affiancare
1
Strumenti del fisco per rilevare i
parametri
fondamentali
di
liberi
professionisti, lavoratori autonomi e
imprese
Data di introduzione: 30/08/93
Di anno in anno, si è arricchita di
nuove tabelle, per la maggioranza dei
settori di attività
GERICO: procedura software che consente ai
contribuenti e consulenti fiscali di gestire la
varietà e la complessità dei dati richiesti per
ciascun tipo di studio di settore
2
STUDI DI SETTORE
OBIETTIVI
DEFINIZIONE DI SETTORE
 Predeterminare i ricavi
 Instaurare un clima
di collaborazione
 Combattere l’evasione
fiscale
 Ridurre il contenzioso
tributario
CLASSIFICAZIONE
ATTIVITA’ECONOMICHE
OMOGENEITA’
STIMA DI UN REDDITO
EFFETTIVO
...
REDDITO
NORMALE
…
3
MODELLO
www.agenziaentrate.it
Studi di settore
Anni 70 => Riforma dell’ordinamento
tributario.
Furono introdotte le:
•
 Imposte dirette
o IRPEF
o IRPEG
Oggi:
IRE ed
IRES
 Imposte indirette
o IVA
In seguito alla legge delega
n. 80 del 7/4/2003 l’Irpeg e
l’Irpef sono state sostituite
rispettivamente dall’Ires
(Imposta sul reddito delle
società) e dall’Ire (Imposta
sul reddito delle persone
fisiche e degli enti non
commerciali)
5 CATEGORIE DI REDDITO:
o
DA LAVORO DIPENDENTE
o
DA IMPRESA
o
DA ARTI O PROFESSIONI
o
FONDIARIO
o
DA CAPITALI
Attività di controllo
L’attività di controllo si distingue in:
o Interna
o A diretto contatto con il contribuente

L’amministrazione finanziaria
NON PROCEDE OLTRE se:
Il contribuente ha
osservato
gli adempimenti e le
obbligazioni tributarie
Sono state constatate
violazioni formali
Attività di accertamento vera e
propria

VIOLAZIONI SOSTANZIALI
una diversa determinazione
dell’imposta dovuta
TIPI DI ACCERTAMENTO
L’attività di accertamento si distingue a
seconda del:

SOGGETTO PASSIVO,
 AMPIEZZA DELL’ACCERTAMENTO,
 MODALITA’ con cui la determinazione
dell’imposta o della maggiore imposta è
dovuta.
Si effettua nei confronti di:
 Persona fisica senza partita IVA
 Persona fisica titolare di partita IVA anche
per redditi diversi da quelli derivanti
dall’esercizio dell’impresa, arti, professioni
 Soggetto diverso dalla persona fisica
titolare o meno di partita IVA
L’accertamento può essere
(AMPIEZZA):
ORDINARIO
PARZIALE
La MODALITA’ con cui la
determinazione dell’imposta o della
maggiore è effettuata
Accertamento
analitico- Accertamento
contabile
analitico- Accertamento
presuntivo
induttivo Accertamento
sintetico
Accertamento
analiticocontabile
L’incompletezza, la falsità,l’inesattezza dei dati
possono essere desunte dalla dichiarazione
stessa, dal confronto con dichiarazioni di anni
precedenti o da notizie acquisite dall’Ufficio
Accertamento
analitico- presuntivo
Accertamento
induttivo
la puntuale rettifica dei singoli elementi
rilevanti per determinare l’imponibile
avviene sulla base di elementi presuntivi
in mano all’amministrazione
La legge concede all’A.f. di rettificare la
dichiarazione prescindendo in tutto o in parte
dalle scritture contabili
Ha luogo nei confronti di persone fisiche. E’ posto
Accertamento in essere quando il reddito complessivo risulta
inferiore a quello fondatamente attribuibile al
sintetico
contribuente sulla base di elementi di fatto
e circostanze certe in possesso dell’ufficio
CONCORDATO o
ACCERTAMENTO con ADESIONE
Consente di patteggiare l’IMPONIBILE quando si è subito
un CONTROLLO da parte dell’amministrazione
Può essere proposto
Dal CONTRIBUENTE
con domanda all’Ufficio
che ha emesso
l’atto di accertamento
Dall’AMMINISTRAZIONE
con un
“Invito a comparire”
RIFORMA TRIBUTARIA
o NESSUN EFFETTO sui percettori di reddito da
lavoro dipendente e di redditi fondiari e di capitale
(tassati direttamente alla fonte)
o NESSUN EFFETTO sui redditi delle grandi
imprese (ridotta numerosità)
o PROBLEMI E LIMITI per i piccoli e medi
imprenditori e per quelli esercenti arti e
professioni
COMPOSIZONE PERCENTUALE DELLE IMPRESE PER
CLASSI DI ADDETTI, IN ITALIA 2001.
