CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Libretto di campo 2 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC FILO ROSSO L’Azione Cattolica ha come fine fondamentale la formazione cristiana delle coscienze. La coscienza, ogni giorno, si confronta con la vita. E la nostra vita, evidentemente, non è solo mondo interiore. Anzi, essa consiste per la massima parte di relazioni, luoghi e tempi che condividiamo con altre persone. La ricerca del bene comune, dunque, non può essere il “pallino” di pochi. L’esistenza stessa ci impone una costante cura della convivenza civile. È la centralità dell’altro, perno della vita credente, che ci impone di occuparci di un bene più ampio di quello personale. È per questo motivo che l’Azione Cattolica ha l’ambizione di non marginalizzare, nei percorsi formativi, i temi della cittadinanza e della partecipazione. Non solo: l’AC desidera suscitare ampie e generose vocazioni al servizio, che possono concretizzarsi, secondo i talenti di ciascuno, nel servizio educativo, caritatevole, sociale, culturale, politico… Non possiamo però nasconderci che spesso si fa fatica a portare in gruppo, e in associazione, contenuti e tematiche che guardano al territorio locale, alla vita del Paese, alle grandi domande etiche. Si fa fatica ad appassionare le giovani generazioni a temi che apparentemente sembrano lontani dalla fede, ma che in realtà ne rappresentano il banco di prova. Scoraggiati da queste analisi, talvolta non si ha nemmeno il coraggio di osare. Ma per l’Azione Cattolica l’attenzione al bene comune si inscrive in quell’idea di laico corresponsabile della Chiesa e della società alla quale è impossibile rinunciare. Per questo motivo, il campo Giovani sarà caratterizzato da due atteggiamenti: un positivo senso del dovere («non possiamo più eludere questi temi») e un altrettanto positivo entusiasmo («la Chiesa e il Paese ci chiedono di essere protagonisti e artefici del nostro presente e del nostro domani»). Ci poniamo nel solco degli “Appunti per una Regola di vita spirituale”, che ci incitano ad una testimonianza coerente, fondata sulla preghiera, formata nelle relazioni ed espressa in modo maturo e consapevole nei luoghi della vita. 3 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Tenendo fede allo stile associativo, che prima di tracciare bilanci, analisi e soluzioni ci impone di porci di fronte al Signore con la nostra nuda vita, partiremo dal tema del discernimento. Una prassi personale e comunitaria che troviamo ampiamente nell’Antico e nel Nuovo Testamento, patrimonio per lunghi secoli della cristianità, ma che oggi ha un bisogno evidente di nuovo slancio. La capacità di guardarsi dentro, e di guardare al mondo insieme agli altri, è un bene prezioso che non si può dilapidare. Da questo punto di vista, l’esperienza associativa, se ben fatta, ci pone su un binario privilegiato. Già nella preghiera della prima sera ci interrogheremo su cosa significa discernere in una dinamica personale, mentre nella prima mattinata don Antonio Mastantuono, assistente nazionale MIEAC, ci aiuterà a comprendere la matrice biblica del discernimento comunitario. Seguiranno, nella giornata, esercizi pratici per riabituarci all’arte – e alle difficoltà - del decidere nella prospettiva della comunione. Nel secondo giorno pieno di campo, la presenza di un vescovo, di un laico credente e di un laico proveniente da altre esperienze culturali e religiose, ci aiuteranno a definire meglio il concetto di bene comune, i punti fondamentali su cui verte la formazione delle giovani generazioni, le sfide concrete che sono dinanzi alla Chiesa e alla società. La tavola rotonda, siamo certi, metterà molta carne a cuocere, e sarà un patrimonio che sapremo valorizzare nei giorni successivi. Conosceremo mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Acerenza, il maestro di strada Marco Rossi Doria e il direttore del Centro asiatico di eccellenza sugli obiettivi di sviluppo del millennio Sandro Calvani. Storie diverse, accomunate da una medesima passione per la città dell’uomo. Il confronto con i relatori riporta inevitabilmente alla vita associativa. Siamo chiamati nel pomeriggio che segue la tavola rotonda ad un grande sforzo laboratoriale perché la formazione al bene comune non sia uno “spuntino” nella vita dei gruppi, né un’attività da farsi in subordine ad altre di natura “più religiosa”. Vogliamo scoprire anche che per l’AC interessarsi al bene comune è una delle strade maestre per aprire le porte dell’associazione e dei gruppi ad altre persone e, nel nostro caso, ad altri giovani. Nonostante tante analisi che registrano apatia e disinteresse, osserviamo direttamente che nelle nuove generazioni sono sempre accese 4 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC la fiamma della giustizia, della pace, della verità, del merito… E sta a noi mostrare il volto di un’AC e di gruppi che parlano alla vita, e che sanno farsi plasmare dalla vita stessa. Di tutto questo parleremo, la mattina seguente, con il presidente Franco Miano, all’inizio di un anno che l’AC dedica completamente al bene comune e alla luce dell’imminente Settimana sociale dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre). Ancora più significativo sarà ribadire, con il presidente, il significato profondamente democratico e civile che assume l’anno assembleare dell’AC, con il rinnovo – non formale – delle responsabilità e delle motivazioni al servizio. In questo “filo rosso” che ci presenta il campo siamo già giunti al meritato pomeriggio di riposo. Raggiungeremo Monte Sole, visiteremo i luoghi segnati dal terribile eccidio nazista, ma anche dal raggio di sole della testimonianza di Giuseppe Dossetti e della Piccola Famiglia dell’Annunziata. Tra l’altro avremo il piacere, la sera precedente, di incontrare Giovanni Galavotti, sceneggiatore del film “L’uomo che verrà”. L’“uscita” non è sganciata dal percorso generale, ma ci immerge pienamente nella storia e nei territori che ospitano il campo nazionale. La sera vivremo un momento di condivisione con la delegazione regionale dell’Emilia Romagna, la presidenza diocesana di Bologna e l’AC parrocchiale di Sant’Andrea apostolo. Verrà a farci visita Beatrice Draghetti, presidente della provincia di Bologna. La ripresa, nell’ultimo giorno pieno di campo, ci porterà a confrontarci sul “nodo associativo” che deriva dal tema della formazione al bene comune: la cura e la proposta di gruppi Giovani che siano luoghi aperti, in cui si cercano e si incontrano diverse sensibilità ed esperienze. Un gruppo Giovani che non si riduca ad un gruppo di educatori e responsabili, ma che abbia un respiro ampio, che sappia essere attraente per le relazioni che propone, per la comunione che si respira, per la ricchezza e completezza dei contenuti formativi, per le esperienze concrete che propone. Chiederemo ai responsabili diocesani una grande attenzione e un notevole sforzo per mettere la proposta per i giovani al centro del nuovo anno associativo. Cosa tanto più significativa nell’anno che ci porta a “C’è di più”, in cui protagonisti saranno i giovanissimi e i ragazzi dell’Acr. Se il 30 ottobre esalta il protagonismo dei più piccoli dell’associazione, desideriamo che l’intero anno 2010/2011 possa essere dedicato, nell’impegno ordinario, ad una forte proposta per i Giovani. L’ultimo pomeriggio sarà dedicato alla presentazione dei cammini formativi 2010/2011, al bel cammino che stiamo compiendo con l’Acr e tutta l’associazione in preparazione a “C’è di più”, e all’impegno dell’Azione Cattolica per la Settimana sociale dei cattolici di Reggio Calabria. Come ormai tradizione, nell’ultima mattinata, prima dei saluti e delle conclusioni, desideriamo metterci nelle mani di un testimone di santità. Suor Agnese Magistretti ci accompagnerà a conoscere la figura esemplare di Giuseppe Dossetti, che con la ricchezza delle sua esperienza sociale e spirituale ci indica, nel concreto, la strada e lo stile del bene comune. Sentiremo al nostro fianco l’affetto della Chiesa: ci farà visita nell’ultimo giorno l’assistente nazionale, mons. Domenico Sigalini, incontreremo il vescovo di Faenza-Modigliana, mons. Claudio Stagni, e sarà presente don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio nazionale di Pastorale Giovanile, a lui va la nostra gratitudine per i tanti segni di stima e di incoraggiamento rivolti ai giovani di Azione Cattolica. Inoltre, avvertiremo la vicinanza concreta della delegazione regionale di AC dell’Emilia Romagna, nonché delle associazioni diocesane che ci ospitano nei vari momenti del campo. Infine, una scelta: accompagnare ogni giorno con frasi della Christifideles laici, esortazione apostolica post-sinodale scritta da papa Giovanni Paolo II nel 1988. Ci serviranno per tenere a mente l’obiettivo del campo: essere e formare laici a tutto tondo, innamorati di Cristo, della Chiesa e della Città. 