Rassegna stampa
25/05/2011
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INDICE
AUSL RAVENNA
25/05/2011 La Voce di Romagna - Forli
Il danno e la beffa
6
25/05/2011 QN - Il Resto del Carlino - Modena
Elisoccorso potenziato con specialisti a tempo pieno
7
25/05/2011 Corriere di Romagna - Ravenna
Cosmohelp, altro caso da seguire
8
25/05/2011 Corriere di Romagna - Ravenna
Un nuovo veicolo per disabili e anziani
9
25/05/2011 QN - Il Resto del Carlino - Forli
di VALERIO ROCCALBEGNI LUNEDÌ SCORSO la...
10
25/05/2011 QN - Il Resto del Carlino - Forli
Giornata del sollievo Un questionario per misurare il dolore
11
25/05/2011 Corriere di Romagna - Ravenna
I sapori della Baviera per tre giorni a Riolo
12
25/05/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Faventia Sales, un milione e mezzo di debiti «E l'alta formazione che fine ha fatto?»
13
25/05/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Timori
14
25/05/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Caso di vaiolo in ospedale ? Una leggenda metropolitana
15
25/05/2011 La Voce di Romagna - Sport
A Ravenna soffiano i 'Venti di Gloria'
16
25/05/2011 La Voce di Romagna - Rimini
Acli e Pacha Mama se la bevono
17
25/05/2011 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
La rivoluzione entra al Galvani col fascicolo sanitario on line
18
25/05/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
Quattro giorni con Alberico il Grande
19
25/05/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
"Parto indolore: va applicato anche a Faenza e Lugo "
20
25/05/2011 La Voce di Romagna - Forli
Medicina per i polmoni
21
25/05/2011 Il Sole 24 Ore - CentroNord
In Romagna la sanità resta in rosso
22
AREA VASTA E REGIONE
25/05/2011 La Voce di Romagna - Forli
'Country Hospital esempio da copiare'
25
SANITÀ NAZIONALE
25/05/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE
La giornata nera della sanità In carcere 4 medici
27
25/05/2011 Corriere della Sera - MILANO
Ospedali e Asl, 3 mila nuovi assunti Regione e sindacati divisi sulle cifre
28
25/05/2011 Il Sole 24 Ore
Nelle indagini sanitarie garanzie di anonimato
29
25/05/2011 Il Sole 24 Ore
Il deficit sanitario in calo: 2,32 miliardi
30
25/05/2011 La Repubblica - Torino
Trapianti, il Piemonte medaglia d'oro 400 interventi e donazioni in crescita
31
25/05/2011 La Repubblica - Torino
Molinette, tagli nel mirino della Procura
32
25/05/2011 La Repubblica - Roma
Tar: illegittimi quei tagli alla sanità
33
25/05/2011 La Repubblica - Palermo
Sanità, Lombardo sfida il ministro "Ecco i successi della nostra riforma"
34
25/05/2011 La Repubblica - Palermo
Forniture ospedaliere, stop al maxi-appalto
35
25/05/2011 La Repubblica - Nazionale
I disturbi dei bambini e le cure con farmaci
36
25/05/2011 La Stampa - NAZIONALE
Un batterio terrorizza la Germania Già tre morti
37
25/05/2011 La Stampa - NAZIONALE
Caccia all'interruttore anti-tumori
38
25/05/2011 Avvenire - Milano
salute Non solo Pm10 Anche negli uffici entra il Pm 2.5
40
25/05/2011 Il Sole 24 Ore - NordOvest
Mancano all'appello 350 pediatri
41
25/05/2011 Il Sole 24 Ore - Sud
Per la sanità arrivano 113 milioni in più
42
25/05/2011 Il Sole 24 Ore - Sud
«Sanità fondata su qualità e merito»
43
AUSL RAVENNA
17 articoli
25/05/2011
La Voce di Romagna - Forli
Pag. 11
(diffusione:30000)
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Il danno e la beffa
Domanda: come fa l' Emilia-Romagna a mantenere la sua fama di regione particolarmente attenta
all'assistenza degli anziani e alla loro disabilità? Semplice. Una pletorica commissione unità di valutazione
geriatrica dopo un ritardo di alcuni mesi dalla domanda, ne accerta la perdita dell'autosufficienza.
L'erogazione dell'assegno di cura - solo per chi abbia superato i 75 anni - non decorre dalla data
dell'accertamento in quanto diritto acquisito, ma rientra nell'istituto del legittimo interesse: un modo capzioso
per dire che tutto dipende dalla disponibilità delle risorse.Nell'attesa mia suocera ha fatto a tempo a morire
senza ricevere alcunché in quanto a Castrocaro (FC) i pagamenti erano (e forse lo sono ancora) in ritardo di
un anno.
AUSL RAVENNA
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25/05/2011
QN - Il Resto del Carlino - Modena
Pag. 21
(diffusione:165207, tiratura:206221)
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PAVULLO MEDICI E INFERMIERI ERANO FINORA VOLONTARI
Elisoccorso potenziato con specialisti a tempo pieno
La base Saer assume un ruolo di primo piano in regione
- PAVULLO - LA BASE elicotteristica di Pavullo ha ottenuto un ruolo di primo piano in regione per il Soccorso
Alpino con verricello, dopo che lo scorso anno ha compiuto ben 600 interventi. Lo prevede la convenzione
appena firmata dall'Usl di Bologna per conto del Servizio sanitario regionale e dal Soccorso Alpino Emiliaomagna (Saer), per disciplinare le attività di soccorso via terra (alpina, speleologica, nelle forre) e con
elicottero. Migliorerà così il coordinamento dei soccorsi in montagna e in grotta, rendendo omogenee le
procedure in tutto il territorio regionale e sviluppando ulteriormente l'integrazione tra personale del 118 e i
volontari del Soccorso Alpino Emilia-Romagna. Prevederrà l'utilizzo di personale del 118 nelle attività di
elisoccorso con verricello. «Si tratta, per la prima volta - dicono i protagonisti dell'accordo - di una
convenzione unica per tutto il territorio regionale che supera gli atti finora siglati dal Soccorso Alpino con le
singole aziende sanitarie. E' in particolare per la base di elisoccorso di Pavullo, l'unica in regione dotata di
elicottero con verricello, che la convenzione prevede l'utilizzo di personale del Servizio sanitario regionale
(medici e infermieri) in orario di servizio (fino ad ora i medici e gli infermieri del 118 operavano come
volontari). Si tratta di una innovazione di rilievo a garanzia della sicurezza degli stessi operatori,
opportunamente formati dal Soccorso Alpino per prestare assistenza in condizioni particolari: nelle zone
appenniniche altrimenti irraggiungibili». LA BASE di Pavullo (che affianca le altre tre basi di elisoccorso di
Parma, Bologna e Ravenna) nel 2010 ha svolto circa 600 interventi, con il recupero tramite verricello di 48
persone. La convenzione ribadisce che la gestione delle chiamate di soccorso resta in capo alle centrali
operative del 118 territorialmente competenti, mentre per le attività di intervento via terra (recupero di persone
disperse o infortunate, assistenza in grotta) il coordinamento degli interventi spetta al Soccorso Alpino EmiliaRomagna che interviene con il proprio personale tecnico e sanitario volontario. Un Comitato regionale, a cui
partecipano tecnici del Servizio sanitario regionale e di Soccorso Alpino Emilia-romagna, stabilisce i protocolli
e le procedure di intervento, le attività di formazione degli operatori e il monitoraggio dell'andamento delle
attività. Giuliano Pasquesi Image: 20110525/foto/5986.jpg
AUSL RAVENNA
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25/05/2011
Corriere di Romagna - Ravenna
Pag. 11
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'associazione faentina organizza i "viaggi della speranza". Altri bambini in cura
Cosmohelp, altro caso da seguire
Ragazzina palestinese arrivata dalla Striscia di Gaza
Da qualche giorno è giunta, dalla Striscia di Gaza, Fa ten, ragazzina palestinese di 16 anni. Il caso è stato
segnalato da Save the children da tempo impegnata in Palestina. «Grazie al programma umanitario della
Regione Emilia Romagna - ha spiegato il segretario di Cosmohelp, Domenico Merendi - è potuta arrivare fino
a noi, ma non è stato facile riuscire ad avere un visto: Faten e il padre sono dovuti passare dall'Egi tto e non
da Israele». Dal 20 maggio è ora ricoverata in Neurologia al Bellaria di Bologna dove sarà sottoposta ad
esami. Si prevede una permanenza di circa un mese. Tra i casi in carico a Cosmohelp risulta ancora
ricoverato al Policlinico di Modena (Chirurgia della mano) Jahja, il bambino proveniente dal Kosovo che
mentre giocava a pallone si è gravemente ustionato gli avambracci e le mani dopo il contatto con un cavo
dell'alta tensione. Un caso questo segnalato dai militari italiani di stanza in Kosovo. Jahja è arrivato in aprile
ed è stato subito sottoposto ad un delicato intervento alla mano destra, quella con più speranze di salvarsi,
mentre sono più critiche le condizioni della sinistra. Si prevede una permanenza in Italia di almeno due o tre
mesi. Ede n, la ragazza eritrea arrivata in febbraio, è tuttora al Bellaria di Bologna: soffre di una grave forma
di acalasia esofagea (causata anche da forti traumi passati) che non le permette di mangiare normalmente.
Sta facendo una terapia che si protrarrà per circa due mesi. Si è felicemente risolto invece il caso di N esim,
bimbo cardiopatico albanese operato al cuore nel 2010 presso il S. Orsola di Bologna. Nei giorni scorsi il
piccolo era rientrato per un controllo, in seguito al quale le sue condizioni sono risultate buone, quindi è
potuto rientrare in Albania. (f.d.)
AUSL RAVENNA
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25/05/2011
Corriere di Romagna - Ravenna
Pag. 11
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Un nuovo veicolo per disabili e anziani
precisato il presidente C e s a r e S a n g i o r g i . Nell'ultimo anno di esercizio sono stati circa 1.050 gli
interventi svolti con i due mezzi finora disponibili. 60mila i chilometri percorsi per trasportare cittadini
bisognosi a centri specializzati, ospedali, ambulatori. Interventi quotidiani. Il servizio è coordinato
dall'assistente sociale Oriana Bandini. «Gli interventi sono giornalieri - ha rimarcato Sangiorgi - perchè la
nostra popolazione è anziana e il territorio molto vasto con difficoltà evidenti di mobilità: 196 km quadrati di
superfice montuosa, 220 km di strade comunali, 9 frazioni. In un simile contesto i mezzi si deteriorano e
risulta impegnativo sostenere i costi». Soldi e geografia. S econdo l'assessore Guido Mo ndini «con questo
progetto riusciremo a dare più sostenibilità e accessibilità al servizio, dovendoci sempre confrontare con il
reperimento di risorse, fortemente erose anche dal contesto geografico in cui operiamo». Per il sindaco D avi
de Missiroli «la convenzione rientra nel più ampio progetto "Prendersi cura di Brisighella" di cui ci siamo dotati
impegnando i nostri volontari su tre fronti principali di sostegno alla comunità: il sociale, la protezione civile, il
risanamento ambientale». Francesco Donati
AUSL RAVENNA
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25/05/2011
QN - Il Resto del Carlino - Forli
Pag. 12
(diffusione:165207, tiratura:206221)
di VALERIO ROCCALBEGNI LUNEDÌ SCORSO la...
