Sandra Salmaso Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante Le Mani che nutrono Rinforzare l’Identità e migliorare le relazioni col Buon Contatto Edizioni VIVIVITA Indice Presentazione 2 Prefazione 4 “Quando le mani toccano dalla pienezza del cuore...„ 5 Il Bisogno di Contatto 11 Cos’è il Buon Contatto… 13 Il Contatto e la Carezza 14 Attraverso la pelle s’impara l’amore 17 Oltrepassando l’infanzia: il contatto e gli adulti 24 L’importanza della stimolazione tattile nel bambino e nell’adulto 25 La pelle e le sue funzioni 27 Chi ha paura del contatto? Le ragioni... 30 I tre tipi di tocco fondamentali 32 I gesti affettivi archetipici 33 La Carezza 36 Gli Eco-fattori del Buon Contatto nelle Buone Relazioni 38 Come è nata l’Educazione al Contatto? 40 Una consapevolezza sempre maggiore... Verso il massaggio 43 A proposito dell’Identità (nuovi strumenti) 47 Come si può seguire una formazione in Educazione al Contatto? 48 Applicazioni dell’Educazione al Contatto 49 Bibliografia 52 1 Presentazione di Sergio Signori Cara Sandra, con grande gioia ho assistito alla nascita di questo “libretto”, come tu lo chiami. Se può essere un “libretto” quanto a dimensioni, non lo è certo quanto a contenuto. È la sintesi di molti anni di tue intuizioni, di tua creatività, di esperienze “sul campo” (nazionale e internazionale) e tanto mi ha appassionato questa proposta che sono progressivamente entrato a dirigere con te la Scuola di Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante. Il metodo da te creato (concreta espressione della “Intelligenza affettiva” e del “fare sentito”) mi ha anche ispirato – almeno – due poesie che volentieri ti dono e che con orgoglio vedo pubblicate in queste pagine. Abbiamo incontrato un sentito interesse, cosa che auspicavamo da anni, da parte del mondo socio-sanitario e aumentano di anno in anno i professionisti della salute che frequentano i nostri corsi. Segno evidente che c’è un grande e sentito bisogno di “umanizzare con competenze affettive” anche le relazioni di cura e le prestazioni d’aiuto. Un auspicio-augurio: che la tua “creatura” si diffonda sempre più, come ampiamente merita e per il bene di noi tutti. E un altro: che tu abbia una piena consapevolezza che il tuo libro contiene un messaggio di alta qualità umana e una concreta proposta per migliorare le relazioni, fornendo risorse e strumenti preziosi attraverso il “Buon Contatto”, da portare nella Vita, in tutti gli ambiti, in tutte le relazioni, in tutte le istituzioni. Con sincero affetto e profonda riconoscenza Sergio 2 “La Carezza illumina i nostri visi, colora le nostre guance e ci apre la strada alla rinascita” 3 Prefazione In questo libro ho raccolto alcune osservazioni e alcune informazioni che, nel corso della mia vita, hanno parlato al mio cuore di mamma e di insegnante e mi sono state di grande aiuto. È un piccolo omaggio alla grande necessità di tenerezza e comprensione in cui versano le relazioni umane. Coltivo il sogno che l’Intelligenza affettiva possa venire appresa sin dal latte della mamma e diventi poi una materia scolastica da condividere con i coetanei e infine possa essere riconosciuta come fonte di benessere per le relazioni umane. L’intelligenza Affettiva è la capacità di scegliere il bene sempre, ciò che protegge la vita e le permette un sano sviluppo; è la capacità che ci orienta verso delle situazioni gradevoli e ci fa evitare ciò che è sgradevole. L’Intelligenza Affettiva permette di cogliere la differenza fra un incontro nella tenerezza e un contatto senza delicatezza. Studiando ed insegnando la Biodanza ho potuto verificare quanto sia importante acquisire questa competenza, l’Intelligenza Affettiva, anche nella pratica del Tocco e del Massaggio e ho creato un metodo - l’Educazione al Contatto - per integrare il