“Le nubi ogni tanto ci danno riposo mentre guardiamo la luna” Basho Matsuo (1644-1694) La copertina “il Leone in una nuova dimensione ” è di: Mamdouh http://etnomondi1.splinder.com [email protected] Giornale gratuito autoprodotto senza scopo di lucro. Etnomondi Marzo 2009, Anno 13, n° 28/ Mondi lontani Ed. Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle persone, Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti. Redazione: Mamdouh e Willy Ringraziamo tutti i nostri amici e lettori SOMMARIO EDITORIALE P. 3 SHENZHEN P. 29 NEWS FROM…EL ALAM P. 5 RADIO NI HAO P. 30 KUNG-FU MUSLIM! P. 9 LA LINGUA AFRIKAANER P. 35 IL FUMETTO CINESE P. 9 FAYE WONG O WANG FEI? P. 36 TRACCE SULLA SABBIA P. 10 BREVI APPUNTI DI VIAGGIO IN TUNISIA P. 37 JET LI: NON SOLO ATTORE P. 14 TALIP ALTIN P. 38 SPECIALE CORTOMETRAGGI PARTE 1- P. 15 MISHARI RASHID ALAFASY P. 38 LA GIORNATA DEL MUSULMANO P. 17 RISTORANTI ETNICI P. 40 DENTRO AL DRAGONE P. 18 IL RICETTARIO P. 45 VISIONI ESOTICHE P. 19 BAHA’I P. 47 TAJ MAHAL P. 20 TASMANIA P. 48 CHI ERANO VERAMENTE I FONDATORI DELLE 4 SCUOLE ISLAMICHE P. 21 FIUMI DI VITA: RIO DE LA PLATA P. 48 IL TE’ P. 23 BAB ZUWEILA: LA GIORDANIA P. 24 MOSTRE E RASSEGNE P. 49 DAL SOL LEVANTE P. 52 A RIPOSO SU UN’AMACA P. 53 LE PORTE DELL’ORIENTE: CAMBOGIA P. 25 FESTE MONGOLE P. 53 IL FASCINO DEL MISTERO: IL FANTASMA DI MAE NAK P. 27 VOCI DAL NILO P. 54 ANIME GIAPPONESI: DEATH NOTE P. 27 ETNOSITI P. 58 ANIME GIAPPONESI: VICKY IL VICHINGO P. 28 METROPOLI MULTIETNICA P. 59 RAMAZAN SAHIN P. 63 3 EDITORIALE Finalmente il primo numero di questo 2009 e dopo precisamente quattro anni dal nostro ritorno (Marzo 2005). Vi avevamo lasciati a Novembre in un’atmosfera antirazziale per via delle elezioni e della vittoria di Obama, periodo storico pur rimanendo realisti e con i piedi per terra in questo mondo che vuole cambiare e che con difficoltà va avanti per le diverse difficoltà. Molti sono gli avvenimenti purtroppo negativi legati agli stranieri che vivono nel nostro paese, ciò rende più difficile il dialogo multirazziale. Noi ci proviamo nel nostro piccolo, come sempre da 12 anni a questa parte, portando per mano il lettore nei luoghi più affascinanti e lontani. Raccontando le storie dei paesi, della cucina multietnica, dei film, dell’arte in generale, delle religioni. La voglia di cambiamento c’è sempre e soprattutto di guardare avanti. Questo è il primo numero completamente a colori, il più colorato, chi legge la versione cartacea se ne renderà conto, chi invece leggerà gli articoli sul blog purtroppo non potrà notare questa straordinaria differenza. C’è una nuova rubrica, che si aggiunge ormai alle già numerose di “Etnomondi” e si chiama “Speciale cortometraggi”. In “Anime giapponesi” ci cimenteremo per la prima volta con una serie recente “Death Note” senza dimenticare naturalmente il passato con i classici, questa volta è il turno del primo Anime arrivato in Italia a metà degli anni 70, si tratta di “Vicky il Vichingo” e non “Heidi” come molti di noi pensavano. Leggendo questo numero scoprirete anche che: esiste il kung-fu muslim praticato dai cinesi musulmani; i fumetti cinesi, quindi, non solo i manga giapponesi; chi erano veramente i fondatori delle quattro scuole giuridiche islamiche; le differenze dei tè; la storia della Tasmania, Giordania, Cambogia; i Manga caffè in “Dal Sol Levante”; la storia del Taj Mahal, stranamente mai raccontata da noi di “Etnomondi”; come si svolge la giornata del musulmano dalla mattina alla sera, scoprirete molte cose che forse non sapevate; come si cucinano certe specialità indonesiane, polinesiane, keniote in “Il Ricettario”; la nostra nuova scoperta nel mondo dello sport è l’atleta turco Ramazan Sahin. E poi ancora, la storia dell’attore cinese Jet Lì e tante altre cose ancora. Insomma, un numero molto ricco. Buona lettura La Redazione La Geisha sorride timidamente struccata guardando dietro un immagine che la raffigura truccata come una bambolina di porcellana, mentre un uomo spinge in salita il mondo intero aiutato da un…bambino! 5 NEWS FROM EL ALAM - Notizie e curiosita’ dal mondo -Preoccupazione razzismo: una diffusa, nuova ondata di razzismo verso lo straniero si sta notando ovunque in generale (vi rimandiamo alla lettura del nostro articolo sul N. scorso) e preoccupazione per gli attentati terroristici in India che minacciano l’umanità e causano altro razzismo. -Il 26 gennaio si è festeggiato il Capodanno Cinese: il nuovo anno è dedicato al Toro (o Bue), auguri! -Cheungdamdong è il nome del quartiere più trendy di Seoul, capitale della Corea del Sud. -Djebel Chambi è il punto più alto della Tunisia, un monte sulla cui sommità si trova una mezzaluna di ferro rossa. -Stop ai kebab nel centro di Lucca! Il sindaco vuole limitare l’apertura di troppi locali etnici che rovinerebbero l’immagine del centro storico della città toscana. -Mehmed VI, l’ex sultano dell’Impero Ottomano, nel 1922 giunse in Italia in esilio. -Bhutan. Incoronato il re più giovane del mondo: si chiama Jigme Khesar Namgyel Wangchuck e ha 28 anni. -Impazza il “cinafonino”: si tratta di quei telefonini e videofonini economici e pressochè identici a quelli delle grandi marche, anzi, hanno funzioni in più e si vendono molto su internet. -Le Maldive nazione di atolli dell’Oceano Indiano a sud ovest dell’India, rischiano di essere inghiottite dall’innalzamento del mare . Il neopresidente ha già avviato contatti per acquistare altre terre ed evitare alla popolazione di diventare dei profughi quando ciò avverrà. -Mike Francis (vero nome Francesco Puccioni), cantante e compositore pop anni ’80 di un certo spessore artistico, è morto a soli 47 anni. Era un’autentica star anche nelle Filippine dove i suoi concerti erano tutti esauriti; ha addirittura pubblicato home video e album dal vivo come “Live at Manila” del 1990. -Venezia d’Oriente! Il World Leisure Expo a Xiaoshan, non lontano da Hangzhou, è un grande parco che contiene una dettagliata ricostruzione della città di Venezia a uso e consumo dei turisti locali. A Pechino ha aperto anche World of Warcraft, ristorante a tema tutto dedicato al famoso gioco di ruolo on line più diffuso al mondo. -Il peggiore disastro del XX secolo causato da cicloni è stato quello del 13/11/1970: un ciclone tropicale ha causato circa mezzo milione di vittime colpendo l’area densamente popolata del delta del Gange nel Pakistan Orientale (l’odierno Bangladesh). -Il Canale di Suez che collega il Mar Mediterraneo al Mar Rosso in Egitto, è stato inaugurato il 17-11-1869. -Cina: internet dà dipendenza! Il paese asiatico è stato il primo a definire la dipendenza da internet come un disturbo: lì la rete è usatissima, spesso a sproposito, dai giovani. -Natale copto: si festeggia il 7 gennaio, coincide con l’Epifania cattolica. È preceduto da una 6 dieta vegetariana di 40 giorni: sono molte le comunità cristiane copte in Italia, soprattutto famiglie egiziane. -Donatella Versace “adotta” 5000 bambini cinesi di San Jiang, superstiti del terremoto del Sichuan, aiutandoli sul posto con un centro di accoglienza nato con una raccolta fondi insieme all’associazione One Foundation e all’attore Jet Li (vedi articolo in questo numero) , che aveva perso una figlia nello tsunami. -I Maori al governo in Nuova Zelanda: è la prima volta che il partito che rappresenta la popolazione indigena avrà dei propri ministri al governo. -Copertine rock in stile…Estremo Oriente! Wake the sleeper è il titolo del nuovo album dei veterani progressive/hard rock Uriah Heep: la copertina è molto orientale con tanto di statua e paesaggio d’ispirazione thailandese o indonesiana. I rockers Guns’n’roses dopo oltre 15 anni, hanno finalmente pubblicato il sofferto nuovo album “Chinese democracy”: titolo e copertina orientali, ma il regime cinese non ha gradito censurandolo come “provocazione al governo”. -Al Ahly colpisce ancora! La squadra di calcio del Cairo ha cercato gloria internazionale partecipando al torneo mondiale per club (ex Coppa Intercontinentale) con altre 6 squadre vincitrici di tornei continentali: gli ecuadoriani dell’LDU Quito, i giapponesi del Gamba Osaka, i neozelandesi del Waitakere United, gli inglesi del Manchester United (poi vincitori nella finale), i messicani del Pachuca e gli australiani dell’Adelaide United. Si è svolto a dicembre in Giappone, ma il torneo nel 2009 e 2010 si trasferirà negli Emirati Arabi Uniti. -Il Capitale in versione manga: dopo la Divina Commedia di Dante, Mein Kampf di Adolf Hitler e Guerra e pace di Lev Tolstoj, la giapponese East Comics ha annunciato la pubblicazione del libro di Karl Marx semplificato a fumetti. Ultimamente i fumetti jap registrano un calo di vendite, i giovani si allontanano dalla lettura, colpa dei cellulari e di internet. -Dentifricio e spazzolino egizio! Non è un’invenzione del comico Neri Marcorè intento ad imitare Alberto Angela, ma la reale scoperta di antenati di oggetti che usiamo oggi: il primo era un composto di aceto e pomice, il secondo composto da rametti sfilacciati a un’estremità, che venivano strofinati sui denti. -Abdullah The Butcher (vero nome Lawrence Shreeve), famigerato e leggendario wrestler 67enne, si è ritirato dopo ben 50 anni di carriera dopo un incontro a dicembre a Porto Rico. Ha girato per il mondo vincendo circa 40 cinture, interpretando la parte dell’arabo pazzo e sanguinario e ispirando molti atleti. In Italia lo ricordiamo soprattutto nei match giapponesi commentati da Tony Fusaro e nell’anime Uomo Tigre II. -Vivere con 1 dollaro al giorno? Succede al 10% circa della popolazione cinese, mentre il 35% vive… con due. -Assunti camerieri macachi! Succede ovviamente in un ristorante di Tokyo, la taverna Kayabukiya, nella periferia nord della città. Forse è l’unico ristorante che non conosce crisi: i clienti adorano le due scimmie, Yat-chan e Fuku, che lavorano in divisa per due ore al giorno e portano ai tavoli solo gli oggetti più semplici, non il cibo. -Le Mahadra erano le scuole nomadi maure, ognuna con una propria biblioteca viaggiante. -Comiche traduzioni di titoli di film: non succede solo in Italia, dove siamo specializzati, ma anche in Cina ad esempio; abbiamo letto che in 7 passato (1948) “Amleto” di Laurence Olivier fu tradotto come “La vendetta del principe” e “Le avventure di Oliver Twist” diventò addirittura “Un bambino sperduto nella città nebbiosa”! -La sposa marocchina, secondo un’usanza locale, il giorno successivo alle nozze deve tenere gli occhi ben chiusi per neutralizzare eventuali influssi malefici. -Tsukiji è il famoso mercato del pesce di Tokyo, il più grande del mondo, per il momento chiuso dal governo ai turisti per la loro invadenza e la confusione che questi causano. -Il Fuk Luk Sau prende il nome da tre divinità cinesi, portatrici di benessere,ricchezza e prosperità, ed è una nuova disciplina che mescola fitness beauty e terapia fisica. -Nuove moschee: in progetto la costruzione di 200 nuove moschee in Francia, dove i musulmani sono 5 milioni, e di una moschea addirittura al Polo Nord! -Il Kesabhyangam è invece il massaggio ayurvedico indiano utile a: capelli, cuoio capelluto e testa. Si applica con olii e una serie di movimenti leggeri. -L’ospedale di Hello Kitty! Parlavamo dei lei sul N.26, ecco arrivare l’ultima follia da Taiwan, dove è stato creato un ospedale dove tutto è in tema con il marchio del gruppo nipponico! -L’impresa industriale più antica del mondo è la giapponese Kongo Gumi, che, dal 578, costruisce templi buddhisti! -Tiger Mask vs Tatsumi Fujinami! Leggendario match amichevole nella federazione IGF di Inoki, per due vecchie leggende del puroresu (il wrestling giapponese) che si sono incontrate per la prima volta nella loro lunga carriera ad Aichi finendo per pareggiare allo scadere del tempo limite. -Ouendan è il nome del corrispettivo nipponico delle cheerleader; paese che vai, usanza che trovi: invece delle ammiccanti bellezze americane, in Giappone ci sono maschi dallo sgurado macho e dalla barba incolta! -Il Ghan è il leggendario treno di lusso che in Australia viaggia da Adelaide a Darwin. -Le geishe e le maiko (apprendiste geishe – vedi N.25) del rione museo di Gion a Tokyo, ora sono tutelate dall’insopportabile invadenza dei turisti che cercano in ogni modo di fotografarle. -Colera nello Zimbabwe: preoccupa l’epidemia che si sta diffondendo negli ultimi mesi nel paese africano. -Anime da esportazione! Sono stati annunciati i remake americani dei classici Akira e Ghost in the shell, due grosse produzioni rispettivamente da Warner Bros e Steven Spielberg, previste per il 2011. -Massaggi coi serpenti! Questa inusuale tecnica viene da una spa israeliana che utilizza serpenti vivi non velenosi: per chi ha coraggio…. -Il Mar Morto è il punto più basso del mondo: 395 metri sotto il livello del mare, al confine fra Israele e Giordania. -Sapete come mai gli occhi dei manga giapponesi sono così grandi? Pare che il primo a disegnarli così fu il grande Osamu Tezuka, ispirato da Betty Boop, malinconica e sognante, ma anche vitale e colorata. -Il vulcano più alto del mondo è il Nevado Ojos Del Saladu con 6887 metri: si trova in Cile. 8 -Le uova di kiwi, un uccello neozelandese, sono le più grosse in natura in rapporto alle dimensioni: pesano circa mezzo Kg (un quarto del peso dell’adulto) e sono lunghe fino a 12 cm. -Youssou ‘N Dour al Festival di Sanremo: il popolare cantante senegalese ha partecipato al Festival cantando con Pupo e Paolo Belli per dare voce ai fratelli africani immigrati che sbarcano in Italia in cerca di una nuova vita. -Il tulipano, simbolo d’amore, avrebbe origine persiana: più di mille anni fa - secondo la leggenda- il primo esemplare del “tulipa” sbocciò nel deserto dalle lacrime di una fanciulla smarritasi nel cercare il suo innamorato. -Jun Ichikawa (omonima di un regista nipponico-) giovane attrice da parecchi anni nel nostro paese, è la prima protagonista assoluta giapponese di una fiction italiana, il poliziesco Ris 5. -Incendi in Australia e Cina dove sono stati arrestati diversi piromani per gravi incendi che hanno danneggiato vaste aree e completamente distrutto un nuovo grattacielo a Pechino. -Video profumati nei negozi per stimolare le vendite in tempi di crisi: succede, ovviamente, in Giappone! 9 Kung-fu muslim! La Cina è un grande paese pieno di culture, pensate, ci sono ben 50 minoranze, se non di più e 5 milioni di musulmani cinesi –vedi Etnomondi n. 24- chiamati “Hui”. Come tutte le minoranze anche gli Hui non hanno avuto vita facile in questo paese, soprattutto nel periodo della dinastia Ching, gli Hui erano perseguitati e torturati. L’arma di difesa degli Hui è il Corano e le arti marziali, anche loro praticano il….Kung –fu! Che prende il nome “kung-fu muslim”. Gli Hui hanno adottato e perfezionato le arti marziali, hanno sviluppato delle mosse con tanto di pugni che esercitano ancora oggi con onore. La mossa del piedino, nominata “The moslem Spring Leg” è molto popolare in Cina e riconosciuta. Movimenti con ripetizioni è lo stile originale degli Hui e suddiviso in dieci modi, successivamente è stata introdotta una mossa proveniente dal sud della Cina, diventando così 12 modi. L’allievo dovrà imparare almeno i dieci modi prima di poter cominciare a praticare il kung-fu. Questa arte è oggi imitata anche da altri. Il fumetto cinese Il fumetto cinese “Manhua” è molto meno conosciuto del manga giapponese –vedi “Etnomondi” n. 26- , ed è riservato ai più giovani, di contenuto umoristico, vagamente ispirato a quello giapponese. Alcune opere sono state pubblicate solo in Francia –dove il fumetto cinese è molto apprezzato- e non in Cina, per via di certi contenuti politici. Al contrario XiaoPan ha portato il fumetto europeo in oriente, come “Tintin”. I primi fumetti cinesi erano biografie di personaggi storici, nel periodo Yuan erano opere narrative e teatrali illustrate nel periodo Ming. Le prime opere chiamate “Hui hui tu” furono stampate nel lontano 1884. Intorno al 1931 il fumetto prese sempre più piede in Cina ispirato soprattutto ai film americani o cinesi sulle arti marziali, l’autore più prolifico e d’avanguardia di quel periodo è Zhao Hongben. Con l’arrivo degli anni 70 della televisione il fumetto cinese cambiò nuovamente e, soprattutto con i film di Bruce Lee, arrivò alla popolarità in Cina. Vi segnaliamo i Manhua più recenti “Tin Ha”, “Wind and Cloud” e “Chinese Hero” di Ma Wing Shing, (foto sotto). Per i film d’Animazione cinese vedi “Etnomondi” n. 26 10 GARA DI CUORI (Kyun! Ho gaya na…) diSamir Karnik,commedia,India,2004,dur.:120’.Con:Ayshwaraya Rai,Amitabh Bachchan.Distr.:Eros. Stranamente passato anche in tv da noi,ma tagliato di 10 minuti,la solita storia d’amore contrastata con matrimoni combinati in ambientazione indiana: niente di eccezionale ma abbastanza piacevole. CJ7 - CREATURA EXTRATERRESTRE (長江七號/Cheung gong 7 hou/CJ7)di Stephen Chow,comm.,Hong Kong,2008,dur.:85’.Con:Stephen Chow,Jiao Xu,Kitty Zhang Yugi.Distr.:Sony Pictures.Campione d’incassi in Cina per questa sorta di demenziale E.T. nei panni di un peluche spaziale caduto nell’immondizia da un’astronave! Il film fa grande uso di scene in grafica computerizzata; la protagonista interpreta la parte maschile del bambino,ed è stata selezionata tra ben 10mila candidati!Commedia fantascientifica per ragazzi diretta, co-prodotta, co-sceneggiata, e anche intepretata da Stephen Chow,che sta preparando l’attesissimo Kung Fusion 2! FLAME (Flame)diIngridSinclair,dramm.,Zimbabwe,1996,dur.:90’.Con:Dick“Chinx”Chigaira,Robina Chombe.Flame e Liberty sono i nomi di battaglia di Florence e Nyasha, che lasciano il villaggio per finire nei campi di addestramento ed arruolarsi nell’esercito rivoluzionario. Un film doloroso sulla guerra civile che portò alla sconfitta del potere bianco in Rhodesia.Girato in inglese. POLVERI DI VITA (Poussières de vie) di Rachid Bouchareb,dramm.,Algeria/Vietnam,1994,dur.:87’.Con: Cheong Peck Beng,Gilles Chitlaphone.Distr.:Hamster.Un curioso film coproduzione algerino-vietnamita, girato in lingua vietnamita e ambientato nel 1975 durante la caduta di Saigon. Il nuovo regime antiamericano decide di rieducare i molti figli dei soldati americani avuti dalle donne locali nei campi di lavoro e considerati “indesiderati”,ma Son,uno di questi, fugge verso la libertà. TINPIS RUN (Tinpis run) di Pengan Nengo, comm.,Papua Nuova Guinea,1990,dur.:90’.Con:Suzi Buri,Gerard Gabud.Distr.:AJBA.Parlato in pidgin e inglese, narra del suggestivo viaggio per il paese oceanico su un taxi (denominato Tinpis) di un vecchio tradizionalista, Papa, insieme a Naaki,un giovane conquistato dai valori del mondo moderno. Il titolo si riferisce al tinpis, il nome del taxi preso dal tipico piatto nazionale della Papuasia. SOTTO LA BANDIERA DEL SOL LEVANTE (を編集中/Gunki hatameku motoni) di Kinji Fukasaku, dramm.,Giappone,1972,dur.:96’.Con:Tetsuro Tamba,Sachiko Hidari.Distr.:Toho.Messaggio antimilitarista per questa sorta di RashÔmon (vedi N.7) in cui una vedova è alla ricerca della verità sulla morte del marito, giustiziato durante la Seconda Guerra Mondiale dagli stessi giapponesi: ogni persona interpellata fornisce una versione diversa.Interessante e per certi versi sperimentale. 