4.12
4.55
fino a 250 addetti
250-500 addetti
oltre 500 addetti
91.33
Fonte: Istat.
Sono considerate piccole e medie imprese quelle con un numero inferiore a
250 addetti (Raccomandazione n. 2003/361/Ce).
Categoria di
impresa
Numero di
dipendenti
fatturato
Impresa di
medie
dimensioni
< 250
<= 50
milioni di
euro
Volume
totale di
bilancio
<= 43
milioni di
euro
Impresa di
piccole
dimensioni
< 50
<= 10
milioni di
euro
<= 10
milioni di
euro
microimprese
< 10
<= 2 milioni
di euro
<= 2 milioni
di euro
RIFORMA DEGLI ANNI 80
(Visentini – ter)
 nasce dalla consapevolezza
dell’INSUFFICIENZA dello strumento
contabile quale unico supporto informativo
per la determinazione dei redditi
vari strumenti automatici di accertamento:
o Contributo diretto lavorativo o Minimum
Tax
(veniva
fissato un minimo al di sotto del quale il
contribuente non poteva scendere, ove ciò si fosse verificato l’A.F.
avrebbe automaticamente iscritto a ruolo l’importo risultante dalla
differenza tra le imposte autoliquidate e quelle determinate in
base alla minimum tax, comprensivo dei relativi interessi e sanzioni)
o Coefficienti
di
congruità
e
presuntivi
(finalizzati a correggere le dichiarazioni sulla base di % di ricarico
medie, con conseguente penalizzazione dei contribuenti più deboli)
o Parametri accertativi
PARAMETRI ACCERTATIVI
(naturale collegamento tra
i coefficienti presuntivi e gli studi di settore)
(Legge 28/12/1995 n. 549)
Elaborati tenendo conto delle caratteristiche
e delle condizioni di esercizio della specifica
attività svolta ed identificando a tal fine, in
riferimento ai settori omogenei di attività,
campioni
presentato
di
contribuenti
dichiarazioni
che
dalle
hanno
quali
si
rilevano coerenti indici di natura economica
e contabile
ANNI ’90
STUDI DI SETTORE
Strumento
fiscale,
introdotto
dall’articolo 62 bis del D.L. 30 agosto
1993,
n.
331
convertito
con
modificazioni nella legge 29 ottobre
1993, n. 427.
 basati su indici presuntivi del reddito
sottratto
all’imposizione,
con
possibilità per i destinatari di fornire
prova contraria
IL PASSAGGIO DAL REDDITO
“CONTABILE” AL REDDITO
“NORMALE”
 la legislatura tributaria si orienta, per i
contribuenti ricadenti nel lavoro autonomo,
verso
criteri
NORMATIVA
di
del
PREDETERMINAZIONE
risultato
economico
d’esercizio collegati al concetto di REDDITO
NORMALE.
REDDITO “NORMALE”
oConcetto statistico
reddito
potenziale
del
contribuente,
determinato attraverso appropriate tecniche
statistiche sulla base di variabili contabili ed
extra-contabili, osservato su un numero
elevato di contribuenti e con l’apporto di
appropriati indicatori che sintetizzano gli
aspetti reddituali e settoriali del territorio in
cui è svolta l’attività del contribuente
REDDITO CONTABILE
(basato sulle scritture contabili)
INVERSIONE
DELL’ONERE
DELLA PROVA
REDDITO “NORMALE”
La MISURA NORMALE della caratteristica
del
fenomeno
collettivo
deve
essere
RAPPRESENTATIVA per i singoli soggetti
dell’insieme e può essere ottenuta:
o Tramite MISURE SINTETICHE
o Tramite MODELLI
Obiettivi degli Studi di settore
 Consentire all’AF di:
o predeterminare i ricavi o i compensi
attribuibili alle varie categorie di contribuenti
o
instaurare un clima di collaborazione
o combattere evasione ed elusione
o ridurre a
tributario
livelli
normali
il
contenzioso
Modellorappresentazione semplificata di un
fenomeno reale
 La discrepanza tra il modello ed il fenomeno reale
si collega alla componente erratica o stocastica
Scopo di un modello:
o “spiegare” in termini quantitativi,
o verificare
o prevedere
la RELAZIONE che intercorre tra le variabili
rappresentate formalmente nel modello.
 SPECIFICAZIONE
FASI PER LA
 IDENTIFICAZIONE E STIMA
COSTRUZIONE  VERIFICA
DI UN MODELLO  UTILIZZO
SPECIFICAZIONE
 Formulazione matematico-statistica delle
ipotesi
relative
fenomeno
ad
analizzato
aspetti
e
teorici
delle
del
relative
implicazioni.
La variazione della variabile dipendente si
distingue in:
o STOCASTICA
o SISTEMATICA
IDENTIFICAZIONE E STIMA
 si QUANTIFICANO le relazioni tramite la
stima
dei
coefficienti
delle
esplicative espressi dalle relazioni
variabili
 si verifica la consistenza e risolubilità del
modello stesso.
