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Tutela individuale:
tra diritti e rappresentanza1
L’incontro Flc e Inca per azioni integrate nei settori della conoscenza
di Vittorino Delli Cicchi *
I
* Collegio di Presidenza Patronato
Inca Cgil.
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notiziarioinca
Luciano Ferro
I fili della società
1996
Acrilico su tela
cm. 250×430 (tre tele)
Camera del Lavoro di Pavia
l titolo di questa iniziativa risponde anche all’esigenza di
una giusta collocazione della stessa all’interno della riflessione della Cgil e delle scelte che interesseranno la Conferenza di organizzazione, programmata per il prossimo anno.
Diritti, tutela, rappresentanza sono tra i riferimenti fondanti
della nostra organizzazione e non servono aggiunte per metterne in evidenza il loro significato generale, la forza della loro
interdipendenza, la loro attualità.
È altrettanto chiaro a noi tutti che il sistema delle tutele collettive è stato protagonista quasi assoluto, dentro questa triangolazione di valori (figura 1, vedi pagina successiva), in un lungo
percorso che si è sviluppato in termini di estensione dei diritti
a fronte di una domanda di maggiore giustizia sociale.
Ai fini delle nostre riflessioni, il richiamo al sistema delle tutele
collettive è importante e necessario.
Per un verso consente di vedere tutti i soggetti in campo a partire da ruoli e strumenti: contrattazione e contratti, accordi
confederali, attività legislativa sulle tante materie che in forma
diretta o mediata tocca la sostanza degli interessi da noi rappresentati, per un altro di comprendere le ragioni della non linearità del percorso fatto, della conflittualità anche alta emersa
in tante fasi, degli avanzamenti e degli arretramenti di volta in
volta raggiunti.
Infine, queste dinamiche hanno scandito tempi e ragioni della
nostra ricerca, volta alla maggiore comprensione dei processi, e
della nostra iniziativa per il superamento delle difficoltà.
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FIGURA 1
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La vera questione è se ci rassegniamo a questa tendenza, eventualmente introducendo elementi di
razionalizzazione, o se, con uno scatto di intelligente progettualità, ci diamo l’obiettivo di concorrere alla ricostruzione di un ruolo forte della tutela
collettiva.
▼ Tutela individuale nella Flc:
un progetto nuovo
È in questa quadro che, riteniamo, si debba collocare oggi la questione della tutela individuale. Essa
non costituisce una novità, ma quantità e qualità
ed anche prospettive della stessa suggeriscono un
impegno straordinario di analisi da accompagnare
con scelte concrete; quest’ultime vanno traguardate al miglior governo dei processi in atto ed alla individuazione di soluzioni capaci di ricondurre i
processi medesimi nel quadro dei valori indicati.
Tuttavia, posto che il bisogno di tutela individuale
cresce, non dovrebbe essere difficile convenire sulla
validità delle seguenti sintetiche valutazioni:
C’è un indebolimento del sistema di tutela collettiva (a fianco di altre dinamiche economico-sociali).
Ci sono minoranze sempre più ampie che ne subiscono le conseguenze negative.
Infine, l’intervento di tipo individuale ha comunque il limite strutturale di lasciare tante ingiustizie
irrisolte.
Sono tre osservazioni che conferiscono legittimità
e forza alla tesi che i soggetti della tutela individuale, nella condizione data, possono svolgere un ruolo importante all’interno della triangolazione di cui
al titolo: per tutelare di più e meglio, per far crescere la nostra capacità di rappresentare.
Dire che già si fa, naturaliter, non può che rafforzare questo ragionamento. Ma non è questo il
punto politico.
