PERSONAGGI E INTERPRETI (in ordine di comparsa)
Padre
Maurizio Gallo
Madre
Mara Benati
Figlio
Paolo Loddo
Figlio
Gioele Gallo
Figlia
Ilaria Piovano
Lettore
Graziano Di Benedetto
Il critico
Chiara Signorile
Immigrato Pierluigi Cucchi
Giovanna Carla
1° ragazzo 2° ragazzo Donna
Uomo Gianni
Orietta Marino
Paola Vanzetti
Carlo Cucchi
Federico Garofalo
Paola Fissore
Massimiliano Gally
Giovanni Di Tommaso
Armando
Ubriaco Maria
Giorgia
Roberta
Prostituta
Lettrice
Sergio Bertero
Alessandro Maro
Ilaria Lo Scuto
Giulia Ferrati
Arianna Di Benedetto
Beatrice Perrone
Gabriella Boccardo
BALLETTI
Alessia Venneri, Beatrice Bianco, Cristina Bertola, Elena Valentini, Erica Fogliato, Erica Fortini, Francesca Crivello, Giorgia Urru,
Giulia Romero, Ilaria Piovano, Mara Benati, Maria Trevisan, Martina Boccardo, Michela De Monaco, Paolo Loddo, Raffaella
Ravetti, Sara Di Tommaso, Silvia Andreello.
GIROTONDO BAMBINI
Alessia Bolla, Andrea Bolla, Anna Morassut, Camilla Zoccarato, Ester Morassut, Giorgia D’Aprile, Marco Boccardo, Miriam Cavallin, Paolo Valentini, Rebecca D’Angelo, Simone Cuocci, Stefano Miniotti, Teresa Pattanaro, Valeria Rizzo.
www.amicidelsamaritano.it
Parrocchia
San Giovanni Battista
Candiolo
Progetto Oratorio
La Compagnia
“AMICI DEL SAMARITANO”
presenta
MUSICISTI
Basso: Federico Maffei. Batteria: Diego Busano. Chitarra acustica: Fabio Fantone, Paolo Carta. Chitarra elettrica, tastiera:
Simone Garofalo. Pianoforte, tastiera: Umberto Di Bello. Sax contralto: Domenico Giannetto.
VOCI E CORO
Alessia Santoro, Alice Morello, Amalia De Marco, Andrea Novello, Antonella Basano, Chiara Bolla, Chiara Papagno, Corrado Bolla,
Cristina Marchese, Elena Boccardo, Elisa Vetrano, Enrico Miele, Erika Percassi, Federico Giannetto, Filippo Limone, Francesca
Cavallin, Francesca Loddo, Giada Gaiche, Gianfranco Lerda, Giulio Bolla, Giuseppe Neri, Giuseppe Varrone, Laura Scrivo, Manuela
Suppo, Maria Carla Ronco, Maria Martina Liuni, Maria Teresa Balia, Michela De Monaco, Miriam Bigica, Monica Origlia, Paola Boccardo, Paolo Bolla, Paolo Palatini, Roberto Barchi, Roberto Paolella, Silvia Suppo, Sofia Lerda, Stefania Visalli, Teresa Garofalo.
VIDEOPROIEZIONI
Andrea Lantelme, Elisabetta Da Roit, Paolo Cucchi. Un ringraziamento particolare alle insegnanti e ai bambini della Scuola
Materna “Villa di Montpascal” e delle classi quinte della Scuola Elementare “Sandro Pertini” di Candiolo.
SCENOGRAFIA
Andrea Lantelme, Elda Cerutti, Elisabetta Da Roit, Fabrizio Osella, Mario Osella, Piero Maina, Stefano Boccardo.
ASSISTENZA ALLA SCENA E COSTUMI, ACCONCIATURE E TRUCCO
Manuela Faule, Monica Bianchin, Leonardo Consoli, Donatella Frighi, Rosa Ferrati, Stefania Vezzà.
TECNICI AUDIO E CONTRIBUTI SONORI
Diego Moriena, Giulio Dellutri, Giuseppe Cucchiara.
TECNICI LUCI ED EFFETTI SPECIALI
Fabio Cavallin, Fabio Deargo, Jacopo Lerda, Davide Lerda, Paolo Palatini.
GRAFICA PROMOZIONALE
Manuela Faule.
