SALUTE E STILI DI VITA NELLA ASL 2 LUCCA
SINTESI DEI DATI DEL SISTEMA DI SORVEGLIANZA PASSI 2007–2010
Il sistema di sorveglianza Passi
PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) é il sistema di sorveglianza italiano della salute e
degli stili di vita della popolazione tra 18 e 69 anni; esso fornisce informazioni anche a livello di ASL. PASSI,
ideato dal Ministero della Salute, è coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Regione Toscana. PASSI
indaga aspetti relativi allo stato di salute (ad esempio: ipertensione, ipercolesterolemia, ecc.), alle abitudini di
vita (ad esempio: alcol, fumo, ecc.), a strumenti di prevenzione (screening, vaccinazioni), alla sicurezza stradale
e domestica. Dall’aprile 2007 la sorveglianza è attiva in 20 Regioni e 149 ASL. Nella nostra Regione hanno
aderito al sistema tutte le ASL. Per la raccolta dei dati è stato utilizzato un questionario di circa un centinaio di
domande, standardizzato e validato a livello nazionale e internazionale, somministrato telefonicamente a un
campione mensile stratificato proporzionale per sesso e classi di età, estratto casualmente dalle liste
dell’anagrafe sanitaria. Le interviste vengono condotte da personale dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL
con cadenza mensile e durano in media 20 minuti. La qualità dell’indagine PASSI viene costantemente tenuta
sotto controllo con alcuni indicatori raccomandati a livello internazionale per sistemi di sorveglianza di questo
tipo. Per quanto riguarda l’AUSL 2 Lucca, nel periodo 2007-2010, sono state intervistate 962 persone in età 1869 anni; il 50,9% del campione intervistato (490 persone) è costituito da uomini e l’età media complessiva è di
45 anni. L’11,1% del campione non ha alcun titolo di studio o ha la licenza elementare, il 35,2% la licenza media
inferiore, il 40,2% la licenza media superiore e il 13,5% è laureato. I coniugati/conviventi rappresentano il
62,1% del campione, i celibi/nubili il 29,3%, i separati/divorziati il 6,3% e i vedovi/e il 2,2%. Il 98,8% del
campione è italiano; sono rientrati nel campione solo 10 soggetti stranieri. Per quanto riguarda il lavoro, il
67,6% del campione tra i 18 e i 65 anni riferisce di lavorare regolarmente. Le donne risultano, nel complesso,
meno “occupate” in un lavoro regolare rispetto agli uomini (il 55,1% vs 44,9%). Il 7,1% del campione riferisce
di avere molte difficoltà economiche, il 37,3% qualche difficoltà e il 44,9% nessuna.
Maggiori informazioni ai siti: http://www.epicentro.iss.it/passi/ - http://www.usl2.toscana.it/sup
Salute e fattori di rischio in cifre
Tra i residenti di 18-69 anni dell’ASL 2 il:
60,5% si giudica in buona salute
7,5% ha riferito sintomi di depressione nelle ultime due settimane
24,7% fuma
39,9% è in eccesso ponderale (29,9% sovrappeso; 10% obeso)
29,9% fa una buona attività fisica
25,1% è completamente sedentario
25,6% è iperteso
23,4% ha il colesterolo alto
20,0% è un bevitore “a rischio”
13,7% ha guidato sotto l’effetto dell’alcol nell’ultimo mese
Salute percepita
Numerosi studi condotti a partire dagli anni ’80 hanno dimostrato che lo stato di salute percepito a livello
individuale è in relazione con i tradizionali indicatori oggettivi di salute (mortalità e morbosità) e risulta correlato
alla presenza di patologie croniche o ai rispettivi fattori di rischio. Nella nostra ASL il 60,5% degli intervistati
giudica buona o molto buona la propria salute. Si dichiarano più soddisfatti: i giovani tra 18 e 34 anni, gli
uomini, le persone più istruite, le persone senza difficoltà economiche e le persone che non hanno patologie
croniche. Sono le donne e le persone più anziane a riferire il maggior numero di giorni in cattiva salute (per
motivi fisici o psicologici)
Sintomi di depressione
Il 7,5% delle persone intervistate riferisce sintomi
depressivi* nelle due settimane precedenti l’intervista.