11 MI RISOLLEVERO’’ E TI ROVINERO’’ (Babangon ako't dudurugin kita) di Lino Brocka, dramm.,Filippine,1989,dur.:100’.Con: Sharon Cuneta, Christopher De Leon. Un melò piuttosto straziante in stile telenovela, un genere che va molto anche nelle Filippine:la storia di Salve, che sposa l’uomo sbagliato, un ambizioso squattrinato, e cerca la vendetta dopo il tradimento e il tentativo di omicidio perpetrati dal marito. EL BATL (El batl) di Magdy Ahmed Ali, comm.,Egitto,1998.Con:Ahmed Zaki, Mohammed Henadi, Mostafa Aamar. Distr.: Al-Nasr Films. Film che gira attorno alle vite di tre amici: Pietro, che lavora in un night club di Alessandria, Hassan, pittore instabile, e il testardo Houda Kalawi, carpentiere che sogna di diventare un campione di boxe,”l’ eroe” del titolo, per l’appunto. SOTTO LA ZANZARIERA (Dibalik Kelambu)di Teguh Karya, dramm., Indonesia, 1983, dur.:100’.Con:Christine Hakim, Slamet Rahardjo. Distr.:P.T.Sukma Putra Film. Due giovani coniugi sono costretti a vivere con la famiglia di lei in un ambiente teso in cui i famigliari, soprattutto il suocero, non vedono di buon occhio il matrimonio. Un film per noi sconosciuto e interessante da un regista teatrale. AS TEARS GO BY (旺角卡門/Wong gok ka moon) di Wong Kar-wai, dramm., Hong Kong, 1988, dur.:98’. Con:Andy Lau, Maggie Cheung Man-yuk.Distr.:Dolmen.Bellissimo esordio alla regia per l’acclamato regista, che ha iniziato con questo film (paragonato al gangster-movie “Mean Streets” di Scorsese) a guadagnare premi e nomination. Ah Wah è un poco ambizioso “big brother” di una triade mafiosa di bassa lega, sempre impegnato a tirare fuori dai guai il giovane e irresponsabile “fratello” Fly. Quando Ah Wah s’innamorerà della cugina Ah-ngor, appena arrivata a Hong Kong,deciderà di cambiare vita,ma ormai è troppo tardi.Kar Wai è l’esponente di maggior spicco della cosiddetta new wave del cinema orientale degli anni ’80; ora è uno dei maestri contemporanei. Il suo ultimo film è il meno riuscito “Un bacio romantico” girato negli U.S.A. con attori americani. BILLO - IL GRAND DAKHAAR Di Laura Muscardin,comm.,Italia/Senegal,2008,dur.:100’.Con:Thierno Thiam,Susy Laude,Marco Bonini.Distr.:Achab Film.Prodotto da Youssou N’Dour, che cura anche le musiche (curiosa la cover di “Il barcarolo romano” in wolof!).Un film sulla società multietnica, l’integrazione e la tolleranza, la prima coproduzione italo-senegalese, che arriva con lo slogan “siamo tutti cittadini del mondo”.Billo è un ragazzo senegalese che fa il sarto e lascia casa,fidanzata e parenti per l’Italia: arriverà come clandestino e troverà l’amore e il successo.Un po’ troppa carne al fuoco (il razzismo e i pregiudizi,i soliti luoghi comuni,il fratello omosessuale della fidanzata italiana,ecc) ma comunque piacevole, meritava un po’ di più della scarsa distribuzione avuta. BROTHER di Takeshi Kitano,thriller,Giap./U.S.A./G.B.,2000,dur.:112’.Con: Takeshi Kitano, Omar Epps, Kuroudo Maki.Distr.:Key Films.Il gangster solitario Yamamoto,uscito sconfitto da una guerra con una famiglia rivale, ripara a Los Angeles per cercare il fratello minore. Qui,piano piano,fonderanno una nuova organizzazione criminale destinata però a distruggersi.Lanciato dallo slogan “A chi hai detto fottuto giapponese?” è il primo film di Kitano girato all’estero,nel suo classico stile tra humour e violenza.Leggermente inferiore ai suoi precedenti film,è comunque 12 godibilissimo e riuscito.Il regista si è trovato molto bene con la troupe metà americana e metà nipponica,stupito dalla precisione e organizzazione degli stranieri. LA GIOCATRICE DELLA PEONIA SCARLATTA: UNA PARTITA DI HANAFUDA (Hibotan Bakuto Hanfuda Shobu) di Kato Tai,azione,Giappone 1969,dur.:98’.Con: Junko Fuji, Ken Takakura. È il terzo capitolo di un’interessante serie di ben 8 film tra gli anni ’60 e ’70 dedicati al personaggio di Ryu detta “la peonia scarlatta”, una giocatrice professionista di hanafuda (le cosiddette “carte dei fiori”)che qui va a prestare il proprio servizio al padrino locale, scoprendo che una donna bara al gioco usando il suo nome. HAFEZ di Abolfazl Jalili, dramm.,Iran/Giappone, 2007,dur.:98’.Con: Mehdi Moradi, Kumiko Aso Distr.:Bitters End.Biografia di Hafez, il più grande poeta d'amore della cultura persiana, che incarna il confronto tra l'ortodossia delle scuole coraniche, l'intensità mistica dei dervisci, la libertà laica nell'Iran contemporaneo. IN LOVE WE TRUST (左右 / Zuo yuo) di Wang Xiaoshuai, dramm., Cina, 2007, dur.: 115’.Con: Liu Weiwei Zhang Jiayi.Distr.:Film Distribution Paris.Orso d’Argento a Berlino, un melodramma psicologico che offre molti spunti di riflessione.Una coppia di divorziati nell’odierna Cina alle prese con la tragica scoperta della malattia della figlia,la leucemia.Il titolo originale, letteralmente, significa “sinistra-destra” e potrebbe essere tradotto col nostro proverbio “essere tra l’incudine e il martello”. CARIBE di Esteban Ramiréz, dramm., Costa Rica, 2004, dur.: 90’. Con: Jorge Perugorría, Cuca Escribano. Opera prima di un giovane regista del Costa Rica: Vincente Vallejo è un biologo straniero che si trasferisce coi suoi sogni e con la moglie a Caribe, ma presto dovrà affrontare il sopraggiungere di una crisi. LOST IN BEIJING (苹果/Ping guo) di Li Yu,dramm.,Cina,2007,dur.:112’.Con: Fan Bingbing,Tong Dawei.Distr.:New Yorker Films.Da una regista donna,un film sulla perdita dei valori, che ha avuto problemi di censura specialmente nella capitale, dove il film si trova solo sul mercato nero: nel film Pechino apparirebbe, per il governo, troppo corrotta e degradata.Nel racconto, una coppia povera vi si trasferisce dal Nord Est del paese in cerca di fortuna ma inizierà una parabola discendente.Il titolo originale significa semplicemente “mela”. UNA MOGLIE GIAPPONESE ? di Gian Luigi Polidoro, dramm.,Italia,1968,dur.:115’. Con:Gastone Moschin, Michiko Iwasaki,Luciana Scalise.Distr.:Cineriz.Il ragionier Taddei è improvvisamente costretto a fare un viaggio d’affari in Estremo Oriente(Giappone, Cina, Vietnam e India)per sostituire un collega malato:diventerà un’esperienza traumatica che lo cambierà.Misconosciuto film italiano parzialmente riuscito:interessante sul lato dello straniamento dell’Occidentale a contatto con 13 terre che non conosce,ma triste sul lato dei classici luoghi comuni sull’Oriente povero,la guerra,le donne orientali e il turismo sessuale,la corruzione,l’occidentale prima ingenuo e represso, poi “marpione”ecc.Quasi un documentario nelle scene delle varie città,peccato che il titolo non c’entri nulla.Bravo Moschin. IL FANTASMA DI MA E (นาค / า /ค ามตาย NAK / Ghost of Mae Nak) di Mark Duffield, horror, Thailandia,2005,dur.:101’.Con: Pataratida Pacharawirapong, Siwat Chotchaicharin. Distr.:Avo Film.Uscito da noi in dvd,narra della famosa leggenda thai del fantasma femminile protettivo che infesterebbe i dintorni di Bangkok (vedi “Il Fascino del mistero” su questo numero).Una giovane coppia,imbrogliata da un proprietario disonesto,affitta proprio l’antica casa abitata dall’oscura presenza,risvegliata dal loro amore puro.Girato da un occidentale, è un horror che non si prende troppo sul serio ma che non deluderà gli amanti del genere. A-KUEI AND HIS MAGIC HAMMER (A-kuei and his magic hammer) di CHEN Chih-Jen & Jay Chen, animaz., Taiwan,2002, dur.:91’. Distr.: Spring House Ent. Nate come cartoon su internet nel ‘99, le avventure del bambino A-kuei (阿貴), sono oggi famosissime in Taiwan,Cina e Giappone, tanto da generare questo divertente film di successo in lingua mandarino. THE MILLIONAIRE (Slumdog millionaire) di Danny Boyle, comm., G.B./U.S.A.,2008,dur.:120’.Con: Mia Drake, Imran Hasnee, Anil Kapoor.Distr.:Lucky Red. Dal regista di Trainspotting, una storia tutta indiana di tenacia e realizzazione dei propri sogni nelle atmosfere caotiche e colorate di Mumbai.Il film ha ben 10 nomination agli Oscar ed è sbarcato anche in India, dove la popolazione sogna con le vicende del ragazzo del film, che partecipa ad un quiz per amore di una ragazza. Non sono mancate le polemiche di un villaggio che si è offeso per come è stato descritto nella pellicola e per due giovanissimi attori che sarebbero stati sfruttati. VALZER CON BASHIR (Waltz with Bashir) di Ari Folman,animaz., Israele/Germ./Fra,2008, dur.:87’.Distr.:Lucky Red.Storia autobiografica del regista in una raffinata animazione; l’incontro con un amico in un bar gli fa ripercorrere la prima guerra del Libano, all’inizio degli anni ’80 tra visioni surreali e la ricerca della verità. Candidato all’Oscar come miglior film straniero:per chi continua ad affermare che i cartoni animati sono solo per bambini! 14 JET LI Nonsoloattore Nato nel 1963 a Pechino, è un grande campione di wushu, uno dei massimi esperti di arti marziali e uno dei più grandi e amati attori cinesi di oggi, anche se ultimamente preferisce dedicarsi alle opere di beneficenza con la One Foundation (vedi “News From El Alam”). Nel 1974 Jet Li (vero nome Li Lianjie - 李連杰 -) è stato premiato campione di wushu, titolo che ha mantenuto fino al 1978. Nello stesso anno si è esibito alla Casa Bianca per l’allora presidente americano Richard Nixon. Nel 1979 si è ritirato dalle competizioni di wushu per un infortunio al ginocchio e si è dedicato al cinema,dove era molto richiesto. Ha debuttato come attore in Shaolin Temple del 1982. Protagonista di C’era una volta in Cina (Once upon a time in China) del ‘91, uno dei tanti film in cui difende i compatrioti dagli abusi degli invasori stranieri,finisce per essere chiamato a debuttare ad Hollywood con la parte di un padrino della Triade in Arma Letale 4. Nel 2002 è il protagonista dell’eccezionale Hero di Zhang Yimou (vedi N.13), un film commerciale rispetto ai canoni cinesi ma di enorme successo. Nel 2004 è nelle Maldive durante lo tsunami: sopravvive ma resta colpito emotivamente, dedicandosi all’aiuto degli altri: grazie ai suoi appelli pubblici e alle donazioni, la One Foundation (creata nel 2007) dà una speranza ai sopravvissuti del terremoto del Sichuan e di altre tragedie: ben 13.7 i milioni di dollari raccolti da giugno. Grande atleta e attore, definito l’erede naturale di Bruce Lee, preferiamo però questa sua nuova vocazione di dedicarsi alla gente e al paese che ama. Oltre ai già citati, tra i suoi film più noti:Fearless, Rogue il solitario, Danny The Dog, le saghe di Once upon a time in China e Shaolin temple, Kiss of the dragon, The one, il recente La Mummia – La tomba dell’Imperatore Dragone e l’imminente kolossal The forbidden kingdom. 15 SPECIALE CORTOMETRAGGI PARTE 1 Ci siamo occupati solo occasionalmente dei cortometraggi, che invece hanno una grande importanza e sono difficili da realizzare, perchè devono condensare talvolta in pochi minuti un’unica idea e una storia interessante, e non è poco…In questo numero e nei prossimi, riscopriamone alcuni dal mondo: FISH IN THE SEA IS NOT THIRSTY di Sohn Soopum, dramm., U.S.A., 2002, durata: 15’. Con: Jinoh Park, Geneva Carr. Girato in 35mm, l’esperienza dello straniamento dovuto al perdersi nella metropolitana, realmente accaduto a questo regista coreano trapiantato negli U.S.A. Un ragazzo coreano e una ragazza francese si incontrano e si separano a Times Square, New York,. Incontro/scontro tra uomo/donna e tra cultura orientale/occidentale per vedere la realtà circostante con occhi differenti. LA CONCHIGLIA (Aleel) di Abdulkadir Ahmed Said, dramm., Somalia, 1992, dur.: 30’. Con: Lul e Sophie Ahmed Said. Girato in 35mm: una pittrice trova su una spiaggia deserta una conchiglia da cui esce la voce di una bambina che racconta la tormentata storia del suo villaggio scomparso dopo una catastrofe. Il finale lascia un segno di speranza. LE DERNIER VOYAGE di Jean-Marie Teno, dramm., Camerun, 1990, dur.: 19’. Con: Gadima N’do Emmanuel, Kouokam Narcisse. Girato in francese in 16mm, la vicenda del tassista Sam che evade dalla realtà con delle pillole e si rifugia in un mondo illusorio. ANANTA di Girish Vaidya, India, 1968, dur.: 17’. Girato in inglese, un esempio impressionistico del ciclo della vita proiettato, evoluto e fuso nell’infinito. EMITERIO di Diego Seppi e José Tabarelli, docum., Argentina, 2005, dur.: 30’. Con: Emiterio Buherrez. Premiato al XII Festival del Cinema Latinoamericano. La storia di un artigiano aborigeno della provincia argentina di Salta, nella bellissima Cordigliera Orientale; un tessitore e la grande cultura del suo popolo. SOUKO (Souko, le cinematographe en cartone) di Issiaka Konaté, Burkina Faso, 1998, dur.: 30’. Una bella favola girata in bambara e francese in 35mm. A Bobo Dioulasso, affascinati dal cinematografo, i bambini ne costruiscono uno e così liberano la loro fantasia, che si materializza in un cavallo bianco che loro inseguono, mentre gli adulti cercano inutilmente di catturare. 16 AñORANZA di Carlos Altamisano, docum., Messico, 2007, dur.: 4’. Con: Marga López, Jorge Lavat. Il corto, a partire da una metafora, affronta il tema dell’emigrazione: i volti e i corpi di persone che vanno in cerca di un futuro migliore. THE ONE WHO DREAMT,THE ONE WHO ACTED (Aan ke khial baft, aan ke amal kard) di Morteza Momayyez, animaz., Iran, 1971, dur.: 9’. Un delizioso e datato cartone animato iraniano. BANYAN DEER di Ahmed Lateef, animazione, India, 1959, dur.: 10’. Un cartone animato basato sulla storia buddhista di Sataka. Illustra come auto-immolarsi possa talvolta portare un cambiamento nella visione dell’umanità, dalla violenza alla non violenza. THROUGH THE EYES OF A PAINTER di M.F. Hussain, animazione, India, 1967, dur.: 8’. Vecchio cartone sperimentale sulle immagini del Rajastan attraverso gli occhi del pittore-regista. 17 La giornata del musulmano La giornata comincia con la preghiera dell’alba. Ci si sveglia, si fa l’abluzione che consiste nello sciacquare con acqua: bocca, narici, viso, braccia, testa, orecchie e piedi. Solo dopo l’abluzione si fa la preghiera, senza, la preghiera non è valida. In caso di rapporti sessuali si fa l’abluzione maggiore del corpo. Dopo aver pregato si torna a dormire oppure si fa la colazione e via, diretti verso il lavoro. Il musulmano svolge le sue attività giornaliere intervallate dalle altre quattro preghiere. Ogni preghiera ha il suo tempo stabilito – scritto su un foglietto che porta con se, nei paesi musulmani invece c’è il minareto con il richiamo alla preghiera- e dura pochi minuti ognuna. Sono momenti in cui sei a contatto con Dio, veri momenti di purificazione. La preghiera da quel senso di pace e tranquillità importante per l’uomo. Ogni volta, prima di fare qualcosa, il musulmano dice “Bismillah Arrahmàn Arrahìm” che significa “In nome di Allah il Compassionevole, il Misericordioso”, anche prima di mangiare, usa la mano destra per tutto. Prima di entrare in un’abitazione bussa alla porta, se nessuno risponde, il musulmano va via senza insistere. Entra sempre con il piede destro ed esce con quello sinistro, tranne per il bagno, in quei casi fa il contrario, entra con il sinistro ed esce con quello destro. In quel luogo evita di menzionare il nome di Dio e tutto quanto riguarda la religione, perché luogo impuro. Non saluta mai una donna dando la mano, tranne con le donne della sua famiglia (moglie, sorella…). In questa società occidentale a volte si usa darla per lavoro ad esempio, evitando però altri contatti come l’abbraccio e il bacio. Stessa cosa vale per la donna musulmana verso gli uomini che non fanno parte della sua famiglia. Quando si beve si sorseggia 3 volte, come diceva il Profeta Muhammad e alla fine si dice “El hamdulillah” che significa “Lode a Dio”. Il comportamento di un buon musulmano è pacato e non esagera anche con il cibo. Capita spesso vedere musulmani che non si comportano nel modo da me menzionato, però quanto ho descritto fa parte del vero comportamento del musulmano che pratica la religione senza dover per forza assumere atteggiamenti e comportamenti da estremista e nemmeno da musulmano troppo leggero, come spesso definiscono “laico” o “Light”, leggero per l’appunto. Rientrando a casa si fa l’abluzione, si legge il Corano, recita le invocazioni prima di dormire e si corica sul lato destro, direzione verso la Mecca. Mamdouh 18 DENTRO AL DRAGONE Alla scoperta della Cina TAI CHI CHUAN Il Tai chi chuan o taijiquan (太极拳) è un’antica arte marziale orientale che può essere praticata a tutte le età, consistente in una sequenza precisa e calcolata di movimenti lenti e morbidi, continui. Oggi in Occidente è praticata soprattutto come ginnastica e come tecnica di medicina preventiva. La pratica regolare degli esercizi serve ad accrescere la consapevolezza del movimento, a migliorare l’equilibrio, e a stimolare il sistema nervoso senza affaticare il cuore, a regolarizzare la pressione sanguigna; inoltre incrementa la capacità respiratoria. FALUN GONG Ci è capitato di incrociare, nelle nostre piazze, banchetti che distribuivano volantini dove invitavano a firmare una petizione contro tortura e genocidio dei suoi seguaci, con accanto persone cinesi e occidentali intente in una sorta di ginnastica. Si tratta del Falun Gong (法輪功) o Falun Dafa (法輪大法), letteralmente “pratica (o qigong) della Ruota della Legge”; ci siamo informati: si tratta di un diffuso movimento spirituale cinese (non una setta) fondato nel 1992 da Li Hongzhi, una pratica antica per la mente, il corpo e lo spirito che insegna verità,compassione e tolleranza. Nel simbolo – coloratissimo - è raffigurata anche la svastica (wan), che, come in India, è un simbolo di positività e un portafortuna. Questa ginnastica serve a purificare corpo e mente attraverso cinque semplici esercizi, di cui quattro con movimenti lenti ed armoniosi ed un quinto di meditazione, ma la disciplina è stata duramente contrastata e represso dal Governo Cinese dal 1999. Giochi da tavolo I cosiddetti giochi da tavolo hanno origini antichissime e sono diffusissimi in Cina. Assicurano concentrazione ed epici match. Gli scacchi, ad esempio, hanno avuto origine nel VI secolo in India o, secondo altre fonti, proprio in Cina. Nei secoli hanno conosciuto adattamenti persiani, arabi e greci. Sono diventati un gioco popolare in Italia a partire dal XVI secolo, quando i nostri campioni contendevano agli spagnoli la fama dei più abili. In Cina i giochi da tavolo con scacchiera sono essenzialmente due, il Go (圍棋) e lo Xiangqi (象棋). Se il primo è stato tradizionalmente appannaggio delle classi elevate, il secondo è sempre stato un gioco molto popolare, che si gioca nei locali ma anche per le strade affollate. Il Go è noto come wéiqí in cinese, go (o igo) in giapponese, cờ vây in vietnamita e baduk in coreano. Si gioca in due come lo xiangqi e le regole sono semplici ma piuttosto complesse dal punto di vista strategico. Era considerata un’arte che il gentiluomo cinese doveva saper padroneggiare. 19 VISIONI ESOTICHE TV Il tempio Shaolin è un documentario che gira sul canale National Geographic Channel. Continua con successo Anime Night, la serata dedicata agli anime con Nabari, Full Metal Panic, The Second Raid e Death Note (vedi “Anime Giapponesi” su questo numero).Cucina dell’altro mondo è una serie che si sposta in vari paesi attravero i loro sapori: su Nat Geo Adventure; sullo stesso canale (da tenere d’occhio, nel complesso): Due pazzi per la Cina: due fratelli americani tornano alla scoperta della Cina, dove sono cresciuti da piccoli, La Diga delle Tre Gole, sul gigantesco progetto della diga cinese che ha coinvolto 1 milione di persone, In viaggio con Che Guevara in cui due sudamericani ripercorrono il mitico viaggio in moto del Che con Alberto Granado dall'Argentina al Venezuela, e Gli Anuta, popolo della piccolissima isola polinesiana omonima. Il deserto di Atacama su Marcopolo è un’esplorazione del mitico deserto cileno. Tesori e meraviglie, sempre su Marcopolo, dedicata ai luoghi meravigliosi patrimoni mondiali dell’Unesco. Alì Babà e i 40 ladroni miniserie trasmessa da Rai 1, una coproduzione franco-italo-tedesca: l’immortale fiaba araba tratta da “Le mille e una notte” (vedi Voci dal Nilo). Presa Diretta – Migranti su Rai 3 è la prima puntata dedicata alle difficoltà –soprattutto burocratiche- che ostacolano l’integrazione degli immigrati in Italia. Atlantide su La7 spesso si occupa di temi etnici coi suoi documentari. La piramide perduta su History Channel è un documentario che svela il ritrovamento dei resti della piramide del faraone Djedefra ad Aburawash. PP Live (www.pplive.com) è un programma semplice e gratuito per vedere sul proprio pc le tv cinesi in streaming usando il peer-to-peer. DVD Mummie cinesi – Un mondo di misteri è un dvd in edicola dalla National Geographic. Si può acquistare su Amazon il particolare documentario Sixteen days in China, resoconto di un viaggio nella scena musicale alternativa cinese, tra ribellione e anticonformismo, realizzato da Martin Atkins (ex Nine Inch Nails). Stesso discorso per Chop Socky, documentario sul cinema di Hong Kong. GIOCHI Emperor – La nascita dell’impero cinese è un gioco di genere strategico-gestionale per PC; molto interessante perché consente di costruire e governare dozzine di città attraverso più di 3000 anni di storia cinese. Age of Empires III con le varie espansioni dedicate ai nostri amati mondi etnici: The War Chiefs dedicata alla civiltà pellerossa e The Asian Dinasty dedicata alla civiltà asiatica. Molte le versioni dei giochi giapponesi Pokémon (ポケモン) per Nintendo DS e Gameboy: http://pokemon.nintendo.it Prince of Persia risale al 1989 ma esce ora con il primo episodio omonimo di una nuova trilogia di avventure esotiche ed epiche nella mitologia dell’antica Persia; per PC, XBOX 360 e Playstation 3. Genji – Days of the blade per Playstation 3, è un’avventura che prende il nome da una famosa leggenda giapponese di samurai e spade. Tekken 5 per Playstation 2, propone il ritorno di un classico del genere “picchiaduro”. Hello Kitty Big City Dreams e Hello Kitty Daily per Nintendo DS: la gattina tanto di moda (vedi N. 26) ha i suoi giochi: nel primo lascia il piccolo paese per avventurarsi nell’eccitante grande città, nel secondo si può passare un’intera giornata con lei e con il suo diario quotidiano. Imperdibile Sushi Academy per Nintendo DS, un gioco per diventare maestro dell’arte del sushi in una scuola giapponese: originale e divertente. Per PSP e PS2 esce Luxor – Pharaoh’s Challenge un puzzle-game ambientato nell’antico Egitto. N3 Ninety-Nine Nights per XBOX 360 è un gioco giapponese-coreano di epiche battaglie fantasy. Va per la maggiore Conquer Online, il gioco cinese online di tipo MMORPG, autentico fenomeno di massa in Cina ma anche nel resto del mondo: si svolge nella Cina antica tra fantasy, magia e arti marziali e per giunta è gratuito. 