare le cose per sé e per gli altri, senza timore di sbagliare, in maniera
semplice ma tenace, sempre con l’impegno massimo; ed a questo anche voi
avete contributo e lo state facendo ancora adesso. Un caloroso abbraccio e
buona settimana!
A domenica. Ci mancate (mai avuto tanto silenzio in casa!) Rosanna e Alberto.
Ciao a tutti!
Che bello avervi seguiti in questa settimana: leggere i vari personaggi, guardare
le foto e i video, leggere i commenti dei ragazzi e dei genitori ed emozionarmi...
Ho un po’ la "frigna facile!” Poco più di un anno fa si concludeva per me e mio
marito un lungo percorso: l'adozione dei nostri due splendidi figli. E' stato il mio
primo anno da mamma e anche grazie a voi ho fatto il primo bilancio di questo
fantastico anno.
Con noi condivide tutto questo la figlia naturale di mio marito che vive con noi e
che mi sento un po’anche "mia". Una bella famiglia allargata, una famiglia
"contro corrente". E' così che mi avete fatto sentire questa settimana. Contro
tutto ciò che non è vita: la famiglia è la nostra vita, il nostro punto di partenza, da
dove noi prima e i nostri figli poi spiccheranno il volo. Contro tutto ciò che non
aiuta a crescere: la famiglia mette le basi per la nostra crescita sia fisica che
psichica e se le radici sono forti la "pianta" cresce slanciata verso il cielo e non
teme le intemperie. Contro ogni forma di egoismo: l'amore che ci spinge a fare
certe scelte non è egoismo; dove c'è amore l'egoismo non può esistere. L'amore
per il nostro compagno di vita, l'amore per i figli, l'amore nel mettere entusiasmo
in quello che facciamo ogni giorno. Secondo me è in questo sentimento speciale
che sta la chiave di lettura di questi personaggi "eccezionali" e della nostra stessa vita. E, credetemi, guardando le vostre foto e i video ho visto una grande,
bellissima famiglia allargata. Un abbraccio a tutti. Patty
Ciao a tutti!
Che meraviglia l'ultimo video. Veramente emozionante! Anche quest'anno mi sono lasciata trascinare dal
vostro entusiasmo e ho vissuto la settimana come fossi lì. Con la webcam ho controllato pure il meteo, fantasticando sulle vostre attività. Ora ho appena finito di
leggere le testimonianze di Aung San Suu Kuj e di
Agassi (ieri non ero riuscita a stare al passo). Con
riguardo alla storia di quest'ultimo, mi sono venuti i
brividi pensando alle pressioni esercitate da suo padre. Il primo pensiero che ho avuto è stato per tutti
quei genitori che magari, anche in buona fede, cercano imporre ai figli alcune scelte (che loro forse non
hanno potuto fare da giovani) attraverso41dei piccoli
ricatti morali senza pensare alle conseguenze devastanti che possono provocare con questo comporta-
mento. Non servono per forza atteggiamenti eclatanti come quelli
del padre di Agassi, basta anche
molto meno per demolire la personalità e la sensibilità di un ragazzo. Mi rendo conto che non è
sempre così scontato accettare
che i figli non siano una nostra
proprietà, ma persone con una
propria identità, con il diritto di
scegliere e, perché no, di sbagliare. A noi genitori spetta il compito di guidarli, di
indirizzarli, soprattutto con l'esempio, di fornire loro gli strumenti per
farcela da soli, di dare loro indicazioni sui valori importanti della vita, di sostenerli perché non si scoraggino. Tutto ciò per fare in modo che crescano in loro una
certa sicurezza, l'autostima e il carattere perché possano diventare degli adulti
responsabili, qualunque strada sceglieranno di percorrere.
Vi saluto sottolineando alcune parole di "Aung San Suu Kuj: "Non date per
scontato e acquisito una volta per sempre tutto quello che avete". Impariamo
tutti ad essere riconoscenti per ciò che abbiamo o che avremo, senza lamentarci sempre di tutto. Dico ai ragazzi di non crescere come quelle persone eternamente scontente e che si piangono addosso ogni giorno, a volte senza valide
ragioni. BELIEVE, crediamoci!, come ci dice Agassi. Ora scappo. Avete appena
pubblicato le nuove foto. E' un po' tardi, ma vado a vederle. Buonanotte a tutti.
Ciao Staff! Non so da dove cominciare, perché diversi sono i pensieri che
vorrei condividere con voi. Sarà banale, ma innanzi tutto: GRAZIE! Grazie per
la grande impresa che ogni giorno, minuto dopo minuto, portate avanti con i
nostri ragazzi. Grazie per la puntualità con cui ogni giorno, attraverso le
foto ("trovata" geniale), nostro figlio "rientra a casa" facendocelo sentire
meno lontano. Grazie per la puntualità con cui realizzate tutto questo. Grazie
per la perfetta organizzazione, che traspare anche a distanza, con cui ogni
attività viene attuata. Grazie perché avete cura di tutti i nostri figli.
Grazie per le opportunità di riflessione e crescita che offrite loro. E
poi BRAVI! Per quanto possa contare, vi rivolgiamo la nostra più grande
stima e le nostre congratulazioni. l'impegno che vi siete assunti non è da
poco: sono necessarie motivazione, passione, generosità e forza in grande
quantità e voi avete tutto questo. Mi auguro che nostro figlio comprenderà di
quale grande impresa ha fatto parte, di quale grandiosa opportunità di crescita
ha potuto approfittare e, chissà che un giorno possa essere, anche grazie a
voi, "dall'altra parte", nel tentativo di formare con passione ed onestà uomini
e donne del futuro. un abbraccio a tutti voi!
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CONCLUSIONE
Vogliamo salutarci con alcune frasi significative che ci hanno donato i personaggi che abbiamo incontrato.
Nel testamento lasciato ai suoi ragazzi don Milani scrisse:
“Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che Lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto”.
Carlo Urbani: “io non voglio essere considerato un eroe. Ho fatto solo il
mio dovere”.
Aung San Suu Kyi: “non date per scontato e acquisito una volta per sempre tutto quello che avete. Siatene grati a chi, sacrificandosi, ve lo ha reso
possibile”.
Andre Agassi sulla grande vetrata della facciata della sua scuola ha fatto
scrivere: “Believe” che significa: Credici, progetta e costruisci il tuo futuro.
Gino Bartali, il grande ginettaccio nazionale, ha voluto dedicare a tutti i
ragazzi, e quindi anche a noi, i riconoscimenti che lo hanno portato ad essere “Giusto tra la e Nazioni”, con la speranza che i giovani siano generosi, aperti all’accoglienza e disposti sempre all’aiuto recìproco.
Oliviero Bellinzani, “l’uomo con le ali”, che ci ha guidato in alta montagna,
ci ha detto di persona un’importantissima verità: “I limiti sono prima nella
mente, poi nel corpo”. Ci ha raccomandato inoltre di non farci mai imporre limiti.
Tutto questo
vale anche per
noi adulti
Il vostro Staff
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riflessioni ragazzi 2015 "uomini contro"