Sono maggiormente interessate da questo problema:
le donne (circa due volte e mezzo più degli uomini), le
persone meno istruite, quelle con difficoltà
economiche, quelle con un lavoro non regolare e
quelle che non hanno patologie croniche. La
percezione del proprio stato di salute peggiora in modo
vistoso tra coloro che riferiscono sintomi depressivi:
solo il 28,6% considera buona o molto buona la
propria salute contro il 63,2% delle persone senza tali
sintomi. Tra le persone con sintomi di depressione il
57,6% si è rivolto a un operatore o a persone di
fiducia come familiari e amici, e il 42,4% non ha
cercato alcun aiuto.
Figure di riferimento per persone
con sintomi di depressione
ASL 2 Passi 2007-2010 (n=66)
medico/operatore
sanitario
27
familiari
7
entrambi
4
nessuno
*desunti col Patient Health Questionnaire-2 (PHQ-2)
28
0
5
10
15
%
20
25
Stili di vita
Solo il 29,9% delle persone tra 18 e 69 anni nella nostra ASL pratica un buon livello di attività fisica. Si stima che
il 44,4% della popolazione sia in sovrappeso e che il 10% sia obesa. Sono pochi (8,8%) coloro che riferiscono
adeguati consumi di frutta e verdura (almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno). Circa 4 persone su 10 tra
18 e 69 anni bevono in modo pericoloso per la salute. Fuma ancora quasi un terzo della popolazione tra 18 e 69
anni e tale quota è più elevata tra i giovani 18-34enni; uomini e donne fumano in percentuale pressoché
analoga (51,3% vs 48,7%).
Attività fisica
Il 29,3% degli intervistati riferisce di effettuare un
lavoro pesante o aderisce alle raccomandazioni
sull’attività fisica (30 minuti di attività moderata per
almeno 5 giorni alla settimana o 20 minuti di attività
intensa per almeno 3 giorni alla settimana) e può
quindi essere definito attivo; il 45,6% non effettua un
lavoro pesante e pratica attività fisica in quantità
inferiore a quanto raccomandato (parzialmente
attivo), mentre il 25,1% è completamente sedentario.
I sedentari sono più frequenti nella classe di età più
elevata, tra le persone con basso livello di istruzione e
Attività fisica
ASL 2 Passi 2007-2010 (n=962)
Attivo
29
Parzialm ente
attivo
46
Sedentario
25
0
10
20
30
%
40
50
30
tra quelle con molte difficoltà economiche. La
promozione dell’attività fisica non sembra ancora
soddisfacente, infatti meno di una persona su tre
(29,6%) ha riferito che un medico si è informato
sull’attività fisica praticata o di aver ricevuto il
consiglio di praticarla regolarmente. Lo stile di vita
sedentario si associa ad altre condizioni di rischio:
depressione (25%), ipertensione (24,7%), sovrappeso
(25%), fumatore (25,1%).
Abitudine al fumo
Si stima che nell’AUSL 2 Lucca il 24,7% delle persone
tra 18 e 69 anni sia fumatore. In particolare circa 3
giovani su 10 tra 18 e 24 anni fumano abitualmente. La
prevalenza di fumatori è sempre elevata anche nei 2534enni tra i quali fumano più di 3 persone su 10.
Inoltre l’abitudine al fumo è risultata particolarmente
rilevante
tra
le
persone
culturalmente
ed
economicamente
svantaggiate.
