FILARMONICA A RT U R O TO S C A N I N I N U OV E AT M O S F E R E Decima Edizione Dal 14 novembre 2015 al 29 maggio 2016 Auditorium Paganini di Parma Giovedì 3 marzo 2016 ore 20.30 Sabato 5 marzo 2016 ore 20.30 FILARMONICA ARTURO TOSCANINI ALPESH CHAUHAN Direttore MARIO BRUNELLO Violoncello 1 Programma Comune di Parma Provincia di Parma Ludwig van Beethoven (Bonn, 17 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827) Ouverture Le creature di Prometeo in do maggiore op.43 (‘6) (Die Geschöpfe des Prometheus) Adagio – Allegro molto e con brio Nikolaj Jakovlevic Mjaskovskij (Novogeorgievsk, 20 aprile 1881 – Mosca, 8 agosto 1950) Partner Istituzionale della Fondazione Arturo Toscanini Partner Istituzionale della Filarmonica Arturo Toscanini Concerto in do minore per violoncello e orchestra op. 66 (‘35) I Lento, ma non troppo – Andante- Tempo I II Allegro vivace – Più marcato- Meno mosso – Tempo I – Andante semplice e tranquillo Tempo I - Patetico e largamente – Animando – Accelerando - Lento come prima Sponsor ufficiale Johannes Brahms Amici Sponsor tecnici (Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897) Sinfonia n.1 in do minore op.68 (‘40) I Un poco sostenuto – Allegro – Meno Allegro II Andante sostenuto III Un poco Allegretto e grazioso IV Adagio – Più Andante – Allegro, ma con brio – Più Allegro 3 Se le Variazioni su un tema di Haydn sono a buon ragione considerate una sorta di warm up ai fini della sembrava ormai tracciato dalla nuova estetica della sinfonia a programma (e non di meno dal lessico wa- Prima Sinfonia, l’idea sinfonica di Brahms parte da molto lontano, addirittura dalle prime Sonate che gneriano) e dove l’architettura classica e la scarsa propensione alla colorazione orchestrale non giovavano Schumann, con suggestiva premonizione, additava quali “sinfonie nascoste”. Il percorso di Brahms verso certo al rapporto col grande pubblico. Ed è questa, forse, la cartina tornasole del Brahms sinfonico e in la prima esperienza sinfonica dura almeno un ventennio (forse tra le pagine del repertorio sinfonico a particolare della Prima Sinfonia: scrivere palesemente nel solco classico di Beethoven («Anche un asino se più lunga gestazione, dove la Sinfonia n. 2 occuperà il compositore “solo” per pochi mesi) giacché i primi può accorgere» rispondeva il compositore circa le affinità tematiche e ritmiche della Prima con il genio abbozzi risalgono al 1855, con una vera e propria stesura di un primo movimento nel 1862 (benché di Bonn) ma al contempo esserne al di fuori, quasi usando la lezione beethoveniana a guisa di stargate ancora priva dell’introduzione lenta) sino all’estate del 1876 che, nella primitiva natura dell’isola di Rügen, verso il proprio, personalissimo universo espressivo. A distanza di oltre un secolo e con la distensione sul Mar Baltico, vede concludersi la partitura. Il cimento di Brahms con la sinfonia era da tempo atteso, della prospettiva storica la question non verte su quanto Brahms sia affine o meno alla lezione beetho- sia perché avrebbe definitivamente consacrato il compositore tra i grandi dell’epoca sia perché il genere veniana (anche se, il carattere della Prima, a differenza di quelle a venire, spicca certo per costruzione (di fatto latente nei repertori da oltre un quarto secolo, benché Bruckner avesse già eseguito le sue due monumentale e drammatica), ma quanto Brahms - “sulle spalle del gigante” - abbia dato nuova e coerente prime Sinfonie) necessitava di una buona iniezione di