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Anno X n.19 - 1 dicembre 2014
www.corcom.it
L'ITALIA CHE VUOLE CRESCERE
► STREET COMMERCE
I punti vendita
digitali, installati
in grandi centri
commerciali
del Nord Italia,
offrono assistenza
a distanza
e prodotti fisici
I primi clienti
sono state telco:
Tre, Wind, Tiscali.
Ora arrivano
le banche, dove
la macchina
può consegnare
credit card
o libretto assegni
E nel 2015
ci sarà lo sbarco
negli Usa
Inventia, con i totem hi-tech
Cinelli rivoluziona i negozi
Giovanni Iozzia
«P
eggio per loro. Hanno
perso un affare».
Andrea Cinelli, con il
tono baldanzoso del livornese doc,
pensa a tutti coloro che non hanno
voluto investire sulla sua startup,
Inventia. Nonostante l’idea, il progetto e la sua storia. Cinquant’anni
a gennaio, Cinelli si definisce
“un’antica gloria delle telecomunicazioni”. Ha fatto la prima Internet
pubblica nella sua città, è riuscito a
vendere a un’azienda americana la
sua società di consulenza tecnologica e si è fatto assumere negli
Stati Uniti dove poi è andato a
lavorare in Apple (“incontravo Jobs
in ascensore”, ricorda ancora…).
Tornato in Italia, ha “attraversato”
tutte le compagnie telefoniche, da
Wind a Vodafone fino a Telecom,
che ha lasciato come Trade Marketing Director. E sull’evoluzione dei
negozi punta con la nuova impresa, di cui è Ceo, creata nell’agosto
2012 insieme con Massimo Castelli, presidente, altro top manager
Telecom, coinvolto qualche anno
fa nel caso delle “sim fantasma”
e completamente scagionato
nell’autunno 2013.
Che cosa fa Inventia? “Street
commerce”, risponde Cinelli.
Cosa vuol dire? «Abbiamo messo a
punto una macchina che rappresenta una valida ed economica
alternativa a un punto vendita e
che può essere installata ovunque,
anche all’aperto. Alla base c’è una
tecnologia software di videocomunicazione, distribuita in cloud, in
grado di emulare quel che può fare
l’uomo, ma a distanza». Inventia
punta quindi a portare la tecnologia digitale fuori dal computer
e dai dispositivi mobili, con una
visione dell’ecommerce che “entra”
Da gennaio 2015
l'invenzione italiana
sarà esposta nelle sale
del museo dedicate
a hi-tech e design
un imprenditore livornese
che, dopo aver
lavorato in
Apple, è tornato in Italia
con incarichi
in Wind,
Vodafone e
Telecom prima di fondare
la sua startup
insieme a
Massimo
Castelli
nel punto di vendita fisico. «I
nostri primi clienti sono state le
compagnie di telecomunicazione,
anche per la mia provenienza: Tre,
Wind, Tiscali. E adesso stanno
arrivando le altre. Ma anche
aziende di settori diversi, soprattutto banche», sottolinea Cinelli.
I primi “negozi digitali” sono stati
installati in centri commerciali,
come il Carosello o il Fiordaliso a
Milano, o negli aeroporti, come
quelli di Bergamo e Verona. La
“originalità” del progetto Inventia
sta nel fatto che il totem non offre
solo assistenza a distanza ma può
distribuire prodotti fisici. Il cliente
trova sul monitor il “commesso”
che lo guida, per esempio, nella
sottoscrizione di un contratto o
nella scelta di un rossetto. Ma si
va oltre. «La macchina è anche un
dispenser. L’operatore da remoto
può gestire sistemi di erogazione.