Fatta questa premessa e nel quadro dei riferimenti
richiamati, l’Inca è interessata a risolvere innanzitutto un ritardo storico (vedi scheda) del Patronato
rispetto al pubblico impiego. Una serie di circostanze e la transizione che stiamo percorrendo
metterebbero in evidenza che questo interesse dell’Inca è, per un verso, convergente con quello della
Flc e con quello della Cgil, per un altro, una risorsa per tentare di piegare positivamente la transizione. Ma non voglio concedere troppo all’enfasi dei
risultati che vorremmo. È interesse di noi tutti, invece, mettere bene a fuoco cosa sa fare e cosa può
fare in questo momento l’Inca con la Flc e, insieme, per la Cgil.
❚ Le attività Inca guardando ai lavori
della filiera della conoscenza
L’Inca, il Patronato della Cgil svolge la sua missione con attività di tipo individuale a favore di quanti si rivolgono ai suoi operatori per essere tutelati
in materia di diritti sociali; welfare e benessere sociale, sono i riferimenti generali della sua azione
con confini mobili in rapporto a dinamiche sociali
in costante evoluzione.
Ai fini della nostra discussione è sufficiente richiamare tre grandi blocchi di attività: l’assistenza, la
previdenza, la tutela della salute nei luoghi di lavoro e quindi, malattie professionali, equo indennizzo, causa di servizio, inidoneità, handicap per citare solo alcune materie.
Al riguardo, non guasta mettere in evidenza, seppure in forma schematica, che il terreno della tute-
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la individuale nei settori della conoscenza richiede
un salto di qualità.
La prima ragione dipende dal fatto che storie contributive non più uniformi, anche nel pubblico
impiego, e normativa pensionistica in continua
evoluzione, richiedono una valutazione più attenta
delle soluzioni concrete da prospettare al lavoratore
sia quando è in attività di servizio, sia quando decide di andare in pensione; insomma, è riduttivo e
sbagliato guardare alla tutela previdenziale in termini di: «ho maturato il diritto? e quanto prendo?». C’è un’importante attività di tutela che viene
prima e che sempre più inciderà sui risultati finali.
La seconda ragione discende da fatto che la Flc nel
mettere insieme settori diversi ed eterogenei ha
prodotto un notevole ampliamento delle materie
oggetto di tutela.
Si possono fare tanti riferimenti, ma uno fra questi, sul terreno della salute e sicurezza, ce lo troviamo nel settore della ricerca dove il tipo di attività
(es. uso di materiale radioattivo, processi chimici
che ti possono mettere in contatto con prodotti
▼ La tutela individuale
dei lavoratori della conoscenza
tra complessità e opportunità
(fig. 2)
❚ La complessità previdenziale nei settori
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della conoscenza
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FIGURA 2
pericolosi) ed anche i processi di precarizzazione,
finiscono per collocare l’attività di tutela tra le cose
importanti e nello stesso tempo complesse. Per chi
come me da sindacalista non era andato oltre i cosiddetti ex 113 e le inidoneità, che pure resta problema delicato e da seguire con grande attenzione,
si tratterebbe di una vera e propria riconversione
professionale.
Insomma, il quadro appare complicato. Nonostante ciò ritengo che ci siano tutte le condizioni per
tentare un capovolgimento, trasformando la complessità descritta in opportunità e potenzialità di
crescita.
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◗ ADDETTI, POSTI DI LAVORO, SINDACALIZZAZIONE
◗ TIPOLOGIE DI RAPPORTO DI LAVORO
1. Oltre 1.500.000 addetti nell’intera filiera della
conoscenza
2. Circa 30.000 posti di lavoro tra Università, Enti
di ricerca, Scuole pubbliche, Scuole private,
Centri Fp
3. Sedi estero
4. Tasso di sindacalizzazione: circa il 10%
1. Dipendente, Parasubordinato
2. A tempo indeterminato, Precario
3. Ex Ee.Ll., Lsu/Lsu stabilizzato
◗ ATTIVITA PREVIDENZIALI E SIMILARI
◗ ENTI PREVIDENZIALI E CASSE
1. Riscatti, Ricongiunzioni, Supervalutazioni, Totalizzazioni, Versamenti volontari, …
2. Retributivo, Contributivo, Misto
3. Vecchiaia, Anzianità, Inabilità, Privilegio, Reversibilità, …
4. Malattie professionali, Sicurezza, Causa di servizio, Equo indennizzo, …
5. Disoccupazione, Maternità, …
6. Trattamento di fine servizio, Tfr
7. Previdenza complementare: contribuzione,
estratti conto, fisco, rendite
8. Normativa pensionistica in continua evoluzione
1. Inpdap, Inps, Enpals
2. Cassa stato, Cpdel, Ago (Inps)
◗ GIURISPRUDENZA
◗ PENSIONAMENTI NEI PROSSIMI ANNI (FIGURA 3).
