Il primo Settecento
Classicismo e Razionalismo
Fermenti e Trasformazioni di un’Epoca di
Crisi
I metà del sec XVII
primi fermenti di crisi e di innovazione
1690
1748
• Fondazione dell’Accademia dell’Arcadia in
ITALIA
• Inizia a diffondersi il Rococò – «nuovo
stile» – in opposizione al gusto barocco
• Pace di Aquisgrana: fine delle guerre di
successione
• Ha inizio in Francia il lavoro per
l’Encyclopédie
• Montesquieu pubblica l’Esprit de lois
L’Europa dopo la pace di Aquisgrana
L’Italia dopo il 1748
• Regno di Sardegna (che
comprendeva il Piemonte con la
capitale Torino, la Valle d'Aosta, la
Savoia, Nizza) a Carlo Emanuele III di
Savoia;
• Ducato di Milano all'Austria;
• Venezia repubblica indipendente;
• Genova repubblica indi pendente;
• Toscana ai granduchi di Lorena
(parenti degli Asburgo d'Austria);
• Ducato di Parma e Piacenza ai
Borbone (parenti del re di Spagna);
• Stato pontificio al papa;
• Regno delle Due Sicilie (Napoli e la
Sicilia) a Carlo III di Borbone.
Fenomeni significativi
•
•
•
•
•
•
•
Ripresa economica dopo la crisi del ‘600
Si costituiscono le basi materiali della
rivoluzione industriale (Inghilterra, II metà
del secolo
Viene meno la supremazia culturale della
Chiesa
Crisi delle certezze e dei dogmi su cui si
reggevano le monarchie assolute
Convinzioni scientifiche nuove si diffondono
e diventano comuni a tutti gli intellettuali
Si afferma l’idea di progresso nella
convinzione che attraverso la scienza si
possa conquistare la felicità.
Si esauriscono il gusto e le poetiche del
Barocco
Per Paul Hazard (cfr p. 350, S1), in
questi anni si determina «la crisi della
coscienza europea» e si affermano:
• Una politica senza diritto divino
• Una religione senza mistero
• Una morale senza dogmi
E’ un’epoca che prelude a una fase di trasformazioni e rivoluzioni in ogni campo:
Politico:
Riforme e
Rivoluzioni
Economico:
Rivoluzione
industriale
Culturale:
Illuminismo
Arte e Letteratura (1690-1748)
Contro il «cattivo gusto» Barocco si afferma la ricerca del buon gusto, sostenuto
dalla capacità di «discernere» attraverso la ragione. Rivela un atteggiamento
razionalistico – equilibrato – moderatamente classicista
Si traduce in
• Razionalismo critico
Empirismo e Razionalismo filosofico
• Razionalismo edonistico
e d’evasione
Arcadia e Rococò
L’Accademia dell’Arcadia
•
•
•
•
Accademia letteraria fondata a Roma nel 1690 da Gian Vincenzo Gravina e da Giovanni Mario
Crescimbeni, in occasione dell'incontro nel convento annesso alla chiesa di San Pietro in
Montorio di quattordici letterati appartenenti al circolo letterario della regina Cristina di Svezia
L'Accademia è considerata non solamente come una semplice scuola di pensiero, ma come un
vero e proprio movimento letterario che si sviluppa e si diffonde in tutta Italia in risposta a quello
che era considerato il cattivo gusto del Barocco
Essa si richiama nella terminologia e nella simbologia alla tradizione dei pastori-poeti della mitica
regione dell'Arcadia, la sede una villa sulle pendici del Gianicolo, fu chiamata seguendo questa
tendenza "Bosco Parrasio",.
Pastori furono detti i membri, Gesù bambino (adorato per primo dai pastori) fu scelto come
protettore; come insegna, venne scelta la siringa del dio Pan, cinta di rami di alloro e di pino e
ogni partecipante doveva assumere, come pseudonimo, un nome di ispirazione pastorale greca.