VERIFICA
formulazione e applicazione di una serie di criteri
(TEST STATISTICI) per valutare:
 coerenza fra specificazione adottata e dati osservati
 capacità predittiva
 idoneità del modello in ambito decisionale
 Se il modello NON SUPERA uno o più criteri di
verifica
o si ritorna alla fase del procedimento in cui
si ritiene origini l'inconveniente intervenendo
nella maniera più adeguata al fine di
realizzare le condizioni di superamento dei
test
UTILIZZO
DESCRITTIVO, sono evidenziate e commentate le
relazioni del modello
PREDITTIVO, i risultati ottenuti dalla soluzione del modello
sono utilizzati per ottenere dei valori estrapolati;
NORMATIVO, la validità del modello è utilizzata per
ottenere e valutare decisioni alternative susseguenti a
diversi valori delle variabili
DIAGRAMMA A BLOCCHI
Teoria
Specificazione del modello
Identificazione e stima dei parametri
Dati
empirici
Verifica validità del modello
Utilizzo
I FENOMENI COLLETTIVI
In Statistica, i f.c. considerano le
caratteristiche complessive che scaturiscono
da quelle individuali e distinte di un insieme
di soggetti
• estrazione di un campione rappresentativo
• rilevazione
• elaborazione
IL PROGETTO DI ANALISI
DEGLI STUDI DI SETTORE
INGENTI RISORSE
LUNGO PERIODO
DI GESTAZIONE
SCHEMATICAMENTE POSSONO
DISTINGUERSI LE SEGUENTI FASI:
PREPARATORIA
DETERMINAZIONE DELLA FUNZIONE DEI RICAVI
APPLICAZIONE DEGLI STUDI DI SETTORE
FASE PREPARATORIA
 Per ogni settore:
o si considerano le attività economiche
identificate al livello classificatorio più basso di
disaggregazione;
o si indicano le attività economiche sottoposte a
studi di settore,
o si elencano i casi di esclusione
o si sceglie la tipologia delle variabili extracontabili da utilizzare nel modello
DETERMINAZIONE FUNZIONE RICAVI
 Sub – fase A:
o RILEVAZIONE DELLE INFORMAZIONI,
tramite
i
questionari
inviati
ai
contribuenti (che devono compilarli e
riconsegnarli)
 Sub – fase B:
ELABORAZIONE DEI QUESTIONARI, in cui si tiene
conto:
o
della possibile elevata variabilità del livello di ricavi
nell’ambito dello stesso gruppo di attività economica
o
delle effettive condizioni economiche del territorio
in cui è localizzata l’attività.
Si identificano gli elementi contabili ed extra-contabili
che
maggiormente
condizionanti
il
reddito
inseriscono nel modello della funzione di ricavo
e
si
 Sub – fase C:
VALIDAZIONE
o la funzione dei ricavi normale di ciascun
gruppo è analizzata da una commissione di
esperti locali e di categoria ai fini della
validazione della rispondenza alle effettive
condizioni economiche del territorio di
riferimento
o si certifica l’idoneità e l’affidabilità degli
studi a rappresentare adeguatamente la
specifica realtà economica dei settori.
APPLICAZIONE DEGLI STUDI
DI SETTORE
 Utilizzando un software predisposto e reso
disponibile dall’amministrazione finanziaria, il
contribuente può individuare:
 sottogruppo di appartenenza
il suo reddito normale di riferimento, in base ai
valori assunti dalle variabili contabili ed extracontabili della sua attività.
CLASSIFICAZIONE DELLE
ATTIVITÀ ECONOMICHE
 Le
attività
economiche
principalmente
per
sono
classificate
MOTIVI
DI
COMPARABILITÀ.
 La classificazione di base è quella effettuata
dagli organismi dell’ONU (Organizzazione delle
Nazioni Unite) nota sotto il nome di ISIC
(International Standard Industrial Classification)
L’EUROSTAT adotta
una
classificazione
denominata NACE 70 costruita per tener conto
delle strutture economiche dei Paesi membri,
raccordata alla classificazione ISIC dell’ONU
In Italia in occasione del 7° Censimento
generale dell’industria e dei servizi del 1991
fu adottata dall’ISTAT la classificazione
ATECO 91
ATECO ‘91
Oggi ATECO
2002
o tiene conto del processo produttivo e
delle operazioni ad esso collegate
o l’unità elementare è la cellula operativa di
tipo funzionale come lo stabilimento, il reparto
di produzione, la bottega artigiana, l’ufficio, il
negozio, lo studio e simili;
 L’UNITÀ DI PRODUZIONE è caratterizzata
da:
o un’unica attività,
o una struttura di costi,
o un processo di produzione
o un output di prodotti omogenei in base alle
caratteristiche tecnologiche del prodotto e solo
in via subordinata alla funzione principale o
all’uso che il prodotto assolve
L’ATECO ’91 è un
SISTEMA di
CLASSIFICAZIONE
le nomenclature delle attività economiche
sono collegate ai diversi livelli di aggregazione
attraverso un SISTEMA GERARCHICO
visualizzato con un codice composto
al livello più elevato da una lettera
ed alla base da 4 o 5 cifre numeriche
SEZIONI di attività economica: hanno per
codice una lettera alfabetica. (es. A agricoltura,
B pesca, C industrie estrattive, D industrie
manifatturiere ecc.).
