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Libretto
“BONZAI”
ensemble
DUALE
Testi di Davidovics/Durante/Scaramuccia
i quattro haiku dei coldiretti
(dialoghi di tenero interregno terreno)
“In giovanile ardore,
con rossore, il tubo turgido inguaìno,
nel lùbrico catino.”
“Senza posa, sollevo
la mia rosa, nel grembo ‘l bulbo succhio,
col secchio pronto a un mucchio.”
“Sottecchi, ad ampi getti,
gonfi pomi con vivo fonte annaffio,
e poponi perfetti.”
“I pelmi arraffo e spicco
e spremo e strizzo, sinché il sugo sprizzo,
e schizzo al mio indirizzo.”
2
Corticale - prima -
Al peso della scossa
si rapprendono
le fosse delle guance
il trillo annega
crepitando
lambisce le membra
l’osso
la spugna,
la corrosione fin dentro l’unghia
premere sul piatto
legarsi ai quattro punti della conta
D’alcool rifrangersi
sugli zigomi
le tempie, gli spigoli
l’osso cinge l’orlo
recide
il labbro
la giuntura
lo strappo
ottura
il fiotto
sul cavo privo di corrente
3
haiku-quartina di malocclusa
(a bella ninfa che soffre
per asprissimo apparecchio dentario)
o bócca in fèrro e gómma
con balsami t’affani a lavar via
l’essènza che l’ingrómma
(ortodonzia)
fil rosso sangue
d'ascóso ascèsso: in pòsa
fior d'afta langue
(mucósa)
mòrso in rèsine e fèrri
che ródi ghiande e smucini cappucci
più rumini più sèrri
(ciucci)
iridescènti
bave, fili segréti
allégan dènti
(secréti)
4
Corticale - seconda -
il fulcro è scorrimento
rottura della crosta
il grano
le dita
le bende
il punto capovolto non tiene
precipita
il cemento
la lente
rotonda da posare
una stecca
una colla artificiale
sull’arco della pancia
un calco del torace
l’acido
cova
nella bolla d’aria,
le stille, la traspirazione
nella cesura
la corda
si disfa
s’incrina
cera che affonda
d’irrigazione mercuriale
5
Haiku-quintetto dei sospiri
(Benedetta l’Ora che Fu e Sarà!)
lumi nefasti
tra dolenti martìri
nuda sospiri
da filo a cima il latte
seccato in bocca
l’occhio spinge sul rigo
la riga preme il carpo
che segna il morso duro della spugna
nel centro del fracasso
il teatro del tatto
disorientato
dai tacchi il derma effratto
vesti da fiera
o chiodi sulla lingua
è la mia guerra
6
Corticale - terza -
lembo, cretto,
piatto del suolo
l’azione del fiato sulla bocca
ticchettio che rompe la crosta
Il foro sulla testa
d’un altro spazio rosso
è un raggelarsi
Le righe il latte
di sotto masticarsi
premendo il fiotto
la cera pastosa, pietrosa
la mucosa è materia sulfurea
lo stordimento delle membra
a getto d’emulsione
stendersi ancora d’olio
d’albume sui polsi
arco immobile della deglutizione
7
haiku-quartina del coro ner
(canto cupo di chi apre
il cuore e il corpo tutto)
slaccia con cura il camice
mentre assicura che se non andrà
bene farà altri esami
(cassandra)
ne ausculta in seno i battiti
operando paziente a cuore aperto
con massaggi ampi e coatti
(e.r.)
musa che incide e squarta
sommuove a tratti la gelida penna
almeno sulla carta
(zen)
l’ima fibra che esplora
tra palpitanti e tremule intestina
penetrando riaffiora
(indovina)
8
Corticale - quarta -
Il carico molecolare nel doppio scomparto
frenetico
la duplicazione del vuoto
laccio che copre la fodera
il ricalco della pellicola
stark
non v’è provenienza dello spigolo
muoversi planare
una massa rugginosa da colare nella gola
tocco
rettangolo
sull’incrinatura
L’acciaio è quanto fora velocissimo
caviglie segnate d’aria
il cortile è il lato corto della traiettoria
il meccanismo s’arresta
depone
la latta
la quota
forma che dissolve
imbocca la caratura
organo cerchiato
il bulbo
il traino
gli
uffici del
il sangue nero dai polsi
al passo
il terreno
corpo
9
haiku-sonetto: Celiaca detta Celi
(a bella ninfa che pensa di soffrire
di temporanea intolleranza al glùtine)
“Flebil ne gli Elementi io lodo il zelo”
Giacomo Lubrano
ahi, miserrima Celi,
quali segreti di sordi secreti
ne’ visceri tuoi celi?