◗ SETTORI E CONTRATTI
1. Università, Ricerca, Afam, Scuola privata, Formazione professionale, Scuola statale
◗ DATORI DI LAVORO
1. Amministrazioni pubbliche, Ee.Ll., Privati
◗ ALTRI SOGGETTI COINVOLTI
1. Tesoro, Cineca, Agenzie private (esternalizzazioni)
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FIGURA 3. LA PLATEA DEI PENSIONANDI NEI PROSSIMI ANNI
Università Ricerca Scuola
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❚ Altri fattori di complessità
Una distribuzione nel territorio del personale e
delle amministrazioni molto frammentata e grande
eterogeneità delle relazioni sindacali con ricadute
negative per quanto riguarda l’accesso alle informazioni; a differenza dell’Inps, tuttora l’Inpdap
non dispone di una base dati retributivi dei dipendenti, nemmeno alla data del loro pensionamento.
❚ La complessità come opportunità
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La complessità rappresentata fa emergere qualche
preoccupazione e tanti interrogativi.
◗ Cosa dovrebbe fare la Flc per mettersi nella condizione di fronteggiare questa situazione?
◗ E l’Inca ha competenze da giocare in questa impresa? E cosa le manca se è vero come è vero che finora non ci sono risultati degni di questo nome?
◗ E con l’entrata in campo dell’Inca non si corre il rischio di produrre una sorta di impoverimento della Flc con ricadute negative nel rapporto con i lavoratori?
◗ Ed ancora, l’ipotizzato bisogno di tutela individuale a partire da previdenza, sicurezza, salute che
fa riferimento alle quantità di persone indicate nella scheda (1,5 milioni di persone) può diventare
una opportunità in direzione di «più tutela e più
consenso» con ricadute politiche in termini di rappresentanza? E per fare tutto questo di che abbiamo bisogno?
Sono interrogativi che insieme dobbiamo indagare
e socializzare. Ad essi fanno da sfondo positivo le
iniziative regionali che hanno coinvolto Cgil, Flc,
Fp, Spi ed Inca; le oltre 80 iniziative sulla giornata
della tutela individuale, una discussione della presidenza dell’Inca che ha coinvolto tutti i coordinatori regionali, buone pratiche già presenti in alcune
realtà, scambi importanti e molto stimolanti con
un gruppo di compagni del Centro nazionale della
Flc che sicuramente ha fatto emergere una sincronia forte con l’obiettivo di uscire positivamente dal
grumo di questioni che sono dentro gli interrogativi posti.
Questa riunione congiunta non è finalizzata al
classico protocollo, ma alla ricerca della condivisione politica circa il carattere strategico della scelta affinché le soluzioni organizzative che verranno
siano conseguenti, coerenti, diffuse nel territorio.
E sulla base di quella condivisione riteniamo che
il Patronato possa/debba muoversi in maniera determinata in direzione di una semplificazione del
lavoro e degli impegni che si chiedono alla Flc. È
una delle condizioni per il successo a supporto
della quale l’Inca ha già fatto scelte importanti
(formazione dei suoi operatori in materia di previdenza nel Pi e adeguamento della strumentazione) e altre ne farà.