Contatto, la Carezza ed il Massaggio. L’Educazione al Contatto è un approccio basato sull’affettività e sull’autenticità che facilita in contesti sociali diversi e a tutte le età il recupero della funzione affettiva nei rapporti umani. L’aumentata coscienza che un amorevole contatto fisico sia d’importanza vitale per salvaguardare una buona e sana crescita dei bambini e migliorare la qualità delle relazioni umane d’amore e d’amicizia deve spostarsi dalle ristrette nicchie scientifiche e diffondersi. Abbiamo più che mai bisogno di conoscere e comprendere le esigenze del nostro corpo e del bisogno vitale che ha di vivere con pienezza. Toccare ed essere toccati fa parte della nostra esperienza di crescita e di conoscenza del mondo senza la quale non possiamo diventare esseri umani sociali e socievoli. Per queste ragioni il contatto “pelle a pelle” è d’importanza vitale: ricevere abbracci e carezze con benessere ci conferma che siamo amati e accettati; quando invece non possiamo toccare o non veniamo toccati ci sentiamo dolorosamente tristi, soli ed ansiosi. Il mio obiettivo scrivendo questo piccolo libro è di invogliarvi ad andare incontro a voi stessi per riscoprire come e perché il dare e ricevere contatto amorevole, in tutte le sue espressioni e possibilità, sia qualcosa da stimolare e coltivare con grande cura e rispetto come un ingrediente fondamentale per la salute e la felicità. Sandra Salmaso 4 “Quando le mani toccano dalla pienezza del cuore...„ a cura di Sandra Salmaso Il senso del Tatto Non tutti sanno... quanto vitale e importante è il senso del TATTO nel processo di crescita della vita umana. Possiamo vedere, ascoltare, pensare a qualcosa, ma è attraverso il tatto che questo qualcosa entra a far parte della nostra esperienza. Grazie a questo senso apprendiamo a ‘sentire’ chi siamo e a percepire il mondo attorno a noi, e ci compenetriamo alla realtà del vivente. Il Tatto è il nostro collegamento con il mondo Toccare, essere toccati generano sensazioni, emozioni e stati d’animo. Come esprime magistralmente F. Leboyer, innovativo pediatra francese: “Ogni senso ci racconta il mondo, il proprio mondo, e intanto si fonde con gli altri sensi. Ciascun senso spinge le nostre frontiere un po’ più lontano, rendendo l’Universo più ricco e vario. Ma toccare è la vicinanza totale; è così che, semplicemente, tutto comincia”(1) Siamo esseri SOCIEVOLI per natura e per sopravvivere e crescere bene abbiamo bisogno di Carezze. Il 13 aprile 2009 il quotidiano La Repubblica scrive in un articolo: “Una mano sfiora morbida la pelle. E il tocco diventa un brivido piacevole che risale fino al cervello. Sensazioni, provate da tutti, che viaggiano su treni di fibre, battezzati nervi C-tattili del piacere. La scoperta è di un gruppo di neuroscienziati capeggiato da Francis McGlone dell’azienda britannica Unilever, in collaborazione con l’Università svedese di Gothenburg e l’Università Usa del Nord Carolina. Ebbene i neuroscienziati hanno ora scoperto cosa c’è alla base del misterioso potere di una carezza: gli scienziati hanno trovato i nervi C-tattili, uno speciale gruppo di fibre nervose disposte su parti del corpo che siamo soliti sfiorarci o lasciarci carezzare e che consentono al cervello di sentire il piacere, carico di affetto, delle carezze. La loro esistenza spiega la propensione per coccole, carezze e massaggi. E spiega perché la nostra indole, innata, ci chiede e ‘gioisce’ di questo tipo di esperienze tattili. Le fibre C sono di fatto importantissime, spiega il neuroscienziato sulla rivista Nature Neuroscience, per mediare le relazioni affettive mamma-figlio o tra i partner, 5 analizzando le reazioni nervose in un campione di 20 volontari sottoposti a stimoli tattili nella zona dell’avambraccio a differenti velocità, gli autori dello studio hanno concluso che la velocità ottimale con cui portare avanti una carezza per innescare l’attivazione dei nervi è di 4-5 centimetri al secondo. La stessa che, secondo i ricercatori, adotterebbero le madri per coccolare i propri piccoli o le coppie di fidanzati per scambiarsi affettuosità.