COMMEDIA MUSICALE IN DUE ATTI
liberamente tratta dall’opera
“Come il Buon Samaritano” di Fabio Baggio
SEGRETERIA
Antonella Granella, Chiara Lamberto, Rossella Cavallin, Stefano Boccardo.
DIREZIONE MUSICALE
Umberto Di Bello.
DIREZIONE DI CORO
Antonella Basano, Monica Origlia.
COREOGRAFIE BALLETTI
Raffaella Ravetti, Sara Di Tommaso.
ASSISTENZA ALLA REGIA
Gabriella Boccardo, Graziano Di Benedetto, Orietta Marino.
TESTI E SCENEGGIATURA
Fabio Baggio, Corrado Bolla.
MUSICHE
Fabio Baggio, Corrado Bolla, Corrado Picca, Enrico Bolla.
REGIA
Corrado Bolla.
La notte in una città. La strada e la sua gente.
Oggi come allora siamo tutti sulla medesima strada, tutti vediamo e sentiamo,
ma qualcuno guarda e ascolta. E si ferma, si avvicina, si sporca. Ama.
Come quel Samaritano sulla strada tra Gerusalemme e Gerico.
L’ha detto Gesù: “Fa‘ questo e vivrai.” Solo questo.
PERCIO’ LA CREAZIONE CONTINUA
LASCIA STARE
VIA!
Ascolta le voci, osserva gli sguardi:
non credi che, forse, ne valga la pena.
Portare la pace fin dentro al tuo cuore,
per farlo parlare come ormai non sa più.
E’ ora di smetterla con le belle parole,
basta con le illusioni,
col vizio di farci gli affari degli altri,
alibi per le nostre passioni.
Non vorrai, forse, dire che qualche scena
quotidiana non va perché stona:
niente di strano oggi, né di nuovo domani,
il diverso non disturba se non ragiona.
E allora lascia stare, per una volta, lascia stare,
la prepotenza delle tue vecchie convinzioni;
lascia cadere, allora, lascia cadere
la sicurezza di avere sempre ragione.
E fermati, ma ci vuol coraggio, sai,
metti sulla bilancia quel che sei e quel che sarai.
Non farti ingannare, non puoi e non devi:
perché continuare una corsa perduta?
Può dunque il lavoro ancora servire
se poi ti allontana e non torni più?
E allora lascia stare, per una volta, lascia stare,
la prepotenza delle tue vecchie convinzioni;
lascia cadere, allora, lascia cadere
la sicurezza di avere sempre ragione.
E fermati, ma ci vuol coraggio, sai,
metti sulla bilancia quel che sei e quel che sarai.
E quel che sarai.
NOI BUONI E BRIGANTI
Si dice che l’uomo è fragile
e che non cambierà mai
perché ha paura di decidere:
meglio rimanere nell’ambiguità.
Via, away,
lo puoi leggere su mille cartelli,
ma lo trovi scolpito in molti cuori,
vicini e lontani.
E’ il rifiuto di una parte di sé,
perché cancella per sempre la fiducia
tra bianco e nero, tra forte e debole,
tra oggi e domani.
Ancora con queste banali idiozie,
vivi nell’oggi, se puoi:
come riesci a farti un posto tra gli altri,
se non badi ai fatti tuoi?
Casa, potere, lavoro, piacere:
cosa puoi sperare di più?
Ma se alle briciole non fai che pensare,
non sei fatto per stare quaggiù.
Via, away,
lo puoi leggere su mille cartelli,
ma lo trovi scolpito in molti cuori,
vicini e lontani.
E’ il rifiuto di una parte di sé,
perché cancella per sempre la fiducia
tra bianco e nero, tra forte e debole,
tra oggi e domani.
Per un peccato all’origine
perdemmo la libertà;
ed ora non vediamo nitido:
confondiamo tra illusione e verità.
Noi, buoni e briganti, noi;
ma qual è la differenza, chi lo sa?
Noi, buoni e briganti, noi;
tutti figli di un’ambigua umanità.
Noi, buoni e briganti, noi;
ma qual è la differenza, chi lo sa?
Noi, buoni e briganti, noi;
tutti figli di un’ambigua umanità.
Nessuno può farsi giudice
dell’intenzionalità;
si può cercare di comprendere
e imparare a perdonare come Dio.
Ma chi lo sa dov’è il limite
tra il male e la bontà?
Sbagliarsi non è poi difficile:
più difficile è ridarsi libertà.
Noi, buoni e briganti, noi;
ma qual è la differenza, chi lo sa?
