SALUTE E STILI DI VITA NELLA ASL 2 LUCCA SINTESI DEI DATI DEL SISTEMA DI SORVEGLIANZA PASSI 2007–2010 Il sistema di sorveglianza Passi PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) é il sistema di sorveglianza italiano della salute e degli stili di vita della popolazione tra 18 e 69 anni; esso fornisce informazioni anche a livello di ASL. PASSI, ideato dal Ministero della Salute, è coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Regione Toscana. PASSI indaga aspetti relativi allo stato di salute (ad esempio: ipertensione, ipercolesterolemia, ecc.), alle abitudini di vita (ad esempio: alcol, fumo, ecc.), a strumenti di prevenzione (screening, vaccinazioni), alla sicurezza stradale e domestica. Dall’aprile 2007 la sorveglianza è attiva in 20 Regioni e 149 ASL. Nella nostra Regione hanno aderito al sistema tutte le ASL. Per la raccolta dei dati è stato utilizzato un questionario di circa un centinaio di domande, standardizzato e validato a livello nazionale e internazionale, somministrato telefonicamente a un campione mensile stratificato proporzionale per sesso e classi di età, estratto casualmente dalle liste dell’anagrafe sanitaria. Le interviste vengono condotte da personale dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL con cadenza mensile e durano in media 20 minuti. La qualità dell’indagine PASSI viene costantemente tenuta sotto controllo con alcuni indicatori raccomandati a livello internazionale per sistemi di sorveglianza di questo tipo. Per quanto riguarda l’AUSL 2 Lucca, nel periodo 2007-2010, sono state intervistate 962 persone in età 1869 anni; il 50,9% del campione intervistato (490 persone) è costituito da uomini e l’età media complessiva è di 45 anni. L’11,1% del campione non ha alcun titolo di studio o ha la licenza elementare, il 35,2% la licenza media inferiore, il 40,2% la licenza media superiore e il 13,5% è laureato. I coniugati/conviventi rappresentano il 62,1% del campione, i celibi/nubili il 29,3%, i separati/divorziati il 6,3% e i vedovi/e il 2,2%. Il 98,8% del campione è italiano; sono rientrati nel campione solo 10 soggetti stranieri. Per quanto riguarda il lavoro, il 67,6% del campione tra i 18 e i 65 anni riferisce di lavorare regolarmente. Le donne risultano, nel complesso, meno “occupate” in un lavoro regolare rispetto agli uomini (il 55,1% vs 44,9%). Il 7,1% del campione riferisce di avere molte difficoltà economiche, il 37,3% qualche difficoltà e il 44,9% nessuna. Maggiori informazioni ai siti: http://www.epicentro.iss.it/passi/ - http://www.usl2.toscana.it/sup Salute e fattori di rischio in cifre Tra i residenti di 18-69 anni dell’ASL 2 il: 60,5% si giudica in buona salute 7,5% ha riferito sintomi di depressione nelle ultime due settimane 24,7% fuma 39,9% è in eccesso ponderale (29,9% sovrappeso; 10% obeso) 29,9% fa una buona attività fisica 25,1% è completamente sedentario 25,6% è iperteso 23,4% ha il colesterolo alto 20,0% è un bevitore “a rischio” 13,7% ha guidato sotto l’effetto dell’alcol nell’ultimo mese Salute percepita Numerosi studi condotti a partire dagli anni ’80 hanno dimostrato che lo stato di salute percepito a livello individuale è in relazione con i tradizionali indicatori oggettivi di salute (mortalità e morbosità) e risulta correlato alla presenza di patologie croniche o ai rispettivi fattori di rischio. Nella nostra ASL il 60,5% degli intervistati giudica buona o molto buona la propria salute. Si dichiarano più soddisfatti: i giovani tra 18 e 34 anni, gli uomini, le persone più istruite, le persone senza difficoltà economiche e le persone che non hanno patologie croniche. Sono le donne e le persone più anziane a riferire il maggior numero di giorni in cattiva salute (per motivi fisici o psicologici) Sintomi di depressione Il 7,5% delle persone intervistate riferisce sintomi depressivi* nelle due settimane precedenti l’intervista. Sono maggiormente interessate da questo problema: le donne (circa due volte e mezzo più degli uomini), le persone meno istruite, quelle con difficoltà economiche, quelle con un lavoro non regolare e quelle che