VALERIO ROCCALBEGNI
di VALERIO ROCCALBEGNI LUNEDÌ SCORSO la Commissione Sanità della Provincia di Forlì-Cesena è
andata in visita alla Casa della Salute di Langhirano (Parma), un modello che dovrebbe essere esportato
nelle comunità di Forlimpopoli e di Modigliana. Ma che bella sorpresa rendersi conto che, tale modello, è già
esistente nella realtà collinare romagnola dal ben lontano 1996. Un'esperienza pilota che è stata guida ed
esempio per tante strutture nazionali, tanto che, tutt'oggi, ben 13 regioni prendono a modello il Country
Hospital di Modigliana. LA CASA della Salute proposta, infatti, è l'esatta copia di quanto noi, in Romagna,
abbiamo già e non si discosta in nulla dal modello originario. Se tutto deve ruotare attorno al cambio di
denominazione, va bene; Country Hospital non piace, troppo americano, Casa della Salute è più attinente ai
desideri del mondo italiano, benissimo. L'importante è, però, che i servizi non vengano tagliati. Nella
presentazione fatta dal dottor Missiroli, coordinatore dei medici di medicina generale di Langhirano, si
vantava la validità della medicina di gruppo, cioè medici di famiglia che avevano dislocato il loro ambulatorio
all'interno dell'hospice e soprattutto la gestione in gruppo delle problematiche sanitarie. Su mia chiara ed
esplicita domanda, Missiroli ha ammesso che tale meccanismo derivava da incontri ed esperienze verificate
con il dottor Aulizio. ALLORA, devo visitare ed ascoltare la presentazione di una struttura considerata
all'avanguardia, quando l'idea è 'copiata' dalla realtà del mio paese e bastava spostarsi di qualche decina di
km da Forlì per vedere la stessa cosa. Com'è possibile che la Regione accrediti una struttura e neghi
l'accreditamento alla gemella primogenita, solo perché ha un nome diverso? La Regione è madre o
matrigna? Mi è stato detto: «Modigliana è a 18 km dall'ospedale più vicino». Non è vero. Intanto i km sono 21
e la realtà di Tredozio è ben più lontana. Inoltre, si gravita su Faenza, che si trova in un'altra Provincia Il
Country Hospital non si tocca; si concordino eventuali riscontri sui costi reali (mai visti), ma troviamo al più
presto una soluzione condivisa. I nostri cittadini hanno bisogno di avere risposte rapide ed in linea con le loro
necessità sanitarie, non siamo figli di un Dio minore. * Consigliere Provinciale Pdl
AUSL RAVENNA
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'INTERVENTO Non toccate il Country Hospital di Modigliana
25/05/2011
QN - Il Resto del Carlino - Forli
Pag. 9
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Giornata del sollievo Un questionario per misurare il dolore
QUANTO è intenso il dolore? Come viene alleviato? I trattamenti per ridurre la sofferenza sono efficaci? Sono
alcune delle domande contenute nei questionari che i pazienti ricoverati nei presidi dell'Ausl di Forlì saranno
chiamati a compilare oggi, in occasione della 'Giornata del Sollievo'. A livello nazionale, l'iniziativa, giunta alla
10ª edizione e promossa dal ministero della salute, dalla conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, e dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti, si tiene domenica, ma in Emilia-Romagna è stata
anticipata. Verrà diffuso materiale informativo, grazie ai volontari di Avo (associazione volontari ospedalieri) e
Ior (Istituto oncologico romagnolo).
AUSL RAVENNA
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SALUTE
25/05/2011
Corriere di Romagna - Ravenna
Pag. 11
I sapori della Baviera per tre giorni a Riolo
RIOLO TERME. Torna "La Baviera a Riolo Terme: festa della birra e non solo..." organizzata
dall'Associazione gemellaggi grazie all'appoggio della Pro loco e la collaborazione dell'a ssociazione culturale
di Oberasbach, città bavarese gemellata dal 2005. Domani, venerdì e sabato nel parcheggio di viale Mazzini
a fianco del municipio si svolgerà la terza edizione della manifestazione. Accanto ai tipici prodotti locali e ai
vini del territorio, verranno proposte specialità bavaresi. Oltre alla birra non mancheranno le altre specialità
della cucina bavarese quali l'insalata di patate, le salsicce di Norimberga, il guanciale e i famosi Bretzel. Il
tutto accompagnato da giovani gruppi locali, che creeranno un clima di festa con musica e balli. Quest'anno
sarà presente domani e venerdi la banda della città di Oberasbach che farà rivivere le atmosere
dell'Oktoberfest, mentre chiuderà la kermesse il giovane gruppo "Soleco ntro" che suonerà nella serata di
sabato. Sarà inoltre presente vicino allo stand, il banchetto organizzato dal Sert della Ausl di Faenza che oltre
a fornire informazioni sulle varie dipendenze, dà la possibilità di misurare il proprio grado alcolemico tramite
l'etilometro. In questo modo i ragazzi si possono regolare e capire le proprie possibilità in relazione alle
consumazioni effettuate. Con questo incontro viene ricambiata l'acc oglienza ricevuta durante i mercatini di
Natale, dove già da 6 anni l'Ass ociazione gemellaggi riolese porta la collina faentina e i suoi prodotti tipici a
Oberasbach. Nel prossimo mese di dicembre una delegazione di cittadini riolesi si recherà nuovamente in
Baviera per far conoscere il nostro territorio in Germania e per la diffusione dei prodotti tipici, sempre molto
apprezzati dai gemelli tedeschi.
AUSL RAVENNA
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Birre e salsicce con i gemelli tedeschi
25/05/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 21
(diffusione:165207, tiratura:206221)
I mutui 'soffocano' la società che gestisce l'università negli ex Salesiani. I dubbi del Pdl
SULL'UNIVERSITÀ negli ex Salesiani si sta giocando una partita il cui risultato sarà la permanenza
dell'ateneo a Faenza. Di questo è convinta la capogruppo del Pdl in consiglio comunale, Raffaella Ridolfi, che
dell'università in città si è occupata a più riprese a Palazzo Manfredi. Il punto è questo: l'azionista di
maggioranza di Faventia Sales, società proprietaria degli ex Salesiani, cioè il Comune, in accordo con gli altri
azionisti ha interrotto senza tanti preavvisi il rapporto con il presidente, Elio Ferri, candidando alla presidenza
l'architetto Gianluca Cristoforetti e come vice Andrea Fabbri. Il siluro a Ferri è stato motivato
dall'amministrazione con la necessità di un cambio di passo nella conduzione della società, proprietaria
dell'immobile acquistato per otto milioni di euro qualche anno fa. Il punto che più ha turbato l'amministrazione
comunale è stata probabilmente la situazione debitoria della società. A fronte di un bilancio che presentava
entrate annuali per circa 140mila euro, c'era un deficit di 80mila euro. Forse poca cosa, sicuramente un nulla
rispetto al mutuo di circa un milione e mezzo di contratto con un istituto creditizio per finanziare, fra l'altro, i
necessari interventi di manutenzione dell'edificio. Le rate dei mutui devono essere onorate, ma in assenza di
un piano strategico per l'università - è quello che il Comune addebitava alla guida di Faventia Sales - si
faceva fatica a capire dove era possibile reperire i fondi. A meno che non fosse parte della strategia di
Faventia Sales vendere porzioni degli ex Salesiani per autofinanziarsi. «Il core business di Faventia Sales è
l'università di Bologna - spiega la capogruppo del Pdl Raffaella Ridolfi - non certo solo le lauree sanitarie dell'
Ausl. Il primo progetto, redatto con l'ausilio del professor Carlo Bucci, era fatto bene ed era incentrato sull'alta
formazione, che non si vede se si eccettua qualcosa legato al Cecob. Del progetto iniziale questi poi hanno
fatto polpette». «Ricordo - riprende la Ridolfi - che quando si seppe che Faventia Sales avrebbe venduto le
ex case delle suore (la Fondazione Banca del Monte vi ricaverà alloggi a canoni sociali, ndr) noi ci
spiegammo la decisione con problemi di bilancio della società. Io presentai un'interpellanza in consiglio
comunale a Faenza, Dragotto ne presentò un'altra in Regione. Non ci fu data risposta, ad eccezione di una
informazione irrituale di Elio Ferri a noi consiglieri. Chiedemmo il bilancio della società, e non ci fu fornito. Ma
al di là delle cifre, che in sè possono dire poco o nulla, noi dell'opposizione eravamo interessati alle scelte
strategiche di Faventia Sales. Non ci fu data questa possibilità: nel 2009 Ferri illustrò un progetto da 32
milioni di euro sugli ex Salesiani, ma nessuno di noi sa come lo avrebbe finanziato. Sottolineo che i corsi
sanitari dell'Ausl sono stati un riempitivo, nel timore che l'università di Bologna non arrivasse a Faenza».
m.m. Image: 20110525/foto/4739.jpg
AUSL RAVENNA
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Faventia Sales, un milione e mezzo di debiti «E l'alta formazione che fine
ha fatto?»
25/05/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 13
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Si è diffusa a Ravenna la notizia, assolutamente falsa, di un caso di vaiolo verificatosi all'ospedale Santa
Maria delle Croci
AUSL RAVENNA
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Timori
25/05/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 13
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Caso di vaiolo in ospedale ? Una leggenda metropolitana
Tante telefonate in redazione di lettori preoccupati
LE prime telefonate sono arrivate in redazione ieri mattina. «Mi hanno detto che all'ospedale di Ravenna c'è
un immigrato proveniente da Lampedusa malato di vaiolo. La notizia non sarebbe uscita per non creare
allarme. Ma io ho due nipotini piccoli e sono preoccupata. Vi risulta che sia vero?». No, non è vero. Tutto
falso: all'ospedale non c'è nessun malato di vaiolo. A smentirlo categoricamente è anche l'Ausl. La nonna può
stare tranquilla: i nipotini non corrono rischi. Eppure, durante le giornata di ieri, sono arrivate altre telefonate
di lettori che chiedevano la stessa cosa. Il meccanismo è sempre lo stesso: quello che alimenta le leggende
metropolitane. C'è qualcuno che racconta la storia, ma mai come testimone diretto. Però la fonte da cui arriva
la notizia è assolutamente certa. Invece si tratta di una 'bufala', che trasforma la 'vox populi' in realtà. Gli
esempi sono numerosi. Come quella degli zingari che hanno rapito un bambino da una carrozzina in un
ipermercato. O quella del fidanzato che, alla vigilia delle nozze, trova la promessa sposa a letto con l'amico e
la lascia al momento di dire sì davanti al sacerdote. In questo caso escono anche nomi e cognomi dei diretti
interessati, che volano di bocca in bocca. Tutto falso, anche se occorrono delle smentite sul giornale. E che
dire, invece, del ristorante dove nel ragù ci mettono dei topi? Roba da ridere se non fosse che il titolare, per
colpa di questa gratuita cattiveria, si è trovato ad un passo dal fallimento. L'antidoto? Organizzare una bella
cena con forze dell'ordine e magistrati e scriverlo sul giornale: se in quel ristorante ci vanno a mangiare loro
che fanno le indagini, vuol dire che non c'è nulla da temere. C'è poi la storia dell'incontro di un ragazzo con
una bellissima sconosciuta in discoteca, cui fa seguito una nottata appassionata in albergo e si conclude con
un sinistro messaggio di costei scritto con rossetto sullo specchio:'Benvenuto nel mondo dell'Aids'. Molto
diffusa anche la versione secondo la quale la notte di sesso viene consumata in auto, e quando il mattino
seguente il ragazzo viene trovato svenuto nell'auto, i medici che gli prestano i primi soccorsi scoprono che gli
è stato espiantato un rene. Leggende metropolitane: come quella del vaiolo scoppiato nell'ospedale di
Ravenna.
AUSL RAVENNA
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
'BUFALA' LA NOTIZIA, SMENTITA DALL' AUSL , SI E' DIFFUSA IERI
25/05/2011
La Voce di Romagna - Sport
Pag. 14
(diffusione:30000)
A Ravenna soffiano i 'Venti di Gloria'
Sul palco i campioni dell'epoca, ma anche comici, poeti e video
RAVENNA - Ormai è tutto pronto per 'Venti di Gloria', lo spettacolo in programma domani sera (inizio ore 21)
al Teatro Alighieri di Ravenna che ha l'obiettivo di celebrare il ventennale degli scudetti vinti nel maggio del
1991 dalle due squadre ravennati dell'epoca, il Messaggero in campo maschile e la Teodora in quello
femminile. A spiegare come si svolgerà la serata è lo stesso ideatore dell'evento, il giornalista Marco Ortolani:
"Si tratta di ricordi impressi nella mente di tantissimi ravennati ed è per questo che si tratta di una storia che
merita di essere raccontata ancora. Lo faremo con i campioni sul palco, ma anche con interventi a tema
affidati a comici (Il Duo Idea), a poeti (Franco Costantini), alla banda comunale e a emozionanti video con le
immagini dei trionfi più belli". La prevendita di 'Venti di Gloria' a cui parteciperanno alcuni dei protagonisti di
quelle imprese, tra cui coach Daniele Ricci, Stefano Margutti, Roberto Masciarelli e Sabrina Bertini (ci
saranno anche i gioranlisti Jacopo Volpi, Lorenzo Dallari e Marco Nosotti), mentre altri, come il patron Carlo
Sama e il fuoriclasse Karch Kiraly, presenzieranno con un contributo video - è ancora aperta allo store di
Radio International, in Piazza Kennedy. Il biglietto dà diritto alla sciarpa originale della serata e al dvd
omaggio realizzato dalle telecamere di Europa Service. Il botteghino dell'Alighieri aprirà invece giovedì alle
19.30. Parte dei proventi saranno destinati all'attività di 'L'Aquilone di Iqbal', gruppo di dottori-clown operante
al reparto pediatria dell'ospedale di Cesena. "E' un'impresa difficile e stimolante - commentato il regista
Ferrino Fanti - quella di allestire uno spettacolo privo della figura centrale del presentatore. Saranno tanti
frammenti, ognuno con una sua storia. Abbiamo avuto qualche forfait imprevisto, come è normale quando si
coinvolgono molte persone, ma alla fine siamo certi che lo spettacolo sarà godibile e divertente". "Plaudo a
questa iniziativa - sottolinea l'assessore comunale allo Sport Pericle Stoppa anche perchè dà riferimenti
importanti ai giovani che si avvicinano alla pallavolo. Sono lieto che questa ricorrenza si festeggi nel
momento in cui la città vive un altro bel momento grazie alla RoburCosta. E attendiamo che anche il settore
femminile sappia uscire dall'attuale momento buio". L'ex fuoriclasse del Messaggero Karch Kiraly parteciperà
alla serata con un contributo video
AUSL RAVENNA
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'evento
25/05/2011
La Voce di Romagna - Rimini
Pag. 14
(diffusione:30000)
RIMINI - "Beviamocela tutta" è l'incontro pubblico di mercoledì 25 maggio alle ore 21 sotto il portico
dell'Arengo in piazza Cavour, organizzato da Acli Rimini Centro e Lega Consumatori Acli, con Pacha Mama,
Rigas e 2 si per l'acqua bene comune, e con il Patrocinio del Comune di Rimini. Interverranno Tonino
Bernabè ( foto ) vicepresidente Romagna Acque, Susy Epifani Medico igienista Ausl Rimini, Andrea Bascucci
Comitato Acqua Pubblica, Massimiliano Marini esperto di trattamento acque.