Noi, buoni e briganti, noi;
tutti figli di un’ambigua umanità.
UN UOMO PER STRADA
Un uomo per strada incontrò la violenza,
vide la notte, conobbe il dolore come me;
ma ora vive ed è la mia speranza.
Se accanto a te c’è qualcuno che soffre,
piangi con lui.
Se qualcuno vicino a te è felice,
ridi con lui.
E noi possiamo amare
soltanto se apriamo il cuore.
Un uomo per strada può morire in silenzio
e noi immobili, al riparo dei fatti nostri;
ma ora vive e cambia il mio domani.
Se accanto a te c’è qualcuno che soffre,
piangi con lui.
Se qualcuno vicino a te è felice,
ridi con lui.
E noi possiamo amare
soltanto se apriamo il cuore.
Un uomo per strada aspetta ora un mio gesto,
non sa lui chi sono né vuol sapere la mia storia;
ma ora vive e mostra a me la strada.
Se accanto a te c’è qualcuno che soffre,
piangi con lui.
Se qualcuno vicino a te è felice,
ridi con lui.
E noi possiamo amare
soltanto se apriamo il cuore.
UN VIANDANTE SULLA VIA
DI GERICO
Un viandante sulla via di Gerico,
maltrattato con brutalità,
giace vittima di una violenta umanità;
tanta gente passa a fianco e svicola
per indifferenza o per viltà;
non c’è più nessun Samaritano sulla via.
Quel viandante sulla via di Gerico,
mette in dubbio la tranquillità
di chi crede che non ha peccato contro Dio;
fa cadere l’equilibrio fragile
tra l’immagine e l’ipocrisia
e rivela l’egoismo senza falsità.
Con te, con te
tornerà di carne il nostro cuore;
con te, con te
vincerà la legge dell’amore:
e così ameremo sempre il prossimo
come ci ha insegnato il nostro Dio,
accettando di morire in croce per amore.
Un viandante sulla via di Gerico:
mille volti, mille realtà,
mille storie che si perderanno nell’oblio;
non importa il nome e neanche il numero,
né colore o nazionalità,
perché tutti siamo figli dello stesso Dio.
Quel viandante sulla via di Gerico
è una sfida alla tua fedeltà,
all’amore che per primo ti ha donato Dio;
devi dare mente cuore ed anima,
proprio come ci ha insegnato Lui,
per curare le ferite dell’umanità.
Con te, con te
tornerà di carne il nostro cuore;
con te, con te
vincerà la legge dell’amore:
e così ameremo sempre il prossimo
come ci ha insegnato il nostro Dio,
accettando di morire in croce per amore, per amore
e.
NON GIUDICARE
DEVI SPORCARTI LE MANI
OGGI
LE MISERIE DELLA VITA
Puoi essere del mondo il gran sapiente,
conoscere i difetti della gente,
ma non sei Dio: non giudicare!
Puoi essere il più santo della terra
e fare al re dei diavoli la guerra,
ma non sei Dio: non giudicare!
Tu che cerchi la tua tranquillità
e ti siedi sulla comodità,
non vuoi metterti mai nei fatti altrui:
pensi solo a te stesso.
I film sono finzione, la vita quella no:
è duro sopravvivere nella giungla di cemento.
Non c’è scampo per il debole, sarà sempre così,
è lui la prima vittima di ciò che è regola per noi.
Credi di possedere la verità
e hai risposte per ogni realtà,
ma ti fermi nel mondo delle idee:
non riesci ad uscirne fuori.
Oggi
mi ritrovo
anch’io
qui per terra:
potrò mai rialzarmi?
Potrò mai rialzarmi?
Potrò mai rialzarmi?
Ma quanti
cadono
in mano
ai briganti
delle nostre città,
delle nostre città,
delle nostre città?
Non dovevano le multinazionali
portare diritto e pane, voglia di incontrarsi,
e il potere dei nostri soldi
accrescere il prestigio di questa società?
Cammini solo per la via,
una bottiglia in mano:
cerchi una uscita dalla vita.
Si legge dietro agli occhi tuoi
una tristezza grande:
tutta la voglia di morire.
Sogni bruciati dall’età,
da un tempo che non torna
e non aspetta chi non c’è.
Lacrime disperate che
solcano un cuore stanco:
non lasci nulla dietro te.
Scendi dal tuo piedistallo di superbia e ipocrisia:
non giudicare!
Non giudicare!