5 La sostanza ultima dell’oracolo della sentinella è al di fuori di ogni ambiguità: Convertitevi! La radice ebraica impiegata nel libro di Isaia significa per sé “ritornare“ ritornare “. Ma può esprimere anche, specificamente, il rivolgersi a Dio, cioè la conversione. Secondo la sentinella non si tratta tanto di cercare nella notte rimedi esteriori più o meno facili, ma anzitutto di un trasformarsi interiormente, di un dietrofront intimo, di un voltarsi positivo verso il Dio della salvezza. salvezza. [Sentinella, quanto resta della notte?, G. Dossetti] 6 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Sabato 24 Luglio CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Domenica 25 Luglio 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO COMUNITARIO Incontro con don Antonio Mastantuono, Mastantuono Assistente ecclesiastico nazionale del MIEAC 12.00: Celebrazione eucaristica 13.00: Pranzo 15:00: AC E PASTORALE GIOVANILE GIOVANILE Incontro con don Nicolò Anselmi, Anselmi direttore del Servizio nazionale di Pastorale giovanile della CEI 16.00: DISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO… PERSEGUIRLO… INSIEME! Giochi di ruolo 19.00: Conclusioni sul gioco 19.30: Vespri 20.00: Cena 21.30: Animazione 16.00: arrivi e accoglienza 18.30: LUCI SULLA CITTÀ CITTÀ ... Introduzione e benvenuto al campo a cura dei Vicepresidenti del Settore Giovani e della Segretaria nazionale del Movimento studenti 20.00: Cena 21.30: DIO NON È NEUTRALE. MAI! Celebrazione iniziale La vita secondo lo Spirito, il cui frutto è la santif icazione, suscita ed esige da tutti e da ciascun battezzato la sequela e l’imitazione di Gesù Cristo, Il «discernimento», di cui parla più volte l'apostolo Paolo, non è solo nell’accoglienza delle sue beatitudini, nell’ascolto e nella meditazione della valutazione delle realtà e degli avvenimenti alla luce della fede; è anche parola di Dio. [Christif [Christif ideles Laici, n.11] decisione concreta e impegno operativo, non solo nell'ambito della Chiesa ma anche in quello della società umana. [Christif ideles Laici, n.51] 7 8 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO Don Antonio Mastantuono Comodo pensare da soli, decidere da soli, agire da soli: si risparmia tempo, si seguono le proprie priorità, i propri metodi… e poi i meriti, nel caso vada tutto bene, sono miei, i demeriti di chi non mi segue… Ma se vogliamo davvero essere parte attiva nella costruzione del bene comune, nella vita dell’associazione, nella Chiesa, nei territori, dobbiamo imparare quell’“insieme” che richiede fatica, tempi, anche conflitti. Un “insieme” che spesso richiede passi indietro personali, e passi avanti collettivi… Ma il valore più grande dell’“insieme” è un altro: permette di inquadrare le questioni da diversi punti di vista, di moltiplicare le possibili soluzioni, di tenere conto di tutte le esigenze e le sensibilità. Nato a Larino nel 1954 e ordinato presbitero il 13 agosto 1977 è parroco presso la parrocchia della Beata Maria Vergine delle Grazie in Larino e Canonico del Capitolo della Cattedrale. Già assistente nazionale del MLAC nel triennio 2005-2008, nel 2009 è stato nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana assistente nazionale del Movimento di impegno educativo dell'Azione Cattolica. Docente di Teologia Pastorale alla Pontificia Università Lateranense e alla Facoltà teologica dell'Italia Meridionale, è fondatore e presidente dell'associazione di volontariato "Il Melograno", impegnata da anni nel servizio agli anziani, ai disabili e ai minori. Ha recentemente curato per l'editrice AVE il volume "Un prete che educa L'assistente di Azione cattolica: uomo di relazioni, esperto in umanità". Specie quando il discorso riguarda un bene superiore a quello personale, è necessario assumere lo stile e la pratica del “discernimento comunitario”. Uno stile e una prassi che troviamo ampiamente nella Parola, un’eredità feconda che viene dalla storia stessa della Chiesa. Non solo: i migliori momenti del nostro Paese (si pensi alla Costituzione) sono frutto di un ampio e complesso “discernimento comunitario” che ha visto riconoscersi reciprocamente culture ed esperienze diverse. La missione della Chiesa e del cristiano verso gli uomini ed elettivamente i più piccoli, i più bisognosi e i più peccatori non è un fatto organizzativo: deve scaturire dal pasto sacramentale e sacrificale con il crocifissocrocifisso -Risorto. Risorto . [G. Dossetti] Oggi vogliamo imparare l’arte del discernimento: la mattina incontreremo un amico che ci guiderà nella comprensione di questa pratica, ancorandola alle Sacre Scritture, nel pomeriggio ci cimenteremo in casi concreti attraverso i quali sperimenteremo tutte le fatiche, e tutte le soddisfazioni, del “decidere insieme”. Buon discernimento! 9 10 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Azione Cattolica e Pastorale giovanile: DISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO… prospettive di lavoro comune INSIEME! Sulla base dei questionari relativi al rapporto tra Azione cattolica e Pastorale giovanile, sui quali le equipe diocesane hanno lavorato recentemente, abbiamo individuato tre nodi significativi che vogliamo mettere al centro del confronto del pomeriggio: • La centralità della consulta di Pastorale giovanile che l’Ac sostiene e alla quale partecipa, impegnandosi per la comunione, cercando l’equilibrio tra pensiero e azione e curando la chiarezza dei rapporti. • La cura della formazione degli educatori di gruppi giovanili come impegno da condividere, cercando l’ equilibrio tra momenti per tutti e i necessari momenti di formazione associativa finalizzati a illustrare i fini del progetto formativo, le specifiche modalità di accompagnamento dell'Ac, il profilo dell'educatore associativo. • Condividere e lavorare insieme per il fine della formazione associativa all’interno della Pastorale giovanile delle nostre Chiese: formare laici consapevoli, capaci di una testimonianza autentica non solo “ad intra”, ma nella vita ordinaria e nei luoghi che abitiamo. Don Nicolò Anselmi Nato nel 1961 e ordinato presbitero nel 1992, già incaricato per la Pastorale giovanile dell'Arcidiocesi di Genova e della Liguria, è dal 2007 responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza Episcopale italiana. 