20 Taj mahal « Una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo » (Rabindranath Tagore) Il Tāj Mahal è il famosissimo mausoleo indiano in marmo bianco considerato una delle 7 meraviglie del mondo moderno, Tra i tanti templi indiani è il più celebre: raffinatissimo, di proporzioni perfette, costruito in marmo bianco , è la tomba più sontuosa del mondo. Costruito utilizzando materiali provenienti da ogni parte dell'India e dell'Asia, si trova ad Agra, nello stato dell’Uttar Pradesh, nel nord del paese, luogo da fiaba e triste pegno d’amore eretto dall’ imperatore moghul Shāh Giahān in memoria della sua amata sposa Mumtāż-i-Mahal (“luce del palazzo” in persiano) nota anche come Arjumand Banu Begum, la favorita, nonostante altre mogli e ben 5000 concubine (!), morta di parto nel 1629 e qui sepolta dopo l’ultimazione dell’opera. Per quanto riguarda l’origine del nome, pare che l’edificio - probabilmente costruito dall’architetto Ustad Ahmad Lahauri o Istad Usa - porti l’abbreviazione del nome di Mumtāż, ma il suo significato, letteralmente, sarebbe “palazzo della corona” o “corona del palazzo”, ma oggi viene chiamato semplicemente Taj. Le corti che sono succedute al regno di Shah Jahan hanno chiamato il monumento semplicemente “rauza” (complesso di tomba e moschea) di Mumtāż Mahal. Costruito nell’arco di 22 anni come promessa d’amore eterno, Il Taj sorge su una base di pietra arenaria rossa sormontata da un'enorme terrazzo di marmo bianco sul quale si posa la cupola universalmente conosciuta, affiancata dai quattro minareti affusolati. Incredibili i riflessi e i giochi di luce che si creano variando il colore del Taj Mahal: rosato al mattino, bianco latteo alla sera e d'oro quando la luna splende…secondo la credenza popolare indiana, variazioni continue come l’umore femminile. In passato ha avuto problemi strutturali e oggi è a rischio di essere inondato dal fiume Yamuna, un affluente del Gange sulle cui rive il mausoleo sorge. La leggenda narra che l’imperatore, poi destituito da un crudele figlio, finì per passare i suoi giorni imprigionato sull’altra sponda del fiume Yamuna ad osservare la magnifica opera fatta costruire per il suo grande amore, mentre le lacrime gli rigavano il volto.... 21 Chi erano veramente i fondatori delle quattro scuole islamiche Noi musulmani seguiamo quattro scuole giuridiche di quattro Imam: Abu Hanifa, seguito soprattutto in paesi come Egitto e India, Malik in paesi come il Marocco, Mauritania, Ash Shafi’y in altri come la Somalia, Malaysia, Indonesia e Ahmad Ibn Hanbal in Arabia Saudita. Ognuno ha un ruolo importante nella vita di noi musulmani, ognuno è da studiare e da seguire. I loro insegnamenti sono davvero preziosi, ovunque. Chi sono questi quattro imam? Abu Hanifa è nato in Iraq a Kufa nel 696 (o 702) e morto a Baghdad nel 767 Malik è nato in Arabia Saudita nel 712 e morto a Medina nel 795 Ash- Shafi’y è nato in Palestina, a Gaza nel 767 e morto in Egitto, al Cairo nel 820 Ahmad Ibn Hanbal è nato in Iraq, a Baghdad nel 780 e morto nel 855 Conosciamoli meglio Abu Hanifa permise le traduzioni dei significati del Corano nelle varie lingue e di pregare per chi è all’inizio nell’Islam non in arabo. Questo solo all’inizio, poi il musulmano si deve sforzare di imparare a pregare in lingua araba, poiché il Corano è stato rivelato nella lingua del Profeta Muhammad (saw). Quindi, se tutti noi leggiamo il Corano nella nostra lingua che non è l’arabo dovremmo essere riconoscenti ad Abu Hanifa. Personalmente consiglio ai nuovi musulmani di imparare direttamente a pregare in arabo, se però trovano all’inizio difficoltà possono farlo anche in italiano, l’importante è che non diventi un’abitudine. Abu Hanifa era molto aperto di mentalità e i suoi allievi lo correggevano. Ha insegnato la giurisprudenza islamica che pratichiamo anche oggi. Anche Malik fu un esempio di coesistenza con gli altri. Aprì la strada per la scienza degli hadith (detti e fatti di Muhammad) e per la giurisprudenza islamica per Al Bukhari e Ash Shafi’y. Abu Hanifa era abituato a dare dei consigli ipotizzando, questo perché viveva in Iraq, terra aperta al mondo, le persone che ci vivevano provenivano da diversi paesi ed ognuno aveva la sua mentalità. Il paese era in continuo cambiamento, anche per questo motivo. Quindi faceva molte ipotesi: “Se succederà questo e quello io farò così, in caso contrario farò diversamente”. Malik invece trovava inutile ipotizzare, diceva che si doveva dare dei consigli concreti, l’ipotizzare per lui era una perdita di tempo. Per questo non era d’accordo con Abu Hanifa. Si incontrarono alla Mecca e parlarono lungamente anche di questo. L’Arabia Saudita all’epoca era più chiusa dell’Iraq, per questo motivo Malik non ipotizzava mai. Da quell’incontro capirono entrambi molte cose. Il mondo aveva bisogno di tutti e due. Ash Shafi’y era eccellente in tutto, dalla scienza, allo sport, componeva poesie e non solo. Viaggiò molto portando sapienza. Ash Shafi’y imparò direttamente da Malik e apprese molte cose. Studiò la giurisprudenza nella scuola di Abu Hanifa per alcuni anni, prima di formulare Fatwe nei paesi dove si trovava, preferiva prima conoscere meglio il paese che lo ospitava. Per questo quando gli chiedevano le Fatwe lui preferiva conoscere il popolo e la situazione del loro paese. Ahmad Ibn Hanbal non era affatto rigido. Spesso quando si incontra un musulmano dalle idee estreme si pensa subito “E’ sicuramente hanbalita”. Invece no, Ibn Hanbal non impose regole 22 rigide, queste voci infondate si sparsero ai suoi tempi per mezzo di musulmani ipocriti, quindi gente che in realtà non era musulmana e che voleva solo portare disordine nell’Islam. Pensate, quando qualcuno voleva sposare una seconda moglie Ibn Hanbal consigliava subito di andare a chiederlo alla prima e se quest’ultima non dava il suo consenso l’uomo non poteva sposarne un’altra. Più aperto di così? Ciò dimostra che non era affatto rigido, in caso contrario avrebbe detto “No! Sposati senza nemmeno chiederlo alla prima moglie, anche se lei non ti darà mai il permesso!” L’imam studiò giurisprudenza tutta la vita, tra cui quella di Abu Hanifa, era sapiente della Sunnah (tradizione del Profeta Muhammad). Ognuno ha aggiunto qualcosa al mondo ed ha insegnato la coesistenza. Tutte le persone che presentano qualcosa di nuovo non vengono facilmente accettate, ma a distanza di secoli, i loro insegnamenti sono ancora fra noi. Mamdouh 23 I L TÈ Lo sapete che il tè è la bevanda più diffusa al mondo dopo l’acqua? Questo infuso ricavato dalle foglie della pianta camelia sinensis nasce in Cina (tè: 茶) ed è coltivato principalmente, oltre che in Cina, in India, Giappone, Sri Lanka e anche in Kenya. Ecco le sue varietà: Tè nero: dall’aroma corposo, è ricco di caffeina e teofillina, e si ottiene lasciando fermentare le foglie per 3 o 4 ore prima di procedere alla loro essiccazione. Per preparare la bevanda le foglie vanno tenute in infusione dai 2 ai 4 minuti, a seconda delle loro dimensioni. Tra i tè neri (noti più correttamente come “rossi” in Cina), la rara qualità cinese Ch’i-Men Mao Feng, il Darjeeling, tè indiano pregiato e l’Earl Grey, diffuso da noi, aromatizzato al bergamotto. Tè oolong (o wulong): significa, letteralmente, “drago nero” ed è un tè semi-fermentato che viene ottenuto interrompendo a metà il processo di fermentazione; ciò dà origine a un prodotto dalle qualità intermedie tra il tè nero e il tè verde. Viene usato dalle famiglie cinesi come farmaco casalingo e agirebbe contro l’obesità. Va tenuto in infusione dai 5 ai 7 minuti. Lo Shui-Hsien fa parte di questa categoria ed ha un retrogusto leggermente fruttato. Tè verde: la lavorazione di questo tè, dal sapore molto più delicato, prevede la sola fase di essiccazione, e ciò permette di preservare l’intero contenuto di antiossidanti. Va tenuto in infusione dai 2 ai 4 minuti. Con la dicitura “tè verde” si indicano diverse qualità non fermentate, come il giapponese Gyokuro, considerato uno dei migliori del mondo, le cui piante vengono tenute all'ombra sotto grandi teli sostenuti da pali di bambù. Altre qualità di tè verde, le cinesi Lu Mu Dan (“peonia verde”) e Lung Ching o Long Jing (“pozzo del drago”) e le giapponesi Sencha e Matcha. Tè bianco: ricavato dalle sole prime foglioline apicali del germoglio, dà una bevanda dal colore molto chiaro e dall’aroma delicato ma ricco di antiossidanti, pagati peraltro a caro prezzo considerata la particolare modalità di coltivazione e raccolta. Va tenuto in infusione dai 7 ai 15 minuti. Tè bancha: tipicamente giapponese, significa “leggero”, ed è una sorta di tè verde ottenuto dalle foglie più vecchie e grandi della pianta e per questo è particolarmente povero di caffeina.Si definisce anche “tè di tre anni” perché è costituito da foglie rimaste sulla pianta per quel periodo. È naturalmente deteinato. Tè special gunpowder: è il tè verde cinese più bevuto al mondo. Si caratterizza per la foglia arrotolata a mano, che ricorda piccole palline di polvere da sparo (da qui il nome inglese “gunpowder”). A basso contenuto di teina, ha un colore giallo intenso e un gusto deciso e fresco, leggermente amarognolo. Ottimo come digestivo e depurativo. Pu’erh tea: va molto di moda tra i vip perché ritenuta dimagrante, è una tisana a base di: tè verde dello Yunnan, foglie di menta piperita, karkadè, verga d’oro, radice di angelica cinese e cloruro di cromo. Tè assam: di origine indiana, messo in infusione produce una bevanda forte, dal sapore deciso e dall'aroma speziato. 24 Bab Zuweila La Giordania: la Mezzaluna Fertile La Giordania fa parte della cosiddetta “Mezzaluna Fertile” e confina a nord con la Siria, a nord-est con l’Iraq, a sud-est e a sud con l’Arabia Saudita, a sud-ovest col Mar Rosso e a ovest con Israele. Tutto iniziò intorno al 2000 a.C, quando i semiti Amorrei -i primi invasori- si insidiarono sulle rive del Giordano a Canaan, dopo di loro arrivarono gli ittiti, egiziani, israeliti, assiri, babilonesi, persiani, greci, romani, musulmani arabi, i crociati, i turchi ottomani e i britannici. Israele, Giordania e Gerusalemme diventarono territori britannici alla fine della I guerra mondiale, furono proprio i britannici a creare la Transgiordania nel 1922. Questo paese fu tra i primi ad aiutare i fratelli palestinesi alla lotta contro Israele e si unirono agli altri Stati arabi per la guerra contro lo Stato israeliano. Nel 1950 la Transgiordania diventò “Regno Hashemita del Giordano”, guidato dal re Abdallah di Giordania e partecipò assieme all’Egitto alla guerra del 1967 tra Israele e gli Stati arabi. Molti sono i palestinesi scappati dalla guerra e trasferiti in Giordania, oggi 1,5 milioni sono i rifugiati. Tuttavia il paese non intervenne direttamente alla guerra contro Israele dell’ottobre 1973 e non partecipò alla guerra del Golfo del 1991. In Giordania i musulmani sono il 92% e il resto cristiani. Dal 1999 regna re Abdallah II. Amman è la capitale con 1.600 mila abitanti. Troverete tutte le storie di Bab Zuweila nel libro da noi pubblicato 25 LE PORTE DELL’ORIENTE CAMBOGIA, NEL CUORE DELL’INDOCINA La Cambogia, con il Vietnam, la Thailandia, Myanmar, il Laos e parte della Malesia, sono i paesi dell’estremo oriente che formano l’Indocina, la regione dell’Asia dal grande passato che sta ripresentando al mondo intero le sue ricchezze storiche e culturali: la parola Indocina indica le due principali influenze culturali che hanno caratterizzato l’evolvere di questi paesi: quella dell’India, prima con l’induismo e poi col buddhismo e con le forme architettoniche indiane (tempio e stupa), e quello della Cina. Nel cuore del paese troviamo i magnifici templi indù e buddhisti di Angkor Wat e Angkor Thom, quest’ultimo caratterizzato da gigantesche figure dal sorriso enigmatico e da centinaia di bassorilievi e statue. Qui rimangono le vestigia dell’arte e della storia khmer. Angkor, l’antica capitale, che rappresenta lo splendore e la potenza dell’impero Khmer per oltre sei secoli di storia (802-1432), è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Angkor Wat, visitatissima dai turisti dalla riaperta dopo decenni di chiusura al mondo, si estende per più di 220 Kmq nella pianura alluvionale presso il lago Ton Le Sap, con le sue rovine intrecciate alle radici degli alberi secolari della giungla, gli infiniti monumenti di grande bellezza tra i più importanti al mondo, che emergono dalla giungla tropicale, che ne fanno uno dei luoghi più affascinanti del pianeta. Phnom Penh è la capitale attuale del paese, nota come la “perla dell’Asia” con i bellissimi mercati, le pagode dorate del Palazzo Reale, il Museo Archeologico ricco di reperti provenienti da Angkor e l’architettura tra antichità khmer e francese. Altre città importanti sono la vitale Siem Reap, Prek Sbauv e Sihanoukville. Nelle iscrizioni sanscrite questa regione veniva definita come Kamnujadesa o Kambuja, dal nome di una tribù dell’India del nord legata a Kambu Svayamnhuva, leggendario fondatore della civiltà Khmer. Furono i francesi, arrivati a colonizzare questi territori, a metà del XIX sec., a rinominarla Cambodge, per rendere la parola più leggibile e pronunciabile. L’impero Khmer fu potentissimo e si estese per gran parte del sud-est asiatico, raggiungendo il suo apice tra il X e il XIII sec.; successivamente, attaccato dai Thai e dai Cham (dall’ odierno Vietnam) iniziò un lento periodo di declino fino a far diventare il paese dal re cambogiano un protettorato francese, diventando parte dell’Indocina coloniale francese nel 1887. Occupato dai giapponesi nella seconda guerra mondiale, raggiunse la completa indipendenza dalla Francia solo nel 1953. Nell’era moderna la Cambogia è diventata tristemente nota a causa del periodo di dittatura 19751979, capeggiato dal folle Pol Pot con la dittatura comunista dei khmer rossi: sono state realizzate deportazioni di massa dalle città alle campagne, ed uccisioni che hanno addirittura dimezzato la popolazione. Dopo aver subito anche un’invasione dell’esercito vietnamita, e dopo 22 anni di 26 guerre civili, la Cambogia è oggi ancora in condizioni economiche disastrose ma è ritornata alla pace e si sta riavviando alla democrazia e al progresso dopo che è stato ripristinato il regno attuale. Oggi il paese è suddiviso in 20 province (khet) e 4 municipalità (krong), ulteriormente suddivise in srok (distretti), khum (comuni), phum (villaggi) e koh (isole). Il paese, finalmente tornato alla tranquillità spirituale e naturale, si affaccia sul Golfo del Siam e confina con la Thailandia, il Laos ed il Vietnam, è caratterizzato dal suo sistema idrografico che comprende il Mekong e lo straordinario lago Tonle Sap, le catene montuose dei Cardamomi e del Ratanakiri, dove ancor oggi regnano tigri, serpenti ed elefanti. Il fiume Mekong sfiora la capitale e sono imperdibili i tramonti su questo mitico fiume. Il clima risulta fortemente influenzato dai monsoni tropicali provenienti dal sud. La cucina cambogiana è dolce, quasi mai piccante, con il riso come base. Nei ristoranti si può trovare il “macera troeung”, un’abbondante zuppa di carne, il “tea-tim”, anatra in umido e il “mean tim”, pollo in umido. La lingua ufficiale è il cambogiano (khmer), ma sono molto diffusi l’inglese e il francese; la valuta è il riel. La religione prevalente e il buddhismo Theravada, ma troviamo anche l’Islam e i culti animisti. Gli abitanti sono oltre 13 milioni: la gente del luogo è cordiale ed ospitale. I prodotti tipici sono il krama, un tipo di sciarpa di seta o di cotone a quadretti, il sampot, un tessuto che si porta annodato attorno alla vita, gli oggetti scolpiti nel legno e i gioielli. 27 IL FASCINO DEL MISTERO IL FANTASMA DI MAE NAK La storia di Mae Nak è un triste racconto di fantasmi molto popolare a Bangkok (Thailandia) tant’è che ha dato vita a trasposizioni cinematografiche (la più recente la trovate in “Tracce sulla sabbia” di questo numero), cortometraggi, serie tv, opere teatrali, libri e fumetti. Mae Nak Phra Khanong, o, più semplicemente Mae Nak (“madre Nak”), era una bellissima donna incinta di Phra Khanong, sposa di Mak, partito per la guerra. Durante l’assenza dell’uomo, sia Mae Nak che il bambino muoiono di parto, ma, al suo ritorno, Mae trova ancora i due e vive con loro ignorando che sono due fantasmi che sono rimasti ad attenderlo. Nonostante gli avvertimenti dei vicini, l’uomo non si accorge di nulla, finchè un giorno scopre da sè il terribile maleficio che grava sulla sua casa e fugge in un tempio, scatenando le ire di Mae Nak sui locali che hanno cercato di contrastare il suo amore eterno e la sua devozione al marito. Un esorcismo sembra porre fine alla vicenda, con lo spirito imprigionato in una bottiglia e gettato nel fiume, ma esistono diverse versioni che danno un seguito alla storia, secondo la quale Mae Nak continuerebbe a tormentare i vivi della zona da oltre un secolo. L’urna con la tomba di Mae Nak si trova oggi vicino a Sukhumvit Road, Soi 101. Oggi Mae Nak è considerata portafortuna per chi gioca alla lotteria, e i superstiziosi thailandesi temono molto il suo spirito, continuando a fare offerte pur non parlando di lei. ANIME GIAPPNESI DEATH NOTE Per la prima volta ci cimentiamo con una serie che non fa parte del passato, ma che è molto più recente. Abbiamo giudicato molto interessante questa serie nota anche in Italia e recentemente proposta in tv da MTV. Death Note (デスノート, Desu Nōto) è seguitissima e letteralmente di culto, narra che gli Shinigami, gli dei della morte che sottraggono la vita agli umani, accorciandola, posseggano dei magici “quaderni della morte” (i death note, per l’appunto), che permettono, con diverse regole, di decretare la fine delle vite umane scrivendoci sopra i nomi delle vittime. Ryuk è uno di essi, che, in cerca di distrazioni nel nostro mondo, coinvolge l’annoiato studente Light Yagami in un gioco pericoloso facendolo diventare il misterioso giustiziere noto come Kira (dall’inglese killer (キラー, Kirā). Ben presto un’altra persona troverà uno di questi quaderni (l’infantile Miss Amane) e la storia si complicherà tra mille colpi di scena che non stiamo a svelarvi. Molto psicologico, sul thriller soprannaturale-gotico, si basa sulla sfida tra il giovane e bizzarro detective Elle e Light, studente figlio di un dirigente di polizia di cui Elle sospetta fortemente, che diventa sempre più cinico, ambizioso annoiato e desideroso di liberare il mondo dal male. Il manga in 12 volumi di genere “shonen” è opera di Tsugumi Ohba eTakeshi Obata, è uscito nel 2003 per la Shueisha, e alcuni anni dopo anche da noi, seguita dall’anime in 37 episodi, che ha generato anche tre film live action. 