Puoi essere il più bravo magistrato,
difendere le leggi dello Stato,
ma non sei Dio: non giudicare!
Puoi essere il più acuto moralista,
correggere gli errori a prima vista,
ma non sei Dio: non giudicare!
Scendi dal tuo piedistallo di superbia e ipocrisia:
non giudicare! Non giudicare!
Se prima non toglierai
la trave dall’occhio tuo,
non potrai vedere mai
la pagliuzza nell’occhio altrui.
Sai sciogliere gli intrighi della mente,
sai leggere nel cuore della gente,
ma solo Dio può giudicare!
Conosci il cammino della perfezione,
i segreti della contemplazione,
ma solo Dio può giudicare!
Scendi dal tuo piedistallo di superbia e ipocrisia:
non giudicare! Non giudicare!
Ti siedi al primo posto di un tribunale,
e sai che il tuo verdetto sarà finale,
ma solo Dio può giudicare!
Puoi scrivere un trattato sul peccato,
sull’uomo che si salva e sul condannato,
ma solo Dio può giudicare!
Scendi dal tuo piedistallo di superbia e ipocrisia:
non giudicare! Non giudicare!
Se prima non toglierai…
Devi sporcarti le mani per lavorare.
Devi sporcarti le mani per aiutare.
Devi sporcarti le mani se vuoi salvare.
Se vuoi salvare.
Tu che non sei uno di noi,
perché non hai sofferto mai,
di fronte al dolore altrui
non sai cosa fare.
Tu che vivi la solidarietà
come un gesto di generosità:
pochi spiccioli o un grosso assegno che
tranquillizza la tua coscienza.
Devi sporcarti le mani per lavorare.
Devi sporcarti le mani per aiutare.
Devi sporcarti le mani se vuoi salvare.
Se vuoi salvare.
Lo cercavano tutti: era il Messia;
Lui amava senza ipocrisia
e per questo donò la vita Sua
sopra una croce.
Ha lasciato un esempio a tutti noi:
che ci amassimo come ha amato Lui.
Ed il premio sarà l’eternità
e la gioia quaggiù nel mondo.
Devi sporcarti le mani per lavorare.
Devi sporcarti le mani per aiutare.
Devi sporcarti le mani se vuoi salvare.
Se vuoi salvare.
La legge è una sola, i modi vedi tu:
chi prima arriva prende. E’ logico, è pratico.
Allora fatti sotto con un po’ di abilità,
in tram e nell’ufficio, in casa e col vicino.
Oggi
mi ritrovo
anch’io
qui per terra:
potrò mai rialzarmi?
Potrò mai rialzarmi?
Potrò mai rialzarmi?
Ma quanti
cadono
in mano
ai briganti
delle nostre città,
delle nostre città,
delle nostre città?
Non dovevano le multinazionali
portare diritto e pane, voglia di incontrarsi,
e il potere dei nostri soldi
accrescere il prestigio di questa società?
Ci marcano nel cuore le miserie della vita,
ci tolgono la voglia di credere nell’uomo;
e l’anima si spegne in un silenzio cupo,
perduta tra i ricordi di un tragico passato.
Ci uccidono pian piano le miserie della vita;
si riempiono di spettri le notti senza luna;
e ci dimentichiamo che dietro l’orizzonte
c’è un sole che tra poco sorgerà.
Le luci di periferia
fanno un effetto strano:
gli occhi si chiudono da soli.
In un silenzio di follia
irrompe un grido forte:
Fermate il mondo, voglio scendere!
Ma dov’è la felicità
che il mondo ti promette?
Rimane solo l’utopia.
E non capisci perché Dio
vuole salvare un uomo
che si condanna già da sé.
Ci marcano nel cuore le miserie della vita,
ci tolgono la voglia di credere nell’uomo;
e l’anima si spegne in un silenzio cupo,
perduta tra i ricordi di un tragico passato.
Ci uccidono pian piano le miserie della vita;
si riempiono di spettri le notti senza luna;
e ci dimentichiamo che dietro l’orizzonte
c’è un sole che tra poco sorgerà.
IL RISCHIO
DI CONOSCERE DIO
Non stupirti
se il tuo ideale sta cedendo,
se le tue idee
non ti convincon più,
se cogli amici
non ti ritrovi più.
Se la rivoluzione
che credevi fosse per il popolo
si rivela ora proprio contro di lui.
