CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Libretto di
campo
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
FILO ROSSO
L’Azione Cattolica ha come fine fondamentale la formazione cristiana delle
coscienze. La coscienza, ogni giorno, si confronta con la vita. E la nostra
vita, evidentemente, non è solo mondo interiore. Anzi, essa consiste per la
massima parte di relazioni, luoghi e tempi che condividiamo con altre
persone. La ricerca del bene comune, dunque, non può essere il “pallino”
di pochi. L’esistenza stessa ci impone una costante cura della convivenza
civile. È la centralità dell’altro, perno della vita credente, che ci impone di
occuparci di un bene più ampio di quello personale.
È per questo motivo che l’Azione Cattolica ha l’ambizione di non
marginalizzare, nei percorsi formativi, i temi della cittadinanza e della
partecipazione. Non solo: l’AC desidera suscitare ampie e generose
vocazioni al servizio, che possono concretizzarsi, secondo i talenti di
ciascuno, nel servizio educativo, caritatevole, sociale, culturale, politico…
Non possiamo però nasconderci che spesso si fa fatica a portare in gruppo,
e in associazione, contenuti e tematiche che guardano al territorio locale,
alla vita del Paese, alle grandi domande etiche. Si fa fatica ad appassionare
le giovani generazioni a temi che apparentemente sembrano lontani dalla
fede, ma che in realtà ne rappresentano il banco di prova. Scoraggiati da
queste analisi, talvolta non si ha nemmeno il coraggio di osare. Ma per
l’Azione Cattolica l’attenzione al bene comune si inscrive in quell’idea di
laico corresponsabile della Chiesa e della società alla quale è impossibile
rinunciare.
Per questo motivo, il campo Giovani sarà caratterizzato da due
atteggiamenti: un positivo senso del dovere («non possiamo più eludere
questi temi») e un altrettanto positivo entusiasmo («la Chiesa e il Paese ci
chiedono di essere protagonisti e artefici del nostro presente e del nostro
domani»). Ci poniamo nel solco degli “Appunti per una Regola di vita
spirituale”, che ci incitano ad una testimonianza coerente, fondata sulla
preghiera, formata nelle relazioni ed espressa in modo maturo e
consapevole nei luoghi della vita.
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Tenendo fede allo stile associativo, che prima di tracciare bilanci, analisi e
soluzioni ci impone di porci di fronte al Signore con la nostra nuda vita,
partiremo dal tema del discernimento. Una prassi personale e comunitaria
che troviamo ampiamente nell’Antico e nel Nuovo Testamento,
patrimonio per lunghi secoli della cristianità, ma che oggi ha un bisogno
evidente di nuovo slancio. La capacità di guardarsi dentro, e di guardare al
mondo insieme agli altri, è un bene prezioso che non si può dilapidare. Da
questo punto di vista, l’esperienza associativa, se ben fatta, ci pone su un
binario privilegiato. Già nella preghiera della prima sera ci interrogheremo
su cosa significa discernere in una dinamica personale, mentre nella prima
mattinata don Antonio Mastantuono, assistente nazionale MIEAC, ci
aiuterà a comprendere la matrice biblica del discernimento comunitario.
Seguiranno, nella giornata, esercizi pratici per riabituarci all’arte – e alle
difficoltà - del decidere nella prospettiva della comunione.
Nel secondo giorno pieno di campo, la presenza di un vescovo, di un laico
credente e di un laico proveniente da altre esperienze culturali e religiose,
ci aiuteranno a definire meglio il concetto di bene comune, i punti
fondamentali su cui verte la formazione delle giovani generazioni, le sfide
concrete che sono dinanzi alla Chiesa e alla società. La tavola rotonda,
siamo certi, metterà molta carne a cuocere, e sarà un patrimonio che
sapremo valorizzare nei giorni successivi. Conosceremo mons. Giovanni
Ricchiuti, vescovo di Acerenza, il maestro di strada Marco Rossi Doria e il
direttore del Centro asiatico di eccellenza sugli obiettivi di sviluppo del
millennio Sandro Calvani. Storie diverse, accomunate da una medesima
passione per la città dell’uomo.
Il confronto con i relatori riporta inevitabilmente alla vita associativa.
Siamo chiamati nel pomeriggio che segue la tavola rotonda ad un grande
sforzo laboratoriale perché la formazione al bene comune non sia uno
“spuntino” nella vita dei gruppi, né un’attività da farsi in subordine ad altre
di natura “più religiosa”. Vogliamo scoprire anche che per l’AC interessarsi
al bene comune è una delle strade maestre per aprire le porte
dell’associazione e dei gruppi ad altre persone e, nel nostro caso, ad altri
giovani. Nonostante tante analisi che registrano apatia e disinteresse,
osserviamo direttamente che nelle nuove generazioni sono sempre accese
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
la fiamma della giustizia, della pace, della verità, del merito… E sta a noi
mostrare il volto di un’AC e di gruppi che parlano alla vita, e che sanno
farsi plasmare dalla vita stessa.
Di tutto questo parleremo, la mattina seguente, con il presidente Franco
Miano, all’inizio di un anno che l’AC dedica completamente al bene
comune e alla luce dell’imminente Settimana sociale dei cattolici italiani
(Reggio Calabria, 14-17 ottobre). Ancora più significativo sarà ribadire, con
il presidente, il significato profondamente democratico e civile che assume
l’anno assembleare dell’AC, con il rinnovo – non formale – delle
responsabilità e delle motivazioni al servizio.
In questo “filo rosso” che ci presenta il campo siamo già giunti al meritato
pomeriggio di riposo. Raggiungeremo Monte Sole, visiteremo i luoghi
segnati dal terribile eccidio nazista, ma anche dal raggio di sole della
testimonianza di Giuseppe Dossetti e della Piccola Famiglia
dell’Annunziata. Tra l’altro avremo il piacere, la sera precedente, di
incontrare Giovanni Galavotti, sceneggiatore del film “L’uomo che verrà”.
L’“uscita” non è sganciata dal percorso generale, ma ci immerge
pienamente nella storia e nei territori che ospitano il campo nazionale.
La sera vivremo un momento di condivisione con la delegazione regionale
dell’Emilia Romagna, la presidenza diocesana di Bologna e l’AC
parrocchiale di Sant’Andrea apostolo. Verrà a farci visita Beatrice
Draghetti, presidente della provincia di Bologna.
La ripresa, nell’ultimo giorno pieno di campo, ci porterà a confrontarci sul
“nodo associativo” che deriva dal tema della formazione al bene comune:
la cura e la proposta di gruppi Giovani che siano luoghi aperti, in cui si
cercano e si incontrano diverse sensibilità ed esperienze. Un gruppo
Giovani che non si riduca ad un gruppo di educatori e responsabili, ma che
abbia un respiro ampio, che sappia essere attraente per le relazioni che
propone, per la comunione che si respira, per la ricchezza e completezza
dei contenuti formativi, per le esperienze concrete che propone.
Chiederemo ai responsabili diocesani una grande attenzione e un notevole
sforzo per mettere la proposta per i giovani al centro del nuovo anno
associativo. Cosa tanto più significativa nell’anno che ci porta a “C’è di
più”, in cui protagonisti saranno i giovanissimi e i ragazzi dell’Acr. Se il 30
ottobre esalta il protagonismo dei più piccoli dell’associazione,
desideriamo che l’intero anno 2010/2011 possa essere dedicato,
nell’impegno ordinario, ad una forte proposta per i Giovani.
L’ultimo pomeriggio sarà dedicato alla presentazione dei cammini
formativi 2010/2011, al bel cammino che stiamo compiendo con l’Acr e
tutta l’associazione in preparazione a “C’è di più”, e all’impegno
dell’Azione Cattolica per la Settimana sociale dei cattolici di Reggio
Calabria.
Come ormai tradizione, nell’ultima mattinata, prima dei saluti e delle
conclusioni, desideriamo metterci nelle mani di un testimone di santità.
Suor Agnese Magistretti ci accompagnerà a conoscere la figura esemplare
di Giuseppe Dossetti, che con la ricchezza delle sua esperienza sociale e
spirituale ci indica, nel concreto, la strada e lo stile del bene comune.