(2) Quella che spontaneamente è sempre stata la migliore dimostrazione di affetto tra esseri umani , dare e ricevere carezze, oggi gode anche dell’approvazione dell’ambiente scientifico. In ambito scientifico un guida luminosa è stato l’antropologo Asley Montagu, a dimostrazione di quanto istintivo è nella donna e nella madre adoperarsi per accudire, scrive: “…fu il dottor Fritz Talbot di Boston a portare l’idea di una « tenera, amorosa cura», non tanto a parole ma in pratica, riprendendola dalla Germania, dove era stato prima della grande guerra. In Germania il dottor Talbot aveva visitato la clinica pediatrica di DusseIdorf, dove il direttore, dottor Arthur Schlossmann, lo aveva accompagnato nelle corsie. Queste erano molto pulite e ordinate, ma ciò che più stimolò la curiosità del dottor Talbot fu la vista di una donna vecchia e grassa che teneva in braccio un bambino evidentemente affetto da morbillo. «Chi è quella?» chiese il dottor Talbot. «Oh, quella,» rispose Schlossmann,«è la Vecchia Anna. Quando per un bambino si è fatto tutto il possibile dal punto di vista medico, e questo ancora non si riprende, allora ricorriamo alla Vecchia Anna, e lei ce la fa sempre.»(3) E ancora citando Montagu: “Alla fine degli anni venti molti ospedali pediatrici cominciarono a introdurre un regime regolare di assistenza materna ai ricoverati. Il dottor J.Brennemann stabilì nel suo ospedale la regola che ogni bambino doveva essere preso in braccio, portato in giro e «assistito maternamente» più volte al giorno. Al Bellevue Hospital di New York, con l’introduzione dell’assistenza materna ai ricoverati nei reparti pediatrici, intorno al 1938, il tasso di mortalità infantile scese nel giro di un anno dal 30-35% a meno del 10%. Si era sco6 perto che cosa serviva al bambino per crescere bene: essere toccato con le mani, sollevato, accarezzato, abbracciato, vezzeggiato, anche se non veniva allattato al seno. Sono la manipolazione, il sollevamento, l’accarezzamento, il vezzeggiamento le cose che vorremmo sottolineare, perché a quanto pare, anche se mancano tante altre cose, queste sono le rassicuranti esperienze fondamentali che il bambino deve provare per sopravvivere abbastanza in salute. Privazioni sensoriali per altro verso estreme, come quelle della luce e del suono, possono essere superate, purché le esperienze sensoriali della pelle siano mantenute.”(4) In un altro paragrafo di questo fantastico libro Montagu riporta un episodio che risale a Federico II (1194-1250), imperatore del Sacro romano impero e re di Germania, detto ai suoi tempi stupor mundi, cioè «meraviglia del mondo» (ma i suoi nemici gli davano soprannomi meno lusinghieri), si ricorda che: “... voleva scoprire che genere di discorsi avrebbero fatto e in che modo avrebbero parlato i bambini una volta cresciuti, se prima non avessero parlato con nessuno. Così ordinò a nutrici e balie di allattare i bambini, pulirli e lavarli, ma non chiacchierare assolutamente con loro, perché voleva sapere se essi avrebbero parlato in ebraico, che era la lingua più antica, o in greco o in latino o in arabo o magari nella lingua dei genitori che li avevano messi al mondo. Ma si diede da fare per niente perché tutti i bambini morirono, non potendo vivere senza le carezze e le facce allegre e le parole amorevoli delle loro nutrici. E così vengono chiamate swaddling songs (canzoni della fasciatura) quelle che le donne cantano mentre dondolano la culla o mettono il bambino a dormire, senza le quali un bambino dorme male e non ha pace. Non potendo vivere senza le carezze...”