Alcune sezioni sono ulteriormente suddivise
in SOTTOSEZIONI : con un codice a due
lettere, di cui la prima coincide con quella della
sezione di appartenenza.
DIVISIONI: ciascuna identificata dal codice a
due cifre.
GRUPPI: contraddistinti dal codice a 3 cifre.
CLASSI: il cui codice è costituito da 4 cifre.
CATEGORIA con un codice a 5 cifre.
Codice
D
Attività economica
ATTIVITA’ MANIFATTURIERE
DA
INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO
15
INDUSTRIE ALIMENTARI E DELLE BEVANDE
Livelli
Sezione
Sottosezione
Divisione
Produzione, lavorazione e conservazione di prodotti a base di carne
Gruppo
15.11
Produzione, lavorazione e conservazione di carne, esclusi i volatili
Classe
15.11.1
Produzione di carne, non di volatili, e di prodotti della macellazione
Categoria
15.11.2
Conservazione di carne, non di volatili, mediante congelamento e surg.
Categoria
15.1
15.12
Produzione, lavorazione e conservazione di carne di volatili
Classe
15.12.1
Produzione di carne di volatili e di prodotti della macellazione
Categoria
15.12.2
Categoria
15.13
Conservazione di carne di volatili e di conigli mediante congelamento
e surgelazione
Produzione di prodotti a base di carne
15.2
Lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce
Classe
Gruppo
15.20.1
Surgelazione, inscatolamento, ecc.
Categoria
15.20.2
Produzione di prodotti a base di pesce, crostacei e molluschi
Categoria
Alla classificazione ATECO 2002
l’A.F. si è raccordata attraverso la
classificazione definita
ATECOFIN 2004
SETTORE DI ATTIVITÀ:
 In PASSATO: raggruppamento di attività
economiche omogenee, in cui l’omogeneità
era basata sull’output ed in particolare sulla
sua destinazione d’uso
 ATTUALMENTE: ripartizione delle sezioni di
attività economica in tre grossi comparti:
agricoltura, industria e servizi.
Per L’AMMINISTRAZIONE
FINANZIARIA negli studi di settori:
 raggruppamento omogeneo di UNA O
PIÙ CATEGORIE di attività economiche, in
cui l’omogeneità è la stessa adottata nella
classificazione Ateco 91
POPOLAZIONE DI RIFERIMENTO
Piccole e medie imprese
Professionisti
le cui attività maggiormente si prestano a
valutazioni standardizzate
 a priori, restano fuori dal campo di
applicazione le grandi imprese
I CASI DI ESCLUSIONE
PREVISTI DALLA NORMATIVA
 In base all’articolo 2 del decreto ministeriale 3
luglio 1997 è prevista l’esclusione dagli studi di
settori dei contribuenti:
o con ricavi dichiarati, per l’anno in questione,
di importo superiore a 5.164.569 di Euro
esclusi, però, i ricavi di natura finanziaria;
o che determinano il reddito con criteri forfettari;
I CASI DI ESCLUSIONE PREVISTI DALLA
NORMATIVA
o con periodo d’imposta non coincidente
con l’anno, e quindi sia di durata inferiore
che superiore;
o che iniziano o cessano la loro attività
nell’anno in questione, anche se l’attività
è stata esercitata per tutto l’anno;
o che modificano nell’anno l’attività;
o la cui attività è stata esercitata nell’anno in
questione da soggetti diversi;
I CASI DI ESCLUSIONE PREVISTI DALLA
NORMATIVA
oche esercitano vendite a domicilio;
Non normale svolgimento dell’attività
o la cui attività è sottoposta a liquidazione
ordinaria;
o la cui attività produttiva prevista dall’oggetto
sociale non è ancora iniziata;
o interruzione dell’attività per tutto l’anno per
ristrutturazione dei locali;
I CASI DI ESCLUSIONE PREVISTI DALLA
NORMATIVA
o anno in cui l’imprenditore o la società hanno
affittato l’unica azienda;
o anno in cui il contribuente ha sospeso
l’attività ai fini amministrativi (purché lo abbia
comunicato alla Cam. di commercio, Industria,
Artig. e Agric.);
o per gli esercenti arti e professioni se hanno
interrotto l’attività per la maggior parte
dell’anno
a
causa
di
provvedimenti
disciplinari
DEFINIZIONE DELLA TIPOLOGIA
DELLE VARIABILI EXTRA-CONTABILI
La funzione di ricavo di una qualsiasi attività
economica è relazionata a variabili:
o CONTABILI
o STRATEGICHE
o SETTORIALI E STRUTTURALI
CONTABILI
SETTORIALI e
STRUTTURALI
STRATEGICHE
Esistenze iniziali
Esistenze finali
Costi per l’acquisto di materie prime