Sentiremo al nostro fianco l’affetto della Chiesa: ci farà visita nell’ultimo
giorno l’assistente nazionale, mons. Domenico Sigalini, incontreremo il
vescovo di Faenza-Modigliana, mons. Claudio Stagni, e sarà presente don
Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio nazionale di Pastorale Giovanile,
a lui va la nostra gratitudine per i tanti segni di stima e di incoraggiamento
rivolti ai giovani di Azione Cattolica. Inoltre, avvertiremo la vicinanza
concreta della delegazione regionale di AC dell’Emilia Romagna, nonché
delle associazioni diocesane che ci ospitano nei vari momenti del campo.
Infine, una scelta: accompagnare ogni giorno con frasi della Christifideles
laici, esortazione apostolica post-sinodale scritta da papa Giovanni Paolo II
nel 1988. Ci serviranno per tenere a mente l’obiettivo del campo: essere e
formare laici a tutto tondo, innamorati di Cristo, della Chiesa e della Città.
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La sostanza ultima dell’oracolo della sentinella è al di fuori di ogni
ambiguità: Convertitevi! La radice ebraica impiegata nel libro di Isaia
significa per sé “ritornare“
ritornare “. Ma può esprimere anche, specificamente, il
rivolgersi a Dio, cioè la conversione. Secondo la sentinella non si tratta
tanto di cercare nella notte rimedi esteriori più o meno facili, ma anzitutto
di un trasformarsi interiormente, di un dietrofront intimo, di un voltarsi
positivo verso il Dio della salvezza.
salvezza. [Sentinella, quanto resta della notte?, G. Dossetti]
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Sabato 24 Luglio
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Domenica 25 Luglio
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO
COMUNITARIO
Incontro con don Antonio Mastantuono,
Mastantuono
Assistente ecclesiastico nazionale del MIEAC
12.00: Celebrazione eucaristica
13.00: Pranzo
15:00: AC E PASTORALE GIOVANILE
GIOVANILE
Incontro con don Nicolò Anselmi,
Anselmi direttore
del Servizio nazionale di Pastorale giovanile
della CEI
16.00: DISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO…
PERSEGUIRLO…
INSIEME!
Giochi di ruolo
19.00: Conclusioni sul gioco
19.30: Vespri
20.00: Cena
21.30: Animazione
16.00: arrivi e accoglienza
18.30: LUCI SULLA CITTÀ
CITTÀ
...
Introduzione e benvenuto al
campo a cura dei Vicepresidenti
del Settore Giovani e della
Segretaria nazionale del
Movimento studenti
20.00: Cena
21.30: DIO NON È NEUTRALE. MAI!
Celebrazione iniziale
La vita secondo lo Spirito, il cui frutto è la santif icazione, suscita ed esige
da tutti e da ciascun battezzato la sequela e l’imitazione di Gesù Cristo,
Il «discernimento», di cui parla più volte l'apostolo Paolo, non è solo
nell’accoglienza delle sue beatitudini, nell’ascolto e nella meditazione della
valutazione delle realtà e degli avvenimenti alla luce della fede; è anche
parola di Dio. [Christif
[Christif ideles Laici, n.11]
decisione concreta e impegno operativo, non solo nell'ambito della Chiesa ma
anche in quello della società umana. [Christif ideles Laici, n.51]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO
Don Antonio
Mastantuono
Comodo pensare da soli, decidere da soli, agire da soli: si risparmia tempo,
si seguono le proprie priorità, i propri metodi… e poi i meriti, nel caso vada
tutto bene, sono miei, i demeriti di chi non mi segue…
Ma se vogliamo davvero essere parte attiva nella costruzione del bene
comune, nella vita dell’associazione, nella Chiesa, nei territori, dobbiamo
imparare quell’“insieme” che richiede fatica, tempi, anche conflitti. Un
“insieme” che spesso richiede passi indietro personali, e passi avanti
collettivi…
Ma il valore più grande dell’“insieme” è un altro: permette di inquadrare le
questioni da diversi punti di vista, di moltiplicare le possibili soluzioni, di
tenere conto di tutte le esigenze e le sensibilità.
Nato a Larino nel 1954 e ordinato presbitero il 13
agosto 1977 è parroco presso la parrocchia della Beata
Maria Vergine delle Grazie in Larino e Canonico del
Capitolo della Cattedrale. Già assistente nazionale del
MLAC nel triennio 2005-2008, nel 2009 è stato
nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana
assistente nazionale del Movimento di impegno
educativo dell'Azione Cattolica. Docente di Teologia
Pastorale alla Pontificia Università Lateranense e alla
Facoltà teologica dell'Italia Meridionale, è fondatore e
presidente dell'associazione di volontariato "Il
Melograno", impegnata da anni nel servizio agli
anziani, ai disabili e ai minori. Ha recentemente curato
per l'editrice AVE il volume "Un prete che educa L'assistente di Azione cattolica: uomo di relazioni,
esperto in umanità".
Specie quando il discorso riguarda un bene superiore a quello personale, è
necessario assumere lo stile e la pratica del “discernimento comunitario”.
Uno stile e una prassi che troviamo ampiamente nella Parola, un’eredità
feconda che viene dalla storia stessa della Chiesa. Non solo: i migliori
momenti del nostro Paese (si pensi alla Costituzione) sono frutto di un
ampio e complesso “discernimento comunitario” che ha visto riconoscersi
reciprocamente culture ed esperienze diverse.
La missione della Chiesa e del cristiano verso gli uomini ed
elettivamente i più piccoli, i più bisognosi e i più peccatori non è
un fatto organizzativo: deve scaturire dal pasto sacramentale e
sacrificale con il crocifissocrocifisso -Risorto.
Risorto . [G. Dossetti]
Oggi vogliamo imparare l’arte del discernimento: la mattina incontreremo
un amico che ci guiderà nella comprensione di questa pratica, ancorandola
alle Sacre Scritture, nel pomeriggio ci cimenteremo in casi concreti
attraverso i quali sperimenteremo tutte le fatiche, e tutte le soddisfazioni,
del “decidere insieme”.
Buon discernimento!
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Azione Cattolica e Pastorale giovanile:
DISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO…
prospettive di lavoro comune
INSIEME!
Sulla base dei questionari relativi al rapporto tra Azione cattolica e
Pastorale giovanile, sui quali le equipe diocesane hanno lavorato
recentemente, abbiamo individuato tre nodi significativi che vogliamo
mettere al centro del confronto del pomeriggio:
•
La centralità della consulta di Pastorale giovanile che l’Ac sostiene e
alla quale partecipa, impegnandosi per la comunione, cercando
l’equilibrio tra pensiero e azione e curando la chiarezza dei rapporti.
•
La cura della formazione degli educatori di gruppi giovanili come
impegno da condividere, cercando l’ equilibrio tra momenti per tutti e
i necessari momenti di formazione associativa finalizzati a illustrare i
fini del progetto formativo, le specifiche modalità di
accompagnamento dell'Ac, il profilo dell'educatore associativo.
•
Condividere e lavorare insieme per il fine della formazione associativa
all’interno della Pastorale giovanile delle nostre Chiese: formare laici
consapevoli, capaci di una testimonianza autentica non solo “ad intra”,
ma nella vita ordinaria e nei luoghi che abitiamo.
Don Nicolò Anselmi
Nato nel 1961 e ordinato presbitero nel
1992, già incaricato per la Pastorale
giovanile dell'Arcidiocesi di Genova e della
Liguria, è dal 2007 responsabile del
Servizio Nazionale per la pastorale
giovanile della Conferenza Episcopale
italiana.
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Discernimento comunitario: nodi, modalità, strumenti
Il discernimento comunitario si delinea come espressione dinamica della
comunione ecclesiale e metodo di formazione spirituale, di lettura della
storia e di progettazione pastorale. Richiede, affinché sia autentico, che
ogni cristiano si muova nell’umile ricerca della volontà di Dio, nell’ascolto
fedele della Parola, nell’interpretazione dei segni dei tempi alla luce del
Vangelo, nella valorizzazione dei carismi nel dialogo fraterno, nella
creatività spirituale, missionaria, culturale e sociale.
Così inteso, il discernimento comunitario diventa una scuola di vita
cristiana, una via per sviluppare l’amore reciproco, la corresponsabilità,
l’inserimento nel mondo a partire dal proprio territorio. Edifica la Chiesa
come comunità di fratelli e di sorelle, di pari dignità, ma con doni e compiti
diversi, plasmandone una figura, che senza deviare in impropri
democraticismi e sociologismi, risulta credibile nell’odierna società
democratica.
[CEI, Con il dono della ca rità den tro la storia.
