Le top five a cura della libreria Modusvivendi Saggistica Narrativa Le top five Tascabili 1 A. Camilleri - Una lama di luce - Sellerio 1 F. Ceraulo - Palermo nascosta - Dario Flaccovio 1 M. Pomar - La memoteca - Novantacento 2 L. Gardner - La vicina - Marcos y Marcos 2 P. Ourednik - Europeana - :duepunti 2 N. Vetri - Sufficit - Sellerio 3 S. Bonvissuto - Dentro - Einaudi 3 B. Cannone - Il sentimento d'impostura - Ediz. di Passaggio 3 G. Torregrossa - Panza e prisenza - Mondadori 4 M. McCarthy - Gli uomini della sua vita - Minimum Fax 4 M. Pallante - Meno e meglio - Bruno Mondadori 4 M. Corvaia - Pino se lo aspettava - Navarra 5 J. Onetti - Gli addii - Sur 5 G. Nuzzi - Sua santità - Chiare Lettere 5 V. Santoni - Tutti i ragni - :duepunti Gialli LA FALSA TELA ALL’ERMITAGE EMANUELA E. ABBADESSA OS’HANNO in comune un agente dei Servizi italiani in forze a Palermo, uno storico dell’arte con una certa propensione alla mondanità e un cinese invischiato in una vicenda di contrabbando di rame? Questi gli elementi di Terrazza Butera, ultimo romanzo di Elio Carreca. Una spy story in cui i luoghi e i personaggi, apparentemente isolati in un universo malavitoso, capitolo dopo capitolo, concorrono a formare il puzzle di una intricata vicenda in cui in gioco non c’è il profitto immediato ma addirittura l’annientamento dell’economia europea. Tra le maglie delle indagini di Lupo, l’agente palermitano già protagonista del primo romanzo di Carreca La carnagione delle bionde (GBM), emerge infatti il complotto di una lobby della destra americana nutrita di falsi miti, pronta a tutto per affermare l’egemonia del Nuovo Continente. Galbraith, antagonista di Lupo e anima nera della vicenda, è l’ideatore del piano che, grazie alla tecnologia e a una fitta rete di corruttori e corrotti, mette il lettore di fronte alla rabbia per ciò che può nascondersi dietro l’apparente, insignificante, falsa attribuzione di autenticità di un dipinto dell’Ermitage. Solo alla fine Lupo, tra paure e ansie personali irrisolte, si troverà faccia a faccia col suo antagonista, per scoprire di poter riconoscere nel nemico il medesimo sentimento di disfatta che anche il lettore si trova a condividere, sperduto nelle incongruenze di un’epoca in cui non è facile riconoscersi. C ELIO CARRECA Terrazza Butera Edizioni Nulla Die Pagine 214 Euro 20 © RIPRODUZIONE RISERVATA Satira ELOGIO DELL’OZIO e odio fra la parola e l’immagine, la letteratura e le arti visive, il linguaggio verbale e quello iconico. Motivo per cui, possiamo dire senza tema di enfasi, La scrittura delle immagini rappresenta la migliore summa del suo pensiero, il punto d’arrivo di un percorso che è insieme intellettuale ed esistenziale, di riflessione critica e di curiosità verso il mondo. La nozione intorno a cui ruota il libro è quella di “ekfrasis”, grosso modo traducibile in italiano col termine “descrizione”. Descrizione di che cosa? Di immagini, appunto. Descrive lo storico dell’arte quando parla delle tele che studia, descrive lo scrittore quando racconta di paesaggi e personaggi, descrive la didascalia di un quadro in un museo, descrive il filosofo quando cerca di comprendere il senso profondo di un’opera pittorica, descrive i propri sogni il paziente allo psicanalista… Sì, ma cosa si nasconde dietro questa pratica a prima vista banale? E come mai il fior fiore di pensatori e di critici antichi e moderni, di filologi e letterati, retori e perfino politici si sono accapigliati nei secoli per cercare di capire il senso di questo atto al tempo stesso necessario e impossibile che è la traduzione a parole di un segno visivo? Qual è la ragione per cui, co- “La posta in gioco non è indifferente Significa stabilire la relazione e l’eventuale