28 ANIME GIAPPNESI VICKY IL VICHINGO Nei numeri precedenti: “Ken Falco” n. 26, “Charlotte” n. 26 “L’Uomo Tigre” n. 25, “Daitarn 3” n. 24, “Jeeg Robot D’Acciaio” n. 23, “Lupin III” n. 23, “Heidi” n. 22, “Remi” n. 22, “Kimba il Leone Bianco” n. 22, “Kyashan” n. 20, “Polimar” n. 20, “Capitan Harlock” n. 19, “Lady Oscar” n. 18, “Mazinga Z” n. 14, 15, “Il Grande Mazinga” n. 14, 15, “Goldrake: Atlas Ufo Robot” n. 14, 15 e “Candy Candy” n. 14 Continua la nostra carrellata di personaggi storici del mondo degli Anime, con chi potevamo tornare se non con il primo personaggio apparso sugli schermi televisivi? Si tratta proprio di lui “Vicky il vichingo” (1974) apparso sui nostri schermi (Rai 1) nel lontano 1976 o 1977, in pratica, quando andavamo ancora alle scuole elementari – alcuni di noi all’asilo-, il cartoon era adatto alla nostra età, ma tutto immaginavamo tranne che Vicky arrivasse dal lontanissimo Sol Levante. Guardando il cartone animato –così lo chiamavamo all’epoca- pensavamo fosse francese o tedesco, ci ricordava molto Asterix ed invece…made in Japan! Quindi non è Heidi il primo anime bensì il vispo e assai intelligente Vicky. Eravamo abituati in quei anni ai Barbapapà –progetto franco/nipponico-, a telefilm come “Furia” e “Pippi calze lunghe”, mai avremmo immaginato che quel piccolo vichingo anticipasse l’ondata di anime capitanati da massicci robot d’acciaio e bambine orfanelle. 78 sono gli episodi, in Italia ne arrivarono 66. Il titolo in giapponese è “Chiisana Viking Vicke” in tedesco “Wickie und die starken Manner”, tratto dal romanzo dell’autore scandinavo Runer Jonsson, fu da noi un successone. L’arma del successo fu l’ironia e la semplicità dell’anime. Ci incuriosiva molto quel bambino timido e allo stesso tempo vivace che trovava improvvisamente idee per tirare fuori dai pasticci tutti i vichinghi, compreso suo padre Alvar –omone dal cuore tenero- semplicemente strofinando il naso e schioccando le dita –simile un po’ a Samantha del telefilm “Vita da strega”- . Il villaggio dove vive il piccolo è in Normandia ma assieme ai vichinghi viaggia su una nave enorme solcando i mari. L’anime non è violento. La regia è di Hiroshi Saito e disegnato da Shuichi Seki. 29 SHENZHEN La città di Shēnzhèn (深圳市) si trova nel Guandong, in Cina; è un’anomala metropoli diventata una città-modello e uno dei principali centri industriali cinesi. Negli ultimi 30 anni si è sviluppata a ritmo vertiginoso ed è stata rinominata “la città cresciuta in una notte” o “la città miracolo”, una realtà della nuova modernità economica cinese nata il 26 agosto del 1980 per volere del leader Deng Xiaoping, che volle fare di questo allora villaggio di pescatori una metropoli in grado di tenere testa alla vicina Hong Kong e fare da “cuscinetto” in vista della riunificazione. La vicinanza con Hong Kong - a quei tempi ancora colonia del Regno Unito - contribuì alla scelta di questa città. Al confine con i Nuovi Territori di Hong Kong e a pochi chilometri dalla mitica Canton (ora chiamata Guangzhou) è bagnata dal Fiume delle Perle ed ha un importante porto. La zona di Shenzhen, precedentemente era conosciuta con il nome di Contea di Bao’an. Per entrare nella città, considerata “zona speciale”, anche i cinesi hanno bisogno di un permesso. È stata la prima Sez, cioè la Zona Economica Speciale, esperimento già timidamente applicato in altre zone, che fu esteso a gran parte del Paese, con una crescita economica esplosa negli anni fino ai livelli odierni. Città degli estremi, Shenzhen è una metropoli-laboratorio dove si impara a fare soldi, a spendere, a divertirsi grazie a incentivi di ogni tipo. Ha visto un boom economico che ha fatto esplodere in pochi anni la popolazione, da 2mila a 8 milioni di abitanti, in gran parte giovanissimi venuti qui per lavorare, attratti dai redditi record. Ma gli abitanti clandestini, impossibili da stimare, fanno lievitare questo dato. Strutture moderne, vita notturna, paradiso fiscale, shopping sfrenato, cantieri che aprono continuamente, ma anche malavita e sfruttamento. Nei centri commerciali come il Louhu District, per pochi yuan si possono acquistare le griffe più note - e rigorosamente falsificate -. La città vanta la maggior diffusione di carte di credito di tutta la Cina, più di una per persona. L’aeroporto dista circa 35 Km dal centro, intorno ad esso alcuni spaventosi grattacieli, altissimi e stretti, che non si capisce come facciano a stare in piedi si trovano isolati nel nulla intorno all’aeroporto. In città si alternano quartieri di fabbriche e dormitori a scintillanti strade commerciali dove sorgono alcune delle più bizzarre idee dell’architettura contemporanea cinese. Grattacieli in stile americano e palazzi che ricordano quelli di Mosca con portici neoclassici e immancabili tetti a pagoda; grandi viali costeggiati da ampie zone verdi, alberghi megagalattici, ristoranti, luoghi d’interesse turistico, giardini esagerati, parchi tematici come la “Splendida Cina” (un ritratto orografico e monumentale del Paese) e la “Finestra sul Mondo” (con le ricostruzioni in scala dei principali monumenti mondiali, dalle Piramidi, al Partenone, alla Tour Eiffel). Il Diwan Building è l’edificio più alto della città (400 metri), famoso anche per contenere un museo delle cere. Oggi, dopo la prima corsa all’industrializzazione, in 10 anni la metropoli “sperimentale” paradossalmente è passata dall’inquinamento selvaggio alla nomination per la città più verde della Cina. 30 RADIO NI HAO Sek Loso – “7 August” (Grammy) Cosa sarà mai successo il 7 agosto? Primo disco solista (2003) del magro e capellone cantante-chitarrista thailandese Sek Loso (เสก โลโซ ) ex del gruppo Loso, di grande successo in patria. Il suo vero nome completo è Seksan Sukpimay e ci presenta 9 brani di rock melodico. Golf/Mike – “Get r3ady” (Grammy) Ancora dalla Thailandia e per la Grammy - la più grande casa discografica nazionale - due giovanissime star del pop: soliti fratelli bellocci dai videoclip danzerecci che piacciono ai giovanissimi e soprattutto alle giovanissime asiatiche, incredibile successo in patria e fuori per questo duo che fa di tutto ed ha anche la propria linea di abbigliamento. L’album ha 11 tracce in thai ed è disponibile anche nella versione col solito video cd per il karaoke. Cubanito 20.02 – “Soy cubanito” (Edel Planet Records 2) Capostipiti del reggaeton alla cubana noto come “cubaton”: ritmi dolci e melodici meno duri e arrabbiati. Il loro primo album è diffusissimo nell’ambiente latinoamericano e ha influenze gospel,r&b ecc. 12 i brani, in lingua spagnola. Rain Tree Crow – “Rain tree crow” (Virgin) Una reunion dei Japan non c’è mai stata, a parte questo disco estemporaneo di David Sylvian, Mick Karn, Richard Barbieri e Steve Jansen, a nome Rain Tree Crow, uscito nel lontano ’91 e ristampato qualche anno fa. Qui, più che suggestioni orientali, alle quali ci hanno abituato, troviamo molta Africa e sperimentazione. I brani sono più maturi rispetto al passato, non studiati ma improvvisati su delle basi e accompagnati dalla calda voce dell’esistenzialista Sylvian. Disco lento,rilassante, sperimentale, con diversi strumentali, nuove idee e qualche richiamo al passato. 3MA – “3MA” (Phantom Sound & Vision) Prendono il nome dalle iniziali dei loro rispettivi paesi e sono un “supergruppo africano” composto da: Ballake Sissokò dal Mali, virtuoso della kora, strumento a 12 corde ricavato da una grande zucca; Driss El Maloumi dal Marocco, che suona l’oud; e Rajery dal Madagascar che, nonostante abbia una mano sola, suona la valiha malgascia, una cetra tubolare ricavata da due grossi cilindri di bambù. Il primo album è stato registrato a 31 Kabardok, Le Port e La Réunion. Musica melodica, suggestiva strumentale e spirituale che ci hanno fatto sentire di recente in Italia nelle nostre chiese. Mahmoud Refat – “Mort aux vaches” (Staalplaat Record) Particolare la proposta di questo artista egiziano: non le solite sonorità pop-mediorientali a cui siamo abituati, ma un essenziale e scarno suono etno-atmosferico, cupo, elettronico e sperimentale. Molto attivo, ha anche fondato un’etichetta discografica indipendente, la 100Copies Music. Bikya – “Bikya” (100Copies Music) Bikya è un trio del Cairo composto da Mahmoud Refat, Mahmoud Wali e Maurice Louca. Propongono un nuovo tipo di suono complesso con strumenti acustici ed elettronici. www.myspace.com/bikya Hassan Khan – “Tabla dubb” (100Copies Music) Artista e musicista sperimentale egiziano, Khan è un altro esponente di punta del suono moderno mediorientale, prodotto dal solito Mahmoud Refat. Mixa musica con tabla ed elettronica e realizza una performance audiovisuale con lo stesso titolo dell’album. Chemirani Ensemble Guidati dall’iraniano Djamchid Chemirani, il gruppo è una famiglia che comprende anche i suoi figli, e ci riportano ai suoni dell’antica Persia con la musica classica e le poesie di quel paese e i suoi strumenti tipici, come lo zarb (tamburo a fascia singola),il tombak e il daf. Singolarmente hanno collaborato con molti artisti su vari cd e compilation ma, nonostante i molti concerti in giro per il mondo, non ci risulta ancora nessun album pubblicato a loro nome, peccato! Samite – “Dance my children dance” (Shanachie) Uscito nel lontano ’90, un disco di musica tradizionale ugandese: ipnotica e particolare, eseguita dall’autore con strumenti come kalimba,marimba,litungu e varie percussioni, oltre a flauti africani. Amadou & Mariam – “Welcome to Mali” (Because) Ce ne eravamo occupati sul N.14, ora il duo del Mali torna con un nuovo disco con diverse collaborazioni (c’è addirittura Damon Albarn dei Blur): etno-pop che incrocia la musica africana con quella commericale occidentale. “Sabali” e “Ce n’est pas bon” tra i titoli. Estelle – “Shine” (Atlantic) Estelle è una cantante di colore di origine grenadino-senegalese e ci propone un secondo album di pop-black music contaminata da reggae e ragamuffin. Voce intensa e ritmi moderni in lingua inglese. Natacha Atlas & The Mazeeka Ensemble – “Ana Nina” (World Village) Torna Natacha Atlas, di cui ci siamo già occupati in passato sia in versione solista che coi Transglobal Underground. L’ultimo album della cantante belga di origine mediorientale è più indirizzato alla tradizione araba con cover di classici e pezzi propri. Tra gli artisti rivisitati, l'egiziano Abdel Halim Hafez e la libanese Fairuz, molto amati dalla Atlas. C’è anche “Lammabada”, canzone le cui origini si perdono nei secoli e che, dal Marocco allo Yemen, viene cantata ancora oggi. A.A.V.V. - “Umalali - The Garifuna women’s project” (Cumbancha) Dalle zone caraibiche del Belize, racconti di donne forti e perseveranti raccolti in 10 anni di ricerche e studi. Vari i generi attraversati in questo cd che contiene anche video e contenuti speciali. 32 Gackt – “0079-0088” (Nippon Crown) Ci capita tra le mani questo breve album di uno ormai dei nostri artisti preferiti dal Sol Levante, un cd uscito a dicembre del 2007, colonna sonora delle varie serie dell’anime Mobile Suit Gundam. 9 brani tra il rock e il romantico, alcuni brani ci sembrano rivisitati e li conoscevamo già. Esistono ben due versioni limitate che comprendono le narrazioni dei due protagonisti del cartone. “Metamorphoze” è trai pezzi migliori. Bach Yen & Trân Quang Haï – “Vietnam - Dreams and reality” (Air Mail) Dal Vietnam, 14 i brani di questo disco di suoni tradizionali etremo-orientali con la voce della cantante Bach Yen e le musiche del compositore Trân Quang Haï Ronin – “Vogliamo anche le rose” (Rhino/Warner) Nome giapponese preso dal termine che indica i samurai rimasti senza padrone, per un gruppo italiano spesso paragonato ai Calexico, che mescola folk balcanico, etiope e messicano tra l’acustico e il rock’n’roll. Ballate malinconiche, free jazz, atmosfere anni’60-’70 e chi più ne ha più ne metta. L’ultimo album, in italiano e con 13 brani, è la colonna sonora dell’omonimo film di Alina Marazzi. A.A.V.V. – “Best of China and Japan” (Arc Music) Tutta orientale questa compilation cinogiapponese della durata di circa un’ora con brani tradizionali proposti con arrangiamenti classici e moderni, spaziando tra passato e presente. Prima parte dedicata alla Cina, tra liuti-pipa e formazioni folkloristiche, la seconda dedicata al Giappone con i soliti koto (strumento a corda giapponese), le percussioni e lo shakuhachi (flauto in bambù). Huong Thanh & Nguyên Lê - “Fragile beauty” (Act Music) Quarta collaborazione tra la cantante Thanh e il chitarrista Lê – entrambi vietnamiti – dove arrangiano brani tradizionali e nuove composizioni tra pop,jazz,contemporanea e world music con molti strumenti a percussione provenienti da tutto il mondo: dalla cetra vietnamita (dàn tranh), alle congas, all’udu africano. Passato che si fonde col presente toccando non solo l’Asia e l’Occidente, ma anche l’Africa. Shiva in exhile - “Nour” (Listen &Think Publishing) Uscito a luglio, il secondo cd dei tedeschi Shiva in exhile propone un innovativo mix tra musica etnica, gotica e new age: 13 brani per questo “Nour” (“luce” in arabo) con la voce della russa Yana Veva e la collaborazione del poeta libanese Hanine Hannousch nel brano “Bullet”. Takagi Masakatsu – “Private/Public” (MSI Music/Super D) Giovane pianista giapponese che ha reso popolare l’ascolto della musica classica fra i giovani col suo suono solare e sperimentale. Anche artista visivo d’avanguardia che crea video espressionisti, T.Masakatsu (高木 正勝), durante i suoi concerti è accompagnato da proiezioni ipercolorate. www.takagimasakatsu.com Voltio – “En lo claro” (White Lion) Giovane rapper portoricano di grande successo, il cui vero nome è Julio Ramos Filomeno. Solo 6 i brani del cd con uno stile indirizzato verso il reggaeton. 33 A.A.V.V. – “Chinese Buddhism Music” e “Chinese Wedding Music” (Chinese Music Online) Amate le compilation ethno e new age? Ecco allora una prima dedicata alla musica buddhista, più spirituale e new age, e una seconda, decisamente più curiosa e interessante, dedicata alla musica tradizionale usata durante i vari momenti dei matrimoni in Cina. Le trovate in vendita sul sito inglese http://online.chinesemusic.co.uk/ Ramsazizz – “Ramsazizz” (Edel Music) Da Bologna, un progetto multietnico e divertente di musica folk ed elettronica con bouzuki, mandolino e percussioni, musica di migranti dalla Spagna ai Balcani, dal Nordafrica all’Asia. Il loro disco ha molti ospiti: Roy Paci, Bandabardò, Kocani Orkestra, Cisco, ecc. Anouar Brahem – “Astrakan Cafè” (ECM) Torniamo dopo diversi anni a parlare di una nostra vecchia conoscenza: dalla Tunisia, 14 emozionanti brani strumentali di Brahem, col tipico oud, accompagnato solo da clarinetto e percussioni. Il disco è stato registrato in un monastero austriaco. Alejandra Guzman – “Fuerza” (EMI) La sensuale Guzman è una nota cantante/attrice messicana nota come “la regina del rock” sudamericano: il suo ultimo album – il tredicesimo – è in stile pop rock con alcune ballate e la solita voce calda e particolare. “Soy Solo Un Secreto” è stato il primo singolo tratto dal cd. Harddiskaunt – “La buena y la mala onda” (Maninalto!rec/ Venus Dischi) La contaminazione rende originale questo gruppo di musica giamaicana (ska-reggae-punk) mischiata a quella latina; il cantante poi è argentino, i testi sono in castellano e italiano e le sonorità cubane ma loro vengono da…Varese! The Gazette – “Stacked rubbish” (PS Company) I Gazette (si pronuncia “gazetto” e si scrive ガゼット o the GazettE), appartengono al solito filone del j-rock/visual kei giapponese. In attesa del nuovo album, preceduto da due singoli, ecco l’ultimo della loro discografia, stile metal/hard rock e alternative, vendutissimo in patria. Nell’edizione limitata è allegato un dvd con due brani. Terra Samba – “Dendê” (ConcertOne) Ci occupiamo per la prima volta di questo famoso gruppo brasiliano che in 15 anni ha pubblicato 12 album: sonorità bahiane ricche di percussioni e di richiami al tradizionale forrò del nord est del Brasile. Il disco è uscito nel 2007 e il gruppo non manca mai al nostro Festival Latinoamericando. Violent Jokes Gruppo underground italo-cinese molto particolare e atipico da Hong Kong che mescola trip hop, drum’n’bass, Björk, anime, e con la voce eterea della cantante Shadow vagamente mediorientale. Non hanno pubblicato ancora album ma sentiremo parlare di loro. Sul loro sito si possono ascoltare alcuni brani: http://www.myspace.com/violentjokeshk Miriam Makeba – “Her essential recordings” (Halidon) Una delle tante compilation per avvicinarsi alle canzoni di “Mama Africa”, la cantante sudafricana recentemente scomparsa (vedi N.scorso): 2 cd con tutti i successi, da quelli del passato, fino al presente. Mighty Crown – “Dance hall ruler 2001” (Jvc Victor) Un trio giapponese di Yokohama che, curiosamente, si cimenta con successo col…reggae! Hanno addirittura vinto il World Clash jamaicano di 34 Montego Bay e riempiono gli stadi. Prededuto da un’intro, un’esplosione di allegria in ben 37 pezzi http://www.mightycrown.com/ DLG – “Renacer” (La Calle Records) Tornati dopo una lunga pausa i Dark Latin Groove (ecco il senso della sigla) sono attivi da metà anni ’90 a New York con un innovativo “tropical urban” (salsa, reggae, hip hop e reggaeton). Il titolo significa “rinascita”. Emre Aydin – “Afili Yalnızlık” (Sony Music/GRGDN) Dalla Turchia, si va in territori più rock e alternative con questo cantante solista premiatissimo in patria, che ha fatto parte anche del gruppo 6.Cadde (“6ª Strada”). L’album segue interamente il tema della malinconia (il titolo significa “solitudine ostentata”): 10 malinconici brani in turco, seguiti da una traccia nascosta. Sainkho – “Out of Tuva” (Cramworld) Torniamo a parlare di Sainkho (vedi N.11): in questo disco del ’93 -il più famoso della sua carriera, registrato nell’arco di sette anni - la “sacerdotessa orientale del canto” da Tuva (Siberia,vicino alla Mongolia) con la sua incredibile e duttile voce, ci racconta di storie affascinanti e lontane in 13 brani suggestivi. Pedro Suàrez-Vértiz – “Pedro Suàrez-Vértiz” (Phantom Sound & Vision) Pedro è una rockstar in Perù, solista dopo la militanza in altri gruppi. Seguitissimo anche in Europa, al suo settimo album, omonimo, spopola coi suoi testi poetici e la musica pop rock in lingua spagnola. Gente D’Zona – “Lo mejor que suena ahora” (Planet Records) Da Cuba: mescolano reggaeton, fusion, rap e altri generi; nato nel 2000, questo trio ha tra i suoi brani più famosi “La campana” e “Soné”. Il disco, attesissimo, è il primo e raccoglie vecchi brani e nuove composizioni. Mehmet Sabir Karger – “Central Asia Ethnic Series:Turkistan Ethnic Songs I” (Asia Production) Suoni tradizionali del Turkistan e dell’Asia Centrale: 14 i brani che ci propone questo artista greco o turco specializzato in serie di cd di musica folkloristica. Angelica Lee – “Ocean of love” (Rock Records) Moglie del regista di Hong Kong Oxide Pang, Angelica Lee (李心潔 - Li Xin Jie) è una cantante-attrice cinese, ma nativa della Malesia: Koma e The Eye tra i suoi film, usciti anche in Italia. Questo cd pop in mandarino è del 2000, inciso per un’etichetta di Hong Kong. Decisamente più impegnata nella carriera di attrice, Angelica ha appena girato il film “Missing” di Tsui Hark. 35 LA LINGUA AFRIKAANER L’afrikaaner o afrikaans è la lingua parlata ancor oggi in Sudafrica; mescola olandese, lingua indigena e altri idiomi europei, tra cui il francese e il portoghese, ma anche khoisan,malese, malgascio, xhosa e altre lingue, differenziandosi molto da alcune parole olandesi. Un tempo era nota anche come “olandese del Capo” o “taal” ed era parlata anche in Namibia. Il termine nasce nel XIX secolo per sostituire quello di “boero”, per distinguere i bianchi di lingua afrikaans da quelli di lingua inglese. I boeri erano i vecchi emigranti o coloni calvinisti ugonotti di origine nordeuropea (Paesi Bassi, Germania, Belgio e Francia) giunti tra il 1652 e il 1795 a Capo di Buona Speranza (poi Città del Capo), una posizione strategica per le rotte indiane. I coloni si dedicarono principalmente all’agricoltura e all’allevamento e per questo vennero chiamati boeri (da boer, “contadino” in olandese). L’afrikaaner deriva dal dialetto detto kaap-nederlands (olandese del Capo); la lingua, pur rimanendo simile all’originario olandese parlato dai primi coloni, si è col tempo distinta, con differenze di pronuncia, di accento, ma anche, in minima parte, di vocabolario e di sintassi. Anche i coloni di lingua francese e tedesca ben presto si adattarono a questo cambiamento, che allora non era altro che un nuovo dialetto. Dal 1925 l’afrikaaner ha sostituito il neerlandese originale come lingua ufficiale della Repubblica del Sudafrica. Alcuni esempi di questa lingua: grazie si dice dankie, buonasera: goeienaand, scuola: skool, benvenuto: welkom, banana: piesang (dal malese “pisang”). 