11 Discernimento comunitario: nodi, modalità, strumenti Il discernimento comunitario si delinea come espressione dinamica della comunione ecclesiale e metodo di formazione spirituale, di lettura della storia e di progettazione pastorale. Richiede, affinché sia autentico, che ogni cristiano si muova nell’umile ricerca della volontà di Dio, nell’ascolto fedele della Parola, nell’interpretazione dei segni dei tempi alla luce del Vangelo, nella valorizzazione dei carismi nel dialogo fraterno, nella creatività spirituale, missionaria, culturale e sociale. Così inteso, il discernimento comunitario diventa una scuola di vita cristiana, una via per sviluppare l’amore reciproco, la corresponsabilità, l’inserimento nel mondo a partire dal proprio territorio. Edifica la Chiesa come comunità di fratelli e di sorelle, di pari dignità, ma con doni e compiti diversi, plasmandone una figura, che senza deviare in impropri democraticismi e sociologismi, risulta credibile nell’odierna società democratica. [CEI, Con il dono della ca rità den tro la storia. La Chiesa in Italia dopo il Convegno di Palermo, 21] Obiettivi - - 12 Far emergere l'idea di un bene comune "concreto" e non teorico, contestualizzato in un territorio, in una cultura, nelle storie di vita di coloro che ne sono parte e, dunque, responsabili; Sperimentare il metodo del discernimento comunitario come stile di vita ordinario e come modalità privilegiata per leggere la realtà, i segni dei tempi, e per affrontare, insieme agli altri, questioni CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC - importanti per la crescita e lo sviluppo delle persone e delle comunità; Confrontarsi con i propri limiti (che talvolta diventano un vero e proprio ostacolo nella relazione con gli altri) maturando alcuni atteggiamenti quali: insieme piuttosto che da soli (l'altro aggiunge qualcosa a me, l'altro mi è indispensabile); l’importanza di trovare punti di convergenza mettendo in discussione se stessi, accogliendo la diversità dell’altro tenendo ben presente l’orizzonte comune verso cui tendere, insieme; la necessità di arrivare a scelte/azioni concrete affinché questo esercizio di discernimento non sia uno sterile parlarci addosso CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Lunedì 26 Luglio 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.30: FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI GENERAZIONI AL BENE COMUNE. Tavola rotonda con: mons. Giovanni Ricchiuti, Ricchiuti Arcivescovo di Acerenza, membro della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della CEI Marco Rossi Doria, Doria .maestro di strada/, coordinatore per la Provincia autonoma di Trento di progetti a favore dei ragazzi in difficoltà e l2innovazione della formazione professionale Sandro Calvani, Calvani Direttore del Centro asiatico di eccellenza sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio a Bangkok. 11.30: Dibattito 12.15: Celebrazione eucaristica 13.00: Pranzo 15.30: GIOVANI E BENE COMUNE. COMUN E. NODI E OPPORTUNITÀ OPPORTUNITÀ . 19.00: Vespri 19.30: Cena 20.30: .L uomo L uomo che verrà/ verrà Incontro con lo sceneggiatore Giovanni Galavotti Galavotti Modalità Attraverso il coinvolgimento dei partecipanti in simpatiche situazioni sia di vita personale che associativa, il laboratorio vuole essere un concreto banco di prova in cui mettere in gioco quelle qualità (e anche i limiti) che consentono (o impediscono…) la risoluzione di questioni problematiche o di veri e propri conflitti sociali. Le situazioni presentate sono legate a esperienze/questioni che un giovane affronta nella sua vita personale, nel servizio associativo e nell’impegno sociale e politico. Tempi - Per animare cristianamente l’ordine temporale, nel senso di servire la persona Introduzione al gioco e divisione in gruppi: 15 min Gioco di ruolo: 45 min Pausa: 15 min Confronto in gruppo: 30 min Confronto in plenaria: 30 min e la società, i f edeli laici non possono aff atto abdicare alla partecipazione alla “politica”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune. [Christif ideles Laici, n.42] 13 14 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Un autore ha cercato di spiegare il “bene comune” e individuare quel “di più” che dona ad ogni persona tramite la metafora del “concerto” dove l’armonia dell’esecuzione è di certo superiore (non in quantità forse, ma di certo in qualità) ai suoni prodotti dai singoli strumenti e i suonatori riescono meglio nella loro esecuzione proprio perché uniscono i suoni dei loro strumenti… FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI AL BENE COMUNE Quali prassi per la ricerca in comune del bene? (cfr. A.M. QUINTAS, Analisi del ben e co mune, Bulzoni, Roma 1979, pp. 95-99). Tra i c.d. “principi permanenti” della Dottrina sociale della Chiesa (DSC) (oltre alla dignità della persona umana, alla solidarietà e alla sussidiarietà) troviamo il “bene comune”. Tra tutti è forse quello più citato in ambito pubblico e allo stesso tempo è quello con l’identità meno definita. Eppure il Concilio Vaticano II pare chiaro nell’indicare che per bene comune si intende «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente» (Gaudium et spes, 26). E se dalla metafora volessimo passare alla realtà? Quali strumenti usare per partecipare al concerto, oggi? Quali “concerti” possiamo conoscere attorno a noi? Quali siamo chiamati ad interpretare? La domanda di fondo, però, rimane: «quali sono “quelle condizioni”?». Mons. Giovanni Ricchiuti Il Compendio della DSC prova a declinare l’argomento specificando che «il bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari di ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro» Nato a Bisceglie, in provincia di Bari, l'1 agosto 1948. Ha compiuto gli studi della scuola media inferiore presso il Seminario arcivescovile di Bisceglie e quelli liceali e teologici presso il Seminario regionale di Molfetta. È stato ordinato presbitero il 9 Settembre 1972, a Bisceglie, da S. E. mons. Giuseppe Carata. Successivamente è stato inviato a Roma per compiere gli studi presso il Pontificio istituto biblico, dove ha conseguito la licenza. Per un anno, 1975/76, è stato vicerettore al Seminario minore. Dal 1976 al 1979 è stato vicario parrocchiale della parrocchia della Misericordia a Bisceglie. Nel 1980 è diventato parroco della medesima comunità, dov’è rimasto fino (Compendio, 164). Qualche indicazione in aggiunta così ce l’abbiamo, ma si tratta soprattutto di suggerimenti sul metodo. Rimane da domandarsi: «quale è il contenuto?». E come possiamo riconoscerlo sia nell’esperienza quotidiana sia nelle scelte che riteniamo più importanti per la nostra vita e per la vita di tutta la comunità in cui siamo stati chiamati a vivere? 15 Ospiti della tavola rotonda 16 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC al 1994, quando è stato nominato rettore del Seminario regionale di Molfetta. Il 27 Luglio 2005 viene nominato dal Santo Padre Benedetto XVI arcivescovo di Acerenza. Sarà ordinato vescovo l’8 Ottobre 2005 nella chiesa di San Giuseppe in Bisceglie (Casa della Divina Provvidenza) da Sua Eccellenza Mons. Francesco Monterisi, segretario della Congregazione per i vescovi. Immesso nel possesso canonico, ha iniziato il ministero episcopale in Acerenza il 15 Ottobre 2005. Attualmente è membro della Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace. In seno alla Conferenza episcopale della Basilicata è presidente della Commissione regionale per l'evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese, per l'ecumenismo e il dialogo. Sandro Calvani Nato a Genova nel 1952, ha poi lavorato in 130 Paesi del mondo. Sposato con quattro figli, è stato professore associato all'università di Genova fino al 1980, anno della sua nomina a coordinatore degli aiuti internazionali della Caritas italiana - incarico ricoperto fino al 1988. Nello stesso periodo Calvani è stato a capo della delegazione della Caritas internazionale presso Fao, Wfp e Ifad, membro della delegazione delle Ong italiane presso la Commissione europea e del Consiglio direttivo della direzione per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri italiano. Dal 2007 al 2010 è stato direttore dell'Unicri (United Nation Interregional Crime and Justice Research Institute). Oggi è “Chairman for 2009 – 2010 of the Global Agenda Council on illicit trade”. Ha conosciuto personalmente Carlo Urbani e con lui si è impegnato per sconfiggere la Sars non appena la malattia è stata scoperta. Durante questi anni ha conseguito numerosi traguardi nell'area del contrasto alla droga e alla criminalità, nonché nel campo dello sviluppo sociale e della promozione dei diritti umani. Per maggiori informazioni: www.sandrocalvani.it. 17 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Marco Rossi Doria Marco Rossi-Doria (Napoli, 1954) è maestro elementare dal 1975. Ha insegnato in Italia e all’estero (in Etiopia e a Nairobi con i bambini di strada) ed è da venti anni formatore di docenti sulle didattiche laboratoriali e le metodologie di contrasto della dispersione scolastica, del disagio e dell’esclusione precoce. Fondatore del progetto “Chance” che si rivolge ai ragazzi inadempienti l'obbligo scolastico, dal 1994 al 2006 è stato maestro di strada nei quartieri spagnoli di Napoli. Presso il ministero della Pubblica istruzione è stato membro della Commissione per le indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola media e ha lavorato alle linee guida del nuovo obbligo di istruzione per tutti, fino a 16 anni. È membro della Commissione nazionale di indagine sull’esclusione sociale. Lavora per la Provincia autonoma di Trento per progetti a favore dei ragazzi in difficoltà e l’innovazione della formazione professionale. Collabora a numerosi giornali e riviste. