EDUCARE SI PUO' Alla ricerca …. delle parole e dei modi! Pubblicato il 2 luglio 2014 da admin2 Sempre più genitori si rivolgono a professionisti che operano nel campo psicopedagogico per cercare supporto nell’educazione, perché sono molte le domande che li assillano e tanti i dubbi nelle battaglie quotidiane con i figli. Sembra che oggi crescere un figlio sia molto più complesso di una volta e che richieda maggiori energie. Lo sviluppo della personalità di un bambino è influenzato da numerosi fattori, tra cui la genetica, il temperamento, la salute, l’ambiente. Ovviamente, la relazione genitore-figlio costituisce una parte molto importante delle esperienze che plasmano in modo diretto la personalità del bambino. Nel percorso di maturazione emotiva dei bambini il ruolo degli educatori e delle persone che si prendono cura di loro è fondamentale e la costruzione di relazioni positive con i figli dipende dalla capacità di rimanere aperti alla disponibilità, alla crescita e allo sviluppo anche dell’adulto. La relazione con i figli si basa sulla condivisione di esperienze, infatti, quando noi adulti pensiamo a persone importanti nella nostra vita spesso richiamiamo alla mente momenti di sintonia che trovano espressione in racconti che si riferiscono alla nostra relazione con loro. Consapevolezza La consapevolezza è alla base della nostra capacità di costruire relazioni significative. Significa vivere consapevoli dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti e nello stesso tempo pronti a capire quelli dei figli. Quando si riesce ad essere genitori veramente presenti, si aiutano i figli ad avere in quel momento una piena esperienza di se stessi. Essere genitore consapevole significa, inoltre, agire intenzionalmente, cioè essere capace di scegliere comportamenti che rispondono alle esigenze emotive del figlio. L’intenzionalità educativa è frutto di scelte, di valori e di strategie ed è l’elemento che trasforma l’essere insieme, all’essere l’uno accanto all’altro, in un incontro. Sincerità I bambini imparano a conoscersi attraverso il modo in cui si comunica con loro. Quando il genitore è turbato da elementi del suo passato, del suo presente o rispetto al futuro è fisicamente presente, ma mentalmente assente. Il figlio non ha costantemente bisogno di una totale disponibilità del genitore, ma deve sentirlo presente nelle interazioni che richiedono coinvolgimento emotivo. Per questo la sincerità, cioè la capacità e la forza di saper dire la verità anche nelle situazioni più difficili, è alla base di ogni rapporto anche del rapporto con il figlio. Un tempo quando si voleva scoraggiare i bambini dall’uso della menzogna si diceva “le bugie hanno le gambe corte”. Troppo spesso ci si irrita per le menzogne degli altri, ma si tengono in poca considerazione le personali quotidiane bugie con cui non di rado ci si rapporta con i figli. Con loro ci si sente autorizzati a mentire o a nascondere le cose più dolorose e quelle che si ritengono più difficili da affrontare in nome della necessità di difenderli e di proteggerli dal dolore e dalla sofferenza. Bisognerebbe pensare ai benefici che nel tempo produce, invece, il coraggio di essere sinceri. E’ evidente che in molte situazioni ci sia bisogno di coraggio, e molto, per dire alcune verità o affrontare qualcosa che potrebbe provocare dolore o sofferenza ad un bambino, ma è il dovere di chi è chiamato al difficile mestiere del genitore, essere sinceri e trasparenti e al tempo stesso non coinvolgere bambini ed adolescenti all’interno dei conflitti e dei problemi. Il problema piuttosto sta nel come dire la verità, quali parole, quali frasi o espressioni usare, per questo in alcuni casi può essere utile confrontarsi con un esperto. Flessibilità di risposta Il modo in cui comunichiamo con i nostri figli ha un profondo impatto sul loro sviluppo e la nostra capacità di stabilire comunicazioni empatiche e attente alle esigenze del bambino lo aiuta a sviluppare un senso di sicurezza che gli fornisce una base importante per affrontare il mondo. Essere capaci di rispondere in maniera flessibile è una delle sfide più difficili che si presentano ai genitori. E’ la capacità di operare una selezione tra la grande varietà di impulsi, idee, sensazioni per arrivare ad una scelta che si traduce in una risposta mediata e non automatica. Invece di reagire a una situazione in modo automatico e istintivo si può riflettere e produrre intenzionalmente un comportamento che si ritiene adeguato. In determinate condizioni la flessibilità di risposta può essere inibita: quando un genitore è stanco, frustrato, deluso o arrabbiato non è in grado di scegliere e controllare il comportamento e rischia di reagire in maniera eccessiva e incontrollata, causando disagio e sofferenza nel figlio. Per un genitore è importante riuscire a rimanere flessibile ed è possibile imparare a farlo. I messaggi non verbali E’ all’interno delle interazioni emotive con il genitore che i bambini sviluppano un più profondo senso di sé e la capacità di mettersi in relazioni con gli altri. Le informazioni trasmesse verbalmente sono solo una parte dei segnali che possiamo utilizzare per comprendere i figli. I messaggi non verbali contenuti negli sguardi, nelle espressioni del viso, nei toni della voce, nei gesti, costituiscono componenti estremamente importanti della comunicazione. Questi segnali rivelano ai figli i processi interni dei genitori in maniera molto più diretta di quanto facciano le parole, perciò prestare più attenzione a queste forme di comunicazione può aiutare un genitore anche a capire meglio i propri figli e i loro punti di vista. Gioia di vivere Quando un genitore si sente sotto pressione e travolto da una vita piena di impegni o preoccupazioni è molto difficile gestire in maniera piena la vita familiare. Non si dovrebbe però trascurare la possibilità di divertimento per e con i figli. Quando un genitore è per esempio molto occupato a fare cose per i figli si dimentica quanto sia importante il fatto di stare semplicemente con loro. Riconoscere Tollerare Rispettare la vulnerabilità e l’Impotenza in se stessi e nel figlio Il genitore non può e non deve essere perfetto. Deve provare a riconoscere, tollerare e rispettare le sue difficoltà, solo così non perde l’opportunità di diventare migliore e di continuare a crescere e cambiare, opportunità che ci è data durante tutto il corso della nostra esistenza. Dott.ssa Psicologa Anna Parravicini