AUSL RAVENNA
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Acli e Pacha Mama se la bevono
25/05/2011
QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 12
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La cartella elettronica presentata agli studenti
DANIELE PASSERI
di DANIELE PASSERI SI IMMAGINI di avere accesso, grazie a un normale computer connesso in rete, a
tutta la propria documentazione sanitaria, all'intero patrimonio di elementi della storia clinica di un individuo.
Al Cup2000 di Bologna (i pionieri italiani delle prenotazioni sanitarie informatizzate dall' '89), lavorano da dieci
anni al 'fascicolo sanitario elettronico', che tra qualche settimana diventerà realtà per quattro milioni e 300mila
cittadini emiliano-romagnoli. La fase sperimentale è andata bene e, in attesa della presentazione ufficiale
della piattaforma da parte della Regione a metà giugno, c'è già chi ha già capito la portata della novità, tanto
da meritare un attestato: «Al liceo classico Luigi Galvani, la prima scuola in Emilia Romagna che promuove il
Fascicolo sanitario elettronico del cittadino». La preside Sofia Gallo de Maio lo ha ricevuto ieri dalle mani del
direttore generale di Cup2000 Mauro Moruzzi e del direttore di Qn e Il Resto del Carlino Pierluigi Visci .
«Stiamo realizzando una rivoluzione copernicana capace di cambiare il mondo della sanità e dell'assistenza
sociale - ha rimarcato con soddisfazione Mauro Moruzzi, direttore di Cup 2000 -. Siamo tra i primi in Europa a
fornire digitalmente e nella massima privacy tutti i dati generati dall'utente nell'interazione col sistema
sanitario regionale». Le 17 aziende sanitarie in regione aprono dunque le porte dei loro archivi per riempire
automaticamente le 'My Page' di ciascun cittadino sul sito www.fascicolo-sanitario.it; e man mano che la 'vita
sanitaria' del cittadino procede, affluiscono le informazioni. Ma che succede quando si fanno esami
privatamente? Ed un evento clinico che non ha avuto rilevanza fuori dalla sfera privata? «Nessun problema,
si possono inserire tutti i documenti in modo sicuro e criptato per tutelare la propria riservatezza», ha spiegato
Moruzzi. I ragazzi del Galvani hanno subito messo alla prova il sistema, e ciascuno ha ricevuto le credenziali
del proprio 'fascicolo sanitario elettronico'. Il direttore di Qn e 'Carlino, Pierluigi Visci si è detto «strabiliato:
questo è uno strumento di democrazia che avvicina il cittadino alla realtà pubblica rendendolo più
consapevole, aumentando la trasparenza e diminuendo la tensione di tante, lunghe, fasi burocratiche». Si
potranno infatti anche pagare e prenotare gli esami, oltre a tenere il diario di tutti i farmaci assunti da una
persona. I ragazzi gradiscono, saranno loro a 'collegare' nonni e genitori alla rivoluzione.
AUSL RAVENNA
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La rivoluzione entra al Galvani col fascicolo sanitario on line
25/05/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 23
(diffusione:30000)
Venerdì comincia il Palio di Barbiano. La contesa domenica alle 22
Corteo di figuranti COTIGNOLA - In corrispondenza dell'ultimo fine settimana di maggio si accendono i
riflettori su Barbiano e sul suo Palio di Alberico, giunto quest'anno alla XVIII edizione. La festa, organizzata
dall'associazione culturale e ricreativa "Orizzonte 3000", con la locale sezione Avis di Barbiano ed il
patrocinio del Comune di Cotignola e della Provincia di Ravenna, è dedicata ad Alberico il Grande, celebre
capitano di ventura vissuto nella seconda metà del 1300, che ebbe il merito storico di raccogliere attorno a sé
una compagnia di giovani soldati locali con la quale sconfisse, nella battaglia di Marino, l'invasore straniero,
meritandosi il titolo di "Cavaliere di Cristo" assegnatogli dal Papa Urbano VI. Grandi tornei e giostre si tennero
allora per festeggiare la straordinaria vittoria, e grandi festeggiamenti si celebrano di nuovo, oggi, per rivivere
il ricordo del valoroso condottiero. Non si tratta di una semplice rievocazione storica medioevale, ma di un
modo di far festa rivisitato che si è distinto negli ultimi anni in tutto il comprensorio. Una vera festa di paese,
che riesce a coinvolgere tutta la comunità con delle caratteristiche uniche, dove i veri protagonisti sono gli
spazi privati messi a disposizione degli organizzatori: i cortili diventano le "location" della festa ospitando di
volta in volta mostre, spettacoli, arene musicali e osterie all'aperto. La contesa del Palio, con l'ormai
tradizionale tiro alla fune fra i quattro rioni, è il momento centrale della manifestazione che si svolgerà
domenica alle 22. La contesa sarà preceduta dalla sfilata storica, alle 21.30, composta da figuranti della corte
di Alberico il Grande, con musici e tamburi che accompagneranno i tiratori in piazza per la sfida fra i rioni.
Tantissimi però sono gli eventi di arte e spettacoli che si terranno nella quattro giorni di festa dal venerdì al
lunedì. Intorno ad artisti famosi del piccolo schermo proposti sul palco centrale, ruoteranno altri spettacoli di
arte varia in giro per tutto il paese, in una cornice festosa di grande coinvolgimento. Per finire,ci saranno sette
punti di ristoro, tutti diversi fra loro per le varie tipologie di piatti. Ad aprire la XVIII edizione del Palio di
Alberico venerdì 27 maggio saranno I Mancio e Stigma (Emo) e Andrea Di Marco, direttamente da Zelig, che
si esibiranno in piazza a partire dalle 21.30. Il sabato sera invece sarà dedicato alla musica: sul palco
centrale, alle 22, tributo a Michael Jackson con musicisti e ballerini professionisti, un front man inimitabile, in
uno show fatto di video, luci e fuochi, in omaggio all'artista più grande di tutti i tempi. Domenica sera sarà
invece dedicata alla rievocazione storica con il Palio di Alberico in piazza presentato da Andrea Vasumi.
Infine a chiudere la festa di Barbiano sarà la comicità di Duilio Pizzocchi con una spettacolo cabaret in
programma lunedì sera alle 21.45 in piazza.
AUSL RAVENNA
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Quattro giorni con Alberico il Grande
25/05/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 13
(diffusione:30000)
"Parto indolore: va applicato anche a Faenza e Lugo "
RAVENNA - "Parto in analgesia in tutti gli ospedali della Regione": a chiederlo è il consigliere regionale Pdl
Gianguido Bazzoni. "La Regione dia indicazione di praticare il parto in analgesia in tutti gli ospedali delle
aziende ospedaliere regionali". La legge voluta dal Ministro della salute, dell'ex governo Prodi Livia Turco, sul
parto in analgesia risalente al maggio 2006, in Emilia-Romagna, a differenza ad esempio nel vicino Veneto
non è praticato in tutti gli ospedali della Regione. "Ricordo come a seguito della legge la Ministro annunciava
con enfasi l'esistenza di un patto con le Regioni per l'epidurale gratuita per garantire il parto indolore in tutti gli
ospedali. A sostegno di una grande conquista di civiltà sottolineava anche l'accordo dei medici cattolici". Ad
oggi passati cinque anni dalla legge "l'unica Regione che garantisce il parto in analgesia in tutti gli ospedali
del sistema sanitario regionale è il Veneto". Sul tema l'Emilia Romagna ha deliberato nel dicembre del 2007:
"Il diritto della partoriente di scegliere un controllo del dolore nel parto adeguato - si legge nel documento -,
compresa l'anestesia perdurale, dovrebbe essere incluso tra quelli garantiti a titolo gratuito nei livelli
essenziali di assistenza; valutato pertanto necessario, nel rispetto del diritto di libera scelta della donna sulle
modalità e sullo svolgimento del parto, favorire il parto fisiologico e promuovere l'appropriatezza degli
interventi, e riconoscere ad ogni donna in gravidanza il diritto ad un parto fisiologico usufruendo
gratuitamente di tutte le tecniche di controllo/contenimento del dolore nel parto sicure ed efficaci, compresa la
partoanalgesia; di stabilire che entro e non oltre il 1° luglio 2008 le Aziende Sanitarie della regione
definiscano piani provinciali circa la organizzazione della risposta assistenziale in materia di controllo del
dolore da travaglio di parto, concordati almeno fra le diverse aziende che insistono sui singoli ambiti
provinciali; di stabilire che tali piani esplicitino le modalità di risposta e le prestazioni garantite per quanto
riguarda le tecniche di controllo/contenimento del dolore a livello di ciascun punto nascita; di stabilire che
entro e non oltre il 31 dicembre 2008 le Aziende Sanitarie della Regione debbano garantire, in almeno un
punto nascita a livello di ciascuna provincia, l'erogazione del servizio di partoanalgesia secondo le modalità
stabilite con il presente provvedimento, con carattere di gratuità e sulle 24 ore per tutti i giorni dell'anno; in
tutti i punti nascita deve comunque essere garantita almeno una metodica non farmacologia di
controllo/contenimento del dolore nel parto". Fin qui quando sancito dalla Regione oltre tre anni fa.
"Ritenendo - riprende Bazzoni - che le linee guida così come ad oggi applicate dalla Ausl di Ravenna siano
lesive della parità di trattamento dei cittadini, perché nella Ausl di Ravenna il parto in analgesia viene
praticato solo nell'ospedale di Ravenna e non a Faenza e Lugo, ritengo di interrogare l'Assemblea legislativa
sulla diffusione del parto indolore, con quali modalità è garantito questo servizio in tutte le Aziende sanitarie e
se tutte hanno un solo punto nel quale viene praticato il parto in analgesia, ed infine se non ritenga opportuno
di dare nuovi indirizzi al fine di garantire una parità di scelta".
AUSL RAVENNA
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Gianguido Bazzoni (consigliere Pdl) chiede alla Regione uguale trattamento per tutti i cittadini
25/05/2011
La Voce di Romagna - Forli
Pag. 12
(diffusione:30000)
Medicina per i polmoni
Il prof. Poletti inventa farmaco salva vita
Europa e Nord America. Ai pazienti, casualmente inseriti nel gruppo "trattato", veniva somministrato
Pirfenidone in due diversi dosaggi. Gli effetti collaterali (nausea, dispepsia, vomito, anoressia, fotosensibilità)
erano sopportabili; i vantaggi del farmaco rispetto al placebo erano rappresentati fondamentalmente da una
seppur lieve riduzione di mortalità nel gruppo trattato. La notizia della nascita di un farmaco salvavita a Forlì,
quindi, sembra quasi arrivare come una celebrazione della "giornata del sollievo 2011". A livello nazionale,
l'iniziativa, giunta alla decima edizione e promossa dal Ministero della salute, dalla Conferenza delle Regioni
e delle Province autonome, e dalla Fondazione nazionale «Gigi Ghirotti», si tiene domenica 29, ma in EmiliaRomagna è stato deciso di anticiparla. Nell'occasione, oltre alla valutazione del dolore, verrà diffuso materiale
informativo, grazie all'aiuto dei FORLI' - E' uscito in questi giorni, sulla prestigiosa rivista "Lancet", lo studio
"Pirfenidone in patients with idiopathic pulmonary fibrosis: two randomised trials". La ricerca rappresenta una
speranza per i malati di fibrosi polmonare idiopatica, malattia sino ad oggi incurabile. "In questo studio
multicentrico internazionale - afferma il prof. Venerino Poletti, direttore dell'Unità Operativa di Pneumologia
dell'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì e uno dei direttori, insieme ad alcuni altri colleghi italiani, della
ricerca - si documenta che il Pirfenidone può dare alcuni vantaggi a chi è affetto in forma lieve o moderata da
questa grave malattia, fino ad oggi del tutto incurabile se non attraverso il trapianto polmonare. Finalmente,
quindi, esiste una tenue speranza terapeutica per i pazienti affetti da Fibrosi Polmonare Idiopatica". Lo studio
è stato condotto su pazienti affetti da Fibrosi Polmonare Idiopatica, di età compresa fra 40 e 80 anni,
provenienti da 110 Centri situati in Australia, volontari di Avo (Associazione volontari ospedalieri) e Ior (
Istituto oncologico romagnolo). A Forlì, la lotta al dolore è una prassi ormai consolidata, grazie all'impegno del
Comitato ospedale-territorio senza dolore, coordinato dal dottor Marco Maltoni. "Nella nostra Azienda,
affrontiamo ogni tipo di sofferenza, sia quella cronica oncologica, di cui ci occupiamo noi come Unità Cure
Palliative, in collaborazione con l'Irst di Meldola - spiegaMaltoni - sia quella cronica non oncologica, con un
ambulatorio per la terapia antalgica all'interno di AnestesiaRianimazione, diretta dal dottor Giorgio Gambale.