Ma la strada della semplificazione del lavoro della
categoria richiede che nei territori dove la Flc sarà
interessata/disponibile a questo percorso, la separatezza, la competizione, la delega, ma anche le
torri d’avorio di qualche esperto vero, debbono
fare un passo indietro a favore di una interazione
forte e di un tasso di integrazione il più avanzato
possibile.
L’integrazione Inca-Flc è l’altra condizione di successo.
È la base per una maggiore efficacia in termini di
risultati, ma è anche la condizione per tentare di
ricondurre questa domanda di tutela individuale
all’interno degli strumenti della tutela collettiva.
Abbiamo bisogno di figure di interfaccia capaci
raccordare i due sottosistemi che finora hanno
dialogato con fatica (figura 4, vedi pagina seguente): da una parte l’Inca e la sua rete di operatori, dall’altra la categoria con le priorità, necessità e le sue articolazioni sul territorio, dalle sedi
sindacali fino ai posti di lavoro. Non si tratta di
sottrarre risorse all’azione sindacale, anzi. Ci sono le condizioni per mettere in campo nuove opportunità per tante persone (dal delegato, al referente della previdenza, al pensionato).
E gli esperti? Possono essere protagonisti di primo
piano all’interno di questo percorso. Consiglio ardentemente di non precipitare la Soluzione con la
S maiuscola; la ricerca delle migliori risposte va fatta sul campo convinti che, anche per metterci al ri-
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FIGURA 4
...all’integrazione
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Dalla separatezza...
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paro di fughe dirigistiche, serve la centralità e il
protagonismo del territorio.
Abbiamo bisogno di formazione: si potrebbe intervenire a 360 gradi, da quella specialistica fino a
quella per personale amministrativo che opera nelle scuole e negli uffici; pensiamo però che la priorità debba essere rivolta a quelle che abbiamo chiamato figure per l’integrazione. Nel definire il nostro progetto abbiamo parlato di formazione a cavallo proprio per evidenziare l’importanza di una
contaminazione reciproca (della categoria verso l’Inca e viceversa).
Abbiamo bisogno di risorse finanziarie. Certo. E
per quanto riguarda l’Inca ripeto quello che pensa
l’intera presidenza: non verranno obiezioni rispetto
ad investimenti su progetti i cui obiettivi sono dichiarati, chiari, condivisi e adeguatamente monitorati nei risultati. Certo, i percorsi per la definizione
dei progetti li vorremmo fare in un quadro di pieno coinvolgimento confederale.
Abbiamo bisogno a livello nazionale e regionale
di svolgere compiti di coordinamento, di monitoraggio, di supporto perché non deve mancare il
governo politico dei processi che vorremmo mettere in atto.
▼ Riferimenti per iniziative
congiunte
❚ I lavoratori e gli iscritti
A partire dai bisogni di lavoratori e iscritti, è necessario individuare contenuti e tematiche che possono diventare oggetto di vere e proprie campagne
promozionali.
❚ Gli enti
Tutela degli amministrati e garanzia di trasparenza
saranno riferimenti fondamentali per tarare le iniziative rispetto agli enti; pertanto diversità di ruolo
e autonomie reciproche (Inca, Flc) non dovrebbero escludere azioni convergenti o comuni, anche di
tipo vertenziale (es.: Inpdap e diritti di quanti hanno aderito ad Espero).
❚ Le convenienze per la Flc
◗ Alleggerire le rispettive strutture dalla consulenza
in materia previdenziale e similare.
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◗ Qualificare l’azione di tutela nella considerazione
che le strutture Inca dispongono di risorse e competenze specialistiche che, in genere, una struttura di categoria non ha.
◗ Avere ricadute in termini di iscritti e di rappresentatività in quanto l’ipotesi prospettata si proietterebbe anche nel bacino di utenza delle persone non
iscritte (90% della categoria).
◗ Poter contare su un dato di conoscenza dei processi reali che la postazione della tutela individuale può fornire in sede di elaborazione delle scelte
contrattuali.