La Chiesa in Italia dopo il Convegno di Palermo, 21]
Obiettivi
-
-
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Far emergere l'idea di un bene comune "concreto" e non teorico,
contestualizzato in un territorio, in una cultura, nelle storie di vita
di coloro che ne sono parte e, dunque, responsabili;
Sperimentare il metodo del discernimento comunitario come stile
di vita ordinario e come modalità privilegiata per leggere la realtà,
i segni dei tempi, e per affrontare, insieme agli altri, questioni
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-
importanti per la crescita e lo sviluppo delle persone e delle
comunità;
Confrontarsi con i propri limiti (che talvolta diventano un vero e
proprio ostacolo nella relazione con gli altri) maturando alcuni
atteggiamenti quali:
insieme piuttosto che da soli (l'altro aggiunge qualcosa a
me, l'altro mi è indispensabile);
l’importanza di trovare punti di convergenza mettendo in
discussione se stessi, accogliendo la diversità dell’altro
tenendo ben presente l’orizzonte comune verso cui
tendere, insieme;
la necessità di arrivare a scelte/azioni concrete affinché
questo esercizio di discernimento non sia uno sterile
parlarci addosso
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Lunedì 26 Luglio
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.30: FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI
GENERAZIONI AL BENE
COMUNE.
Tavola rotonda con:
mons. Giovanni Ricchiuti,
Ricchiuti Arcivescovo di Acerenza,
membro della Commissione episcopale per i problemi
sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della CEI
Marco Rossi Doria,
Doria .maestro di strada/, coordinatore
per la Provincia autonoma di Trento di progetti a
favore dei ragazzi in difficoltà e l2innovazione della
formazione professionale
Sandro Calvani,
Calvani Direttore del Centro asiatico di
eccellenza sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio a
Bangkok.
11.30: Dibattito
12.15: Celebrazione eucaristica
13.00: Pranzo
15.30: GIOVANI E BENE COMUNE.
COMUN E. NODI E OPPORTUNITÀ
OPPORTUNITÀ .
19.00: Vespri
19.30: Cena
20.30: .L
uomo
L
uomo che verrà/
verrà
Incontro con lo sceneggiatore Giovanni Galavotti
Galavotti
Modalità
Attraverso il coinvolgimento dei partecipanti in simpatiche situazioni sia di
vita personale che associativa, il laboratorio vuole essere un concreto
banco di prova in cui mettere in gioco quelle qualità (e anche i limiti) che
consentono (o impediscono…) la risoluzione di questioni problematiche o
di veri e propri conflitti sociali.
Le situazioni presentate sono legate a esperienze/questioni che un giovane
affronta nella sua vita personale, nel servizio associativo e nell’impegno
sociale e politico.
Tempi
-
Per animare cristianamente l’ordine temporale, nel senso di servire la persona
Introduzione al gioco e divisione in gruppi: 15 min
Gioco di ruolo: 45 min
Pausa: 15 min
Confronto in gruppo: 30 min
Confronto in plenaria: 30 min
e la società, i f edeli laici non possono aff atto abdicare alla partecipazione alla
“politica”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa,
amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e
istituzionalmente il bene comune. [Christif ideles Laici, n.42]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Un autore ha cercato di spiegare il “bene comune” e individuare quel “di
più” che dona ad ogni persona tramite la metafora del “concerto” dove
l’armonia dell’esecuzione è di certo superiore (non in quantità forse, ma di
certo in qualità) ai suoni prodotti dai singoli strumenti e i suonatori
riescono meglio nella loro esecuzione proprio perché uniscono i suoni dei
loro strumenti…
FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI AL
BENE COMUNE
Quali prassi per la ricerca in comune del bene?
(cfr. A.M. QUINTAS, Analisi del ben e co mune, Bulzoni, Roma 1979, pp. 95-99).
Tra i c.d. “principi permanenti” della Dottrina sociale della Chiesa (DSC)
(oltre alla dignità della persona umana, alla solidarietà e alla sussidiarietà)
troviamo il “bene comune”.
Tra tutti è forse quello più citato in ambito pubblico e allo stesso tempo è
quello con l’identità meno definita. Eppure il Concilio Vaticano II pare
chiaro nell’indicare che per bene comune si intende «l’insieme di quelle
condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli
membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più
celermente» (Gaudium et spes, 26).
E se dalla metafora volessimo passare alla realtà? Quali strumenti usare
per partecipare al concerto, oggi? Quali “concerti” possiamo conoscere
attorno a noi? Quali siamo chiamati ad interpretare?
La domanda di fondo, però, rimane: «quali sono “quelle condizioni”?».
Mons. Giovanni Ricchiuti
Il Compendio della DSC prova a declinare l’argomento specificando che «il
bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari di
ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e
rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile
raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro»
Nato a Bisceglie, in provincia di Bari, l'1 agosto 1948.
Ha compiuto gli studi della scuola media inferiore
presso il Seminario arcivescovile di Bisceglie e quelli
liceali e teologici presso il Seminario regionale di
Molfetta.
È stato ordinato presbitero il 9 Settembre 1972, a
Bisceglie, da S. E. mons. Giuseppe Carata.
Successivamente è stato inviato a Roma per compiere
gli studi presso il Pontificio istituto biblico, dove ha
conseguito la licenza. Per un anno, 1975/76, è stato
vicerettore al Seminario minore.
Dal 1976 al 1979 è stato vicario parrocchiale della parrocchia della
Misericordia a Bisceglie.
Nel 1980 è diventato parroco della medesima comunità, dov’è rimasto fino
(Compendio, 164).
Qualche indicazione in aggiunta così ce l’abbiamo, ma si tratta soprattutto
di suggerimenti sul metodo. Rimane da domandarsi: «quale è il
contenuto?». E come possiamo riconoscerlo sia nell’esperienza quotidiana
sia nelle scelte che riteniamo più importanti per la nostra vita e per la vita
di tutta la comunità in cui siamo stati chiamati a vivere?
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Ospiti della tavola rotonda
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al 1994, quando è stato nominato rettore del Seminario regionale di
Molfetta.
Il 27 Luglio 2005 viene nominato dal Santo Padre Benedetto XVI
arcivescovo di Acerenza. Sarà ordinato vescovo l’8 Ottobre 2005 nella
chiesa di San Giuseppe in Bisceglie (Casa della Divina Provvidenza) da Sua
Eccellenza Mons. Francesco Monterisi, segretario della Congregazione per i
vescovi. Immesso nel possesso canonico, ha iniziato il ministero episcopale
in Acerenza il 15 Ottobre 2005. Attualmente è membro della Commissione
episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace. In seno alla
Conferenza episcopale della Basilicata è presidente della Commissione
regionale per l'evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese,
per l'ecumenismo e il dialogo.
Sandro Calvani
Nato a Genova nel 1952, ha poi lavorato in 130
Paesi del mondo. Sposato con quattro figli, è stato
professore associato all'università di Genova fino al
1980, anno della sua nomina a coordinatore degli
aiuti internazionali della Caritas italiana - incarico
ricoperto fino al 1988. Nello stesso periodo Calvani
è stato a capo della delegazione della Caritas
internazionale presso Fao, Wfp e Ifad, membro
della delegazione delle Ong italiane presso la
Commissione europea e del Consiglio direttivo
della direzione per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari
esteri italiano. Dal 2007 al 2010 è stato direttore dell'Unicri (United Nation
Interregional Crime and Justice Research Institute). Oggi è “Chairman for
2009 – 2010 of the Global Agenda Council on illicit trade”. Ha conosciuto
personalmente Carlo Urbani e con lui si è impegnato per sconfiggere la
Sars non appena la malattia è stata scoperta. Durante questi anni ha
conseguito numerosi traguardi nell'area del contrasto alla droga e alla
criminalità, nonché nel campo dello sviluppo sociale e della promozione
dei diritti umani. Per maggiori informazioni: www.sandrocalvani.it.
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Marco Rossi Doria
Marco Rossi-Doria (Napoli, 1954) è maestro
elementare dal 1975. Ha insegnato in Italia e
all’estero (in Etiopia e a Nairobi con i bambini di
strada) ed è da venti anni formatore di docenti
sulle didattiche laboratoriali e le metodologie di
contrasto della dispersione scolastica, del disagio
e dell’esclusione precoce. Fondatore del progetto
“Chance” che si rivolge ai ragazzi inadempienti
l'obbligo scolastico, dal 1994 al 2006 è stato maestro di strada nei quartieri
spagnoli di Napoli. Presso il ministero della Pubblica istruzione è stato
membro della Commissione per le indicazioni nazionali della scuola
dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola media e ha lavorato alle
linee guida del nuovo obbligo di istruzione per tutti, fino a 16 anni. È
membro della Commissione nazionale di indagine sull’esclusione sociale.