L’attenzione
al
problema da parte degli operatori sanitari non sembra
ancora del tutto soddisfacente; infatti poco più di 5
fumatori su 10 hanno riferito che un medico si è
interessato a questa loro abitudine e che ha consigliato
di smettere. La quota di fumatori che ha smesso o ha
tentato di farlo con l’ausilio di farmaci o di servizi offerti
dall’AUSL è risultata molto modesta (rispettivamente
2,9% e 1,9%). Il fumo in casa, nei luoghi pubblici e nei
luoghi di lavoro merita ancora attenzione, nonostante
gli effetti positivi ottenuti dopo l’entrata in vigore della
nuova legge sul divieto di fumo nei locali pubblici;
infatti, il 9,5% fuma in casa anche in presenza di minori
di 14 anni, l’1% nei luoghi pubblici e il 3,9% nei luoghi
di lavoro.
Abitudine al fumo di sigaretta
ASL 2 PASSI 2007-2010 (n=962)
non fum atori
50
fum atori in astensione
1
ex fum atori
25
fum atori
24
0
20
40 % 60
80
100
non fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato meno di 100
sigarette nella sua vita e attualmente non fuma
fumatore in astensione: soggetto che attualmente non fuma, da
almeno 6 mesi
ex fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100
sigarette nella sua vita e attualmente non fuma
fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100
sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche
giorno
Situazione nutrizionale e abitudini alimentari
Complessivamente si stima che circa 4 persone su dieci
(29,9%) nell’AUSL Lucca siano in eccesso ponderale
(comprensivo di sovrappeso e obesità); ma tale
condizione cresce in modo rilevante con l’età, è
nettamente maggiore negli uomini e nelle persone
meno istruite. Per contro la dieta per ridurre o
controllare il peso è praticata solo da poco più di una
persona su 4 in eccesso ponderale, con una lieve
prevalenza per gli uomini (52,4% contro il 47,6% delle
donne); il 76,8% controlla il proprio peso per consiglio
di un medico. Sebbene il 41,1% delle persone consumi
3 o 4 porzioni di frutta e verdura al giorno, solo l’8,8%
aderisce alla raccomandazione di consumarne almeno 5
porzioni al giorno. Questa sana abitudine è più diffusa
nella fascia 50-69 anni, tra le donne, tra le persone più
istruite, tra le persone senza difficoltà economiche e tra
le persone normopeso. Solo il 40,1% delle persone in
sovrappeso/obese ha ricevuto consigli di fare attività
fisica da un medico
Situazione nutrizionale della popolazione
ASL 2 PASSI 2007-2010 (n=962)
obesi
10
sovrappeso
30
norm opeso
57
sottopeso
3
0
100
20
40 %
60
80
100
Numero di porzioni di frutta e verdura
consumate al giorno
ASL 2 Passi 2007-2010 (n=962)
80
%
48
60
41
40
20
2
9
0
0 porzioni 1-2 porzioni 3-4 porzioni
Consumo di alcol
Nella nostra AUSL la percentuale di persone che
nell’ultimo mese riferisce di aver bevuto almeno una
unità di bevanda alcolica (pari a una lattina di birra o a
un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore) è
risultata
del
66,1%.
Tale
percentuale
è
significativamente
maggiore
negli
uomini.
Complessivamente, nel periodo 2007-09, il 15% degli
intervistati tra 18 e 69 anni può essere considerato un
bevitore a rischio (fuori pasto e/o forte bevitore e/o
“binge-drinking”), una percentuale di poco inferiore
alla media nazionale del 20%. Il binge, secondo la
vecchia definizione 2007-09, è chi ha bevuto
nell’ultimo mese almeno una volta 6 o più unità
alcoliche in una sola occasione; questa pericolosa
modalità di consumo risulta più diffusa tra 50 e 69
anni, seguita dalla fascia di età 18-34, tra gli uomini,
tra persone con istruzione più alta e tra le persone
economicamente più svantaggiate.