Tale ambulatorio è accessibile due volte la settimana e gestito dal dottor Emanuele Piraccini e dal dottor
Paolo Calbi; i colleghi anestesisti seguono anche tutti gli aspetti relativi al dolore post-chirurgico e, quando
indicata, la parto-analgesia". Parallelamente, è stato portato avanti un intenso lavoro di formazione e
sensibilizzazione, rivolto tanto agli operatori sanitari quanto all'utenza. Venerino Poletti (terzo da sx) con la
sua equipe medica
AUSL RAVENNA
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Nuovo exploit dell'equipe di Pneumologia del Pierantoni
25/05/2011
Il Sole 24 Ore - CentroNord
Pag. 5
(diffusione:58140, tiratura:211140)
In Romagna la sanità resta in rosso
Le Ausl romagnole hanno chiuso i bilanci 2010 con un totale di 23,3 milioni di disavanzo. Rispetto agli
obiettivi concordati con la Regione, significa che le aziende di Forlì, Rimini, Cesena e Ravenna hanno
sforato, in tutto, di circa un milione di euro. Il 2011 appare però difficile, perché oltre a rientrare nei tetti fissati
da Bologna, le aziende dovranno sostenere costi maggiori e non potranno contare sugli stessi finanziamenti
degli anni passati. A questo vanno aggiunti i piani di rientro che le Ausl dovranno rispettare per rimborsare gli
aiuti ottenuti. È il caso, per esempio, di Forlì, dove il debito accumulato nel biennio 2008-2009 aveva sfiorato
quota 60 milioni di euro. E dove la Regione, nel gennaio scorso, ha iniettato 24,5 milioni di euro cifra che ha
consentito all'Ausl di chiudere in pareggio il 2010. Il direttore generale Licia Petropulacos si è trovata nel
2009, fresca di nomina, a dover gestire una vera bufera finanziaria: «Siamo partiti individuando i numerosi
aspetti che registravano costi significativamente superiori a quelli medi regionali: sulla base di questa analisi,
è stato redatto un piano di rientro pluriennale che contiene azioni di breve medio e lungo periodo. Nel 2010 ci
siamo concentrati sulle prime, realizzando una riduzione dei costi pari a circa 4,7 milioni di euro».
Anche i conti dell'Ausl di Cesena hanno avuto qualche problema. Il direttore generale, nonché coordinatrice
di Area Vasta Maria Basenghi ammette qualche difficoltà a raggiungere l'obiettivo economico per il 2010. Il
consuntivo ha chiuso, infatti, con un deficit di 8 milioni di euro, a fronte dei 5,18 concordati: «Abbiamo
comunque affrontato il problema insieme alla Regione, con la quale si è convenuto di agire attraverso un
piano di rientro che mira al recupero dell'equilibrio in un biennio. Le azioni previste hanno puntato al risparmio
sulla spesa farmaceutica e sulla specialistica. Abbiamo inoltre agito con rigore nel governo dei consumi dei
beni e nel controllo del turnover del personale».
A Ravenna il 2010 chiude con una perdita di 8 milioni di euro (contro i 9,2 dell'anno precedente), a fronte di
un obiettivo quantificato in 11,2 milioni: «Saremmo riusciti a fare ancora meglio - precisa il direttore generale
dell'Ausl Tiziano Carradori - se non avessimo dovuto coprire la parte del disavanzo, antecedente al 2004,
registrato dal Consorzio dei servizi sociali per 9,5 milioni di euro; è stato un imprevisto che ci è costato 1,8
milioni di euro». Ai risultati hanno contribuito alcune variabili come la riduzione di 2,3 milioni di euro nella
mobilità passiva ma anche il calo del costo sanitario pro-capite. Sono i bilanci di missione delle singole
aziende, che la Regione per trasparenza rende noti, a confermarlo: in quattro anni a Ravenna l'aumento è
stato dell'11,53%, contro il 22,16% di Forlì, il 19,40% di Cesena e il 18,28% di Rimini. Dal 2004 al 2009, poi,
nell'azienda diretta da Carradori la dotazione di personale è cresciuta di 500 unità e sono stati investiti 86
milioni di euro in modernizzazione strutturale e 26 milioni di euro in nuove tecnologie. «I problemi restano
invece sulla spesa farmaceutica, dove non abbiamo aggredito gli eccessi, che ammontano a 3,4 milioni di
euro». Ma il 2011 è in prospettiva un anno difficile: «L'obiettivo è restare entro gli 11 milioni di euro di
disavanzo. Ma mentre nel 2010 il finanziamento regionale è cresciuto di 15 milioni di euro, quest'anno
l'incremento è di soli 3 milioni».
Futuro in chiaroscuro anche a Rimini. Il bilancio 2010 ha chiuso con un deficit di 7,3 milioni, contro l'obiettivo
programmato di 5,9 milioni. I motivi, stando al direttore generale dell'Ausl Marcello Tonini, sono presto detti:
«L'anno scorso abbiamo acquisito i sette Comuni della Valmarecchia, che corrispondono a 18.200 abitanti.
L'obiettivo per il 2011 è chiudere a -5 milioni di euro. Ma non sarà facile anche perché non vogliamo intaccare
la qualità delle cure. Proveremo con il servizio di lavanolo e le pulizie ma punteremo anche al risparmio
energetico».
La Regione dal canto suo, dopo gli eventi di Forlì, ha messo in campo un sistema di programmazione per far
fronte alle emergenze finanziarie. È Carlo Lusenti, assessore alla Sanità, a spiegarlo: «Se durante l'anno
alcune aziende sanitarie evidenziano eccedenze di spesa, queste vengono fronteggiate attraverso le azioni di
contenimento messe in atto a livello aziendale e con risorse regionali accantonate proprio allo scopo di
AUSL RAVENNA
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LA STORIA Piani di rientro sui conti
25/05/2011
Il Sole 24 Ore - CentroNord
Pag. 5
(diffusione:58140, tiratura:211140)
AUSL RAVENNA
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fronteggiare eventuali situazioni critiche. Se poi la questione non è risolvibile nel corso dell'esercizio
economico-finanziario, l'azienda sanitaria ha l'obbligo di mettere in campo un piano di rientro, dove devono
essere indicate tutte le azioni necessarie a recuperare le eccedenze di spesa e ricondurre la gestione entro il
vincolo dell'equilibrio di bilancio, senza intaccare i servizi e la loro qualità».
Silvia Manzani
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22,2 milioni
L'obiettivo. La cifra stimata dalla regione come disavanzo delle 4 Asl è stata sforata per circa un milione
AREA VASTA E REGIONE
1 articolo
25/05/2011
La Voce di Romagna - Forli
Pag. 17
(diffusione:30000)
"13 Regioni prendono a modello il Country Hospital di Modigliana"
MODIGLIANA - Lunedì scorso la Commissione Sanità della Provincia ha fatto visita alla Casa della Salute di
Langhirano (Parma), un modello che dovrebbe essere esportato nelle comunità di Forlimpopoli e di
Modigliana. Ma che bella sorpresa rendersi conto che, tale modello, è già esistente nella realtà collinare
romagnola dal ben lontano 1996. Un'esperienza pilota che è stata guida ed esempio per tante strutture
nazionali, tanto che, tutt'oggi, ben 13 Regioni prendono a modello il Country Hospital di Modigliana. La Casa
della Salute proposta, infatti, è l'esatta copia di quanto noi, in Romagna, abbiamo già e non si discosta in
nulla dal modello originario. Se tutto deve ruotare attorno al cambio di denominazione, va bene; Country
Hospital non piace, troppo americano, Casa della Salute è più attinente ai desideri del mondo italiano,
benissimo. L'importante è, però, che i servizi non vengano tagliati; su questi non siamo disposti a subire
riduzioni consistenti. Su mia chiara ed esplicita domanda, Missiroli ha ammesso che tale meccanismo
derivava da incontri ed esperienze verificate con il dottor Aulizio, medico di medicina generale di Modigliana.
Allora, devo visitare ed ascoltare la presentazione di una struttura considerata all'avanguardia, quando l'idea
è 'copiata' dalla realtà del mio paese e bastava spostarsi di qualche decina di chilometri da Forlì per vedere la
stessa cosa. Com'è possibile che la Regione accrediti una struttura e neghi l'accreditamento alla gemella
primogenita, solo perché ha un nome diverso? Mi è stato detto: "Modigliana è a 18 km dall'ospedale più
vicino". Non è vero. Intanto i km sono 21 e la realtà di Tredozio è ben più lontana. Inoltre, si gravita su
Faenza, che si trova in un'altra Provincia; quindi una esternalizzazione del servizio. Il Country Hospital
(chiamatelo pure Casa della Salute) non si tocca; si concordino eventuali riscontri sui costi reali (mai visti),
ma troviamo al più presto una soluzione condivisa. I nostri cittadini hanno bisogno di avere risposte rapide ed
in linea con le loro necessità sanitarie. Non siamo figli di un Dio minore. Valerio Roccalbegni Consigliere
provinciale Pdl Country Hospital a Modigliana è a rischio causa tagli dell'Ausl
AREA VASTA E REGIONE
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'Country Hospital esempio da copiare'
SANITÀ NAZIONALE
16 articoli
25/05/2011
Corriere della Sera - Ed. Nazionale
Pag. 24
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La giornata nera della sanità In carcere 4 medici
Diagnosi false Carte sparite, diagnosi false e la tangente chiesta alla mamma di una bimba disabile
V. Pic.
ROMA - È stata una giornata nera per la sanità, quella di ieri. In tre diverse operazioni sono stati arrestati un
chirurgo vascolare di Cagliari, un medico legale di Napoli, l'ex primario di neurochirurgia del Policlinico di Bari
e un medico della stessa unità. Tra le accuse non solo il tentativo di cancellare le tracce di errori medici:
compresa la garza dimenticata nell'addome di una paziente. Ma anche una truffa con diagnosi false ad
anziani malati. E persino una tangente chiesta alla mamma di una bimba disabile.
Il medico legale napoletano, consulente della sezione Lavoro del tribunale di Napoli, è stato colto in flagrante
ieri mentre intascava quella tangente di 500 euro da Lucia Viggiano, per «sbloccare» la pratica del sussidio di
accompagnamento della figlia con problemi. Ne aveva diritto la piccola. Lo aveva stabilito una sentenza. Poi
l'intoppo: l'Inps lo aveva sospeso. Ma la donna non si era arresa. Nemmeno quando quel medico legale,
nominato dal giudice per una nuova perizia sulla bimba, le aveva chiesto soldi. «Senza tenere conto della
sofferenza che c'è dietro questa vicenda personale, e che è diventata la mia forza», racconta orgogliosa la
47enne divenuta mamma-coraggio grazie alla collaborazione, dell'associazione «Tutti a scuola». Lei ha fatto
da gancio ai carabinieri di Napoli.
Sembra sia stato uno specializzando disgustato, invece, a far tornare ai domiciliari Pasquale Ciappetta, l'ex
primario del Policlinico di Bari, già accusato di tangenti nell'inchiesta su Giampaolo Tarantini. Stavolta
l'accusa di concussione, per lui e per il collega Cataldo Fornaro, è per errori di cui avrebbero fatto sparire le
prove distruggendo i verbali di chirurgia. Tra questi, la «dimenticanza» dell'ovatta che costò alla donna un
nuovo intervento.
Accusato di truffa aggravata invece il chirurgo vascolare della Asl di Carbonia (Cagliari) Mariano Carcassona
che, con la complicità dell'endocrinologa Laura Petrini, faceva, soprattutto ad anziani, «false diagnosi di gravi
malattie, per poter fare sofisticati esami non necessari». I malati dirottati nel suo studio privato,
miracolosamente, poi guarivano.
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SANITÀ NAZIONALE
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Indagini Gli arresti a Bari, Napoli e Cagliari
25/05/2011
Corriere della Sera - Milano
Pag. 5
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Ospedali e Asl, 3 mila nuovi assunti Regione e sindacati divisi sulle cifre
«Accolte 9 richieste su dieci». «No, respinto il trenta per cento» I dati ufficiali La differenza tra i medici e gli
infermieri che potranno essere assunti e quelli richiesti è indicata in 500
Simona Ravizza
Tremiladuecento assunzioni a tempo indeterminato di medici e infermieri negli ospedali della Lombardia.