Lavora per la Provincia autonoma di Trento per progetti a favore dei ragazzi
in difficoltà e l’innovazione della formazione professionale. Collabora a
numerosi giornali e riviste. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Di mestiere
faccio il maestro” (L'Ancora del Mediterraneo, 2000). Per maggiori
informazioni: http://marcorossidoria.blogspot.com.
Dobbiamo ora porci come obiettivo urgente e categorico di
formare le coscienze dei cristiani (almeno di quelli
quelli che vorrebbero
essere consapevoli e coerenti) per edificare in loro un uomo
interiore compiuto anche quanto all’etica
all etica pubblica, nelle dimensioni
della veracità, della lealtà, della fortezza e della giustizia (quanto
ancora c’è da fare soprattutto per l’eticità
l eticità tributaria, oltre le
facili giustificazioni forse talvolta ovvie, ma sempre non consentite
al cristiano!).
cristiano ). [Sentinella, quanto resta della notte? G. Dossetti]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
GIOVANI E BENE COMUNE
-
Nodi e opportunità
-
Sei consapevole dell’importanza di inserire l’attenzione al bene
comune nei percorsi di formazione ordinaria?
Secondo te esiste nei giovani un bisogno di formazione al bene
comune?
Secondo la tua esperienza e i contenuti usciti dalla tavola rotonda
della mattinata, quali sono i contenuti fondamentali che devono
essere proposti in un percorso di formazione al bene comune?
Obiettivi del pomeriggio
- Acquisire la consapevolezza che il bene comune è un tema centrale
per l’Ac per la formazione dei giovani
- Acquisire consapevolezza, come responsabili diocesani, che per
formare integralmente le coscienze, la formazione proposta in
diocesi non può prescindere da questo tema
- Dare concretezza al progetto formativo che l’Ac ha sui giovani,
formando giovani cristiani che portano la loro testimonianza nella
città dell’uomo.
Introduzione ai lavori strutturata che presenta, recuperando i lavori della
mattina, gli strumenti che esprimono la centralità della formazione al bene
comune come parte integrante della formazione delle coscienze e quindi
della proposta formativa di Ac (15-20’)
-
Seconda parte (1h)
Confronto su come i contenuti sul bene comune possono diventare
percorsi di formazione.
Per riflettere…
Lavori di gruppo (2h30’)
-
Prima parte (1h)
Risonanze sulla tavola rotonda del mattino considerando la dimensione
personale dell’essere giovane, la responsabilità associativa e il ruolo
dell’associazione.
Per riflettere…
-
Come l’Ac diocesana stimola i giovani verso il tema del bene
comune?
Quali proposte/iniziative sono buone esperienze/prassi per tale
scopo?
Quali attenzioni rivolge l’Associazione diocesana al tema del bene
comune?
Quali tematiche e contenuti l’Ac non può non considerare riguardo
la formazione al bene comune?
Sei consapevole dell’importanza della formazione al bene comune?
Quali elementi della formazione al bene comune hai vissuto o non
hai vissuto? Questo sia nella vita che in associazione
In che modo trovi questi contenuti espressi in associazione e come
vivi la formazione al bene comune in Ac?
Quali contenuti sono mancati nella tua esperienza associativa?
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-
-
Come e dove questi temi/contenuti possono essere inseriti,
possono diventare percorsi di formazione per il gruppo giovani?
Come l’Associazione può rendere la formazione al bene comune
sempre più parte del percorso ordinario di formazione dei giovani
e non solo oggetto di iniziative specifiche?
Quali strumenti sono necessari per declinare la formazione al bene
comune?
In quali ambiti possiamo testimoniare questa attenzione
dell’associazione?
Terza parte (15’)
Sintesi del lavoro di gruppo individuando una questione che è emersa
durante il pomeriggio.
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
L’uomo che verrà
Regia: Giorgio Diritti
Anno di produzione: 2009
Durata: 117'
Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Giovanni Galavotti, Tania Pedroni
Trama
Inverno, 1943. Martina ha 8 anni, vive alle pendici di Monte Sole, non
lontano da Bologna, è l’unica figlia di una famiglia di contadini che, come
tante, fatica a sopravvivere. Anni
prima ha perso un fratellino di
pochi giorni e da allora ha smesso
di parlare.
Nel dicembre la mamma rimane
nuovamente incinta.
I mesi passano, il bambino cresce
nella pancia della madre e
Martina vive nell'attesa del
bimbo che nascerà mentre la
guerra man mano si avvicina e la
vita diventa sempre più difficile.
Nella notte tra il 28 e il 29
settembre 1944 il piccolo viene
finalmente alla luce. Quasi
contemporaneamente le SS
scatenano
nella zona un
rastrellamento senza precedenti,
che passerà alla storia come la
strage di Marzabotto.
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
L’uomo che verrà vuol essere un film
sulla guerra vista dal basso, dalla
parte di chi la subisce e si trova suo
malgrado coinvolto nei grandi eventi
della
storia
che
sembrano
dimenticare le vite degli uomini. Un
racconto cadenzato nei nove mesi
d’attesa per la nascita di un bambino
in un’umile famiglia di contadini: la loro speranza, filtrata dallo sguardo di
innocente ingenuità, di stupore e di scoperta di Martina, la sorellina di otto
anni. Le vicende della guerra e della Resistenza si fondono man mano alla
quotidianità in una faticosa convivenza che non intacca però il senso di
speranza nel futuro e che pare a una svolta positiva con l’imminente
liberazione degli alleati. Ma gli eventi hanno un corso diverso e proprio il
giorno in cui il bambino viene alla luce, le SS scatenano nella zona una
strage. In questa tragedia disumana, la piccola Martina si rende
protagonista di un percorso di speranza. (…)
Dalla ricostruzione delle vicende emerge come protagonista una comunità
che, al di là degli episodi legati alle formazioni partigiane, oppone allo
strapotere nazista una resistenza che, come cita don Giuseppe Dossetti
nell’introduzione bibliografica al libro Le querce di Monte Sole di
monsignor Luciano Gherardi, “…è innanzitutto un atteggiamento morale,
una rivolta interiore contro ogni prevaricazione, ogni violenza eretta a
sistema, ogni sopruso, ogni ingiustizia, ogni ricatto. È tenace affermazione
dei diritti dell’uomo, di ogni uomo, volontà di pace nella libertà;
testimonianza di solidarietà umana al di sopra di ogni discriminazione;
sfida dell’amore all’odio, della fede alla disperazione, della vita alla morte”.
…Il film non è solo storia. Quando finisce sono stato tentato di aggiungere
un punto interrogativo al titolo: L’uomo che verrà? Perché le cose
rischiano sempre di tornare e l’uomo di ripetere gli orrori che l’hanno
preceduto.
Giorgio Diritti
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
La storia
Sulla fine del 1943, dopo l’armistizio firmato dal re e Badoglio con gli
alleati, l’Italia è divisa in due, occupata a sud dall’esercito anglo-americano,
al centro e al nord dai tedeschi, che hanno anche liberato Mussolini e lo
hanno posto a capo di uno stato fantoccio, la cosiddetta Repubblica di
Salò. È in questo periodo che nella zona di Monte Sole, compresa tra il
torrente Setta e il fiume Reno, a una trentina di chilometri a sud di
Bologna, comincia spontaneamente a formarsi una brigata partigiana, la
Brigata Stella Rossa. I partigiani sono i figli e i fratelli dei contadini che
abitano la zona e lavorano la terra a mezzadria per conto dei proprietari
terrieri, che in genere stanno in pianura. Il territorio è boscoso, il terreno
difficile da coltivare e i raccolti scarsi. Le famiglie, spesso numerose, fanno
sempre più fatica perché il fascismo prima e la guerra poi le hanno rese
ancora più povere di quanto non fossero già. I partigiani incarnano un
atteggiamento di ribellione diffuso e nei mesi successivi con le loro azioni
di guerriglia creano grossi problemi a tedeschi e fascisti, già incalzati
dall’avanzata dell’esercito anglo-americano. Il 29 settembre del 1944 le SS
scatenano nella zona una rappresaglia senza precedenti che prosegue nei
giorni successivi, mettendo a ferro e fuoco il Monte Sole. Circa 770
persone, per lo più
bambini,
donne
e
anziani,
vengono
massacrate: un eccidio
immane rimasto nella
storia come “la strage di
Marzabotto”, dal nome
del comune a cui
appartiene la maggior
parte del territorio.