Secondo la nuova definizione 2010, il binge è chi ha
bevuto almeno una volta nell'ultimo mese 5 o più (per
uomini) e 4 o più (per donne) unità di bevanda
alcolica in un'unica occasione): pertanto, nell’anno
5 o più
porzioni
I risultati dell’indagine evidenziano che l’attenzione dei
medici o degli operatori sanitari verso questo
problema è ancora limitata: solo in meno di due casi
su dieci essi si informano circa il consumo di alcol dei
loro pazienti e solo poco più di un bevitore a rischio su
dieci riceve il consiglio di moderare il consumo.
2010 i bevitori a rischio risultano il 26,6%, nella fascia
tra 50 e 69 anni, seguita dalla fascia di età 25-49, tra
gli uomini, tra persone con istruzione più alta e tra le
persone economicamente più avvantaggiate.
Bevitori a rischio per categoria
ASL 2 Passi 2007-2010 (n=961)
50
40
30
%
20
18
20
9
10
4
0
bevitori a
rischio
binge
fuoripasto forti bevitori
Fattori di rischio cardiovascolare
I fattori di rischio cardiovascolare sono diffusi: si stima che il 25,6% della popolazione intervistata soffra di
ipertensione e il 23,4% abbia elevati livelli di colesterolo nel sangue. Sebbene il calcolo del rischio
cardiovascolare sia un importante strumento per la comunicazione del rischio individuale al paziente, esso è
ancora poco diffuso e calcolato in meno di una persona su dieci tra 35 e 69 anni.
Ipertensione arteriosa
Si stima che nell’AUSL il 7,5% della
popolazione tra 18 e 69 anni non abbia mai
controllato la pressione arteriosa. È importante
ridurre ancora questa quota per migliorare il
controllo dell’ipertensione nella popolazione
(specie per i pazienti sopra ai 35 anni) e
strutturare controlli regolari. Quasi tre persone
su dieci risultano ipertese, ma la quota varia
notevolmente con l’età (43,5% nella fascia 5069 anni) e aumenta tra le persone
culturalmente svantaggiate e nelle persone
con eccesso ponderale. Il 73,7% delle persone
ipertese è in trattamento farmacologico.
Indipendentemente dall’assunzione di farmaci,
nella nostra AUSL risulta particolarmente
elevata la percentuale di ipertesi che ha
ricevuto consigli in merito al cambiamento di
abitudini di vita volte a correggere i valori
pressori come l’attività fisica regolare, la dieta
iposodica ed il controllo del peso corporeo.
Popolazione con ipertensione arteriosa
ASL 2 Passi 2007-2010 (n=890)
100
80
60
44
%
40
20
21
6
0
18-34 anni
35-49 anni
50-69 anni
Ipercolesterolemia
L’80,5% degli intervistati tra 18 e 69 anni ha
riferito di essersi sottoposto alla misurazione
della colesterolemia almeno una volta nella
vita. Il 23,4% di questi ha riferito una diagnosi
di ipercolesterolemia; questa quota sale al
28,43% tra le persone di 50-69 anni e al
29,5% nei soggetti con sovrappeso/obesità. Il
22,73% degli ipercolesterolemici è in
trattamento farmacologico. I nostri dati
evidenziano un buon livello di attenzione da
parte degli operatori sanitari nei confronti del
paziente ipercolesterolemico.
Infatti, indipendentemente dall’assunzione di
farmaci, una buona percentuale di persone
ipercolesterolemiche ha riferito ai aver ricevuto
consigli su come modificare il proprio stile di
vita, quali l’attività fisica regolare, la dieta
appropriata con riduzione del consumo di
carne e formaggi, ed il controllo o la riduzione
del peso corporeo.
Popolazione con ipercolesterolemia
ASL 2 Passi 2007-2010 (n=774)
100
80
60
%
40
20
26
28
35-49 anni
50-69 anni
9
0
18-34 anni
Nonostante ciò è auspicabile una maggiore copertura della
popolazione
nello
screening
dell’ipercolesterolemia
e
un’ulteriore implementazione dell’attività di counselling con il
ricorso a un approccio maggiormente standardizzato e più
esteso alla popolazione caratterizzata da questo fattore di
rischio.