(sordidi escreti)
dïalogizzi sola,
la soda che t’ingorga temi s’oda,
sudor algido cola…
(t’imbroda)
metabolismi infermi:
sagrifizi, lavacri e sortileci
riporteranli a’ tèrmini;
e aspri regimi e preci,
di toschi, il colon tuo, e d’altri vèrmini,
ti monderanno a’ feci.
10
Corticale - quinta -
Pungere d’aria
di stecche prolungarsi
sopra il dorso
punto per punto
collare
spille sul capo
il peso
la balaustra
‘sto viola che mesce la tintura,
la macchia
sulla zigrinatura
giro doppio della serratura
la stanza
squadrata
Spille le cime
rotolano seccano
in bocca le biglie
la puntura fora la cornea
riluce, tritura,
batte contro la latta
le ginocchia
dà in brandello l’artificio,
la cella un congegno
per forare la tempia
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haiku-sestina maggiore: concorrente controcorrente
(Ahi a cotesta benedetta Sara
un astringente omaggio di Lorenzo)
la lingua - dove l’unghia / batte la pelle taglia - cresce il dito / duole il dente - di latte
l’unghia - ingoiando il dito / un latte in niente ma - cerando un dente / pelle laccando - lingua
il latte - per la lingua / scorre sul dente - scola sotto l’unghia / nel dito - oltre la pelle
la lingua - dove l’unghia / batte la pelle taglia - cresce il dito / duole il dente - di latte
la pelle - come latte / dito come tessi - tura la lingua / com’unghia sporca - il dente
il latte - per la lingua / scorre sul dente - scola sotto l’unghia / nel dito - oltre la pelle
dente - scoria di pelle / unghia sfilacciata - grattuggia latte / lingua - plastico dito
la pelle - come latte / dito come tessi - tura la lingua / com’unghia sporca - il dente
un dito dissi – dente / sotto la lingua - papilla di pelle / latte - ch’allunga l’unghia
dente - scoria di pelle / unghia sfilacciata - grattuggia latte / lingua - plastico dito
l’unghia - ingoiando il dito / un latte in niente ma - cerando un dente / pelle laccando – lingua
un dito dissi – dente / sotto la lingua - papilla di pelle / latte - ch’allunga l’unghia
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L’unico haiku degli autisti del Ladakh
(letanìa de l’Ima Lalìa
o vér de l’Uma lagna
o vér de la Himàlaia)
ohm - merda ai muri - mantra
(mute maruti tra tata e toyota)
et polvi et petri et preci
Il Ladakh è una regione dell'India settentrionale, parte dello stato di Jammu e Kashmir, detto anche, per contiguità
geografica e culturale, “il piccolo Tibet”. E’ racchiuso tra le catene montuose del Karakòrum e dello Himàlaya.
Gran parte del territorio è un altopiano secchissimo, un vero deserto di alta montagna caratterizzato da spaventose
escursioni termiche e dominato da un paesaggio roccioso e polveroso, spesso spazzato da venti impetuosi.
Due strade carrozzabili raggiungono il Ladakh: una da Srinagar nel Kashmir e una ad alta quota (detta Himàlaya
Highway, la più alta strada del mondo, con vertiginosi passi a oltre 5000 metri di altitudine) porta a Manali nello
stato dell'Himàchal Pradesh. Solo autisti con riflessi e nervi da pistoleros possono sopravvivere su questa strada: la
gente di pianura fa fatica a sopravvivere anche solo come passeggero.
Uma è un altro nome di Parvati, la divinità indù seconda sposa del dio Śiva. Alcuni testi sacri la considerano la
reincarnazione di Sati, la prima moglie di Śiva, che si consuma in un autodafè contro il padre Daksha, che aveva
osteggiato il suo matrimonio e offeso il suo sposo. Sati è rimasto come nome del suicidio rituale delle vedove
indù. La famosa attrice americana Uma Thurman, musa di Tarantino, è stata così chiamata dal padre Robert,
prefessore di studi indo-tibetani alla Columbia University.
L'Ohm è il mantra più sacro e rappresentativo della religione induista; è considerato il suono primordiale che ha
dato origine alla creazione, la quale viene interpretata come manifestazione stessa di questo suono. Secondo le
scritture induiste, il mantra Ohm rappresenta la sintesi e l'essenza di ogni mantra, preghiera, rituale, testo sacro,
essere celeste o aspetto del Divino. In virtù di questo, la sillaba Ohm viene recitata in apertura di molti mantra,
puja (pron; “pùgia”) e yajna (pron; “iàghna”).
La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e trayati (liberare). Il mantra
si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri. Sostanzialmente consiste in
una formula (una o più sillabe, o lettere o frasi), generalmente in sanscrito, che vengono ripetute per un certo
numero di volte. In Ladakh, così come in Tibet, molti buddisti incidono i mantra nella roccia come forma di
devozione.