non hanno patologie croniche. La percezione del proprio stato di salute peggiora in modo vistoso tra coloro che riferiscono sintomi depressivi: solo il 28,6% considera buona o molto buona la propria salute contro il 63,2% delle persone senza tali sintomi. Tra le persone con sintomi di depressione il 57,6% si è rivolto a un operatore o a persone di fiducia come familiari e amici, e il 42,4% non ha cercato alcun aiuto. Figure di riferimento per persone con sintomi di depressione ASL 2 Passi 2007-2010 (n=66) medico/operatore sanitario 27 familiari 7 entrambi 4 nessuno *desunti col Patient Health Questionnaire-2 (PHQ-2) 28 0 5 10 15 % 20 25 Stili di vita Solo il 29,9% delle persone tra 18 e 69 anni nella nostra ASL pratica un buon livello di attività fisica. Si stima che il 44,4% della popolazione sia in sovrappeso e che il 10% sia obesa. Sono pochi (8,8%) coloro che riferiscono adeguati consumi di frutta e verdura (almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno). Circa 4 persone su 10 tra 18 e 69 anni bevono in modo pericoloso per la salute. Fuma ancora quasi un terzo della popolazione tra 18 e 69 anni e tale quota è più elevata tra i giovani 18-34enni; uomini e donne fumano in percentuale pressoché analoga (51,3% vs 48,7%). Attività fisica Il 29,3% degli intervistati riferisce di effettuare un lavoro pesante o aderisce alle raccomandazioni sull’attività fisica (30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana o 20 minuti di attività intensa per almeno 3 giorni alla settimana) e può quindi essere definito attivo; il 45,6% non effettua un lavoro pesante e pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto raccomandato (parzialmente attivo), mentre il 25,1% è completamente sedentario. I sedentari sono più frequenti nella classe di età più elevata, tra le persone con basso livello di istruzione e Attività fisica ASL 2 Passi 2007-2010 (n=962) Attivo 29 Parzialm ente attivo 46 Sedentario 25 0 10 20 30 % 40 50 30 tra quelle con molte difficoltà economiche. La promozione dell’attività fisica non sembra ancora soddisfacente, infatti meno di una persona su tre (29,6%) ha riferito che un medico si è informato sull’attività fisica praticata o di aver ricevuto il consiglio di praticarla regolarmente. Lo stile di vita sedentario si associa ad altre condizioni di rischio: depressione (25%), ipertensione (24,7%), sovrappeso (25%), fumatore (25,1%). Abitudine al fumo Si stima che nell’AUSL 2 Lucca il 24,7% delle persone tra 18 e 69 anni sia fumatore. In particolare circa 3 giovani su 10 tra 18 e 24 anni fumano abitualmente. La prevalenza di fumatori è sempre elevata anche nei 2534enni tra i quali fumano più di 3 persone su 10. Inoltre l’abitudine al fumo è risultata particolarmente rilevante tra le persone culturalmente ed economicamente svantaggiate. L’attenzione al problema da parte degli operatori sanitari non sembra ancora del tutto soddisfacente; infatti poco più di 5 fumatori su 10 hanno riferito che un medico si è interessato a questa loro abitudine e che ha consigliato di smettere. La quota di fumatori che ha smesso o ha tentato di farlo con l’ausilio di farmaci o di servizi offerti dall’AUSL è risultata molto modesta (rispettivamente 2,9% e 1,9%). Il fumo in casa, nei luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro merita ancora attenzione, nonostante gli effetti positivi ottenuti dopo l’entrata in vigore della nuova legge sul divieto di fumo nei locali pubblici; infatti, il 9,5% fuma in casa anche in presenza di minori di 14 anni, l’1% nei luoghi pubblici e il 3,9% nei luoghi di lavoro. Abitudine al fumo di sigaretta ASL 2 PASSI 2007-2010 (n=962) non fum atori 50 fum atori in astensione 1 ex fum atori 25 fum atori 24 0 20 40 % 60 80 100 non fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma fumatore in astensione: soggetto che attualmente non fuma, da almeno 6 mesi ex fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno Situazione nutrizionale e abitudini alimentari Complessivamente si stima che circa 4 persone su dieci (29,9%) nell’AUSL Lucca siano in eccesso ponderale (comprensivo di sovrappeso e obesità); ma tale condizione cresce in modo rilevante con l’età, è nettamente maggiore negli uomini e nelle persone meno istruite. Per contro la dieta per ridurre o controllare il peso è praticata solo da poco più di una persona su 4 in eccesso ponderale, con una lieve prevalenza per gli uomini (52,4% contro il 47,6% delle donne); il 76,8% controlla il proprio peso per consiglio di un medico. Sebbene il 41,1% delle persone consumi 3 o 4 porzioni di frutta e verdura al giorno, solo l’8,8% aderisce alla raccomandazione di consumarne almeno 5 porzioni al giorno. Questa sana abitudine è più diffusa nella fascia 50-69 anni, tra le donne, tra le persone più istruite, tra le persone senza difficoltà economiche e tra le persone normopeso. Solo il 40,1% delle persone in sovrappeso/obese ha ricevuto consigli di fare attività fisica da un medico Situazione nutrizionale della popolazione ASL 2 PASSI 2007-2010 (n=962) obesi 10 sovrappeso 30 norm opeso 57 sottopeso 3 0 100 20 40 % 60 80 100 Numero di porzioni di frutta e verdura consumate al giorno ASL 2 Passi 2007-2010 (n=962) 80 % 48 60 41 40 20 2 9 0 0 porzioni 1-2 porzioni 3-4 porzioni Consumo di alcol Nella nostra AUSL la percentuale di persone che nell’ultimo mese riferisce di aver bevuto almeno una unità di bevanda alcolica (pari a una lattina di birra o a un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore) è risultata del 66,1%. Tale percentuale è significativamente maggiore negli uomini. Complessivamente, nel periodo 2007-09, il 15% degli intervistati tra 18 e 69 anni può essere considerato un bevitore a rischio (fuori pasto e/o forte bevitore e/o “binge-drinking”), una percentuale di poco inferiore alla media nazionale del 20%. Il binge, secondo la vecchia definizione 2007-09, è chi ha bevuto nell’ultimo mese almeno una volta 6 o più unità alcoliche in una sola occasione; questa pericolosa modalità di consumo risulta più diffusa tra 50 e 69 anni, seguita dalla fascia di età 18-34, tra gli uomini, tra persone con istruzione più alta e tra le persone economicamente più svantaggiate. Secondo la nuova definizione 2010, il binge è chi ha bevuto almeno una volta nell'ultimo mese 5 o più (per uomini) e 4 o più (per donne) unità di bevanda alcolica in un'unica occasione): pertanto, nell’anno 5 o più porzioni I risultati dell’indagine evidenziano che l’attenzione dei medici o degli operatori sanitari verso questo problema è ancora limitata: solo in meno di due casi su dieci essi si informano circa il consumo di alcol dei loro pazienti e solo poco più di un bevitore a rischio su dieci riceve il consiglio di moderare il consumo. 2010 i bevitori a rischio risultano il 26,6%, nella fascia tra 50 e 69 anni, seguita dalla fascia di età 25-49, tra gli uomini, tra persone con istruzione più alta e tra le persone economicamente più avvantaggiate. Bevitori a rischio per categoria ASL 2 Passi 2007-2010 (n=961) 50 40 30 % 20 18 20 9 10 4 0 bevitori a rischio binge fuoripasto forti bevitori Fattori di rischio cardiovascolare I fattori di rischio cardiovascolare sono diffusi: si stima che il 25,6% della popolazione intervistata soffra di ipertensione e il 23,4% abbia elevati livelli di colesterolo nel sangue. Sebbene il calcolo del rischio cardiovascolare sia un importante strumento per la comunicazione del rischio individuale al paziente, esso è ancora poco diffuso e calcolato in meno di una persona su dieci tra 35 e 69 anni. Ipertensione arteriosa Si stima che nell’AUSL il 7,5% della popolazione tra 18 e 69 anni non abbia mai controllato la pressione arteriosa. È importante ridurre ancora questa quota per migliorare il controllo dell’ipertensione nella popolazione (specie per i pazienti sopra ai 35 anni) e strutturare controlli regolari. Quasi tre persone su dieci risultano ipertese, ma la quota varia notevolmente con l’età (43,5% nella fascia 5069 anni) e aumenta tra le persone culturalmente svantaggiate e nelle persone con eccesso ponderale. Il 73,7% delle persone ipertese è in trattamento farmacologico. Indipendentemente dall’assunzione di farmaci, nella