gerarchia tra dicibile e visibile” IL LIBRAIO FABRIZIO PIAZZA: “GATTI NERI COME LA NOTTE” vevo già apprezzato la scrittura tesa e affilata come un coltello di Antonio Pagliaro nel precedente romanzo I cani di Via Lincoln. L’autore palermitano conferma il suo talento ne La notte del gatto nero — dice Fabrizio Piazza della libreria Modusvivendi — Un libro che evita gli inutili psicologismi e le false dietrologie e lascia parlare i fatti e i personaggi, costruiti magnificamente attraverso l’uso del dialogo. Nella vicenda del protagonista Ribaudo e di suo figlio c’è l’anima nera che risiede in tutti noi. Da non perdere». a. f. «A © RIPRODUZIONE RISERVATA me osserva Cometa, non è esistito, per esempio, nel corso del Novecento, un filosofo che non abbia avuto il suo “quadro segreto” (Heidegger e Van Gogh, Benjamin e Klee, MerleauPonty e Cezanne, Foucault e Velasquez…), sorta di bestia nera a partire da cui misurare le possibilità — e le relative impossibilità — dell’atto stesso del pensiero? La posta in gioco non è indifferente: significa stabilire la relazione, e l’eventuale gerarchia, fra visibile e dicibile, fra l’occhio e la lingua. Una posta che non è soltanto faccenda estetica, o meno che mai artistica, poiché coinvolge la conformazione stessa delle culture (ci sono culture dell’immagine e culture della parola, culture della scrittura e altre dell’oralità se non dell’udito) e perfino l’organizzazione dei sistemi sociali (che molto spesso si costruiscono proprio a partire dal tipo di linguaggio che i vari gruppi, classi, generi sessuali e singole persone prediligono nei loro scambi comunicativi). Decidere circa la priorità di un regime di segni su un altro è atto politico, spiega Cometa, e come tale va interpretato e discusso. Di modo che la profonda cultura e l’ancillare erudizione che trasudano a ogni pagina di questo libro, una volta tanto, non sono fini a se stesse. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIANFRANCO PERRIERA I SONO boutade che ci accompagnano sin dall’infanzia, probabilmente perché nascondono una qualche insidia per il pensiero. Su una di queste boutade si concentra Prendo i soldi... per stare a casa. Come guadagnare senza fare nulla, scorrevole libretto di Riccardo Lazzerini, scenografo, regista, organizzatore culturale. È possibile — si chiede l’autore — che la gente accetti di rinunciare a qualsiasi impegno lavorativo, acconsenta a restarsene a casa per un certo numero di ore in cambio di uno stipendio di mille euro? Se ne ricaverebbe una consistente riduzione degli incidenti sul lavoro e dei costi dei relativi indennizzi, si potrebbe sfuggire al consumismo compulsivo e agli imperativi volti a renderci iperproduttivi, si recupererebbe un tempo più a misura d’uomo e meno stressante e, dulcis in fundo, si potrebbero offrire alcune ore di “non lavoro” come volontariato in campo sociale. Nel passato — viene da pensare — l’umanità, per sfuggire alla tirannia del tempo produttivo, sognava l’età dell’oro o il paese di Bengodi. Nell’Ottocento, Marx profetizzava una società che, nel trionfo della tecnica, avrebbe esentato l’uomo dalla fatica e gli avrebbe regalato il tempo davvero libero. E, ai nostri giorni, invece non resta che l’opportunità di una volontaria esclusione. E se tra le pieghe divertite del libro di Lazzarini si annidasse la cruda verità che soltanto la segregazione (di alcuni? di tanti?) consentirebbe all’attuale sistema di sopravvivere? Chissà. Ad ogni modo è con un senso di sollievo che apprendiamo che il piccolo campione cui è stata sottoposta la proposta abbia preferito declinare l’offerta. C © RIPRODUZIONE RISERVATA RICCARDO LAZZERINI Prendo i soldi… per stare a casa Edizioni La Zisa Pagine 79 Euro 7,90