Analisi e Gestione del Rischio Lezione 5 Calcolo del VaR Variazione percentuale del valore delle posizioni • Definiamo, al tempo t, per un certo mercato, – Un insieme di scadenze t1,t2,…tn – Un insieme di cash-flow nominali c1,c2,…cn – Un insieme di fattori di sconto P(t,t1),P(t,t2)…P(t,tn) • Il valore del portafoglio al tempo t è V(t) = c1P(t,t1)+ c2P(t,t2)+ …+cn P(t,tn) • Al tempo t+, es. la fine della giornata il valore è P(t+,ti)=(1+ri) P(t ,ti) per ogni i, cosicché V(t+)-V(t) = c1r1P(t,t1)+ c2r2P(t,t2)+ …+cnrn P(t,tn) Calcolo del Value-at-Risk Il problema di fondo • Il problema centrale per la costruzione di un sistema di misurazione del rischio risiede nella determinazione della distribuzione di probabilità congiunta delle variazioni percentuali di valore r1, r2,…rn. • L’ipotesi più semplice è assumere che essi siano generati da una distribuzione normale multivariata L’approccio RiskMetrics™ è coerente con un modello a distribuzione “localmente” normale, coerente con un modello Garch integrato. Metodologie VaR • VaR parametrico: assume distribuzione (condizionatamente) normale (modello EWMA) e usa i parametri di volatilità e correlazione • Simulazione Monte Carlo: vengono simulati scenari con la tecnica Monte Carlo, le posizioni vengono rivalutate in ogni scenario e viene calcolato il percentile empirico delle perdite. • Simulazione storica: vengono simulati scenari sulla base dell’andamento storico dei mercati e viene calcolato il percentile empirico delle perdite Volatilità storica • Un’alternativa alla stima della volatilità implicita è l’utilizzo della volatilità storica • La volatilità storica non richiede la presenza di un mercato delle opzioni liquido, ed è applicabile ad un largo numero di mercati • La stima della volatilità storica è pero rivolta al passato (backward looking) e soggetta a due problemi – Rischio di stima della volatilità – Rischio di modello (fluttuazione della volatilità) 03/01/00 03/11/99 03/09/99 03/07/99 03/05/99 03/03/99 03/01/99 03/11/98 03/09/98 03/07/98 03/05/98 03/03/98 03/01/98 03/11/97 03/09/97 03/07/97 03/05/97 03/03/97 03/01/97 03/11/96 03/09/96 03/07/96 03/05/96 03/03/96 03/01/96 03/11/95 03/09/95 03/07/95 03/05/95 03/03/95 La volatilità del Mib30 0.25 0.2 0.15 0.1 0.05 0 Modelli Garch(p,q) • La distribuzione del rendimento condizionale alla volatilità è normale, ma la volatilità varia nel tempo con un processo autoregressivo di tipo ARMA(p,q). Ad es. il Garch(1,1) è: t ~ N 0, t Rt t 2 t 2 1 t 1 1 2 t 1 Garch: ABC… • In un modello Garch la distribuzione NON condizionale dei rendimenti non è normale, ed in particolare ha code “grasse” (“fat-tails”): eventi estremi sono più probabili rispetto alla distribuzione normale • In un modello Garch la varianza futura è prevista ricursivamente dalla formula ˆ 2 t i 1 1 ˆ 2 t i 1 • Il grado di persistenza è dato da 1 + 1 1 Un Garch particolare… • Assumiamo: = 0 e 1 + 1 = 1. In questo caso abbiamo un Garch integrato (Igarch): – i) la volatilità è persistente: ogni shock rimane per sempre nella storia della volatilità – ii) il miglior previsore della volatilità al tempo t + i è quella al tempo t + i – 1. – iii) la volatilità al tempo t è data da ( 1) 1 2 t 2 t 1 2 t 1 …di nome EWMA • Notiamo che l’IGarch(1,1) con = 0 corrisponde a un modello in cui la volatilità è calcolata come una media mobile a pesi che decadono esponenzialmente (EWMA). • Il modello, con parametro = 0.94, è impiegato da RiskMetrics™ per valutare volatilità e correlazioni. • Il modello corrisponde a una stima di volatilità che pesa in maniera decrescente le osservazioni più recenti (il parametro usato corrisponde a 75 osservazioni) Stime di volatilità: il Mib30 Ghost feature • La modulazione dei pesi nella opzione EWMA consente di ridurre il cosiddetto problema della ghost feature nei dati • Ghost feature: uno shock continua a avere effetto sulla stima del VaR per tutto il periodo in cui resta nel campione, e quando ne esce la stima di VaR cambia senza un motivo apparente. Attribuire pesi via via decrescenti agli shock attutisce questo fenomeno. Calcolo dell’esposizione giornaliera Daily Earning at Risk (DEaR) • Definiamo, al tempo t pi=ciP(t,ti) il valore marking-to-market del cash-flow i ri, la variazione percentuale giornaliera del fattore di rischio i-esimo • Se ri ha distribuzione normale con media i e volatilità i, Prob(ri < i - i 2.33) = 1% Se i = 0, Prob(ri pi < - i pi 2.33) = 1% DEaRi = i pi 2.33 = Maximum probable loss (1%) Una considerazione • Il modello RiskMetrics™ assume (i = 0) e cioè che il tasso di crescita dei rendimenti sia pari a 0. • La scelta non è giustificata, se non come approssimazione, sotto il profilo finanziario, perché sappiamo che i = rendimento risk-free + premio per il rischio • La scelta è giustificata sotto il profilo statistico, perché