.(5) Questa osservazione costituisce la prima affermazione di cui si abbia notizia sull’importanza della stimolazione cutanea per lo sviluppo del bambino. Ma la consapevolezza di quanto sia importante è indubbiamente molto più antica. Se per il neonato/a il buon contatto e le carezze sono una necessità pri7 maria nell’adulto sono una necessità evolutiva. Come specie condividiamo il desiderio di stare vicini, di vivere la nostra vita con gli altri, di toccare ed essere toccati, di amare ed essere amati, un desiderio condiviso nell’anima ma spesso rinnegato per osservare norme sociali restrittive e che portano a mantenere le distanze. In Occidente l’educazione è stata per secoli basata sull’equivoco che il bambino si protegge “contenendo la sua espressione vitale per educarla” con il “No questo, e no quello...” così migliaia di bambini crescono attraverso il dogma: “Non muoverti!”; “Non parlare!; “Non piangere!”; “Non toccare, non farti toccare!”…”Non..!” Questo modo di fare impedisce lo sviluppo dell’Identità e dei suoi potenziali, mentre apprendiamo a reprimere gli istinti più salutari: cioè esprimerci con energia e vitalità; sentire il piacere di vivere attraverso il contatto con il mondo che ci circonda; esplorare l’ambiente circostante per rinnovarci; esprimere cura e affetto per chi amiamo; provare un senso di appartenenza per la Vita e l’Universo. Attraverso secoli di repressione culturale all’espressione più autentica della Vita, il nostro istinto gregario al Contatto, che è una funzione arcaica ed innata della specie, è diminuito e si è quasi atrofizzato. Abbiamo dimenticato la saggezza del nostro corpo che reclama il contatto affettuoso e l’amore. Ci siamo trasformati in individui soli, isolati, affamati di carezze. Per quanto mi riguarda ho avuto la fortuna d’incontrare un grande maestro dell’Alchimia della Vita, Rolando Toro Araneda, che con il suo sistema di esercizi ha diffuso nel mondo la possibilità di riscattare nuove forme di sensibilità alla Vita. Da un suo testo leggiamo: “Nella Biodanza si considera la “funzione del Contatto” come terapeutica nella misura che il contatto corporale, e in speciale la carezza, attiva, mobilita, trasforma e rinforza la nostra identità. La nostra identità si proietta nella pelle, la nostra percezione di limite. Se il nostro limite corporale (la pelle) è insensibile, la nostra iden8 tità vera è alterata, occulta o incarcerata. Trasformare la nostra pelle in un organo capace di proiettare e irradiare la nostra Identità, è d’importanza vitale. Se la muscolatura e la pelle (cenestesia e sensibilità tattile-erogena) formano un continente genuino, possiamo vincolarci autenticamente con altre persone e con l’universo e integrare vasti cicli di energia vitale.(6) Alla luce dell’importanza di riappropriarci di una presenza sana nel mondo l’educazione dovrebbe indirizzarsi a dire: “MUOVITI!”... “ESPRIMITI!”... “AVVICINATI!”...“TOCCA E LASCIATI TOCCARE!” .... “SENTI!”... Vale a dire: “VIVI!” “Ogni corpo che non è accarezzato incomincia a morire. Le carezze riducono la tendenza all’autoritarismo, perché consentono un’espansione del proprio limite corporale ed è più facile trascendere il proprio ego e aprirsi. Quando una persona si sente ricevuta si mette in funzione il suo sistema colinergico, agiscono le componenti inconsce, trionfa l’integrazione dell’identità, la sicurezza, mentre aumenta l’autostima. Il proprio corpo, allora, è vissuto come qualcosa di piacevole, che dona e procura piacere. Gli stimoli tattili arrivano prima al talamo e all’amigdala, dando origine allo stato emotivo. Solo successivamente questi effetti arrivano alla corteccia cerebrale. La mancanza di carezze - viceversa - provoca serie distorsioni dell’immagine