Valore dei beni strumentali
Spese per acquisti di servizi
……………
Dipendenti
Apprendisti
Numero di giorni di esercizio dell’attività
Autovetture
Mq destinati a magazzino/deposito
Numero dei mezzi di trasposto
………
Qualità dei prodotti /servizi
Politiche di determinazione del prezzo
Pubblicità/promozione delle vendite
Livelli di scorte
Integrazione verticale
L’ A. F. ha considerato
VARIABILI
CONTABILI
Facilmente rilevabili e
VARIABILI
misurabili
STRUTTURALI
E SETTORIALI
Per la cui individuazione si è
utilizzato un campione di attività
economiche opportunamente
stratificato
SCHEMI DI CAMPIONAMENTO
 popolazione statistica elevata
INDAGINI CAMPIONARIE
(per ragioni di tempo e di costo)
analisi condotte su una parte della
popolazione scelta con criteri tali da garantirne
la RAPPRESENTATIVITÀ rispetto
all’insieme della popolazione
Alla base della RAPPRESENTATIVITÀ del
campione vi è la NUMEROSITÀ:
più il campione è
grande maggiore è la sua
rappresentatività rispetto alla
popolazione di provenienza
 FRAZIONE DI CAMPIONAMENTO:
rapporto tra dimensione del campione e
numerosità della popolazione
DIMENSIONE CAMPIONARIA
È collegata a vari elementi:
1. La presenza o meno di variabilità nelle
caratteristiche
associate
agli
elementi
della popolazione
2.
Il
costo
rilevazione,
ed
il
tempo
associati
alla
3.
Il
massimo
ammissibile
errore
di
campionamento
e | V po  Vca |
Vpo: valore esatto della grandezza da stimare
nella popolazione
Vca: valore approssimato che scaturisce dal
campione;
4. Dal rischio che si è disposti a sopportare
riguardo al verificarsi di tale errore
METODI DI CAMPIONAMENTO
PROBABILISTICI
Casuale semplice
Stratificato
A grappoli
A due o più stadi
NON
PROBABILISTICI
Per quote
A scelta ragionata
CAMPIONE PROBABILISTICO:
o ad ogni unità della popolazione è possibile
associare la probabilità di essere estratta a
far parte del campione.
 Si definiscono esattamente le UNITÀ che
costituiscono la popolazione.
 Popolazione finita
disporre della relativa LISTA.
CAMPIONAMENTO CASUALE
SEMPLICE
 estrazione casuale (cioè secondo regole che
rendono
aleatroio
l’esito)
dalla
lista della popolazione degli elementi che faranno
parte del campione.
 La
minima
NUMEROSITA’
rappresentatività
dello
che
garantisce
stesso
alla popolazione da cui origina, è data da:
la
rispetto
n 
2
2
Vy Z α / 2
2
ε
errore massimo ammissibile, il valore medio
campionario del carattere non differirà dal
valore medio dello stesso nella popolazione
per più di , sulla base del rischio dato dal
livello di probabilità dato (1- )
 Negli Studi di settore il CARATTERE della
popolazione da analizzare sono i ricavi dichiarati
dai contribuenti
o Per stabilire la numerosità del campione si
procede al calcolo del coefficiente di variazione dei
ricavi di tutti i contribuenti oppure ad una sua stima
o Supposto una distribuzione normale dei ricavi
(cosa lecita dato il numero molto elevato di
contribuenti) il ricercatore fissa:
o il valore di : se pari al 5%,
z/2 = 1,96 ed il
fattore rischio dato dal livello di probabilità (1-)
pari al 95%
o il valore di :il valore che con probabilità pari al
95% delimiti l’intervallo della possibile differenza in
più o in meno tra la media campionaria dei ricavi e
quella esatta della popolazione.
P(   ( y ca  y po )   )  0,95
Nel caso dei ricavi è preferibile collegare  alla
variabilità del fenomeno, facendo ricorso ad una sua
quota ed esprimerlo sotto una forma che prescinda
dall’unità di misura del carattere rapportandolo al
valore medio
Ad esempio, se  è pari ad ¼ del coefficiente di
variazione si ottiene:
21,962
(σ
)
n μ
 3,84 *16  61,44
( σ )2
4μ
n pari a 61 unità
Variando i diversi fattori (, , ecc.) si
ottengono diverse numerosità campionarie
 Ad es. se si restringe l’intervallo di
confidenza per lo scarto tra il valore medio
del campione e quello della popolazione e
dunque
=
1/10 del coefficiente di variazione
dei ricavi, fermo restante il valore del fattore
rischio,

( ) 21,962

n
 3,84 *100  384
 2
(
)
10
Se , fosse dell’1% il valore di z/2 sarebbe
pari a 2,58 si determina n pari a ??