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Martedì 27 luglio
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: L
AC CHE FORMA AL BENE
BENE COMUNE.
Incontro con il Presidente nazionale
Franco Miano
12.15: Celebrazione eucaristica
13:00 Pranzo
14.00: Uscita: TRA LE QUERCE DI MONTE SOLE
Incontro con la Piccola Famiglia
dell2Annunziata
Visita sui luoghi di Monte Sole
19.00: Serata di condivisione insieme alla
Delegazione regionale dell2Emilia Romagna,
alla Presidenza diocesana di Bologna e
all'AC della parrocchia di Sant2Andrea
Apostolo
Saluto di Beatrice Draghetti, Presidente
della Provincia di Bologna
Tra le diverse forme apostoliche dei laici che hanno un particolare rapporto con la
Gerarchia i Padri sinodali hanno esplicitamente ricordato vari movimenti e
associazioni di Azione Cattolica, in cui «i laici si associano liberamente in forma
organica e stabile, sotto la spinta dello Spirito Santo, nella comunione con il
Vescovo e con i sacerdoti, per poter servire, nel modo proprio della loro
vocazione, con un particolare metodo, all'incremento di tutta la comunità cristiana,
ai progetti pastorali e all'animazione evangelica di tutti gli ambiti della vita, con
f edeltà e operosità»(117). [Christif ideles Laici, n.31]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Mercoledì 28 luglio
L’AC CHE FORMA AL BENE COMUNE
Sulla scorta di quanto sentito e condiviso fino a questo punto del campo,
entriamo in questa mattinata nello specifico della nostra associazione in
un confronto amichevole con il presidente nazionale Franco Miano.
08.00: Colazione
08.30: Celebrazione eucaristica presieduta da
mons. Claudio Stagni,
Stagni Vescovo di
Faenza-Modigliana
09.30: GRUPPI GIOVANI… MISSION
MISSION
IMPOSSIBLE?
13.00: Pranzo
15.30: UNO SGUARDO AL PROSSIMO
PROSSIMO
ANNO
- C2è di più, incontro nazionale Acr e
Giovanissimi
- Presentazione della proposta
formativa 2010/2011
- Preparazione dell2Ac alla Settimana
sociale dei cattolici italiani
19.00: Preghiera
19.30: Cena
21.00: Serata conclusiva
A partire, in particolare, da quanto emerso dai laboratori di ieri
pomeriggio, seguiamo tre vie di ragionamento:
• Che cosa significa bene comune? Il punto di vista del presidente
alla luce del lavoro per le prossime settimane sociali di Reggio
Calabria.
• Qual è lo specifico a cui è chiamata l’associazione in questo
ambito? Basta migliorare sempre più l’azione educativa
tradizionale oppure occorre considerare nuove attenzioni?
• Come l’AC forma al bene comune? Spunti concreti a partire dal
ruolo di educatori e responsabili.
Materiali introduttivi
Intervento di Oscar Luigi Scalfaro, Roma, 1997
Vittorio Bachelet, L’AC alla luce del Concilio
Una giovane educatrice ci parla del bene comune, Dvd Giovani 2010
Franco Miano
Presidente dell’Azione Cattolica Italiana dal maggio 2008.
Campano, 49 anni, vive a Pomigliano d’Arco, provincia di
Napoli e diocesi di Nola. Sposato e padre di due figli, è
ordinario di Filosofia morale presso l’Università degli Studi
di Roma Tor Vergata.
I giovani non devono essere considerati semplicemente come l'oggetto della
sollecitudine pastorale della Chiesa: sono di f atto, e devono venire incoraggiati
ad esserlo, soggetti attivi, protagonisti dell'evangelizzazione e artef ici del
rinnovamento sociale. La giovinezza è il tempo di una scoperta particolarmente
intensa del proprio «io» e del proprio «progetto di vita», è il tempo di una
crescita che deve avvenire «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini»
Il pericolo maggiore per noi oggi è che l’Azione
l Azione Cattolica non
solo faccia quello che non deve fare, ma che non faccia
quello che deve fare: la levitazione soprannaturale.
soprannatu rale. [G. Dossetti]
(Lc 2, 52). [Christif ideles Laici, n.46]
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Per ciascuna situazione il gruppo deve individuare e scrivere le 3 “carte
vincenti” per l’equipe diocesana per aiutare a risolvere il nodo
problematico proposto.
GRUPPI GIOVANI... MISSION IMPOSSIBILE?
Obiettivi della mattina
-
-
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Affrontare in chiave propositiva alcuni nodi problematici che
riguardano la nascita e il cammino dei gruppi giovani
Riflettere insieme sul valore e sull’essere gruppo giovani di Ac, e
sulle modalità concrete per vivere l’esperienza e il cammino di
gruppo giovani
Mettere a fuoco il ruolo e le funzioni che le equipe diocesane
possono svolgere per affrontare i nodi problematici
Riflettere insieme sulla formazione degli educatori e su come
mettere in moto le sinergie in associazione
Esperienze (30-45’)
L’insieme delle azioni propositive verranno poi raccolte in uno strumento
agile per la diocesi che possa aiutare i responsabili a promuovere e
sostenere i gruppi giovani.
Pausa (15’)
Plenaria (45’/1h)
Ritorno in plenaria, viene fatta sintesi dell’intera mattinata sulla tematica
dei gruppo giovani.
Risonanze.
In plenaria, racconto di alcuni giovani che hanno vissuto l’attenzione al
bene comune con il proprio gruppo giovani di Ac.
Risonanze sulle esperienze.
Ho cercato la via di una democrazia reale, sostanziale, non
nominalistica. Una democrazia che voleva che cosa? Che voleva
voleva
innanzitutto cercare di mobilitare le energie profonde del nostro
popolo e di indirizzarle in modo consapevole verso uno
sviluppo democratico sostanziale [che miri a favorire]
soprattutto il popolo, non nel senso di solo oggetto dell’opera
politica, ma di
di soggetto consapevole dell’azione politica. E
pertanto la mia azione cosiddetta politica è stata essenzialmente
azione educatrice. Educatrice nel concreto, nel transito stesso
della vita politica. [G. Dossetti, Conversazioni, Milano 1994, pp.12-13]
Laboratori (1h45’/2h)
Immaginatevi di essere l’equipe della vostra diocesi che si trova a riflettere
e discernere su due/tre nodi problematici molto concreti che riguardano la
situazione dei vostri gruppi giovani a cui siete chiamati a dare delle
risposte alle parrocchie.
I diversi nodi recupereranno sia le questioni che riguardano la nascita di
gruppi giovani, sia le dinamiche di gruppo giovani già avviato che abbia una
formazione che comprenda tutte le dimensioni (interiorità – fraternità –
responsabilità – ecclesialità).
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
STRUTTURA DELLA GIORNATA
Incontro Nazionale dei
Ragazzi e dei Giovanissimi
dell’Azione Cattolica
Roma, 30 Ottobre 2010
L’incontro nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, previsto per il 30
ottobre 2010, si inserisce in una tradizione che ha visto nei decenni passati
convenire sulla città di Roma ragazzi giovani e adulti dell’Azione Cattolica.
Il tema dell’incontro è riassunto dallo slogan “C’è di più. Diventiamo
grandi insieme!”. Si tratta, in sintesi, di un appuntamento che si pone
come passaggio importante nel percorso associativo dell’AC nazionale, che
fa proprio il tema della cura educativa delle giovani generazioni.
L’incontro, inoltre, si colloca all’inizio del decennio che i vescovi della
Chiesa Italiana intendono dedicare alla “sfida educativa”. L’AC assume
questo invito coinvolgendo in prima persona le nuove generazioni, con
un’attenzione particolare alla fascia dei preadolescenti. Un segno concreto
che richiama la responsabilità della “trasmissione della vita ai più piccoli”.
L’AC per il suo essere “tra piazze e campanili”, vede in questa sfida
un’occasione per la formazione dei ragazzi nella loro vita di fede, che non è
però disgiunta dal loro essere cittadini del mondo, protagonisti della
comunità cristiana e civile che abitano. Lo slogan invita a guardare alle
giovani generazioni andando oltre i luoghi comuni, e vuole essere un
impegno, detto in prima persona dai ragazzi stessi, per crescere nella
responsabilità e nell’impegno, a partire da tutte le potenzialità positive
presenti in ciascuno di loro, nell’orizzonte della santità.