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Di mestiere faccio il maestro” (L'Ancora del Mediterraneo, 2000). Per maggiori informazioni: http://marcorossidoria.blogspot.com. Dobbiamo ora porci come obiettivo urgente e categorico di formare le coscienze dei cristiani (almeno di quelli quelli che vorrebbero essere consapevoli e coerenti) per edificare in loro un uomo interiore compiuto anche quanto all’etica all etica pubblica, nelle dimensioni della veracità, della lealtà, della fortezza e della giustizia (quanto ancora c’è da fare soprattutto per l’eticità l eticità tributaria, oltre le facili giustificazioni forse talvolta ovvie, ma sempre non consentite al cristiano!). cristiano ). [Sentinella, quanto resta della notte? G. Dossetti] 18 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC GIOVANI E BENE COMUNE - Nodi e opportunità - Sei consapevole dell’importanza di inserire l’attenzione al bene comune nei percorsi di formazione ordinaria? Secondo te esiste nei giovani un bisogno di formazione al bene comune? Secondo la tua esperienza e i contenuti usciti dalla tavola rotonda della mattinata, quali sono i contenuti fondamentali che devono essere proposti in un percorso di formazione al bene comune? Obiettivi del pomeriggio - Acquisire la consapevolezza che il bene comune è un tema centrale per l’Ac per la formazione dei giovani - Acquisire consapevolezza, come responsabili diocesani, che per formare integralmente le coscienze, la formazione proposta in diocesi non può prescindere da questo tema - Dare concretezza al progetto formativo che l’Ac ha sui giovani, formando giovani cristiani che portano la loro testimonianza nella città dell’uomo. Introduzione ai lavori strutturata che presenta, recuperando i lavori della mattina, gli strumenti che esprimono la centralità della formazione al bene comune come parte integrante della formazione delle coscienze e quindi della proposta formativa di Ac (15-20’) - Seconda parte (1h) Confronto su come i contenuti sul bene comune possono diventare percorsi di formazione. Per riflettere… Lavori di gruppo (2h30’) - Prima parte (1h) Risonanze sulla tavola rotonda del mattino considerando la dimensione personale dell’essere giovane, la responsabilità associativa e il ruolo dell’associazione. Per riflettere… - Come l’Ac diocesana stimola i giovani verso il tema del bene comune? Quali proposte/iniziative sono buone esperienze/prassi per tale scopo? Quali attenzioni rivolge l’Associazione diocesana al tema del bene comune? Quali tematiche e contenuti l’Ac non può non considerare riguardo la formazione al bene comune? Sei consapevole dell’importanza della formazione al bene comune? Quali elementi della formazione al bene comune hai vissuto o non hai vissuto? Questo sia nella vita che in associazione In che modo trovi questi contenuti espressi in associazione e come vivi la formazione al bene comune in Ac? Quali contenuti sono mancati nella tua esperienza associativa? 19 - - Come e dove questi temi/contenuti possono essere inseriti, possono diventare percorsi di formazione per il gruppo giovani? Come l’Associazione può rendere la formazione al bene comune sempre più parte del percorso ordinario di formazione dei giovani e non solo oggetto di iniziative specifiche? Quali strumenti sono necessari per declinare la formazione al bene comune? In quali ambiti possiamo testimoniare questa attenzione dell’associazione? Terza parte (15’) Sintesi del lavoro di gruppo individuando una questione che è emersa durante il pomeriggio. 20 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC L’uomo che verrà Regia: Giorgio Diritti Anno di produzione: 2009 Durata: 117' Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Giovanni Galavotti, Tania Pedroni Trama Inverno, 1943. Martina ha 8 anni, vive alle pendici di Monte Sole, non lontano da Bologna, è l’unica figlia di una famiglia di contadini che, come tante, fatica a sopravvivere. Anni prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare. Nel dicembre la mamma rimane nuovamente incinta. I mesi passano, il bambino cresce nella pancia della madre e Martina vive nell'attesa del bimbo che nascerà mentre la guerra man mano si avvicina e la vita diventa sempre più difficile. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il piccolo viene finalmente alla luce. Quasi contemporaneamente le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come la strage di Marzabotto. 21 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC L’uomo che verrà vuol essere un film sulla guerra vista dal basso, dalla parte di chi la subisce e si trova suo malgrado coinvolto nei grandi eventi della storia che sembrano dimenticare le vite degli uomini. Un racconto cadenzato nei nove mesi d’attesa per la nascita di un bambino in un’umile famiglia di contadini: la loro speranza, filtrata dallo sguardo di innocente ingenuità, di stupore e di scoperta di Martina, la sorellina di otto anni. Le vicende della guerra e della Resistenza si fondono man mano alla quotidianità in una faticosa convivenza che non intacca però il senso di speranza nel futuro e che pare a una svolta positiva con l’imminente liberazione degli alleati. Ma gli eventi hanno un corso diverso e proprio il giorno in cui il bambino viene alla luce, le SS scatenano nella zona una strage. In questa tragedia disumana, la piccola Martina si rende protagonista di un percorso di speranza. (…) Dalla ricostruzione delle vicende emerge come protagonista una comunità che, al di là degli episodi legati alle formazioni partigiane, oppone allo strapotere nazista una resistenza che, come cita don Giuseppe Dossetti nell’introduzione bibliografica al libro Le querce di Monte Sole di monsignor Luciano Gherardi, “…è innanzitutto un atteggiamento morale, una rivolta interiore contro ogni prevaricazione, ogni violenza eretta a sistema, ogni sopruso, ogni ingiustizia, ogni ricatto. È tenace affermazione dei diritti dell’uomo, di ogni uomo, volontà di pace nella libertà; testimonianza di solidarietà umana al di sopra di ogni discriminazione; sfida dell’amore all’odio, della fede alla disperazione, della vita alla morte”. …Il film non è solo storia. Quando finisce sono stato tentato di aggiungere un punto interrogativo al titolo: L’uomo che verrà? Perché le cose rischiano sempre di tornare e l’uomo di ripetere gli orrori che l’hanno preceduto. Giorgio Diritti 22 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC La storia Sulla fine del 1943, dopo l’armistizio firmato dal re e Badoglio con gli alleati, l’Italia è divisa in due, occupata a sud dall’esercito anglo-americano, al centro e al nord dai tedeschi, che hanno anche liberato Mussolini e lo hanno posto a capo di uno stato fantoccio, la cosiddetta Repubblica di Salò. È in questo periodo che nella zona di Monte Sole, compresa tra il torrente Setta e il fiume Reno, a una trentina di chilometri a sud di Bologna, comincia spontaneamente a formarsi una brigata partigiana, la Brigata Stella Rossa. I partigiani sono i figli e i fratelli dei contadini che abitano la zona e lavorano la terra a mezzadria per conto dei proprietari terrieri, che in genere stanno in pianura. Il territorio è boscoso, il terreno difficile da coltivare e i raccolti scarsi. Le famiglie, spesso numerose, fanno sempre più fatica perché il fascismo prima e la guerra poi le hanno rese ancora più povere di quanto non fossero già. I partigiani incarnano un atteggiamento di ribellione diffuso e nei mesi successivi con le loro azioni di guerriglia creano grossi problemi a tedeschi e fascisti, già incalzati