 Campionamento casuale semplice poco
preciso
in
presenza
di
caratteri
la
cui
distribuzione è fortemente asimmetrica.
Altri schemi di campionamento ai quali si
ricorre qualora si disponga di ulteriori
informazioni sulla fenomeno da analizzare
CAMPIONAMENTO STRATIFICATO
 La popolazione viene suddivisa in gruppi o
strati sulla base di modalità presenti in alcuni
caratteri della popolazione
Poi da ogni strato sono estratte in modo
casuale le unità che dovranno costituire il
campione.
 Si distingue tra:
o Campionamento ad UNICO STRATO
o Campionamento a DOPPIO STRATO
(gli strati sono formati incrociando le
modalità di due caratteri, ed il numero di
strati è dato dal prodotto delle modalità del
primo e del secondo carattere).
STRATIFICAZIONE
 gruppi di contribuenti al cui interno è presente
una maggiore omogeneità di ricavi e quindi una
minore variabilità rispetto a quella esistente
senza l’operazione di stratificazione.
 Ciò è dimostrabile anche per il teorema della
scomposizione della varianza:
   
2
y
2
in
2
tra
NUMEROSITÀ CAMPIONARIA
La formazione del campione stratificato,
richiede una MINORE numerosità poiché negli
strati vi è una minore variabilità.
 Calcolo di tale numerosità COMPLESSO
Utilizzo nella pratica della numerosità dello
schema di campionamento casuale semplice.
 Determinata la numerosità campionaria
totale sorge un problema:
COME ALLOCARE LE UNITÀ NEI VARI
STRATI?
Allocazione delle unità negli strati:
ALLOCAZIONE
UNIFORME
ALLOCAZIONE
PROPORZIONALE
in ogni strato è allocato lo stesso numero
di unità
la ripartizione del numero delle unità
avviene in proporzione alle unità della
popolazione presente in ogni strato
il numero di elementi del campione da estrarre
ALLOCAZIONE
OTTIMALE
da ciascuno strato è determinato in
proporzione alle unità della popolazione e alla
variabilità del carattere oggetto di analisi
ESEMPIO DI CAMPIONE
PROBABILISTICO
Popolazione di 1000 contribuenti
N
determinata
con
lo
schema
di
campionamento casuale semplice
Stratificazione sulla base delle variabili:
o TERRITORIO
o REDDITO
La variabile TERRITORIO con modalità
NORD
SUD
CENTRO
La variabile REDDITO suddiviso in 5 CLASSI:
FINO A 50 MILIONI
DA 50 A 100 MILIONI
DA 100 A 1 MILIARDO
DA 1 A 5 MILIARDI
DA 5 A 10 MILIARDI
Distribuzione della POPOLAZIONE
per strato
Territ.
Reddito dichiarato
FINO A 50
ML.
DA 50 A
100 ML.
DA 100 A 1
MILIARDO
DA 1 A 5
MILIAR
DI
DA 5 A 10
MILIARDI
TOTALE
NORD
145
100
80
43
34
402
CENTRO
123
80
60
41
22
326
SUD
107
70
50
29
16
272
TOTALE
375
250
190
113
72 1000
Numerosità campionaria
n
Vy2 Z2
α/2
ε2
 ε = ad 1/5 del valore del coefficiente di
variazione
α = 5%
Z/2 = 1,96
 2
2
( ) (1,96)
3,84

n

 96
1  2
0
,
04
( )
25 
Le 96 unità devono essere allocate nei
15 strati individuati dalle combinazioni delle modalità
delle 2 variabili di stratificazione
RIPARTIZIONE UNIFORME
 Le 96 unità del campione, sono ripartite in
modo EQUALITARIO fra i 15 strati, cioè
attribuendo a ciascuno strato le unità che
scaturiscono dal risultato del rapporto 96/15.
RIPARTIZIONE PROPORZIONALE
 La ripartizione avviene in funzione della
numerosità della popolazione dei contribuenti
rilevata in ciascuno strato.
 Si calcola il rapporto tra le unità campionarie
e le unità della popolazione ed il risultato è
moltiplicato per le frequenze di ciascuno strato.
Es. = [96/1000]*145=14
RIPARTIZIONE OTTIMALE
Si tiene conto contemporaneamente della
frequenza e della variabilità presente in ciascuno
strato
 Si calcola la variabilità di ciascuno strato e la si
moltiplica per la frequenza della popolazione nello
strato
Si calcola, il rapporto tra il totale delle unità
campionarie e la somma dei precedenti prodotti ed il
risultato moltiplicato per il prodotto (frequenzavariabilità) di ciascuno strato.