Punteggio di rischio cardiovascolare
Il punteggio di rischio cardiovascolare è uno strumento semplice ed obiettivo che il medico può utilizzare per
stimare la probabilità del proprio paziente di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore
(infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi. Per calcolarlo è necessario conoscere il valore di 6 fattori:
sesso, diabete, abitudine al fumo, età, colesterolemia e pressione arteriosa sistolica. Dai dati PASSI emerge
chiaramente che tale strumento è ancora scarsamente utilizzato e calcolato da parte dei medici della nostra
AUSL. Si stima infatti che solo il 7,1% delle persone intervistate di 35-69 anni abbia avuto il calcolo del
punteggio di rischio cardiovascolare, una percentuale estremamente bassa.
Interventi di prevenzione (2007-09)
L’adesione alla diagnostica precoce dei tumori del collo dell’utero è elevata anche se la periodicità di esecuzione
e le modalità di pagamento dell’esame (il 20,1% ha pagato il ticket per l’esecuzione del Pap test e il 6,4% ha
pagato totalmente la prestazione) testimoniano che si ha una larga quota di adesione spontanea che spinge ad
effettuare l’esame con frequenza superiore a quella del programma regionale di screening (tre anni) in strutture
accreditate o private. Risulta elevata la percentuale di donne che effettua la mammografia a scopo preventivo
grazie alla presenza di una buona informazione e di un programma di screening ormai consolidato sul territorio.
Il 51,8% delle persone intervistate nella fascia di 50-69 anni ha riferito di aver effettuato un esame per la
diagnosi precoce dei tumori colon-rettali. La copertura stimata è superiore al livello di copertura “accettabile”
(45%) e vicina a quello “desiderabile” (65%). Ancora molto bassa l’adesione alla vaccinazione antinfluenzale tra
i soggetti sotto i 65 anni. Si stima infine che circa un terzo delle donne in età fertile (28%) non sia a conoscenza
del proprio stato immunitario nei confronti della rosolia, evidenziando come la percezione del rischio connesso
all’infezione rubeolica in gravidanza sia bassa e il rischio sottostimato; inoltre, circa tre donne ogni cento sono
sicuramente suscettibili alla rosolia e pur sapendolo non si sono vaccinate.
Screening neoplasia della mammella (2007-09)
Nella nostra AUSL circa otto donne su dieci intervistate
(78,2%), di età 50-69 anni, ha riferito di aver
effettuato una mammografia preventiva in assenza di
segni e sintomi nel corso degli ultimi due anni, come
raccomandato dalle linee guida. La copertura stimata è
superiore al livello di copertura ritenuto “accettabile”
(60%) e al livello “desiderabile” (75%).
Interventi di promozione
della mammografia
ASL 2 PASSI 2007-2009 (n=122)
cam pagna
inform ativa
Donne
effettuato
la
Donnedi
di50-69
50-69anni
anniche
chehanno
hanno
effettuato
m
am
m
ografia
negli
ultim
i
2
anni
la mammografia negli ultimi 2 anni
ASL210
Passi2007-2009
2007/2008 (n=209)
ASL
Passi
(n=119)
100
90
100
90
90
78
80
80
70
70
60
60
% 50
% 50
40
40
30
30
22
20
10
20
10
10
0
0
si
no
si
no
88
53
lettera di invito
92
0
20
40 % 60
80
100
La mammografia preventiva viene eseguita di più tra le
donne coniugate, con livello di istruzione alto e nella
classe di età 50-69 anni. L’età media della prima
mammografia preventiva in donne di età 50-69 anni è
risultata essere 46 anni, più bassa rispetto a quella in
cui viene raccomandata la mammografia periodica (50
anni). Nella fascia pre-screening (40-49 anni) il 60,7%
delle donne ha riferito di aver effettuato la
mammografia almeno una volta nella vita. Una donna
su dieci tra 50 e 69 anni (10,1%) non ha mai
effettuato una mammografia preventiva o l’ha
effettuata al di fuori della periodicità consigliata
(11,8%). Le motivazioni della mancata effettuazione
dell’esame sono molteplici, ma quella riferita più
frequentemente è la bassa percezione del rischio
(“Penso di non averne bisogno” 26,3%); in una quota
non marginale di casi la donna non esegue l’esame per
paura dei risultati (15,8%) o perché nessuno l’ha
consigliata (15,8%).
