Esclusivo
dov’è finito Luigi XVII? - 5
Esclusivo
dov’è finito Luigi XVII? - 5
I misteri di uno
strano libretto
Un volume apparentemente innocuo di esercizi di latino, custodito
nella biblioteca di Trieste, lancia uno sprazzo di luce nel buio fitto
di un incredibile enigma storico: da tante frasi sembra di capire che
il bambino che doveva diventare re di Francia, l’erede di Luigi XVI e
di Maria Antonietta, non morì prigioniero dei rivoluzionari ma fuggì,
anche grazie a due anziane zie che lo portarono in Italia. Non si può
dire cosa fu esattamente di quel principe sfortunato. Ma adesso è
possibile sostenere che non morì come e quando la Storia racconta…
di Saverio Boldini
A
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STORIA IN RETE 72
1799 per una «penosa idropisia» con sintomi di scorbuto
e Maria Adelaide il 27 febbraio 1800 di polmonite, dopo
essersi categoricamente rifiutata di andare ad Agram. Furono provvisoriamente sepolte a San Giusto, nella tomba del
loro amico e benefattore triestino Leopoldo di Burlo, di una
delle tredici famiglie patrizie di Trieste.
La strana vicenda del Delfino scomparso ha la caratteristica, come si è accennato, di non essere fondata che su scarsissime prove e quasi tutte costituite da testimonianze verbali.
Non per nulla per due secoli, è stata data una caccia spietata
a ogni documentazione sull’affare: caccia organizzata dai
Borbone, da alcuni governi francesi, e da persone e società interessate ad affossare la Legittimità. Perciò è normale
trovare negli archivi – non solo francesi e non solo di Stato,
ma anche ecclesiastici e privati – filze con fogli lacerati o raschiati, dove mancano interi gruppi di carte segnalati dagli
inventari, come sanno benissimo i coraggiosi esploratori di
questa misteriosa regione della storia. Di conseguenza, se si
vuole procedere in quella palude, molto spesso si deve usare
il sistema indiretto: cioè risalire alle cause partendo dagli
effetti, cioè da fatti inconsueti. Ad esempio, nella vicenda
triestina delle vecchie zie un fatto, fuori della norma, risulta
Febbraio 2014
foto Alberto Maria Fortuna - digilander.libero.it
rrivate a Trieste, l’avventura delle due
anziani figlie di Luigi XV, prozie del
piccolo e sfortunato Luigi XVII non
era finita: le due principesse, scese a
terra il 20, furono costrette a una breve
quarantena fuori le mura, nel palazzo
del console di Spagna, Don Luigi Carlo s de Lellis, che agiva nel nome del suo re e loro nipote e finanziatore Luigi
Carlo IV di Bourbon. Ebbero le cannonate di saluto e gli
omaggi del governatore e delle autorità. «Ma ben presto»,
scrive Duhamel,«il conte Pompeo di Brigido le invitava, a
nome dell’Imperatore d’Austria, a scegliersi un’altra residenza»: preferibilmente Agram [l’attuale Zagabria NdR]
in Croazia oppure Fiume o Laibach [l’attuale Lubiana
NdR]. Erano malate, distrutte da quella vita randagia: gli
fecero rispondere che non chiedevano altro che di riposarsi e di curarsi e che preferivano restare a Trieste. Maria
Adelaide non volle assolutamente lasciare la città «per lo
stato di sua sorella, che è minata da un cancro e non è più
trasportabile». Aveva un progetto, se la Vittoria fosse stata
bene: andare a Mitau, in Curlandia, dal nipote Luigi XVIII,
chissà se per tutelare la causa del Duca di Normandia. E rimasero. Per poco, perché Vittoria Luisa morì il 7 giugno
Un ritratto di
Luigi Carlo, Delfino
di Francia nel 1792,
a sette anni, opera di
Alexander Kucharsky.
A lato, il manuale di latino
con l’arme di Francia conservato
nella biblioteca di Trieste
Febbraio 2014
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STRANO LIBRETTO - Storia In Rete