36 FAYE WONG O WANG FEI ? 王菲 Nata a Pechino l’8 agosto 1969, Faye Wong è una delle più grandi cantanti cinesi, una vera e propria star asiatica, in Occidente è conosciuta a malapena, più che altro come attrice per aver partecipato ad alcuni film, come “Hong Kong Express” e “2046”, entrambi di Wong Kar-Wai (vedi N.27 e 15). Come spesso succede coi nomi cinesi, anche Faye è nota con vari appellativi, ecco il perché del nostro titolo: parlando infatti di lei e di altre cantanti ad un’amica cinese, lei non capiva chi fosse questa Faye Wong (nome internazionale frutto della traslitterazione dal cantonese, che è parlato ad Hong Kong): “Faye Wong?...forse Wang Fei!!!” Ma come? Svelato l’arcano, Wang Fei è il nome in mandarino, la lingua più parlata nella terra del Dragone, mentre la cantante è conosciuta anche come Wong Ching Man (o Wang Jing Wen, sempre per chi parla il cantonese) o addirittura come Shirley Wong, nome d’arte con cui ha firmato i primissimi dischi. Scoperta l’attitudine al canto e pubblicato un primo disco per la Cinepoly nell’ ‘89, dopo i modesti inizi, si recò a New York per studiare canto, musica e per maturare. Ispirata poi da artisti occidentali come Sinead O’Connor, The Cranberries, The Sundays, Björk, ma soprattutto dagli scozzesi Cocteau Twins, con cui ha spesso collaborato, ha avuto negli anni novanta un interessante periodo “etereo”, alternativo e sperimentale, a dispetto dei primi dischi, completamente diversi e decisamente più votati al solito romantico-commerciale. Faye ha realizzato cover cinesi dei Cocteau Twins, che, folgorati dalla sua voce, hanno anche scritto canzoni appositamente per lei. Cantante anomala con uno zoccolo duro di fans (i “Fayenatics”) ma non amata da tutti in patria, per essere una diva pop di Hong Kong è un’artista indipendente e fuori dall’ordinario, che ha saputo rinnovarsi negli anni, sia come look che come genere, rimanendo con la freschezza di una ragazzina, ha ignorato la stampa e ha saputo stare a galla nonostante il peso dell’ enorme popolarità. Appare spesso in concerto con bizzarri trucchi o vestiti. Scrive da sé e interpreta le sue canzoni da sola e ha realizzato anche diversi brani strumentali – cosa strana e addirittura inaccettabile per una diva del pop! – e molte covers, spesso occidentali e di brani anni ’80, coi testi in cinese. Famosissima la versione cinese di “Dreams” dei Cranberries nel film “Hong Kong Express”. Innumerevoli sono i premi vinti da Faye e dai suoi album, oltre a quelli per la carriera di attrice (ha girato alcuni film e alcune serie tv). Inventiva e coraggiosa per aver rischiato con le sue scelte artistiche, ci tiene a non essere trattata come una diva ma come una persona comune con tutti i propri pregi e difetti; ha avuto due figlie, Dou Ching Tung e Li Yan, da due mariti, pratica molta beneficenza e vive ad Hong Kong. Amatissima in tutta l’Asia, speriamo sia conosciuta un po’ di più da noi, grazie anche ad internet, pieno di siti e lei dedicati. 37 Vi invitiamo ad ascoltare le bellissime canzoni di questa artista, lontana dallo scontato pop cinese, anche se è difficile trovare in Italia i suoi innumerevoli dischi, consigliamo di cercarli su internet o avventuratevi nei negozi cinesi delle nostre Chinatown, dove forse i commessi si stupiranno delle vostre richieste; tra i suoi lavori: il suo album di svolta, “Coming Home” del ’92, di grande successo, il primo interamente in mandarino, “Mystery”, del ‘94, mentre il più coraggioso “Fu zao”, noto coi titoli “Restless” o “Impatience”, è del ’96. Moltissime le raccolte, mentre “Live!” (“Fei Bei Chum Seung”) del 2004 è l’ultimo album dal vivo (vedi recensione N.27) e “Jiāng ài” (“To love”) del 2003 è l’ultimo in studio (vedi recensione N.25). Gli stili delle canzoni più recenti di Wang Fei sono più variabili e i testi non si limitano all'amore, ma anche all'espressione di un certo umore personale. Il suo stile varia dalle classiche ballate romantiche cinesi del primo periodo, ispirata dalla solita Teresa Teng - a cui ha anche dedicato un album di cover -, alle sperimentazioni, al pop e al rock. Da “Yun Gan” (“Mortal world” / “Vita terrena”): “Spero che i tuoi occhi vedano solo sorrisi e ogni goccia delle tue lacrime commuova gli altri. Spero che a partire da questo momento ogni tuo sogno possa realizzarsi...” Nel cuore del Mediterraneo troviamo la Tunisia ( ;)ال تون س ي ة ال ج م هوري ةuno dei maggiori poli turistici nordafricani, comodissima da raggiungere dall’Italia, è l’Africa più vicina, spesso scelta anche all’ultimo momento dagli italiani, come è successo a noi qualche anno fa. Il nome Tunus pare tragga origine dalla lingua berbera, con il significato di promontorio, o, più probabilmente, “posto in cui passare la notte”. Le bellezze dei paesaggi della costa, la rigogliosa vegetazione di Hammamet, la vivacità di Sousse e Port El Kantaoui, oppure le lunghe spiagge dorate e contornate da palme che spuntano da dune a perdita d’occhio a Djerba, definita “la dolce” per il suo clima sempre gradevole in ogni stagione. Terra ricca di fascino per le sue ricchezze storiche e archeologiche, il suo folklore e le sue antiche tradizioni, la Tunisia conserva ancora oggi le vestigia di Cartagine e quelle romane, la parte settentrionale presenta i contrafforti orientali dei monti dell’Atlante, e la parte meridionale è dominata dal deserto del Sahara. Abbiamo soggiornato a Tunisi, interessante capitale caotica degli estremi: dalla modernità e ricchezza del centro, fino ai sobborghi poverissimi di Gourbivilles, alla Medina; e ad Hammamet, vitale e turistica: un amico tunisino, al ritorno, ci ha detto che Hammamet non è in Tunisia, ma in Italia, in effetti abbiamo notato che, oltre all’arabo e al francese (per via della colonizzazione) molti parlano la nostra lingua e rispettano l’Italia, anche per Bettino Craxi, che ha fatto molte cose da queste parti e qui è seppellito. Curiosi i taxi, moltissimi, che appaiono al minimo schiocco di dita pronti a portarti in qualsiasi posto con pochi dinari tunisini o pochissimi euro. Non sono mancati gli inconvenienti con un amico letteralmente asfissiato dal caldo e un altro in perenne dissenteria; in effetti la cucina internazionale dell’hotel (solo una volta la settimana c’era la possibilità di gustare i piatti locali) e il grande caldo d’inizio agosto ci hanno messo a dura prova, come le insistenze quotidiane di un ragazzino sveglio che invitava a partecipare a una “cammellata” a pagamento nel deserto. Sviluppato è l'artigianato in particolare la lavorazione dei tappeti e delle stoffe, e i lavori di oreficeria; attenzione alle contrattazioni con i mercanti locali, si possono fare affari ma è meglio sempre tenere gli occhi aperti! 38 Talip Altin Tra gli ormai numerosissimi artisti di nasheed islamici spicca il nome di questo giovane ventenne di origine turca dal nome di Talip Altin. È stato lui a cercarci tramite “Myspace” per via di Mamdouh e come non dedicargli un articolo? Canta in lingua turca, spesso da solo e ultimamente anche con il suo fratellino più piccolo Yunus. I suoi nasheed sono a cappella ed anche accompagnati da strumenti musicali mediorientali. È nato in Francia nel 1988, il suo ultimo cd è “Seni Gorsem”. Su Youtube molti sono i video fra questi “Ge Allah’ de”, “Yakma Ya Rabbi” –con il fratellino-, “Sen olmazsan annecigim” video d’animazione ed altri, fra questi diversi dal vivo. Mishary Rashìd Alafasy Una delle voci più apprezzate in questi ultimi tempi è quella dello Sheikh Mishary Rashìd Alafasy, nato in Kuwait il 5 Settembre 1976. Ha studiato nell’università di Medina, nel College del Sacro Corano e Studi Islamici. E’ l’imam della moschea Al Kabir in Kuweit. Ha due canali televisivi il Alafasy Tv e Alafasy Q. Recita spesso in stile Tajuìd ed interpreta molti nasheed islamici, due sono i cd pubblicati fra questi “Thikrayat”. È sposato ed è padre di tre bambini. Ecco alcuni titoli di nasheed “Tala al badru aleina”, “Elahy”, “Ma Allah” e “Asmaa Allah”, la nostra preferita. 39 40 TOKYO Abbiamo scoperto in periferia questo omonimo del Tokyo di P.le Loreto (vedi N. 23 e 26), che si differenzia per la scritta Hu sul logo. Molto frequentato in pausa pranzo anche per i costi contenuti e i menù completi economici e soddisfacenti. Solita gestione cinese, gentile,giovane e discreta, il locale non è molto grande ma è carino, predomina il nero, ed è simile ad altri che abbiamo provato. Ci sono i classici sushi, sashimi, o altre portate. Il menù può comprendere anche frutta e caffè. Milano, Via Novara, 123. KARAKORUM Dopo vari rimandi siamo riusciti ad andare a questo mongolo in zona P.ta Venezia: niente di eccezionale, solito giovanissimo personale cinese e con…zazzera rossa che non ci ha saputo tradurre una scritta “perché è giapponese” (?!); ci sono un paio di menù economici mongoli (ma attenzione, solo a pranzo e non nel fine settimana), gli immancabili menù di sushi giapponese (?) e vari piatti dalla Mongolia dove predomina la carne, che ci hanno ricordato un misto tra il giapponese e il cinese, forse anche il russo. C’è anche una birra thailandese. Sempre aperto, stessa gestione dei vari Mitsui (vedi N.24, uno è proprio accanto al Karakorum) e dell’Igiban, tutti giapponesi. Milano, Via Tadino, 4. LONG CHANG Soltano nominato sul N.22, riproviamo questo ristorante (o trattoria, come amano scrivere nelle insegne di qualsiasi locale di Chinatown). Inizialmente perplessi (clientela quasi esclusivamente cinese, ambiente famigliare e un po’ caciarone, menù tradotto in italiano pieno di errori), scopriamo invece un’onesta e gustosa cucina, con parecchi piatti saporiti e una spesa assolutamente nella norma, lo consigliamo. Anche il personale, che inizialmente sembra snobbarci ed essere “un po’ algido”, si rivela in realtà simpaticone, torneremo sicuramente! Milano, Via P.Sarpi, 42 ang. Via Aleardi. CROWN Stesso discorso anche per il cinese Crown (vedi N.22) in piena Chinatown, economico,con cucina sia italiana che cinese. Ricco doppio menù per italiani (più classico) e per cinesi, con piatti inediti come: interiora di pesce, lingue d' anatra saltate, zampe d’ anatra e di pollo, zuppa di testa di pesce e altro ancora. Si trova in un cortile dove c’è anche una palestra. Sempre aperto. Milano, Via Paolo Sarpi, 8. TESORO Esiste da diversi anni questo grande ristorante-pizzeria cinese che avevamo pubblicizzato sul N.4 cartaceo: quanto tempo è passato dall’ultima visita! L’atmosfera è tipicamente etnica ed elegante, ma anche rilassata e allegra, come ci piace, e la spesa è contenuta. È molto gettonato, meglio prenotare nel fine settimana; fa anche da take away. Sesto San Giovanni (MI), Via Buozzi, 180/184. ANTICA INDIA Non si spende molto in questo ristorante-music bar con giardino estivo. A Brescia stanno cominciando a prendere piede i ristoranti indiani, era ora! Qui il piatto tipico è lo speciale Biyrani o Byriani. Sempre aperto. Brescia, Via Milano, 42. GANAS Non conoscevamo ancora questo locale messicano un po’ alla moda, vista anche la zona (Garibaldi). Progettato da un architetto giapponese, si rifà alla tradizione Maya e alla magia del Golfo del Messico. Il nome significa “sfizi”, “voglie” e la cucina dispone di piatti piccanti ma anche vegetariani. Curato in tutto, ha anche tavoli all’aperto per quando fa’ più caldo, e organizza feste ed eventi. Aperto tutti i giorni (solo per cena) Molto ben fatto il sito: www.ganas.it Milano, C.so Como, 2. ASIAN FUSION MIZUUMI È una moda che ritorna anche la cucina fusion e quella che mescola i vari piatti asiatici: qui si può scegliere tra il meglio di quelli giapponesi,thailandesi e soprattutto cinesi, 41 magari mescolando e sperimentando un po’. Il locale è tipicamente etnico disposto su due piani con arredi diversi che rispettano l’architettura tipica dei vari paesi. San Lazzaro di Savena (BO), Via Emilia, 169/c. BLUE GINGER È un nuovo locale innovativo con gestione italo-cinese (ex Ama) di “cucina asiatica contemporanea” o fusion dell’Asia Orientale, se preferite. Non si pagano conti salati e i menù accontentano un po’ tutti: c’è un intero menù giapponese, oltre a specialità dal Vietnam, dalla Cina e dalla Thailandia e alle curiosità come un “menù musicale” e piatti della “cucina di strada” orientale. Chiude la domenica. Milano, Viale Troya, 22 (zona P.zza Napoli). ADULIS Un somalo-eritreo-etiope che ha, tra le sue specialità: kifto (carne di manzo finemente tritata e condita con burro etiope ed una salsa di peperoncini), il solito zighinì e lo zilzi (carne alla brace con la spezia awaze).Gestito da oltre dieci anni da un italo-eritreo, è molto frequentato da africani. Roma, Via Milazzo, 1 (zona Termini). HONG KONG Ristorante cinese che abbiamo nominato solo di sfuggita sul N.22, esiste da diverso tempo e si trova in zona Sondrio/Lunigiana. Elegante e accurato con salette al piano superiore, disponibili su prenotazione. Economico a pranzo, come sempre si spende un po’ di più per una cena. Chiude al lunedì. Milano, Via Schiaparelli, 5. SHAMBALA Si spende un po’ più del solito in questo Shambala, che si autodefinisce “locanda asiatica”: raffinato,molto bello e grande e con un giardino in stile balinese. Interessante la cucina che propone piatti thai/vietnamiti e invenzioni varie. Ambizioso, si autoproduce cd venduti nel locale. Apre ogni giorno, ma solo per cena. www.shambalamilano.it Milano, Via Ripamonti, 337. WEI FU Significa “felicità” il nome di questo cinese-giapponese un po’ fuori mano ma meritevole: si mangia davvero bene, una piacevole sorpresa, non ce lo aspettavamo da un locale così periferico: cucina leggera,personale gentilissimo e attento proveniente dalla zona di Shanghai, e locale solare e tranquillo; piatti cinesi,sushi,qualche piatto thailandese, qualche piatto piccante “kon-pao”; ottimi gli involtini vietnamiti da mangiare su una foglia d’ insalata e accompagnati da una salsina e da foglie di menta. Non si spende molto e all’uscita ci regalano anche un bellissimo calendario in bambù, anche se grosso e con le immagini kitsch dell’oroscopo cinese. Chiuso al lunedì, fa anche d’asporto. Milano, Via Novara,10. ITOUKE Questo ristorante giapponese non è altro che l’Edo del N.22, ha solo cambiato recentemente il nome. Lavorandoci proprio a fianco per un breve periodo l’abbiamo frequentato e ci siamo abituati ai profumi serali delle loro zuppe. Personale cinese ultra-gentilissimo e il solito locale minimal, pulito e ben curato, con la possibilità di mangiare in giardino. Molto frequentato da gente di passaggio e da stranieri. Buono e curioso il riso contenuto in una…frittata! Chiude al lunedì. Milano, Via Palestrina, 9 (zona Loreto). PIEDRA DEL SOL Locale in stile cantina messicana, che, oltre a un posto tipico dove mangiare le specialità del paese, fa anche da bar e discobar con musica latinoamericana. Molti i cocktail e gli stuzzichini. È sempre aperto. Bologna, Via Goito, 20. MR.CHOW In questo ristorante cinese elegante e moderno la cucina è quella tipica della capitale e la spesa è media; i menù variano ogni giorno, vasta la scelta dei piatti e soprattutto degli spaghetti di riso. Roma, Via Barberini, 94. 42 RONG LAI Cinese-pizzeria che fa anche da take away e accontenta tutti con vari menù e una vasta scelta di piatti, alcuni anche di altre parti dell’Asia. Il simbolo del locale è l’oroscopo cinese. Milano, Via Agudio, 7 ang. Via Piero Della Francesca (zona Sempione). EL INKARI Non abbiamo trovato notizie su questo ristorante latinoamericano: esiste ancora? Milano, Via Scanini, 19. HAIKU Ristorante jap che prende il nome dalla forma di poesia nipponica minimale: difatti il locale è minimal (tanto per cambiare…), ha tre salette e il tatami per mangiare per terra. Leggermente più caro del solito e con meno piatti ma dicono uno dei migliori in città. Bologna, Via Stalingrado, 16. DELHI PALACE Locale arredato in modo piuttosto kitsch e colorato, in cui si possono gustare i piatti della cucina indiana ayurvedica. Sempre aperto (tranne sabato e domenica a pranzo). Bologna, Vicolo de’Facchini, 4/a. IMPERIALE Abbiamo parlato di questo ristorante sul N.22, ma scopriamo che oggi, oltre alla cucina cinese, offre piatti anche da Malesia, Vietnam e Thailandia, arricchendosi con proposte più raffinate. Vasta la scelta, meglio farsi consigliare. L’arredamento, in legno, è sobrio e non manca il Buddha. Milano, Via Plinio, 30 (zona Buenos Aires/Loreto). DARAGI A parte il Guru del N.14, ci occupiamo per la prima volta di Bergamo e scoviamo questo senegalese tranquillo dove sono specializzati anche in aperitivi tipici; non si spende molto e la cucina è curata. I piatti forti? Cous cous, kebab, yassa, ecc. Sempre aperto. Bergamo, V.le Giulio Cesare, 2. LA QUIJADA Restiamo nei dintorni e troviamo questo messicano con giardino estivo, indicato per chi si vuol fare delle belle “magnate di carne” arricchite con vasta scelta di vini di qualità. Tra i piatti, un risotto nero grezzo ai funghi porcini, la carne servita su pietra t-bone special e la degustazione fissa economica. Chiuso lunedì e martedì sera. Brembate (BG), Via Risorgimento, 38. YAN-JING-LA CITTA’ DELLE MERAVIGLIE Sempre a proposito di “frocinesi” (una nuova moda? – vedi il “Città in Fiore” sul N.scorso-) pare che vada per la maggiore quest’altro grande locale in zona Piramide. Affollato e gradito per la cucina squisita e, una volta tanto, leggera…Ma chissà cosa pensano i cinesi? Roma,V.le Marco Polo, 53. KA-KAO Buffo il nome di questo nuovo locale in zona Porta Genova: gestione cinese storica di una famiglia che vanta l’apertura del Mr.Gao (1987) dicono uno dei primi ristoranti cinesi italiani, poi del Castello di Primavera, del Kobo, del Nu (vedi N.20) ecc. La cucina è fusion (soprattutto giapponese/thailandese), il locale ricercato ma essenziale. Milano, P.le Cantore,3. CHINATOWN Cinese nella media omonimo di quello di Carpi del numero scorso, questo è nella periferia bresciana. Brescia, Via San Polo, 281. YUME Ristorante giapponese minimal e con un bel giardino. Sushi bar con altri piatti giapponesi tutti da provare.Si spende un po’più della solita media. Aperto dal ’99, il nome significa “sogno” e la gestione –una volta tanto- è italiana. Fa servizio catering e piatti d’asporto. Riposo al lunedì. Milano, Via Varesina, 215. 