Screening neoplasia collo dell’utero
L’ 84,8% delle donne intervistate di 25-64 anni ha
riferito di aver effettuato un Pap test preventivo in
assenza di segni e sintomi nel corso degli ultimi tre
anni, come raccomandato dalle linee guida, ma
l’esame è eseguito con regolarità soprattutto dalle
donne culturalmente ed economicamente più
avvantaggiate. Quasi la metà delle donne (48,8%) ha
eseguito l’esame nell’ultimo anno; per contro l’8,2% ha
riferito di non aver mai effettuato il Pap test e il 7% di
averlo effettuato da oltre tre anni. Le motivazioni
principali della mancata effettuazione dell’esame sono
molteplici, ma quelle riferite più spesso sono il
mancato consiglio (“Nessuno me l’ha consigliato”
12,3%) e la limitata consapevolezza dell’importanza
dell’esame come misura preventiva (“Penso di non
averne bisogno” 28,1%).
Donne di 25-64 anni che hanno
effettuato il Pap-test
ultimi 3 anni
Interventinegli
di promozione
del Pap-test
ASL
ASL 22 Passi
Passi 2007-2010
2007-2010 (n=402)
(n=401)
100
90
85
80
70
60
cam pagna
79
% 50
inform ativa
40
30
consiglio
20
15
61
10
m edico/operatore
0
si
lettera di invito
no
0
100
Screening neoplasia del colon-retto (2007-09)
90
Nell’AUSL 2 si è già raggiunto il livello di copertura
“accettabile” (51,8%) nella popolazione target;
80
tuttavia esiste un ampio margine di migliorabilità:
70
infatti il 45,4% delle persone di 50-69 anni (circa una
persona su due) non si è sottoposta alla ricerca di
60
sangue occulto o ad una colonscopia a scopo
preventivo nei tempi raccomandati. Tra i motivi della % 50
mancata
esecuzione
del
test
troviamo
più
40
frequentemente la bassa percezione del rischio
(“Penso di non averne bisogno” 30,1%), la paura dei
30
risultati (17,2%) e il mancato consiglio sanitario
20
19,4%).
86
20
40 % 60
80
100
Soggetti di 50-69 anni che hanno effettuato
ricerca del sangue occulto negli ultimi 2 aa
ASL 2 Passi 2007-2009 (n=249)
50
50
si
no
10
0
Vaccinazione antirubeolica (2007-09)
Il 69,2% delle donne di 18-49 anni è immune alla
rosolia (rubeotest positivo per vaccinazione o per
copertura naturale). Il 2,8% è sicuramente suscettibile
in quanto non vaccinata e con rubeotest negativo. Per
circa un terzo delle donne lo stato immunitario non è
conosciuto. È pertanto necessario migliorare le attuali
strategie di offerta attiva dei vaccini in età adulta
attraverso un maggior coinvolgimento delle diverse
figure professionali “più vicine” alla popolazione a
rischio (MMG, ginecologi ed ostetriche).
Vaccinazione antinfluenzale (2007-09)
Nell’AUSL 2 solo il 14,8% delle persone intervistate di
età 18-64 anni, ha riferito di essersi vaccinato durante
le ultime tre campagne antinfluenzali (2006-07/200708/2008-09); solo il 15,6% di soggetti con meno di 65
anni e portatori di patologie croniche (soprattutto
patologie respiratorie) si è vaccinato contro l’influenza,
una quota senz’altro suscettibile di miglioramento. La
percentuale è risultata più elevata nelle donne e nelle
persone con basso livello di istruzione.
