L'antica città di Vitozza sorse
in epoca medievale, quasi
sicuramente alla fine dell'XI
secolo, attorno al castello
edificato dalla famiglia
Aldobrandeschi.
La struttura castellana
venne costruita nel cuore di
un insediamento rupestre
che risultava abitato, molto
probabilmente, già in epoca
etrusco-romana.
Nella prima metà
del Duecento il
centro passò
temporaneamente
prima sotto il
controllo di
Orvieto…
e poi della famiglia
Baschi, che nella parte
orientale della provincia
di Grosseto possedeva
numerosi beni…
…prima
di essere
ripreso
nuovamente dagli
Aldobrandeschi
…ed inserito nel
territorio della Contea
di Sovana nel 1274,
anno della spartizione
dei beni della famiglia.
Tra la fine del
Duecento e gli inizi
del Trecento, il
luogo venne
conquistato dai
Senesi che lo
inglobarono nella
Repubblica di Siena
e lo controllarono,
nonostante le
numerose contese,
fino alla metà del
Quattrocento.
Successivamente, Vitozza entrò a
far parte della Contea degli Orsini,
all'interno della quale rivestiva
fondamentale importanza;
…tuttavia, in seguito si verificò un progressivo
abbandono del nucleo castellano e delle sue strutture
difensive per cause ancora ignote, che in seguito
causò un lunghissimo ed inesorabile declino.
Ciò nonostante, l'insediamento rupestre di
Vitozza, pur vedendo migrare gradualmente la
popolazione verso il vicino centro di San Quirico
di origini cinquecentesche, fu abitato fino a quasi
tutto il Settecento.
Nel 1783 i Lorena
ne censirono la
popolazione
residente. Il
definitivo
abbandono delle
grotte avvenne
appunto alla fine
del Settecento.
Il primo castello è una fortificazione che si presenta sotto forma
di ruderi.
La struttura si presenta con spesse pareti in conci di tufo, che
inglobavano una porta che si apriva lungo la via di accesso.
Sul lato settentrionale la struttura era delimitata da un fossato,
che proteggeva ulteriormente la struttura difensiva
garantendone maggiore sicurezza.
Il secondo castello è una struttura fortificata situata verso la sorgente
del fiume Lente su un poggio che si eleva sulla destra del sentiero e si
raggiunge dopo aver superato una serie di grotte ad uso abitativo.
Le pareti si articolano su due cortine murarie che nel complesso si
sviluppano ad L, presentandosi rivestite in conci di tufo, poggianti su un
basamento roccioso dello stesso materiale che ne costituisce il naturale
basamento a scarpa.
La Chiesaccia è forse da identificare con la chiese di
San Bartolomeo. Tale monumento, di cui
rimangono in piedi le mura perimetrali, ha una
pianta rettangolare, con abside e campanile a vela.
Caratteristici del paesaggio tufaceo nell’area di Vitozza sono
i colombari, ambienti scavati nel tufo in cui numerose piccole
nicchie appaiono accostate l’una all’altra lungo le pareti.
Nell’area di Vitozza sono presenti almeno tre colombari.
Si ritiene che questi risalgano all’età medievale, anche se in
età romana erano considerati sepolture funerarie.
Caterina Allegrini
Irene Trasarti
Martina Berna
Michela Dominici
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