A cura di Presentazione……………………………………………………………………….... Invecchiamento fisiologico e patologico.…………………………..….… Lo capisco? Mi capisce?................................................................ Come comunicare efficacemente………………………………………….… 1 Verificare ogni volta la comprensione del messaggio; Non sottolineare gli errori, potrebbe essere frustrante; Quando non riesce a capire un messaggio, bisogna ripeterglielo rispettando i suoi tempi di decodificazione, o riformularlo; Lasciate che il paziente tenti di spiegare da solo ciò che vuole dire, evitando di suggerirgli subito la parola o appena si trova in difficoltà; Non urlare o usare un tono di voce troppo alto, parlare lentamente; Ignorare il linguaggio scurrile, per quanto la cosa possa disturbare ci pone difronte a un comportamento del malato che non gli è mai appartenuto; Mantenere un buon contatto fisico facilita la comunicazione anche negli stadi più gravi della malattia, ad es. esprimere affetto attraverso una carezza o un abbraccio. Quando il progredire del male rende meno capace la comunicazione verbale, acquista sempre maggior importanza la comunicazione non verbale. Ciò non implica tuttavia l’abbandono del discorso e della parola. Questo modo di comunicare con il paziente ne stimola le residue capacità, ne mitiga anomalie comportamentali e può così facilitare la convivenza tra l’ammalato e chi lo assiste. 6 Per compensare le difficoltà di attenzione e di memoria presenti nell’anziano e nel demente è bene: Accertarsi della integrità di vista e udito, eventualmente provvedere con occhiali adeguati o con apparecchi acustici; Sedersi di fronte e guardare negli occhi la persona, non parlare da lontano o da dietro; Utilizzare allocuzione diretta (Cara Signora X, volevo dirle..); Usare frasi brevi e un lessico semplice: parole di uso comune e concrete nella lingua che gli è più familiare; L’uso di oggetti o di gesti legati al tema della conversazione può risvegliare la memoria procedurale; Evitare le metafore; Dire una cosa alla volta. Inoltre è bene che il paziente non abbia da svolgere altri compiti anche semplici come mangiare, vestirsi, lavarsi; Formulare domande dirette che non obbligano il malato a risposte troppo elaborate (ad es., "Come?", "Perché?"); Evitare di interromperlo mentre parla; 5 Il presente libretto, redatto dai logopedisti lucani della FLI Basilicata (Federazione Logopedisti Italiani), è stato ideato in occasione della celebrazione della Giornata Europea della Logopedia, che ha ricorrenza annuale in data 6 marzo. Quest’anno si svolge su un tema molto rilevante, che sta coinvolgendo sempre di più parte della comunità professionale: i disturbi della comunicazione, del linguaggio e del comportamento dell'adulto e dell'anziano, acquisiti post trauma o evento acuto o cronico degenerativo. Tali temi, negli ultimi anni, sono stati oggetto di studio e di emanazione di Linee Guida o altri documenti di Sanità pubblica, prevedendo quasi sempre il coinvolgimento della FLI e dei suoi esperti clinici. Mediante la presente iniziativa, vogliamo fornire a quante più persone possibile informazioni sintetiche, ma chiare e dirette, sulle problematiche che possono insorgere a seguito di un deterioramento patologico del linguaggio, con consigli sui corretti comportamenti comunicativi da attuare e con alcune indicazioni di riferimenti utili. Buona consultazione! Emanuela Piedilato Presidente FLI Basilicata 2 Quando si parla di invecchiamento non ci si riferisce semplicemente all’avanzare dell’età cronologica, ma ai cambiamenti organici, cognitivi ed emotivi che ad esso appaiono correlati. A partire dalla settima e ottava decade di vita si verifica un progressivo e graduale indebolimento di alcune funzioni mentali. Si parla, invece, di demenza quando vi è una vera e propria sindrome caratterizzata da disturbi cognitivi, comportamentali e somatici. In seguito al progressivo deteriorarsi delle aree cerebrali preposte all’elaborazione del linguaggio, l’anziano fragile si ritrova sempre più in difficoltà nel tradurre il proprio pensiero in parole e le parole degli altri nei concetti corrispondenti. SI FATICA A TROVARE LA PAROLA CHE SERVE SI PERDE IL FILO DEL DISCORSO POSSIBILE COMPARSA DI LINGUAGGIO SCURRILE E’ DEFICITARIA LA COMPRENSIONE 3 COMPAIONO NEOLOGISMI E PAROLE PASSE-PARTOUT ANSIA E FRUSTRAZIONE, SI TENDE A EVITARE DI PARLARE Il paziente comprende le domande chiuse? Il paziente ha difficoltà del trovare le parole? Il paziente comprende semplici istruzioni verbali? Il paziente ha difficoltà nel formulare frasi o percorsi logici? Il paziente comprende le istruzioni accompagnate da gesti? Il paziente non comunica verbalmente o mormora frasi senza senso? Le risposte alle domande sono coerenti? 4