43 PARADISO D’ORIENTE Bel nome per un locale ovviamente all’orientale, dove non si spende molto; da provare, si presenta con arredi un po’ decadenti stile vecchia Cina e l’originalità dei tavoli trasparenti dove si mangia guardando sotto di noi i pesci vivi! Gestione familiare gentile e cucina cinese/thailandese/vietnamita. Si trova dietro al Cinema Manzoni. Bologna, Via degli Usberti, 6. WAKABA Nuovissimo giapponese che ha spodestato una pizzeria italiana che non amavamo molto. Soliti menù economici a pranzo. Attenzione perché chiude di domenica a pranzo, quando invece dovremmo aspettarcelo aperto. Milano, P.zza Emilia, 4 (zona Vittoria) ANADIMA Ambizioso nuovo ristorante mediterraneo e…orientale: fusion con un occhio di riguardo all’Asia Orientale. Con un business lunch dalle 12 alle 15 dal lunedì al venerdì, bar per pasti veloci a pranzo, spazio bambini per il brunch della domenica, organizza anche serate a tema. Chiude sabato a pranzo e lunedì sera. Milano, Via Pavia, 10 (zona Navigli). ZUSHI TAKE AWAY & DELIVERY La tendenza del sushi porta questa nuova catena specializzata nella consegna a domicilio con prenotazione telefonica o via internet. Adatte per chi vuole organizzare una festa alla giapponese con vari tipi di sushi, anche vegetariano. Interessanti i dessert come i “nutella maki”e le bevande nipponiche. Verona, Via IV Novembre, 17/b, Vicenza, P.le Fraccon, 2, Padova, Via Niccolò Tommaseo 76/a. www.zushi.eu SHANTI È un piccolo ristorante dall’atmosfera esotica, con profumi d'incenso, luci soffuse, stoffe e decorazioni dal continente panindiano La cucina è indiana e pakistana e a pranzo si può gustare il menu Thali, un ricco piatto unico, vegetariano e non. Si spende poco e fa anche da take-away. Roma, Via Fabio Massimo, 68-70. TEKEI Piccolo sushi bar gestito da cinesi recentemente aperto e da provare: la zona sta iniziando a riempirsi di jap! Milano, Via Anzani, 1 (ang.C.so XXII Marzo, zona Vittoria) IGIBAN La moda nippo partorisce un ennesimo sushi bar in zona P.ta Romana. L’Igiban fa consegna a domicilio (gratuita con spesa superiore ai 35 €): vastissima la scelta di menù a base di sushi e sashimi, più molti altri piatti, spesso a base di pesce, ma anche di pollo, riso e pasta. Milano, C.so di Porta Romana,111. www.igiban.it ORBA Grande ristorante di vecchia data, ci chiediamo solo perché sull’insegna compare la scritta “giapponese restaurant” un ibrido italoinglese che suona male. Ovviamente gestito da cinesi, propone i soliti sushi,sashimi,barche, ecc. Nella norma. Milano, V.le Abruzzi,19. THIS IS NOT A SUSHI BAR Questo nuovo, piccolo locale gioca molto sul suo curioso nome, ironizzando nella negazione un po’ su tutto (vedi anche il sito www.thisisnotasushibar.com). Curiosamente la gestione è italo…filippina e la cucina è giapponese, con i soliti sushi, sashimi, ecc, tutto freddo, a parte il riso bianco e la zuppa di miso. Più allegro, spartano e meno minimal dei soliti giapponesi. Apre e chiude presto, riposa la domenica. Milano, Via N.Bixio, 18 (zona P.ta Venezia). SAHARA Ristorante di cucina maghrebina con gustosi piatti arabi del Nord Africa (Marocco, Libano) e della Tunisia, ricchi di carni e salse. Ci sono ogni tanto anche gli aperitivi con…danza del ventre e si può 44 fumare il narghilè. Si può mangiare seduti per terra e tutto ricorda il deserto, perfino la sabbia incollata al pavimento! Si spende poco a pranzo col business lunch, decisamente di più a cena. Milano, Via Porpora, 143. WOK Il nome può indicare sia la padella semisferica fonda della cucina cinese, sia la sigla World Oriented Kitchen. Un piccolo locale nei sotterranei della Stazione Termini, open space con tanto di tre ragazzi asiatici vestiti di bianco e con bandana nera all’opera per preparare stuzzicanti e veloci piatti asiatici, spesso cartocci da mangiare in fretta per chi è di passaggio. Non è il massimo ma è caratteristico e molto asiatico. Si può mangiare al bancone o ai tavoli anche menù economici. Sempre aperto. Roma, Stazione Termini. YUAN Ristorante tipico mongolo aperto da poco: cucina fusion che comprende anche quella cinese e giapponese. I piatti vengono cucinati davanti ai vostri occhi, il buffet è illimitato sia a pranzo che a cena. Il menù del pranzo offre altri menù più economici. Milano, Via Gonzaga,5 (zona Duomo). JUST INDIA Ristorante indiano, nella stessa via dell'altro ristorante indiano Gandhi gestito di recente da bangladesi. E' aperto da qualche anno, abbiamo sempre rimandato ma stavolta siamo riusciti dopo inutili tentativi a pranzo: chiuso di lunedi e sabato! Così abbiamo scelto di trascorrerci una serata molto volentieri. Era di sabato, con posti quasi esauriti, ci ha piacevolmente stupiti la presenza totale di italiani. E' consigliata la prenotazione nel fine settimana. Il locale non è grande, ma il cibo è molto buono -vi consigliamo il menu vegetariano-. Il personale è molto gentile, fra questi un gentilissimo cameriere nepalese, il resto del personale è indiano, compresi i cuochi. Da provare. Milano, Via Benedetto Marcello, 34 (zona Staz.Centrale) OVERSEAS PALACE Atipico ristorante vietnamita raffinato che affianca ai piatti tradizionali del paese del sud est asiatico, la cucina italiana creativa. Un po’ fuori mano (zona Via Foppa), fa riposo la domenica e i prezzi non sono certo alla portata di tutti. Milano, Via dei Sormani, 14. 45 RICETTARIO BUDINO DI BANANE [CUCINA MESSICANA] Ingredienti per 6 persone: 1 banana, 80gr di mandorle macinate, 1 arancia rossa, 160gr di zucchero, 50cl di latte, 4 uova. Preparazione di questo dessert: tagliate a dadini la banana e fatela macerare nel succo d’arancia. Sbattete le uova con 120g di zucchero, aggiungete il latte caldo, le mandorle e la banana scolata. Preparate un caramello con lo zucchero rimasto e un cucchiaio di succo d’arancia, versatelo in uno stampo e fatelo raffreddare, poi versate il composto di uova e banana nello stampo e cuocete a bagnomaria in forno a 160° per 50 minuti. Raffreddate il budino e mettetelo in frigo per circa un’ora. Sformatelo e servitelo a fette. MANDAZI [CUCINA KENIOTA] Ingredienti:1kg di farina, 1hg di zucchero, 70gr di margarina, 1 busta di lievito vanigliato, 1 scorza di limone grattugiato. Preparazione di questa sorta di gnocco fritto dolce: impastate gli ingredienti con un po' di latte. Lasciate riposare per un'ora. Stendete l'impasto con una macchina per pasta, fino ad ottenere uno spessore di 2-3 mm. Tagliate in rettangoli e friggeteli in olio caldo. GADO GADO [CUCINA INDONESIANA] Ingredienti per 4 persone: 500gr di cavolo bianco, 125gr di mazzetti di cavolfiore, 75gr di germogli di soia, 125gr di arachidi salate, 1 scalogno, 1 spicchio di aglio, 4 cucchiai di succo di limone, 5 cucchiai di olio di sesamo. Preparazione di questo contorno di verdure croccanti in salsa di arachidi da presentare anche solo: mondate il cavolo, lavatelo, privatelo del tronco e delle coste dure, poi tagliatelo a listarelle. Lavate e sgocciolate i mazzetti di cavolfiore. Mondate i fagiolini, lavateli, sgocciolateli e tagliateli a pezzetti di 4cm. Lavate i germogli di soia, eliminate la parte verde. Mondate e schiacciate l’aglio. Mondate e tritate fine lo scalogno. Scaldate due cucchiai di olio in un wok o in una padella profonda grande, aggiungete il cavolo, il cavolfiore, i germogli di soia e i fagiolini e fateli saltare da tre a cinque minuti. È importante che le verdure risultino molto croccanti. Toglietele dalla padella con una schiumarola e disponetele in un piatto, lasciate raffreddare. Scaldate due cucchiai di olio in una piccola casseruola, aggiungete le arachidi e fatele saltare a fuoco molto vivace, mescolando senza sosta. Quando le arachidi sono dorate asciugatele bene con della carta assorbente, poi frullatele insieme al succo di limone fino a ottenere un purè omogeneo. Versate il resto dell’olio nella stessa casseruolina e fatevi rosolare l’aglio e lo scalogno da tre a cinque minuti. Aggiungete l’olio e lo scalogno alla pasta di arachidi, unite eventualmente altro succo di limone e mescolate bene. Per servire scaldate la salsa di arachidi, versatela in una ciotolina e portatela in tavola insieme alle verdure fredde. UOVA STRAPAZZATE CON ZUCCHINE [CUCINA MESSICANA] Ingredienti per 4 persone: 2 zucchine, 2 cucchiai di burro, 6 uova, ¼ tazza di latte, ½ cucchiaino di peperoncino in polvere, 100gr di caciotta a striscioline, sale. Preparazione di questo contorno: In una padella cuocete le zucchine nel burro per 4-5 minuti. In una terrina sbattete le uova con il latte, il peperoncino in polvere e il sale; incorporatevi metà del formaggio. Versate il composto ottenuto sopra le zucchine e cuocete su fuoco dolce e senza mescolare finchè le uova inizieranno a rapprendersi sul fondo e ai bordi della padella. Sollevate e ripiegate i lembi della frittata in modo che il composto ancora in superficie venga a contatto con la padella e si addensi. Continuate a sollevare e ripiegare per 5 minuti; quindi spolverizzate con il rimanente formaggio e servite. VERDURE BRASATE [CUCINA CINESE] Ingredienti per 4 persone: 1 sedano bianco, 250gr di funghi champignon, 3 cucchiai di olio di arachidi, 2 cucchiai di salsa di soia, 1 cucchiaino di zucchero, pepe. Preparazione di questo contorno: mondate il sedano, separate le coste, lavatele, eliminate i fili. Tagliate le coste di sedano in diagonale, a pezzettini di 2,5 cm. Mondate e lavate 46 accuratamente gli champignon e assicuratevi che tutto il terriccio sia eliminato, asciugateli, tagliate le teste a filo. Scaldate l’olio in un wok o in una grande padella, aggiungete i pezzettini di sedano e fatelo saltare per tre minuti, mescolando in continuazione. Aggiungete gli champignon, pepate e lasciate cuocere ancora per tre minuti, mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno. Aggiungete la salsa di soia e lo zucchero, fate cuocere per quattro o cinque minuti finchè il sedano è appena tenero. Versate le verdure in un recipiente caldo e servite immediatamente. GOMOKUNI=VERDURE STUFATE [CUCINA GIAPPONESE] Ingredienti per 4 persone: 80gr di fagioli di soia secchi, 8 pezzi di radice di loto secca, 8 funghi shiiitake secchi, 1 cucchiaio di su, 2 patate,1 carota, 300gr di bambù (in scatola), 100gr di taccole, sale, 20cl di dashi, 2 cucchiaini di zucchero, 1 cucchiaio di mirin, 2 cucchiai di salsa di soia giapponese. Preparazione di questo contorno (occorrono un’ora di preparazione, 1 ora di cottura e 12 ore di ammollo): ammollate i fagioli per 12 ore, alla fine delle quali eliminerete i fagioli che sono saliti in superficie. Mettete a bagno anche i funghi e la radice di loto, cambiando frequentemente l’acqua. Portate i fagioli a ebollizione per 10 minuti, dopo i quali, abbassate il fuoco e lasciate sobbollire per 1 ora o finché non sono teneri. Nel frattempo, scolate i funghi e la radice di loto. Tagliate i funghi a fettine sottili e cuocete la radice di loto in acqua e su per 8 minuti. A questo punto bisogna lavare e pelare le patate e tagliarle a tocchetti. Pelate la carota e tagliarla a dadini. Cuocete patate e carota in poca acqua per 10-15 minuti. Fate le stesse operazioni per il bambù (cottura 15 minuti) e le taccole (cottura 1 minuto).Mettete ora tutti gli ingredienti preparati, meno le taccole, in una pentola con il dashi, lo zucchero e il mirin. Cuocete su fuoco moderato per 15 minuti e aggiungete la salsa di soia e sobbollite per altri 15 minuti. Aggiungete le taccole e cuocete ancora per 1 minuto. Servite le verdure tiepide o fredde. RISOTTO AL CURRY [CUCINA INDIANA] Ingredienti per 4 persone: 400gr di riso, vino bianco, brodo, 1 cucchiaino di curry, 1 cipolla, 1 banana, burro, olio d’oliva, sale. Peparazione di questo primo piatto: appassite la cipolla tritata in burro e olio, fatevi tostare il riso, spruzzatelo di vino bianco e portatelo a cottura bagnandolo ogni tanto con il brodo caldo. Qualche minuto prima del termine unite il curry, una banana tritata e salate. SPINACI ALL’ANETO [CUCINA EGIZIANA] Ingredienti per 4 persone: 1 cipolla media affettata, 1 cucchiaio di olio d’oliva, 2 spicchi d’aglio, 2 cucchiai di aneto fresco, 450gr di passato di pomodoro, 300gr di spinaci, 200ml di acqua. Preparazione: scaldate le cipolle nell’olio. Unite l’aglio e l’aneto e fate soffriggere per due minuti. Aggiungete il passato di pomodoro e portate a ebollizione. Cuocete per 10 minuti a fuoco basso. Unite gli spinaci e l’acqua e fate bollire ancora. Coprite e cuocete a fuoco basso per altri 15 minuti. Servite tiepido con riso bollito. BANANE CARAMELLATE [CUCINA CINESE] Ingredienti per 4 persone: 4 banane, 1 uovo, 2 cucchiai di farina, 4 cucchiai di zucchero, olio per friggere. Preparazione di questo dessert: tagliate le banane a metà nel senso della lunghezza e in tre parti per la lunghezza, in modo da ottenere sei pezzi. Lavorate l’uovo con la farina per ottenere una pastella omogenea. Fate scaldare abbondante olio in padella e immergetevi i pezzi di banana precedentemente passati nella pastella. Cuocete fino a quando saranno ben dorati. Togliete quindi le banane e mettetele a scolare su carta assorbente da cucina. Lasciate nella padella solo un cucchiaio di olio, unitevi un cucchiaio d’acqua e lo zucchero, mescolando per farlo sciogliere e tenendo la fiamma al minimo. Quando il liquido si presenta scuro immergetevi le banane che servirete bollenti in tavola. Accompagnate con una ciotola d’acqua fredda nella quale si passeranno i pezzi di banana affinchè si indurisca il caramello. HA’IRA MAITA’I ROA [CUCINA POLINESIANA] Ingredienti per 3 persone:½kg di pesce spada, 250gr di alloro, 150gr di semi di finocchio, 100ml di olio, 150gr di sale, pepe, timo.Preparazione di questo secondo di pesce spada e verdure (occorrono 30 min.di preparazione e 40 di cottura): tagliate il pesce spada in filetti di circa 2cm., sbucciate e tagliate le patate dolci a fettine e cuocetele per circa 10 minuti al vapore. Spremete i limoni e preparate un composto a base di succo di limoni e sale grosso, poi mettete a macerare il pesce nel composto per circa 30 minuti. Tritate e lessate le cipolle, le carote (tagliate a rondelle) e i pomodori (tagliati a cubetti) nel vino bianco assieme all'alloro, al timo e ai semi di finocchio. Adagiate le patate cotte in una pirofila leggermente unta e disponetevi sopra le altre verdure lessate. Aggiungete il sale e il pepe e adagiate i filetti di pesce spada sulle verdurine nella pirofila. Bagnate con un filo d'olio e infornate il tutto per circa 30 minuti a 180°, poi sfornate e servite. 47 BÁHA’Í Fondata nel 1825 da Bahá'u'lláh (letteralmente “la Gloria di Dio”,1817-1892) un nobile persiano, la fede Bahá'í () o bahaismo, è una religione monoteistica relativamente giovane che riunisce i grandi profeti della storia, da Buddha a Gesù a Maometto, in un’unica rivelazione religiosa, che culmina appunto nel messaggio di Bahá’u’lláh. Il simbolo è una stella a nove punte. In Italia i Bahai sono circa 3000, nel mondo circa 7 milioni, e in Iran sono perseguitati: la fede nacque proprio in Persia (l’odierno Iran) nel XIX sec. dal babismo, diramazione eterodossa dell'Islam sciita. L'Aqidas o Kitab-i-Aqdas (in lingua persiana )اق دس ك ت ابè un libro centrale per la religione del Bahaismo, mentre l'Iqan o, in esteso, Kitab-i-Iqan (in persiano ك ت اب )اي ق ان, anche questo scritto da Bahá'u'lláh, è uno dei tanti testi religiosi del Bahaismo, e in particolare quello che tratta la teologia, composto nel 1861, mentre l’autore si trovava in esilio a Baghdad, in parte scritto in arabo e in parte in persiano. La teologia bahai è incentrata sulla fede in un monoteismo in cui Dio è visto come ineffabile e creatore di tutte le cose, più precisamente è descritto come personale, indescrivibile, onnisciente, onnipresente ed eterno. Il Punto di Adorazione a cui i fedeli si volgono durante alcune loro preghiere specialmente dedicate si trova a Bahjí, presso Akkà, vicino al Monte del Carmelo, in Palestina, dove sorgono le tombe di Bahá'u'lláh, qui esiliato e morto in prigionia dopo lunghe persecuzioni, del Báb, suo profetico precursore, e di ‘Abdu’l-Bahá (figlio e successore di Bahá’u’lláh, seguito poi da Shoghi Effendi). Il principio fondamentale della fede Bahá'í è che la verità religiosa non sia assoluta, ma relativa, con lo scopo di unire il genere umano in una pace universale. Come i musulmani, i bahá'í praticano un digiuno annuale, però di 19 giorni anziché 29, praticano la preghiera e la meditazione personale, ed hanno un calendario solare detto Badì, di diciannove giorni ciascuno, cui si aggiungono - di volta in volta, a seconda se l’anno è bisestile o meno - quattro o cinque giorni, detti “giorni intercalari”. Bahá'í è un’organizzazione internazionale non governativa in stato consultativo con sede centrale ad Haifa, sulle falde del monte Carmelo dove risiede la Casa Universale di Giustizia., nucleo delle attività amministrative. Spettacolari i templi ma, curiosamente, non esistono cleri nè sacerdoti, ma si usa accogliere i fedeli nella propria abitazione per le feste sacre, ed ogni individuo ha la responsabilità d’insegnare e diffondere la fede. In ogni continente esiste una cosiddetta “Casa di Adorazione”, ed altri templi sono in costruzione in tutto il mondo, luoghi semplici ed imponenti nella loro struttura definiti col termine arabo Mashriqu’l-Adhkár (“luoghi da cui si elevano preghiere all’alba”). All’interno di questi Templi non si trovano immagini devozionali ma vi sono contenuti i testi sacri bahá’í e delle altre fedi religiose. La struttura di queste Case di Adorazione è verticale al centro per favorire l’idea del contemplativo e del trascendente ed ognuna di esse possiede nove porte che simboleggiano le 9 grandi religioni rivelate. Intorno ad esse è solitamente sono realizzati ospedali, collegi, ospizi, alloggi per gli incurabili, università per lo studio delle maggiori discipline scientifiche e altri edifici destinati a scopi filantropici. 48 TASMANIA La Tasmania prende il suo nome dal navigatore Abel Tasman, il primo europeo a scoprire la Terra di Van Diemen. Il paese è un’isola a sud dell’Australia continentale, da cui è separata dallo stretto di Bass. È più piccolo stato dell’Australia, si trova a 150 miglia a sud del paese. La capitale è Hobart e la Tasmania costituisce con l’isola di Macquarie e con le isolette vicine (King, Furneaux e altre) uno stato della Federazione Australiana. Purtroppo tutti gli aborigeni sono stati sterminati nel corso del XIX sec. e oggi tutta la popolazione è di origine europea. Il simbolo del paese è il celeberrimo diavolo di Tasmania o diavolo orsino, un marsupiale simile ad un lupo, unico rappresentante vivente del suo genere, presente oggi solo su quest’isola, che ha generato anche Taz, un famoso personaggio dei cartoni Looney Tunes della Warner Bros. Il cricket e l’hockey su prato sono gli sport più praticati nell’isola. La Tasmania è una delle isole più suggestive del mondo con paesaggi ricchi di montagne frastagliate, dolci pascoli, foreste secolari molto fitte e spiagge incontaminate e bianche, luoghi adatti a una vacanza tranquilla oppure ad attività fisiche. La capitale Hobart offre moltissime attività: festival cinematografici, giardini botanici, ristoranti, rappresentazioni teatrali nei giardini, gallerie d’arte, e il Salamanca Market del sabato, dove si può gironzolare alla ricerca di buoni affari nella grande offerta di artigianatoetnico, frutta, ortaggi, fiori ed articoli di abbigliamento della Tasmania. FIUMI DI VITA: RIO DE LA PLATA Il Rio de La Plata è un fiume sudamericano con un nome (“fiume d’argento”) che non fa riferimento al colore delle acque ma alle ricchezze che si pensava sarebbero state trovate risalendolo, nella leggendaria Sierra del Plata. Fu avvistato per la prima volta nel 1516 dallo spagnolo Juan Díaz de Solís, e, tra il 1976 e il 1983, durante la dittatura in Argentina, è diventato tristemente noto perché vi furono affogati molti desaparecidos, cioè dissidenti politici. È il grande estuario comune dei fiumi Paraná e Uruguay, fra la costa dell’Argentina e dell’Uruguay; ha una lunghezza di oltre 270 Km fra Nueva Palmira (Uruguay) e l’Atlantico e una larghezza massima di 230 Km circa fra il capo San Antonio (Argentina) e il Capo Maldonado (Uruguay). Il fiume ha come porti principali Buenos Aires e Montevideo e scarica in mare un enorme volume d’acqua. Il porto uruguayano di Colonia del Sacramento, a circa un'ora di navigazione da Buenos Aires, è la località dove molti turisti si spostano per via marittima per il fine settimana. Oggi, con il suo traffico intensissimo, costituisce la principale via di sbocco verso l’Atlantico, oltre che dai paesi rivieraschi, anche dagli stati interni (Bolivia, Paraguay, Brasile centroccidentale). Il delfino La Plata è un raro esemplare di mammifero che ha trovato qui il proprio habitat. 