▼ Sdoganare il marchio Inca Cgil
nei settori della conoscenza
Sperimentare e rodare il progetto a partire da scadenze ed esigenze reali sapendo che:
◗ L’innovazione anche quando condivisa ha sempre
un grande nemico: l’inerzia e quindi una tendenza alla conservazione.
◗ Nel nostro caso, il tasso di successo è direttamente
proporzionale al grado di coinvolgimento delle
persone che agiscono nelle sedi di implementazione del progetto.
◗ In altre parole, questa iniziativa nazionale è importante, ma senza un lavoro nei territori finirebbe per produrre risultati di basso profilo.
◗ Per questo, in continuità con le riunioni già fatte e
con questa di oggi sarà bene programmarne altre,
a livello territoriale per:
◗ favorire l’incontro tra soggetti che dovranno garantire le necessarie sinergie: Inca e Flc;
◗ consentire la definizione di tutti gli elementi del
progetto: Obiettivi, Strumentazione, Formazione,
Risorse;
◗ rendere seria e praticabile una politica di investimenti;
◗ supportare un maggiore protagonismo della Flc e
del Patronato rispetto alle politiche sui servizi delle Camere del lavoro.
Entro tale impostazione, alle istanze nazionali e regionali è affidato un ruolo di coordinamento e di
indirizzo molto importante; a tali livelli si provvederà a definire tutta la strumentazione di supporto
all’attività territoriale con particolare riguardo, nella fase di avvio, alla predisposizione di materiali di
base per la comunicazione anche per sdoganare a
livello dei lavoratori l’Inca e il suo ruolo (locandine, pieghevoli, opuscoli, ecc.).
▼ Campagne e materie
d’intervento
◗ Campagna pensionamenti anno 2007 - Settore
Scuola (per gli aspetti ancora aperti).
◗ Campagna rideterminazione importo pensione
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Serve una straordinaria ma particolare azione di
marketing che avrebbe il grande vantaggio di DARE SENZA CHIEDERE.
Si tratta di intercettare, in forma direi scientifica,
tutti gli elementi che possono essere all’origine di
un bisogno/domanda di tutela, incuriosendo e
sollecitando gli interessi delle persone, convogliarle verso le sedi Inca. Essa deve avere carattere di
continuità; inoltre, particolare attenzione va rivolta ai periodi caldi in materia di previdenza e di tutela. Gioca un ruolo importante la Flc sia nella individuazione dei contenuti, sia per ridurre la genericità dei messaggi e potenziarne la tempestività
con riferimento agli interessi e alle scadenze.
La classica locandina nella bacheca di un posto di
lavoro pubblico deve essere accompagnata/sostituita da messaggi mirati, da veicolare in tempi e luoghi giusti, anche potenziando gli strumenti di comunicazione ad personam.
Va indagata l’idea di sperimentare forme nuove per
incontrare le persone (attività di sportello nel posto
di lavoro, gazebo, camper); questa ipotesi potrebbe
essere sperimentata in realtà ad alta concentrazione
di personale (università, …).
Si tratta di valutare la possibilità di attivare/valorizzare il ruolo di delegati, Rsu, comitato degli
iscritti.
▼ E da domani?
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per pensionamenti anni 2006 e 2007 - Tutti i settori interessati.
Campagna pensionamenti anno 2008 - Scuola, …
Campagna per la tutela dei parasubordinati - Ricerca, …
Campagna informativa su effetti protocollo del 23
luglio su tutti gli aspetti con ricadute previdenziali - Tutti i settori.
Università: sperimentare forme «originali» di raccordo con Patronato.
Campagna su estratti conto aderenti ad Espero Scuola.