fiducia. Un “esame” – anche se il compositore di prosecuzione al genere sinfonico. A poco valgono le comparazioni anatomiche della Prima brahmsiana Amburgo, soprattutto dopo il Requiem tedesco, nulla aveva da dimostrare – che Brahms non prende certo con Beethoven sia per affinità (inizio nella tonalità di do minore e conclusione in do maggiore, come nella sottogamba: benché gratificato dal vaticinio schumanniano il Nostro dichiarava pubblicamente che «Non Quinta, massiccia introduzione al pari della Settima, introduzione dei tromboni solo nel quarto movimento comporrò mai una sinfonia; non avete idea di quel che provi un uomo come me nel sentirsi marciare alle e così via…) sia per difetto (mancato uso dello Scherzo nel terzo movimento, sostituito con una sorta di spalle un gigante.» Già, il megalite beethoveniano la cui ombra faceva tremare i polsi a ogni compositore, intermezzo): vale accostarsi alla Prima con fiduciosa attesa nell’intuito brahmsiano, riconoscendo nella sua non dimenticando le eredità lasciate dalle ultime Sinfonie di Schumann (1851) e Mendelsshon (1842): ep- scrittura ogni sorta di riferimento ai Maestri del passato (Bach e Haendel in primis) e del presente (a ben pure, con la cautela del savio e l’ispirazione del genio, Brahms vara la sua prima opera sinfonica. Un evento vedere la Prima non è del tutto sterile da contaminazioni coll’universo del poema sinfonico, né pone meno per il mondo musicale tedesco (uscita “ufficiosa” il 4 novembre 1876 a Karlsruhe, seguita poi da Mannheim problemi d’ascolto rispetto al dramma musicale di Bayreuth). Se davvero con Brahms la cultura e la storia e Lipsia, ma la vera “prima” a Vienna il 17 dicembre alla Gesellschaft der Musikfreunde, diretta da Johann si mescolano all’arte, come opportunamente faceva notare Mila, allora val la pena di riformattare l’eredità Herbeck) che, nel vivo della accesa querelle sulla “nuova musica tedesca”, attendeva un legittimo segnale, critica nei confronti dell’op. 68 (e in generale del corpus sinfonico brahmsiano) accogliendo senza pregiu- ovvero un autoritario dictat sul futuro del genere sinfonico. dizi, e con orecchio da fanciullo, la summa e l’inizio di cosmologie musicali, grati al Nostro per il coraggio Brahms quale ideale prosecutore della parabola beethoveniana, secondo il critico Hanslick e ancora e l’attualità del suo pensiero, così distanti dagli aggettivi di “reazionario” e “conservatore” che una firma al Brahms creatore della “Decima” secondo Bülow: questi gli esiti a caldo della prima viennese, seppur depi- di là di ogni sospetto (Schoenberg) avrebbe liquidato senza tema. stanti nel vivo di un sincero coinvolgimento critico ed emotivo. Del resto Brahms aveva da sempre giocato Con ben ventisette sinfonie (di cui ventidue scritte all’indomani della Rivoluzione russa) Nikolaj Mjaskovskij è a carte scoperte («Il mio maestro è Beethoven», proclamava con fierezza), in un mondo dove il futuro a ben ragione considerato il padre del sinfonismo russo: un primato che non gli valse particolare e duratu- 4 5 ra fortuna al di là dei confini sovietici se non una breve parentesi nel gotha sinfonico americano degli anni Intorno al Concerto ’30 del secolo scorso, assieme a Rachmaninov, Shostakovich, Sibelius e Kreisler. Classe 1881, Mjaskovskij si Beethoven accosta relativamente tardi alla musica - complice un tentativo di carriera militare - e nel 1906, all’età di 25 Dal balletto Le creature di Prometeo: l’inizio della narrazione. Prometeo, perseguitato