49 MOSTRE E RASSEGNE • Feira Oriental è il mercato all’aperto della domenica, un’attrazione tipica di San Paolo (Brasile). • Boys with kaleidoscope eyes è una mostra bipersonale di Marco Minotti e Siva con opere che attingono al vasto repertorio dei personaggi dei manga, in particolare al genere shōjo (sentimentale), hentai (erotico) e shonen (d’azione). Milano, Galleria Stragapede & Petrini, Via Filippetti, 41, dal 29/10 al 15/11. • Fumettopoli dal 1992 è il posto giusto per trovare i manga, i cosplay e tanto altro. Questo salone internazionale del fumetto si svolge diverse volte l’anno a Milano, presso il Centro Congressi dell’ATA Hotel Executive (V.le Sturzo,45): primi appuntamenti il 21 e 22-2 e il 10-5. www.fumettopoli.com • Un posto nel mondo è una manifestazione con percorsi di cinema e documentazione sociale, spesso i temi trattati sono etnici. Si svolge in diverse città (Varese, Gallarate, ecc) dal 31/10 al 5/12. • Netsuke Una mostra di questi piccoli capolavori da collezione (根付): sono mini-sculture giapponesi in avorio o legno utilizzate dal 1600 al primo ‘900 come bottoni, ferma-abiti, contrappesi, chiusure, ecc. In mostra circa 400 esemplari piccoli e preziosi al Museo Poldi Pezzoli di Milano (Via Manzoni, 12) dal 13/11 al 15/3. • Ethnopassion Mostra-rassegna milanese che propone la collezione di arte etnica dal mondo di Peggy Guggenheim allo Spazio Mazzotta dal 13/11/08 al 22/2 e 4 collezioni di arte etnica al Castello Sforzesco. • Olimpiadi della mente Dopo quelle agonistiche della scorsa estate, si sono svolte a Pechino a ottobre quelle delle sfide mentali: scacchi, dama, giochi da tavolo vari, bridge, go, scacchi cinesi, ecc. che tanto piacciono in Cina. • Indoamerica Torna Indoamerica (vedi N.14): molti oggetti e tessuti da varie parti del Sudamerica. Al Castello Sforzesco di Milano dal 29/7 al 1/3. • Dalla Turchia: una scelta di opere ottomane dalle collezioni del Castello Sforzesco Il titolo dice già tutto: una mostra di una collezione islamica con 20 oggetti esposti per la prima volta, tra cui anche tappeti; al Castello Sforzesco di Milano, Sala Panoramica, dal 26/11 al 15/2. • Chilean International Short Film Festival e Ankara International Film Festival sono due festival cinematografici che si svolgono, rispettivamente, il primo, dedicato ai cortometraggi, a Santiago (Cile), a ottobre (www.arcos.cl), e il secondo ad Ankara (Turchia), a marzo (www.filmfestankara.org.tr). • Storie di nubi fluttuanti Interessante retrospettiva di film giapponesi inediti o poco conosciuti alla sua terza edizione. Ogni primo e terzo venerdì del mese dal 28/11 all’8/5 al Centro di Cultura Giapponese di Milano. www.centrodiculturagiapponese.org 50 • Shanghai International Film Festival Dal ’93 è un’importante appuntamento per il mercato cinematografico del paese e del continente asiatico. La 12ª edizione si svolgerà dal 13 al 21/6/09. www.siff.com • Sulle orme di Tiziano Terzani Mostra fotografica di James Whitlow Delano, che ripercorre in modo personale i viaggi di Terzani in Asia intraprendendone lo stesso cammino e rivisitando i Paesi che il grande viaggiatore ha attraversato. Galleria Grazia Neri, Via Maroncelli, 14, Milano, dall’ 1/12 al 16/1. • MAO – Museo d’Arte Orientale Aperto il 5/12 dalla Fondazione Torino Musei, è imperdibile questo museo dedicato a collezioni che provengono dal Medio ed Estremo Oriente. Torino, Via San Domenico, 9/11. www.maotorino.it • Visioni per inciso Mostra nata dalla collaborazione tra Ruggero Rosfer e Shaokun: fotografo italiano lui, giovane artista cinese, lei. Insieme, creano un ponte tra fotografia e arte, Italia e Cina, Occidente e Oriente. Milano, Fabbrica EOS Arte Contemporanea, P.le Baiamonti, 2, dal 27/11 al 18/1. • Nobuyoshi Araki - Photographs Arriva a Milano la nuova mostra personale del fotografo giapponese (vedi anche N.24) con le donne, come sempre protagoniste. Zonca & Zonca, Via Ciovasso, 4, dal 26/11 al 12/1. • Javier Marin Personale dedicata allo scultore messicano che ha ideato un percorso urbano che racconta la sua appartenenza alla cultura e all’arte pre-ispanica dell’area mesoamericana. Milano, Rotonda della Besana (Via Besana) dal 20/11 al 6/1. • Asian Dub Photography Ingresso gratuito per questa mostra orientale con fotografie,installazioni e video; tra le altre: video egiziano dell’artista Kimsooja (vedi N. 25), una fiction di Wong Hoy Cheong e opere di Sugimoto e Araki. Modena, Foro Boario, Via Bono da Nonantola, 2, dal 13/12 al 31/1. • Alfredo Jaar – It is difficult Antologia dell’artista cileno con video, installazioni e foto. Forte impatto politico con il tema dell’emergenza umanitaria in Africa. Milano, Spazio Oberdan, V.le Vittorio Veneto, 2, dal 3/10 al 25/1. • Gli ultimi samurai Per la prima volta in Europa in mostra opere della collezione Koelliker dedicata alla storia e al mito dei samurai. Milano, Palazzo Reale (P.zza Duomo,12) dal 23/2 al 2/6. • Sonlar Spettacolo di danze e musiche cubane che mette in scena i suoni del Sonlar, il cortile attorno al quale ruota la vita nei vecchi palazzi dell’Avana. Milano, Teatro Ciak c/o Fabbrica del Vapore (Via Procaccini,4) dal 15 al 15/2. • Parallel Nippon Segnaliamo in ritardo, sperando che ritorni, questa mostra di novembre sull’architettura giapponese contemporanea dell’ultimo decennio. Milano, Urban Center (Galleria Vitt.Emanuele II, 11/12). • ChinaMood È una personale di Anna Muzi Falconi ispirata dalla Chinatown milanese. Torna a Milano,Spazio Orso 16 (Via dell’Orso,16) fino al 20/1. 51 • L’artista viaggiatore È una mostra pittorica etnica di artisti che hanno trovato ispirazione in paesi lontani. Da Gauguin a Klee, da Matisse a Ontani. Ravenna, Museo d’Arte della Città, dal 22/2 al 21/6. • Egitto Tesori sommersi 500 reperti mostrati in una scenografica ricostruzione delle profondità marine. Venaria(Torino), Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria, dal 7/2 al 31/5. 52 I Manga-Caffé sono luoghi nati a metà anni ’70 in cui ci si reca per leggere i propri fumetti preferiti in caffetterie che possono essere anche veri e propri dormitori e che offrono numerosi servizi: piccole cabine a disposizione del cliente hanno poltrona, computer, una gruccia e un letto. Le tariffe sono a tempo da 100 yen all’ora, pari a circa 65 centesimi di euro. Sono frequentati da persone di ogni età che fanno lavori occasionali e precari, magari per passarvi il tempo in attesa di una telefonata al cellulare da parte di qualche agenzia interinale, oppure da appassionati di manga e fumetti. Per alcuni questi luoghi di riposo temporaneo diventano una seconda o anche una prima casa. Sono chiamati anche Manga Kissa o Mankitsu. Otaku significa “casa altrui”. Dagli anni ’80 questo termine sta però ad indicare negativamente l’usanza tipica dell’alienazione dei giovani appassionati di manga, videogames e animazione giapponese che trascorrono la maggior parte del loro tempo isolati dal resto del mondo,rinchiusi in casa, mangiando il cosiddetto junk food (cibospazzatura) assorbiti dalle loro manie. Questi usano in modo esasperato la tecnologia: magari restano perennemente davanti a pc con webcam, tv, antenne paraboliche, dvd, playstation. Esiste anche il Rental Showcase che vende delle scatole piene di selezioni personali dei singoli individui in base alle personali manie del proprietario. A Tokyo, specialmente nei distretti di Akihabara e Nakano, c’è la più alta concentrazione di otaku. Kobudo Il Kobudo, origine di tutte le arti marziali giapponesi, inizialmente era praticata da guerrieri contadini e oggi è assimilata nel ju-jitsu. Si compone di due insegnamenti principali: Toshu Kata (“forme” di Jujutsu: difesa a mani nude) e Emono Kata (“forme” con armi: bastone e coltello, spada lunga e corta,spesso armi utilizzate in coppia). Si pratica inoltre IaiDo (“Via dell’estrazione della spada”). È un insieme di arti marziali poiché ogni singola arma ha le proprie tecniche e le proprie posizioni. Robot giapponesi Non finiscono mai di stupire dal Sol Levante: i nostri miti dell’infanzia sono stati i robottoni e anche su queste pagine abbiamo continuato a parlarvene soprattutto in “News from el alam” e in “Anime giapponesi”. Vediamo alcune novità… Mentre 7 nuovi commessi robot sono operativi in un grande magazzino di Osaka, il robot Motoman, già operaio, postino e musicista, è ora anche un cuoco che ha preparato una pizza-frittata chiamata okonomiyaki. Aiko non è proprio giapponese ma è il sogno che diventa realtà: la donna-robot definita perfetta è una colf dalla pelle chiara e morbida e dai tratti orientali che lava, stira e cura la casa…e presto saprà anche fare l’amore e raggiungere l’orgasmo a richiesta, se programmata. Il suo nome significa in giapponese “figlia dell’amore” e l’ha creata in Canada Le Trung, un ingegnere informatico molto solo di origine vietnamita. Aiko non può camminare e reagisce anche con uno schiaffo se provocata sessualmente: non è quindi nata come schiava o giocattolo erotico, ma può essere programmata per essere una vera fidanzata per chi non ha tempo o voglia di averne una in carne ed ossa. Riconosce i volti delle persone e parla l’inglese e ovviamente, il giapponese! Artemis è invece un robot-guardiano addetto alla sicurezza usato anche come poliziotto: anche in questo caso la realtà ha superato la fantasia, peccato però per la gaffe col primo ministro giapponese Koizumi di qualche tempo fa: mostrando le sue capacità, Artemis gli ha infatti sparato la sua nube di fumo antiladro…conoscendo i politici, avrà fatto apposta? 53 A RIPOSO SU UN’AMACA Cos’è un’amaca? Un tipico oggetto che ci fa pensare all’etnicità e all’esotismo…questo semplice letto sospeso è costituito da una rete intessuta di fibre di palma tucum, che viene utilizzata soprattutto per il riposo pomeridiano, ma in generale per dormire o riposarsi, soprattutto all’aperto, ma anche all’esterno delle abitazioni. Ha origine nell’America Latina precolombiana e nei Caraibi, è nata come forma primordiale di giaciglio costruita dapprima con corteccia di alberi, poi di sisal, un materiale flessibile ed elastico. Per sistemarsi sopra questa sorta di semplice letto pensile, bisogna ancorare le estremità a due robusti pali della capanna, a due alberi o altri sostegni. In un clima caldo-umido come quello amazzonico, permette, con il suo ritmico dondolio, un riposo piuttosto agevole, anche nelle ore più calde. L’amaca si è diffusa anche in Occidente e ne esistono diversi tipi, che hanno diverse dimensioni, diversi materiali (panni, corde o stuoie) corredati anche da supporti di legno come distanziatori. FESTE MONGOLE Il Naadam è la festa più popolare e più importante in Mongolia e richiama centinaia di migliaia di mongoli da tutte le regioni nella capitale Ulaanbaatar. Tradizionalmente il festival è chiamato “Eriin Gurvan Naadam”, che, tradotto significa “I tre principali giochi degli uomini”: la lotta, il tiro con l’arco e le corse di cavalli, le tre discipline praticate durante il festival. L’origine del Naadam risale al III secolo a.C., periodo dell’Impero degli Unni. Ai tempi di Gengis Khan coinvolgeva l’intera popolazione dell’immenso impero: gli uomini davano prova della loro forza e dell’agilità dei loro cavalli. La nascita del Nadaam moderno si fa invece risalire al 1921 per celebrare l’indipendenza del paese: è preceduto da danze e musiche tipicamente medioevali. Importanti le feste del nuovo anno, come lo Tsagaan Sar, che è il capodanno mongolo,e segue il calendario lunare tibetano e solitamente cade nella seconda metà di febbraio. I mongoli fanno festa per cinque giorni consecutivi, ed è una delle festività più attese insieme al Nadaam. Significa “Luna Bianca” o “Mese Bianco”, è un’occasione per rinforzare l’unità familiare ed i legami sociali. Il Festival del Cammello viene organizzato per salvaguardare e proteggere questo animale così prezioso, noto come “animale del cielo” da queste parti. Il cammello battriano (a due gobbe) è diffusissimo in Mongolia: qui si trova ben il 30% dei capi mondiali e anch’esso ha la sua festa, detta “dei mille cammelli”, per educare sia la popolazione mongola che gli stranieri all’importanza del cammello nello stile di vita nomade. Il festival dà infatti l’opportunità al viaggiatore di approfondire la conoscenza di questo straordinario animale e di vivere a contatto con i nomadi del Gobi, assistendo alle loro tradizioni, alle sfilate e alle corse. In Mongolia ci sono poi moltissime altre occasioni per festeggiare, come la festa del ghiaccio, che esiste dal 2003 con giochi, sport e riti religiosi. Altre feste tipiche sono: gli zoccoli ruggenti, la festa dei bambini, dei cigni, dell’aquila, delle mille renne, la maratona dell’amicizia, il Deltee mongol (dedicato al tipico cappotto dei nomadi), oltre a molte altre gare e ricorrenze, anche religiose, a volte anche improvvisate nelle piazze. 54 VOCI DAL NILO I libri consigliati “I 19 giorni di Lomè” di Matteo Fraschini Koffi, piena consapevolezza, questo cruciale momento. Edizioni Il Circo Calante. Prodotta in Kenya e Un testo pieno di saggezza e una riflessione sulla per ora non ancora pubblicata nella sua versione morte. integrale, l’autobiografia di un giornalista del Togo che ha quasi sempre vissuto a Milano per poi scegliere di tornare in Africa alla ricerca della propria identità. Per acquistarla visitate il sito: www.matteofraschinikoffi.com. Abenavoli, Minerva Edizioni, pagg.95, € 15. Resoconto di un viaggio (anche interiore) attraverso il selvaggio e contrastante deserto algerino con 60 immagini. “Un invito alla coesistenza” di Amr Khaled, Edizioni al Hikma, pagg.228, € 13. Da non perdere poiché non esistono libri in italiano sul pensiero delle quattro scuole/ pensiero di giurisprudenza islamica, questo è un motivo in più per leggerlo ,senza pregiudizi. Questo libro non nascondo che mi ha stupito, più bello ed interessante delle aspettative. Il messaggio è “Se hai qualcosa da dare agli altri potrai coesistere, in quanto l’altro ha “Solo. Dall’Atakor al grande Erg” di Enrico bisogno di “Le mille e una notte” di Anonimo, BUR, pagg. 1536, € 22, 2 vol. Approfittiamo della messa in onda di un’ennesima trasposizione televisiva (vedi Visioni Esotiche) per presentare questa edizione, presumibilmente integrale, del capolavoro della letteratura araba: raccolta di novelle arabo-persiane di antica tradizione orale. “Storia della letteratura giapponese” di Kato Shuichi, Marsilio, 3 vol., pagg. 380, 317 e 365, € 26 cad. Interessante e impegnativo questo ampio percorso per chi vuole studiare la complessa quello che hai: ”. cultura nipponica. 5ª edizione. A lato: la libreria della “Lo spirito delle arti marziali” di Dave Lowry, University of Mexico Mondadori, pagg. 140, € 6,20. Un trattato di arti marziali giapponesi che parte dalla calligrafia “Il libro tibetano per dei guerrieri. morti” di comprendere i segreti degli antichi Padmasambhava, Mondadori, pagg.520, € 14. Esce in una nuova edizione con traduzione “Diario assolutamente sincero di un indiano integrale e commento del Dalai Lama il classico della spiritualità orientale che ha avuto part-time” di Sherman Alexie, Rizzoli, pagg.242, maggiore pensiero lettura ai ragazzi, del pellerossa Arnold Spirit Jr occidentale. Composto per aiutare chi si accinge della tribù degli Spokane, che segue la sua strada a trasmigrare di vita in vita e ad affrontare, in sfidando i pregiudizi di tutti. influenza anche sul € 16,50. Il racconto ironico e adatto per la 55 “Liberami amore” di Alberto Gentili, Garzanti, (歌川広重),e alle sue bellissime stampe artistiche pagg.341, € 16,60. Un romanzo che affronta un che sembrano dei fumetti. tema attuale: l’immigrazione e la difficoltà di Amina, una donna afghana con la sua storia “Racconti turchi” di George G.Byron, Studio d’amore con un occidentale e le varie differenze Tesi, pagg.401, € 10,33. Scritto dal grande poeta ed ostacoli. romantico all’inizio dell’ ‘800, raccoglie racconti suggestivi e tragici ispirati dai suoi viaggi in “L’uomo che doveva uccidere Mao” di Barbara Turchia. Alighiero, Excelsior 1881, pagg.202, € 16,50. Un romanzo ispirato ad un fatto realmente accaduto: un inedita visione della Cina anni ’40 mentre un complotto trama di eliminare il capo del Partito Comunista Cinese. “Nao nao: profumo” di Paul Gauguin, Mattioli 1885, pagg.101, € 10. Si tratta del quaderno del grande pittore che descrive la sua esperienza esotica a Tahiti. Il testo è qui presentato nella versione riveduta dal poeta Charles Morice, a “Asakusa kid” di Takeshi Kitano, Mondadori, pagg.204, € 6,80. Uscita nel 2002, è l’autobiografia del più grande regista vivente del Sol Levante, che ha iniziato come comico di cabaret muovendo i primi passi nel quartiere dei locali notturni di Asakusa (Tokyo). cui Gauguin aveva affidato la cura del manoscritto. “Nel cortile della moschea” di Autori Vari, Piemme,pagg.152, € 11,90. Uscito nel 2002, una raccolta di racconti islamici e fiabe opera di cinque grandi maestri: parabole di grande “Il libro dei cinque anelli” di Miyamoto saggezza Musashi, Mondadori, pagg.144, € 8. Scritto nel comprensione, pervase d’ironia e di rispetto per Seicento giapponese, è un classico manuale con uomini e cose. gli insegnamenti per sviluppare l’intuizione improntate all’amore e alla accanto alla comprensione intellettuale. “La voce del mistero” e “Alleggerire l’anima” di Osho, Mondadori, pagg. 224 e 176, € 7,80 cad. “La lampada di Aladino” di Luis Sepúlveda, Tra le decine di libri scritti dal grande mistico Guanda, pagg.158, € 14. Il grande scrittore indiano, uno dei maestri più seguiti dei nostri cileno ritorna alla narrativa con la storia di due tempi, due esempi dei pensieri e dei segreti della ragazzi che si ritrovano dopo gli anni della cultura orientale e della meditazione. dittatura e l’espatrio. “Amori d’Oriente” di “La voce della notte” di Rafik Schami, Garzanti, Giovanni pagg. 201, € 16,60. Una sorta di Decamerone ambientato a Damasco, questo romanzo Longanesi, pagg.304, € 13. Vecchio libro degli anni ’40 avvincente che ha lanciato questo grande autore dall’ autore trevigiano, che ha siriano. fatto reportage dal Giappone “Hiroshige” di Adele Schlombs, Taschen, pagg. 96, € 7,99. Bellissimo e imperdibile questo libro dedicato all’incisore e pittore giapponese Comisso, e dalla Cina. Un libro difficile da trovare, sui viaggi esotici e sugli amori da sogno. 