corporale. Essa ingenera sensi di inferiorità, e induce a “chiudersi”; a costruire realtà parallele a forte carattere di astrazione e di repressione dei bisogni vitali e organici. Certi “comandi genitoriali” ricevuti durante l’infanzia, “non ti toccare lì!”, possono aver creato delle vere e proprie “zone morte”, zone tabù, insensibili al contatto e al piacere. La relazione con il nostro corpo è condizionata dal contatto con l’altro. Se il nostro limite corporale è insensibile, la nostra vera identità risulta alterata, nascosta, bloccata. Sia nelle relazioni affettive, amorose, che in generale la mancanza di carezze pregiudica, dunque, l’autostima; essa intacca il tono vitale e lo stato dell’umore, fino a produrre un affievolimento del piacere stesso di esistere. 9 Trovare le strade perché tutta le persone abbiano accesso alle carezze, dai bambini fino agli anziani, è l’unico cambiamento cha ha senso. Se vogliamo essere terapeuti in una civiltà bellica come questa, dobbiamo essere agenti di un processo di umanizzazione, promotori e attori d’ Intelligenza Affettiva che propone il Contatto nella sua espressione più evoluta: La Carezza.” (7) La Carezza ci permettere di vivere connessi con noi stessi, con gli altri, con tutto ciò che ci circonda. La Carezza ci pone in connessione con la pulsazione della Vita. Bibliografia: (1) Per una nascita senza violenza, Bompiani , 2000 (2) Fonte: Accademia Sahlgrenska: http://www.sahlgrenska.gu.se/english Nature Neuroscience: http://www.nature.com/neuro/index.html ARTICOLI CORRELATI: 29284 (3)(4)(5) Asley Montagu Il linguaggio della pelle Vallardi, 1989 (6)(7) Rolando Toro Araneda Biodanza RED Edizioni, 2007 10 Il Bisogno di Contatto Le ricerche e gli studi scientifici sulla comprensione della funzione del contatto e della carezza sono notevolmente aumentate negli ultimi cinquant’anni. Si è scoperto, infatti, che il BISOGNO DI CONTATTO ha solide basi nello sviluppo embriologico del feto. Oggi si conosce la relazione tra la pelle, il tatto ed il sistema nervoso. È molto importante sapere che la pelle si forma verso la sesta settimana di vita, dallo stessa struttura embrionale del sistema nervoso (l’ectoderma) per servire come “contenitore” ai vari segmenti: muscolare, viscerale, motorio ecc. Questa continuità tra la pelle ed il sistema nervoso fa in modo che ciò che noi sentiamo sulla sua superficie sia immediatamente trasmesso ad esso. Il noto pediatra René Spitz ha scoperto che le carezze e le cure amorevoli, durante i primi mesi di vita, sono FATTORI DELLO SVILUPPO E DELLA CRESCITA. Le esperienze di calore, protezione e contatto che si sono impresse sulla nostra pelle durante la vita prenatale devono trovare continuità anche nella vita post-natale(*) affinché il neonato si sviluppi e diventi un bambino ed un adulto sano ed equilibrato. Per questo è fondamentale che i genitori, o chi si occupa del neonato, siano capaci di comunicare un contatto di qualità affettiva. Quando il palmo della mano si posa sulla pelle e accarezza dolcemente crea una ‘piccola culla’. Così il massaggiare, il toccare con cura vuol dire creare una condizione che permetta un rilassamento piacevole generato da una gestualità semplice ma con una alta qualità di contenimento affettivo, il cui massimo esempio é la carezza. Il contatto umano è una necessità fisiologica, come l’acqua e il cibo. Affinché il Contatto che diamo e riceviamo sia buono e trasformi il nostro essere in ben-essere è necessario che si accompagni a tenerezza e affetto, che sia sincero e desiderato. Un Buon Contatto è sempre in varia misura una espressione affettiva e questo perché nasce da una Connessione. La Connessione è una comunicazione autentica tra la persona che dà e quella che riceve in un circuito in feedback attento alla reciproca 11 