dalla collera degli déi, appare sulla scena tenendo nella mano malferma la fiamma rubata. Intorno a lui lampi e fulmini, mentre la natura si oscura e gli déi minacciano la distruzione. Due inanimate statue stanno sullo sfondo. Prometeo si avvicina con la torcia infiammata e dona loro la vita animandole; poi, spossato dalla fatica, cade in un breve sonno. anni, passa dall’uniforme di ingegnere del genio a quella del Conservatorio di Pietroburgo: qui il giovane Nikolaj diventa ben presto amico di Prokof ’ev, un sodalizio che durerà tutta la vita e via via testimone della carriera dei due compositori. Nel complesso humus culturale della russia post-rivoluzionaria l’opera di Mjaskovskij gode di alterne fortune, ora bersaglio della censura formalista (benché già redattore della rivista “Musica Sovietica”), ora vincitore di ben tre Premi Stalin, di cui il secondo proprio per il Concerto per violoncello op. 66, composto nel 1944 ed eseguito a Mosca nel 1945 dal violoncellista Sviatoslav Kunshevitskij, dedicatario dell’opera. E proprio tale partitura (suddivisa in due tempi) sembra emblematicamente sospesa tra il desiderio di libera espressione e gli imperativi artistici del tempo: un suggestivo affresco forte di quei caratteri di grande comunicabilità che tanto la appartano dai linguaggi atonali del Novecento - dove l’estrema cantabilità del violoncello, anticipata da una densa e misteriosa introduzione di archi e fagotto, si condensa nel tema portante del Concerto, fatto di lirica materia, quasi inquietante nella sua densa tensione lirica; il movimento sfocia nell’Andante che vede lo strumento solista in una dinamica competizione in chiave di violino, sino allo straordinario Finale, con il violoncello appeso ad un etereo sol a sorreggere i due accordi finali dell’orchestra. Un Concerto le cui scenografie sono fatte di contrasti e malinconica rassegnazione, una varietà tematica che tanto ricorda la pittura russa del Novecento, materica e rassicurante: il secondo movimento, estremamente variato sia ritmicamente sia melodicamente (con almeno tre temi riconoscibili) apre in forma di gioioso saltarello per approdare, dopo varie transizioni al Patetico, dove la partitura assume davvero un appassionato significato cinematografico. Da qui il violoncello salpa per la celebre e virtuosistica cadenza, straordinario volo che approda, concludendo, al main theme del Concerto. Giovanni Fontechiari 6 Un’impresa titanica Il balletto è significativo della precoce abilità dimostrata da Beethoven nell’affrontare temi eroici, tratto che costituisce una importante parte del potere della sua musica. A parte le convenzioni legate alla danza, rivela un punto di contatto con lo stile sinfonico del periodo “eroico”: l’uso di uno dei temi del balletto come base del movimento finale della sinfonia Eroica. Mjaskovskij Riflessione dell’interprete Mario Brunello Mjaskovskij è l’anello di congiunzione tra ajkovskji e Šostakovi . Da considerare tra quei compositori che hanno contribuito a portare la musica della grande Madre Russia ai tempi moderni. Nel vuoto creatosi immediatamente dopo i grandi autori romantici, era naturale vivere all’ombra di ajkovskji. Mjaskovskij ha colmato questo vuoto, accorciando le distanze con il dopo. Notevole la sua vena melodica e grande la facilità di scrittura; Mjaskovskij, non si preoccupa di assomigliare a qualcuno. Certi momenti di eccitazione del primo tempo, che per altro conquista subito, ricordano l’inizio del Concerto di