dall’avanzata dell’esercito anglo-americano. Il 29 settembre del 1944 le SS scatenano nella zona una rappresaglia senza precedenti che prosegue nei giorni successivi, mettendo a ferro e fuoco il Monte Sole. Circa 770 persone, per lo più bambini, donne e anziani, vengono massacrate: un eccidio immane rimasto nella storia come “la strage di Marzabotto”, dal nome del comune a cui appartiene la maggior parte del territorio. CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Martedì 27 luglio 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: L AC CHE FORMA AL BENE BENE COMUNE. Incontro con il Presidente nazionale Franco Miano 12.15: Celebrazione eucaristica 13:00 Pranzo 14.00: Uscita: TRA LE QUERCE DI MONTE SOLE Incontro con la Piccola Famiglia dell2Annunziata Visita sui luoghi di Monte Sole 19.00: Serata di condivisione insieme alla Delegazione regionale dell2Emilia Romagna, alla Presidenza diocesana di Bologna e all'AC della parrocchia di Sant2Andrea Apostolo Saluto di Beatrice Draghetti, Presidente della Provincia di Bologna Tra le diverse forme apostoliche dei laici che hanno un particolare rapporto con la Gerarchia i Padri sinodali hanno esplicitamente ricordato vari movimenti e associazioni di Azione Cattolica, in cui «i laici si associano liberamente in forma organica e stabile, sotto la spinta dello Spirito Santo, nella comunione con il Vescovo e con i sacerdoti, per poter servire, nel modo proprio della loro vocazione, con un particolare metodo, all'incremento di tutta la comunità cristiana, ai progetti pastorali e all'animazione evangelica di tutti gli ambiti della vita, con f edeltà e operosità»(117). [Christif ideles Laici, n.31] 23 24 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Mercoledì 28 luglio L’AC CHE FORMA AL BENE COMUNE Sulla scorta di quanto sentito e condiviso fino a questo punto del campo, entriamo in questa mattinata nello specifico della nostra associazione in un confronto amichevole con il presidente nazionale Franco Miano. 08.00: Colazione 08.30: Celebrazione eucaristica presieduta da mons. Claudio Stagni, Stagni Vescovo di Faenza-Modigliana 09.30: GRUPPI GIOVANI… MISSION MISSION IMPOSSIBLE? 13.00: Pranzo 15.30: UNO SGUARDO AL PROSSIMO PROSSIMO ANNO - C2è di più, incontro nazionale Acr e Giovanissimi - Presentazione della proposta formativa 2010/2011 - Preparazione dell2Ac alla Settimana sociale dei cattolici italiani 19.00: Preghiera 19.30: Cena 21.00: Serata conclusiva A partire, in particolare, da quanto emerso dai laboratori di ieri pomeriggio, seguiamo tre vie di ragionamento: • Che cosa significa bene comune? Il punto di vista del presidente alla luce del lavoro per le prossime settimane sociali di Reggio Calabria. • Qual è lo specifico a cui è chiamata l’associazione in questo ambito? Basta migliorare sempre più l’azione educativa tradizionale oppure occorre considerare nuove attenzioni? • Come l’AC forma al bene comune? Spunti concreti a partire dal ruolo di educatori e responsabili. Materiali introduttivi Intervento di Oscar Luigi Scalfaro, Roma, 1997 Vittorio Bachelet, L’AC alla luce del Concilio Una giovane educatrice ci parla del bene comune, Dvd Giovani 2010 Franco Miano Presidente dell’Azione Cattolica Italiana dal maggio 2008. Campano, 49 anni, vive a Pomigliano d’Arco, provincia di Napoli e diocesi di Nola. Sposato e padre di due figli, è ordinario di Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. I giovani non devono essere considerati semplicemente come l'oggetto della sollecitudine pastorale della Chiesa: sono di f atto, e devono venire incoraggiati ad esserlo, soggetti attivi, protagonisti dell'evangelizzazione e artef ici del rinnovamento sociale. La giovinezza è il tempo di una scoperta particolarmente intensa del proprio «io» e del proprio «progetto di vita», è il tempo di una crescita che deve avvenire «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» Il pericolo maggiore per noi oggi è che l’Azione l Azione Cattolica non solo faccia quello che non deve fare, ma che non faccia quello che deve fare: la levitazione soprannaturale. soprannatu rale. [G. Dossetti] (Lc 2, 52). [Christif ideles Laici, n.46] 25 26 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Per ciascuna situazione il gruppo deve individuare e scrivere le 3 “carte vincenti” per l’equipe diocesana per aiutare a risolvere il nodo problematico proposto. GRUPPI GIOVANI... MISSION IMPOSSIBILE? Obiettivi della mattina - - CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Affrontare in chiave propositiva alcuni nodi problematici che riguardano la nascita e il cammino dei gruppi giovani Riflettere insieme sul valore e sull’essere gruppo giovani di Ac, e sulle modalità concrete per vivere l’esperienza e il cammino di gruppo giovani Mettere a fuoco il ruolo e le funzioni che le equipe diocesane possono svolgere per affrontare i nodi problematici Riflettere insieme sulla formazione degli educatori e su come mettere in moto le sinergie in associazione Esperienze (30-45’) L’insieme delle azioni propositive verranno poi raccolte in uno strumento agile per la diocesi che possa aiutare i responsabili a promuovere e sostenere i gruppi giovani. Pausa (15’) Plenaria (45’/1h) Ritorno in plenaria, viene fatta sintesi dell’intera mattinata sulla tematica dei gruppo giovani. Risonanze. In plenaria, racconto di alcuni giovani che hanno vissuto l’attenzione al bene comune con il proprio gruppo giovani di Ac. Risonanze sulle esperienze. Ho cercato la via di una democrazia reale, sostanziale, non nominalistica. Una democrazia che voleva che cosa? Che voleva voleva innanzitutto cercare di mobilitare le energie profonde del nostro popolo e di indirizzarle in modo consapevole verso uno sviluppo democratico sostanziale [che miri a favorire] soprattutto il popolo, non nel senso di solo oggetto dell’opera politica, ma di di soggetto consapevole dell’azione politica. E pertanto la mia azione cosiddetta politica è stata essenzialmente azione educatrice. Educatrice nel concreto, nel transito stesso della vita politica. [G. Dossetti, Conversazioni, Milano 1994, pp.12-13] Laboratori (1h45’/2h) Immaginatevi di essere l’equipe della vostra diocesi che si trova a riflettere e discernere su due/tre nodi problematici molto concreti che riguardano la situazione dei vostri gruppi giovani a cui siete chiamati a dare delle risposte alle parrocchie. I diversi nodi recupereranno sia le questioni che riguardano la nascita di gruppi giovani, sia le dinamiche di gruppo giovani già avviato che abbia una formazione che comprenda tutte le dimensioni (interiorità – fraternità – responsabilità – ecclesialità). 27 28 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC STRUTTURA DELLA GIORNATA Incontro Nazionale dei Ragazzi e dei Giovanissimi dell’Azione Cattolica Roma, 30 Ottobre 2010 L’incontro nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, previsto per il 30 ottobre 2010, si inserisce in una tradizione che ha visto nei decenni passati convenire sulla città di Roma ragazzi giovani e adulti dell’Azione Cattolica. Il tema dell’incontro è riassunto dallo slogan “C’è di più. Diventiamo grandi insieme!”. Si tratta, in sintesi, di un appuntamento che si pone come passaggio importante nel percorso associativo dell’AC nazionale, che fa proprio il tema della cura educativa delle giovani generazioni. L’incontro, inoltre, si colloca all’inizio del decennio che i vescovi della Chiesa Italiana intendono dedicare alla “sfida educativa”. L’AC assume questo invito coinvolgendo in prima persona le nuove generazioni, con un’attenzione particolare alla fascia dei preadolescenti. Un segno concreto che richiama la responsabilità della “trasmissione della vita ai più piccoli”. L’AC per il suo essere “tra piazze e campanili”, vede in questa sfida un’occasione per la formazione dei ragazzi nella loro vita di fede, che non è però disgiunta dal loro essere cittadini del mondo, protagonisti della comunità cristiana e civile che abitano. Lo slogan invita a guardare alle giovani generazioni andando oltre i luoghi comuni, e vuole essere un impegno, detto in prima persona dai ragazzi stessi, per crescere nella responsabilità e nell’impegno, a partire da tutte le potenzialità positive presenti in ciascuno di loro, nell’orizzonte della santità. 