Luoghi di famiglia Il Libretto di domestiche memorie di Francesco Saverio Labriola Le origini della famiglia Labriola Il 4 luglio del 1843, Francesco Saverio Labriola, a due giorni dalla nascita del secondogenito Antonio, inizia la stesura delle sue domestiche memorie1. Il manoscritto racconta brevemente, in una decina di pagine, la storia della famiglia, dai primi del Settecento al 1872. Mentre Antonio è in fasce, il padre ripercorre le vicende dei suoi antenati e attraverso le loro vite, rilegge e racconta la storia di un paese e di un popolo in cambiamento. Come proscenio ai fatti narrati ci sono grandi eventi storici: la rivoluzione francese, che infiamma l’Europa intera, i moti che ne conseguono anche in Italia, l’episodio della repubblica partenopea e i suoi martiri: un secolo intero di rivolte, disordini, e di grandi repressioni, un’epoca quindi, di enormi e indelebili cambiamenti. La narrazione di Francesco Saverio si svolge essenzialmente nel meridione d’Italia. In primo luogo, la Basilicata e in particolare i centri di Brienza e Abriola, due piccole località dell’entroterra, dove ha origine la famiglia Labriola; in secondo luogo, la Calabria e la Sicilia dove, in momenti diversi, si stabilisce un ramo della famiglia. Il resoconto delle vicende familiari continua poi a Sangermano2 dove nasce Antonio Labriola. Questi, i luoghi principali per la ricostruzione della storia familiare dei Labriola. 1. Da Brienza a Sangermano La ricostruzione dell’albero genealogico inizia in Basilicata, con la figura di Antonio Labriola, vissuto tre generazioni prima del narratore. Antonio, che a detta del narratore, è molto ricco («egli dovette seco portare, ed avere un’immensa fortuna»3), ha «per consorte Elena della nobile casa di Sufanna»4 e dalla loro unione nascono due figli, Marziale e Francesco Saverio Labriola. Il primo dei due fratelli, di carattere forte e violento, disper[de] gran parte del patrimonio avito, specie nella difesa dei diritti municipali di Brienza, onde na[scono] discordie col fratello minore Francesco Saverio, che abbandonata la casa paterna [va] a stabilirsi in Calabria5. Come si racconta nel Libretto di domestiche memorie, «allora cominci[a] quella Iliade funesta di mali che non ebbe fine se non troppo funesto»6, nel 1810, infatti, tutta la famiglia Labriola – discendente dal ramo di Marziale – viene distrutta7, per avvenimenti politici, come la repressione che segue la caduta della repubblica partenopea e per aggressioni di briganti. Ma il ramo della famiglia che qui interessa ricostruire discende dal minore dei figli di Antonio, Francesco Saverio, che, in Calabria, sposa Angela Barbarini8. Da questo matrimonio nascono tre figli: Giambattista (o Giovanbattista), Antonio e Andrea. Da Giambattista Labriola e da Teresa Caruso Ulivo, «della nobile famiglia discendente da Noto»9, nasce Francesco Saverio, il narratore, padre del “nostro” Antonio Labriola. 1 F. S. LABRIOLA, Libretto di domestiche memorie, di Francesco Saverio Iuniore. Incominciato a’ 4 luglio 1843. In Sangermano, Manoscritto, Società napoletana di storia patria. 2 L’odierna Cassino, in provincia di Frosinone, nel Lazio. 3 Ibidem. 4 Ibidem. 5 L. DAL PANE, Antonio Labriola nella politica e nella cultura italiana, Torino, Einaudi, 1975, pp. 7-8. 6 F. S. LABRIOLA, op. cit. 7 L. DAL PANE, op. cit., pp. 7-9. 8 Il nome è incerto, dal manoscritto non si capisce se si tratta di Angela Barbarini o Barberini. La scelta è arbitraria. 9 F. S. LABRIOLA, op. cit. Albero genealogico famiglia Labriola (1). Albero genealogico della famiglia Labriola (1). Francesco Saverio nasce il 20 dicembre dell’anno 180910, presso Vittoria, in Sicilia; della sua infanzia si sa solo quello che egli stesso ci ha tramandato, cioè che [è stata] trascurata, ma vivace ardente sentita. Seminarista a Noto, [deve] uscire dal collegio per il carattere fiero e violento; scolaro di suo padre [Giambattista è maestro di belle arti] a Monteleone11, studia con profitto specie le matematiche e la filosofia, e legge i principali (il manoscritto dice tutti) classici storici di tutte le nazioni antiche e moderne12. Dopo alterne vicende si trasferisce a Sangermano (Cassino), in Terra di Lavoro13 e qui sposa, il 12 agosto 1838, Francesca Ponari, «del fu Tommaso»14. Dai due coniugi nascono prima Angela e poi Teresa Maria (1848- 1853) ma nessuna delle due sopravvivrà. Il 2 luglio 1843, alle ore nove e mezzo, nasce Antonio Labriola. Il suo nome completo è Antonio Maria Marziale Labriola15. 