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L’incontro nazionale prevede due momenti. Il primo, al mattino, da
svolgersi in Vaticano (piazza S. Pietro), ed il secondo, nel pomeriggio, da
svolgersi in due luoghi (piazza di Siena per i ragazzi e piazza del Popolo per
i giovanissimi) capaci di accogliere i ragazzi e i giovanissimi, che
concluderanno separatamente la festa: questi due momenti, caratteristici
anche dei passati incontri nazionali, sottolineano non solo l’aspetto
prettamente ecclesiale del ritrovarsi intorno al S. Padre, ma anche
l’attenzione civile e l’apertura verso la cittadinanza.
SCHEMA DI MASSIMA DELLA GIORNATA
ore 7.00 arrivi
ore 8.00 arrivi e ingresso “da programma” in piazza S. Pietro
ore 9.30 inizio animazione in piazza S. Pietro
ore 11.00 incontro con il S. Padre Benedetto XVI
ore 12.00 inizio partenza da piazza S. Pietro - breve sosta per il pranzo
ore 14.30 inizio animazione in piazza del Popolo e piazza di Siena
ore 17.30 (circa) conclusione e partenze
INCONTRO CON IL S. PADRE BENEDETTO XVI
L’incontro con il S. Padre Benedetto XVI rappresenta per i ragazzi e i
giovanissimi dell’Azione Cattolica il momento centrale dell’incontro
nazionale del 30 ottobre.
Al termine di un cammino preparatorio svolto nelle parrocchie e nelle
diocesi, durante il quale hanno riflettuto su quali siano i “di più” (nelle
persone, nella quotidianità, nello stare insieme, nella comunità,
nell’incontro con Gesù, nella responsabilità), i ragazzi e i giovanissimi di AC
consegnano il proprio impegno al S. Padre e accolgono ciò che egli avrà da
dire loro. Questo sarà un passaggio fondamentale per celebrare il loro
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essere nella Chiesa, e confermare il loro impegno per un cammino verso la
Santità e per la costruzione del bene comune.
parrocchie ad iscriverli non come accompagnatori, ma come partecipanti
giovanissimi, e di spiegare le motivazioni di tale scelta.
FESTA GIOVANISSIMI – PIAZZA DEL POPOLO
È necessario che il numero degli accompagnatori sia adeguato al numero
degli iscritti, evitando così sproporzioni sia in eccesso sia in difetto
(potrebbe essere un buon equilibrio un accompagnatore ogni cinque
ragazzi o ogni cinque giovanissimi).
Nel momento di settore, attraverso musica, testimoni ed esperienze, i
ragazzi saranno invitati a riflettere sul “di +” delle nostre vite: l’incontro
personale con il Signore che cambia il nostro modo di amare gli altri e il
mondo attorno a noi.
Dopo un momento di accoglienza in piazza , incontreremo protagonisti del
mondo del cinema, della danza, della musica, dello sport e uomini che si
impegnano ogni giorno per il bene comune che ci racconteranno il “di +”
che vivono nella loro esperienza. Concluderemo con un concerto finale.
I giovani e gli adulti che vorranno prendere parte all’evento e non
potranno essere accompagnatori, potranno dare la loro disponibilità come
volontari per l’organizzazione dell’evento. Il termine di iscrizione è già
scaduto, ma per dare maggior possibilità a tanti di partecipare come
volontari a questo evento, abbiamo deciso di allungare il termine di
volontari scadenza al 1° settembre. Sul sito ci sono tutte le indicazioni di
cosa significa concretamente e i moduli per effettuare la richiesta.
GLI ACCOMPAGNATORI
NOTE TECNICHE
Riteniamo sia importante approfondire la tematica degli accompagnatori
e la presenza degli educatori all’Incontro nazionale per portare chiarezza
rispetto alle modalità di partecipazione.
Naturalmente è indispensabile che i ragazzi e i giovanissimi siano
accompagnati da persone maggiorenni e responsabili: potranno essere gli
educatori maggiorenni Acr, gli educatori Giovanissimi, i genitori dei
partecipanti, altri giovani e adulti della parrocchia, il sacerdote o altre
figure che si mettono a disposizione per questa responsabilità.
I giovanissimi che durante l’anno svolgono anche un servizio per l’Acr sono
fortemente invitati a vivere nel pomeriggio la “festa giovanissimi”, in
piazza del Popolo, con i loro coetanei. È importante che le diocesi e le
parrocchie permettano ai giovanissimi che svolgono un servizio nell’Acr di
non rinunciare ad un momento dedicato alla loro formazione,
assicurandosi che gli acierrini siano accompagnati in Villa Borghese da un
numero sufficiente di giovani e adulti. Invitiamo dunque le diocesi e le
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Scadenze per le iscrizioni e relative quote:
1. 30 maggio, quota € 8,00.
2. 15 settembre, quota € 10,00.
3. per le iscrizioni che arriveranno dopo il 15 settembre la quota sarà
di € 12,00.
Per questioni organizzative i partecipanti che si iscriveranno dopo il 30
settembre dovranno ritirare i vari materiali direttamente il giorno
dell’incontro.
Questa scansione di tempo vale anche in caso di iscrizioni effettuate in
diversi momenti: in sostanza una stessa diocesi potrà ritrovarsi a pagare 3
quote diverse in base alle date in cui le comunica e le integra.
Le iscrizioni potranno essere effettuate solo ed esclusivamente attraverso
il referente diocesano per l’incontro diocesano, scelto dalla Presidenza
diocesana, e unica interfaccia con l’organizzazione nazionale. Ovviamente,
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
è il riferimento unico sia per l'Acr sia per il settore Giovani. Al referente
diocesano è chiesto di stimolare e raccogliere le adesioni delle associazioni
parrocchiali di Ac, dei gruppi non associativi, dei gruppi appartenenti ad
altre associazioni, movimenti, istituti religiosi, scuole ecc.
Per quanto riguarda invece il pernottamento per i gruppi diocesani più
lontani, che necessariamente dovranno sostare una o due notti a Roma,
l’organizzazione sarà competenza delle diocesi stesse. Tuttavia, per
facilitare la partecipazione, è stato siglato un accordo con l’Opera Romana
Pellegrinaggi (ORP, l’organismo istituzionale del Vicariato di Roma che
opera per la promozione e organizzazione di pellegrinaggi). In base a tale
accordo, l’ORP si occuperà di individuare diverse possibili sistemazioni in
strutture ricettive, più o meno economiche e più o meno vicine a seconda
delle esigenze delle diocesi. Potete scrivere a: [email protected].
Per sistemazioni più “spartane” - palestre, scuole, strutture polifunzionali,
ecc. - , è possibile, invece, rivolgersi alla Delegazione regionale dell’Azione
Cattolica del Lazio scrivendo a [email protected] La Delegazione
regionale, infatti, si è resa disponibile per fare da ponte con le opportunità
che saranno offerte nelle diocesi.
Navigare nel sito http://cedipiu.azionecattolica.it per:
- informazioni sui compiti del referente diocesano e i contatti
- inno dell'Incontro nazionale
- reclutamento volontari
- tutte le newsletter informative
- assicurazione
- interattività per i partecipanti alla festa
- gadget dell’incontro
- materiale promozionale
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
PRESENTAZIONE PROPOSTA FORMATIVA
2010-2011
Cammini formativi… e missionari!
Spunti per la condivisione
Dunque, non possiamo sottrarci a questa missione. Come figli della luce,
non possiamo accontentarci della gioia che ci dà la chiarezza della luce del
Cristo; e neppure limitarci ad accogliere quella chiarezza come lucerna per i
nostri passi: «lucerna pedibus meis verbum Tuum». Siamo chiamati a
irradiare quella luce. Se non lo facessimo, saremmo inutili come una
lampada posta sotto il moggio; anzi si può dire che se siamo veramente
accesi dalla luce di Cristo non possiamo non irradiarla: «non potest civitas
abscondi supra montem posita». I modi di questa irradiazione, le risposte
concrete a questa vocazione di figli della luce potranno essere
diverse:missionari in terre pagane, o in paesi di antica civiltà cristiana;
catechisti in terra di missione, o alla periferia di Roma o di Milano, nelle
fabbriche, nelle scuole, nelle cascine; testimoni con il martirio o con la
propria vita di ogni giorno, familiare, professionale e sociale; monaci o
«militanti» di Azione Cattolica: ma sempre, in ogni caso lampade accese
per Dio e per il mondo. [Vittorio Bachelet]
Penso comunque che la nostra riflessione guadagnerebbe in chiarezza se
non ci fermassimo alla domanda sul “perché”, ma indagassimo anche
sull’“affinché”, sullo spazio della finalità. Il credente, infatti, non dovrebbe
porsi solo il problema dei motivi del proprio credere – con il rischio di
ridurre la domanda a una questione di un calcolo di costi e benefici – e
nemmeno delle “radici”, ma anche quello dei frutti, del sapere che ne ha
fatto, che ne fa ogni giorno della propria fede, che “segno” pone di una
realtà invisibile che gli altri uomini possono percepire solo attraverso
testimonianze visibili e “credibili”, autorevoli perché autentiche. A ben
poco, infatti, servono proclami solenni di convinzioni astratte se queste non
Per qualsiasi informazione, scrivete a: [email protected].