29 L’incontro nazionale prevede due momenti. Il primo, al mattino, da svolgersi in Vaticano (piazza S. Pietro), ed il secondo, nel pomeriggio, da svolgersi in due luoghi (piazza di Siena per i ragazzi e piazza del Popolo per i giovanissimi) capaci di accogliere i ragazzi e i giovanissimi, che concluderanno separatamente la festa: questi due momenti, caratteristici anche dei passati incontri nazionali, sottolineano non solo l’aspetto prettamente ecclesiale del ritrovarsi intorno al S. Padre, ma anche l’attenzione civile e l’apertura verso la cittadinanza. SCHEMA DI MASSIMA DELLA GIORNATA ore 7.00 arrivi ore 8.00 arrivi e ingresso “da programma” in piazza S. Pietro ore 9.30 inizio animazione in piazza S. Pietro ore 11.00 incontro con il S. Padre Benedetto XVI ore 12.00 inizio partenza da piazza S. Pietro - breve sosta per il pranzo ore 14.30 inizio animazione in piazza del Popolo e piazza di Siena ore 17.30 (circa) conclusione e partenze INCONTRO CON IL S. PADRE BENEDETTO XVI L’incontro con il S. Padre Benedetto XVI rappresenta per i ragazzi e i giovanissimi dell’Azione Cattolica il momento centrale dell’incontro nazionale del 30 ottobre. Al termine di un cammino preparatorio svolto nelle parrocchie e nelle diocesi, durante il quale hanno riflettuto su quali siano i “di più” (nelle persone, nella quotidianità, nello stare insieme, nella comunità, nell’incontro con Gesù, nella responsabilità), i ragazzi e i giovanissimi di AC consegnano il proprio impegno al S. Padre e accolgono ciò che egli avrà da dire loro. Questo sarà un passaggio fondamentale per celebrare il loro 30 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC essere nella Chiesa, e confermare il loro impegno per un cammino verso la Santità e per la costruzione del bene comune. parrocchie ad iscriverli non come accompagnatori, ma come partecipanti giovanissimi, e di spiegare le motivazioni di tale scelta. FESTA GIOVANISSIMI – PIAZZA DEL POPOLO È necessario che il numero degli accompagnatori sia adeguato al numero degli iscritti, evitando così sproporzioni sia in eccesso sia in difetto (potrebbe essere un buon equilibrio un accompagnatore ogni cinque ragazzi o ogni cinque giovanissimi). Nel momento di settore, attraverso musica, testimoni ed esperienze, i ragazzi saranno invitati a riflettere sul “di +” delle nostre vite: l’incontro personale con il Signore che cambia il nostro modo di amare gli altri e il mondo attorno a noi. Dopo un momento di accoglienza in piazza , incontreremo protagonisti del mondo del cinema, della danza, della musica, dello sport e uomini che si impegnano ogni giorno per il bene comune che ci racconteranno il “di +” che vivono nella loro esperienza. Concluderemo con un concerto finale. I giovani e gli adulti che vorranno prendere parte all’evento e non potranno essere accompagnatori, potranno dare la loro disponibilità come volontari per l’organizzazione dell’evento. Il termine di iscrizione è già scaduto, ma per dare maggior possibilità a tanti di partecipare come volontari a questo evento, abbiamo deciso di allungare il termine di volontari scadenza al 1° settembre. Sul sito ci sono tutte le indicazioni di cosa significa concretamente e i moduli per effettuare la richiesta. GLI ACCOMPAGNATORI NOTE TECNICHE Riteniamo sia importante approfondire la tematica degli accompagnatori e la presenza degli educatori all’Incontro nazionale per portare chiarezza rispetto alle modalità di partecipazione. Naturalmente è indispensabile che i ragazzi e i giovanissimi siano accompagnati da persone maggiorenni e responsabili: potranno essere gli educatori maggiorenni Acr, gli educatori Giovanissimi, i genitori dei partecipanti, altri giovani e adulti della parrocchia, il sacerdote o altre figure che si mettono a disposizione per questa responsabilità. I giovanissimi che durante l’anno svolgono anche un servizio per l’Acr sono fortemente invitati a vivere nel pomeriggio la “festa giovanissimi”, in piazza del Popolo, con i loro coetanei. È importante che le diocesi e le parrocchie permettano ai giovanissimi che svolgono un servizio nell’Acr di non rinunciare ad un momento dedicato alla loro formazione, assicurandosi che gli acierrini siano accompagnati in Villa Borghese da un numero sufficiente di giovani e adulti. Invitiamo dunque le diocesi e le 31 Scadenze per le iscrizioni e relative quote: 1. 30 maggio, quota € 8,00. 2. 15 settembre, quota € 10,00. 3. per le iscrizioni che arriveranno dopo il 15 settembre la quota sarà di € 12,00. Per questioni organizzative i partecipanti che si iscriveranno dopo il 30 settembre dovranno ritirare i vari materiali direttamente il giorno dell’incontro. Questa scansione di tempo vale anche in caso di iscrizioni effettuate in diversi momenti: in sostanza una stessa diocesi potrà ritrovarsi a pagare 3 quote diverse in base alle date in cui le comunica e le integra. Le iscrizioni potranno essere effettuate solo ed esclusivamente attraverso il referente diocesano per l’incontro diocesano, scelto dalla Presidenza diocesana, e unica interfaccia con l’organizzazione nazionale. Ovviamente, 32 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC è il riferimento unico sia per l'Acr sia per il settore Giovani. Al referente diocesano è chiesto di stimolare e raccogliere le adesioni delle associazioni parrocchiali di Ac, dei gruppi non associativi, dei gruppi appartenenti ad altre associazioni, movimenti, istituti religiosi, scuole ecc. Per quanto riguarda invece il pernottamento per i gruppi diocesani più lontani, che necessariamente dovranno sostare una o due notti a Roma, l’organizzazione sarà competenza delle diocesi stesse. Tuttavia, per facilitare la partecipazione, è stato siglato un accordo con l’Opera Romana Pellegrinaggi (ORP, l’organismo istituzionale del Vicariato di Roma che opera per la promozione e organizzazione di pellegrinaggi). In base a tale accordo, l’ORP si occuperà di individuare diverse possibili sistemazioni in strutture ricettive, più o meno economiche e più o meno vicine a seconda delle esigenze delle diocesi. Potete scrivere a: [email protected]. Per sistemazioni più “spartane” - palestre, scuole, strutture polifunzionali, ecc. - , è possibile, invece, rivolgersi alla Delegazione regionale dell’Azione Cattolica del Lazio scrivendo a [email protected] La Delegazione regionale, infatti, si è resa disponibile per fare da ponte con le opportunità che saranno offerte nelle diocesi. Navigare nel sito http://cedipiu.azionecattolica.it per: - informazioni sui compiti del referente diocesano e i contatti - inno dell'Incontro nazionale - reclutamento volontari - tutte le newsletter informative - assicurazione - interattività per i partecipanti alla festa - gadget dell’incontro - materiale promozionale CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC PRESENTAZIONE PROPOSTA FORMATIVA 2010-2011 Cammini formativi… e missionari! Spunti per la condivisione Dunque, non possiamo sottrarci a questa missione. Come figli della luce, non possiamo accontentarci della gioia che ci dà la chiarezza della luce del Cristo; e neppure limitarci ad accogliere quella chiarezza come lucerna per i nostri passi: «lucerna pedibus meis verbum Tuum». Siamo chiamati a irradiare quella luce. Se non lo facessimo, saremmo inutili come una lampada posta sotto il moggio; anzi si può dire che se siamo veramente accesi dalla luce di Cristo non possiamo non irradiarla: «non potest civitas abscondi supra montem posita». I modi di questa irradiazione, le risposte concrete a questa vocazione di figli della luce potranno essere diverse:missionari in terre pagane, o in paesi di antica civiltà cristiana; catechisti in terra di missione, o alla periferia di Roma o di Milano, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle cascine; testimoni con il martirio o con la propria vita di ogni giorno, familiare, professionale e sociale; monaci o «militanti» di Azione Cattolica: ma sempre, in ogni caso lampade accese per Dio e per il mondo. [Vittorio Bachelet] Penso comunque che la nostra riflessione guadagnerebbe in chiarezza se non ci fermassimo alla domanda sul “perché”, ma indagassimo anche sull’“affinché”, sullo spazio della finalità. Il credente, infatti, non dovrebbe porsi solo il problema dei motivi del proprio credere – con il rischio di ridurre la domanda a una questione di un calcolo di costi e benefici – e nemmeno delle “radici”, ma anche quello dei frutti, del sapere che ne ha fatto, che ne fa ogni giorno della propria fede, che “segno” pone di una realtà invisibile che gli altri uomini possono percepire solo attraverso testimonianze visibili e “credibili”, autorevoli perché autentiche. A ben poco, infatti, servono proclami solenni di convinzioni astratte se queste non Per qualsiasi informazione, scrivete a: [email protected]. 