1.2. Brienza Dopo aver delineato, per una visione d’insieme, le vicende della famiglia Labriola, fino alla nascita di Antonio, è necessario soffermarsi sulle origini e tornare quindi in Basilicata, ed in particolare a Brienza. Come già detto, Francesco Saverio, nella sua ricostruzione risale di tre generazioni e racconta della vita di Antonio Labriola, suo «bisavo»16, del quale non sa indicare la discendenza, e ne spiega così la ragione: «non ho mai veduta la terra de’ patri miei, né alcuno che avesse potuto rammentarmi tali fatti»17. Ad ogni modo, ciò che sembra certo, nel manoscritto, è che egli, nel 1740, «gett[a] le fondamenta in Brienza, di un vasto palazzo a tre vastissime braccia»18 che però, non verrà mai completato, «restando a finirsi tutto il piano superiore»19. Interessante la descrizione dello stemma che viene posto sulla facciata dell’edificio, che, a mio parere, sembra una sorta di fusione tra quello della città di Brienza e quello di Abriola: 10 La data indicata nel testo è tratta dalle memorie di Francesco Saverio ma nel suo fascicolo personale, conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma (Ministero dell’Istruzione Pubblica, Archivio di deposito 1860-1880, Personale) la nascita è indicata nell’anno 1810. Cfr. L. DAL PANE, op. cit., p. 8, n. 7. 11 L’odierna Vibo Valentia. 12 Ivi, p. 8-9. In corsivo le citazioni dal manoscritto F. S. LABRIOLA, op. cit. 13 La provincia di Terra di Lavoro era una delle province più vaste d’Italia: comprendeva l’intero territorio dell’attuale provincia di Caserta, la parte meridionale dell’attuale provincia di Latina, parte dell’attuale provincia di Frosinone, tutta la parte dell’agro nolano compresa poi, nell’odierna provincia di Napoli e ancora una parte del Sannio. 14 F. S. LABRIOLA, op. cit. 15 Padrini di battesimo sono i coniugi Federico Tucci da Sangermano e Donna Battista Vecchioni da Napoli. F. S. LABRIOLA, op. cit. 16 F. S. LABRIOLA, op. cit. 17 Ibidem. 18 Ibidem. 19 Ibidem. Porta impressa una quercia fronzuta sotto cui stanno a pascolare alquanti porci, e vi è un pastore che gli [incerto] costudisce. Infondo vedesi la veduta di una turrita terra cinta di merli. Forse rappresenta Abriola. Intorno vi si vedono vari segni araldici20. Stemmi araldici. Il primo è della città di Brienza, il secondo di Abriola. Fonte: www.araldicacivica.it Le sorti di questo palazzo e delle ricchezze della famiglia si perdono nel tempo e nelle tristi vicende della stirpe Labriola. Ma Francesco Saverio ci informa che il suo antenato Antonio ha un fratello, e forse sacerdote, e di antichi e probi, costumi e straordinariamente ricco in denaro, amministrando, tra gli altri beni, alquante pinguissime rendite di fondazione laicale spettanti a’ nostri antenati e che in buona parte oggi si godono da Marziale Jannelli […] cugino [di Francesco Saverio] […] per madre di casa Labriola»21. Stando a quanto tramanda Francesco Saverio nelle sue memorie, tali ricchezze vengono, quindi, recuperate da una parte della famiglia. Egli, infatti, scrive: Esistono tuttora nel Palazzo di Brienza alquante famiglie discendenti per donne da’ nostri antenati, e gran parte delle ricuperate, ed usurpate sostanze si possiedono dalla famiglia Jannelli, ed i viventi Marziale Jannelli, Giuseppe, Francesco Saverio, ed il celebre Cataldo, famosissimo in tutta l’Europa, discendono da Luigia Labriola loro madre, virtuosa donna. Che fine abbiano davvero fatto i beni e le sostanze della famiglia non ci è dato sapere, quello che è certo, dai tanti documenti rimasti, è che la vita dei Labriola sarà, d’ora in poi, difficile e disagiata; niente a che vedere con le immense fortune degli avi. 20 Ibidem. 21 Ibidem.