Il 31 maggio si sono svolte le elezioni
Regionali e Amministrative. I dati del
Ministero degli Interni parlano di una
partecipazione al voto che va dal 64,92
% per le amministrative e di 53,90%
per le regionali. La disaffezione alla
politica e alla cosa pubblica è sempre
più evidente, siamo chiamati come
amministratori e operatori a ristabilire la connessione con la comunità per
una ritrovata fiducia e speranza.
Alcuni Comuni aderenti a Re.Co.Sol
hanno visto in queste elezioni riaffermare la squadra di amministratori, per altri è toccato il cambiamento: in entrambi i casi gli
auguri per un sereno lavoro e per una buona gestione del territorio.
Vogliamo ricordare Edoardo Galeano che
aveva conosciuto e incoraggiato Recosol
sin dalla sua fondazione lo facciamo con le
parole di Coco Cano: “Se ne è andato uno
dei figli dei giorni”
Uno che ha vissuto intensamente ogni giorno della sua vita.
Figlio degli Dei,di quelli veri,o di quelli
che immaginiamo,non importa, lui era uno
mandato da loro, per raccontarci la vita e
per scrivere i sogni”.
Sarajevo vent’anni dopo.
Recosol segnala e appoggia un progetto molto concreto che da anni sta andando avanti
da una idea maturata sull’altopiano di Asiago (Vicenza) e portato avanti da Gianni Rigoni
Stern (figlio del grande scrittore Mario).
Tutto è iniziato nell’agosto del 2009
quando Gianni Rigoni Stern ha
visto per la prima volta l’altopiano
di Suceska, a una decina di chilometri da Srebrenica, gli è sembrato
di trovarsi a casa sua fra quei monti
che suo padre Mario ha raccontato
in tanti libri. C’erano però alcune
differenze: i prati erano invasi dalla
felce e vi pascolavano solo poche
mucche smunte. Molte case erano
vuote e annerite, segno tangibili di
una guerra che in quelle valli della Bosnia Erzegovina era iniziata nel 1992,
quando le famigerate “tigri di Arkan” arrivavano dalla Serbia, trucidavano gli uomini, razziavano tutto e poi incendiavano case e stalle,
ed era culminata nel 1995 con il massacro di
Srebrenica, 10 mila musulmani uccisi, il più
grande sterminio in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. Le vedove e i pochi
giovani rimasti per anni hanno vissuto come
profughi. Poi, piano piano, sono tornati.
Parte il progetto “La transumanza della pace”
sostenuto inizialmente dalla Provincia di
Trento che consente all’acquisto di 48 manze dalla val Rendena per donarle alla gente di
Suceska.
Dal primo viaggio ne sono seguiti molti altri che hanno permesso a Rigoni Stern di seguire
anche lo stato delle manze, intervenire in eventuali complicanze. Molto è da ricostruire,
compreso le scuole e il ritorno ad una vita “normale” anche se il dolore del passato e i troppi morti che ci sono stati rendono tutto
molto difficile. Le prime amministrazioni
comunali che in Veneto hanno sostenuto
questo progetto sono stati i Comuni di:
Ponte San Nicolò, Noale, Montebelluna,
Caerano, San Marco, Pieve di Cadore,
Monticello, Conte Otto. Molti i contributi, anche piccoli, di cittadini, che hanno
permesso che il progetto continuasse.
Recosol ha sostenuto questo progetto. Chi volesse partecipare e contribuire può inviare un bonifico:
IT29X0609530260000070105627 con
causale: progetto Bosnia.
Accoglienza bambini Saharawi per i campi estivi
Molti Comuni come ogni anno si stanno organizzando per ospitare i bambini, piccoli ambasciatori di pace, provenienti dai popoli del Saharawi. Per alcuni di questi bambini il viaggio
in Italia è l’occasione di vedere per la prima volta un bosco, il verde di un prato o l’immensità del mare. Fare una doccia, mangiare un frutto o un gelato, tuffarsi in una piscina. Per
alcuni mesi avere un’alimentazione completa è infatti lo scopo centrale di questa accoglienza: permettere a bambini che normalmente possono contare su una dieta carente e soffrono
di malnutrizione proteico-energetica di avere una dieta adatta alla crescita, aumentando così
le stesse potenzialità di apprendimento dei bambini sani e ben nutriti. Il popolo Saharawi
si batte per vedere riconosciuti i propri diritti, primo fra tutti quello di autodeterminazione.