Šostakovi anticipandolo dunque. Raccomandazione di Rostropovich. Amava molto questo brano; me lo ha raccomandato in diverse occasioni: “Lo devi fare”- mi diceva, quando lo incontravo-. E io, ho seguito l’ordine con immenso piacere. Pensieri Si descrive come "Debole, molle, senza capacità inventiva" ma…. si pensi a Proust ed alla sua opera colossale nata dalla sua "mancanza di immaginazione" !!! Gli altri pensano che “Nonostante o forse a causa di una “jeunesse brutale”, Nikolai Jakovlevic rimase per tutta la vita un uomo fragile, riservato e introverso, che si nascondeva dentro il suo mistero interiore. E’ come se queste numerose sinfonie fossero un rifugio dove poteva nascondersi per tradurre in suoni i tormenti della sua anima.” 7 Amicizie A Prokof ’ev racconta di una seduta spiritica “Le mie occupazioni attuali sono d’una noia mortale. Una notte su tre sono sveglio per mettere a punto gli angosciosi dettagli del lavoro notturno. Ho freddo, tremo, non riesco a dormire, e perdo tutto il giorno successivo per recuperare un po' di forza. Non penso a nient’altro che ciò possa finire. Passo le mie serate libere seduto con la mia tavoletta Ouija, a interrogare gli "spiriti" che mi rivelano le peggiori follie…Il tuo nome non compare nell'elenco pubblicato dei musicisti contemporanei: l'effetto di qualsiasi rancore personale? Gente divertente! Vi auguro successo e…felicità mio cuore!” Brahms Temperamento brahmsiano La solitudine, perfino la povertà non nuocciono certamente ai caratteri veramente forti, anzi li costringono ad approfondirsi, provocando in essi una sana collera, il sacro zelo di vincere ad ogni costo l’opposizione del mondo In una possibile altra vita Due volte il posto vacante alla Filarmonica è stato offerto a un forestiero, lasciandomi in disparte. Se mi fosse stato offerto quand’era il momento, sarei diventato un buono e fedele cittadino, avrei potuto sposarmi ed essere un uomo come gli altri, adesso sono un vagabondo La sua angoscia secondo Massimo Mila “Egli sofferse e misurò nel profondo l’angoscia esistenziale, ma non passivamente: non si abbandonò al gorgo, cercò di opporre una virile resistenza al dissolvimento della ragione” Amicizie Da Schumann Credo che se fossi più giovane, scriverei versi in onore dell'aquilotto che, calando improvvisamente dalle Alpi, ha puntato il suo volo su Düsseldorf. Questo giovane artista potrebbe essere paragonato anche a un torrente che, simile al Niagara, si mostri in tutto il suo splendore, nell'atto in cui le sue acque, cadendo a cascata, riflettono l'arcobaleno nelle onde, e accompagnano, sulle rive, il giuoco delle farfalle o il canto degli usignoli. Schumann a Joachim (su Brahms) “Dov’è dunque Johannes? E vicino a voi? Vola egli in alto? O si attarda a raccogliere dei fiori? Non fa suonare ancora trombe e timpani? Che si ricordi degli inizi delle Sinfonie di Beethoven. Che cerchi di fare qualcosa del genere. Cominciare è la cosa principale; quando si è cominciato, la fine si presenta da se stessa”. Ultime parole famose A Hermann Levi “Non scriverò mai una sinfonia! Non hai nessuna idea del coraggio che occorre a noialtri, quando dietro a te senti sempre marciare un tale gigante (Beethoven)”. 