In molti remoti villaggi e accampamenti del Ladakh l’unico combustibile è rappresentato dagli escrementi seccati,
che vengono accatastastati e accuratamente conservati vicino o sopra qualsiasi costruzione o tenda. Per cinque e
più mesi d’inverno il gelo impedisce qualsiasi spostamento e la temperatura scende ad oltre trenta gradi sotto lo
zero.
In Ladakh la maggioranza delle utilitarie sono di marca Maruti, così come la maggioranza dei camion sono Tata e
dei fuoristrada Toyota. Il clacson delle Maruti, nel generale frastuono delle strade ladakhe (e più generalmente
indiane), viene pressocché sistematicamente sovrastato dalle potenti trombe degli altri veicoli (ciò non esime i loro
autisti dall’esibirsi in sorpassi e manovre di spettacolare incoscienza). Quasi tutti i veicoli, in particolare gli
sgargianti camion, portano dipinte le scritte “BLOW HORN” (giusto per gli sprovveduti) e la sillaba dell’ohm in
sanscrito.
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Intermezzo remix
lame,
schiocchi e scricchi,
vampe,
strùsci e fruscìi,
capogiri,
coppe e toppe,
fiati e latrati,
affanni,
peli e veli,
narici,
ambre ed ombre,
epidermidi,
foghe e fughe,
morsi,
cuori ed ori,
sudori,
tracce e trecce,
lampi,
dardi e stendardi,
cuoi,
picche e ripicche,
sproni…
Il consumo della stringa,
della materia
fracassa l’impalcatura
frantumo lento che segna
degradarsi
incidere d’uovo;
questo ruotare fisso
il suo rovescio
traslùcide proteine
diàfane carni
allo scannatoio cinque
al mattatoio cinquantacinque.
pizzetti e pizzette. piazzette.
piazzate. spiazzate.
spezzate. spezzettate.
oh culi di caugherls! oh culi col blues!
qui si scherza sul serio!
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haiku-sestina minore: Northern Chorea
(al Bocciolo della Valle dei Fiori
caduto di bicicletta,
come augurio di pronta guarigione)
“wringing lilies from the acorn”
H. S. M., E. L. Pound
spare your bone flute bud / no bad care stiff breast steel nail / cure pain steal rose spike
bud mud mug hug nail / rude spike crude pike true nude pain / night care mare gone bone
bike spike screw bare bone / sound pain flash gain steam stuff bud / vein nail stale cloud care
spare your bone flute bud / no bad care stiff breast steel nail / cure pain steal rose spike
take care ache made spike / nail mail off rail split snail bone / on bud mere vile pain
bike spike screw bare bone / sound pain flash gain steam stuff bud / vein nail stale cloud care
torn rant pain crown care / thorn bud tear leaf ring tongue spike / cheek bone pale spat nail
take care ache made spike / nail mail off rail split snail bone / on bud mere vile pain
rib nail spade thick pain / spam mute cute bone streak spilt care / fold hoof spike howl bud
torn rant pain crown care / thorn bud tear leaf ring tongue spike / cheek bone pale spat nail
bud mud mug hug nail / rude spike crude pike true nude pain / night care mare gone bone
rib nail spade thick pain / spam mute cute bone streak spilt care / fold hoof spike howl bud
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Gocce D’Acque
i lividi
la cenere
la scossa può rotolare
rotolate in basso
toccare lo sterno
la radice
fissano le cime
seccano,
s’impalcano
soffiare
i punti dallo smalto
fili
grappoli
posano l’albume
suture
le stecche del torace :
il morso duro della spugna
la cucitrice
la parete d’amianto
la farina,
la testa,
di lato
disfa
i solchi della mammella
questo filtrare dei liquidi dal basso
questa spina
introdotta nel corpo
lacera,
il centro del fracasso :
l’imprimitura delle biglie
sul condotto del metallo :
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sulle stringhe
il bacino rallenta
il rosso
il bulbo
il filo scosso con l’orecchio
al centro
la lampada
due rotule ferme
due biglie nelle gambe
due anelli da rotolare con le antenne
tendini che affiorano dal muschio
piegano la stecca
le vene
l’angolo rotondo :
il nylon
le lettere
il cemento
seccate
in lavaggi di calcare
la lente
l’ingrandimento,
la conta
la trottola
segna il numero
ferma un giro sulla testa :
non ha terminazione
lo spigolo
la posa
aprire la cerniera della pancia :
isolare
in bilico sui cerchi
la fossa, dei liquidi :
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i liquidi dal sonno
Variazioni su Violazioni Carducci
cerchio a cerchio (dal precipizio)
sgamba
s’insella
quadrato d’esser-osa, denti
l’urlo
l’ellisse
durezza
[am-polle] con l’acqua santiera
la pietra
tritume (da maceria)
incrostano
la guaina
Sì, piacque
il natare
il quadro
la valanga
che limita l’errare
turbine, l’ottone
proiezione su dischi
attorno eran polle
ferro, fole
orbite d’ossa
d’acque
d’arteria
pressione che scendeva,
cavando
nella guazza
ruggine
escrementi (compasso)
spande
ghiaccio,
lampo, calamita
la stanza, soqquàdro
Rombo
Tuono
Ditirambo
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Antinomie anatomiche - seconda e terza -
fauci squisitamente impastate…
sapere sapori. secchezza. acidità. fusa burrose.