▼ Considerazioni conclusive
Crediamo di aver messo in evidenza che la tutela
individuale si pone oggi in termini nuovi rispetto
al passato; il collegamento ai diritti e alla rappresentanza, in qualche maniera, evidenzia l’importanza della questione. Abbiamo parlato di complessità, di potenzialità, di convenienze reciproche
e condizioni di fattibilità, di strumentazione; abbiamo evidenziato che per un sistema efficace di
tutele serve, rispetto al passato, un cambio di paradigma per andare oltre il modello utilitaristico e
che dovrà coinvolgere Patronato e categoria; abbiamo indicato campagne specifiche che possono partire da domani iniziando da quei territori che per
storia, condizioni, sensibilità sono già disponibili a
questa impresa.
Mi pare doveroso ribadire che l’Inca ha già investito in formazione e strumentazione e altri investimenti intende fare proprio in direzione di quella
integrazione più volte richiamata e per favorire un
raccordo tra i due sistemi.
So che ci sono tante cose ancora da chiarire, tante
domande cui dare risposte. Ma ce n’è una che pone un’esigenza di orientamento generale, di bussola politica rispetto alla quale è doveroso rapportarsi
anche in questa sede.
◗ Ma dove andiamo a parare?
◗ E quale nuovo rapporto, quale equilibrio tra contrattazione collettiva e tutela individuale?
Sono questioni robuste, non riguardano solo noi,
costituiscono una sfida che in questo momento
coinvolge l’intera Cgil. Da quella sede verranno le
risposte.
Per quanto riguarda noi: l’ipotesi di lavoro che poniamo alla discussione, anche con una concretezza
operativa (sporcandoci le mani), ha l’ambizione di
tenere insieme l’obiettivo di una maggiore garanzia
dei diritti con quello di contrastare la tendenza all’indebolimento delle tutele collettive. In tal senso
la qualità delle scelte che faremo dipenderà dalla
nostra capacità di mettere in moto processi in controtendenza rivolti al pieno recupero della contrattazione e della tutela collettiva consapevoli che
l’indebolimento di questa è comunque la riduzione
dei diritti delle donne e degli uomini che la Cgil
intende promuovere, garantire, tutelare.
▼ Inca e pubblico impiego:
i ritardi storici, le ragioni,
le criticità da superare
Fino a qualche anno fa gli enti datori di lavoro
hanno elaborato in via diretta i provvedimenti di
pensione (atti provvisori). All’Inpdap competeva il
ruolo di ente liquidatore della prestazione, salvo rideterminare nel tempo i trattamenti pensionistici
mediante l’emanazione dell’atto definitivo in dipendenza del quale si potevano determinare situazioni di debiti/indebiti. Questa particolare procedura pensionistica è alla base della scarsa attenzione dei lavoratori pubblici nei confronti degli enti
di Patronato. Le domande di pensione e tutte le
istanze ad esse correlate (riscatti, ricongiunzioni)
venivano presentate direttamente agli uffici pensione delle amministrazioni di appartenenza, a rafforzare questa consuetudine giocava anche una
semplificata normativa pensionistica che assicurava
un grado di garanzia tale da determinare nei lavoratori una sostanziale fiducia nel buon operato degli uffici. Questo quadro ha avuto effetti che riassumiamo: «mancanza di cultura del Patronato tra i
lavoratori pubblici e nelle Oo.Ss. di categoria» e,
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simmetricamente, «mancanza di cultura del Pi tra
gli operatori del Patronato».
Concretamente:
◗ Discontinuità di rapporto con le categorie interessate.
◗ Poca la domanda/debole l’offerta (scarsa presenza
sui posti di lavoro e carenza di informazione sull’attività Inca).
◗ Esiguo numero di operatori competenti e limiti
della organizzazione del lavoro.
◗ Limiti della strumentazione.
Tuttavia, il modificato quadro normativo, sempre
più complesso, e un diverso ruolo assunto dall’Inpdap hanno cambiato questo scenario e, pertanto, si sono determinate le condizioni per il recupero di un ruolo di tutela individuale del Patronato verso i pubblici dipendenti.
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Sintesi dell’intervento tenuto al Direttivo Flc del 17.9.2007
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