33 34 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC sanno calarsi in un vissuto umanissimo che testimoni di quella speranza nella vita più forte della morte. [Enzo Bianchi] • CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Giovedì 29 luglio I due brani citati evidenziano la comune vocazione dei cristiani alla missione, che deve essere alimentata dalla formazione. Nei cammini formativi i gruppi si soffermano più sul perché o più sull’affinché, più sull’accoglienza della chiarezza o sull’irradiazione della luce? Sanno generare testimonianze autorevoli perché autentiche, lampade accese per Dio e per il mondo? • Il modulo della fraternità del sussidio giovani propone quest’anno un’esperienza concreta di evangelizzazione, da realizzare in diversi passi sia personali che di gruppo. Pensi sia un’esperienza attuabile nei nostri gruppi? Quali potrebbero essere le maggiori difficoltà? Come superarle? • Spesso i gruppi giovani tendono ad assottigliarsi nel corso degli anni piuttosto che ad aggregare nuovi giovani. Cosa manca ai nostri gruppi perché siano più attrattivi? Le esperienze rivolte all’esterno del gruppo (comunità, territorio, ecc.) proposte negli ultimi anni nei sussidi sono uno strumento utile in tal senso? • «Siamo missionari con le nostre comunità, aiutandole ad aprirsi, ad accogliere, a rendersi più sensibili alla vita delle persone» (dal Progetto Formativo, par. 4.1). Cosa manca alle nostre comunità per essere accoglienti nei confronti dei giovani? In che modo il gruppo giovani di Ac può contribuire? 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: TESTIMONI DI SANTITÀ: Giuseppe Dossetti. Incontro con suor Agnese Magistretti, Magistretti della Piccola Famiglia dell2Annunziata 11.00: Conclusioni dei Vicepresidenti del Settore Giovani e della Segretaria del Movimento studenti 11.30: Celebrazione eucaristica presieduta da mons. Domenico Sigalini, Sigalini Assistente ecclesiastico generale dell2Azione Cattolica Italiana 12.30: Pranzo e partenze La dignità dei fedeli laici ci si rivela in pienezza se consideriamo la prima e fondamentale vocazione che il Padre in Gesù Cristo per mezzo dello Spirito rivolge a ciascuno di loro: la vocazione alla santità, ossia alla perfezione della carità. Il santo è la testimonianza più splendida della dignità conf erita al discepolo di Cristo. [Christif ideles Laici, n.16] 35 36 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC “HO IMPARATO A GUARDARE LONTANO” Giuseppe Dossetti Ognuno deve guardare (…) a quale via lo spinge il suo cuore, e poi scegliere quella con tutte le sue forze. (…) Escludo ogni pretesa che la via da me seguita (…) sia l’unica forma di servizio divino, ma a un certo punto bisogna porre fine alle esperienze, scegliere e sposarsi, con una decisione forte e definitiva. (…) Al termine di ogni via, c’è la scoperta dell’amore del Padre per noi in Cristo (…). Questo mistero non può essere avvicinato con la mente soltanto, ma con tutto l’essere, perché investe tutto l’essere nostro. [Dis corso dell ’Archi ginnasio, Bologna 22 febbraio 1986] Genova, 13 febbraio 1913 - Oliveto di Monteveglio, Bologna, 15 dicembre 1996 Da giovane si iscrisse all'Azione Cattolica e a soli ventuno anni si laureò in giurisprudenza. Animato da profonde convinzioni politiche e morali, antifascista, partecipò alla Resistenza e divenne Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Reggio Emilia, pur rifiutando sempre di usare le armi. Al termine del regime, divenne professore incaricato di Diritto ecclesiastico all'Università di Modena. Nel 1945 divenne vicesegretario della Democrazia Cristiana e poi fu eletto alla Costituente. Sempre nel 1946, con Amintore Fanfani, Giorgio La Pira e Giuseppe Lazzati fondò l'associazione Civitas Humana. Abbandonò la politica attiva nel 1951, ma 37 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC ancora cinque anni dopo gli venne chiesto di candidarsi a sindaco di Bologna. Il 6 gennaio 1956 pronunciò i voti religiosi dopo che, pochi mesi prima, le autorità ecclesiastiche avevano approvato la regola della comunità monastica della “Piccola Famiglia dell'Annunziata” da lui fondata, basata su “silenzio, preghiera, lavoro e povertà”. Dossetti ricevette tre anni dopo l’ordinazione presbiterale. Negli anni ‘60 partecipò ai lavori conciliari quale collaboratore del cardinale Lercaro. Negli anni la comunità da lui fondata si espanse: dalla prima sede nei pressi di Bologna, alla Terrasanta, dalla Giordania a Casaglia di Monte Sole, frazione di Marzabotto, che negli anni della guerra era stata teatro dell’eccidio nazista. Proprio insieme a questi martiri Giuseppe Dossetti ha voluto fosse l’ultima dimora dei suoi resti mortali. Giuseppe Dossetti. La fede e la storia Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Giuseppe Dossetti (1913-1996), una figura che continua spesso ad essere evocata più con semplificazioni e con intenti polemici che per un reale interesse a comprenderne la ricchezza intellettuale e l'intensità di fede. Questo può essere anche favorito da un dato che è evidente a chiunque ripercorra la biografia di Dossetti: una vita, cioè, davvero straordinariamente singolare nel suo sviluppo e nei suoi esiti e che può apparire anche costituita dal succedersi di drastiche cesure e abbandoni. Dopo una formazione da studioso del diritto canonico, svolta in parte presso la prestigiosa Università Cattolica del S. Cuore, Dossetti si era trovato coinvolto nella lotta resistenziale e subito dopo, appena trentatreenne, era stato eletto all’Assemblea costituente. C’era stato quindi l'impegno intensissimo ai vertici della Democrazia Cristiana per fare di questo partito il motore di un profondo rinnovamento sociale e politico dell'Italia. Su questo versante Dossetti e suoi seguaci incontrano resistenze e incomprensioni: al fondo della loro azione resta la persuasione del pericolo non superato per l’Italia del coagularsi di quelle stesse forze conservatrici che avevano consegnato vent'anni prima il paese nelle mani di Mussolini. Nel 1952 c'è dunque 38 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC l'abbandono della scena politica e la scelta di dedicarsi, con un gruppo di giovani, allo studio delle scienze religiose (una disciplina ormai scomparsa da decenni dalle Università italiane); parallelamente si forma l’embrione della Piccola Famiglia dell'Annunziata, la comunità di fratelli e sorelle coi quali trascorrerà gli ultimi quarant'anni della propria vita. Ma nel 1956 ecco quello che appare un ritorno sui propri passi: accetta, assecondando il volere del suo arcivescovo, la candidatura per la D.C. come sindaco di Bologna. Dossetti perde, ma questo non riduce il suo impegno nei banchi dell'opposizione. Nel 1959 viene ordinato sacerdote e nel 1962 viene coinvolto dal card. Lercaro nel Concilio Vaticano II convocato da Giovanni XXIII. Realizzare il Concilio significa, per Lercaro, ripensare radicalmente la vita della diocesi bolognese; implica soprattutto assumere sino in fondo l'impegno per la pace in un mondo in cui deflagra la guerra del Vietnam. Dopo le dimissioni di Lercaro, Dossetti passa al silenzio. Nel 1972 sceglie di trasferirsi in Terra Santa. Sono gli anni della passione di Dossetti: anni nei quali tutte le sue speranze e i suoi desideri si purificano nel silenzio e nella sofferenza: tanto per la