Programma letterario dell’Arcadia
• «I fondatori, grandi uomini, della benemerita e celebre Accademia
d'Arcadia ebbero per principal scopo nel prendere i nomi egli usi de' greci
pastori e persino il loro calendario, di romper guerra alle gonfiezze del
secolo, e ritornare la poesia italiana per mezzo della pastorale alle pure e
belle sue forme. Fingendosi pastori, immaginandosi di vivere nelle
campagne, bandito ogni fasto, tolto fra loro ogni titolo di preminenza,
studiando ne' classici greci, latini, e italiani, vennero naturalmente da sé
stesse a cadere quelle ampollose metafore, que' stravolti concetti, e quello
smodato lusso di erudizione, che formava la delizia non de' poeti soltanto,
ma eziandio de' più applauditi oratori sagri, e su cui stoltamente si
riponeva la sede del sublime e del bello.»
Gaetano Moroni,
Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, Venezia, 1852,
L’Arcadia tra classicismo e razionalismo
•
•
•
•
•
•
I caratteri letterari dell'Accademia furono frutto del confronto tra due dei fondatori, Gian
Vincenzo Gravina e Giovanni Mario Crescimbeni.
GRAVINA vedeva nell'Accademia il centro propulsore di un rinnovamento non solo letterario, ma
anche culturale. Questo ambizioso progetto era sostenuto dalla sua concezione della poesia come
veicolo rivelatore di verità essenziali. Propose come modelli letterari Omero e Dante. Inoltre non
gradiva gli aspetti mondani che l'accademia stava sempre più assumendo.
Il programma di CRESCIMBENI era decisamente più moderato e puntava a una più semplice
reazione al disordine barocco ripristinando il buon gusto. Crescimbeni si ispirava al classicismo
petrarchesco e puntava a realizzare una poesia chiara, regolare, raffinata, elegante.
Prevalse il programma di Crescimbeni, dal momento che anche gli altri membri avevano come
obiettivo non l'elaborazione di una nuova cultura, ma una nuova poesia classicheggiante,
semplice e aggraziata.
Tra le conseguenze di questo dissidio, vi fu una scissione, nel 1711, che portò alla fondazione di
una Seconda Arcadia, patrocinata dagli scolari del Gravina, che tre anni dopo venne denominata
Accademia de' Quirini. Nel 1719 i due rami si ricompattarono, per omaggiare Gravina, morto
l'anno prima.
Dal punto di vista estetico gli scrittori dell'Arcadia sono classicisti, mentre dal punto di vista
filosofico sono razionalisti e si richiamano a Cartesio.
PIETRO METASTASIO
• Il maggior rappresentante dell'Arcadia è Pietro
Metastasio (Pietro Trapassi). Nasce a Roma nel 1698
da una famiglia povera. Viene adottato ancora
ragazzo, per le sue qualità artistiche, da Gian Vincenzo
Gravina che lo avvia agli studi dei classici greco-latini e
degli autori del '500. La moglie (una celebre cantante)
lo induce a scrivere melodrammi. La Didone
abbandonata (1724), a carattere pateticosentimentale, fu un grande successo. Dopo aver
scritto altri melodrammi, la sua fama divenne così
grande che la corte di Vienna gli offrì l'incarico
di poeta cesareo.
Metastasio restituì dignità formale e tematica a un genere screditato presso gli
intellettuali, il melodramma, che nel corso del ‘600 era scaduto nel comico e
nel farsesco (mescolanza di tragico e comico, di eroismo ed erotismo, eccessivi
effetti scenografici).
La riforma del Melodramma
• Per realizzare la sua riforma del Melodramma Metastasio
1.
2.
3.
4.
5.
distingue nettamente poesia e musica, privilegiando la prima (la musica come
commento della poesia);
restituisce coerenza all’intreccio;
non segue alla lettera le tre regole aristoteliche di unità di tempo-luogo-azione;
pone al centro delle sue opere un eroe (Enea, Tito, Attilio Regolo...) che vince se
stesso sacrificando al dovere gli affetti e le passioni, ma è privo della tragicità
tipica degli eroi classici:
respinge sia gli estremi della tragedia caratterizzata dallo scontro drammatico
di passioni violente sia la rappresentazione realistica di vicende quotidiane. I
contrasti fra passione e dovere, sentimento e ragione non diventano mai grandi
scontri ideali e morali.
Scarica

IL SETTECENTO il secolo delle rivoluzioni