gusti. sapido. amare amaro. contatti. scivoloso.
abrasivo. tatti. tratti. aspri. ruvidi. ripidi. rapidi. pipì
di gatta. miele di castagno. d’eucalipto. di
corpezzolo. grani. liscio. peloso. scabra lingua.
scaglie. passato. gassato. polpastrello.
bocca riarsa d’alcol e di mucose altrui – irata intrisa di vini e di pizze e di pummarole e di salive
e di labbra e di lingue che schioccano e di denti che
cozzano…
è farina e pasta, è lievito ed acqua, smalto, pachino,
papille, frutti di mare, pupille, melinzane, frènuli,
vrustel, otturazioni, polipetti, anidride solforosa,
semini, denervazioni, olio piccante, muco, acido
malico, carie, mozzarella ‘n coppa, afte, quattro
stagioni, epiteli, anidride carbonica, emmenthal,
sudore, peperoncino, herpes, bufala, rimmel,
antociani, fiati, cotto, palati, pelati, placca, lacca,
etilico, bava, ricotta, rossetto, spinaci, fondotinta.
vischiosa. viscosa. seta. lana. raso. rasoi. lobi.
nappa. erba. fieno. frutti di losco. frescura. caglio.
aglio. shampignon. salmastro.
idrocarburi. mandorle. serico. pori. fori. afrori.
trafori. ponfi. nei nei perinei. lame. artigli. cartigli.
cicatrici. carambole. parabole.
risucchio e peristalsi.
acciecamenti. abbacinato cielo di novilunio. terra
gonfia d’arsura. polveroso vento anaerobico.
che filano e fondono, infondono, confondono.
rifondano, affondano.
ammaliarsi, ammalarsi. guaire, guarire.
19
Inox
Questo soltanto, e non è poco, ha prodotto la nostra
industria: uno strumento inossidabile, con cui
progressivamente consegnarsi all’eternità.
Jacopo Granella
per durante
un pezzo assolo che si fa cantante
splendido splendente ma non il ferro
che non mente sfila l’inox
che mi prende ma che pelle
trasparente come quelle
di un serpente mi congelo
eternamente mio divino
impenitente ah sei il bisturi più fino
anestetico lucente tra le stelle
finalmente su nel cielo
ma cadente desiderio
della gente sì splendido splendente
invitante frangente
sì splendido splendente
accecante per sempre
sì splendido splendente
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Ante“Ninfe” in apnea
Con zelo esibisce
a rovescio inverso
svetta arco saetta
d’ansia affina il guscio
inarca
collauda la sbarra
crampi arti attacchi (mini)
schiocco scoppia scacchi
tresca vitro in desco
pelle a intreccio
(chip)
cinghie borchie
brilla bacco-in-bocca
becco sulla biglia
colpo di frusta
stride storna
inanella
tempera diamante
suggella s’apre s’empie
(supina)
le dita il piede
labbro imbelle
ribella il crine monda
annoda la pelle
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flette in rotta
stinta l’anca la maniglia
grezza cinica ora trama
arringa a forbice
t’ergi t’incorolli
spalline puntaspille
(spine)
cime lame pongo fango
attingo stringo allungo
rive prone
bacchetta bocca-in-fretta
picchia e spacca
straccio a terra
nettare versa
in coppa ri-luccica
gucci a guscio
picco
scatto
tracollo
(l’orlo)
l’arco saetta
scalpello
la vetta il lazzo
salendo
in punta posa
scatto
22
stretta sui picchi
dritta nella rete
raggruppa pupille
spella distilla sillabe
spilla
uncina
vezzo
impettita
(squillo)
tacchi a spillo
derma la melma
salmastra e ferma
appicca
tetrapak
tacchi specchi e mucchi
picchi in laccio riduce
a corde infine liquida
strizza risucchia
picchetta in diretta
starlette croisette
(stiletto)
infisso
carnale
zen
23
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Libretto - AbsolutePoetry