Non stupirti e non temere;
la tua linea, i tuoi progetti,
le certezze stan crollando
perché Dio ti vuole per sé…
C’E’ UN UOMO DA SALVARE
PERCHE’ PASSO’ OLTRE?
Manifestazioni per le strade della mia città;
fiumi di striscioni, disegnati dall’ingenuità.
Una voce chiara sopra tutte chiede fedeltà:
“Noi combatteremo per la pace e per la libertà”.
Dove andava su quella strada?
Che programma più urgente aveva?
Perché passò oltre dall’altra parte?
Perché passò oltre dall’altra parte? (bis)
Dopo le azzuffate e gli scontri con la polizia
tutti i militanti piano piano se ne vanno via.
Resta un manifesto sopra il muro della conceria:
“Siamo tutti figli del partito e dell’ideologia”.
Se una religione, una fede,
non si propongono per prima cosa
la salvezza dell’uomo
concreta, tempestiva, operante,
che è di loro? Che è di loro?
Che è di loro? Che è di loro?
E basta coi discorsi, con futili parole,
bisogna fare in fretta: c’è un uomo da salvare.
Nessuno può pagare il prezzo di una vita,
perché, una volta persa, non ci è restituita mai.
Se correrai il rischio di dargli spazio,
scoprirai un orizzonte nuovo
e dirai, e dirai con me:
“Il Signore è il mio pastore…
è mia luce e mia salvezza”.
“Il Signore è difesa della mia vita”.
“Egli libera i prigionieri,
ridona la vista ai ciechi,
rialza chi è caduto”.
“Il Signore regna per sempre”.
Quando rinneghiamo i principi della teologia,
diventiamo schiavi della scienza e la tecnologia.
No, non più “persona”, solo “numero e categoria”;
globalizzazione: autostrada verso la pazzia.
E’ questo il Signore
che vuol farsi sentire da te,
che vuol trasformare
il tuo cuore in cuore di carne.
E’ il Signore che ha bisogno di te.
E basta coi discorsi, con futili parole,
bisogna fare in fretta: c’è un uomo da salvare.
Nessuno può pagare il prezzo di una vita,
perché, una volta persa, non ci è restituita mai.
Se correrai il rischio…
Su dammi la tua mano perché
non posso farlo senza di te.
Quando denunciamo i peccati della società,
spersonalizziamo i difetti dell’umanità.
Grida di dolore senza volto e senza dignità:
mani senza cuore che dispensano la carità.
E’ questo il Signore…
E basta coi discorsi, con futili parole,
bisogna fare in fretta: c’è un uomo da salvare.
Nessuno può pagare il prezzo di una vita,
perché, una volta persa, non ci è restituita mai.
Dove andava su quella strada?
Che programma più urgente aveva?
Perché passò oltre dall’altra parte?
Perché passò oltre dall’altra parte? (bis)
Se una religione non sceglie
la partecipazione umana,
condividendo il lavoro
in fabbrica e la fame nel ghetto,
che ne sarà? Che ne sarà?
Che ne sarà? Che ne sarà?
Dove andava su quella strada?
Che programma più urgente aveva?
Perché passò oltre dall’altra parte?
Perché passò oltre dall’altra parte? (bis)
Lasciate le offerte inutili,
perché quando stendete le mani
io volto altrove la faccia,
anche se pregate
non vi ascolto. Non vi ascolto.
Non vi ascolto. Non vi ascolto.
Dove andava su quella strada?
Che programma più urgente aveva?
Perché passò oltre dall’altra parte?
Perché passò oltre dall’altra parte? (bis)
INNO ALL’AMORE
Posso parlare le lingue del mondo,
ma senza l’amor nulla vale.
Posso conoscere tutti i misteri,
ma senza l’amor nulla vale.
Posso donare le mie ricchezze,
ma senza l’amor nulla vale.
Posso bruciare anche il mio corpo,
ma senza l’amor nulla vale.
L’amore è benigno e paziente,
l’amore non è invidioso.
L’amore è umile e buono,
non cerca il proprio interesse.
L’amore non si adira mai,
non tiene conto del male.
Non si compiace dell’ingiustizia,
ma cerca la verità.
L’amore poi copre ogni cosa,
sempre dimostra fiducia.
L’amore spera oltre la morte,
con calma tutto sopporta.
Scompariranno le profezie
assieme a tutta la scienza.
Però l’amore non avrà fine:
e la più grande virtù è l’amore
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La Compagnia “AMICI DEL SAMARITANO”