Lo prevede una delibera approvata ieri dal Pirellone per sostituire i pensionati, stabilizzare i precari e
ingaggiare new entry al posto di lavoratori che se ne sono andati altrove. Un provvedimento atteso anche per
valutare il reale impatto dell'austerity nella sanità, dopo i segnali preoccupanti degli scorsi giorni (la fuga dei
primari dal Niguarda, la cardiologia d'emergenza del Policlinico non più attiva 24 ore su 24 e il taglio di dieci
milioni di euro su contratti atipici, consulenze e corsi di formazione contenuto nei piani di razionalizzazione
della spesa corrente imposti dalla Finanziaria). È soddisfatto l'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani: «Così
garantiamo la continuità delle cure, la formazione degli operatori sanitari e la qualità dell'offerta medica,
tenuto conto del fabbisogno del territorio e dell'ottimizzazione delle risorse, con l'abbattimento dei costi
impropri che non offrono alcun vantaggio ai cittadini, ma solo un aggravio economico per la comunità».
Sui numeri, però, si apre immediata la polemica. Per i vertici tecnici dell'assessorato alla Sanità, il piano di
assunzioni accoglie il 90% delle domande avanzate dai singoli ospedali. La differenza tra il numero di medici
e infermieri che potranno essere assunti e quelli richiesti è indicata in 500 unità. Un divario tutto sommato
limitato. Ma i sindacati forniscono cifre ben diverse. Le illustra Claudio Carotti, funzionario della Funzione
pubblica della Cgil, che mostra le proposte di piani di assunzioni fornite dalle aziende ospedaliere ai sindacati
a metà aprile: «Viene assunto almeno il 30% in meno di medici e infermieri - attacca -. Il rischio è di fare
peggiorare la qualità delle cure». Gli esempi forniti da Carotti, carte alla mano, si sprecano: al Niguarda viene
dato il via libera a 132 assunzioni di infermieri contro i 187 domandati, i medici sono 39 contro 62; agli Istituti
clinici di perfezionamento i contratti per gli infermieri sono 102 contro i 180 sperati, quelli per i medici 38
contro i 77 chiesti; stesso discorso al San Carlo (46 infermieri contro 103 e 29 medici contro 61) e al Sacco
52 infermieri contro 39 (mentre le cifre sui medici non sono state presentate). Per Sara Valmaggi del Pd il
reale fabbisogno degli ospedali non viene soddisfatto a danno dei pazienti.
Ma ci sono già ospedali che corrono in difesa del Pirellone. Il Policlinico diffonde un comunicato stampa ieri
sera stessa: «La Regione ha risposto in termini corrispondenti a quanto da noi richiesto».
Sullo sfondo, almeno quattro numeri certi: per gli ospedali i contratti a tempo indeterminato sono 2.840 (di cui
816 per medici), mentre per le Asl sono 393 (di cui 125 dirigenti).
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100 mila
Foto: il costo annuale complessivo per un contratto medico
50 mila
Foto: il costo annuale complessivo per un contratto infermieristico
3.233
Foto: il numero delle assunzioni a tempo indeterminato autorizzate in ospedali e Asl
Foto: In corsia Rinforzi in arrivo per ospedali e Asl lombardi: la Regione ha sbloccato la firma dei contratti
SANITÀ NAZIONALE
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Austerity Primi interventi dopo la fuga dei primari dal Niguarda e gli altri tagli imposti dalla Finanziaria
25/05/2011
Il Sole 24 Ore
Pag. 35
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Nelle indagini sanitarie garanzie di anonimato
Antonello Cherchi
ROMA
Arrivano le regole per effettuare i sondaggi che hanno l'obiettivo di verificare il grado di soddisfazione degli
utenti delle strutture sanitarie. Le ha messe a punto il garante della privacy e sono state pubblicate sulla
Gazzetta ufficiale 119 del 24 maggio. Si tratta delle linee guida rivolte a chi realizza operazioni di customer
satisfaction per capire i giudizi dei cittadini sui servizi ospedalieri come la prenotazione, il ricovero, le visite
ambulatoriali. Indagini la cui partecipazione è facoltativa e che vengono realizzate attraverso questionari che
l'utente può compilare direttamente o che possono essergli sottoposti con interviste telefoniche, dirette, fatte
via posta (anche elettronica) o con moduli online attraverso il sito della struttura sanitaria.
Il Garante raccomanda di utilizzare, laddove possibile, un questionario che garantisca l'anonimato. Se ciò,
però, non è possibile, e si devono per forza raccogliere anche dati personali, l'autorità chiede che quelle
informazioni vengano distrutte o rese anonime subito dopo la registrazione.
Nel caso vengano acquisiti dati sulla salute dell'intervistato, è prima necessario ottenere il suo consenso
scritto. Obbligo che vale per le strutture sanitarie private ma non per quelle pubbliche e per quelle private
convenzionate.
Tutte le strutture, sia pubbliche sia private, devono invece fornire, anche oralmente, all'utente un'informativa
chiara sugli scopi dell'intervista. E a tal proposito il Garante ha allegato alle linee guida un modello di
informativa.
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SANITÀ NAZIONALE
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Privacy. Linee guida sulla customer satisfaction
25/05/2011
Il Sole 24 Ore
Pag. 9
(diffusione:334076, tiratura:405061)
Il deficit sanitario in calo: 2,32 miliardi
Roberto Turno
È stato di 2,32 miliardi il deficit della spesa sanitaria nel 2010. Un rosso di bilancio che lascia però qualche
speranza: il disavanzo s'è infatti ridotto di un terzo rispetto ai 3,23 miliardi di disavanzo cumulati nel 2009. Col
Sud che da solo macina la metà delle perdite e il Lazio che somma quasi tutta l'altra metà, questa volta però
anche con la presenza di cinque Regioni del Nord. Ma soprattutto con un risultato che sembra essere di buon
auspicio: la ripresa, con pesanti deficit comunque da ripianare nel tempo, di quasi tutte le realtà
commissariate o sottoposte a piano di rientro da parte del Governo.
Per la prima volta dopo molti anni, per i bilanci di Asl e ospedali salute arrivano notizie non del tutto negative.
Anche se il rapporto presentato ieri dalla Corte dei conti sollecita a tenere altissima la guardia, lasciando
capire che le prospettive per i conti di settore restano una incognita ad altissima dose di rischio. Basta
pensare agli ammortamenti non sterilizzati per gli investimenti: valgono 841 milioni solo per il 2010 e le
Regioni dovranno saldarli diluiti negli anni. Non a caso, del resto, la spesa sanitaria è nel mirino delle
prossime manovre di contenimento dei conti pubblici: nel 2012 scade il «patto» per la salute e nel 2013 si
applicheranno per la prima volta i costi standard e l'ipotesi che i governatori (e gli assistiti) temono, è che a
quel punto scatteranno i tagli con riduzione dei trasferimenti per 3-4 miliardi.
I 2,32 miliardi di deficit del 2010, che non contabilizzano le manovre realizzate in sede locale, sono
concentrati principalmente in 4 Regioni: Lazio (1,043 miliardi), Campania (495 milioni), Puglia (335 milioni)e
Sicilia (228 milioni). Al Nord spiccano il Veneto (72,7 milioni) e la Liguria (88,6). Il rapporto col Pil è stato
pressoché stabile (7,3%), mentre la spesa complessiva è cresciuta del 2,7%. Tra le voci di settore la
farmaceutica ha segnato la principale riduzione (-0,6%), mentre la più alta dinamica di crescita è stata
realizzata dalla specialistica (+6,1%).
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SANITÀ NAZIONALE
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Regioni
25/05/2011
La Repubblica - Torino
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Trapianti, il Piemonte medaglia d'oro 400 interventi e donazioni in crescita
Fiori all'occhiello il rene e il fegato In lista d'attesa 750 pazienti, uno su 4 da fuori regione
SARA STRIPPOLI
PRIMO centro italiano per trapianti d'organi. Sarà il ministro della sanità Ferruccio Fazio, domani a Roma per
la giornata nazionale per la donazione e trapianto, a consegnare il riconoscimento all'ospedale Molinette di
Torino. Nella classifica italiana il San Giovani Battista è al primo posto per i trapianti di rene e di fegato, al
quinto per il cuore, al secondo per il polmone, ancora al quarto per il pancreas. Nel 2010 l'attività di
donazione di organi e tessuti è aumentata e il Piemonte, con 29 donatori per milione di abitanti per anno, è
stata la prima regione in Italia, contro una media nazionale di 18,2. E da anni ormai il Piemonte contende il
primo posto per generosità a Toscana ed Emilia. Sempre l'anno scorso, nella nostra regione sono stati
eseguiti 400 trapianti (di cui 13 da donatore vivente), con un incremento, rispetto al 2009, del 13 per cento. La
maggior parte dell'attività ha riguardato organi addominali: 213 trapianti di rene e 142 di fegato. Quelli di
cuore sono stati 26 e di polmone 15. Il numero complessivo di trapianti eseguiti da centri del Piemonte,
dall'inizio della loro attività al 31 aprile del 2011, è di 6.138.
La crescita dell'attività, hanno ricordato Pier Paolo Donadio e il responsabile del Centro trapianti Antonio
Amoroso, ha consentito di contenere la mortalità di chiè in attesa di un intervento e le liste d'attesa non sono
sostanzialmente aumentate: al 31 dicembre erano 750 i pazienti ansiosi di ricevere un organo da un
donatore.
Ei non residenti in Piemonte sono il 28 per cento dei pazienti complessivi in attesa di trapianto. Ma, al di là
dell'elevato ritmo di attività, il premio del ministero della Salute prende in considerazione anche la qualità: per
la maggior parte dei programmi di trapianto l'efficacia è pari o superiore a quella dei migliori centri europei.
Un complesso di fattori di eccellenza, sottolinea l'assessore alla sanità Caterina Ferrero, «che si completa
con un'efficace rete ospedaliera». I frutti che si raccolgono oggi, ha ricordato il commissario del San Giovanni
Battista Emilio Iodice, sono il risultato di un lavoro sinergico di anni: la rete dei coordinamenti locali dei
prelievi,i medici di tutte le rianimazioni, le équipe di prelievo e di trapianto, gli specialisti che seguono i
pazienti prima e dopo l'intervento.
Anello chiave del sistema sono ovviamente i donatori, ed è compito dei medici fare in modo che il consenso
alla donazione continui a crescere. Per quanti progressi si facciano, ribadiscono infatti Donadio e Amoroso, il
numero delle donazioni non basta mai ad azzerare le liste di attesa. Un problema universalee non soltanto
italiano.
Interessanti i dati sul consenso diffusi dall'ospedale: il 29 per cento dei potenziali donatori non concede
l'autorizzazione, mentre gli organi non idonei per la presenza di qualche patologia incompatibile resta al 13
per cento.
Sale l'età media dei donatori, attorno ai 50 anni, anche perché in parallelo diminuisce il numero delle morti
per trauma nei più giovani. Le ragioni dell'opposizione al trapianto sono variegate, spiega Amoroso: difficoltà
emotiva, l'idea dell'integrità del corpo, anche ignoranza. Molto dipende anche dalle notizie di cronaca che
contribuisconoa rendere l'offerta fluttuante nel tempo.
Classifica nazionale trapianti Rene Fegato Cuore Polmone Pancreas I DONATORI In Piemonte Media
italiana 6.213 dal 2005 al 30 aprile 2011 1 Torino 1 Torino 1 Udine 1 Padova 1 Torino 18.2 milione di abitanti
per anno 2 Padova 2 Pisa 5 Torino 2 Torino 2 Pisa 29.4 TRAPIANTI IN PIEMONTE 400 nel 2010 (13 da
donatori viventi)
SANITÀ NAZIONALE
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Il caso Il centro subalpino premiato domani da Fazio: qualità ed efficacia a livelli europei
25/05/2011
La Repubblica - Torino
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Molinette, tagli nel mirino della Procura
Reparti fuorilegge malgrado i lavori, Guariniello indaga sui "no" della politica Cardiochirurgia e terapia
intensiva non rispettano gli standard. "Servono interventi corposi, ma mancano soldi..."
SARAH MARTINENGHI
LA MANCANZA di fondi per ristrutturare l'ospedale Molinette ora preoccupa anche la Procura. Il procuratore
Raffaele Guariniello sta valutando a chi ascrivere la responsabilità per alcune importanti violazioni in tema di
sicurezza visto che, al di là dei dirigenti di corso Bramante, c'è a monte il problema dei finanziamenti chiesti
dal 2008 agli amministratori politici e non concessi. Alcuni reparti "delicati" e importanti come la
cardiochirurgia e la terapia intensiva, nonostante i lavori che proprio in questi giorni si stanno eseguendo per
adempiere alle prescrizioni impartite dagli ispettorie dai carabinieri dei Nas, non potranno comunque essere a
norma neanchea opere concluse: mancherebbero, per problemi anche strutturali, gli standard minimi richiesti
dalla normativa regionale per l'accreditamento sanitario, che contiene le disposizioni necessarie per poter
svolgere l'attività medica.