Es. (96/10831,6) * 418,28 = 3,71
Strati
Frequenza
popolazione
Allocazione
Uniforme
Allocazione
proporzionale
Sqm
F * sqm
Allocazione
ottimale
1
145
6.4
7
13.92
14
2.885
418.28
3.71
4
2
100
6.4
7
…
10
3.280
327.97
2.91
3
3
80
6.4
7
8
10.969
877.53
4
43
6.4
6
4
38.415
1651.83
5
34
6.4
6
3
46.770
1590.18
14
6
123
6.4
7
12
2.314
284.57
3
7
80
6.4
7
8
2.914
233.15
2
8
60
6.4
6
5
9.528
571.68
5
9
41
6.4
6
4
39.968
1638.67
14
10
22
6.4
6
2
39.784
875.26
11
107
6.4
7
10
2.488
266.26
2
12
70
6.4
6
7
2.747
192.31
1
13
50
6.4
6
5
8.964
448.22
4
14
29
6.4
6
3
28.477
825.83
7
15
16
6.4
6
1
39.368
629.89
6
tot
1000
6.4
96
96
278.87
10831.6
8
15
8
96
LA RILEVAZIONE CAMPIONARIA
DELLE INFORMAZIONI
Le variabili strutturali di ciascuno strato sono
state
ottenute
attraverso
un
apposito
QUESTIONARIO progettato in accordo con le
organizzazioni di categoria ed inviato ai relativi
contribuenti campionati.
 La codifica dei quesitonari, analogamente
agli studi che ne sono derivati è composta
da:
4 caratteri;
o 2 alfabetici
o 2 numerici
SK,
le attività dei professionisti
CODIFICA DEI
QUESTIONARI
SD,
le attività manifatturiere
SG,
le attività dei servizi
SM,
le attività del commercio
I 2 caratteri numerici riflettono un ordine progressivo.
 I questionari restituiti dal contribuente sono
sottoposti a controlli:
o FORMALI e SOSTANZIALI per rilevare:

la completezza,

la correttezza,

la coerenza
delle informazioni in essi contenute, prima dell’
elaborazione per individuare le macro-variabili e il
loro livello di disaggregazione da utilizzare negli
studi di settore.
 Tra i motivi di scarto dei qustionari vi sono:
- alcune parti del quesitonario non compilate
- incongruenza tra i dati strutturali e i dati
contabili, ecc.
 Ad esempio per il questionario SD08 (relativo
alla fabbricazione delle calzature) vi è stato lo
scarto di 1.115 quesitonari, pari al 10,7% dei
quesitonari rientrati
ALCUNI QUESTIONARI nel corso del
tempo sono stati
oggetto di revisione e la codifica
è la seguente:
ESD, ESK ……
Dove la E sta ad indicare l’EVOLUZIONE
del questionario e
del relativo studio di settore
Mentre con i questionari tradizionali viene costituita la
base dati necessaria per l’elaborazione di uno studio di
Settore, con i questionari evoluti l’Agenzia delle Entrate
chiede la collaborazione dei contribuenti per aggiornare
ed integrare la base dati originaria.
L’attività di revisione si rende necessaria per la
dinamicità dello scenario economico nell’ambito del
quale sono inseriti gli operatori presi in considerazione
dagli studi di settore. E’ necessario infatti, tener
conto delle variazioni di prodotto, di processo, di mercato,
ecc.
 La realizzazione degli studi di settore è
stata
scaglionata
nel
tempo,
attraverso
passaggi fissati dalla legge.
 Nel 1997 furono inviati ai contribuenti i
primi 45 studi di settore per 87 categorie di
attività economica e circa 1.500.000 di
contribuenti.
Attualmente sono stati approvati 206 studi settore
 La
richiesta
di
informazioni
sulla
base
del
questionario viene recapitata a casa del contribuente.
La trasmissione delle informazioni, in particolare per
quelle “evolute”, deve avvenire per via telelmatica
utilizzando:
-i servizi entratel o intranet
gli intermediari abilitati (comma 3, art.3 del DPR
22/07/1998 n.322)
 E’ possibile inoltre chiedere consulenza per la
compilazione, ma non per la trasmissione, agli uffici
dell’Agenzia delle Entrate.
 L’individuazione
trasmissione
dei
contribuenti
tenuti
alla
dei dati richiesti nei questionari è
avvenuta sulla base delle informazioni presenti negli
archivi dell’Anagrafe tributaria.
IL CONTENUTO DEI QUESTIONARI
 Il questionario si può suddividere in:
o FRONTESPIZIO,
o RIQUADRI dove si trovano uno o più
quesiti da compilarsi a cura del contribuente
o ISTRUZIONI per la compilazione
o APPENDICE in cui sono riportati i codici dei
settori e delle relative categorie di attività
economica.