presenza. Il Buon Contatto è un alimento indispensabile per uno sviluppo emozionale sano della persona. Tutti abbiamo bisogno di contatto affettuoso e di carezze perché abbiamo bisogno di sentirci amati. Non esiste una tragedia umana peggiore che il sentirsi ignorati, il non essere visti e amati, mentre se veniamo accarezzati con affetto ci sentiamo accettati e valorizzati. Note: (*) A questo proposito rimando alle ricerche di Jean Liedoff che ha coniato il “Principio del continuum” per descrivere la necessità di continuità tra la vita intrauterina e la vita post-natale 12 Cos’è il Buon Contatto… “ Il vostro corpo è lo strumento della vostra anima; sta a voi trarne meravigliose armonie o confusi rumori “ (K. Gibran) Diane Ackerman(*), quando si riferisce alle carezze, le definisce una “delicatezza sinfonica”. Sicuramente le carezze, come la musica, esprimono spesso ciò che le parole sono incapaci di esprimere… Concepire l’atto di toccare come un gesto sentito, pieno di sfumature e gradazioni affettive, definisce la carezza come un linguaggio meraviglioso che ci permette di comunicare, senza parole, infinite sensazioni ed emozioni. Le mani carezzevoli parlano e sono capaci di esprimere vicinanza, tenerezza, presenza, compassione, amorevolezza, affettuosità, desiderio, passione... Dopo avere divulgato per molti anni i principi della “tenera amorevole cura” e incontrando sempre la difficoltà di una definizione “sana” per spiegare cosa è “contatto” ho scelto di usare per sempre queste due magiche paroline “Buon Contatto” per definire con immediatezza e chiarezza una visione positiva e affettiva del contatto e da allora le cose sono cambiate! “Il Buon Contatto è quel gesto che nasce da una percezione costante ed integrata di sé e dell’altro con presenza, empatia e affettività” (Sandra Salmaso e Sergio Signori, 2008) Il Buon Contatto è la capacità di relazionarsi con gli altri con una qualità affettiva, di attenzione, protezione e rispetto. Abbiamo bisogno di Buon Contatto per crescere bene. Note: *(Diane Ackerman, scrittrice, “Storia Naturale dei sensi”, Frassinelli, Milano 1992) 13 Sandra Salmaso ha praticato la danza e l’espressione corporea sin dal 1980 e ha insegnato per una decina di anni l’Arte del Massaggio e la qualità del Tocco prima di incontrare la Biodanza ed il suo creatore il prof. Rolando Toro Araneda, con il quale si è formata come insegnante. Questo incontro con il maestro Rolando Toro ha generato una delle estensioni della Biodanza: l’Educazione al Contatto, che è diventata nel 1996 una specializzazione per gli operatori di Biodanza in tutto il mondo. Nel corso di molti anni di applicazioni ha messo a punto il programma della Scuola e ha iniziato a preparare operatori in grado di divulgare il Massaggio Biointegrante, incorporando la teoria della Biodanza con il massaggio tradizionale e le più recenti teorie sulla relazione tra la pelle ed il sistema nervoso. In preparazione della nascita del figlio Michele ha cominciato a porre l’attenzione sulla genitorialità e con convinzione e passione a divulgare la necessità di riscattare il linguaggio tattile nelle relazioni umane. Per diffondere i principi del “Buon Contatto” ha dato vita all’efficace metodo chiamato “Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante”, che attualmente è strutturato in una Scuola biennale aperta a tutti. Oggi continua ad insegnare Biodanza, l’Educazione al Contatto e a seguire la Scuola di Biodanza SRT * del Triveneto di cui è co-direttrice. *Sistema Rolando Toro Per avere informazioni sugli operatori certificati e sulle iniziative della Scuola di Educazione al Contatto e Massaggio Biointegrante rivolgersi a: VIVIVITA soc. coop. a r.l. via Chiesanuova 242/B, 35136 Padova E-mail: [email protected] Sito: www.educazionealcontatto.it e 12,00