Per il pm Guariniello, che ha ricevuto la notizia di reato in seguito ai controlli effettuati dallo Spresal e dai
Nas, ci sono due ordini di problemi. Il primo riguarda un elenco di carenze a cui l'ospedale sta ponendo
rimedio con i lavori che avevano portato alcune settimane fa a chiudere i due reparti, spostando la terapia
intensiva dal terzo al quinto piano e il blocco operatorio del primario Mauro Rinaldi al posto di terapia toracica
(sempre al quinto piano). L'inchiesta della Procura era infatti partita dopo che i controlli avevano rilevato
diverse violazioni: impianto di aerazione inadeguato (i filtri per garantire la purezza dell'aria in sala operatoria
non venivano sostituiti dall'ottobre 2009), pavimentazione danneggiata, segni di infiltrazioni, estintori mal
collocati, plafoniere senza schermo protettivo, materiali e attrezzature mediche in locali non adeguati. Entro i
primi di giugno, comunque, le prescrizioni saranno attuate e l'attuale direzione dell'ospedale se la caverà
pagando una multa.
Rimane però un'altra serie di problematiche cui si potrebbe rimediare solo con una profonda e costosa
ristrutturazione: «Mancano i locali per la preparazione e il risveglio dei pazienti operati - spiegano in Procura-i
localie gli spazi per il deposito di materiale sporco e pulito sono insufficienti per entrambi i reparti, la superficie
della sala operatoria è inferiore allo spazio minimo previsto che dovrebbe essere di 30 metri quadrati, gli
spazi di passaggio in terapia intensiva sono limitati considerato anche che ci sono attrezzature ingombranti
come gli aspiratori dei fluidi portatili (quelli fissi sono infatti fuori uso). E ancora, nel blocco operatorio, ci sono
due autoclavia vapore entrambe fuori servizio, quindi gli strumenti vengono igienizzati presso la centrale di
sterilizzazione dell'ospedale anziché sul posto». Con queste condizioni, per gli inquirenti, i reparti non
potrebbero neanche aprire. Servirebbero dunque i milioni di euro chiesti da anni. «Da tempo ci siamo attivati
per risolvere questi problemi - ha spiegato il direttore sanitario Roberto Arione - sappiamo bene che
l'ospedale è una struttura vetusta e che, dopo un tot di anni, le tecnologie cambiano, ci sono nuove
strumentazioni, è quindi normale avere problemi di spazio. Servono i soldi». La storia è sempre la stessa: si
"dà il bianco", ma non si butta giù il muro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: IL PM Raffaele Guariniello cerca i responsabili
Foto: L'OSPEDALE Nonostante i lavori di ristrutturazione le Molinette rischiano di avere alcuni reparti
importanti non a norma.
Servirebbero molti più denari per realizzare tutte le opere di adeguamento necessarie, ma mancano i soldi
Foto: IL PRIMARIO Il cardiochirurgo Mauro Rinaldi
SANITÀ NAZIONALE
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CRONACA
25/05/2011
La Repubblica - Roma
Pag. 7
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Tar: illegittimi quei tagli alla sanità
(carlo picozza)
È ILLEGITTIMA la chiusura del Primo soccorso di Ceprano decisa dalla Asl di Frosinone in forza del Piano di
riordino degli ospedali del Lazio firmato dalla commissaria-governatrice Renata Polverini.
Parola del Tar. E il Consiglio di Stato ha ribadito: «È legittimo l'interesse al Primo soccorso». Così, dopo la
sospensione della chiusura del Pronto soccorso di Bracciano, si allarga la guerra dei ricorsi contro i tagli di
reparti e ospedali (da Anagni a Ferentino, a Pontecorvo).
È rivolta nelle province, le aree più penalizzate dal Piano, dove il rapporto letti-abitanti è ben al di sotto di
quel 3,3 per mille del Patto per la salute. In Ciociaria, a tagli fatti, di letti ce ne saranno 2,1 ogni mille residenti.
Dopo l'ordinanza del Tar su Ceprano, il direttore della Asl ciociara, sostenuto dall'avvocatura della Regione, si
era rivolto al Consiglio di Stato che ha confermato l'ordinanza del Tar. «Quella chiusura è illegittima», dice
l'avvocato Domenico Valletta che ha presentato una denuncia in Procura contro i manager della Asl «per
interruzione di servizio pubblico». Ma niente è cambiato. E lui si è rivolto di nuovo al Tar (oggi l'udienza) per
chiedere la nomina di un commissario che provveda a far rispettare l'ordinanza.
SANITÀ NAZIONALE
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Ceprano
25/05/2011
La Repubblica - Palermo
Pag. 5
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Sanità, Lombardo sfida il ministro "Ecco i successi della nostra riforma"
g. sp.
IL GOVERNATORE Raffaele Lombardo sbatte sul tavolo del ministro alla Salute Ferruccio Fazio le "80 prime
volte" della sanità siciliana. Lo fa con un "libro bianco" dove si descrivono i «veri numeri» della riforma, in
risposta alla stroncatura pronunciata dal ministro durante un question time nel quale Fazio ha bocciato la
Sicilia su spesa farmaceutica, assistenza domiciliare agli anziani, eccessivo tasso di ospedalizzazione e di
cesarei. La risposta di Lombardo non si è fatta attendere: «Non è affidabile una persona che nell'arco di pochi
giorni dà giudizi diametralmente opposti». Il dossier è stato presentato in occasione del Forum della sanità,
una grande kermesse sulla Salute inaugurata ieri che ha portato in città il gotha della medicina mondiale.
Per Lombardo «un appuntamento che possiamo considerare come gli stati generali per fare il punto su un
successo che nessuno poteva immaginare, un processo segnato da tante calunnie, tanti attacchi, critiche,
tanta amarezza, ma che oggi dà i suoi frutti». I "frutti" di cui parla il governatore sono enumerati nel controreport elaborato dall'assessorato regionale alla Salute. Tra i risultati sbandierati nel dossier, quello relativo al
tasso di ospedalizzazione, che nel 2010 è sceso del 186 per mille rispetto al 2009. Il dato da raggiungere è il
160 per mille. Le prestazioni di ricovero inappropriate sono passate dal 6 per cento del 2009 al 4,6 per cento
del 2010. Da maggio del 2009, inoltre, sono attivi i day service, che hanno fatto diminuire la percentuale dei
ricoveri ospedalieri. Sul fronte dell'assistenza agli anziani, nel 2010 si è passati da 9 mila a 14 mila posti letto
in residenze sanitarie assistite, con un aumento del 13 per cento dei posti disponibili. Sulla spesa ospedaliera
si è però superato il tetto fissato del 13,3 per cento, ancora fermo al 15,55 per cento, anche se c'è stata
un'inversione di tendenza. Il «libro bianco della salute 2011» prende in esame i tre anni del piano di riforma.
«Per la prima volta dopo un vuoto di 10 anni - si legge - il Piano sanitario viene esitato dopo un lungo
processo di condivisione con tutte le parti sociali; per la prima volta si definiscono tetti di spesa sulla base
dell'analisi della domanda e vengono introdotti criteri oggettivi di premialità. Sono stati aperti 18 centri diurni
per l'Alzheimer.
Nella provincia di Palermo si attivano 100 nuovi posti di lungodegenza convenzionati e 166 posti di pubblici
entro il 2011». L'opuscolo, articolato in 180 pagine ed elaborato dallo staff dell'assessore in quasi 60 giorni,
non fuga le perplessità. Soprattutto quelle dei vicini di scranno di Russo. «Il ministro ha sbagliato a valutare la
sanità siciliana sulla base dei numeri del 2009, ma l'assessore Russo deve dimostrare con dati certificati da
organi terzi e dai cittadini che le cause che hanno determinato il dissesto finanziario sono state rimosse, e il
servizio sanitario è migliorato», rilancia Giovanni Barbagallo, deputato del Pd all'Ars.
L'affondo arriva dal parlamentare regionale siciliano del Pdl, Roberto Corona: «Lombardo e Russo oggi
hanno messo in piedi una parata autocelebrativa». Per il capogruppo del Pid, Rudy Maira «potremmo fare un
lungo elenco di cose negative a partire dalla gara sotto la lente di ingrandimento dell'Autorità di vigilanza su
contratti pubblici, per arrivare ai casi di malasanità fioccati durante la gestione Russo». Il coordinatore
regionale si Sinistra e Libertà, Erasmo Palazzotto, punta il dito contro le «troppe speculazioni sulle spalle dei
cittadini» e «le responsabilità politiche alla base degli scandali della sanità, dall'appalto per il pta di Giarre a
quello per le forniture ospedaliere nel bacino orientale, da ricercare nel sistema di nomina dei direttori
generali basato su criteri politici». br />
Le tappe LO SCONTRO In parlamento il ministro della salute Ferruccio Fazio ha bocciato l'applicazione della
riforma in Sicilia L'OPUSCOLO Il governo regionale ha preparato un libro bianco sull'applicazione della
riforma
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La polemica Al forum in corso a Palermo presentato un libro bianco: "Diminuite le prestazioni inappropriate"
25/05/2011
La Repubblica - Palermo
Pag. 5
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Forniture ospedaliere, stop al maxi-appalto
Multinazionale Usa si aggiudica la gara per la Sicilia orientale. I dubbi dell'Authority Il manager del Garibaldi
di Catania sospende l'aggiudicazione "Ma chiariremo"
GIUSI SPICA
STOP alla gara finita nel mirino dell'autorità che vigila sulla regolarità dei contratti pubblici.
Resta congelato il maxi-appalto da 56 milioni per le forniture chirurgiche in tutti gli ospedali della Sicilia
orientale. Angelo Pellicanò, manager dell'ospedale Garibaldi di Catania ha sospeso l'aggiudicazione definitiva
dopo lo stop dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, che in una delibera notificata all'azienda il 19
maggio parla di gara «viziata» sotto il profilo della «correttezza e della trasparenza». I dubbi sollevati
dall'organo di controllo riguardano la «mancanza di prezzi a base d'asta» e le «possibili turbative» generate
dall'obbligo per i concorrenti di offrire «almeno l'80 per cento delle voci indicate nel lotto». Il Garibaldi ha 30
giorni di tempo per dimostrare che la gara, che in fase di aggiudicazione provvisoria ha visto stravincere la
multinazionale americana Johnson e Johnson, seguitaa ruota da Covidien e da Brown, è legittima.
Le sorti del maxi-appalto sono appese anche a una sentenza del Tribunale amministrativo di Catania, presso
il quale alcuni piccoli fornitori esclusi dalla gara hanno presentato ricorso.
L'udienza non è ancora fissata, ma il Tar ha già rigettato la richiesta di sospensiva. Dopo il primo rifiuto del
Tar catanese, i piccoli imprenditori iscritti all'associazione fornitori ospedalieri (Afors) si sono rivolti
all'Authority. E l'organo ha inviato all'azienda una delibera con richiesta di chiarimenti. «Avrei anche potuto
avviare l'iter per l'aggiudicazione definitiva - incalza il manager - ma, per il rispetto che ho delle istituzioni e
per la consapevolezza dell'assoluta trasparenzae regolarità della gara, preferisco aspettare. Risponderemo
punto per punto, sul piano tecnico e giuridico, ai dubbi dell'Authority».
Sul merito Pellicanò non si sbilancia. Ma una cosa ci tiene a precisarla: «Se la gara andrà in porto, a parità di
qualità e di quantità, avremo un risparmio del 30 per cento rispetto al passato». La vicenda, scoperta dal
settimanale "S", presenta però, alcuni punti oscuri. Intanto, su 293 gare per la fornitura di materiali chirurgici,
le proposte scelte sono quasi sempre le più care.
La parte da leone l'ha fatta Johnson e Johnson medical, con 80 lotti vinti nel settore "suture", nonostante
un'offerta superiore, a volte anche del doppio, rispetto a quelle dei concorrenti.
A determinare l'assegnazione lo stesso meccanismo della gara, che assegna i punteggi non solo in base al
criterio economico, ma anche in base a un criterio qualitativo che in alcuni casi sarebbe stato dirimente. C'è di
più. Le imprese partecipanti dovevano offrire un ribasso non in rapporto ad un parametro predeterminato ed
uguale per tutti, bensì rispetto al proprio listino ufficiale che può variare da ditta a ditta. Nella vicenda entra in
ballo anche Salvo Riolo, ex topmanager di Codivien e di Johnson e Johnson e, per sei mesi, consulente
dell'assessorato regionale alla Salute con l'incarico di redigere un'analisi di mercato sui prezzi delle forniture
ospedaliere. In odor di sospetto per la sua presunta vicinanza con le aziende vincitrici, Riolo si difende: «Il
mio ruolo si è limitato nel fornire al comitato tecnico di bacino il dossier sui prezzi, poi recepiti nel capitolato
tecnico della gara bandita dal Garibaldi.
Mi sono dimesso come consulente dell'assessorato prima che la gara fosse espletata. I primi a temere il mio
operato come consulente, erano proprio i miei ex datori di lavoro». Già, perché il rapporto tra Riolo e J & J si
è concluso nell'ottobre 2008, quando l'ex direttore per l'Italia della multinazionale, venne licenziato. Senza
preavviso e con effetto immediato. Il motivo? Attriti con il superiore, il presidente Rodrigo Bianchi, in merito
alla gestione del business.