Può consegnare una scheda telefonica o, visto che noi lavoriamo
molto nel mondo bancario, può
consegnare una carta di credito o
un libretto degli assegni», spiega
Cinelli, che aggiunge: «La nostra
idea è stata di attaccare ai sistemi
di videocomunicazione le capacità
meccaniche e meccatroniche della
nostra tradizione industriale e i
risultati stanno arrivando». Anche
perché i totem hanno un significativo vantaggio economico. «I più
apprezzati si chiamano Fast Shop,
negozi piccoli e veloci che danno
grandissimi benefici, visto che
costano anche 50 volte meno di un
punto vendita tradizionale e permettono di avere un contatto con i
clienti, ovunque. Li sta usando per
esempio CarGlass per gestire le
prenotazioni degli interventi». Un
bell’argomento di vendita in questa stagione di cure dimagranti per
i budget nelle grandi aziende ma
anche per le imprese più piccole,
che possono pensare di aprire una
loro vetrina lì dove non avrebbero
finora osato per i costi di avvio e di
gestione di un negozio tradizionale. «Ci ha aiutato molto la stagione
di crisi», ammette Cinelli. «Stiamo
vincendo gare importanti e stiamo
dando fastidio ai grandi player
della tecnologia. Di recente è
venuto a trovarci il rappresentante
di un colosso mondiale dell’automazione bancaria per capire quel
che stiamo facendo». Non vuole
dirlo Cinelli, ma potrebbe essere
Ncr, dal momento che Inventia
propone una postazione che si
affianca ai tradizionali sportelli
bancomat. Quel che non nasconde
è il risentimento nei confronti
del pianeta investitori. «Abbiamo superato il milione di euro e
siamo pronti a sbarcare negli Usa,
spero già nel 2015. Gartner ci ha
preso come case history a livello
internazionale. Eppure…Abbiamo
avuto un fondo, Cambria, che ci
ha sostenuto all’inizio ma abbiamo
dovuto liquidarlo subito perché
non credeva nel progetto industriale, voleva solo speculare. Tutti
gli altri ci hanno chiuso la porta
in faccia, gli stessi che magari investono milioni di euro in siti che
portano la frutta a casa».
► T E C N O LO G I A M A D E I N I TA LY
Arduino diventa arte, la scheda
open source è al Moma di NY
Luciana Maci
Diecimila
L
a tecnologia Made in Italy
è anche arte: a certificarlo
è il Moma di New York che da
gennaio accoglierà nelle sue sale
Arduino, la piattaforma hardware
open source ideata nel 2005 da un
team italiano. Amato dai makers
(la nuova generazione di artigiani
digitali) di tutto il mondo, perché
consente anche ai meno esperti
di programmare, questo circuito
non è solo estremamente utile
ma anche esteticamente bello.
Così almeno lo hanno giudicato i
dirigenti del Museum of Modern
Arts, che hanno scelto di esporlo al pubblico insieme ad altri
Andrea
Cinelli è
è uno dei modelli della
piattaforma ideata da
Massimo Banzi, molto
amata dai makers
quattro esemplari legati al mondo
della tecnologia: Ototo, strumento musicale in grado di avvertire
cambiamenti in qualsiasi oggetto
connesso allo strumento stesso; MaKey MaKey, piattaforma
collegabile a qualsiasi oggetto
(gira in Rete un video che mostra
la possibilità di suonare attraverso
le banane); Colour Chaser, robot
che legge i colori delle linee trac-
ciate; e Game Designer, kit per
creare un videogame.
“Questi oggetti – spiegano i
dirigenti del Moma – riflettono il
ruolo centrale che la tecnologia
e il design delle interfacce hanno
attualmente nella formazione,
nella produzione e nelle nostre
vite di tutti i giorni. Nel loro modo unico e speciale consentono al
pubblico di cimentarsi in processi
e prodotti finali che di solito sono
terreno esclusivo degli ingegneri
elettronici”.
Un tributo alla tecnologia
come possibile forma d’arte ma
anche all’eccellenza italiana nella
tecnologia. Il progetto Arduino è
stato ideato da un team di cui fa
parte Massimo Banzi, originario
di Ivrea, cresciuto giocando con i
circuiti elettronici e poi professore a una scuola di design interattivo della sua città.
Con gruppo di amici ha dato vita
a questa scheda, in pratica un piccolo computer della dimensione
di una carta di credito, programmabile per diventare il cervello di
una serie di prodotti interattivi.
Il gruppo ha poi sviluppato il metodo di insegnamento fai-da-te e
il software per la programmazione: tutto scaricabile da Internet
gratuitamente.
Al Moma verrà esposto il modello Diecimila, che non è il più conosciuto tra i modelli Arduino ma
è forse il più elegante: sfondo blu,
caratteri bianchi, armonia nelle
forme. Non va dimenticato che
il Museo newyorchese già ospita
la Olivetti Lettera 22, simbolo di
un’Italia industriale e creativa che
stupiva il mondo e ispirava anche
i colossi americani nel design
come nell’informatica.
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