56 “La mia strada è la tua strada” di Jiddu S.Baracetti,T.Bertacche,G.Placereani,CEC,pagg. Krishnamurti, Mondadori, pagg.252, € 11. Il 383,€25.La guida antologica del Far East Film di primo volume del guru della serie “Meditazioni sul vivere”: tra antica tradizione indiana e Udine dedicato al cinema d’Oriente. pensiero contemporaneo. “La mia Birmania” di Aung San Suu Kyi, “Mica facile trovare un ammazzatigri” di Ha Jin, Corbaccio, pagg. 380, € 18. Dal premio Nobel per la Pace ’91, un saggio-conversazione con l’ex Neri Pozza, pagg.235,€ 8. Dall’autore cinese de monaco Alan Clements sulla “L’attesa” (vedi N.22), una raccolta di 12 freschi birmana, esponendo la sua filosofia senza tempo racconti sulla difficoltà di affermare la propria che da’ voce alla speranza. individualità. situazione “Una canna da pesca per mio nonno” di Gao “Le opere dei padri del Taoismo” di Lao Tzu, Xingjian, Rizzoli, pagg. 139, € 12,39. È il primo Lieh Tzu, Chuang Tzu, Mondadori, cofanetto di volume delle opere complete dello scrittore 3 volumi (pagg.154,140 e 322), € 14,98. I capolavori della letteratura e filosofia cinese (高行健), unico cinese (anche se naturalizzato francese) ad aver vinto il Premio Nobel per la frutto degli insegnamenti dei tre grandi maestri letteratura, nel 2000, che racchiude racconti di del tao. sensibilità e inquietudine su un mondo per noi “L’uomo alla destra di Mao” di Ji Chaozhu, misterioso e lontano. Il titolo originale è 给我老爷买鱼竿. Longanesi, pagg. 403, € 24. La biografia di un Cina comunista e della Rivoluzione Popolare. “La metà dimenticata” di Xinran Xue, Sperling & Kupfer, pagg. 307, € 16. Interessante questo Chaozhu ha ricoperto incarichi di altissimo libro piuttosto datato (1962) perché narra dei protagonista che racconta la storia segreta della cambiamenti della Cina dal livello in patria e all’estero. punto di vista di donne di “La donna di sabbia” di Kōbō Abe, Longanesi, pagg.309, € 12. Ricordiamo che è stato tratto tutte le età e ceto sociale che raccontano delle loro anche un film da questo romanzo in cui una vite. L’autore, giornalista donna tiene imprigionato un uomo su una costa pechinese, si chiama Xinran sperduta del Giappone: una storia di turbamento Xue, ma spesso si firma semplicemente col sospesa tra sogno e realtà. nome. “Essere musulmano” di El Hassan bin Talal & “Oltre Babilonia” di Igiaba Scego, Donzelli, Alain Elkann, Bompiani, pagg. 93, € 5,68. Scritto dal Principe di Giordania, un saggio sui concetti pagg. 458, € 17,50. Da un’autrice italo-somala, fondamentali islamici che si confrontano con un romanzo con la storia di due donne - una somala, l’altra argentina – con il loro difficile Cristianesimo ed Ebraismo, religioni dello stesso percorso. ceppo. “L’Occidente in Asia 1850-1914” di Michael “Far East: dieci anni di cinema (1999-2008), a Edwardes, Ferro, pagg. 255, € 12. Si parla di cura di storia, di colonialismo ed imperialismo e 57 dell’attuale atteggiamento degli orientali nei “La veglia inutile” di Nadeem Aslam, Feltrinelli, confronti dell’Europa. pagg.312, € 18. Appena uscito, ecco il romanzo “La Cina è un aquilone. in cui ruotano la giovane Lara, una russa alla ricerca del fratello scomparso in Afghanistan, Bambini e maestri sulla Via della Annamaria Seta” Gallone vite diverse fra loro, opere d’arte e personaggi. di e “After dark” di Haruki Murakami, Einaudi, Vinicio Ongini, Unicef, pagg.178, € 18. Esce il nuovo libro di Murakami, pagg.60, €? Uno strumento vicenda onirica di due didattico interculturale in sorelle cui si parla della via della seta, di bambini cinesi Tokyo. nelle scuole italiane, dei maestri cinesi, dell'origine di Cenerentola, di aquiloni, di “Senza parole” di Zhang ombre cinesi, del folklore Jie, e ambientata Salani,pagg.315, a € 16,80.Dalla premiatissima autrice dell'occidentalizzazione di un paese che si sta rapidamente occidentalizzando. (張詰) candidata anche al “Miti e leggende del Tibet” di Andreas Nobel per la Letteratura, Gruschke, Neri Pozza, pagg. 246, € 18,08. Uscita un’epopea al femminile attraverso mezzo secolo nel ’99, un’antologia di fiabe e leggende tibetane sul mistico-religioso. Sempre di Tibet si parla in di storia cinese. “Le montagne del Buddha” di Javier Moro, Mondadori, pagg. 245, € 7,75, con la tragica storia del popolo tibetano dopo l’invasione cinese del 1950 e la vicenda della fuga della giovane monaca Kinsom attraverso l’Himalaya. “Tempesta dall’est” di Robert Marshall, Neri Pozza, pagg. 279, € 15,49. Interessante libro sull’epopea del popolo mongolo narrata come fosse uno stupendo romanzo d’avventure. “Storia del Giappone moderno” di Richard Storry, Sansoni, pagg. 353, € 12. Interessante libro storico sul Giappone moderno in un solo secolo: prima nato, poi caduto con la II Guerra Mondiale, e poi rinato. “Cinacittà” di Tommaso Pincio, Einaudi,pagg.335, €17. Romanzo che descrive una Roma decadente che finisce nelle mani dei cinesi, in uno scenario apocalittico. “Il libro dell’Asia” di Autori Vari, EDT,pagg.232, € 39. In uscita a ottobre, un libro fotografico scaturito da un viaggio in tutti i paesi del grande continente. “Il cinema sudcoreano” a cura di Adriano Aprà, Marsilio, pagg.199, € 14,46. Risale al ’92 la pubblicazione di questo interessante saggio sulla cinematografia sudcoreana, all’epoca sconosciuta in Occidente e capace di produrre oltre 100 film all’anno. Dello stesso argomento i più recenti “Il cinema coreano contemporaneo - Identità, “Metà di un sole giallo” di Chimamanda Ngozi cultura e politica” di Hyangjin Lee, ObarraO, Adichie,Einaudi,pagg.454,€19,50. Un romanzo di una giovane scrittrice nigeriana ambientato pagg. 350 , € 22,50, e “Kim Ki-duk” di Andrea nel ’67. Una storia dimenticata di guerra civile e secessione per formare uno stato indipendente. Bellavita, Il Castoro, pagg. 185, € 12,50. 58 ETNOSITI * www.pazzeperilbento.com/forum.htm Un forum di appassionate del bento, il cestino per il pranzo giapponese, diventato evidentemente, l’ennesima moda! *www.continentenero.it è un portale interessantissimo per scoprire l’Africa e organizzare viaggi *www.tonyjaa.org Un sito in inglese dedicato all’attore-rivelazione thailandese Tony Jaa. *www.aerosolarabic.com Sito di giovani graffitari anglo-arabi che realizzano nel mondo coloratissime opere con parole e frasi di tolleranza, differenza e identità che esprimono l’essenza dell’Islam (il banner del loro sito nell’ immagine a fianco). *www.muslima.com È il primo sito al mondo di incontri per utenti musulmani. *www.maldiveonline.it Il primo sito italiano dedicato alle isole dell’Oceano Indiano. *www.africanethnicart.com Dedicato agli amanti dell’arte africana. *www.maroccoturismo.com sito italiano per i viaggi in Marocco *www.chinaview.cn e *www.einnews.com/china/ China View e Inside China Today sono due portali d’informazione dalla Cina, in inglese. *http://hkdigit.blogspot.com/ Simpatico questo blog di Hong Kong pieno di foto curiose. *www.hiroshige.org.uk/index.html Resterete affascinati dalle opere di questo sito, interamente dedicato all’artista giapponese Hiroshige (vedi anche “Voci dal Nilo”). *http://giapponesugoi.blogspot.com/ Un simpatico blog in italiano dal nome Giappone Sugoi! Opera di Paola, che si autodefinisce una ragazza con una passione smisurata per il Paese del Sol Levante. *www.japantoday.com Sito di notizie dal Giappone (in inglese) *http://movetochina.wordpress.com/ È un blog in italiano tutto dedicato alla Cina 59 METROPOLI MULTIETNICA NEGOZI: Banak Importa è una catena di negozi di mobili e oggettistica in stile etnico urbano; ha vari punti vendita: wwwbanakimporta.it Haas (C.so di Porta Romana, 2) da 200 anni tratta tappeti orientali. Anche da C.I.T.O. (Milano: V.le Tunisia ang. Via Settala e Torino: C.so San Maurizio, 1 e Via Garibaldi, 3). tappeti orientali, kilim e moderni. Sara’s Store (Via Bambaia, 5) è un negozio cingalese di prodotti alimentari asiatici. Coraçao do Brasil (Via P.Sarpi, 6) offre un’esperienza irripetibile per gli amanti del vero caffè, che viene tostato due volte alla settimana in questa vera torrefazione in piena Chinatown, che esiste dal 1962. I suoi caffè vengono importati direttamente dal Brasile, da Cuba, dall'Africa e dall'India. Matrimonio alla cinese? Alla moda sposa (Via Canonica, 30) pensa a tutto, dal vestito ai servizi fotografici, ecc. Oriente Store (Via Sarpi 12) omonimo del n. 22, negozio cinese assolutamente imperdibile per gli amanti del genere, piuttosto grande con 3 o 4 vetrine. Ci siamo entrati ed abbiamo trovato molti oggetti curiosi ed interessanti: soprammobili, bigiotteria,incensi anche indiani, abiti e vestiti cinesi e molte statue buddhiste; il commesso alla cassa è molto gentile e colto, vi conquisterà con i suoi discorsi filosofici. Se cercate musica latinoamericana, rivolgetevi al negozio Son Musica (Via Giambellino, 54). Buscemi Dischi (C.so Magenta,31) è uno storico negozio con una discreta sezione di etnica. Spostandoci in Giappone, Vinyl Japan a Tokyo, è specializzato in dischi di vinile e rarità da collezione. Al Bonsai (V.le Certosa, 242) è ovviamente specializzato nei piccoli alberi giapponesi che danno armonia. Pupa (www.pupa.it):citiamo il negozio di cosmetici con negozi in tutta Italia, per le originali Puposke, coloratissime bamboline etniche da tutto il mondo che s’ispirano alle matrioske e in realtà sono trousse di trucchi, ideali per regali. I sudamericani si danno da fare anche nel settore scarpe, ecco allora il calzolaio Il veloce (Via Sismondi,34). Di solito non ci occupiamo di phone center, ma lo sapevate che in Via Sismondi, 38 ne esiste uno curioso egiziano che prende il nome dalla storica cantante Oum Kalsom? PALESTRE: Alla Palestra Ambrosiana (Via Lanzone, 30/a) appena aperta dietro alla Basilica di Sant’Ambrogio organizzano vari corsi tra cui capoeira, yoga, kentutsu (spada giapponese) ecc. SALUTE, RELAX & BENESSERE: Tao è un centro di riflessologia e shiatsu: Milano, Via Fontana, 3 e Monza, Via Cavallotti, 46. Hon Huo è un parrucchiere, manicure e centro massaggi cinese: Bresso (MI) Via Vittorio Veneto, 113. Zen (due punti: Via M.Gioia, 43 e Via Lazzaretto, 8, www.zen-benessere.it) è un centro estetico e massaggi cinese. Il Dream (V.le Umbria, 41) aperto di recente, è centro benessere-massaggi cinesi. Omonimo di quello del N.27 (forse in attesa di nuovo nome perché appena aperto) il Centro Benessere (Via Beato Angelico, 20). Hammam Sahara (Via Benaco, 1 www.hammamsahara.it) è un bagno turco. Le Spa Berbere (V.le Umberto I, 3, Monza -MI- wwwlespaberbere.it) è un grande centro estetico con sauna hammam in stile marocchino. Proposta inusuale per il nuovo Centro Benessere Petit Soleil (Via M.Melloni, 37) completamente arredato in stile…azteco! Rammani (V.le Lombardia, 64) si aggiunge da poco all’infinita lista dei centri massaggi tradizionali thailandesi. Farmaci senza obbligo di ricetta è un depliant pieghevole in 7 lingue utile per gli stranieri o i turisti di passaggio nel nostro paese per l’automedicazione. È distribuito gratuitamente da Federfarma in tutte le farmacie italiane; c’è l’arabo, mancano però sia la lingua cinese che giapponese, come 60 mai questa lacuna? Tra i tanti parrucchieri cinesi di Milano, ecco I capelli di Anna (C.so Lodi, 93/1 vicino al metro M3 Brenta). Altro parrucchiere, unisex, l’ecuadoregno, Yadi (Via Frapolli, 3). LOCALI & DISCOTECHE: Maharaja (V.le Gorizia, 8) è un pub su due livelli d’ispirazione indiana-coloniale, ricco di pezzi originali; musica diffusa etno-easy listening e soul. Qin (Via Van Gogh, 2) è una discoteca di ben 100mq nel Parco Lambro: l’ispirazione è cinese con lanterne rosse, arredamento in stile coloniale e paccottiglia ethno-chic. Karma-Borgo del Tempo Perso (ex Parco Delle Rose, Via Fabio Massimo, 36) è un’altra discoteca orientaleggiante con atmosfera ethno-chic in due piste immerse nel verde, ma la musica di entrambe non ha a che fare con l’ispirazione. Yuenwen Bin è uno dei tanti bar cinesi di Via Paolo Sarpi. El Dueño De La Noche (Via Sette Martiri, 13, Pavia) e Coba (Via Ascanio Sforza, 37/a) sono due discoteche per gli amanti della musica latinoamericana. Ganesh Lounge Cafè (Via Polese, 47/c, Bologna) è un esotico pub dedicato al dio della buona sorte dove si può anche mangiare e assistere a spettacoli di danza del ventre, contemporanea e afro, oppure ballare o ascoltare musica dal vivo. RADIO: Sound Asia FM e Radio Nairobi sono due emittenti radio del Kenya: la prima, in particolare, per la zona di Mombasa, trasmette per la comunità hindi,inglese e multilingue. Radio Gas (www.radiogas.it) trasmette solo sul web senza interruzioni pubblicitarie, molta la musica etnica presente. RIVISTE: Oasis (www.oasisweb.it) è una interessante rivista di cultura ambientale che esiste da parrecchio tempo. Dove è un mensile di viaggi e tempo libero. Alkawakeb è una rivista egiziana di spettacolo, la si può trovare anche nelle nostre edicole che vendono giornali internazionali. Altri giornali arabi sono i quotidiani internazionali in inglese Al-sharq al awsat e Al-Quds al. V & S (che sta per viaggi e sapori) è una rivista dove si possono trovare argomenti etnici. Da non confondere con VPS (www.volontariperlosviluppo.it) una rivista che si autodefinisce “di chi abita il mondo, per conoscere paesi lontani: nasce dall’ONG Cisv di Torino e si occupa di informazioni dai cinque continenti. China Daily e Beijing Youth Daily sono due noti quotidiani cinesi pubblicati in lingua inglese. Xinhua (新华通讯社 - da noi chiamata “Nuova Cina”-) è l’agenzia ufficiale di stampa del governo cinese. ). The Korea Times, in lingua inglese, è uno dei tre maggiori quotidiani sudcoreani, in lingua inglese, il più vecchio; gli altri due sono The Korea Herald e The JoongAng Daily. Euro Latinos (www.revistaeurolatinos.com) in spagnolo, e rivolta agli immigrati in Europa, è tutta dedicata al mondo latinoamericano. Interessanti due riviste che esistono da anni: Lo straniero (www.lostraniero.net), mensile di arte, cultura e società: si parla molto di immigrati e Nigrizia (www.nigrizia.it), nata addirittura nel 1883 per opera dei missionari e dedicata al mondo africano. Latino! È una rivista di musica e balli latinoamericani con cd allegato. Vi ricordate di Terre di mezzo (www.specialeterre.it)? Il famoso giornale di strada nato nel ’94 e venduto dai ragazzi 61 senegalesi, si presenta più ambizioso,con la nuova grafica, nuovi contenuti ma progetto di base immutato. Recentemente è uscito, pubblicizzatissimo, anche Turisti per caso Magazine, anche se un po’ a scoppio ritardato: una decina d’anni fa e più la sognavamo una rivista dedicata ai viaggi scritta dai lettori! Solo Av!sos è un opuscolo bimensile gratuito con annunci,pubblicità e offerte di lavoro per i sudamericani a Milano. ASSOCIAZIONI & CENTRI: MilanoMadagascar (www.milanomadagascar.com) è una onlus fondata 6 anni fa per vari progetti a sostegno del paese africano. Non uno di meno, come il titolo del film di Zhang Yimou del ’99 (vedi N.18) è un progetto partito dall’istituto Bertarelli, promosso dall’assessorato all’Istruzione della Provincia di Milano, in collaborazione con il Centro Come, per l’inserimento, il sostegno, l’integrazione e l’apprendimento della lingua italiana dei ragazzi stranieri nelle scuole. Centro Studi Bhaktivedanta è un’istituzione accademica no profit con varie sedi, che organizza corsi, seminari e conferenze, un’accademia di scienze tradizionali dell’India. www.c-s-b.org Associazione Italia-Cina dal 1962 promuove la conoscenza e i rapporti tra le due nazioni. P.zza 4 Novembre, 1. www.italiacina.org Associazione Cinesi in Milano (Via Rosmini, 11) è una delle tante associazioni della comunità cinese in zona Chinatown. Eccone altre: Associazione Cinesi di Wencheng in Lombardia Onlus; Associazione di Imprenditori Cinesi in Milano. Vi ricordate del ristorante-centro culturale Sneh Sadan del N.1? Avinash Ganesh ci riprova con un agriturismo in stile indiano, Casa Ganesh (Pietragavina, Varzi, località Crocetta –PV-): cene indiane, yoga, poesia e letteratura, cicli di serate musicali animate da musicisti, danzatori e strumentisti sulle colline verdi della Val Staffora. Il Consolato della Cina a Milano non è più all’indirizzo riportato sul lontano N.5 ma in Via Benaco, 4, mentre a Firenze è in Via dei Della Robbia, 39. Altri consolati: Honduras (Via R.Pilo, 19/b), Costa Rica (Via Dante, 4), Argentina (Via Agnello, 2), Ecuador (P.zza Bottini, 1), Cuba (Via G.Battista Pirelli, 30), Uruguay (P.zza Diaz, 7), Repubblica Dominicana (C.so Buenos Aires, 64). L’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese (www.fmprc.gov.cn/ce/ceit/ita/) è invece in Via Bruxelles, 56 a Roma. La Camera di Commercio ItaloCinese si trova in Via Carducci, 18 a Milano (www.china-italy.com). SPORT: Un calcio alle differenze con la proposta dell’associazione L’Altropallone e la nascita di CiniSeneGol, una squadra di calcio multietnica di Cinisello Balsamo formata da cinisellesi e senegalesi, che punta alla 3° categoria e cerca ora di coinvolgere anche immigrati di altri paesi e organizza vari incontri extrasportivi. Per informazioni: 02-36538806 o 349-4488845. Anche le parrocchie si adeguano organizzando corsi a livello dilettantistico di karate per adulti e bambini, è il caso della Polisportiva La Senavra (Via Cipro, 10). CORSI,RELIGIONE,VIAGGI: Interessanti le proposte dell’agenzia Mondo Auprema (Via Cadorna, 49, Cinisello Balsamo -MI-), come il viaggio di gruppo “Cina – Triangolo Imperiale” tra aprile e maggio prossimi. Jalpak (Via San Clemente, 1 www.jalpak.it) è un’agenzia specializzata in programmi di viaggio in Giappone. L’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco è in Via Larga, 23 a Milano; non lontano Air China (Via Larga, 8 Milano) la compagnia aerea cinese. Il Monastero Zen Il Cerchio (Via dei Crollalanza, 9) organizza vari corsi di shiatsu in diversi centri e scuole d’Italia: www.monasterozen.it Ancora shiatsu con trattamenti e corsi di formazione per 62 operatori del settore, dal 1985 all’ Accademia Italiana Shiatsu-Do (Via Settembrini, 52 e Via Colombo, 11 www.accademiashiatsudo.it e www.mondoshiatsu.com – ne parlammo sul N.9). Suryanagara (Via Teramo, 5 www.suryanagara.it) è un centro che organizza corsi annuali di “bollywood dance”, un misto che si ispira alla danza classica indiana e ai balli folkloristici popolari di varie regioni. Ghe Pel Ling (Via Euclide, 17 www.gpling.org) sembra milanese, ma è un istituto di studi di buddhismo tibetano nato nel 1978 per diffondere e mantenere viva la cultura tibetana del Dalai Lama. Organizzano anche un corso di lingua tibetana. Se invece preferite imparare la lingua ebraica moderna, oppure la storia del pensiero ebraico o la grammatica/lettura di testi biblici e odierni, rivolgetevi alla Scuola di Lingua Ebraica www.scuoladilinguaebraica.it Danzarmonica (Via F.Casati, 8 e Via Napo Torriani, 19 www.danzarmonica.it) è una scuola che organizza seminari, corsi di danza del ventre mediorientale, percussioni taiko, teatro africano e orientale, ecc. Efoa University (Via Benaco, 26) è una scuola che organizza vari corsi: discipline orientali, tai chi chuan, yoga, danza del ventre turca, danza indiana, ecc. Miki Travel (www.miki.roma.it) è un’agenzia di viaggi specializzata in viaggi in Giappone, sia individuali che di gruppo. Pindorama (www.pindorama.it) è un’agenzia specializzata in viaggi in Senegal e America Latina, il nome significa “terra delle palme” in tupì, indios del Brasile. African Explorer (www.africanexplorer.com), Dream Amazzonia (www.dreamamazzonia.it) e Go Asia (www.goasia.it) sono altre agenzie viaggi specializzate rispettivamente in rotte africane, sudamericane e asiatiche. 63 RAMAZAN SAHIN È una nuova rivelazione, potrebbe essere un lottatore di wrestling, ma a differenza delle stars di quella categoria, questo giovane lottatore turco ancora poco conosciuto e che ha già fatto parlare bene di se è un lottatore puro e non un lottatore/attore. È nato l’8 Luglio del 1983, ha il viso da ragazzino incorniciato da una barbetta. Lotta molto bene contro l’avversario, l’abbiamo visto in un filmato in rete (internet), è agile e preciso nei movimenti. Nel 2008 ha partecipato per la prima volta alle olimpiadi, più precisamente a Pechino, dove si è affermato. Ha ottenuto la medaglia d’oro lottando contro il cubano Geandry Garzon (8 a 4), l’iraniano Mehdi Taghavi (4 a 0) e il georgiano Otar Tushishvili (4 a 1). Più complicato è stato l’incontro con l’ucraino Andriy Stadnik battendolo però negli ultimi 40 secondi. Conosciamolo meglio. Il ragazzo è nato Machackala nel Daghestan, sotto il controllo del governo russo, emigrò con la sua famiglia in Turchia nel 2005. Viene naturalizzato l’anno successivo per iniziativa di Mehmet Ali Sahin, ministro dello sport turco e cambia il cognome in Sahin in suo onore, poiché il vero cognome di Ramazan (forse significa Ramadan?) è Ibrayhanov. È lottatore della categoria 66 kg. Ad ogni vittoria il ragazzo si prosterna con la fronte sul pavimento come ringraziamento a Dio. Il movimento è simile alla preghiera musulmana.