PER SAPERNE DI PIÙ www.salute.gov.it www.regione.sicilia.it
I punti L'APPALTO Gara da 56 milioni per le forniture chirurgiche I LISTINI Il ribasso poteva essere effettuato
sui listini di ogni singola azienda L'ANOMALIA Su 293 gare scelte quasi sempre le proposte più care I
CRITERI Prevista anche discrezionalità sulla qualità delle forniture
SANITÀ NAZIONALE
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CRONACA
25/05/2011
La Repubblica - Ed. Nazionale
Pag. 46
(diffusione:556325, tiratura:710716)
I disturbi dei bambini e le cure con farmaci
Maurizio Bonati Istituto Mario Negri Milano ABBIAMO letto con apprensione l'articolo "Non sono malati, sono
bambini" (del 15 maggio). In qualità di medici che operano nel settore dei disturbi neuropsichiatrici dell'età
evolutiva, ci teniamo a chiarire, sulla base delle evidenze scientifiche e non della sola emotività, che l'utilizzo
razionale dei farmaci (efficaci, sicuri, quando necessari e in modo appropriato) dovrebbe essere una finalità
comune e condivisa. Riconoscere un disturbo e curarlo in modo appropriato è compito del medico con i
genitori. Negare una cura (anche farmacologica), quando necessaria, è negare un diritto alla salute sia ai
bambini che ai loro genitori. (La lettera è firmata anche da: Gabriele Masi, IRCCS Stella Maris, Pisa Antonella
Costantino, IRCCS "Cà Granda" Policlinico, Milano Pietro Panei, Registro Italiano ADHD, Roma Stefano
Vicari, IRCCS Bambino Gesù, Roma Alessandro Zuddas, Università di Cagliari).
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LETTERE,COMMENTI&IDEE
25/05/2011
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 19
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Un batterio terrorizza la Germania Già tre morti
[S. N.]
BERLINO Cresce l'allarme in Germania per l'improvviso e rapido diffondersi di un'epidemia causata da un
ceppo del batterio fecale Escherichia coli (Ehec), che ha già causato tre morti sospette e contagiato un
numero «spaventosamente» alto di persone. Nelle ultime due settimane, secondo i dati del Robert Koch
Institute, sono stati registrati più di 80 casi di sindrome uremica emolitica potenzialmente letale, causate
dall'Ehec; ma ci sono 200 casi sospetti nello SchleswigHolstein, un centinaio in Bassa Sassonia e 42 ad
Amburgo. Presente nella parte inferiore dell'intestino degli animali, il batterio ha colpito per lo più adulti, nella
maggior parte dei casi donne. Quaranta delle persone ricoverate in ospedale si trovano attualmente tra la vita
e la morte; e i medici non sono ancora riusciti a individuare l'origine di un'epidemia che si sta rapidamente
estendendo verso il Sud della Germania. Secondo i dati dell'Oms (l'Organizzazione Mondiale della Sanità), la
sindrome - che si sviluppa nel 10% dei pazienti contagiati - è caratterizzata da un'acuta crisi renale e problemi
ematici ed è letale nel 75% per cento dei casi. Le autorità sanitarie suppongono che il batterio colpisca
attraverso frutta e verdura non lavate, ma anche latte non pastorizzato o carne cruda.
SANITÀ NAZIONALE
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ALLARME CONTAGIO
25/05/2011
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 31
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Medicina. L'ultima frontiera sono le terapie a bersaglio molecolare mirato. Obiettivo: disattivare le lesioni
genetiche Conveg no internazionale a Torino svela come si stanno rivoluzionando la logica della ricerca e la
pratica delle cure
LIVIO TRUSOLINO IRCC CANDIOLO - UNIVERSITA' DI TORINO
Il cancro si sviluppa e progredisce come conseguenza di una lesione genetica, cioè di un' alterazione del
DNA, in una cellula adulta. Disattivare la lesione genetica che ha prodotto il tumore significa dunque
comprometterne la crescita. Le terapie a bersaglio molecolare mirato (la «target therapy») sono appunto in
grado di bloccare la funzione delle molecole geneticamente alterate nella massa neoplastica senza
coinvolgere i tessuti normali e quindi senza causare un generico danno d'organo. Questa nozione ha due
importanti conseguenze cliniche: impone che, prima di sottoporre il paziente al trattamento mirato, si accerti
la presenza del difetto genetico «predittivo» della potenziale risposta al farmaco; in altre parole, la terapia è
utile solo nei soggetti portatori di un tumore che contiene, nel DNA, l'anomalia che rende il tumore stesso
suscettibile al farmaco mirato. La seconda implicazione è che questo approccio diagnostico-terapeutico mette
in discussione, inevitabilmente, la classificazione tradizionale delle malattie neoplastiche. Nella prospettiva
delle terapie mirate i tumori non sono più (o non solo) definiti per sede di insorgenza e per caratteristiche
morfologiche, ma sulla base della lesione molecolare che li caratterizza e che, al contempo, li rende
vulnerabili a un particolare trattamento. Le nuove terapie quindi sono non solo «mirate», ma anche
«personalizzate»: la diagnosi molecolare si riferisce appunto alla necessità di caratterizzare ciascun paziente
tumorale per il repertorio di mutazioni genetiche che il tumore presenta e che, per questo, lo rendono
sensibile («responsivo») a un farmaco e resistente ad altri. L'identificazione d i un'anomalia del DNA in una
percentuale più o meno ampia di tumori di un certo tipo suggerisce, ma non dà per scontato, che disattivare
questa anomalia possa produrre un beneficio per il paziente: alcune alterazioni genetiche, infatti, si verificano
in regioni del DNA silenti, e quindi non hanno conseguenze funzionali, oppure coinvolgono geni che, pur
mutati, non influenzano la crescita dei tessuti. Per valutare se un difetto genetico svolga un ruolo causale nel
generare e mantenere un tumore, e quindi per studiare gli effetti terapeutici di nuovi composti, sono necessari
anni di lavoro in laboratorio. Tradizionalmente gli studi preclinici che esplorano la risposta a farmaci
sperimentali impiegano le «linee cellulari», cioè cellule neoplastiche isolate decine di anni fa da pazienti
portatori di tumore e coltivate per lunghi periodi in centri di ricerca diversi. Le linee cellulari offrono notevoli
vantaggi perché sono facilmente manipolabili, possono essere modificate tramite l'introduzione di nuove
proteine o la rimozione di quelle già esistenti e richiedono un semplice incubatore a 37C per la loro
sopravvivenza. Tuttavia, questo sistema modello è lontano dalle caratteristiche biologiche di un tumore in un
paziente: le cellule di una linea sono tendenzialmente tutte uguali, mentre un tumore «vero» è eterogeneo,
non solo perché esistono importanti differenze da paziente a paziente, ma anche perché, nell'ambito della
stessa massa, vi possono essere zone con un comportamento variabile. In più, le linee cellulari
comunemente in uso hanno accumulato una certa «stanchezza», che dal punto di vista molecolare si
esprime con una «deriva», un allontanamento dalle proprietà tipiche del tumore da cui sono state sviluppate
in origine. Nell'Istituto di Candiolo abbiamo quindi deciso di generare una piattaforma di investigazione
preclinica che meglio si avvicini al contesto dei tumori reali. Il progetto prevede il recupero di pezzi chirurgici
dalla sala operatoria, con il consenso informato dei pazienti. Il pezzo viene conservato in condizioni che ne
garantiscano la vitalità e impiantato in un animale ricevente, quasi sempre sotto la pelle di un topino di
laboratorio. L'animale diventa un paziente in miniatura che viene sottoposto alle terapie sperimentali. Per
questo, definiamo il topino che porta con sé il tumore umano «xeno-paziente». Lo studio permette
l'esecuzione di analisi genetiche su larga scala sul tumore, in modo da identificare lesioni che,
potenzialmente, sono suscettibili di attacco con i farmaci sperimentali. In presenza della lesione lo
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Caccia all'interruttore anti-tumori
25/05/2011
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 31
(diffusione:309253, tiratura:418328)
SANITÀ NAZIONALE
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xenopaziente viene trattato con il farmaco mirato e la risposta alla terapia viene monitorata. In caso di
risultato positivo il passo successivo è trasferire l'informazione alla clinica e iniziare a trattare i pazienti veri
(ma solo quelli con il difetto genetico che risponde alla terapia) con il farmaco che ha dimostrato efficacia
nello xenopaziente. In altre parole, gli xenopazienti permettono la personalizzazione preclinica delle terapie
mirate.
Livio Trusolino Oncologo RUOLO: E' PROFESSORE ALL'UNIVERSITA' DI TORINO E RESPONSABILE
DELL'ONCOLOGIA MOLECOLARE ALL'IRCC DI CANDIOLO
Lo sapevi che? L'evento da domani «2011 IRCC International Conference on Molecular Clinical Oncology»:
è il convegno in programma da domani a sabato 28 all'Università di Torino e organizzato dall'Istituto per la
ricerca e la cura del cancro di Candiolo. Gli ospiti Da Jeffrey Engelman a Pier Paolo Pandolfi, sono attesi
alcuni tra i maggiori nomi della ricerca. I Le informazioni Si trovano sul sito http://www.cancercoop.org/.
25/05/2011
Avvenire - Milano
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Uno screening su agenti di polizia locale ha provato che anche chi sta in ufficio subisce l'inquinamento
PIERFRANCO REDAELLI
on il titolo "appuntamenti della salute" Monza ha monitorato una parte della sua popolazione. Uno screening
che ha coinvolto oltre 2 mila persone di diverse età. Promossi dall'assessore Marco Baldoni, direttore della
clinica odontoiatrica universitaria San Gerardo Bicocca, hanno coinvolto oltre all'università, l'ospedale,
diverse istituzioni del territorio. Interessante lo screening di Alberto Pesci, direttore della cattedra di
Pneumologia, che ha presentato uno studio svolto su 20 agenti non fumatori della Polizia Locale di Monza
che abitualmente operano lungo le strade. L'indagine voleva verificare gli effetti dell'inquinamento
sull'apparato respiratorio. È stato monitorato l'impatto di inquinanti nell'aria come gas emessi nell'atmosfera
dai veicoli e dagli impianti di combustione domestici e industriali. Gli agenti sono stati monitorati in due
periodi: 15 giorni d'estate e 15 in inverno. Il campione è stato comparato con un identico gruppo di 20 agenti
impiegati in ufficio. Dall'analisi effettuata è emerso che la principale causa di danno è rappresentata dal
cosiddetto "stress ossidativo" che procura patologie alle strutture respiratorie. «Il dato singolare - ha detto
Pesci - riguarda l'assoluta uguaglianza di risultati. Segno che l'inquinante più importane non è il pm 10, ma il
pm 2,5 capace di infiltrarsi in ambienti chiusi». Interessanti anche i progetti relativi all'età pediatrica,
all'alimentazione negli asili per prevenire i disturbi negli anni dell'adolescenza. L'assessore Baldoni ha poi
presentato le condizioni di salute orale dei bambini, sottolineando la riduzione dell'incidenza di lesioni cariose
e l'aumento della necessità di cura ortodontiche. Stessa indagine ha coinvolto circa mille anziani.
SANITÀ NAZIONALE
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salute Non solo Pm10 Anche negli uffici entra il Pm 2.5
25/05/2011
Il Sole 24 Ore - NordOvest
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(diffusione:75240, tiratura:224000)
Mancano all'appello 350 pediatri
La Fimp denuncia turni massacranti nei piccoli ospedali: a rischio il turn-over
Fabrizio Pasquino
Sono poco più di mille i pediatri operativi tra Valle d'Aosta, Piemonte e Liguria. Ne servirebbero altri 350 per
colmare il fabbisogno del territorio (più di 200 solo in Piemonte). Se in Vallée, dove operano 18 medici,
l'offerta è soddisfacente, nelle altre due regioni la situazione si aggrava di anno in anno.
A denunciare l'attuale condizione critica è la Fimp, la Federazione italiana medici pediatri. «Tra territorio e
ospedali servirebbero almeno 850 pediatri - afferma Nico Sciolla, segretario piemontese della Federazione mentre sono 630 quelli che operano effettivamente. Il problema non ricade tanto sull'assistenza territoriale,
ma sugli ospedali, quelli più piccoli in particolare, dove in organico ci sono 5-6 colleghi che fanno turni
massacranti».
Il problema della carenza dei pediatri affonda le sue radici nella riforma delle scuole di specialità, all'inizio
degli anni Novanta. Fino ad allora gli atenei formavano mediamente 35 professionisti all'anno che
accedevano per concorso e durante il periodo di studio non venivano remunerati. Con la riforma, gli
specializzandi furono equiparati ad assistenti, con contratti per i quali progressivamente la disponibilità
economica pubblica si è ridotta.Oggi si lavora se finanziati con le borse di studio del Miur.