nostra AUSL risulta particolarmente elevata la percentuale di ipertesi che ha ricevuto consigli in merito al cambiamento di abitudini di vita volte a correggere i valori pressori come l’attività fisica regolare, la dieta iposodica ed il controllo del peso corporeo. Popolazione con ipertensione arteriosa ASL 2 Passi 2007-2010 (n=890) 100 80 60 44 % 40 20 21 6 0 18-34 anni 35-49 anni 50-69 anni Ipercolesterolemia L’80,5% degli intervistati tra 18 e 69 anni ha riferito di essersi sottoposto alla misurazione della colesterolemia almeno una volta nella vita. Il 23,4% di questi ha riferito una diagnosi di ipercolesterolemia; questa quota sale al 28,43% tra le persone di 50-69 anni e al 29,5% nei soggetti con sovrappeso/obesità. Il 22,73% degli ipercolesterolemici è in trattamento farmacologico. I nostri dati evidenziano un buon livello di attenzione da parte degli operatori sanitari nei confronti del paziente ipercolesterolemico. Infatti, indipendentemente dall’assunzione di farmaci, una buona percentuale di persone ipercolesterolemiche ha riferito ai aver ricevuto consigli su come modificare il proprio stile di vita, quali l’attività fisica regolare, la dieta appropriata con riduzione del consumo di carne e formaggi, ed il controllo o la riduzione del peso corporeo. Popolazione con ipercolesterolemia ASL 2 Passi 2007-2010 (n=774) 100 80 60 % 40 20 26 28 35-49 anni 50-69 anni 9 0 18-34 anni Nonostante ciò è auspicabile una maggiore copertura della popolazione nello screening dell’ipercolesterolemia e un’ulteriore implementazione dell’attività di counselling con il ricorso a un approccio maggiormente standardizzato e più esteso alla popolazione caratterizzata da questo fattore di rischio. Punteggio di rischio cardiovascolare Il punteggio di rischio cardiovascolare è uno strumento semplice ed obiettivo che il medico può utilizzare per stimare la probabilità del proprio paziente di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi. Per calcolarlo è necessario conoscere il valore di 6 fattori: sesso, diabete, abitudine al fumo, età, colesterolemia e pressione arteriosa sistolica. Dai dati PASSI emerge chiaramente che tale strumento è ancora scarsamente utilizzato e calcolato da parte dei medici della nostra AUSL. Si stima infatti che solo il 7,1% delle persone intervistate di 35-69 anni abbia avuto il calcolo del punteggio di rischio cardiovascolare, una percentuale estremamente bassa. Interventi di prevenzione (2007-09) L’adesione alla diagnostica precoce dei tumori del collo dell’utero è elevata anche se la periodicità di esecuzione e le modalità di pagamento dell’esame (il 20,1% ha pagato il ticket per l’esecuzione del Pap test e il 6,4% ha pagato totalmente la prestazione) testimoniano che si ha una larga quota di adesione spontanea che spinge ad effettuare l’esame con frequenza superiore a quella del programma regionale di screening (tre anni) in strutture accreditate o private. Risulta elevata la percentuale di donne che effettua la mammografia a scopo preventivo grazie alla presenza di una buona informazione e di un programma di screening ormai consolidato sul territorio. Il 51,8% delle persone intervistate nella fascia di 50-69 anni ha riferito di aver effettuato un esame per la diagnosi precoce dei tumori colon-rettali. La copertura stimata è superiore al livello di copertura “accettabile” (45%) e vicina a quello “desiderabile” (65%). Ancora molto bassa l’adesione alla vaccinazione antinfluenzale tra i soggetti sotto i 65 anni. Si stima infine che circa un terzo delle donne in età fertile (28%) non sia a conoscenza del proprio stato immunitario nei confronti della rosolia, evidenziando come la percezione del rischio connesso all’infezione rubeolica in gravidanza sia bassa e il rischio sottostimato; inoltre, circa tre donne ogni cento sono sicuramente suscettibili alla rosolia e pur sapendolo non si sono vaccinate. Screening neoplasia della mammella (2007-09) Nella nostra AUSL circa otto donne su dieci intervistate (78,2%), di età 50-69 anni, ha riferito di aver effettuato una mammografia preventiva in assenza