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
sanno calarsi in un vissuto umanissimo che testimoni di quella speranza
nella vita più forte della morte. [Enzo Bianchi]
•
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Giovedì 29 luglio
I due brani citati evidenziano la comune vocazione dei cristiani alla
missione, che deve essere alimentata dalla formazione. Nei
cammini formativi i gruppi si soffermano più sul perché o più
sull’affinché, più sull’accoglienza della chiarezza o sull’irradiazione
della luce? Sanno generare testimonianze autorevoli perché
autentiche, lampade accese per Dio e per il mondo?
•
Il modulo della fraternità del sussidio giovani propone quest’anno
un’esperienza concreta di evangelizzazione, da realizzare in diversi
passi sia personali che di gruppo. Pensi sia un’esperienza attuabile
nei nostri gruppi? Quali potrebbero essere le maggiori difficoltà?
Come superarle?
•
Spesso i gruppi giovani tendono ad assottigliarsi nel corso degli
anni piuttosto che ad aggregare nuovi giovani. Cosa manca ai
nostri gruppi perché siano più attrattivi? Le esperienze rivolte
all’esterno del gruppo (comunità, territorio, ecc.) proposte negli
ultimi anni nei sussidi sono uno strumento utile in tal senso?
•
«Siamo missionari con le nostre comunità, aiutandole ad aprirsi, ad
accogliere, a rendersi più sensibili alla vita delle persone» (dal
Progetto Formativo, par. 4.1). Cosa manca alle nostre comunità
per essere accoglienti nei confronti dei giovani? In che modo il
gruppo giovani di Ac può contribuire?
08.00: Colazione
08.30: Preghiera
09.00: TESTIMONI DI SANTITÀ:
Giuseppe Dossetti.
Incontro con suor Agnese Magistretti,
Magistretti
della Piccola Famiglia dell2Annunziata
11.00: Conclusioni dei Vicepresidenti del
Settore Giovani e della Segretaria
del Movimento studenti
11.30: Celebrazione eucaristica presieduta
da mons. Domenico Sigalini,
Sigalini
Assistente ecclesiastico generale
dell2Azione Cattolica Italiana
12.30: Pranzo e partenze
La dignità dei fedeli laici ci si rivela in pienezza se consideriamo la prima e
fondamentale vocazione che il Padre in Gesù Cristo per mezzo dello Spirito
rivolge a ciascuno di loro: la vocazione alla santità, ossia alla perfezione della
carità. Il santo è la testimonianza più splendida della dignità conf erita al
discepolo di Cristo. [Christif ideles Laici, n.16]
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
“HO IMPARATO A GUARDARE LONTANO”
Giuseppe Dossetti
Ognuno deve guardare (…) a quale via lo
spinge il suo cuore, e poi scegliere quella
con tutte le sue forze. (…) Escludo ogni
pretesa che la via da me seguita (…) sia
l’unica forma di servizio divino, ma a un
certo punto bisogna porre fine alle
esperienze, scegliere e sposarsi, con una
decisione forte e definitiva. (…) Al
termine di ogni via, c’è la scoperta
dell’amore del Padre per noi in Cristo
(…). Questo mistero non può essere
avvicinato con la mente soltanto, ma
con tutto l’essere, perché investe tutto
l’essere nostro.
[Dis corso dell ’Archi ginnasio,
Bologna 22 febbraio 1986]
Genova, 13 febbraio 1913 - Oliveto di Monteveglio, Bologna, 15 dicembre 1996
Da giovane si iscrisse all'Azione Cattolica e a soli ventuno anni si laureò in
giurisprudenza. Animato da profonde convinzioni politiche e morali,
antifascista, partecipò alla Resistenza e divenne Presidente del Comitato di
Liberazione Nazionale di Reggio Emilia, pur rifiutando sempre di usare le
armi. Al termine del regime, divenne professore incaricato di Diritto
ecclesiastico all'Università di Modena. Nel 1945 divenne vicesegretario
della Democrazia Cristiana e poi fu eletto alla Costituente. Sempre nel
1946, con Amintore Fanfani, Giorgio La Pira e Giuseppe Lazzati fondò
l'associazione Civitas Humana. Abbandonò la politica attiva nel 1951, ma
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
ancora cinque anni dopo gli venne chiesto di candidarsi a sindaco di
Bologna. Il 6 gennaio 1956 pronunciò i voti religiosi dopo che, pochi mesi
prima, le autorità ecclesiastiche avevano approvato la regola della
comunità monastica della “Piccola Famiglia dell'Annunziata” da lui
fondata, basata su “silenzio, preghiera, lavoro e povertà”. Dossetti
ricevette tre anni dopo l’ordinazione presbiterale. Negli anni ‘60 partecipò
ai lavori conciliari quale collaboratore del cardinale Lercaro. Negli anni la
comunità da lui fondata si espanse: dalla prima sede nei pressi di Bologna,
alla Terrasanta, dalla Giordania a Casaglia di Monte Sole, frazione di
Marzabotto, che negli anni della guerra era stata teatro dell’eccidio
nazista. Proprio insieme a questi martiri Giuseppe Dossetti ha voluto fosse
l’ultima dimora dei suoi resti mortali.
Giuseppe Dossetti. La fede e la storia
Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Giuseppe Dossetti (1913-1996),
una figura che continua spesso ad essere evocata più con semplificazioni e
con intenti polemici che per un reale interesse a comprenderne la
ricchezza intellettuale e l'intensità di fede. Questo può essere anche
favorito da un dato che è evidente a chiunque ripercorra la biografia di
Dossetti: una vita, cioè, davvero straordinariamente singolare nel suo
sviluppo e nei suoi esiti e che può apparire anche costituita dal succedersi
di drastiche cesure e abbandoni. Dopo una formazione da studioso del
diritto canonico, svolta in parte presso la prestigiosa Università Cattolica
del S. Cuore, Dossetti si era trovato coinvolto nella lotta resistenziale e
subito dopo, appena trentatreenne, era stato eletto all’Assemblea
costituente. C’era stato quindi l'impegno intensissimo ai vertici della
Democrazia Cristiana per fare di questo partito il motore di un profondo
rinnovamento sociale e politico dell'Italia. Su questo versante Dossetti e
suoi seguaci incontrano resistenze e incomprensioni: al fondo della loro
azione resta la persuasione del pericolo non superato per l’Italia del
coagularsi di quelle stesse forze conservatrici che avevano consegnato
vent'anni prima il paese nelle mani di Mussolini. Nel 1952 c'è dunque
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
l'abbandono della scena politica e la scelta di dedicarsi, con un gruppo di
giovani, allo studio delle scienze religiose (una disciplina ormai scomparsa
da decenni dalle Università italiane); parallelamente si forma l’embrione
della Piccola Famiglia dell'Annunziata, la comunità di fratelli e sorelle coi
quali trascorrerà gli ultimi quarant'anni della propria vita. Ma nel 1956
ecco quello che appare un ritorno sui propri passi: accetta, assecondando il
volere del suo arcivescovo, la candidatura per la D.C. come sindaco di
Bologna. Dossetti perde, ma questo non riduce il suo impegno nei banchi
dell'opposizione. Nel 1959 viene ordinato sacerdote e nel 1962 viene
coinvolto dal card. Lercaro nel Concilio Vaticano II convocato da Giovanni
XXIII. Realizzare il Concilio significa, per Lercaro, ripensare radicalmente la
vita della diocesi bolognese; implica soprattutto assumere sino in fondo
l'impegno per la pace in un mondo in cui deflagra la guerra del Vietnam.