Il Sahara è infatti l’ultimo caso di decolonizzazione rimasto aperto sul tavolo delle Nazioni
Unite. Nel deserto dell’hammada vivono in esilio, ormai da 40 anni, circa 200.000 rifugiati
del popolo Saharawi scacciato dalle coste del Sahara Occidentale e confinato in una delle
zone del mondo più ostili alla presenza umana a causa della scarsità di
acqua ... Sono molte le amministrazioni comunali impegnate a sostenere questo processo di cambiamento.
Per informazioni scrivere a Recosol
oppure fare riferimento direttamente
al coordinamento toscano che da anni
si occupa in modo particolare di dare
dignità a questo popolo “sospeso”.
Torna il Riaceinfestival alla sua 6° edizione dal 20 luglio, concorso cinematografico sui
temi dell’immigrazione e accoglienza. Un concorso dedicato al grave tema del femminicidio. Spettacoli teatrali, musicali, un programma ricco che si svolgerà in parte anche nella
vicina Gioiosa Ionica. Tutto il programma sarà disponibile sul sito www.riaceinfestival.it
Tornano anche i campi estivi in Calabria,
a Riace dal 20 al 26 luglio e a Gioiosa Ionica dal 27 luglio al 2 agosto, luoghi simbolo dell’attività di accoglienza migranti.
Nel corso dell’intera permanenza dei partecipanti verranno organizzate iniziative
culturali e di cooperazione, oltre ad attività di conoscenza e arricchimento personale
tramite i progetti Sprar di Recosol attivi
in questi territori. I partecipanti avranno
modo di confrontarsi con il mondo dell’immigrazione e dell’accoglienza.
Negli anni i campi estivi Recosol sono stati l’occasione per seminare in questi territori simboli di interazione e legalità, ne sono un
esempio i murales dislocati per le strade di Riace Superiore. È stato inoltre possibile organizzare attività volte al coinvolgimento della realtà giovanile dei luoghi in cui si sono svolti
i campi, alla valorizzazione del territorio e del tessuto cittadino.
Emergenza migranti
Recosol continua ad essere impegnata con un sostegno alle amministrazioni direttamente
coinvolte con progetti di accoglienza migranti sia Sprar e sia i progetti che fanno capo
all’emergenza Prefetture.
Agli operatori, volontari, amministratori che in tutta Italia gestiscono l’accoglienza si lascia
il difficile compito di lavorare e mettere in campo ogni strumento per evitare la trasformazione del nostro Paese in un territorio dove il razzismo pare imperversare insieme all’odio.
Nonostante la pesante campagna in atto (richiedenti asilo presentati come “invasori” e beneficiari di privilegi in contrapposizione con gli italiani in difficoltà), il nostro Paese continua a vivere un vero miracolo ed essere garantito da un civile rapporto di convivenza. Un
territorio tutto sommato tranquillo grazie agli sforzi e alla messa in atto di buone pratiche
sociali di tanti operatori, volontari e amministratori di Comuni che stanno traghettando
verso il futuro un Paese sempre più multietnico.
Alcuni grossi scandali di corruzione e malaffare stanno di fatto coprendo l’importante lavoro che centinaia di operatori e volontari stanno facendo. Esempi di progetti virtuosi che di
fatto stanno reggendo l’impatto di questa emergenza. Operatori che si fanno carico dei tanti
problemi che comporta questo tipo di assistenza, spesso supplendo alle carenze e ai ritardi
delle Stato centrale.
Operatori e amministratori che in totale
solitudine si inventano strumenti non solo
lavorativi, ma veri percorsi culturali di integrazione e mediazione in un clima sempre più difficile e ostile.
Tuttavia esistono dei presidi “umani” (restiamo umani) progetti di accoglienza in
grado di
coinvolgere scuole, associazioni, nuclei
famigliari per favorire la conoscenza di
queste persone sbarcate sulle nostre coste.
Nessuno nasconde le difficoltà che pure ci
sono nel cercare di creare nuovi rapporti
di conoscenza e civile convivenza fra persone con storia e cultura in alcuni casi molto diversi fra loro, tuttavia è l’unica strada che
si può percorrere per cercare di governare un processo di cambiamenti epocali inarrestabili
che stiamo vivendo.
Con il 5x1000
i progetti avviati non solo nel sud del mondo ma anche in Italia
sarà possibile continuare a sostenerli.
in questo momento di crisi è davvero importante per la Rete dei Comuni Solidali
permette ai Comuni di continuare le attività di solidarietà
www.comunisolidali.org - segreteria 0122 48934- 011 9724236
email: [email protected]
sede presso il comune di Carmagnola - piazza Manzoni 10 –10022 Carmagnola (Torino)
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2015 - Comuni Solidali