8 ALPESH CHAUHAN Direttore Assistente dell’Orchestra Sinfonica di Birmingham, dal 2014 è si è fatto rapidamente conoscere sulla scena internazionale per l’intensità delle sue interpretazioni con le quali coinvolge sia musicisti sia il pubblico. Per questo motivo, in breve tempo, ha allacciato impor tanti relazioni con le principali orchestre europee; nel corso della sua carriera ha diretto la Netherlands Symphony Orchestra, la Manchester Camerata, la Kymi Sinfonietta, la Filarmonica Toscanini; ha realizzato un progetto con gli studenti del Royal Nor thern College of Music al Southbank Centre di Londra, che comprendeva l’esecuzione del Double Sextet di Steve Reich. Recentemente ha debuttato con la BBC Scottish Symphony Orchestra e con la BBC Philharmonic Orchestra in diretta radiofonica con il Concerto per violino e orchestra Distant Light di Vasks e la Sinfonia n. 3 di Brahms, ricevendo un immediato invito per la stagione successiva. Nel corso di questa stagione è stato invitato inoltre dalla Kymi Sinfonietta, dalla Filarmonica Toscanini e dirigerà per la prima volta al Carlo Felice di Genova e al Maggio Musicale Fiorentino. In Francia debutterà con l’Orchestre de Lorraine di Nancy. La sua carriera professionale è iniziata nel 2005, quando si è unito alla CBSO Youth Orchestra come primo violoncello. Nel 2008 è stato ammesso al Royal Nor thern College of Music per studiare violoncello con Eduardo Vassallo prima di proseguire con la frequenza presso il prestigioso Masters Conducting Course, sotto gli auspici di Clark Rundell e Mark Heron. Consigliato da Andris Nelsons ha par tecipato a masterclass con Juanjo Mena, Vasily Petrenko, e ha studiato con Stanislaw Skrowaczewski. Per saperne di più: Sito ufficiale: www.alpeshchauhan.com Pagina Facebook: www.facebook.com/alpesh.chauhan.conductor 9 MARIO BRUNELLO Primo artista italiano a vincere nel 1986 il Concorso Caikovskij di Mosca che lo proietta sulla scena internazionale, Mario Brunello viene invitato dalle più prestigiose orchestre, tra le quali: London Philharmonic, Munich Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Mahler Chamber Orchestra, Orchestre Philharmonique de Radio-France, DSO Berlin, London Symphony, NHK Symphony di Tokyo, Filarmonica della Scala, Accademia di Santa Cecilia; lavora con direttori quali Valery Gergiev, Sir Antonio Pappano,Yuri Temirkanov, Manfred Honeck, Riccardo Chailly, Vladimir Jurowski, Ton Koopman, John Axelrod, Riccardo Muti, Daniele Gatti, Myung-Whun Chung, Seiji Ozawa. Nell’ambito della musica da camera collabora con celebri artisti, tra cui Gidon Kremer, Yuri Bashmet, Martha Argerich, Andrea Lucchesini, Frank Peter Zimmermann, Isabelle Faust, Maurizio Pollini. Nella sua vita artistica riserva ampio spazio a progetti che coinvolgono forme d'arte e saperi diversi (teatro, letteratura, filosofia, scienza), integrandoli con il repertorio tradizionale e interagendo con artisti e personalità come Uri Caine, Paolo Fresu, Marco Paolini, Stefano Benni, Gianmaria Testa, Margherita Hack, Moni Ovadia e Vinicio Capossela. Attraverso nuovi canali di comunicazione, cerca di avvicinare il pubblico a un'idea diversa e multiforme del far musica, creando spettacoli interattivi che nascono in gran parte nello spazio Antiruggine, un’ex-officina ristrutturata, luogo ideale per la sperimentazione. I diversi generi artistici si riflettono nell’ampia discografia che include opere di Vivaldi, Bach, Beethoven, Brahms, Schubert, Franck, Haydn, Chopin, Janácek e Sollima. Deutsche Grammophon ha pubblicato il Triplo Concerto di Beethoven diretto da Claudio Abbado e EGEA Records ha dedicato all’artista la collana “Brunello Series”. Recentemente per EMI, ha pubblicato il Concerto di Dvorak con l’Accademia di Santa Cecilia e Antonio Pappano Mario Brunello