di segni e sintomi nel corso degli ultimi due anni, come raccomandato dalle linee guida. La copertura stimata è superiore al livello di copertura ritenuto “accettabile” (60%) e al livello “desiderabile” (75%). Interventi di promozione della mammografia ASL 2 PASSI 2007-2009 (n=122) cam pagna inform ativa Donne effettuato la Donnedi di50-69 50-69anni anniche chehanno hanno effettuato m am m ografia negli ultim i 2 anni la mammografia negli ultimi 2 anni ASL210 Passi2007-2009 2007/2008 (n=209) ASL Passi (n=119) 100 90 100 90 90 78 80 80 70 70 60 60 % 50 % 50 40 40 30 30 22 20 10 20 10 10 0 0 si no si no 88 53 lettera di invito 92 0 20 40 % 60 80 100 La mammografia preventiva viene eseguita di più tra le donne coniugate, con livello di istruzione alto e nella classe di età 50-69 anni. L’età media della prima mammografia preventiva in donne di età 50-69 anni è risultata essere 46 anni, più bassa rispetto a quella in cui viene raccomandata la mammografia periodica (50 anni). Nella fascia pre-screening (40-49 anni) il 60,7% delle donne ha riferito di aver effettuato la mammografia almeno una volta nella vita. Una donna su dieci tra 50 e 69 anni (10,1%) non ha mai effettuato una mammografia preventiva o l’ha effettuata al di fuori della periodicità consigliata (11,8%). Le motivazioni della mancata effettuazione dell’esame sono molteplici, ma quella riferita più frequentemente è la bassa percezione del rischio (“Penso di non averne bisogno” 26,3%); in una quota non marginale di casi la donna non esegue l’esame per paura dei risultati (15,8%) o perché nessuno l’ha consigliata (15,8%). Screening neoplasia collo dell’utero L’ 84,8% delle donne intervistate di 25-64 anni ha riferito di aver effettuato un Pap test preventivo in assenza di segni e sintomi nel corso degli ultimi tre anni, come raccomandato dalle linee guida, ma l’esame è eseguito con regolarità soprattutto dalle donne culturalmente ed economicamente più avvantaggiate. Quasi la metà delle donne (48,8%) ha eseguito l’esame nell’ultimo anno; per contro l’8,2% ha riferito di non aver mai effettuato il Pap test e il 7% di averlo effettuato da oltre tre anni. Le motivazioni principali della mancata effettuazione dell’esame sono molteplici, ma quelle riferite più spesso sono il mancato consiglio (“Nessuno me l’ha consigliato” 12,3%) e la limitata consapevolezza dell’importanza dell’esame come misura preventiva (“Penso di non averne bisogno” 28,1%). Donne di 25-64 anni che hanno effettuato il Pap-test ultimi 3 anni Interventinegli di promozione del Pap-test ASL ASL 22 Passi Passi 2007-2010 2007-2010 (n=402) (n=401) 100 90 85 80 70 60 cam pagna 79 % 50 inform ativa 40 30 consiglio 20 15 61 10 m edico/operatore 0 si lettera di invito no 0 100 Screening neoplasia del colon-retto (2007-09) 90 Nell’AUSL 2 si è già raggiunto il livello di copertura “accettabile” (51,8%) nella popolazione target; 80 tuttavia esiste un ampio margine di migliorabilità: 70 infatti il 45,4% delle persone di 50-69 anni (circa una persona su due) non si è sottoposta alla ricerca di 60 sangue occulto o ad una colonscopia a scopo preventivo nei tempi raccomandati. Tra i motivi della % 50 mancata esecuzione del test troviamo più 40 frequentemente la bassa percezione del rischio (“Penso di non averne bisogno” 30,1%), la paura dei 30 risultati (17,2%) e il mancato consiglio sanitario 20 19,4%). 86 20 40 % 60 80 100 Soggetti di 50-69 anni che hanno effettuato ricerca del sangue occulto negli ultimi 2 aa ASL 2 Passi 2007-2009 (n=249) 50 50 si no 10 0 Vaccinazione antirubeolica (2007-09) Il 69,2% delle donne di 18-49 anni è immune alla rosolia (rubeotest positivo per vaccinazione o per copertura naturale). Il 2,8% è sicuramente suscettibile in quanto non vaccinata e con rubeotest negativo. Per circa un terzo delle donne lo stato immunitario non è conosciuto. È pertanto necessario migliorare le attuali strategie di offerta attiva dei vaccini in età adulta attraverso un maggior coinvolgimento delle diverse figure professionali “più vicine” alla popolazione a rischio (MMG, ginecologi ed ostetriche). Vaccinazione