Dopo le dimissioni di Lercaro, Dossetti passa al silenzio. Nel 1972 sceglie di
trasferirsi in Terra Santa. Sono gli anni della passione di Dossetti: anni nei
quali tutte le sue speranze e i suoi desideri si purificano nel silenzio e nella
sofferenza: tanto per la difficile condizione della Chiesa nella fase
postconciliare, quanto per la condivisione della vita di un popolo, quello
palestinese, che per altro verso vive una passione storica. Poi, dalla metà
degli anni Ottanta, c'è una ripresa degli interventi di Dossetti in pubblico,
una sempre più frequente presenza in Italia, sino ai duri moniti rivolti alla
classe politica nel momento in cui viene presa in considerazione una
revisione del testo della Costituzione.
Dunque una vita intensa, vissuta in ambiti estremamente differenziati.
Così, si è banalizzata più volte la scelta religiosa di Dossetti giudicandola la
conseguenza più naturale che un giovane brillante ed esigente, deluso
nelle sue aspettative politiche, poteva trarre. Nel bellissimo discorso
tenuto all’Archiginnasio di Bologna nel 1986, forse il testo più significativo
per vedere come Dossetti guardava alle varie tappe della propria vita, egli
smentiva decisamente questa ipotesi: la vita che ho condotto, affermava il
monaco Dossetti, «è stata spesso in tesi generale e ancor più nel mio caso
particolare rappresentata come una fuga dal mondo o, più banalmente,
come conseguenza di delusioni e di amarezze patite. [Considero tutti gli
anni antecedenti e tutti gli impegni relativi come anni preziosi, ricchi di
doni e di frutti: non rinnego nulla, ma di tutto ringrazio Dio come di una
preparazione provvidenziale ed efficace che poteva e doveva avere uno
sviluppo coerente e maturo nella vita che con serena e molto consapevole
deliberazione ho deciso di vivere, non abdicando ma ricapitolando e dando
un significato ulteriore in essa a tutte le precedenti tappe della mia
esistenza». Ricapitolazione, dunque. È significativo che Dossetti avesse
impiegato questo termine: lo stesso che indicava nell'antichità il gesto con
il quale il sacerdote riavvolgeva il rotolo della Torah intorno ad uno dei
suoi bastoni. In questo modo è forse lo stesso Dossetti che ci indica in che
modo possiamo ripensare alla sua esperienza di vita: senza strappi o
cesure, ma realmente come a un avvicendarsi di stagioni che alla fine
trovavano il perno nello sforzo di vivere sino in fondo il vangelo. In futuro,
dirà poco prima di morire non avremo più il conforto dei piccoli nidi sociali,
delle ultime nicchie che facevano un certo tepore. Di fronte alle difficoltà
dovremo esclusivamente contare sulla Parola del Signore, sull'Evangelo
riflettuto, meditato, assimilato. Siamo destinati a vivere in un mondo che
richiede la fede pura e nuda.
di Enrico Galavotti
Istituto Scienze Religiose di Bologna
Articolo tratto da “Nuova responsabilità”, Ave 2006
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CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
Mons. Domenico Sigalini
Nato a Dello, nella diocesi di Brescia, il 7
giugno 1942, ha compiuto gli studi liceali e
teologici nel Seminario di Brescia e ha
ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 23 aprile
1966. Nel 1971 si è laureato in Matematica
all'Università degli Studi di Milano e nel 1991
è stato chiamato a Roma come Responsabile
del Servizio Nazionale per la pastorale
giovanile della CEI, incarico che ha
mantenuto fino al 2001, quando è stato
nominato
Vice-Assistente
Ecclesiastico
Generale dell'Azione Cattolica Italiana; il 24
marzo 2005 è stato eletto alla sede vescovile
di Palestrina e ordinato vescovo il 15 maggio
dello stesso anno; dal 3 novembre del 2007 è
assistente ecclesiastico generale dell'Azione
Cattolica Italiana e di recente è stato
nominato presidente della Commissione
episcopale per il laicato.
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
PER UNA BIBLIOGRAFIA MINIMA…
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La seconda condizione è la gratuità, la non professionalità
dell’impegno.
dell impegno. Dove incomincia una professionalità dell’impegno
cessa anche la parvenza di una missione e la possibilità stessa di
avere realmente qualcosa da fare. Sono allora possibili tutte le
degenerazioni (1993). [G. Dossetti]
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Augé Ma rc, L’immaginario della città. Dalla storia alla globalizzazione (Lezione
magistrale), Fes ti val Filosofia , Modena 2009, (Paginette)
Bianchi Enzo, L’altro siamo noi, Einaudi , Torino 2010, pp. 82
Bianchi Enzo, Cristiani nella società, BUR, Milano 2003, pp. 202
Caselli Lorenzo, Globalizzazione e bene comune. Le ragioni dell’etica e della
partecipazione, La voro, Roma 2007, pp. 166
Col ombo Ghera rdo, Sulle regole, Feltri nelli, Milano 2008, pp. 156
Comi ta to Scienti fi co e Organizza tore delle Settimane Sociali dei Ca ttoli ci Italiani,
Cattolici nell’Italia di oggi. Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese. Documento
preparatorio per la 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Reggio Calabria, 14-17
ottobre 2010, Dehoniane, Bologna 2010, pp. 56
Dalla Torre Giuseppe, Miano Franco, Truffelli Ma tteo (a cura di), Cittadinanza e
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La zza ti Giuseppe, Chiesa, cittadinanza e laicità, a cura dell ’Azi one Ca ttoli ca
Ambrosiana , In Dialogo, Milano 2009, pp. 96
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Va cca ri Fra nco, Portici. Politica vecchia nuova passione, prefa zione di Sergio Valza nia,
postfa zione di Rodolfo Cetoloni , AVE, Roma 2007, pp. 96 (Le tessere e il mosaico)
Za magni Stefano, Crisi economica, crisi antropologica. L’uomo al centro del lavoro e
dell’impresa, Il Cerchio, Rimini 2010, pp. 48
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC
PROGRAMMA
Sabato 24 luglio
16.00:
arrivi e accoglienza
18.30:
LUCI SULLA CITTÀ...
Introduzione e benvenuto al campo
20.00:
Cena
21.30:
DIO NON È NEUTRALE. MAI!
Celebrazione iniziale
Domenica 25 luglio
08.00:
Colazione
08.30:
Preghiera
09.00:
IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO
Incontro con don Antonio
Mastantuono
12.00:
Celebrazione eucaristica
13.00:
Pranzo
15:00:
AC e Pastorale giovanile.
Incontro con don Nicolò Anselmi
16.00:
DISCERNERE IL BENE E
PERSEGUIRLO… INSIEME!
Giochi di ruolo
19.00:
Conclusioni sul gioco
19.30:
Vespri
20.00:
Cena
21.30:
Animazione
Lunedì 26 luglio
08.00:
Colazione
08.30:
Preghiera
09.00:
FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI
AL BENE COMUNE.
Tavola rotonda con:
mons. Giovanni Ricchiuti,
Marco Rossi Doria,
Sandro Calvani.
11.30:
Dibattito
12.15:
Celebrazione eucaristica
13.00:
Pranzo
15.30:
GIOVANI E BENE COMUNE. NODI E
OPPORTUNITÀ.
19.00:
Vespri
19.30:
Cena
20.30:
“L’UOMO CHE VERRÀ”
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Incontro con lo sceneggiatore
Giovanni Galavotti
Martedì 27 luglio
08.00:
Colazione
08.30:
Preghiera
09.00:
L’AC CHE FORMA AL BENE
COMUNE.
Incontro con il presidente
nazionale Franco Miano
12.15:
Celebrazione eucaristica
13:00
Pranzo
14.00:
Uscita: TRA LE QUERCE DI
MONTE SOLE
Mercoledì 28 luglio
08.00:
Colazione
08.30:
Celebrazione eucaristica
presieduta da mons. Claudio
Stagni
09.30:
GRUPPI GIOVANI… MISSION
IMPOSSIBLE?
Laboratori
13.00:
Pranzo
15.30:
UNO SGUARDO AL PROSSIMO
ANNO
19.00:
Preghiera
19.30:
Cena
21.00:
Serata conclusiva
Giovedì 29 luglio
08.00:
Colazione
08.30:
Preghiera
09.00:
TESTIMONI DI SANTITÀ:
Giuseppe Dossetti.
Incontro con suor Agnese
Magistretti
11.00:
Conclusioni
11.30:
Celebrazione eucaristica
presieduta da mons. Domenico
Sigalini
12.30:
Pranzo e partenze
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