difficile condizione della Chiesa nella fase postconciliare, quanto per la condivisione della vita di un popolo, quello palestinese, che per altro verso vive una passione storica. Poi, dalla metà degli anni Ottanta, c'è una ripresa degli interventi di Dossetti in pubblico, una sempre più frequente presenza in Italia, sino ai duri moniti rivolti alla classe politica nel momento in cui viene presa in considerazione una revisione del testo della Costituzione. Dunque una vita intensa, vissuta in ambiti estremamente differenziati. Così, si è banalizzata più volte la scelta religiosa di Dossetti giudicandola la conseguenza più naturale che un giovane brillante ed esigente, deluso nelle sue aspettative politiche, poteva trarre. Nel bellissimo discorso tenuto all’Archiginnasio di Bologna nel 1986, forse il testo più significativo per vedere come Dossetti guardava alle varie tappe della propria vita, egli smentiva decisamente questa ipotesi: la vita che ho condotto, affermava il monaco Dossetti, «è stata spesso in tesi generale e ancor più nel mio caso particolare rappresentata come una fuga dal mondo o, più banalmente, come conseguenza di delusioni e di amarezze patite. [Considero tutti gli anni antecedenti e tutti gli impegni relativi come anni preziosi, ricchi di doni e di frutti: non rinnego nulla, ma di tutto ringrazio Dio come di una preparazione provvidenziale ed efficace che poteva e doveva avere uno sviluppo coerente e maturo nella vita che con serena e molto consapevole deliberazione ho deciso di vivere, non abdicando ma ricapitolando e dando un significato ulteriore in essa a tutte le precedenti tappe della mia esistenza». Ricapitolazione, dunque. È significativo che Dossetti avesse impiegato questo termine: lo stesso che indicava nell'antichità il gesto con il quale il sacerdote riavvolgeva il rotolo della Torah intorno ad uno dei suoi bastoni. In questo modo è forse lo stesso Dossetti che ci indica in che modo possiamo ripensare alla sua esperienza di vita: senza strappi o cesure, ma realmente come a un avvicendarsi di stagioni che alla fine trovavano il perno nello sforzo di vivere sino in fondo il vangelo. In futuro, dirà poco prima di morire non avremo più il conforto dei piccoli nidi sociali, delle ultime nicchie che facevano un certo tepore. Di fronte alle difficoltà dovremo esclusivamente contare sulla Parola del Signore, sull'Evangelo riflettuto, meditato, assimilato. Siamo destinati a vivere in un mondo che richiede la fede pura e nuda. di Enrico Galavotti Istituto Scienze Religiose di Bologna Articolo tratto da “Nuova responsabilità”, Ave 2006 39 40 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC Mons. Domenico Sigalini Nato a Dello, nella diocesi di Brescia, il 7 giugno 1942, ha compiuto gli studi liceali e teologici nel Seminario di Brescia e ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 23 aprile 1966. Nel 1971 si è laureato in Matematica all'Università degli Studi di Milano e nel 1991 è stato chiamato a Roma come Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI, incarico che ha mantenuto fino al 2001, quando è stato nominato Vice-Assistente Ecclesiastico Generale dell'Azione Cattolica Italiana; il 24 marzo 2005 è stato eletto alla sede vescovile di Palestrina e ordinato vescovo il 15 maggio dello stesso anno; dal 3 novembre del 2007 è assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica Italiana e di recente è stato nominato presidente della Commissione episcopale per il laicato. CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC PER UNA BIBLIOGRAFIA MINIMA… • • • • • • • • • • • • • • La seconda condizione è la gratuità, la non professionalità dell’impegno. dell impegno. Dove incomincia una professionalità dell’impegno cessa anche la parvenza di una missione e la possibilità stessa di avere realmente qualcosa da fare. Sono allora possibili tutte le degenerazioni (1993). [G. Dossetti] • • • • 41 42 Augé Ma rc, L’immaginario della città. Dalla storia alla globalizzazione (Lezione magistrale), Fes ti val Filosofia , Modena 2009, (Paginette) Bianchi Enzo, L’altro siamo noi, Einaudi , Torino 2010, pp. 82 Bianchi Enzo, Cristiani nella società, BUR, Milano 2003, pp. 202 Caselli Lorenzo, Globalizzazione e bene comune. Le ragioni dell’etica e della partecipazione, La voro, Roma 2007, pp. 166 Col ombo Ghera rdo, Sulle regole, Feltri nelli, Milano 2008, pp. 156 Comi ta to Scienti fi co e Organizza tore delle Settimane Sociali dei Ca ttoli ci Italiani, Cattolici nell’Italia di oggi. Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese. Documento preparatorio per la 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010, Dehoniane, Bologna 2010, pp. 56 Dalla Torre Giuseppe, Miano Franco, Truffelli Ma tteo (a cura di), Cittadinanza e partecipazione, AVE, Roma 2003, pp. 176 (Polis , 15) Di Santo Luigi , Tanza rella Sergio (a cura di), Lorenzo Milani. Memoria e risorsa per una nuova cittadinanza, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2009, pp. 208 Fa bris Adriano, TeorEtica. Filosofia della relazione, Morcelliana, Brescia 2010, pp. 192 Galiero Ma rco, Educare per una cittadinanza globale. Costruire un mondo giusto a partire dalla scuola, EMI, Bologna 2009, pp. 176 Is ti tuto “Vi ttori o Ba chelet” (a cura dell’), Percorsi della cittadinanza. Materiali per la formazione, AVE, Roma 2000, pp. 128 La zza ti Giuseppe, Chiesa, cittadinanza e laicità, a cura dell ’Azi one Ca ttoli ca Ambrosiana , In Dialogo, Milano 2009, pp. 96 Ma zzocchio Fabio (a cura di), Ripartire dalla città. La politica luogo di profezia e speranza, AVE, Roma 2006, pp. 228 (Polis , 19) Ma zzocchio Fabio, Vellani Ila ria (a cura di), A che servono questi talenti? I giovani e la politica, una riflessione a partire a Vittorio Bachelet, AVE, Roma 2006, pp. 160 (Sul sentiero di Isaia) Ri cucci Roberta , Italiani a metà. Giovani stranieri crescono, Il Mulino, Bologna 2010, pp. 228 Tettamanzi Dionigi , Cristiani in politica. Tutti responsabili di tutti, Centro Ambrosiano, Milano 2010 Va cca ri Fra nco, Portici. Politica vecchia nuova passione, prefa zione di Sergio Valza nia, postfa zione di Rodolfo Cetoloni , AVE, Roma 2007, pp. 96 (Le tessere e il mosaico) Za magni Stefano, Crisi economica, crisi antropologica. L’uomo al centro del lavoro e dell’impresa, Il Cerchio, Rimini 2010, pp. 48 CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC CAMPO NAZIONALE SETTORE GIOVANI DI AC PROGRAMMA Sabato 24 luglio 16.00: arrivi e accoglienza 18.30: LUCI SULLA CITTÀ... Introduzione e benvenuto al campo 20.00: Cena 21.30: DIO NON È NEUTRALE. MAI! Celebrazione iniziale Domenica 25 luglio 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: IL DISCERNIMENTO COMUNITARIO Incontro con don Antonio Mastantuono 12.00: Celebrazione eucaristica 13.00: Pranzo 15:00: AC e Pastorale giovanile. Incontro con don Nicolò Anselmi 16.00: DISCERNERE IL BENE E PERSEGUIRLO… INSIEME! Giochi di ruolo 19.00: Conclusioni sul gioco 19.30: Vespri 20.00: Cena 21.30: Animazione Lunedì 26 luglio 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI AL BENE COMUNE. Tavola rotonda con: mons. Giovanni Ricchiuti, Marco Rossi Doria, Sandro Calvani. 11.30: Dibattito 12.15: Celebrazione eucaristica 13.00: Pranzo 15.30: GIOVANI E BENE COMUNE. NODI E OPPORTUNITÀ. 19.00: Vespri 19.30: Cena 20.30: “L’UOMO CHE VERRÀ” 43 44 Incontro con lo sceneggiatore Giovanni Galavotti Martedì 27 luglio 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: L’AC CHE FORMA AL BENE COMUNE. Incontro con il presidente nazionale Franco Miano 12.15: Celebrazione eucaristica 13:00 Pranzo 14.00: Uscita: TRA LE QUERCE DI MONTE SOLE Mercoledì 28 luglio 08.00: Colazione 08.30: Celebrazione eucaristica presieduta da mons. Claudio Stagni 09.30: GRUPPI GIOVANI… MISSION IMPOSSIBLE? Laboratori 13.00: Pranzo 15.30: UNO SGUARDO AL PROSSIMO ANNO 19.00: Preghiera 19.30: Cena 21.00: Serata conclusiva Giovedì 29 luglio 08.00: Colazione 08.30: Preghiera 09.00: TESTIMONI DI SANTITÀ: Giuseppe Dossetti. Incontro con suor Agnese Magistretti 11.00: Conclusioni 11.30: Celebrazione eucaristica presieduta da mons. Domenico Sigalini 12.30: Pranzo e partenze