antinfluenzale (2007-09) Nell’AUSL 2 solo il 14,8% delle persone intervistate di età 18-64 anni, ha riferito di essersi vaccinato durante le ultime tre campagne antinfluenzali (2006-07/200708/2008-09); solo il 15,6% di soggetti con meno di 65 anni e portatori di patologie croniche (soprattutto patologie respiratorie) si è vaccinato contro l’influenza, una quota senz’altro suscettibile di miglioramento. La percentuale è risultata più elevata nelle donne e nelle persone con basso livello di istruzione. Comportamenti sicuri (2007-09) Guidare con livelli di alcol nel sangue superiori ai limiti di sicurezza fissati dalla legge è una pratica troppo diffusa, soprattutto tra i giovani. L’utilizzo dei dispositivi di sicurezza è elevato per casco e cintura anteriore, mentre è molto basso per la cintura posteriore. Il rischio di infortunio domestico, pur essendo frequente, non è percepito come tale dalla maggior parte della popolazione. Sicurezza stradale (2007-09) Sul totale delle persone tra 18 e 69 anni che nell’ultimo mese hanno bevuto e guidato, il 14,7% dichiara di aver guidato sotto l’effetto dell’alcol (dopo aver bevuto almeno due unità alcoliche nell’ora precedente); questa abitudine sembra nettamente più diffusa tra gli uomini rispetto alle donne (19,3% vs 6,4%). L’8,7% ha inoltre riferito di essere stato trasportato da chi guidava sotto l’effetto dell’alcol. La guida sotto l’effetto dell’alcol nella nostra realtà non è un problema marginale ed è probabilmente sottostimato con lo strumento utilizzato nella nostra indagine (intervista telefonica somministrata da personale appositamente formato). Nella nostra AUSL si registra un buon livello dell’uso del casco (96,2%) e della cintura di sicurezza anteriore (86,3%). L’uso della cintura posteriore è invece ancora poco diffuso (18,5%). Soggetti che riferiscono di aver guidato sotto l'effetto dell'alcol ASL 2 Passi 2007-2009 (n=442) 100 90 80 70 60 % 50 40 30 19 20 12 16 15 35-49 50-69 10 0 18-24 18-34 Sicurezza domestica (2007-09) L’indagine PASSI evidenzia che nella nostra AUSL più di nove persone su dieci (94,9%) tra 18 e 69 anni non hanno consapevolezza del rischio di infortunio domestico e considerano molto bassa o assente la probabilità di subirne uno nella propria abitazione. La percezione del rischio è leggermente più alta nelle donne e in chi vive con persone più vulnerabili (bambini e anziani). Non si evidenziano, invece, particolari differenze per classi di età ed istruzione. Infine, solo poco meno di un terzo degli intervistati (32,8%) ha dichiarato di aver ricevuto informazioni tramite opuscoli e mass media per rendere l’abitazione più sicura e prevenire gli infortuni domestici negli ultimi 12 mesi. Il personale sanitario o tecnico è stato una fonte informativa molto poco frequente (1,3%). Il ruolo dei medici e degli operatori sanitari nella promozione di stili di vita sani e di scelte favorevoli per la salute La letteratura scientifica internazionale sottolinea che il consiglio del sanitario, in particolare del medico di medicina generale, influisce positivamente sulla decisione dell’assistito di modificare i propri comportamenti “a rischio” per la salute. Si sono dimostrati efficaci: - il consuelling breve per la disassuefazione dal fumo di tabacco - gli interventi mirati per ridurre il consumo di alcol - la prescrizione dell’attività fisica - il consiglio di perdere peso - il consiglio di partecipare ai programmi di prevenzione (screening e vaccinazioni). I risultati ottenuti con il sistema di sorveglianza PASSI possono costituire uno strumento utile alla costruzione dei profili di salute,alla programmazione degli interventi di prevenzione a livello regionale e locale ed alla valutazione dei programmi di prevenzione attuati nell’ottica delle strategie di sanità pubblica previste dal Piano Nazionale della Prevenzione. A cura di: Dipartimento Prevenzione AUSL 2 Lucca Luca Ricci – coordinatore aziendale (e-mail [email protected]) Rita Susie Monterastelli, Bianca Maria Mulini, Emma Pieroni, Gloria Puccetti – intervistatrici Roberto Cavani – collaboratore