Si riportano le intestazioni dei riquadri
contenuti nei questionari di un settore per ogni
macro attività e precisamente: SETTORE
o SD01A (15.84.0; 15.52.0; 15.82.0)
o SG31U (50.20.1)
o SM01U (52.11.2; 52.11.3; 52.11.4; 52.27.4)
o SK04 (74.11.1)
Manifatturiere
Settore:
SD01A
Servizi
Commercio al dettaglio
Settore:
SG31U
Settore:
SM01U
Periodo d’imposta:
Frontespizio
Anagrafico
Personale addetto all’attività
Unità produttiva destinata all’esercizio dell’attività
Modalità di espletamento dell’attività
Elementi specifici dell’attività
Beni strumentali
Adeguamento agli studi di settore
Altre informazioni rilevanti
Asseverazione (frontespizio)
Data e firma
Professionisti
Settore:
SK04
FRONTESPIZIO
o Anno di invio del questionario
o Periodo d’imposta a cui si riferiscono i dati
forniti dal contribuente
o Codice che identifica il settore
o Codice e denominazione delle categorie di
attività economiche comprese in quel settore
ANAGRAFICO
o codice fiscale del contribuente
o nome e cognome del contribuente (se
persona fisica), denominazione o ragione
sociale (se diverso da persona fisica)
o indicazione
della
categoria
di
attività
economica (se più di una, deve essere
indicata quella espletata nella specifica unità
locale
PERSONALE le posizioni dei lavoratori si
differenziano:
 MACRO ATTIVITÀ SD; SG; SM:
o se Vi È un contratto di lavoro: giornate retribuite
o se NON VI È un contratto di lavoro: numero dei
dipendenti
 MACRO ATTIVITÀ SK (professionisti):
o se Vi È un contratto di lavoro: numero di dip. e giornate
retribuite
o se NON VI È un contratto di lavoro: numero di
dipendenti
o per I SOCI: numero e % su base annua di lavoro
complessivamente prestato
UNITA’ PRODUTTIVA
o il comune e la provincia di ubicazione,
o la potenza installata in Kw,
o le varie superfici in Mq.,
o l’eventuale stagionalità dell’esercizio,
o le superficie di vendite
E, nel caso particolare di macro attività del
commercio
al
dettaglio,
anche
le
SPECIALIZZATE A GESTIONE DIRETTA.
AREE
Per i PROFESSIONISTI si rilevano:
o localizzazione,
o numero telefonico,
o indirizzo,
o numero di utenze telefoniche,
o canone di locazione dell’unità immobiliare,
o costi per strutture polifunzionali,
o superficie complessiva distinta, poi, tra quella
destinata allo studio e quella ad abitazione nel
caso di uso promiscuo.
MODALITÀ
DI
ESPLETAMENTO
DELL’ATTIVITÀ presente solo per SD e SK
(manifatturiere e profession.)
 Per la MACRO-ATTIVITÀ SD si rileva:
o i mezzi di trasporto,
o la produzione
o la commercializzazione,
o la lavorazione affidata a terzi,
o l’area di mercato,
o la tipologia della clientela, l’export
 per la MACRO-ATTIVITÀ SK si indica:
o la tipologia di attività,
o l’area in cui viene espletata
o le specializzazioni
ed occorre riportare, per ciascuna modalità dei
tre precedenti raggruppamenti, la percentuale
dei compensi.
ELEMENTI SPECIFICI
 per la MACRO-ATTIVITÀ SD è richiesta:
o quantità
di
mat.
prime
utilizzate
nella
prod.,
o fasi di produzione identificabili ed espletate
o i prodotti ottenuti
o spesa per materiale di confezionamento ed
imballaggio
 per la MACRO-ATTIVITÀ
SG (servizi) è
richiesto:
o indicazione in forma % dell’intervento
o tipologia della clientela
o ammontare delle spese per manutenzione
impianti ed attrezzature
o ammontare spese assicurative
o quantità
relative
particolari rifiuti
allo
smaltimento
di
 per la MACRO-ATTIVITÀ SM (commercio al
dettaglio) è richiesto:
o modalità di espletamento dell’attività
o ammontare delle vendite con emissione di
fattura
o indicazione
della
presenza
di
una
forma
organizzativa ed i relativi costi e spese
o spese per pubblicità
o portata dei mezzi di trasporto e le evntuali
spese per servizi integrativio sostitutivi dei
mezzi propri
 per
la
MACRO-ATTIVITÀ
(professionisti) è richiesto:
SK
o la tipologia della clientela con i relativi compensi
%
o elementi
contabili
specifici
e
relativi
ammontari (spese per assicurazione, per manutenzione
apparecchiature,
acquisti
di
documentazione
per
l’aggiornamento professionale, ecc.)
o partecipazione a studi professionali associati
o disponibilità di studi all’estero se nell’ambito
dell’Unione Europea o fuori
BENI STRUMENTALI
 tale riquadro è presente in tutte le
macro attività,
anche se la tipologia
dei
beni strumentali varia in relazione al
settore di attività
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studi di settore