l’assunzione i = 0 consente di ridurre il rischio di stima della volatilità. Il rendimento giornaliero è estremamente difficile da stimare. Aggregazione della misura di rischio per posizioni diverse • Una volta calcolato il valore della misura di rischio DEaRi per ogni posizione i, per i = 1,2,….n vogliamo ricostruire la misura di rischio per aggregati che rappresentino, ad es.: i) diverse unità di business, ii) diversi mercati. • Il calcolo della misura di rischio aggregata viene fatta secondo due modalità – DEaR (VaR) non diversificato (somma dei DEaRi) – DEaR (VaR) diversificato (forma quadratica calcolata con la matrice di correlazione C) DEaR diversificato DEaR d ( DEaR1, DEaR2 ,..., DEaRN ) dCd T 1 C 1N 1N 1 dT DEaR1 DEaR2 DEaR N Dal DEaR al VaR • Passare dalla massima perdita giornaliera DEaR al Value-at-Risk richiede la definizione del periodo di smobilizzo (unwinding period) • La relazione è VaR unwinding period DEaR • N.B. La relazione è basata sull’assunzione che: – i) gli shock non siano correlati serialmente; – ii) la composizione del portafoglio resti inalterata nel periodo di smobilizzo VaR diversificato e non • Il VaR non diversificato, calcolato come somma dei VaR di ciascuna posizione, rappresenta un’assunzione estrema di perfetta correlazione tra i rischi • Il VaR diversificato tiene conto della correlazione parziale tra le posizioni • Il rapporto tra VaR diversificato e VaR non diversificato rappresenta un indice sintetico di diversificazione del portafoglio. Esempio • Posizione: 1 mil. di euro su azionario Italia e 0.5 mil. di euro su azionario US. Le azioni sul mercato US sono denominate in dollari. • Esposizione: 1 000 000 Euro azionario Italia 500 000 Euro azionario USA 500 000 Euro rischio di tasso US/Euro Esempio: i dati di mercato • Assumiamo che i dati di mercato dei fattori di rischio siano i seguenti • Volatilità giornaliera del fattore di rischio – Rischio azionario Italia (75 punti base) – Rischio azionario US (50 punti base) – Rischio di cambio (30 punti base) • Correlazione rischi – Correlazione azionario Italia/US: 0.5 – Correlazione rischio di cambio/rischio azionario: 0 (sia per l’azionario Italia che US) Esempio: risultati • Calcoliamo il VaR per ogni esposizione per un livello di probabilità del 99% e un tempo di smobilizzo di 10 giorni – VaR azionario Italia: 55 174 (5.52%) – VaR azionario US: 18 391 (3.68%) – VaR rischio di cambio US: 11 035 (2.21%) • Per tutto il portafoglio otteniamo un VaR non diversificato pari a 84 600 Euro (4.23% della esposizione) ed un VaR diversificato di 75 740 Euro (3.79% dell’esposizione). VaR parametrico: problemi • Non linearità dei pay-off. La presenza di opzioni introduce un elemento di convessità o concavità che non è rappresentabile dal VaR parametrico • Non normalità (condizionale) dei rendimenti: il modello EWMA può non essere sufficiente a tener conto della lepto-curtosi dei rendimenti • Appropriatezza della misura di VaR per rappresentare il rischio di diverse posizioni in maniera coerente Validazione del Value-at-Risk • Una volta scelta costruito un sistema per il calcolo del Value-at-Risk, come se ne testa l’efficacia? • Una possibile strategia è quella di verificare quante volte nella storia passata le perdite registrate sono risultate superiori alla misura VaR calcolata • Procedure di validazione (o backtesting) Test di Kupiec • Un test statistico suggerito da Kupiec è basato sull’ipotesi che gli sforamenti delle perdite rispetto al VaR siano indipendenti. • Se questo è il caso l’estrazione di un numero x di sforamenti su un totale di N tentativi, e sotto l’ipotesi che ciascuno di essi si verifichi con probabilità dovrebbe avere distribuzione binomiale N x N x P( x) 1 x Likelihood ratio • Il test è un rapporto tra la probabilità di estrarre x sforamenti dalla distribuzione binomiale rispetto alla probabilità teorica. • Il test, distribuito come chi-quadro con un grado di libertà è N x x x x N x LR 2ln 1 ln x 1 N N Esempio • Nelle applicazioni tipicamente di prende un anno di dati e un intervallo di confidenza dell’1% • Se assumiamo di osservare, ad esempio, 4 sforamenti in un anno, calcoliamo 4 4 246 246 ln 0.0140.99246 LR 2ln 250 250 0.77 • Poiché il valore del chi-quadro con un grado di libertà è 6.6349 l’ipotesi di accuratezza del VaR non è rigettata (il p-value di 0.77 è 38,02%) L’estensione di Christoffersen • Il test di Kupiec è basato sull’ipotesi di sforamenti serialmente indipendenti. • Christoffersen ha proposto un’estensione che tiene conto della dipendenza seriale. Si tratta di un test congiunto delle due ipotesi. • I dati vengono filtrati ed il test congiunto è scritto come LRcc = LRun + LRind dove LRun è il test non condizionale e LRind è quello di indipendenza. Il test congiunto è distribuito con 2 gradi di libertà