Comportamenti sicuri (2007-09)
Guidare con livelli di alcol nel sangue superiori ai limiti di sicurezza fissati dalla legge è una pratica troppo
diffusa, soprattutto tra i giovani. L’utilizzo dei dispositivi di sicurezza è elevato per casco e cintura anteriore,
mentre è molto basso per la cintura posteriore. Il rischio di infortunio domestico, pur essendo frequente, non è
percepito come tale dalla maggior parte della popolazione.
Sicurezza stradale (2007-09)
Sul totale delle persone tra 18 e 69 anni che nell’ultimo
mese hanno bevuto e guidato, il 14,7% dichiara di aver
guidato sotto l’effetto dell’alcol (dopo aver bevuto
almeno due unità alcoliche nell’ora precedente); questa
abitudine sembra nettamente più diffusa tra gli uomini
rispetto alle donne (19,3% vs 6,4%). L’8,7% ha inoltre
riferito di essere stato trasportato da chi guidava sotto
l’effetto dell’alcol. La guida sotto l’effetto dell’alcol nella
nostra realtà non è un problema marginale ed è
probabilmente sottostimato con lo strumento utilizzato
nella
nostra
indagine
(intervista
telefonica
somministrata da personale appositamente formato).
Nella nostra AUSL si registra un buon livello dell’uso del
casco (96,2%) e della cintura di sicurezza anteriore
(86,3%). L’uso della cintura posteriore è invece ancora
poco diffuso (18,5%).
Soggetti che riferiscono di aver guidato
sotto l'effetto dell'alcol
ASL 2 Passi 2007-2009 (n=442)
100
90
80
70
60
% 50
40
30
19
20
12
16
15
35-49
50-69
10
0
18-24
18-34
Sicurezza domestica (2007-09)
L’indagine PASSI evidenzia che nella nostra AUSL più di nove persone su dieci (94,9%) tra 18 e 69 anni non
hanno consapevolezza del rischio di infortunio domestico e considerano molto bassa o assente la probabilità
di subirne uno nella propria abitazione. La percezione del rischio è leggermente più alta nelle donne e in chi
vive con persone più vulnerabili (bambini e anziani). Non si evidenziano, invece, particolari differenze per
classi di età ed istruzione. Infine, solo poco meno di un terzo degli intervistati (32,8%) ha dichiarato di aver
ricevuto informazioni tramite opuscoli e mass media per rendere l’abitazione più sicura e prevenire gli
infortuni domestici negli ultimi 12 mesi. Il personale sanitario o tecnico è stato una fonte informativa molto
poco frequente (1,3%).
Il ruolo dei medici e degli operatori sanitari
nella promozione di stili di vita sani e di scelte favorevoli per la salute
La letteratura scientifica internazionale sottolinea che il consiglio del sanitario, in particolare del medico
di medicina generale, influisce positivamente sulla decisione dell’assistito di modificare i propri
comportamenti “a rischio” per la salute.
Si sono dimostrati efficaci:
- il consuelling breve per la disassuefazione dal fumo di tabacco
- gli interventi mirati per ridurre il consumo di alcol
- la prescrizione dell’attività fisica
- il consiglio di perdere peso
- il consiglio di partecipare ai programmi di prevenzione (screening e vaccinazioni).
I risultati ottenuti con il sistema di sorveglianza PASSI possono costituire uno strumento utile alla
costruzione dei profili di salute,alla programmazione degli interventi di prevenzione a livello regionale e
locale ed alla valutazione dei programmi di prevenzione attuati nell’ottica delle strategie di sanità
pubblica previste dal Piano Nazionale della Prevenzione.
A cura di:
Dipartimento Prevenzione AUSL 2 Lucca
Luca Ricci – coordinatore aziendale (e-mail [email protected])
Rita Susie Monterastelli, Bianca Maria Mulini, Emma Pieroni, Gloria Puccetti – intervistatrici
Roberto Cavani – collaboratore
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Progetto passi: documento di sintesi periodo 2007