che è direttore musicale del festival “Artesella arte e natura” e Accademico di Santa Cecilia, ha studiato con Adriano Vendramelli e si è perfezionato con Antonio Janigro. Suona il prezioso violoncello Maggini dei primi del Seicento appartenuto a Franco Rossi. ALPESH CHAUHAN MARIO BRUNELLO Per saperne di più: www.antiruggine.eu/tag/mario-brunello/ www.amcmusic.com/artisti/general-management/mario-brunello/ 10 11 LA FILARMONICA ARTURO TOSCANINI Violini Primi: Mihaela Costea **, Gianni Covezzi,Valentina Violante, Federica Vercalli, Mario Mauro, Xia Fang, , Luca Talignani, Nicola Tassoni Maurizio Daffunchio, Luigi Presta, Julia Geller, Michaela Bilikova, Camilla Mazzanti, Alice Costamagna Violini Secondi: Laurentiu Vatavu *, Jasenka Tomic,Viktoria Borissova, Daniele Ruzza, Damiano Tognetti, Gian Maria Lodigiani, Claudia Piccinini, Beatrice Marozza, Cellina Codaglio, Chiara Serati, Sophie Chang, Simona Cazzulani Viole: Behrang Rassekhi *, Condur Carmen, Cathryn Murray, Sara Screpis, Diego Spagnoli, Daniele Zironi, Ilaria Negrotti, Silvia Vannucci, Roberto Ilacqua, Erica Alberti Violoncelli: Diana Cahanescu *,Vincenzo Fossanova, Donato Colaci, Filippo Zampa, Fabio Gaddoni, Daniele Fiori, Alexander Zyumbrovskiy, Sophie Norbye Contrabbassi: Antonio Mercurio *, Agide Bandini, Claudio Saguatti, Antonio Bonatti, Damiano D'amico, Elio Rabbachin Flauti: Sandu Nagy *, Andrea Oman Oboi: Pietro Corna *, Massimo Parcianello Clarinetti: Giovanni Picciati *, Miriam Caldarini Fagotti: Davide Fumagalli *, Corrado Barbieri Controfagotto: Fabio Alasia La Filarmonica Arturo Toscanini, che ha la sua sede a Parma, nell’Auditorium Paganini disegnato da Renzo Piano, è il punto d’eccellenza dell’attività produttiva della Fondazione Arturo Toscanini, maturata sul piano artistico nella più che trentennale esperienza dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e nell’antica tradizione musicale che affonda le proprie radici storiche nell’Orchestra Ducale riordinata a Parma da Niccolò Paganini nel 1835/36 e per i quarant’anni successivi ai vertici delle capacità esecutive nazionali. Oggi è una delle più importanti orchestre sinfoniche italiane. Corni: Ettore Contavalli *, Angelo Borroni *, Giuseppe Affilastro Fabrizio Villa, Simona Carrara Trombe: Matteo Beschi *, Marco Catelli Tromboni: Carlo Gelmini *, Gianmauro Prina, Antonio Martelli Timpani e Percussioni: Francesco Migliarini * ** spalla / * prima parte Per saperne di più: www.fondazionetoscanini.it/filarmonica-arturo-toscanini/ 12 13 Ti piace la musica? Senza i grandi musicisti che con il loro talento interpretano i grandi compositori, non sarebbe più musica. Sostieni insieme a noi il progetto “Adotta un musicista” e contribuisci a mantenere il livello di eccellenza della tradizione musicale emiliano-romagnola. L’energia è invisibile, ma puoi ascoltarla. Scopri come heraparmatoscanini.it Hera Comm Partner principale 14 15 Prossimo appuntamento di NUOVE ATMOSFERE Mercoledì 23 marzo 2016 ore 20.30 JEAN - LUC TINGAUD Erik Satie Gymnopédie n.1 e n. 3 (orchestrazione di Claude Debussy) Jack in the box (orchestrazione di Darius Milhaud) Francis Poulenc Sinfonietta La voix humaine (Testo di Jean Cocteau) Direttore ANNA CATERINA ANTONACCI Soprano IMPARIAMO IL CONCERTO Martino Traversa racconta Satie e Poulenc Lunedì 21 marzo ore 18.00 Sala Prove Auditorium Paganini Martedì 22 marzo Concerto in anteprima Ore 15.30 – 17.30 Auditorium Paganini Per saperne di più www.fondazionetoscanini.it © Cristian Grossi