«Il ministero, quest'anno - spiega Angelo Tovo, direttore della Scuola di specializzazione in Pediatria
dell'Università di Torino - pur avendo messo a disposizione delle Università di Torino e Novara 6 borse di
studio in più rispetto agli ultimi due anni (21 nel 2011 contro le 15 del 2009 e 2010), non ha colmato il gap di
richieste che si aggira attorno alle 30 domande. Siamo tra le scuole con il più alto numero di iscrizioni
respinte». Servirebbe un maggiore numero di borse, rincara Giuseppe Grazia, presidente della sezione
Piemonte e Valle d'Aosta della Società Italia di pediatria. Eventualmente supportate anche dalle Regioni.
In Liguria la situazione non è molto diversa. «Negli ultimi tre anni accademici - dichiarano dal rettorato
dell'Università di Genova - il Miur ha messo a disposizione 7 contratti a fronte di una richiesta media di 23
domande». A confermare il trend negativo è anche Alberto Ferrando, presidente della Federazione regionale
degli ordini dei medici della Liguria: «Ad oggi non c'è una adeguata programmazione del turn-over dei
pediatri, sia ospedalieri sia di famiglia, considerando che gli accessi alle Scuole di specialità sono diminuiti di
4 volte in trent'anni. Nel giro di 10-15 anni i pensionamenti non saranno sostituibili da altrettanti specialisti».
A tali carenze, stanno in alcuni casi sopperendo progettualità regionali, dove gruppi di pediatri di famiglia
vengono inseriti in turni di Guardia o addirittura gestiscono Punti Nascita in territori di media montagna, come
a Domodossola.
Tra le possibili soluzioni, tutti concordano sulla riduzione della durata della scuola di specializzazione (da 5 a
4 anni) come già in molti paesi europei, in modo da liberare risorse per nuove borse.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Borse di studio per la specializzazione di pediatria concesse dal Miur alle
Università del Nord Ovest In calo il numero di pediatri nel Nord-Ovest 2009 2010 2011 Liguria 375 360 352
Piemonte 679 650 639 Valle d'Aosta 18 18 18 NORD-OVEST 1.072 1.028 1.009 2009 2010 2011 Genova 7
7 7 Torino 11 11 15 Novara 4 4 6 NORD-OVEST 22 22 28 Fonte: Fimp Piemonte e Liguria, Università degli
Studi di Torino e Genova - Facoltà di Medicina e Chirurgia Sul territorio
Nicola Sciolla SEGRETARIO FIMP PIEMONTE
Carenza. Il problema della mancanza di pediatri ricade non tanto sul territorio quanto sugli ospedali
più piccoli
Giuseppe Grazia PRES. SOCIETÀ ITALIA DI PEDIATRIA PIEMONTE E LIGURIA
Sostegni. Per aumentare il numero di borse di studio destinati agli specializzandi servirebbe il
sostegno delle Regioni
SANITÀ NAZIONALE
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Salute. Risorse scarse per le borse di studio: sono pochi i professionisti che si specializzano ogni anno
25/05/2011
Il Sole 24 Ore - Sud
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(tiratura:405061)
Per la sanità arrivano 113 milioni in più
Confindustria: «Bene, ma si deve continuare»
BARI
Marco Montrone
«Tornare con alcune decine di milioni in più è un successo per gli operatori della sanità e i cittadini. Il lavoro
svolto con fatica e dedizione dall'assessore Tommaso Fiore ha portato il risultato sperato». Così Paolo
Telesforo, delegato Sanità di Confindustria Puglia, esprime la soddisfazione per la decisione della
Conferenza Stato-Regioni di assegnare 6 miliardi e 953 milioni di euro alla Puglia: 113 milioni in più del 2010.
Tra le Regioni sono stati suddivisi 104,867 miliardi come risorse non vincolate, oltre a 1,6 miliardi vincolati
agli obiettivi del Piano sanitario 2011. L'impegno del Governo rispetto a quanto concordato col Patto della
salute 2009, ha poi consentito che il Fondo venisse incrementato di 486,5 milioni. In Puglia sono arrivati 113
milioni in più rispetto al 2010: da 6 miliardi e 840 milioni dello scorso anno ai 6 miliardi e 953 milioni di
quest'anno. Di questi, 6 miliardi e 920 milioni a valere sul Fondo sanitario nazionale inizialmente stanziato per
il 2011 e 32 milioni e 126mila euro sulla quota integrativa del Patto salute.
«Un primo piccolo passo, attendiamo altri lusinghieri risultati - dice Telesforo -. Sono importanti anche le
decisioni di attivare un tavolo tecnico che dovrebbe portare a modificare i criteri di riparto del Fsn
introducendo l'indice di povertà e l'incidenza delle patologie e modificando il peso delle classi di età, così da
concretizzare il lungo lavoro del ministro Raffaele Fitto a favore del Sud e della Puglia in particolare. E tra
breve saranno discusse le tariffe per le prestazioni agli utenti fuori dai confini regionali. È la dimostrazione
che quando maggioranza e opposizione marciano uniti, i risultati a favore della popolazione pugliese
arrivano. È un buon esempio di politica del territorio, non disperdiamoci in inutili polemiche. Camminiamo uniti
in vista della sfida che presto dovremo affrontare: il federalismo fiscale».
Come saranno utilizzati i 113 milioni in più ottenuti dalla sanità Pugliese? L'assessore alla Salute, Tommaso
Fiore, precisa: «Di quei milioni va considerato che poco meno di 70 sono disponibili, gli altri 40 sono
sottoposti a una procedura ancora non incardinata dal ministero e basata sulle richieste delle Regioni. Degli
effettivi 70 milioni, oltre 50 sono già allocati dal piano di rientro a copertura del deficit 2011. L'aggiuntivo vero,
dunque, è di circa 18 milioni, che contiamo di utilizzare per alimentare i progetti che avevamo finanziato lo
scorso anno col Dief e che quest'anno sarebbero a rischio definanziamento. Penso alla rete Aiart sui
trapianti, alla telecardiologia, alle strock unit e alle terapie salva-vita contro gli ictus. Qualcosa potrà essere
destinato al rafforzamento della diagnostica avanzata, della ricerca o per l'assistenza domiciliare alle malattie
rare».
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SANITÀ NAZIONALE
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Puglia. La rinegoziazione dei fondi del piano nazionale 2011
25/05/2011
Il Sole 24 Ore - Sud
Pag. 7
(tiratura:405061)
«Sanità fondata su qualità e merito»
La polemica «Il ministro non ha saputo difendere la verità perché è stato chiamato all'ordine»
Nino Amadore
La si potrebbe battezzare operazione verità. Ed è quella che ha preso il via ieri al teatro Politeama di
Palermo con una tre giorni dedicata alla sanità siciliana al confronto con il resto del paese: stato
d'avanzamento della riforma, situazione dei conti, condizioni delle infrastrutture, rischio clinico e dunque
qualità dell'assistenza. Una manifestazione fortemente voluta dall'assessore alla Salute Massimo Russo, il
quarantenne magistrato in aspettativa che da tre anni siede sulla tolda di comando dell'assessorato alla
sanità, anzi quello che fu il famigerato assessorato alla Sanità secondo il racconto che se ne può trarre dalle
inchieste giudiziarie e da provvedimenti dei giudici: l'ultimo la scorsa settimana nei confronti dell'ex deputato
Udc di Salemi Pino Giammarinaro, sospettato di rapporti con la mafia, che avrebbe avuto forti interessi nel
settore della sanità. Ma questo è solo un fatto a margine di uno scontro politico che in certi momenti si fa duro
con i rappresentanti del centrodestra siciliani ma non solo.
Di cui la scorsa settimana in parlamento si è fatto portavoce il ministro della Salute Ferruccio Fazio. Giusto
assessore?
Il ministro è stato chiamato all'ordine e non ha saputo difendere la verità. Quello che mi sconcerta nelle
parole di Fazio è che non ha attinto, prima di parlare, ai dati del suo ministero. Ed è per questo che
presenteremo nelle varie sessioni del convegno che si tiene a Palermo i dati attuali sulla sanità siciliana che
rivelano più delle parole.
Ma questi numeri cosa dicono?
Dicono che stiamo raggiungendo i livelli previsti dal patto per la salute per appropriatezza e occupazione. Un
successo che è tutto a beneficio dei cittadini. Tanto per cominciare.
Prego continui.
Guardi, il frutto più prezioso delle riforme che abbiamo fatto è che gli operatori della nostra sanità si
presentano con un dato di credibilità. Solo tre anni fa le cose non stavano in questo modo: si ricorderà le
inchieste giudiziarie, il presidente della regione Salvatore Cuffaro che incontrava il prestanome di Provenzano
Michele Aiello in uno sgabuzzino di un negozio di Bagheria, tutto ciò che è stato raccontato con il reportage la
Mafia è bianca, proprio sulle infiltrazioni di cosa nostra nel servizio sanitario. Oggi non è più così. Oggi si può
dire: sono siciliano e mi curo con efficacia e successo in Sicilia.
Solo qualche giorno fa è stato eseguito un provvedimento nei confronti di Giammarinaro: la sanità torna al
centro di inchieste sulla mafia. È un tema che lei conosce bene visto che ha indagato a lungo sui sistemi
mafiosi trapanesi.
Attenzione: i fatti non sono recenti e dimostrano che non mancano i modelli dell'affarismo mafioso. La nostra
azione è stata ed è quella del rispetto delle regole. La nostra azione politica punta al rispetto del diritto
costituzionale che non è né di destra né di sinistra. L'obiettivo è di non lasciare la sanità in mano alla politica,
dire basta al mercato dei primariati, e i risultati si vedono. Il successo della riforma è intanto etico.
Uno dei problemi per la Sicilia è la mobilità sanitaria.
È uno dei punti che più avvantaggia le regioni del Nord ed è uno dei punti sui cui intendiamo insistere: in
questo campo la nostra politica potrà ottenere il risultato di mettere in crisi il sistema sanitario del Nord che
grazie alla mobilità sanitaria incassa 1,1 miliardi l'anno. Deve essere ben chiaro che noi non siamo più con il
cappello in mano e non intendiamo esserlo nemmeno in futuro. E questo grazie ai processi di cambiamenti
vari che abbiamo messo in campo.
Va bene, ma c'è chi dice che la vostra riforma è troppo economicistica: più attenzione ai numeri e poco alla
qualità. Ovvero risparmi sulla pelle dei cittadini.
SANITÀ NAZIONALE
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Massimo Russo. L'assessore siciliano alla Salute fa il punto sulla riforma nell'ambito del convegno che è in
corso di svolgimento a Palermo
25/05/2011
Il Sole 24 Ore - Sud
Pag. 7
(tiratura:405061)
SANITÀ NAZIONALE
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I detrattori di questo governo dovrebbero guardare a ciò che hanno dilapidato in questi anni: hanno dissipato
le risorse di tutti. Abbiamo ricondotto la spesa alla normalità. Se poi le risorse sono poche lo sono per tutti.
Noi abbiamo riformato un sistema che era fatto da 29 aziende sanitarie, abbiamo creato una governance
unitaria e stiamo lavorando in tutto il territorio.
Avete intanto riavviato i concorsi.
Sì, è un risultato raggiunto che è frutto delle regole: abbiamo rifatto la pianta organica e si torna ad assumere
sulla base del merito. Il precariato era funzionale a chi no n voleva il cambiamento e puntava sono a
rafforzare il proprio potere.
Su un concorso, e in particolare quello del direttore della farmacia del Civico, lei ha avuto uno scontro duro
con il sottosegretario Gianfranco Micciché per avere rimosso il manager. I fatti hanno dato ragione a lei: i due
dirigenti hanno presentato certificati falsi e sono stati sospesi.
Micciché aveva puntato sul suo blog un orologio ma la verità ha bisogno dei suoi tempi e quando arriva fa
male come ha fatto male al dotto Pietro Giammanco che è stato sospeso. Una persona che io conoscevo non
doveva vincere il concorso pur avendone i titoli mentre doveva vincere chi i titoli non li aveva. Aspetto ora che
Micciché chieda scusa. Ovviamente noi andremo fino in fondo: le carte sono state trasmesse in procura e
stiamo collaborando con i magistrati. Deve essere chiaro che è finito il tempo delle raccomandazioni e dei
privilegi.
La riorganizzazione delle strutture ospedaliere sul territorio regionale ha liberato parecchi immobili. Che fine
faranno?
Abbiamo avviato un censimento generale di tutti i cespiti delle Aziende provinciali. L'obiettivo è di valorizzare
al massimo questi beni e non è esclusa, ma lo stiamo verificando, la creazione di un fondo immobiliare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Assessore
Massimo Russo
Magistrato, a lungo nella direzione distrettuale antimafia di Palermo e impegnato in delicatissime indagini sul
sistema mafioso della provincia di Trapani, è stato al vertice della sezione palermitana dell'Associazione
nazionale magistrati, ed è assessore alla Salute della giunta guidata da Raffaele Lombardo dall'insediamento
Immobili
L'assessore annuncia
che è in corso
il censimento
su tutti i cespiti immobiliari
delle Aziende sanitarie provinciali
e che al termine di questo lavoro
non è escluso,
ma la valutazione
è in corso, che venga creato un fondo immobiliare per la valorizzazione di quelle strutture non utilizzate dal
sistema sanitario regionale
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